Monkey Business: La mano nera

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  1. Elation
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    «Suppongo che voi siate i mercenari che hanno risposto al mio appello, esatto?»
    Appello. Mercenari. Ok. Flandre da quel momento in poi sarebbe stata nobilitata del titolo di mercenaria; perché essere pagati per massacrare qualcuno o qualcosa era più che nobilitante. Poteva anche decidere di tenerlo a mente e di renderlo veramente la sua professione. In fondo, era facile: le veniva dato un compito e lei doveva solo svolgerlo. Osservò la parrucca, quella nuvoletta corta di boccoli e riccioli, imbrillantinata con qualcosa che aveva un vago odore di pesce, misto alla salsedine dell’acqua del mare. Con la treccina laterale. E il fiocchetto azzurro. Hm. Era una parrucca piuttosto stupida, ma, riconobbe, sotto un cappello diverso da quel ridicolo coso sformato che Norrington si portava in testa avrebbe potuto avere del potenziale.
    «Io sono il Commodoro James Norrington, della Marina Reale di Sua Maestà. Cercherò di essere breve..
    Ma non ti chiamavi Pomodoro?
    Flandre lanciò un’occhiata a quella lucertola gigante. Vagò tra il grosso rettile, la donna a cui sembrava essere attaccato, gli altri presenti e cominciò a farsi una lista in ordine decrescente di chi voleva avrebbe potuto assaggiare per primo.
    «Se, come temo, le creature che ci hanno tormentato negli ultimi giorni saranno puntuali come al solito, mancano pochi minuti al loro attacco, e vi dovremo mandare in vari punti della città per cercare di contenere i danni.»
    Creature, attaccare, tormentare. Bello, bello, bello. Si cominciava subito! Flandre si leccò le labbra. Oh be’, se erano commestibili, lei non chiedeva altro. Sarebbe rimasta in quella città anche per sempre: pasti gratis e puntuali, di cos’altro poteva aver bisogno?
    «Non sottovalutatele solo per l'aspetto, perché hanno ucciso a sangue freddo e ferito molte persone. Non mi riterrò responsabile per morti o ferite causate ignorando questi avvertimenti.»
    Pfft, non doveva venire a dirlo a lei, se qualche malcapitato veniva coinvolto nello scontro. Bastava solo che non ritenesse responsabile lei. Non si sarebbe fatta nessun problema: era la prima che uccideva a sangue freddo, fregandosene altamente di quello che succedeva agli altri. Se qualche civile aveva intenzione di mettere il naso fuori casa e farsi mangiare, non era un fatto che la riguardava.
    «Avete qualche obiezione?»
    Sì, il tuo nome è stupido e io ho fame.
    Fece per allontanarsi, più che intenzionata ad andarsene a zonzo per la città per conto suo, sperando di incontrare il prima possibile una di quelle “creature” e potersi divertire un po’ e riempire il ronzio del suo stomaco e quello della sua mente, quando notò la lucertola allungarsi verso il loro committente. Lucertola affumicata, riuscì solo a pensare.
    «Nessuna obiezione, commodoro.»
    E parlava anche! Gli occhi di Flandre si allargarono carichi di entusiasmo e di sorpresa. No, no, una lucertola gigante non andava solo mangiata, andava assaporata. Si leccò le labbra e arricciò il naso.
    «Chiunque sia responsabile per questa creatura, cerchi di... gestirla meglio. Preferirei evitare danni collaterali.»
    Oh! Oh! Voleva gestirla a lei! Perché nessuno l’aveva ancora data a lei, quella lucertola gigante? Gestire era il suo forte! La scia di puzza che seguì l’ombra che le passò di fiancò stordì il suo senso dello spazio per un istante, e si ritrovò a fissare la schiena dell’uomo che affrontava il manichino impomatato.
    «In realtà sì, Norry.» Ecco, Norry era già un nome più simpatico e intelligente di Norrington. Mai bello quanto “Pomodoro”, ma doveva ammettere che aveva del potenziale. Inclinò di lato il capo, tendendo le orecchie per ascoltare. Dai, il barbone poteva anche starle simpatico.
    Fece piuttosto fatica a seguire il discorso, ma non poté che essere inequivocabilmente d’accordo con lui. Aveva sentito due volte la parola “cazzo”, un “coglioni”, un “fottiti” e un “culo” e valutò immediatamente come impeccabile la retorica di quell’uomo che, forse, a questo punto, non era solo un barbone. Considerando soprattutto quanto fosse grosso, puzzolente e schietto, forse era tutt’altro che un barbone.
    Perché erano ancora lì? Perché non stavano uccidendo gente, o cose? Flandre rimase ferma nella sua posizione, l’espressione che slittava da coinvolgimento a noia patologica nel giro di frazioni di secondi. A lei interessava solo menare le mani. Cosa le importava dei bordelli, dei locali, della Regina della Maestà Marina? Era tutto un blablabla sui loro interessi, ma chi si preoccupava dei suoi, a parte lei stessa? Roteò gli occhi. Si imbambolò a fissare il nulla, proseguendo col suo programmino del pasto: la lucertola era meglio farla arrosto, con un contorno di passata di Pomodoro. Come spuntino. Poi per la cena avrebbe deciso più tardi. Più tempo passava, più la sua fame si faceva nervosa e sempre meno giustificata. Il più delle volte, ammise, mangiava per noia. Peggio per chi le stava intorno.

     
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