Running Away

Autoconclusiva

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    Your smile, fragments and gentle voice have disappeared to the moon

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    Running Away






    And run
    From them, from them
    With no direction
    We'll run from them, from them
    With no conviction


    Era stremato, esausto. Ma doveva continuare. Doveva e non era solo per lui. Tutti quegli sforzi, tutti quei sacrifici e tuttavia rimaneva così debole? Così inutile? Non lo accettava. Dove erano finiti tutti i sogni che aveva coltivato da bambino? Svaniti. Svaniti nel nulla durante quella fottutissima notte! Aveva voglia di urlare, di sfogare tutta la rabbia che da quella sera ribolliva nel suo petto. Nella sua memoria erano ancora impressi l’odore del sangue, l’odore delle lacrime che, in quell’oscurità che aveva rischiato di abbattersi per sempre su Radiant Garden, avevano regnato sovrani. Era stanco di vedere tutto ciò, di essere impotente di fronte a tutto quel caos insensato. Non riusciva a tollerarlo. Al pensiero di tutti i morti, dei cadaveri che aveva visto gli venivano ancora le lacrime. Nemmeno in quel tunnel era riuscito a fare niente. Aveva dovuto chiedere aiuto e per cosa, poi? Per vedere Vanessa cadere a pezzi? Per vederla ferirsi davanti ai suoi occhi? Era stata colpa sua e non se lo sarebbe mai perdonato. Per cosa aveva combattuto fino a quel momento? Per cosa? Per vedere una madre piangere di fronte al cadavere del proprio figlio? Per vedere una coppia d’amanti morire assieme, stretti nel loro ultimo abbraccio? Tutto quello non era giusto. Semplicemente non lo era. Quel mondo, Il mondo era senza speranza. L’aveva visto accadere di fronte ai suoi occhi. Dopo l’assedio, dopo la guerra… Il saccheggio. Esseri umani che depredavano i cadaveri di loro simili, che entravano nelle case degli scomparsi e le saccheggiavano. Quel mondo, quella gente, meritava davvero di essere protetta? Meritava davvero il sacrificio di tutti quegli uomini? Meritava davvero che solo i vigliacchi sopravvivessero? Perché solo quelli che avevano pensato a sé stessi erano rimasti vivi? Era così che andava avanti? Era così che funzionava? Era tutto uguale. Non importava dove. L’umanità era senza speranza. L’aveva visto. Non c’era posto nel mondo per quel sentimento. Non poteva più crederci. Non più. Non dopo aver visto la fiammella di quella tenera emozione spegnersi di fronte a lui. E di nuovo. E un’altra volta ancora. Spegnersi all’infinito. In una spirale di disperazione senza fine. C’era un abisso ai piedi di ogni uomo e bastava poco per farcelo cadere. E lui c’era caduto. Era inesorabilmente scivolato giù. Aveva tentato di aggrapparsi all’orlo del burrone. Di recuperare ciò che, in realtà, aveva già perso. E aveva fallito. Come sarebbe potuto essere altrimenti? Non aveva avuto speranze. Mai. Nemmeno una volta. Si era illuso. Fino a quel momento non aveva fatto altro che illudersi!

    'Cause I'm just one of those ghosts
    Travelin' endlessly
    Don't need no roads
    In fact, they follow me
    And we just go in circles


    In un impeto di rabbia urlò. Gli alberi attorno a lui fremettero mentre un’ondata di luce arrivava a ferirne alcuni. Era sempre stato così. Tutte le sue battaglie, tutta la sua vita non era stato altro che un fallimento e la consapevolezza di ciò non faceva che aumentare la disperazione ed il dolore. Non era mai riuscito a fare la scelta giusta. Quante vite aveva visto spegnersi di fronte a sé? Sua sorella. Rodrick. Eresse. Li aveva fatti morire tutti. Era colpa sua. Non aveva fatto altro che scappare e rinunciare a loro, uno dopo l’altro. E loro se ne erano andati. Era solo. Non aveva mai avuto famiglia. Non aveva mai avuto amici. Gli restava solo il rimpianto. Quella morsa costante che non se ne era andata mai, che mai lo aveva lasciato solo da quella notte. Dal tunnel. Era solo scappato. Anche da quello fino a quel momento era solo scappato. Lui era solo uno dei tanti fantasmi che tentavano di fuggire dalla cruda realtà che li circondava. Non aveva nessuno su cui contare a parte se stesso. Non aveva nessuno a cui andare incontro, almeno non in quel mondo. Poteva solo correre, scappare lungo un sentiero di cui non vedeva la fine. La strada per l’Inferno è lastricata di buone intenzioni. E lui ne era la prova vivente. Aveva pensato di essere sempre la vittima, ma in realtà era lui il carnefice. La sua debolezza era stata la causa di così tante morti. Era stato lui e lui da solo. Non era stato in grado di proteggere le persone a lui care. Lui era stato giudice, carceriere e boia per loro. Poteva vedere le sue mani lorde di sangue macchiate della vita delle persone a lui care. Era ridicolo. Era riuscito a sbarazzarsi di tutti i suoi cari eppure non aveva mai avuto il coraggio di togliere la vita a quell’unica persona di cui sarebbe stato volentieri boia. Lacrime amare scesero lungo le sue guance. Poteva solo aspettare. Aspettare che finalmente arrivasse la morte. Che finalmente potesse riunirsi ai suoi cari. La sacralità della vita un corno. Non gliene importava più nulla. Come avrebbe potuto?! L’unico motivo per cui in realtà aveva tentato di salvare delle vite umane era per non dover più provare quel rimpianto, quel rimorso che gli aveva attanagliato il petto. Anche l’aiutare tutte quelle persone, anche il ricostruire non era altro che un tentativo di sfuggire ai suoi errori, di metterci delle toppe sopra. Un tentativo di ricucire malamente i margini della voragine nel suo petto. Di quella voragine di odio e disprezzo verso sé stesso, verso i mostri che lo circondavano durante la vita quotidiana.

    And there's no one road
    We should not be the same
    But I'm just a ghost
    And still they echo me
    They echo me in circles


    E poi arrivava al baratro. Il sentiero che aveva seguito poteva avere solo quella destinazione. Quel sentiero che lui stesso si era creato. Non era il primo e non sarebbe stato l’ultimo. Innumerevoli anime erano già cadute in quel tranello, in quella trappola preparata da loro stessi. Si faceva pena. Non era nessuno e mai lo sarebbe stato. Era un fantasma grigio nell’infinito, un’ombra facilmente confondibile con miliardi di altre. Ma quella era la vita. Ed il dolore era una sua naturale conseguenza. Piangendo rivolse lo sguardo al cielo, verso il mare di stelle che si spiegava sopra di lui. Chi era in quell’universo? Che scopo aveva la sua intera esistenza? Le uniche cose che aveva tentato di fare erano fallite. Le sue gesta avevano portato l’esatto opposto di ciò che lui aveva desiderato. Aveva perso tutto. Anche la sua umanità. Se ogni stella lassù era un mondo a parte, se ognuna di esse ospitava migliaia, milioni di vite, chi era lui in mezzo ad esse? Chi era se non uno degli innumerevoli fantasmi? Di uno degli innumerevoli disperati presenti nell’universo? Come aveva potuto anche solo concepire quello stupido pensiero? Come aveva anche potuto sperare di poter essere diverso da loro? Il suo posto non era lì. Non era in quel luogo. Non aveva il diritto di stare al sicuro tra le mura di quella città. Non aveva nemmeno il diritto di gioire della felicità altrui. Lui non poteva, non doveva rallegrarsi. Non lui che era stato la causa della scomparsa di così tante vite. Non lui. Non lui.



    Ok, piccolo chiarimento: questa autoconclusiva si svolge poco dopo la fine della battaglia a RG e, beh, in poche parole narra dello sconvolgimento interiore presente in Ingwe e di come stia iniziando a riprovare quel sentimento di odio e disprezzo nei confronti di se stesso che provava da umano... Un complesso del sopravvissuto, in poche parole. Infine spero solo che non sia stata necessaria la spiegazione in quanto mi auguro vivamente di essere stato capace di rendere chiaro il testo :v:
     
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    ~Bridges Burned

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    Valutazione: ~Running Awayl



    Tu e il tuo compagno di sventure autoconclusive siete agli antipodi, sai? °w° Tu sei il suo esatto contrario. Non sarai una punta di diamante con la narrazione puramente descrittiva di azioni e cose varie, ma per quanto riguarda la psicologia ora te la cavi bene °w° Sarà merito di una grande maestra? :v Sarà merito della canzone ispirante che ti ha fatto scoprire la grande maestra? :v Mah. Fatto sta che quest'autoconclusiva è migliore delle precedenti, molto. E che arriverai all'unità successiva allo scorso voto, yay.
    Dunque, cercherò di essere il più obiettiva possibile. È un semplice ritratto della psiche, non c'è azione e la cosa va a tuo favore. Hai viaggiato bene di metafore, di terminologia e di descrizioni. Vedo che hai imparato a fare buon uso delle ripetizioni e della struttura sintattica appropriata per il sentimento. E che hai inserito domande semi retoriche, brevi e dirette. Mmma' boy, good job. E anche 'sta cosa del complesso del sopravvissuto è molto interessante, come lui abbia visto in Vanessa una sottospecie di fallimento personale, di non essere riuscito a fare le cose sufficientemente bene e sufficientemente in fretta per evitare la corruzione di una mente giovane. In effetti questo merito va anche al post di Vanessa, che ha fatto una cosa fantastica con quel “uccidetelo”. Ti ha aperto un mondo a quanto vedo, dato che l'hai usato nella risposta a sipario e qui XD.
    Mh, che altro dire? Che se non ti martello tu rimani inchiodato, al contrario di quanto ci si possa aspettare. Sono un martello che schioda, LOL. Sono il culo di un martello, che io ho sempre ritenuto inutile °°. Pensa te. La verità è che non ho molto da dire e non ci sono grandi considerazioni da fare. So cosa vuoi combinare con Ingwe e forse per questo posso permettermi di apprezzare di più questa fanfic. Ti posso dire solo una cosa, che rimprovero anche a me stessa: non battere sempre sulle stesse cose. Rinnovati. Ho capito che quello della vendetta è un pensiero fisso di Ingwe che sta venendo lentamente sostituito da altri problemi e altri pensieri, tipo la concezione che lui ha di sé, però da adesso in poi non scrivermi trenta Shot così. Non perché mi annoino, sai che io mi diverto da matti quando i piggì hanno problemi irrisolvibili, grandi come il mondo e da masturbazione cerebrale fino a eiaculare neuroni dall'orecchio, ma perché non so come commentartele senza dire sempre le stesse, maledette cose. Quindi, mi raccomando, non riposare sugli allori. Fai sempre fare a Ingwe un passettino avanti, in tutto quello che scrivi. Magari analizza da punti di vista diversi, usa oggetti simbolo, contestualizza il sentimento ad un evento della sua storia (come hai fatto qui). Fai quello che ti pare ma dammi motivi per recensirti dicendo qualcosa di nuovo. XD Mi sto lamentando di una cosa che non c'entra, ne sono consapevole.
    Spero sempre che tu abbia inserito quella fantomatica passiva di cui hai discusso con me e con Frenzi :v Ma temo che non avendo gli Ap di sipario tu non ce l'abbia ancora. Sono così cattiva da abbassarti il voto per questo? ...maybe. No, ovviamente scherzo. Però ci tengo a dirtelo, Ingwe non è un Nessuno :v Provvedi in fretta a risolvere il problema tesoro, perché mi prude il naso pensarlo Umano e vederlo Nessuno :v E lo so che hai già provveduto e che ti manca il mezzo. XD Lo faccio solo per farti capire che io ti valuto come se tu avessi già quella passiva e a dirti che se lo facesse un qualunque altro Mod, non a conoscenza di ciò, tu avresti ben altro voto. Just Sayin'.
    Ultima cosa. Continua ad esercitarti provando sentimenti nuovi. Per migliorare bisogna sperimentare. Tutto. Soprattutto le RR. Quelle mi diverto a valutarle, soprattutto quelle di gente che eccelle in cui campo ed è un po' incertina nell'altro. Tipo tu. Ora che sei padrone di questo tipo di narrazione sentimentale, riferita a questa sfera emotiva, provane un'altra e mescolaci azione. Vedrai che pian piano riuscirai a fare bene entrambi.
    Voto: 8.2

    Pagos:
    Ap totali ottenuti: 8
    Munny totali ottenuti:410

    A me vanno 5 AP e 300 Munny. Sayonara des~
     
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1 replies since 7/7/2014, 23:06   75 views
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