Monkey Business: La mano nera

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  1. Dragona
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    Sheil'heit - Roth'raku
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    Un rumore di motori fece distogliere lo sguardo a Sheil dal punto in cui pochi secondi prima era scappata la donna a cui aveva chiesto informazioni, e a Roth'raku dalla linea dell'orizzonte. La fonte del suono era un enorme veliero meccanico, e la ragazza restò per parecchi secondi a osservare la maestosità di quel mezzo di trasporto.
    Su Aramay non c'era quel livello di tecnologia. Vi era la magia, certo, e la forza manuale degli animali, ma nulla di così avanzato.

    Dal ponte scesero presto quattro persone, tre ragazze e un marinaio ubriaco. Forse sarebbe stato più giusto dire che si trattava di due ragazze, una bambina, e un marinaio ubriaco. Cosa ci faceva lì quel barbone? E perché c'era una bambina in un luogo che, le era stato detto, era pericolosissimo?
    La ragazza diede uno sguardo oltremodo confuso al gruppetto, e iniziò ad avvicinarsi, sondando la mente dei quattro.

    Da due di esse non sentì nulla di particolare, se non un disagio per l'essere in un posto nuovo, mentre dalla bambina sentiva solo fame. Quanto al barbone...

    -Porca puttana, ma ce l'avrà il porto d'armi per quelle due granate?-

    Si girò di scatto verso quest'ultimo, fissandolo con sguardo gelido. Sapeva bene che il suo abbigliamento non era proprio consono alla battaglia, o quantomeno alla decenza pura e cruda, ma non apprezzava per niente chi guardava lì. Un effetto collaterale della sua unione con Roth'raku era stata quella di rimuoverle ogni desiderio carnale per qualunque uomo, e così era successo a Roth'raku. L'essere di due specie diversi e, per di più, di due sessi opposti, aveva fatto sì che gli istinti di uno venissero repressi dall'altra metà. Era un compromesso accettabile, dopotutto.
    Per un secondo pensò di lanciare al marinaio una freccia nel posteriore, per insegnargli a tenere lo sguardo alto, ma il buon senso le disse che non era proprio la cosa migliore da fare con persone che non conosceva. Per logica, erano i suoi compagni di missione, quelli...

    Mise una mano sul collo di Roth'raku, accarezzandolo distrattamente per calmarsi, cercando di capire chi fossero quelli e come approcciarsi.

    I suoi tentativi di socializzazione vennero brutalmente interrotti: si era instaurato un piccolo dialogo tra la bambina e un altro barbone natio di Port Royal, e Sheil'heit non poté fare altro che guardare (e ascoltare) con gli occhi spalancati la scena. P-perché si stava iniziando a parlare di cazzi e come mangiarli?
    Intanto Roth'raku si era seduto nuovamente al suo fianco, ridacchiando per la situazione e fissando la bambina e l'uomo. Sembrava che, alla fine, tra scimmie e altro il viaggio sarebbe stato molto più interessante del dovuto.

    L'arrivo del commodoro fu provvidenziale, distogliendola dai suoi pensieri e dalle sue preoccupazioni.

    «Santo cielo, non mi aspettavo di finire così in basso.»

    -Oh scusa tanto, signorino dal cappello a cornetto- disse Roth'raku con ironia, aprendo e chiudendo la bocca in maniera simile a uno scimmiottamento.

    Sheil restò in silenzio con un piccolo cipiglio e, al gesto di saluto del Commodoro, mise la mano destra sul petto e si inchinò leggermente, volgendo lo sguardo verso di lui.
    Non fece in tempo a presentare lei o Roth'raku, che quest'ultimo si lanciò in una spiegazione sommaria di ciò che avrebbero dovuto affrontare.

    -Perché non hanno chiamato un gruppo di combattenti dell'Impero Britannico? A quanto ho capito è la loro città, dovrebbero difenderla.-
    -Pensi che me ne freghi qualcosa?-

    «Avete qualche obiezione?»

    La ragazza si limitò a scuotere la testa, mentre Roth'raku allungò il collo soffiando fumo blu sulla giacca dell'uomo. Sheil'heit cercò di fermare l'amico, sentendo le sue intenzioni, graffiandogli leggermente il collo per impedirgli di avanzare, ma a nulla valsero i suoi sforzi.

    -Nessuna, Commodoro.-

    La sua voce fu sentita da tutti i presenti, una voce sibilante e profonda che parlava nelle loro menti, seguita da una risata gutturale. Sheil'heit si mise una mano sulla fronte, abbassando lo sguardo e scuotendo la testa.
    Il commodoro si spostò di lato, spolverandosi la giacca: «Chiunque sia responsabile per questa creatura, cerchi di... gestirla meglio. Preferirei evitare danni collaterali.»
    Sheil'heit annuì timidamente, ancora con il volto coperto, tirando una manata al drago che se la rideva bellamente.

    -Un giorno ti uccido, lo giuro.-


    Signori, post di merda, ma so come sarebbe andata a finire, che scrivo al termine della scadenza e poi perdo la voglia.
    Ho omesso la parte di Skorr perché... in effetti ancora non è avvenuta :asd:
     
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54 replies since 16/2/2016, 19:08   1393 views
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