Le lancette avanzano

Quest privata per rikkenergy

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  1. Hind Zemirdal
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    Quando la Gummiship di Argo attraccò al porto locale, Hind non si sarebbe aspettato un luogo del genere. La Città di Mezzo, nonostante i danni subiti durante l'attacco degli Heartless, era una cittadina stranamente sobria a confronto: davanti agli occhi del cavaliere, infatti, si stagliavano file e file di case, circondate da delle robuste mura, oltre le quali era chiaramente visibile un possente castello. Che fosse per quella ragione che Ingwe si era tanto sorpreso della sua "ignoranza"? Non poteva negare che fosse un grande insediamento, ma se fosse bastato quello per rendere famoso un luogo, anche la capitale del suo paese sarebbe dovuta essere altrettanto conosciuta. Tuttavia, quando l'uomo e il suo compagno di viaggio si fecero strada oltre la cinta muraria, quel pensiero venne spazzato via come sabbia al vento.

    -... Quindi questa è Radiant Garden?

    La voce soffocata dal metallo si colorò di uno strano misto di sorpresa e meraviglia, perché non si aspettava di vedere qualcosa del genere nella sua vita. Aveva visto tante altre città fortificate a Ezlea, ma tutte avevano una cosa in comune, ossia un perenne senso di oppressione. Per quanto si cercasse di rendere "piacevole" l'ambiente con piante, alberi o stendardi, le case compresse all'interno delle mura erano un perenne monito di quanto le persone che vi abitavano fossero quasi intrappolate dentro a quella protezione temporanea. In altre parole, erano uccelli in gabbia che cantavano per dimenticarsi di non poter volare. Eppure, quella città era diversa: una volte oltrepassate le mura, il cavaliere si trovò davanti a piazze e strade larghe, decorate da alcuni giardini chiusi tra i mattoni rocciosi, piccoli canali e cascate che uscivano dai muri. Sembrava un posto uscito direttamente da una fiaba e, per quanto il suo umore fosse grigio, neanche Hind poteva negare che avesse un certo fascino. L'unico luogo degno di nota nel suo mondo di origine era Albion, la capitale imperiale che tutti descrivevano dicendo che fosse "brillante come una perla", "bianca come le nuvole"... ma quella città non aveva bisogno di metafore del genere. Era semplicemente un luogo accogliente, costruito non tanto per essere sfarzosa, quanto per dare una strana sensazione di pace a chi la visitava.

    -La "Città della Luce"... è da molto che non la visitavo. Non che sia cambiata molto, ma è un luogo piacevole.

    Hind sorrise leggermente sotto all'elmo, cogliendo una strana punta di nostalgia nella voce del suo compagno di viaggio. Non si era osato a fare domande sul suo passato, la sua famiglia, ma a volte sembrava che non ce ne fosse bisogno: Argo stava diventando lentamente un libro aperto, che teneva quel tono serio e annoiato solo per forza dell'abitudine, ed era chiaro che ciò che il cavaliere stava provando non fosse una sensazione così rara. Tuttavia, proprio mentre cercava di rallegrarsi con quei pensieri, l'uomo venne colto da un improvviso giramento di testa, che lo costrinse a fermarsi bruscamente sul posto, poggiando la mancina sul visore che gli proteggeva la testa. Il gigante arancione notò prontamente quella reazione, e si bloccò accanto al suo compare in armatura, poggiando la sua mano sinistra sulla spalla destra del cavaliere.

    -Ehi, tutto a posto?

    L'uomo dovette prendere un paio di profondi respiri col naso per riprendersi, sforzandosi per sopportare più il suo stesso peso che quella del grosso guanto metallico che ricopriva la mano del suo conoscente, ma dopo un paio di secondi riuscì a riprendersi abbastanza da rivolgergli una risposta.

    -Sì... scusa, non devo avere una bella cera oggi.

    La sua voce uscì con un sospiro, nato più dalla stanchezza che da altre fonti: quella mattina gli spasmi causati da ciò che rimaneva della sua malattia lo avevano lasciato, curiosamente, in pace, ma la sua mente aveva deciso di colmare appieno quella mancanza. E, sfortunatamente, aveva partorito un trucco completamente nuovo. Non aveva avuto incubi sulla sua famiglia, su Felicia, sul momento in cui era stato contagiato dall'Ira dell'Imperatore, nessuna delle paure che gli avevano fatto compagnia nelle notti dell'anno passato lo avevano tormentato, quella volta. Al loro posto era apparso uno scheletro. O, almeno, credeva che fosse uno scheletro: il suo volto era privo di carni e occhi, decorato unicamente da un diadema, mentre il resto del suo corpo era coperto da drappi neri come la notte... e per tutta la notte aveva cercato di soffocare il cavaliere. Aveva sentito chiaramente entrambe le mani sul proprio collo, e più quegli arti premevano sulla sua carotide, più tutto il mondo intorno a lui diventava silenzioso, non riusciva neanche a sentire i suoi stessi rantoli mentre tentava disperatamente di respirare, e non riusciva a provare altro che un forte dolore diffuso in tutto il corpo. Ma, purtroppo, quella non era stata la parte peggiore. Aveva visto chiaramente qualcosa nelle orbite vuote del suo aguzzino, una punta di follia, un'ossessione profonda, la determinazione a vederlo morto. Per un attimo temette di perdere la vita nel sonno, di vedere tutti i suoi sforzi buttati al vento, ma qualcosa riuscì miracolosamente a svegliarlo, riportandolo alla dura realtà, e al buio del cosmo in cui viaggiava la nave di Argo. Hind fece scivolare la mancina dall'elmo al termine di quei ricordi, tirando un profondo respiro col naso, facendo un ultimo sforzo per togliersi almeno una piccola parte del disagio che ancora gli permeava le membra. Ma, proprio mentre cercava di metabolizzare quelle sensazioni, Argo gli diede una leggera pacca sulla schiena, che rischiò di fargli perdere l'equilibrio e lo costrinse a impuntare il piede destro di fronte a sé. Quando il cavaliere portò il proprio sguardo sul quel gigante arancione, quest'ultimo tirò un sospiro, con uno strano sorriso amaro in volto.

    -Non riesco a dirlo attraverso quell'elmo, ma oggi ti lascerò respirare un po'.

    Hind rimase in silenzio per qualche attimo, solo per emettere una leggera risata poco dopo, rilassando il resto del proprio corpo. A modo suo, quell'idiota stava cercando di tirarlo su di morale, ma non senza aver prima riservato una frecciata alla breve lite che avevano avuto pochi giorni prima, quando lui si era lasciato prendere dalla pietà, mentre il cavaliere si stava affogando nel rimorso. Ma quella volta era diverso: quella frase era un esplicito segno che il suo compare non aveva alcuna intenzione di ripetere quella scena, e avrebbe lasciato che quell'attimo di depressione passasse da sé. Forse sarebbe stato meglio così per entrambi, specialmente in quel frangente. Lo stesso Hind non era certo da cosa fosse derivato quell'incubo, e se avesse cercato di trovare altre risposte a riguardo, non avrebbe fatto altro che vivere nuovamente quegli attimi di terrore ancora, e ancora. Una breve pausa non poteva fare male a nessuno, e quella città sembrava essere il luogo adatto per un attimo di respiro, nonostante le conseguenze della battaglia recente. E, ironicamente, Argo terminò la loro discussione con un argomento che capitava proprio a fagiolo.

    -... Credo che andrò a vedere se c'è qualcosa da fare, forse se diamo una mano con i lavori di ricostruzione potremo racimolare qualche Munny in più. In ogni caso, ci rivediamo alla nave, d'accordo?

    A quella frase, l'uomo in armatura si limitò ad annuire in silenzio, deciso a seguire l'idea del suo compagno di viaggio. Alla fine, la sua Empress Shell poteva "tagliare" solo le sue spese, mentre Argo e la sua nave richiedevano carburante e altri servizi per tirare avanti, e forse era il caso di iniziare a dare un piccolo contributo per ripagare quell'energumeno. Stava già pesando troppo sulle sue spalle. Detto questo, i due uomini si separarono, rivolgendosi un saluto silenzioso e andando per due strade diverse: il pilota si era offerto di trovare un qualsiasi incarico, essendo più abituato a trattare con individui altri mondi, mentre il cavaliere sarebbe rimasto in disparte, attendendo che il suo malessere passasse. Ora Hind doveva solo trovare qualcosa da fare durante quell'attesa...

    Edited by Hind Zemirdal - 19/4/2015, 23:16
     
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    Radiant Garden... solo da qualche giorno Zakan aveva terminato il suo lungo viaggio in gummiship, finalmente era il caso di dire, non gli erano mai piaciuti troppo i luoghi chiusi e ristretti, perciò non vedeva l'ora di posare zampa a terra, specie in quella che l'equipaggio gli aveva descritto come "una delle più belle città visitabili"... perciò si può solo immaginare la sua reazione ai suoi primi passi non appena fu sceso, si poteva dire che la lucertola bipede non avesse praticamente mai visto una vera e propria città, l'impatto fu notevole, disorientante, ma anche emozionante al contempo... mai si sarebbe aspettato di vedere così tante case tutte assieme, strade, mura, giardini... tutto così perfettamente ordinato e al suo posto, per quanto tutto ciò fosse nuovo per lui, inutile dire quanto vagò a casaccio quel giorno.

    Anche quel giorno le cose non erano molto diverse, in fondo non ci si può abituare in soli due giorni ed ammortizzare un brusco passaggio quale poteva essere il suo, dalle palafitte a... Radiant Garden, semplicemente non c'era altro modo in cui descriverla, per certi versi Zakan la trovava incredibile, non solo la sua grandezza, ma pure la bellezza del modo in cui era stata costruita; per altri però si trovava davvero fuori posto, non che non se l'aspettasse dal momento che era pur sempre in terra straniera, ma l'assenza di grandi alberi, del sottobosco sotto le zampe or sostituito da gelide mattonelle lisce, la mancanza di un tetto frastagliato di rami sotto cui godere di spettacolari intrecci di luce e penombra, il mare di vegetazione da cui canti e frinii d'ogni sorta di uccelli, insetti, e centinaia di altre voci indistinguibili rendevano anche la più solitaria delle passeggiate un lieto passatempo.
    Zakan era per forza di cose su di giri quel giorno, per quanto un pò ancora avesse il timore di trovarsi ad essere l'unico lucertolone in mezzo a tutti quegli umani (perchè si, ce n'erano davvero tantissimi!) e per quanto non si fosse ancora minimamente abituato alla geografia di quel posto... proprio non poteva starsene fermo, per la strada piuttosto si era avventurato in vie a caso da quella mattina, un pò come quando i ragazzini giocano fra loro rincorrendosi, con la differenza che lui non doveva rincorrere nessuno... ops, in realtà si, ma dopo quattro anni dubitava di poterlo trovare così in fretta, Itzal di certo doveva essersi fatto un qualche tipo di vita e trovare le sue tracce avrebbe senz'altro richiesto tempo.
    Così, l'essere dalle fattezze di una specie d'ibrido, fra un umano ed una lucertola, di cui manteneva un manto scaglioso coprente l'intero corpo di colore verde, sfumato fino a passare all'arancione sulla parte anteriore del torso, sotto il muso e le guance, indossava solo un paio di pantaloni lunghi blu chiaro ed un foulard rosso, fluenti capelli verdi superavano di poco le spalle ed un paio di occhi gialli con pupille umane spiccavano sul resto del muso tendenzialmente affusolato, niente naso, ben due code... le zampe poi erano completamente diverse dalle mani umane, insomma... non passava di certo inosservato, anche se di certo quella città doveva vedere gente di tutti i tipi e di tutti i colori. In effetti, si sarebbe aspettato più problemi da parte dei locali, Zakan fu sorpreso di costatare al massimo la curiosità di occhiate stranite e preoccupate da parte di alcuni passanti, o almeno questo fu ciò che notò lui, gli bastava non essere attaccato a vista in fondo.

    -ehm, aspetta, non ero già passato di qui poco fa?- quel tappetto non si trovava proprio con le strade, gli sembravano o tutte uguali, o tutte diverse ma senza che ciò lo aiutasse a ricordare da dove arrivava e dove doveva andare, in quel momento si girò su se stesso, fermandosi in mezzo alla strada lastricata e costeggiata da edifici a lui quasi del tutto anonimi, voltando le spalle alla piazza in cui stava per entrare, ma che ricordava di aver già visto almeno un paio di volte, anche così però non ebbe la sensazione di aver rifatto la strada a ritroso... si grattò la testa mostrando una smorfia e scuotendo il capo... sospirò -uffa, ma come lo trovano l'orientamento questi?- già, si sarebbe trovato meglio in mezzo alla giungla, qui gli odori erano pure tutti diversi, avrebbe dovuto imparare, sperava solo di farcela a tornare da quel gentile maialino volante col pon pon che gli aveva affittato una stanza.
    Tornando a noi, dal momento che non reputò ci fosse scelta migliore, si girò di nuovo e fu così che vide qualcosa di strano, o meglio... un individuo davvero strano, circa una ventina di metri più in la, forse un soldato visto com'era conciato, ma anche così davvero Zakan non riuscì a spiegarsi quella specie di armatura, o forse era uno strano vestito, ma che copriva pure il volto? La cosa fu subito oggetto della sua curiosità e prese il posto delle precedenti preoccupazioni, sbatacchiò le palpebre con la sorpresa negli occhi, attese qualche secondo, perciò si mosse pian piano verso di lui e per istinto facendo in modo che i suoi passi fossero pesati e non attirassero ancora la sua attenzione, in fondo non era il suo intento dar fastidio e perciò visto che l'altro era circa di profilo si spostò anche di lato in modo da arrivargli da dietro.
    "uh? Wow, e questo? Non sembra proprio un uomo come gli altri" nella sua mente l'esclamazione doveva suonare decisamente meravigliata... ad accompagnare quel dubbio e la sua istintiva curiosità furono i suoi passi felpati che a tratti lo avrebbero portato sempre più vicino a quel tizio, sembrava aspettare qualcuno, o forse era solo un'impressione, in ogni caso quando le distanze vennero accorciate al di sotto di quei pochi metri di rito l'ibrido prese ad annusare l'aria nella sua direzione, l'aria era pregna di odori diversi fra loro per via del costante passaggio di altre persone, tuttavia il ragazzo poteva distinguere pure in lui un odore diverso da ciò a cui era abituato, non l'aveva mai sentito e questo rafforzò la sua curiosità, si piegò sulle ginocchia sporgendosi di più -sniff sniff- e di più ancora, alla fine sarebbe sicuramente stato beccato, ma oramai non aveva più importanza questo per lui dato che un individuo del genere lo voleva conoscere, le due code alle sue spalle ondeggiavano con la regolarità di quella di un felino che punta il proprio sguardo su una preda, stando bassa, ma spazzando piano a destra e a sinistra... ma l'esempio non sarebbe mai calzato bene su un rettile accidenti.
    ...schifo... che brutta cosa non sapere che accidenti scrivere, confido di riuscire ad ingranare per, almeno, non annoiarti :/
     
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  3. Hind Zemirdal
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    Felicia avrebbe adorato quel posto. Anche se la cittadina era stata recentemente attaccata, l'odore dei fiori era ancora forte nell'aria nell'aria, e gli rimepiva le narici, mentre il rumore dell'acqua che scorreva per le strade gli solleticavano l'udito. Era come se fosse tornato temporaneamente a casa, e si fosse concesso una breve visita a quel lago in mezzo alla foresta dove lui e la sua famiglia andavano nei giorni di festa. Una certa nostalgia si fece strada nel suo cuore, e gli scappò addirittura una lacrima... prima che l'occhio sinistro riprendesse a bruciargli a causa della solita ferita aperta, riportandolo tristemente alla realtà. Forse era stato semplicemente fortunato a trovarsi lì qualche giorno dopo l'assedio, nei volti di alcuni individui era ancora chiaro l'orrore per ciò che era avvenuto, ma quel giorno Hind decise, sinceramente, di non darci troppo peso. Aveva già ricevuto abbastanza colpi nei giorni precedenti, aveva assillato Argo fino alla nausea con le sue paranoie, e probabilmente quella sera il suo sonno sarebbe stato occupato nuovamente dai soliti incubi. Per una volta, voleva semplicemente godersi l'atmosfera di quel luogo e fare concentrarsi su alcuni pensieri felici, o come minimo positivi. Anzi, forse avrebbe dovuto riservare qualche minuto a ciò che lo aspettava a qualche giorno da quel momento... l'incontro con il ragazzo che aveva conosciuto vicino al Castello Disney, Ingwe. Perché più ci pensava, e meno sentiva che la soluzione dei suoi problemi fosse così vicina: i guaritori di Ezlea si erano come arresi di fronte a una cura, questo fatto era innegabile, ma come gli aveva spiegato Lyner, non era una decisione uscita completamente dal nulla. Avevano tentato ogni magia curativa, ogni erba medicinale, ma le piaghe e i sintomi causati dall'Ira dell'Imperatore tornavano nel giro di pochi attimi, e ogni tentativo di studiare l'origine della malattia era fallito miseramente, perché quel germe malefico scompariva non appena lasciava il corpo della vittima. E, come se questi fatti non fossero abbastanza per cementare la leggenda che circondava quel morbo, ai suoi ragionamenti si aggiungeva anche l'incubo della notte passata. Se quella che permeava il suo corpo doveva essere una maledizione dell'antico imperatore del suo paese, allora la figura scheletrica che aveva sognato era una manifestazione di quest'ultimo? Tuttavia, fu proprio a quel pensiero che Hind sobbalzò, e non tanto per le implicazioni di quella teoria, quanto per una specie di peso che avvertì improvvisamente sulle proprie spalle... e un sussurro rotto dal pianto.

    Mi dispiace...!



    Aveva già sentito quella voce. L'aveva udita nei suoi incubi, in mezzo alla sofferenza era come un piccolo faro, che gli permeava le membra di un curioso calore materno. Ma quella volta era diverso, in quel momento l'aveva sentita mentre era più che sveglio e, come per istinto, l'uomo si voltò, come se potesse finalmente vedere quella figura che sembrava volerlo richiamare dall'inferno che si celava nella sua testa. Invece... si trovò di fronte a qualcosa di molto diverso.


    -AAAAAAAAAAH!

    Il cavaliere balzò all'indietro di un metro, stringendosi la mancina al petto e lanciando un grido di puro terrore. Probabilmente non si aspettava di vedere realmente la fonte di quella voce, contando lo stato orribile in cui si trovava dopo diverse notti cariche di incubi, ma credeva certo di vedere effettivamente qualcuno alle sue spalle. E, soprattutto, non si aspettava di vedere quella specie di rettile umanoide, che sembrava annusarlo come una specie di segugio alle sue spalle.

    -Chi...?! Cos...?!

    Il suo respiro si fece affannato mentre cercava di tenere a bada la paura mista a panico, che non veniva certo aiutato dalla fitta al petto che quelle emozioni gli causavano. Non aveva mai visto una creatura del genere, aveva chiaramente delle scaglie, tre dita su ciascuna delle sue zampe, ma era anche chiaramente simile a un essere umano, tra la forma generale del corpo, quella che sembrava una chioma di capelli e un paio di... pantaloni? Aveva visto molti mostri che cercavano di assalirlo, molte volte si era svegliato nel mezzo della notte per evitare che una belva feroce gli masticasse una parte della corazza, ma più guardava quel rettile, e più qualcosa gli diceva che non era un essere che doveva temere. Anzi, per una volta, poteva ammettere senza remore che uno degli effetti collaterali della sua malattia era servito a qualcosa, perché non avvertiva alcuna aggressività da quella creatura, anzi, quella doveva essere la prima volta che la sua mente non veniva invasa da qualche sentimento negativo altrui. I suoi ansimi si regolarono lentamente, terminando con un profondo sospiro, con cui il cavaliere riprese il fiato che aveva sprecato nel panico.

    -... Salve...?

    E, con quella singola parola, Hind poteva essere certo di una cosa: la sua mente aveva finalmente ceduto sotto alla carenza di sonno. Eppure, per qualche strano motivo, la presenza di almeno un capo di abbigliamento gli faceva intendere che, forse, quel suo nuovo "amico" era senziente. Oppure aveva semplicemente speso troppo tempo a fissare gli abitanti del Castello Disney.
     
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    Per Zakan non era affatto strano "annusare" le persone, o meglio lui l'avrebbe definito come il più semplice gesto preliminare per conoscere qualcuno, un pò come quando si guardano i lineamenti del volto di una persona per studiarli ed impararli, ricordare in futuro quegli occhi, quei capelli, la forma fisica di qualcuno... ed almeno sul suo mondo di origine per quanto gli umani non adottassero quel sistema in quanto meno dotati olfattivamente, nessuno ne andava mai scandalizzato, o anche solo ne restava stranito, con la maggioranza della popolazione ibrida poi i comportamenti animaleschi andavano per la maggiore. Sembrava proprio però che tutto ciò fosse sconosciuto a Radiant Garden, anche se da poco tempo in questa città, la giovane lucertola aveva già constatato che le cose giravano molto diversamente, un pò ne era affascinato, mentre un pò la cosa era preoccupante, gli era rimasto impresso proprio il giorno prima nel tardo pomeriggio il vedere un paio di genitori con una bambina piccola, che avrà avuto si e no sei anni, i quali non appena lo scorsero essendo che procedevano in senso contrario deviarono sul lato opposto della strada, e quella che doveva essere loro figlia un pò spaventata che si teneva alla gonna lunga della madre, nascondendo in parte il suo sguardo dal rettile... Non era stata una sensazione così piacevole, ma si convinse che doveva essere una reazione piuttosto normale, e non si era lasciato prendere troppo dalla cosa, sperava solo che non lo vedessero tutti così.

    CITAZIONE
    -AAAAAAAAAAH!

    Be, alla fine quell'uomo così misteriosamente conciato, fonte di quel particolare odore ancora mai sperimentato su altro essere umano si voltò... ma non fu bello per nessuno dei due ciò che accadde, se per primo costui si spaventò a morte nel vedersi dinanzi una lucertola bipede di un metro e sessanta che lo annusava alle spalle, quest'ultima per via del suo improvviso urlo si spaventò di rimando in maniera simile.

    -WAAAAH!

    catapultando quindi il peso indietro e lasciandosi sfuggire quel breve urlo saltò anche lui indietro atterrando istintivamente piegato in modo che le zampe anteriori sfiorassero terra, come se da un momento all'altro avesse dovuto scattare per evitare un attacco, a spaventarlo non fu solamente la sua reazione improvvisa, ma pure il suo aspetto, che da davanti e da vicino poteva mettere anche una certa suggestione, in particolare a spaventarlo a morte fu sentire una voce dietro a quella maschera inespressiva e che gli impediva di vederne gli occhi... come aveva fatto a vederlo?
    In più l'ampia differenza di altezza e prestanza fisica senz'altro aiutava a far sentire l'altro in pericolo... cosa che durò brevi attimi, visto che poi ovviamente fu palese che in realtà l'uomo era solamente rimasto spaventato dal suo trovarsi così alle sue spalle e con tutta probabilità al suo aspetto inumano.
    L'altro balbettò qualcosa, prima di calmarsi pian piano, aveva degli strani capelli... per quanto potesse definirsi normale il resto, azzardò un saluto nei suoi riguardi, perciò pure la lucertola umanoide, che in quel momento si stava anch'essa riprendendo da quello spavento e regolarizzando il respiro, il battito cardiaco, ancora un pò con gli occhi sgranati finì per rispondergli

    -anf.. anf.. anf.. ma sei matto ad urlare così?!! mi hai fatto venire un colpo!!

    Già, non era sempre un vantaggio essere di buoni riflessi, e meno male che in quel momento nessuno gli era passato alle spalle, o l'avrebbe travolto... a proposito, in quel momento lo sguardo di Zakan passò anche ai lati, attirato da un'improvvisa immobilità circostante, restò sospeso ancora con il braccio destro teso nell'indicare con fare accusatorio lo sconosciuto nel constatare il piccolo gruppetto di persone che forse in quel momento avevano assistito alla scena e si erano voltati a fissarli per via del rumore... e forse anche per i loro aspetti bizzarri, Zakan comprese che forse era anche colpa sua.

    -ehm... forse però ho cominciato io, scusa non volevo spaventarti eh eh eh... hai proprio uno strano odore

    molto nervosamente ed un pelo imbarazzato si rimise in posizione eretta, abbozzando quella risatella anche un pò per rassicurare quei nuovi ed indesiderati sguardi altrui, passò la zampa sinistra a grattare dietro la nuca, intanto alcuni presero a borbottare fra loro.
     
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  5. Hind Zemirdal
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    LUI gli aveva fatto venire un colpo?! Hind avrebbe sinceramente riso a quell'affermazione, se non fosse stato troppo occupato a sopprimere ciò che restava del panico che quell'incontro gli aveva causato. Il suo corpo era fin troppo suscettibile a cose del genere, e conoscendolo rischiava di fargli venire veramente un mezzo infarto, anche se solo psicologicamente. L'Ira non poteva peggiorare o impedire al suo fisico di difendersi dalle malattie, ma questo, purtroppo, non impediva alla sua mente di sentire vari sintomi che quella sua condizione avrebbe peggiorato fino a renderle immediatamente mortali.
    Ma, grazie al cielo, dopo alcuni attimi di pausa, il cavaliere riuscì a riprendere un certo controllo di se stesso, giusto in tempo per vedere l'altro scusarsi con un certo imbarazzo negli occhi.


    -Ehm... forse però ho cominciato io, scusa non volevo spaventarti eh eh eh... hai proprio uno strano odore.

    Sì, era decisamente senziente. Anche le sue parole precedenti erano state un buon indizio, ma quell'ultima frase era una piacevole conferma al fatto che, fortunatamente, aveva a che fare con una creatura civilizzata. Oppure stava semplicemente cercando di salvare la faccia di fronte al resto della città, ma non era proprio il caso di aggiungere la paranoia all'ipocondria, soprattutto perché quell'affermazione era un chiaro segnale di allarme: quella specie di "odore" che pareva tanto strano al naso del suo interlocutore, infatti, poteva essere nato da innumerevoli fattori. Forse era il sangue secco che riempiva le sue piaghe, l'odore delle sue carni aperte dall'Ira come un melograno, l'olezzo della malattia stessa, oppure si riferiva semplicemente al materiale di cui era composta la sua Empress Shell. Ma, indipendentemente dalla fonte di quella traccia che il rettile aveva fiutato, l'uomo tirò un breve sospiro, stringendo la mancina al petto con un certo nervosismo e sbrigandosi a rispondere a quell'affermazione. Meno tempo la lasciava in sospeso, meglio era.

    -... Deve essere perché viaggio molto. Quello, o il mio compare ha seriamente bisogno di farsi una doccia.

    Bugiardo. Il suo naso avrebbe rischiato di perforare la maschera della Lancelot se avesse continuato quel discorso, ma non voleva essere considerato un appestato anche negli altri mondi. Il nervosismo della sua voce poteva essere considerato un rimasuglio dello spavento precedente, e la frecciata ad Argo fu la prima scusa che gli passò per la mente, piuttosto che un vero insulto al gigante arancione. Ma non poteva lasciarsi sfuggire una sola parola sulla sua condizione: i cittadini di quel mondo potevano essere già più guardinghi a causa dell'assedio recente, e lui non poteva rischiare di essere considerato più sospetto di quanto già non lo fosse fisicamente. Aveva subito abbastanza insulti a Ezlea, la gente del suo paese lo avevano guardato fin troppo spesso con un misto paura, orrore e disguto, e non voleva ripetere l'esperienza anche in quel luogo. Tutto ciò che desiderava era guarire, tornare a una vita normale, accanto alla sua famiglia, e non diventare un fenomeno da baraccone, o la personificazione di una malattia mortale. Anzi, più ritardava il momento in cui la verità sarebbe salita a galla, e più sarebbe riuscito a godersi gli attimi di pace che quella cittadina gli concedeva... anche se per poco.

    -Ma non preoccuparti. Ero assorto nei miei pensieri, mi hai solo... preso di sorpresa... uh...?

    Hind deglutì più volte durante quell'ultima frase, cercando di pescare le parole adatte per fermare il suo discorso prima che la sua voce venisse soffocata dalla tensione. Pensare troppo non gli faceva affatto bene, e il suo cuore avrebbe rischiato di cedere da un momento all'altro, se l'Ira si fosse sentita abbastanza bastarda. Fortunatamente, anche in mezzo al panico il cavaliere ebbe il buon senso di terminare il proprio discorso con una domanda, anzi, con un cenno legittimo: al termine di quella frase, infatti, l'uomo portò con titubanza la propria mano sinistra verso il proprio interlocutore, indicandolo timidamente con l'indice. Detto con altre parole, stava cercando un modo in cui chiamarlo, gli stava implicitamente chiedendo il suo nome, anche se la sua espressione confusa non era visibile dietro al suo elmo. Forse sarebbe stato meglio così, perché nel caso contrario, purtroppo, l'attenzione del rettile non sarebbe stata catturata tanto dal suo odore quanto dalle ferite aperte che gli deturpavano il volto. Nessuno si meritava di vedere uno spettacolo simile, e poteva solo ringraziare silenziosamente Lyner per avergli risparmiato una vista tanto orribile...

    Edited by Hind Zemirdal - 24/4/2015, 13:08
     
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    Quell'uomo grande e grosso sembrava proprio essersi spaventato, nessun dubbio sul fatto che Zakan dovette sentirsi un pò a disagio e dispiaciuto per l'inconveniente, doveva fare l'abitudine a quell'eventualità, quanto meno per evitare che il suo aspetto spaventasse a morte qualcun altro. Quell'individuo poi rispose subito alle sue scuse, quasi come se fosse lui stesso a sua volta a volersi giustificare, tale fretta rese un pò perplessa l'espressione dell'adolescente, il quale sbattè un paio di volte le palpebre ed ondeggiò le due code prima di replicare.

    -uh, dici? mi sembrava qualcosa di diverso...-

    alzando la "mano" vicino alla bocca parlò forse in parte verso se stesso, con fare leggermente pensoso, che si fosse sbagliato? eppure non gli era parso minimamente che quell'odore fosse semplicemente puzza di sudore... cavolo! se ne sarebbe reso conto, anzi di certo era una fortuna non avere un olfatto così estremamente sviluppato e delicato quanto quello di un animale completo, altrimenti che cosa orribile sarebbe stata essere alla mercè del livello d'igiene di una metropoli come quella...
    In ogni caso il verde Zakan non era affatto un tipo sospettoso o che dubitasse in genere delle parole altrui, non era nemmeno sta grande cima nel cogliere le situazioni e la verità dietro alle espressioni non proferite, perciò il discorso praticamente sarebbe finito li, senza dubbio doveva essersi sbagliato.

    CITAZIONE
    -Ma non preoccuparti. Ero assorto nei miei pensieri, mi hai solo... preso di sorpresa... uh...?

    Per fortuna! il ragazzo dagli occhi gialli ne fu felice, o meglio, fu lieto che non l'avesse presa a male... e che non avrebbe gridato "al mostro!" perciò sorridendo ed anche ridacchiando un pò alla fine rispose di slancio senza nemmeno cogliere l'intera frase fino alla fine, o almeno esordì così, intanto che le sue zampe superiori si andavano poggiando sui fianchi in una posizione comoda.

    -Bene, allora senza rancore... nh?

    Ed al contrario di quanto dava a vedere l'uomo misterioso nel suo strano vestito in parte metallico, con la sua titubanza e forse anche timore, Zakan sembrava talmente tranquillo e spensierato da non dare per niente l'idea di essere, fra le altre cose, sostanzialmente perso in quel punto di Radiant Garden. Solo dopo qualche secondo il giovane rettile umanoide si rese conto che quel tipo gli aveva posto pure una domanda, o meglio, si era accorto che quel mugugno finale stava a significare il suo nome, nome che al momento doveva sicuramente essergli sconosciuto per propria mancanza date le circostanze.

    -Zakan! mi chiamo Zakan, hai detto che viaggi molto e sei con qualcuno... quindi anche tu non sei di qui mh? Finalmente, cominciavo a sentirmi un pò fuori posto, come ti chiami?

    aggiunse a quel punto, l'espressione pareva sollevata ed il motivo era palesemente quello citato, non aveva ragione di mentire, ne di omettere particolari, in fondo lui era sempre stato un tipo semplice, un libro aperto, anche un bel pò ingenuo... non proprio come il suo caro fratellone.
    Zakan si mosse mentre finiva la sua frase con quei pochi passi che li avevano allontanati in precedenza, l'intento era tutto quello di arrivargli vicino... a distanza di conversazione, perciò sarebbe stato circa un metro, cosa che sicuramente avrebbe evidenziato in misura anche più notevole di prima le differenze fisiche che contraddistinguevano i due... Zakan sicuramente sarebbe stato costretto ad innalzare il proprio sguardo. Sembrava proprio curioso di conoscere meglio il misterioso uomo mascherato che aveva davanti.
     
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  7. Hind Zemirdal
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    Certo che era qualcosa di "diverso". C'era qualcosa di indiscutibilmente "differente" nel suo corpo, altrimenti non si sarebbe ritrovato in quella situazione, rinchiuso all'interno di quel guscio che, per quanto lo proteggesse dal male presente nelle sue membra, lo isolava dal mondo, e gli lasciava comunque un orribile monito della sua presenza. Ma, per quanto Hind sfogasse la propria frustrazione con quei pensieri, il suo interlocutore sembrava essere completamente sincero mentre metteva da parte quell'argomento. Aveva già avvertito fin troppe volte il sospetto degli altri individui sulla sua condizione, un certo disagio quando cercava di spostare la discussione su qualcosa di diverso dal suo stato fisico e simili, ma quel rettile umanoide era totalmente privo di sentimenti del genere. Grazie al cielo, e dannazione. Anche se aveva promesso ad Argo e a se stesso di non lanciarsi più in imprese assurde pur di ottenere un'informazione, di non farsi più trascinare dalla propria frustrazione, continuare ad agire in quel modo gli lasciava un certo senso di colpa, oltre che a una certa acidità in fondo al palato. Si sentiva al pari di un grosso deposito di polvere da sparo pronto a esplodere, come se la sola conoscenza della sua malattia potesse spargersi con la stessa velocità con cui l'Ira aveva rischiato di divorare le sue carni, e bastava questo pensiero per portare al limite della sopportazione i suoi nervi. Tuttavia, come se qualcosa avesse risposto a una sua preghiera silente, il suo interlocutore portò avanti il discorso su una nota decisamente più piacevole, e rispose alla sua domanda implicita, dandogli finalmente un nome con cui chiamarlo.

    -Zakan! mi chiamo Zakan, hai detto che viaggi molto e sei con qualcuno... quindi anche tu non sei di qui mh? Finalmente, cominciavo a sentirmi un pò fuori posto, come ti chiami?

    Forse un po' troppo logorroico per i suoi gusti, ma almeno non poteva negare che quel "Zakan" fosse un piacevole cambiamento dopo tutto quello che aveva passato. Anzi, ripensandoci, quella poteva essere la prima discussione spontanea a cui prendeva parte da... tanto, troppo tempo. E non era il caso di contare i momenti in cui Argo cercava di attaccare bottone per farlo sentire più a suo agio, altrimenti avrebbe perso fin troppo tempo a scervellarsi sui meriti e le colpe di chi aveva incontrato, e l'Ira dell'Imperatore lo tormentava fin troppo spesso con argomenti del genere. Tuttavia, tralasciando le sue costanti paranoie, quell'ultima frase gli aveva dato due informazioni che richiedevano la sua attenzione: anzitutto, anche quel rettile non era originario di quel mondo, e Hind ringraziò silenziosamente il cielo di non essere finito in un altro mondo come il Castello Disney, altrimenti sarebbe seriamente impazzito. Infine, così come il cavaliere aveva richiesto il suo nome, adesso anche Zakan voleva conoscere quello dell'uomo, per pura cortesia.

    -... Hind. Chiamami semplicemente Hind, i miei altri nomi sono più... complicati.

    Hind sospirò leggermente prima di rispondere, perché si era dovuto soffermare qualche attimo sul nome che avrebbe dovuto condividere col suo interlocutore. Forse poteva sembrare molto più blando di "Zakan", che sembrava quasi il nome di una delle creature originarie del suo mondo, ma non voleva complicare ulteriormente quella discussione col suo cognome o il soprannome che lo aveva tormentato per tutta l'infanzia. Il primo, "Zemirdal", era quasi un titolo che suo padre si era guadagnato per aver catturato una specie di grande orso che viveva nelle foreste intorno al suo villaggio, mentre il secondo era semplicemente spiacevole. "Anten" era il nome di una vecchia divinità della sfortuna e della tragedia, una leggenda che era quasi andata persa dopo l'unificazione di Ezlea, ma che avevano ripescato giusto per mettere altro sale nella più vecchia ferita presente nel suo cuore. Per quella ragione, era semplicemente meglio che condividesse solo il suo primo nome, anche se non poteva essere la scelta più cortese. Ma, prima che la discussione finisse nuovamente sulla sua incapacità di agire come una persona comune, il cavaliere si affrettò a dare una minima parvenza di "normalità" a quel discorso.

    -Quindi... che cosa ti porta qui? E non intendo alle mie spalle mentre mi segui come un segugio.

    L'uomo tossì leggermente prima di porre quella prima domanda, ma in seguito si sarebbe dato un pugno nello stomaco. E non solo per l'orribile battuta con cui aveva cercato di alleggerire l'atmosfera, quanto per l'ipocrisia che gli sembrava di sentire nelle sue parole. Non voleva che qualcuno si facesse i fatti suoi, cercava con ogni mezzo di evitare domande o argomenti che potessero anche solo sfiorare ciò che lo riguardava, e invece non si faceva scrupoli a impicciarsi nei fatti altrui. Che cosa gli passava per la testa, se tutto ciò che riusciva a fare era scappare a gambe levate dai suoi problemi, mentre si distraeva con le storie di chiunque gli capitasse a tiro?
     
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    La lucertola coi pantaloni... sarebbe stato il titolo perfetto per una nuova ed emozionante fiaba per bambini, e c'era da dire che non mancasse la location adatta, Radiant Garden era uno spettacolo non solo per la sua grandezza, ma anche per la sua bellezza e senza dubbio anche il castello forniva una bella vista, insomma, a volte la realtà è pure più bizzarra di quanto lo sia il mondo della finzione.
    Zakan sembrava proprio contento di poter parlare con qualcuno senza il timore di spaventarlo (tanto ormai la frittata l'aveva già fatta, perciò, tanto meglio mangiarla...) e quindi non scollò un attimo di dosso all'uomo i suoi occhi, intanto le persone che invece poco prima si erano fermate come incuriosite dalle loro urla, avendo probabilmente perso interesse uno ad uno si sparsero nuovamente, così i due furono lasciati agli affari propri, l'essere ibrido non poteva immaginare cosa si celasse dietro all'individuo che aveva davanti, e se mai avesse dovuto tentare ad indovinare, con tutta probabilità non avrebbe azzeccato nemmeno in un milione di anni, proprio per questo forse fu così aperto e libero di parola nell'esprimersi, in fondo nemmeno l'altro lo conosceva, ma ciò stava per cambiare dal momento in cui i due si scambiarono i nomi.

    CITAZIONE
    -... Hind. Chiamami semplicemente Hind, i miei altri nomi sono più... complicati.

    Annuì il rettile, quindi rispose -è perfetto Hind! manco a me piacciono i nomi difficili- asserì accompagnando le parole ad un gesto della zampa, effettivamente ora ricordava pure lui che in alcuni casi gli esseri umani avevano anche più di un nome per identificarsi e che la cosa dipendeva dalla famiglia di appartenenza, in effetti sul suo mondo di origine quella non era proprio una pratica diffusa, infatti che lui sapesse gli insediamenti non erano così grandi da creare grossi problemi di coincidenze sui nomi, e poi la cosa non riguardava le bestie come lui...
    Si sa, quando si va a caccia è preferibile potersi riferire ai propri compagni senza troppe difficoltà, raramente perciò un ibrido veniva chiamato con nomi di tre o più sillabe.
    L'altro si affrettò in ogni caso ad aggiungere alla sua risposta una domanda, piuttosto generica ed anche divertente per certi versi, Zakan ancora non aveva imparato proprio bene a comportarsi umanamente, ed ecco... semplicemente riconosceva che di situazioni del genere ne avrebbe vissute parecchie, colpa sua che aveva deciso di andarsene dall'unico posto in cui annusare una persona è cosa normale... La zampa che poco prima aveva utilizzato si sollevò quindi affondando le dita artigliate nella chioma verde foglia in un gesto un tantino imbarazzato sulle prime, il suo sorriso nervoso fece capolino assieme ad una parziale panoramica non proprio rassicurante della sua dentatura carnivora.

    -eh eh eh... be, grazie...-
    come cosa?! per il "segugio" ringrazia? -... veramente è da quattro anni che mio fratello è partito, così adesso che finalmente anch'io ho raggiunto l'età per viaggiare lo sto cercando.. oh, a proposito! non è che l'hai visto per caso nei tuoi viaggi?.. mi somiglia, ma è decisamente più alto e robusto, ha i capelli legati e sembra sempre tutto serio, in più è fortissimo...- sulla prima metà del suo discorso sembrava abbastanza entusiasta e sia la sua espressione facciale (si può dire musale?) lo confermava, il movimento delle due code per quegli istanti si fecero un poco più briosi... Poi venne l'impellenza dovuta al ricordarsi la propria "missione" speciale, ed ecco che la concitazione fu a stento trattenuta ma deducibile dal suo tono un pò più frettoloso e anche dai gesti descrittivi con cui cercò di farsi capire meglio da Hind, come a dar l'idea di che persona fosse suo fratello (nel dettaglio allungò una zampa sopra di se mettendosi in punta di zampe ad indicarne l'altezza alla carlona, arrivando fino a stringere i pugni... e che pugni, come se la cosa desse meglio l'idea della sua forza).
     
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  9. Hind Zemirdal
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    Avere un problema in meno faceva sempre comodo, ma per quanto pensieri del genere potessero consolarlo, il suo stomaco continuava a contorcersi impercettibilmente sotto alla tensione. Il fatto che la sua riluttanza a rivelare il suo nome completo fosse stata accettata senza problemi era una cosa buona, ma il cavaliere non riusciva a togliersi dalla testa l'orribile presentimento che, per quanto cercasse di nasconderlo, nel profondo del suo animo stesse guardando tutti con un'opprimente paura nel cuore. E non era qualcosa che nasceva dalla sua leggera ipocondria, si trattava di pura e semplice... inadeguatezza. Forse era a causa della natura o della parlantina del suo interlocutore, ma per quanto cercasse di tenersi sotto controllo, Hind aveva la netta impressione che, se non avesse continuato a pensare tra una frase e l'altra, il vuoto tra le sue parole si sarebbe riempito di sempre più ansia. Che schifo. Da quando si era allontanato così tanto da una vita "normale"?

    -Eh eh eh... be', grazie... veramente è da quattro anni che mio fratello è partito, così adesso che finalmente anch'io ho raggiunto l'età per viaggiare lo sto cercando... oh, a proposito! non è che l'hai visto per caso nei tuoi viaggi? Mi somiglia, ma è decisamente più alto e robusto, ha i capelli legati e sembra sempre tutto serio, in più è fortissimo...

    Come per confermare ulteriormente quei suoi timori, Zakan parlò praticamente con un unico fiato, mentre la sua voce si riempiva di una strana euforia, e probabilmente di una punta di ammirazione. Quindi anche lui era alla ricerca di qualcosa, anzi, di qualcuno, ossia suo fratello maggiore. E, quando il rettile terminò la sua piccola storia e la descrizione del parente, la mente di Hind non riuscì a viaggiare da nessun'altra parte che verso la sorella che aveva lasciato indietro. Il destino sembrava determinato a stringere il suo cuore, sia fisicamente, sia sentimentalmente. Anche Felicia aveva una certa affezione nei suoi confronti, anche lei aveva cercato sue notizie quando se ne era "andato" dal villaggio a causa della sua convalescenza, e quel discorso fece crescere un orribile presentimento nella mente del cavaliere: e se anche a sua sorella minore, forse per esasperazione, forse perché era semplicemente una ragazzina così dannatamente innocente, fosse venuto in mente di aiutare il fratello viaggiando a sua volta alla ricerca di una cura? Sapeva che erano tutte teorie, tutti castelli di carte, ma non riusciva a fermare il flusso dei suoi pensieri. E solo in quel momento, portando la mancina dietro al proprio collo, l'uomo riuscì a capire da dove nasceva tutto quel disagio che stava provando. Zakan, in un certo senso, gli ricordava molto sua sorella quando era ancora molto piccola, quando lo cercava in continuazione, e si sforzava di trovare qualcosa di cui parlare con un ragazzo che aveva speso ogni giorno chiuso dentro a una piccola prigione di legna. Certo, i tentativi di quella bambina a cui si sarebbe tanto affezionato erano molto più diretti, e il loro legame era di una natura completamente diversa, ma le similitudini erano fin troppo ovvie... e queste erano un brutto colpo per un cuore che stava cercando di risalire dal fondo del barile. La sua autostima e il suo ottimismo erano andati lentamente in pezzi durante quella visita alla città di mezzo, e per quanto avesse cercato di fasciarsi la testa, le ferite erano ancora troppo fresche. E lui era molto suscettibile a quel genere di piaghe.
    Passarono diversi secondi prima che la coscienza dell'uomo tornasse sul discorso che aveva cominciato Zakan, ma in quel momento poteva ringraziare la premura di Lyner, e quell'elmo che nascondeva così bene il suo viso. Sperava che il suo silenzio venisse interpretato come un attimo di indecisione, dei secondi preziosi durante i quali la sua mente viaggiava verso le persone che aveva incontrato, e non come una visita nel piccolo, orribile mondo in cui regnavano le sue paure. L'uomo dovette sforzarsi di prendere una serie di silenziosi sospiri per ottenere nuovamente un minimo di compostezza, e dopo aver chiuso gli occhi per darsi un ultimo briciolo di forza, si decise a degnarlo di una risposta.


    -... No, mi dispiace.

    "Di' qualcosa in più, bastardo". Quella frase si fece rapidamente strada nella sua mente, fulminea, severa, non appena quella scusa che suonava più amara del necessario lasciò le sue labbra. Non voleva lasciarlo sulle spine in quel modo, anzi, per pura solidarietà non poteva: sapeva che la situazione era molto meno drammatica di quanto la stesse dipingendo, ma non voleva più cadere nello stesso stato dei giorni precedenti. Anzi, forse si stava sforzando fin troppo di essere un individuo piacevole, anche solo in apparenza, anche solo per sentirsi in pace con se stesso, che ormai non poteva più interagire con qualcuno senza sentirsi in dovere di fare qualcosa in più. Eppure, che altra scelta aveva? Non voleva perdere quel po' di umanità che gli era rimasta, come Argo gli aveva fatto intendere nei giorni precedenti, non poteva trasformarsi in una forza implacabilmente alla ricerca della cura per la malattia che lo tormentava. E, dopo aver raccolto un altro briciolo di forza con un breve sospiro, Hind riuscì finalmente a dargli una mezza scusa decente.

    -Purtroppo, non ho visitato molti mondi, e ho avuto questioni più urgenti da gestire... ma spero che tu riesca a trovarlo.

    Non era abbastanza, ma era tutto ciò che aveva: un po' di speranza, un piccolo augurio di trovare ciò che cercava. In un certo senso, era l'unica cosa che gli aveva consentito di tirare avanti fino a quel momento.
     
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    Zakan è la tua dolce sorellina :uau: :v:

    Chi l'avrebbe detto dunque che fra i suoi primi e nuovissimi contatti in quel nuovo mondo di cosiddetta civilizzazione sarebbe stato proprio un tizio con una strada armatura completa addosso, dall'aria tanto carismatica e particolareggiata da rivaleggiare tranquillamente con il rettile in una gara di "pugni nell'occhio", la vita di città si preannunciava tutt'altro che noiosa come si sarebbe aspettato il giovane ibrido, era pure rassicurante il fatto che il lieve timore di percepire nel proprio istinto animale la mancanza del proprio habitat, e soprattutto, dell'amichevole "fauna" da lui conosciuta si era rivelato infondato. Non sentiva neppure la fretta e l'urgenza così impellente di trovare immediatamente le tracce di Itzal quanto si sarebbe aspettato, certo la faccenda restava d'importanza primaria, tuttavia riuscire a non lasciarsi prendere dall'affanno per via dell'enorme pagliaio in cui avrebbe dovuto cercare quell'ago... Già questo poteva dirsi un piccolo successo no?

    Faceva un pò effetto a dire la verità parlare con qualcuno, guardarlo in faccia, e non capire se effettivamente l'altro stava sentendo o meno per via della maschera metallica priva di lineamenti che impediva qualsiasi tipo di deduzione visiva, per esempio sull'espressione che l'interlocutore potesse assumere, o anche solo per capire dove puntasse il suo sguardo.. Ancora si chiese il rettile come facesse a vederci. E... ed ebbe anche abbastanza tempo per chiederselo dal momento che sembrò passare molto tempo dalla fine della sua "domanda" diciamo, alla fine di quello che in fin dei conti non era altro che un silenzio di alcuni secondi, forse tanti, ma comunque secondi, era incredibile come a volte la percezione temporale delle persone potesse distorcersi a motivo delle circostanze in cui esse si trovavano, forse in un'altra situazione quei secondi sarebbero stati troppo poco, chissà.
    Bastarono tuttavia per il giovane rettile perchè dopo un paio di battiti di palpebre cominciasse a mostrarsi un pò perplesso, un pò curioso... Pur sempre ancora rigido nella posizione che aveva assunto alla fine per fare dimostrazione anche fisica di chi stava cercando, fissando con i fin troppo umani occhi gialli quella piastra inespressiva da cui doveva uscire a momenti la risposta che attendeva.

    Niente, non lo conosceva... -anf.. oh, peccato- esalò il suo fiato, cosa che lo vide abbassarsi un pochettino visto che fino a poco prima doveva aver anche trattenuto leggermente il respiro ed adesso il suo sguardo finiva per terra, in un'espressione un pò pensosa, ma non dava l'impressione che la notizia l'avesse sconvolto, se l'aspettava anche tale risposta, perciò fu rapido a risollevare il muso affusolato e verde (non dimenticatevi mai del verde!) in un sorriso leggero, aggiunse -bè, non mi illudevo di certo che l'avrei ritrovato subito ehehe...- si grattò poi la testa mentre ridacchiava per qualche attimo, anche le due code ripresero a dondolare come prima, senza foga e con fare tranquillo.

    CITAZIONE
    -Purtroppo, non ho visitato molti mondi, e ho avuto questioni più urgenti da gestire... ma spero che tu riesca a trovarlo.

    Il rettile dalla forma umana anche qui, come aveva sempre saputo dimostrare, fu rapido a replicare, un pò come se per dare le risposte Zakan non provasse nemmeno a pensarci un pò su prima di sparare, ma semplicemente andasse ad attingere direttamente al pozzo dei suoi pensieri senza filtrare nulla, non sempre una cosa vantaggiosa.

    -Capisco... be ti ringrazio Hind! lo spero proprio anch'io, non vedo l'ora d'incontrarlo per sfidarlo ancora-

    Il suo tono vocale si fece più intrigato, ed i suoi occhi brillarono di quella simpatica luce di sfida che si manifestò insieme ad un sorrisetto, il tutto teneramente accompagnato da pugno sferrato a vuoto tanto per rendere l'idea, poi con un battito di ciglia tornò a sorridere normalmente, composto, ma soprattutto, con gli occhi realmente puntati sul suo nuovo amico e non verso fantasticherie di epici scontri della vita con il suo acerrimo fratello mentore/rivale di sempre.

    -Che mi dici di te invece, anche tu qui per un motivo particolare? se dovessi tirare a indovinare, ti crederei un mercenario di qualche tipo, o magari un grande guerriero vista l'armatura che porti-

    Ehh si, il momento fatidico in cui il rettile si sarebbe finalmente deciso a chiedere, in cui avrebbe preso coraggio nel porre domanda su quale strana magia permettesse all'uomo di vedere attraverso la maschera, no, non era lontano... Nel frattempo però, ciò che il vivace ibrido dal sangue freddo (o quasi, ma non possiamo chiamarlo semifreddo su!) lasciò trapelare fu un certo interessamento verso il vestitino metallico di cui poteva disporre Hind, presumendo che ciò fosse niente meno che una comune armatura (molto seria fra l'altro) non potè nascondere anche un discreto grado di ammirazione mentre spostava la testa da lato a lato per vederla meglio e, -sniff ..- si, l'argomento doveva essere ricaduto su quello proprio a motivo della traccia odorosa che non riusciva a classificare.

    e mi scuso anche per il tempo che ci ho messo u.u.. capita sempre tutto assieme
     
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  11. Hind Zemirdal
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    "Sfidarlo"? Era per quella ragione che era alla ricerca del fratello? Ma lo stava cercando per una riunione di famiglia, o perché avevano qualche conto in sospeso per una birra? Forse era diventato troppo cinico nell'anno passato, anzi, era più probabile che si dovesse ancora abituare a delle usanze differente da quelle di Ezlea, ma non riusciva più a prendere certe parole con leggerezza. In quell'anno passato all'interno della Empress Shell aveva perso qualcosa di più che una parte della propria salute mentale, arrivato a quel punto era certo la sua anima stesse cominciando a somigliare troppo al corpo malato che la conteneva.

    -Mi dispiace...!



    In un certo senso, era invidioso di quell'innocenza che vedeva in Zakan. Lui non era mai stato così spensierato, così rapido nell'accettare anche i colpi più piccoli alle proprie speranze... il veleno di quella vipera doveva avergli intossicato l'ottimismo, al posto delle carni. Proprio per questo, mentre l'animo del rettile sembrava privo di ombre, la mente di Hind veniva ancorata a una serie di pesi che la facevano sprofondare lentamente nelle viscere del terreno. Cos'era quella, invidia? Un misto di disagio e tristezza, nati da quel senso di inadeguatezza che ormai era diventato il suo compagno di viaggio? Non riusciva a spiegarselo, e tutto ciò che riusciva a comprendere di quei sentimenti era che gli facevano venire sempre più voglia di liquidare il suo interlocutore, senza pensarci due volte, solo per andare a cercare un luogo isolato in cui sarebbe potuto restare da solo fino all'arrivo di Argo. La compagnia delle altre persone sembrava essere più deleteria che altro, in quel momento.

    -No, non fare come lui!



    Ancora quella voce. Hind emise un leggero grugnito quando quelle parole gli trapassarono la mente come una serie di aghi, ma senza lasciare alcun genere di ferita. Era come se qualcuno lo chiamasse da lontano, e quelle parole erano così dannatamente nitide che, alzando lo sguardo, il cavaliere si sarebbe sinceramente aspettato di vedere qualcuno che gli gridava contro dai tetti delle case. E, proprio come nei suoi sogni, quella misteriosa interlocutrice sembrava essere in grado di calmare quei pensieri che lo tormentavano, riportandolo a uno stato più decoroso. Giusto in tempo, perché se Hind si fosse perso ulteriormente in quelle congetture, avrebbe perso la domanda seguente di Zakan.


    -Che mi dici di te invece, anche tu qui per un motivo particolare? Se dovessi tirare a indovinare, ti crederei un mercenario di qualche tipo, o magari un grande guerriero vista l'armatura che porti!

    Teorie legittime, anzi, l'uomo avrebbe pregato che quelle fossero le ragioni del suo "abbigliamento". Se fosse stato un mercenario, avrebbe passato le serate a cercare di impressionare i colleghi o qualche donna facile con i racconti delle sue avventure, spendendo i soldi guadagnati per offrire bevande a metà di una qualsiasi locanda, e non nel terrore della notte carica di incubi che lo aspettava. Anche quella di guerriero era una figura che non gli sarebbe dispiaciuta, almeno per il fatto che, in quel caso, la Empress Shell non sarebbe stata legata al suo corpo, e avrebbe finalmente avuto il lusso di togliersi l'elmo per respirare l'aria senza alcun genere di filtro, guardando il cielo senza un muro invisibile tra quest'ultimo e i suoi occhi. Ma, sfortunatamente, non era nessuna di quelle cose, e non gli era concesso avere la compagnia o i privilegi che quelle opzioni portavano. Eppure, allo stesso tempo non poteva neanche dare una risposta sincera a quel volo di fantasia. "Ero un cacciatore, ora sono un appestato", "l'unica cosa che caccio adesso sono informazioni su una cura per il mio corpo malato", "quest'armatura non è tanto un ornamento, quanto l'unica cosa che mi separa da una morte agonizzante"! ... No, non poteva dire queste cose, per quanto una parte del suo animo desiderasse gridarle, giusto per sentire se, conoscendo quella storia, Zakan lo avrebbe ancora guardato con quegli occhi così allegri, o se questi si sarebbero riempiti di pietà. Perché era stanco, stanco di doversi tenere tutti quei segreti nel petto, sinceramente stufo di dover trattenere la persona che era in realtà per evitare che i suoi interlocutori si facessero degli scrupoli una volta conosciuta la sua condizione, e avrebbe voluto sinceramente gridare al cielo non appena qualcuno avesse anche solo provato a dare un'occhiata storta alla sua corazza per l'ennesima volta. Ma, allo stesso tempo, non aveva la forza d'animo per tirare fuori anche solo una goccia di quel veleno che gli impregnava il cuore, perché così come non desiderava infettare il corpo di chi gli stava intorno con l'Ira dell'Imperatore, Hind non era intenzionato a macchiare gli animi altrui con le conseguenze delle sue sventure.

    -No, queste sono solo per autodifesa, non sono uno che combatte per mestiere.

    Non appena riuscì a ottenere nuovamente un certo contatto con la realtà, Hind si affrettò a dare quella risposta a Zakan, con uno strano imbarazzo nella voce. Forse perché non credeva di dare l'impressione di un guerriero più capace di quanto non fosse, quando in realtà era perché non aveva proprio idea di come portare avanti quella conversazione, e non solo a causa della sua crescente paranoia. All'infuori dei litigi con Argo, con cui ormai stava sviluppando un po' di confidenza, quella doveva essere la discussione più lunga che il cavaliere aveva sostenuto da quando aveva lasciato la fucina di Lyner, e l'esperienza gli causava quasi della spossatezza fisica. Oppure aveva parlato di più con quel ragazzo, Ingwe? Non riusciva a ricordarlo, la sua mente era proprio in uno stato pietoso.

    -Sono... sono solo qui per incontrare una persona che mi aveva promesso un favore.

    E quelle ultime parole furono una triste conferma dei suoi timori. Perché si era espresso in quel modo?! Non si riferiva tanto alla leggera titubanza nascosta nel suo tono, quanto alla natura piuttosto vaga della frase: forse stava facendo di lucciole delle lanterne, ma sembrava chiaro che non fosse intenzionato a dire altro, come se stesse custodendo un segreto. Certo, questo non sarebbe stato un pensiero troppo lontano dalla realtà, avrebbe chiaramente preferito evitare di toccare qualsiasi argomento legato alla ricerca della cura in quel momento, ma aveva l'impressione che, con quelle parole, il rischio di accendere la polveriera di curiosità che gli si parava davanti fosse alto.
     
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    è incredibile quanto a volte ci si possa sbagliare sul conto delle persone che si incontrano, potresti incontrare un uomo lucertola dai denti affilati dai toni socievoli... e poi uomini in armatura dal fisico atletico dall'aria forte e carismatica, timidi... Oh be, questo sarebbe stato un pensiero perfetto se avesse rispecchiato la realtà, ad ogni modo Zakan da ciò che poteva vedere e da come si stava articolando quella piacevole chiacchierata non poteva dedurre altrimenti, o meglio, fu il primo pensiero... Che Hind in realtà fosse solamente un pò taciturno di suo rispetto alla media, magari non proprio a suo agio in una grande città chissà quanto diversa da casa sua, Zaky ne sapeva qualcosa di quella sensazione, forse anche un pò per questo si sentiva maggiormente a suo agio in sua compagnia a dispetto dell'abissale diversità dei due. Alla fine il rettile si convinse dunque che con il giusto spirito magari sarebbe riuscito a farlo sentire più a suo agio, cameratismo da immigrati? e sia pure...

    CITAZIONE
    -No, queste sono solo per autodifesa, non sono uno che combatte per mestiere.

    Ahh ecco perchè, Hind pareva un pelo a disagio, forse era stato semplicemente modesto, oppure era tanto introverso da non gradire così tanto parlar di se, davvero non l'avrebbe mai pensato il basso umanoide bicoda.. Non appena quindi ricevette risposta il suo riflesso fu quello di sollevare e poi riabbassare il capo con un'espressione sorpresa in maniera curiosa, un pò come quando in gita ti viene mostrato qualcosa su cui non sapevi nulla e tu fai "ooh" quel tipo di espressione facciale, se di faccia si poteva parlare. Passò circa un secondo, quindi la sua mente sorpassando il riflesso iniziale elaborò una risposta e così con occhi nuovamente più "calorosi" gli disse

    -oh, davvero? be, ti fa proprio apparire forte sai?-

    Sorrise con un che di scherzoso, ma non in senso negativo, ovviamente non lo stava prendendo in giro, quanto più non potè fare a meno di pensare e quindi valutare nella sua mente l'idea che sarebbe stato interessante proporgli una sfida, ma la cosa sarebbe rimasta ahimè nel suo cervello... Troppo presto, va be che Zakan è un individuo un pò fuori dagli schemi (ed anche dalla tavolozza dei colori) ma mica è un pazzo che va in giro a fermare la gente per sfidarla quando vede un pò di muscoli... suvvia, anche un ragazzo della giungla che annusa le persone a tradimento ha la sua dignità.
    Infine fu rivelato anche il motivo per cui l'apparente cavaliere con quella sua scintillante armatura così perfettamente su misura si trovasse li, a Radiant Garden in apparente attesa, ovvero un incontro, una persona, un amico? Poteva anche darsi, qualcuno che gli avrebbe fatto un favore, chissà che cosa voleva dire con ciò... Ebbe un pò come l'impressione che quell'informazione gli sarebbe dovuta bastare, ma questa fu solamente una lieve quanto vaga sensazione del subconscio del rettile, in quel momento intento a guardare il suo interlocutore sbattendo le palpebre e muovendo placidamente le due code contemporaneamente ai lati. Ovviamente non colse il fattore vacuità "lasciami in pace" essendo egli un sempliciotto campagnolo, perciò con tono leggermente dubbioso fece

    -hm quindi un tuo amico?-

    Cominciò, un artiglio della zampa finì per esser portato a punzecchiare il mento mentre il suo sguardo finì invece più in alto, chiara espressione un pò meditabonda, in effetti aveva senso... nella sua mente visto che anche lui era alla ricerca di qualcuno di caro, in ogni caso proseguì in maniera improvvisa, al punto da lasciare ben poco spazio per una possibile risposta sul momento, un pò come quando arriva in testa un pensiero e si ha subito voglia di esprimerlo a parole, Zakan in quel caso fu come entusiasta nel parlare ed allontanò la zampa prima di esclamare

    -ah è per questo allora che ti ho visto qui fermo allora poco fa!.. se stai cercando questa persona, potrei darti una mano a trovarlo-

    Sempre pronti a dare una mano, ehm.. una zampa, si, anche quando si ha da poco detto chiaramente di essere da poco arrivati in città ed essersi perso già diverse volte, senza parlare del fatto che NESSUNO ha chiesto niente, ma Zakan dal canto suo non era proprio il tipo da non cogliere una simile opportunità di fare qualcosa di dinamico e probabilmente divertente, di certo non avrebbe avuto di meglio da fare tanto a parte cercare lucertole più alte di lui.
    Tanto per chiarire poi il punto la zampa sinistra si poggiò chiusa a pugno sul fianco, spostò il peso su quel lato ed il suo sguardo affabile come sempre manifestò il solito brio, guarda, pure le code erano d'accordo(?). Che stesse pensando già ad un'improbabile missione di ricerca guidata dal suo infallibile naso? (nella sua fantasia poi..)

    agh ci ho messo tanto a rispondere :S sono un lazy-butt
     
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  13. Hind Zemirdal
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    "Forte"?! Lui?! ... No. Non era mai stato "forte". Come poteva definirsi tale un uomo che aveva passato la sua infanzia chiuso in una capanna piena di legna, solo per uscirne quando sua sorella lo aveva chiamato con i suoi primi cenni di voce? Anche quando Lyner gli aveva dato quella scelta, tra il trovare una cura o il rimanere succube dell'Ira fino alla fine dei suoi giorni, non aveva percorso la prima strada per sua volontà. In entrambi i casi, il cavaliere era stato guidato dalla speranza di altre persone, e lui ci si era semplicemente aggrappato per salire dal fondo del barile, anche se per poco. Erano sempre stati gli altri a dargli un po' di forza per andare avanti, e in quel momento la stessa cosa stava accadendo con Argo: dove sarebbe andato se non fosse stato per quella casuale gentilezza, e che fine avrebbe fatto se non si fossero urlati contro pochi giorni prima? Non lo sapeva, non lo avrebbe mai saputo, perché lui non era altro che un cadavere capace di camminare solo grazie a quel guscio che combatteva ogni giorno per sopravvivere.

    -Hm, quindi un tuo amico?

    La mente di Hind tornò rapidamente alla realtà a quella domanda, più che altro per porsi una semplice domanda: quanto poteva considerare Ingwe un "amico"? E non lo intendeva solo per l'ovvia differenza di età, quanto per lo stato in cui si trovava il suo cuore, e ciò che si era lasciato alle spalle. Accettando l'offerta del suo salvatore aveva abbandonato il suo villaggio, Felicia, sua madre, il suo patrigno, e tutte le persone con cui aveva instaurato un legame, perché in caso contrario non sarebbe riuscito ad andare avanti. Aveva chiuso il suo cuore, aveva forzato le proprie gambe ad avanzare nonostante la solitudine che lo opprimeva, e anche in quel frangente, tutto ciò che aveva fatto era per portare avanti la sua ricerca della cura. Forse anche quell'innocente conversazione con quel biondino era stata semplicemente un mezzo per raggiungere quello scopo, e la gentilezza che aveva mostrato era solo una facciata? Ormai non ne era più sicuro... anche se si fosse guardato in uno specchio, avrebbe visto semplicemente l'elmo della Lancelot, e non l'uomo che la indossava.

    -Ah, è per questo allora che ti ho visto qui fermo allora poco fa!... Se stai cercando questa persona, potrei darti una mano a trovarlo!

    ... E, dopo l'ennesima sfilza di parole cariche di entusiasmo, i suoi pensieri vennero sostituiti dalla sempre più nitida sensazione che quella lucertola bipede fosse una specie di punizione divina. Il modo in cui si proponeva con tanta innocenza di aiutarlo, quella strana energia nei gesti, tutti quei fattori non facevano che lasciargli un brutto sapore in fondo alla bocca, perché avrebbe dovuto rifiutare quella gentilezza. Era probabile che Ingwe non sarebbe tornato a Radiant Garden fino al giorno del loro appuntamento, e anche nel caso contrario, purtroppo, non aveva nulla per consentire al suo interlocutore di individuarlo grazie al suo fiuto. A meno che la macchia d'olio o lo zucchero filato non avessero lasciato segni indelebili sulla sua persona, tutto ciò che il cavaliere aveva per ritrovare il biondo era la loro promessa.
    Hind cercò di scacciare quei ragionamenti con un sospiro, mentre le sue membra cercavano di riprendersi da un torpore nato dal suo pessimismo. La parte più difficile sarebbe arrivata poco dopo, quando si sarebbe sforzato di non lasciar trasparire nulla dalla sua voce, di nascondere il disagio che si portava dietro da... molto tempo. Ormai aveva perso addirittura il conto dei giorni in cui quei pensieri dimoravano nella sua mente. Tuttavia, con un certo sforzo e l'ennesimo sospiro, l'uomo portò la mancina dietro al proprio collo, punzecchiando la propria colonna vertebrale con le unghie della corazza, e finalmente diede una risposta a Zakan.


    -Grazie dell'offerta, ma... credo che tornerà qui solo tra qualche giorno, ci eravamo dati appuntamento a circa una settimana dal nostro incontro, mi dispiace.

    Se il suo volto non fosse stato coperto dall'elmo, Hind avrebbe sputato d'istinto, cercando di togliersi un orribile sapore amaro dal palato. Sempre che un gesto del genere servisse a qualcosa, quando la fonte di quel gusto erano le tue stesse budella. Non voleva spazzare via in quel modo le speranze del suo interlocutore, ma non sapeva proprio che cos'altro dire: la compagnia non gli sarebbe dispiaciuta, da una parte... ma, dall'altra, non poteva neanche ingannare quel rettile solo per migliorare il proprio umore. Un po' di sincerità non poteva fargli male, quindi poteva essere il caso di sputare fuori tutto.

    -Per adesso sono qui per aspettarlo, e per guadagnare qualche soldo insieme al mio compagno di viaggio.
     
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    Ma quando la smetterà Zakan di azzardare supposizioni a caso? Certo, chi non risica non rosica, ma neppure poi si dovrà aspettare di azzeccarci spesso, difatti tutti i suoi piani vennero mandati in frantumi dalla dura realtà e dalla verità dei fatti, pareva proprio che l'altro fosse arrivato qualche giorno prima e che quindi non ci fosse ancora modo di trovare tale persona, in quel momento, forse anche per via un pò del gesto con cui l'inespressivo cavaliere (perchè chiunque indossi un'armatura deve esserlo!) si gratticchiò dietro la testa prima di rispondere, il rettile di membra asciutte ebbe come l'impressione di avere un pò fatto il passo più lungo della zampa (si, è proprio così che recita il detto sul suo pianeta) e perciò dovette ritrattare.

    -ah.. sei in anticipo dunque.. heh..- tergiversò un attimino, leggermente imbarazzato per l'ondata d'entusiasmo andata completamente a vuoto...

    Tranquillo attese notando che l'interlocutore stava ancora per spiegare quello che forse doveva essere il motivo di tale scelta, di venire così presto in città, s'intende.. Magari aveva deciso di cogliere l'occasione per fare anche dell'altro, oppure semplicemente intendeva farsi una breve vacanza già che c'era, chi lo sa?

    CITAZIONE
    -Per adesso sono qui per aspettarlo, e per guadagnare qualche soldo insieme al mio compagno di viaggio.

    Quindi non solamente Hind era qui per cercare qualcuno, ma pure per guadagnarsi qualche comodissimo munny, effettivamente la cosa suonò un campanello nel cervello dell'umanoide scaglioso, non ci aveva minimamente pensato da che era partito, ma.. anche lui avrebbe dovuto trovarsi qualcosa, un lavoro, un impiego.. o se no non sarebbe riuscito più a procurarsi da mangiare, nè tanto meno a viaggiare per cercare Itzal, il pensiero occupò abbastanza la sua mente da rendere tale riflessione visibile anche dall'esterno in quella che dovette sembrare come un'espressione un pò distratta subito dopo ad un leggero sobbalzo del capo "cavoli, non ci avevo proprio pensato.. hmm mi domando che lavori ci siano qui.." la cosa, fra l'altro, fu anche abbastanza marcata che non si accorse per un pò di un'altra cosa... Passato qualche secondo lievemente perso nei pensieri Zakan si affrettò a rattoppare con parole altrettanto buttate li frettolosamente.

    ->Uhh.. uh! il tuo compagno?! quindi non sei da solo, che bello, almeno non rischi di annoiarti nei viaggi in gummiship!..-

    Si, be, c'erano anche altri vantaggi ovviamente, ma la risposta era praticamente la prima cosa che venne in mente al rettile per non far pensare al caro Hind che il rettile stesse sognando in piedi, anzi, per scongiurare al meglio l'eventualità che l'altro lo pensasse si prodigò pure di guardarlo bene negli... occhi? E così ridargli l'attenzione che meritava, scodinzolata per rendere il tutto più credibile, e, fatta... anche perchè adesso era venuta fuori un'altra cosa sufficientemente intelligente da dire.

    -Comunque, ehm, dove si può guadagnare qualche soldo come dici? tu lo sai?-
     
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  15. Hind Zemirdal
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    Se doveva essere sincero, per una volta avrebbe volentieri accolto la noia, anche se la compagnia di Argo non gli dispiaceva. Ma se, anche solo per una volta, si fosse ritrovato a sbadigliare per qualcosa all'infuori delle notti insonni, avrebbe provato un certo senso di sollievo, perché non avrebbe avuto le solite emozioni che lo rendevano teso come una corda di violino. Niente più paranoia, niente più ipocondria, e niente spade sul capo mentre sentiva che il tempo a sua disposizione per trovare una cura passava inesorabile. Sì, la noia era il minore dei suoi problemi, perché sarebbe stato come un piccolo regalo, nelle sue condizioni.
    Tuttavia, doveva ammettere che, in mezzo a quei pensieri carichi di autocommiserazione, quella frase di Zakan gli causò anche una leggera risata, soffocata sul nascere. Perché la presenza di quel gigante arancione non lo aiutava solo con la solitudine, ma con il viaggio in sé: tutto ciò che aveva mai "guidato" nella sua vita era stato un carro trainato da muli o cavalli, e se avesse solo provato a imparare come si guidava uno di quei trabiccoli, sentiva un brivido lungo la schiena, perché sarebbe potuto succedere di tutto. Troppa poca fiducia nelle sue capacità? Forse, ma quando aveva visto quanti comandi Argo teneva sotto controllo durante il volo, qualsiasi desiderio di capire il funzionamento di quella nave aveva abbandonato la sua mente con la velocità di una foglia nel vento. Lui e la tecnologia, semplicemente, non legavano... così come il suo interlocutore e l'ossigeno sembravano essere nemici giurati, poiché non fermò la sua parlantina neanche dopo quell'intermezzo un po' goffo.


    -Comunque, ehm, dove si può guadagnare qualche soldo come dici? Tu lo sai?

    No, non lo sapeva, ma almeno aveva le sue ragioni per quella mancanza. Hind era molto meno ferrato con le persone rispetto ad Argo, soprattutto quando si trattava di individui di altri mondi, e di conseguenza aveva preferito che fosse quest'ultimo a occuparsi di cercare un lavoro, lui si sarebbe limitato a metterci i muscoli. Quello, e ormai aveva completamente dimenticato la vera necessità del denaro, del cibo per sostenere il corpo, dell'acqua per idratarlo... la Lancelot lo teneva in vita con la sua magia, e si occupava anche di quelle necessità, anche se a caro prezzo. Alla fine, era come se fosse a digiuno da un anno intero, e non osava pensare alle implicazioni che poteva avere il disuso dei suoi organi addetti alle "scorie"! Ma, soprattutto, più tempo passava, e più si sentiva sempre più lontano da una vita normale, dalle altre persone, dall'umanità che aveva recuperato. Da quel punto di vista, il vero vantaggio nato dalla compagnia di quel colosso era un contatto che gli ricordava come fosse l'interazione con un altro essere umano, e lo teneva ancora legato alla realtà di una vera vita. E sicuramente quei pensieri sarebbero stati molto utili al rettile, soprattutto se si fosse deciso a non dargli mai voce.

    -A essere onesto, è Argo che si sta occupando di quell'aspetto. Ha viaggiato più di me, e quindi sa come guadagnarsi da vivere in giro per i mondi.

    Quelle parole uscirono dopo un breve sospiro, mentre un sincero sollievo gli riempiva il petto. Definire il suo compagno di viaggio una specie di accattone non era esattamente piacevole, ma più quella discussione scivolava verso un argomento meno personale, e più il cuore del cavaliere si sarebbe liberato dalla stretta che lo aveva ghermito nei minuti precedenti. Ma da quel punto in poi, cosa poteva dire? Ogni volta che rispondeva a una domanda del suo interlocutore, non faceva che spezzare un po' le sue speranze, lo teneva inconsciamente a distanza. Poteva andare avanti così? Si lamentava della propria solitudine, ma in ogni suo pensiero non c'era altro che un profondo desiderio di rimanere da solo, lontano da qualsiasi altro individuo che non fosse legato alla sua crociata. Gli occhi del cavaliere si socchiusero a quella teoria, e dovette compiere uno sforzo considerevole per non mordersi il labbro dalla frustrazione, per evitare di infilare un dente in una cicatrice di cui non era a conoscenza... e, dopo diversi attimi di silenzio, prese finalmente una decisione.

    -Però... se vuoi puoi chiedere direttamente a lui. Ci dobbiamo ritrovare alla gummiship, quindi se mi segui dovresti incrociarlo.

    Argo lo avrebbe preso a pugni, o come minimo gli avrebbe lanciato frecciate per quella decisione per diversi giorni, ne era certo. Eppure, per una volta, voleva uscire un po' dal guscio, aiutare qualcuno senza secondi fini, o almeno, non quando questi ultimi erano così dannatamente apparenti. Era una scommessa, ma per una volta era pronto a pagarne il prezzo.
     
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18 replies since 16/4/2015, 21:00   342 views
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