Buio Pesto

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    Si appoggiò coi gomiti alla balaustra e si allungò in avanti, con lo sguardo fisso sul sole morente. Era noioso. Saya aveva perso il conto dei minuti, minuti che sembravano ore trascorse lì immobile, aspettando che la stella fiammeggiante si spegnesse oltre l'orizzonte. Eppure non era cambiato nulla: il buio non avanzava e quel mondo intero, così spento e stanco, restava intrappolato in quel tramonto senza fine, ripudiato sia dalla luce che dall'oscurità.
    Non aveva affatto senso, l'esistenza stessa di un mondo come quello le provocava la nausea. Non succedeva nulla, non c'era minaccia che gravasse sulle spalle degli abitanti: né la guerra in corso tra i due Regni né i loro emissari avevano a che fare con il lembo di terra situata in quella zona franca. Fosse stata semplice pace, la ragazza avrebbe anche potuto sopportarlo, ma ciò che aveva davanti era qualcosa di molto più irritante: era stasi, alienazione, qualcosa a cui era preferibile la morte.
    La giovane rigirò tra le sue dita la stecca di legno che stringeva esasperata; era così fragile, bastava un decimo della sua forza per spezzarla il due. “Chissà perché non l'ho ancora fatto...” si domandò, portando alla bocca il ghiacciolo attaccato ad essa. Schiuse appena le labbra e passò la lingua sul gelato, colorato del celeste più acceso che avesse mai visto. Un sapore particolare le pervase la bocca, prima salato e poi dolce. Buono, tutto sommato, ma non bastava di certo a risollevarle il morale.
    Sbuffò e annoiata lanciò il dolce nel vuoto davanti a lei, senza curarsi minimamente di dove sarebbe caduto. Se lo potevano mangiare i vermi, per quanto le importava, quei vermi deboli ed ignoranti che percorrevano le strade là sotto. Scorgeva qualche adulto, tra i vicoli di mattoncini giallastri, uomini che camminavano lentamente verso casa, come se il mondo intero fosse disposto ad aspettarli; e poi, bambini fin troppo innocenti giocavano con una palla in una larga piazza, c'era anche un gruppetto guidato da un biondino con un berretto nero perlustrava i quartieri più bassi, spacciandosi per guardiani della pace.
    Tutto così irritante, tutto così noioso. Non trovava nulla capace di suscitare il suo interesse, nulla per cui valesse la pena essere lì. Annusò l'aria e percepì decine di cuori chiamarla da ogni direzione. Non aveva nemmeno fame in realtà, ma a stento riusciva a resistere l'impulso di distruggere la prima cosa che le capitava a tiro; dopotutto, era perfettamente in grado di farlo. Riusciva a trattenersi per un solo motivo: anche se la vita non era che un gioco, Saya non era affatto in grado di accontentarsi: essere vincitrice non era abbastanza.
    Uccidere, portare il caos... Fin da quando aveva assunto la forma di essere senza cuore, la bambina si era immersa in un abisso di crudeltà, oscuro e senza limiti, che era sempre stato una dolce casa per lei. Ripensò alla guerra che aveva sconvolto la Città di Mezzo solo una settimana prima, ancora poteva udire nella sua mente le grida straziate, il frantumarsi delle ossa e le suppliche, le dolci suppliche di uomini e donne che avevano abbandonato il loro orgoglio. Le sue mani erano ancora calde del vischioso sangue di quelle bestie da macello e rabbrividiva di piacere al ricordo di quella gioia, di quella euforia. Lo aveva sempre saputo e finalmente aveva potuto dimostrarlo agli altri, che non esisteva altra persona al pari di lei. Fin dalla nascita le era stato concesso un potere superiore a quello di chiunque altro, un potere che le spettava di diritto ed era solo nel suo esercizio che la Heartless riusciva a sentirsi veramente viva. Non era certo crudeltà la sua, né tanto meno ingiustizia, non vedeva nulla di sbagliato in come trattava tutti quei prolifici scarafaggi che, per loro natura, non erano degni di un trattamento migliore. Uccideva per semplice sfizio, viveva come un parassita sulle spalle degli altri fino a prosciugarli di ogni cosa e non per necessità, bensì per puro divertimento.
    Questa sua filosofia Saya aveva tentato di mostrarla a Rei, durante la notte più lunga della sua vita. La guerriera dell'Ordine, tuttavia, non le aveva dato l'impressione di averla compresa. Ricordò quel viso, i dolci lineamenti di una giovane con centinaia di vite sulla coscienza. Ricordò i suoi occhi, ricordò il suo sguardo pregno di disgusto, carico di disprezzo: di fronte all'Assassina del Candore, la bambina non doveva essere sembrata altro che un mostro, una creatura abominevole; il giudizio della sua compagna non era stato diverso da quello delle tante persone di cui ella si era cibata in passato.
    La giovane sospirò delusa e, appoggiando le spalle al muro di pietra, alzò lo sguardo verso l'enorme campanile che svettava di fronte a lei. Si aspettava ben di più da una sorella, ma tale esperienza le aveva confermato che non era solo la natura di Completo, Heartless o Nessuno a definire le persone per ciò che erano, se padroni, mere armi o semplici prede. A Saya non importava quali fossero i desideri di Rei o quali fossero la meta e l'ideale al servizio dei quali dedicava la sua forza con tanta serietà. l'Assassina non combatteva per piacere, non si innalzava sopra le altre genti per glorificazione personale, ogni suo colpo sul campo di battaglia aveva come unico fine il bene dell'Ordine.
    -E così sia, allora.- mormorò tra sé e sé, mentre un ghigno sadico crepava per la prima volta la sua maschera di indifferenza. Portò lo sguardo in alto, verso le campane che, muovendosi stanche, risuonarono con il loro canto su tutta la città, segnando le cinque meno un quarto. -Qualsiasi sia la stupida fantasia che coltivi dentro di te, ti aiuterò a realizzarla, mi renderò utile per te e per l'intero Ordine. Ma una sola persona può stare sulla vetta e, quando sarò seduta su quel trono, mi divertirò a vederti a terra piangente.-
    Con passo rilassato, Saya avanzò verso la stazione, pronta a scalare la torre dell'orologio. Deglutì e respirò profondamente, si preparò all'incontro che l'attendeva. Nonostante gli sforzi, tuttavia, non riusciva ad eliminare dal viso un sorriso compiaciuto, quasi beffardo. Sapeva che la sua mossa era stata quella giusta, aveva piantato i semi migliori e ora aspettava solo di scoprire che frutto avrebbero prodotto.

    Impresse forza nella porta arrugginita e i cardini cigolarono, come infastiditi dalla sua insistenza. Saya mosse un passo in avanti e una leggera brezza la accolse. Il cielo sembrava bruciare ancora più furioso da lassù. Con delicatezza, la ragazza accompagnò la porta e la richiuse dietro di sé, prima di muovere qualche passo sicuro e deciso nel largo spiazzo che le si apriva attorno: non vi erano barriere, nessuno avrebbe dovuto accedere a quel luogo, eppure Saya si trovava là, accarezzata dal vento che faceva danzare i suoi capelli come un fine mare di pece.
    Camminò lentamente sul marmo che sotto i suoi candidi piedi formava un mosaico, floreali mandala color turchese e biondi d'oro. Si nascose sotto l'ombra dell'imponente campana, mostro d'ottone che regnava da quel suo enorme scranno, regnando silente sull'intera città. Avanzò ancora, finché il sole non la bagnò di nuovo con le sue fiamme. La bambina si mise in piedi sul bordo della torre, sopra l'enorme quadrante rivolto alla città; la lancetta dei minuti puntava ormai verso di lei. Da lassù poteva vedere ogni cosa. Quel mondo era piccolo, ancora più di quanto le fosse sembrato, un'esistenza effimera in quella terra di nessuno, ripudiata dalla Luce e dall'Oscurità. Un tassello in più, inutile se non scomodo per completare il puzzle. Eppure nemmeno lui sarebbe sfuggito alle sue brame. La giovane si trovava lì solo da poche ore, non era da molto tempo che vagava per quei vicoli pieni di negozi dai commessi sorridenti; e in quel semplice soffio di tempo, importante quanto un battito di ciglia, ella aveva maturato in sé insofferenza, disprezzo. Forse in quello stesso giorno, o magari avrebbe dovuto aspettare anni ed anni, ma prima o poi lei avrebbe seminato dolore e distruzione negli animi ignari di quelle masse così ignoranti e noiose, colpevoli anche solo di esistere, di non essere come lei.
    Crepuscopoli, la Città di Mezzo, nulla avrebbe fatto eccezione, tutti avrebbero conosciuto il suo dominio. Anche l'Ordine.
    La campana rintoccò ancora, potente e assordante, dondolò avanti e indietro; il battacchio colpì cinque volte senza pietà, poi il suono si disperse, come coltre invisibile abbracciò il borgo intero ed il vero padrone di quel luogo tornò il vento, con la sua brezza stuzzicante.
    Saya strinse il pugno destro, si sgranchì le dita. Lentamente, in attesa di un segno, si mosse verso il centro dello spiazzo, pronta come non mai a quell'imprevedibile colloquio di lavoro.
    E ormai, posso solo sperare che non mi darai modo di annoiarmi, Rei cara.




    Quest Privata per Frenzuccio puccio <3
     
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    Le davano il voltastomaco.

    La pace, la tranquillità.
    Il sole che non cala mai.
    La luce che in eterno tiene a bada l'oscurità.
    Quella fottuta ragazzina.

    Le davano il voltastomaco.

    Eppure, ironicamente, non poteva scegliere un luogo diverso. Con la guerra appena conclusa la Città di Mezzo e Radiant Garden erano fuori discussione, e non poteva sapere se la bambina avesse modo di viaggiare al di fuori del triangolo intorno al Market Planet. No, la città dell'eterno tramonto era l'unica possibilità.

    Eppure, mentre si faceva strada nelle ombre delle rampe di scale, Rei non riusciva a togliersi un quesito dalla testa: perché lei? Perché era andata proprio lei? Poteva comodamente scaricarla ad Hazama, lui si sarebbe divertito molto di più. Perché costringersi ad assistere, seppur passivamente, ai macabri spettacoli che la bambina si era dimostrata di essere capace? Ostinazione? Senso di rivalità? No, ne dubitava. Per quanto non fosse affatto immune a quei sentimenti, l'Assassina del candore aveva sempre imparato a reprimerli.
    Molto più probabilmente si trattava di orgoglio. E non verso quella sgualdrina dal viso d'angelo, non verso quello che avrebbe potuto pensare di lei. Ma verso i suoi superiori. Verso l'Ordine. Lei si era presa la briga di introdurre Saya all'esistenza dell'Ordine, e lei avrebbe dovuto finirla. Lei aveva visto nella bambina il potenziale, e lei l'avrebbe giudicato.

    Il cadenzato sbattere del metallo sui mattoni delle scale si fuse con quei pensieri.
    Già. "Giudicare". Sulle prime, aveva davvero pensato di fare da giudice in prima persona, combattendo contro quel mostro sperando di superare, o di sopportare, la sua fobia. Ma sarebbe stata una follia. Se Saya si fosse rivelata intelligente come credeva, non si sarebbe fatta problemi a sfruttare quella sua debolezza che, suo malgrado, aveva fin troppo chiaramente manifestato al loro primo incontro. No, lei non poteva combattere con Saya, non in uno scontro così importante per il futuro dell'Ordine.
    Così, lei avrebbe osservato. Valutato attentamente le mosse, le potenzialità... mentre quel coso lui avrebbe combattuto in prima persona.

    Girò il volto quel tanto che bastava per intravedere l'imponente figura in armatura che solcava il buio dietro di lei. Doveva ammetterlo, Promestein aveva fatto un lavoro dannatamente impressionante. Due metri di ferro, centocinquanta chili di pura furia. Finora, lo scienziato era riuscito a metterne insieme soltanto due. Il primo era morto per mano di Rei. Promestein le aveva chiesto il favore di "provare" quella sua nuova creazione in combattimento, di testare le sue abilità senza trattenersi. Sulle prime, Rei era tentata di riderci sopra. Le creazioni di Promestein erano interessanti, utili se sfruttate in massa e in determinate situazioni... ma che avesse creato un Heartless "artificiale" in grado di rivaleggiare con lei nell'uno contro uno era pura fantasia.
    Si dovette ricredere. Quel mostro era veloce, forte, pieno di risorse. Incredibilmente, farlo a pezzi si rivelò incredibilmente appagante. E questo non poteva che essere un punto a suo favore.


    Ho saputo che vai a testare una nuova arrivata, cara.
    Puoi farmi un favore? Anziché pestarla tu stessa, porta il mio piccolino.
    Ne ho finito un altro giusto stamattina, e mi servirebbero altri dati.
    Lo faresti per me, cara?

    Il rimbombare dei passi e il cigolare ferroso dell'armatura riempivano l'atmosfera.
    Ben presto, si fuse insieme a dei potenti rintocchi di campana.
    Rei ghignò, pregustandosi l'espressione di quella bambina supponente.
    La luce soffusa del giorno si avvicinava, rischiarando le tenebre delle scale.
    Ben presto, sarebbero stati fuori.
    Saya era già là.


    Rei1

    «Buonasera, sorella.»


    Lo disse con astio malcelato, con evidente seccatura. Entrambe sapevano di non sopportarsi. Ma evidentemente, entrambe avevano buoni motivi per non uccidersi a vicenda.
    «Vedo che sei puntuale. Devo complimentarmi.» una dolce brezza le scompigliò i capelli, ottenendo il solo risultato di infastidirla ulteriormente. Odiava quel fottuto posto.
    Dietro di lei, il rimbombo metallico si faceva più vicino. «Come promesso, ho portato un amico. Vi presenterei, ma...»

    Il Cavaliere uscì alla luce del giorno, fermandosi esattamente dietro a Rei. L'Assassina del candore non gli concesse un altro sguardo; invece, si concentrò su quello di Saya. Voleva vedere come avrebbe reagito. Sarebbe stata così stoica, così sicura di sé anche di fronte a quell'armadio la cui sola presenza, la cui sola aberrante armatura purpurea incuteva timore?


    «... Ma temo proprio che non sia un tipo molto loquace.»


    CITAZIONE
    Or bene, eccoci qua :3 Immagino tu sia un filino confuso riguardo a questo "terzo incomodo", quindi ti rimando a questo link per ulteriori delucidazioni e descrizioni un filino più accurate. E... che altro? Boh, niente. Dialoghiamo pure quanto vuoi (possiamo tranquillamente metterci d'accordo in privato) e, quando sarai pronto, diamo inizio alle danze ;3
     
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    Le campane rimbombarono nel silenzio della torre; colpi cadenzati, ritmici, le forti vibrazioni facevano tremare le membra della ragazza, parevano coordinarsi con le lente pulsazioni del suo cuore corrotto. Persino la sua testa si era liberata di ogni pensiero, concentrata unicamente sullo scorrere del tempo battuto dal gigante d'ottone.
    Diciassette rintocchi, poi il suono morì trasportato dal vento e fu ancora il silenzio. Saya tenne gli occhi chiusi, inspirò silenziosamente, come se stesse dormendo. Il sole le baciava il viso, carico di un fastidioso tepore fin troppo fuori luogo addosso a lei. Nessun umano si era spinto fin lassù, la vita continuava lenta ed esasperante decine di metri sotto di lei e non c'era un suono che potesse raggiungerla, ma la bambina rimase comunque ferma ad ascoltare. C'era il canto degli uccelli, il vento che ululava malinconico, persino i secondi parevano quasi averne uno proprio, così simile a quello del suo respiro.
    Il suo animo era quieto, ma dentro di lei una bestia dalla pelle oscura fremeva, affilava gli artigli contro le pareti della sua gabbia. Rei sarebbe stata puntuale, ne era certa, e Saya era alquanto impaziente. Non aveva idea di quale gioco si fosse inventato la sua sorellona per intrattenerla un po', ma era certa che si sarebbe divertita; e da quel momento in poi, in particolare, avrebbe conosciuto quell'euforia molto, molto spesso.
    La bambina non temeva nessuna prova, era cosciente di essere superiore a chiunque altro; Rei poteva anche essersi sforzata, sperava si fosse veramente impegnata, ma il risultato era già stato scritto sette giorni prima, nella notte della guerra. Non portava dubbi dentro di sé, ma il suo animo era logorato dalla curiosità: non poteva negarlo, dopotutto, anche se le sue aspirazioni erano ben più grandi, l'Ordine era qualcosa che la affascinava. In tutta la sua vita, ripensò, non aveva incontrato che due Heartless di forma umana, e di questi uno era Rei stessa. Il loro nome era noto e temuto, pronunciato in sussurri lontano da orecchie indiscrete, ma il loro operato era ignoto a tutti, Saya compresa.
    “Kingdom Hearts, e poi tutti i mondi. Il Regno della Luce, quello dell'Oscurità... dove si fermerà la loro ambizione?” si domandò, mentre le sue labbra si inarcavano sensuali in un ghigno compiaciuto. Ella aspirava molto in alto, poteva solamente sperare che la sua futura famiglia potesse sopperire ai suoi bisogni.
    Giocare coi deboli era il massimo: ogni volta che spappolava un cranio, che strappava le interiora, ogni volta che affondava le sue zanne nelle carni di un altro umano, realizzava sempre di più quanto le persone non fossero per nulla diversi dagli animali: rinunciavano all'orgoglio, all'onore, a qualsiasi cosa avessero di cara in cambio della loro misera vita; l'unica cosa importante era sopravvivere, a qualsiasi costo... E nel dare il colpo di grazia, Saya aveva compreso subito cosa ci trovasse di accattivante il suo defunto padre nella caccia.
    Tuttavia, cambiare le carte in tavola di tanto in tanto e giocare una partita seria non poteva di certo far male. “Dopotutto, l'importante è divertirsi.”
    Un suono pesante e ritmato interruppe i pensieri della ragazza. Sferragliare di metallo sempre più forte, qualcuno stava venendo a porgerle omaggio e, nonostante l'ora perfetta, a orecchio non doveva trattarsi di Rei; o, in caso contrario, si era portata un po' di compagnia.


    -Buonasera, sorella.-
    La porta che conduceva al tetto si aprì con un sonoro cigolio, due figure avanzarono dalla penombra. Subito lo sguardo di Saya si posò sul volto ben noto della ragazza: ella aveva sputato il suo saluto con acidità, i suoi occhi scarlatti ardevano di un fuoco che minacciava di divampare in ogni momento. Difficile dire se, con quel saluto, stesse cercando un dialogo civile contro la sua stessa volontà o se fosse semplicemente il suo modo di fare.
    Saya si alzò in piedi, abbandonando il bordo della torre per tornare più vicina al centro dell'area, verso il quale si stavano dirigendo i due ospiti. Sorrise ambigua e si umettò un poco le labbra, come un predatore pronto all'assalto. Ad assaggiare i suoi artigli però non sarebbe stata Rei, ma il suo misterioso accompagnatore; lo intuì appena concesse un rapido sguardo all'essere in armatura: un titano armato di tutto punto, un Heartless così quieto e rigoroso, ma al contempo privo di ogni volontà, al punto da infastidirla. Rei non aveva certo bisogno di una scorta, per cui doveva aver portato fin lì quel cagnolino per ben altri motivi. Saya non poteva chiedere di meglio, per la sua sorella aveva ben altri programmi, tutto quello di cui aveva bisogno era un po' di tempo. Lei sapeva essere paziente.
    -Buonasera a te, Assassina del Candore.- rispose al saluto la bambina, che incrociò appena le gambe e, stretti con delicatezza i lembi del suo abito, piegò un poco le ginocchia e chinò il capo in una breve riverenza. Sorrise appena, una curva quasi impercettibile sulle sue labbra, compiaciuta dai suoi stessi modi perfetti: il passato sfarzoso della sua precedente vita, le lezioni che le erano state rigorosamente impartita, l'etichetta elegante, ma forse un poco noiosa al tempo stesso, il suo corpo ricordava ogni cosa con anche maggior precisione della sua mente. Per un istante, Saya chiuse gli occhi, rievocando quel passato. Meraviglioso, certo, ma non avrebbe mai e poi mai desiderato tornare indietro: la ragazzina di allora era cresciuta, le sue necessità erano molto più vaste.
    Alzò di nuovo lo sguardo e si erse di nuovo in piedi, intrecciò le dita davanti al suo grembo in segno di rilassatezza. Non temeva la donna che aveva davanti, in realtà nemmeno provava una particolare avversione verso di lei. La stimava per la sua forza, forse quella ragazza avrebbe potuto addirittura insegnarle qualcosa, ma la bambina non riusciva a vedere altro nella sua compagna: era stupida, incatenata dalla fedeltà ad un gruppo retto insieme solo dall'interesse comune, così ossessionata dalla battaglia, a giudicare dai cadaveri che aveva riversato sulle strade quella notte, ma così terrorizzata dal sangue. Un burattino idiota perfettamente contento di essere manovrato dai fili del marionettista; e prima o poi quei cavi sarebbe stata Saya a controllarli.
    -Vedo che sei puntuale. Devo complimentarmi.-
    La bambina trattenne una risatina a quel commento, con un lento gesto spinse dietro le spalle i capelli, pettinando quei sottili fili di seta nera. -Posso capire se i miei modi una settimana fa possano esserti sembrati peculiari, ma ti assicuro che il mio interesse ad entrare a far parte dell'Ordine è sincero. Non volevo rischiare di darti una brutta impressione presentandomi in ritardo, sono arrivata a Crepuscopoli direi almeno un'ora fa.- Rimase in silenzio qualche istante, mostrando un sorriso orgoglioso e invitante. La bambina si domandò cos'avrebbe pensato Rei di quell'affermazione: non c'era nulla di falso, ma era anche evidente che tutto ciò non era dettato da buon cuore o da educazione. Fare una buona impressione sui suoi colleghi andava semplicemente a suo vantaggio. D'altra parte, la piccola Senza Cuore faticava a credere che potessero esistere Heartless altruisti.
    -Anzi, ti dirò...- riprese, pochi istanti dopo, portando al petto una mano come per accarezzare il suo cuore, sguardo basso verso i suoi piedi. -È evidente che tu non mi apprezzi particolarmente e il fatto mi è di grande dispiacere, ma in fondo è solo uno il mio obiettivo.- aprì la mano destra di fronte a sé, tese il braccio e fissò rapita i lineamenti del suo palmo. Lentamente, chiuse il pugno e strinse, come se in esso avesse racchiuso ogni cosa -Io desidero il potere, desidero tutto ciò che mi spetta... Che spetta ad ogni nostro fratello.- Si fermò a prendere fiato, immaginando il risultato dei suoi sforzi per un solo istante, poi dischiuse di nuovo le dita indicando Rei. -Non so se condividi questa mia ideologia, ma sono certa che, in quanto Heartless, potrai almeno comprenderla. Per questo motivo non ho desiderio di crearmi nemici, tanto meno tra i miei compagni. Spero vorrai tenere in considerazione questa mia proposta, anche solo per interesse comune.- interesse comune, pensò, che era praticamente l'unico motivo per cui avrebbe mai voluto guadagnare la sua fiducia.
    Solo allora, quando ebbe esaurito le parole per quel divertente negoziato, Saya trovò il tempo di studiare il compagno della ragazza: un mostro di metallo, coperto da piastre di ferro che ricordavano alla bambina uno scuro piumaggio, con lunghi e sottili orpelli che tintinnavano scendendo verso terra, graziosa coda a completare. Proprio un grosso uccello da spennare. Il suo sguardo era spento, non era nemmeno abbastanza gelido da suscitarle inquietudine, semplicemente artefatto. Alla giovane sfuggì un mugolio divertito, convinta che Rei non avrebbe mai commesso l'errore di sottovalutarla, non così blandamente.
    -E già che siamo in argomento dell'Ordine, vorrei porti un paio di domande, Rei. Posso chiamarti per nome, vero?- domandò inclinando appena la testa in un gesto mentre avanzava un poco, come per impedire che qualcuno le intralciasse, comprendo il mostro di metallo. -Io non sono al corrente che della sua esistenza, ciò a cui aspirate di preciso, al di là delle teorie che posso avanzare, mi è ignoto. È Kingdom Hearts che desiderate? E l'attacco a Radiant Garden e alla Città di Mezzo, vi ha mosso il timore verso i custodi e i Comitati o c'è qualcosa di cui sono all'oscuro?-
    Inspirò e con la coda dell'occhio scrutò ancora il guerriero, per poi scuotere il capo con un sorriso di scherno. -E non preoccuparti, non è un problema per me se il tuo amico non è loquace, preferisco di gran lunga parlare con te. ho smesso da tempo di giocare con le bambole.-





    Oh, per adesso me la prenderei volentieri un po' comoda, dopotutto scommetto che hanno così tante cose da raccontarsi <3
     
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    Buio Pesto II



    L’ombra desidera, l’ombra divora.
    “Nero” il colore, “Male” l’ideologia.
    Supremazia.
    Dominio.
    Potere.


    « Io desidero il potere, desidero tutto ciò che mi spetta... Che spetta ad ogni nostro fratello. »

    Da che ricordasse, il potere non le era mai davvero interessato.
    Traeva piacere dalla superiorità che era riuscita a raggiungere rispetto ai comuni esseri umani, ma non ne aveva mai fatto la sua ragione di vita.
    Il potere è uno strumento, non un obiettivo. Nel secondo caso, il vero strumento sei tu. Strumento dell’ossessione, vittima di una ricerca effimera quanto una domanda esistenziale. Rei lo sapeva, Rei l’aveva sempre saputo. E non aveva mai dimenticato. Mai dimenticato perché fosse diventata un Heartless, mai dimenticato a cosa servisse tutto il potere che aveva accumulato negli anni. Mai dimenticato lui.
    Radeth. Lo rivoleva. Ogni giorno che passava il suo viso le mancava di più, ogni momento vissuto senza di lui era un rimpianto. Era colpa sua. Colpa sua che non aveva ancora ottenuto abbastanza, colpa sua che non era riuscita a soddisfare il suo Capo.
    Ti darò quello che vuoi”, le aveva detto “Se mi darai quello che voglio io.
    Strinse i pugni, estraniandosi temporaneamente dal discorso mieloso e insopportabile di Saya. Cosa? Cos’era che voleva da lei? Cos’era che voleva ancora? Gli aveva consegnato mondi interi, vittorie su vittorie, aveva fatto più missioni di tutti gli altri fottuti adepti messi insieme. Col tempo aveva anche imparato ad appoggiare davvero la sua causa, a crederci.
    E allora perché? Perché l'Heartless più potente dell'universo non scomodava le sue chiappe per dare a Radeth una forma umana? Gli sarebbe bastato così poco, così poco!
    Più volte era stata sull'orlo di perdere la pazienza. Fosse stata ancora un'umana, indubbiamente avrebbe pianto, implorato, seguendo la patetica natura da cui ogni essere inferiore non può geneticamente prescindere. Ma da Heartless... da Heartless quel genere di sentimenti sono più labili di un ricordo d'infanzia. Da Heartless, quando non ottieni quello che vuoi, hai il solo istinto di saltare addosso al colpevole della tua sofferenza e ucciderlo nel modo più fantasioso che ti passa per la testa.
    Ma lui era il Capo dell'Ordine; lui era l'Heartless più potente dell'universo;
    lui era l'unica speranza di riavere Radeth.

    Saya aveva finito, ma lei l'aveva ascoltata appena. Del resto, meno rimuginava sulle sue parole, meglio era per la salute fisica dell'altra. Già solo quei pensieri riguardo Radeth, già solo la constatazione che lei -l'ennesima fottuta persona in quel dannato Ordine!- combatteva solo per quello, l'incommensurabile, idolatrato potere, aveva spinto troppo sulle sue facilmente incrinabili corde emotive.
    Aveva parlato di puntualità. Aveva detto che sapeva -perspicace!- non andarle a genio. Aveva detto che bramava il potere, per lei e -Dannatissima, ripugnante ipocrita!- per tutti i suoi fratelli. Probabilmente, se l'avesse detto Promestein sarebbe risultato più credibile. Diavolo, persino Daraeg sarebbe stato più credibile di lei. Quella bambina viziata, quello scarto del buio incapace di vedere oltre la sua stupida e frivola volontà, non si sarebbe mai davvero preoccupata di un'altra persona. Non avrebbe mai conosciuto altro se non l'avidità e l'ipocrisia.



    Gli Heartless sono esseri superiori. Col tempo, Rei ne era divenuta più che convinta.
    Gli Heartless erano più forti, più furbi, privi di vere debolezze. Potenzialmente immortali.
    Ma gli Heartless erano anche ciechi, gli Heartless avevano dimenticato cosa significasse la parola legame.
    La parola amore, da sempre e per sempre al di là del bene e del male.
    Solo lei l'aveva ricordato. Solo lei.

    Saya era andata avanti. Regalandole sorrisi falsi aveva asupicato di poter "andare d'accordo" con lei, avvicinandosi appena le aveva chiesto cosa fosse successo a Radiant Garden. Quali fossero i loro obiettivi.
    Rei si costrinse a rialzare la testa, allentando la morsa della mascella. Doveva controllarsi. Limitarsi a fare il suo lavoro, chiedere e pretendere l'essenziale. Lasciarsi trasportare dall'antipatia e dai frustranti dubbi su Radeth e l'Ordine l'avrebbero condotto lei al disastro, e Saya ad un volo di trenta metri col cranio aperto in due.

    « E non preoccuparti, non è un problema per me se il tuo amico non è loquace, preferisco di gran lunga parlare con te. ho smesso da tempo di giocare con le bambole. »

    Le venne da ridere, ma riuscì a trattenersi. Saya che gioca con le bambole. Saya la bambina viziata. Strano che lei stessa negasse ciò che era in realtà. Chiamala Bambola o chiamala Potere, la futilità di una tale volontà di possesso rimane esilarante.
    Si umettò le labbra, calibrando la risposta. Tenere a freno la lingua. Limitarsi all'essenziale. Allontanarsi da quella fottuta brezza che le scompigliava i capelli.
    «Mi dispiace, sorella.» proclamò, statuaria «Ma l'ipocrisia non fa proprio per me.» "Ora come ora, sei esattamente al secondo posto nella lista di persone che sbatterei contro un muro finché non implorano pietà", avrebbe voluto concludere. Invece, inspirando a fondo, disse: «Quindi sarò cristallina: se vuoi la mia fiducia te la dovrai guadagnare coi fatti. E darmi meno di quei sorrisetti da diva fallita.»
    Fece un passo indietro, in modo da ristabilitre le distanze che si erano create tra di loro.
    «Ora, passando alle domande interessanti.» incrociò lentamente le braccia, com'era suo solito quando si parlava di argomenti "tecnici". «Il nostro obiettivo è il dominio assoluto. E per ottenere il dominio assoluto, il possesso di Kingdom Hearts non è un optional. Sfortunatamente, come forse saprei, aprire la Porta non è il più semplice dei compiti.» alzò la mano destra, tenendo la sinistra avvolta attorno al petto. La mano mostrava due dita «Per raggiungere questo scopo abbiamo due piani. Tre, se vogliamo essere precisi. Il nostro capo non è uno che corre rischi.» sospirò, ricongiungendo le braccia «E il che ci porta alla tua prossima domanda. Perché abbiamo attaccato Radiant Garden? Strategia. I custodi sono una minaccia, certo, ma non abbastanza da farci davvero paura. Avevamo bisogno di un diversivo per un piccolo piano segreto, e l’enorme quantità di Heartless uscita dal Varco andava sfruttata in qualche modo. Sai com’è: più ce ne sono in giro, meglio è.» Pausa. Sospiro. «Non credo di poterti rivelare molto altro, non qui. Se supererai la prova, al Castello troverai fior di bella gente ansiosa di rispondere a tutte le tue domande. Abbiamo più di una lingua lunga.»
    Detto questo, tacque.
    Ce l’aveva fatta, si era controllata. Qualche frecciatina era partita, qualche occhiata sarcastica era scappata, ma nel complesso poteva ritenersi soddisfatta. Ora poteva solo sperare che quella stronza si accontentasse e si decidesse a smettere di fare domande.
    Voltò appena lo sguardo verso il Cavaliere, immobile come un’armatura d’ornamento. Sorrise. Tutto sommato, la prospettiva di quello scontro riusciva quasi a eccitarla.



    CITAZIONE
    E di nuovo, chiedo scusa per il ritardo. Tanta roba da fare, tante quest a cui rispondere, blablabla. Il post… non mi piace granché, ma spero sopravviverai. A te la palla^^
     
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    Confessioni di una Bugiarda




    Mai per un solo istante in tutta la sua vita Saya aveva dubitato dell'assolutezza dei suoi valori. La bambina era la prima ad ammettere, non senza orgoglio, di essere narcisista ed egocentrica, ma sapeva anche essere estremamente oggettiva. Aveva osservato il mondo che la circondava, giorno dopo giorno era costretta a mescolarsi nella monotonia e nella bassezza di un mondo che procedeva lento e in tondo, senza una vera meta o un futuro. Aveva visto la gente morire per i propri ideali, sacrificare un roseo futuro per salvare i propri cari, ma il risultato era stato sempre e comunque lo stesso: Saya non lasciava mai superstiti; e la piccola Heartless era giunta alla semplice conclusione che per essere felici di vivere e di morire per il prossimo bisognava per forza essere degli stupidi.
    La bambina ricordava ancora con ampiezza di particolari quel giorno funesto di tanti tempo prima, il suo ultimo giorno di vita come essere umano: ricordava la paura, nascosta sotto una fragile corazza di rabbia, che tumultava come un fiume in piena nel suo sangue, ricordava il disperato desiderio di vivere che era nato in lei mentre la spada dell'Invisibile calava verso il suo piccolo, debole corpo di ragazzina. Se la sua esistenza non era cessata quella notte, lo doveva solamente alla sua forza, alla volontà che l'aveva legata a quel mondo. Mai e poi mai si sarebbe sognata di sprecare anche quella seconda possibilità che si era guadagnata con le sue mani. Mai e poi mai si sarebbe ridotta come Rei.
    Saya continuò a parlare, ma si accorse presto che la ragazza davanti a lei non era in grado di sentirla: era immobile, fissa come marmo sulle sue gambe e con le braccia incrociate all'altezza del petto, ma i suoi occhi bicromi la attraversavano come se ella non fosse altro che un vetro traslucido che rispecchiava una realtà alterata; quelle pupille erano rivolte più lontane, verso il futuro a cui aspirava o forse invece verso un passato del quale non riusciva a liberarsi, verso i desideri e rimpianti che la rendevano schiava del suo stesso dolore. Saya mostrò un sorriso di scherno, trattenendosi appena dallo scoppiare a ridere: un'esistenza davvero deprecabile.
    Per 12 anni aveva perseguito unicamente la sua felicità. Per 12 anni aveva ferito, sfruttato, ingannato il prossimo e aveva ottenuto dalla vita più di quanto si potesse immaginare. Non aveva sofferto, aveva sempre e solo vinto e di giorno in giorno mai era capitato che non si sentisse fiera di ogni sua singola azione, non dopo aver visto i risultati che erano capaci di portare. Davvero, le risultava incomprensibile che qualcuno potesse rifiutare verità tanto comprovate, una sua sorella per giunta!
    Una delusione, anzi, peggio, sembrava una vera barzelletta. Saya non aveva mai avuto motivo di bollare la gente in termini di Luce e Oscurità, o decretando invee cosa sia il bene e cosa il male. Sapeva che la gente odiava e temeva la gente come lei, sapeva che non vi era morale al mondo che potesse accettare il suo comportamento, ma aveva anche notato un'altra cosa nel corso della sua breve vita: con precisione quasi maniacale, ricordava ancora il giorno in cui aveva avuto inizio ogni cosa, ricordava con imperitura gioia la sua prima vittima. Poteva ancora sentire tra le mani la forma ruvida e fredda della pietra, i brividi che le sfioravano tutto il corpo ad ogni colpo, il caldo e dolce sangue che la bagnava, che impregnava i suoi vestiti, che la avvolgeva in un profumato manto rosso che in due anni era penetrato nella sua pelle, fino a scendere nel midollo; e mentre lei si divertiva a ridurre il volto del bambino ad un cumulo di carne tumefatta, i loro occhi erano rimasti incollati gli uni sugli altri: quelli della vittima esplodevano quasi di terrore, non vedevano altro che un mostro nel suo aguzzino, mentre Saya... Saya era infatuata, eccitata, assuefatta da quel terrore, ne fu così incantata da ricercarlo, ancora e ancora, in tutti i vermi che schiacciava sotto i suoi piedi. Umana o Heartless, quelle espressioni, quegli occhi non cambiavano, in questo le due razze non mostravano alcuna differenza. Allora poteva esserci una sola cosa a dividere e a differenziare esseri come gli umani dagli Heartless: la forza, un potere unico intrinseco nella loro natura, un potere di cui essere fieri, di cui avevano il diritto ed il dovere di abusare; ma Rei lo vedeva solo come un mero strumento, non trovava gratificazione nel suo esercizio. Una simile ottusità da una delle poche persone che avrebbe potuto stimare, anche sforzandosi, Saya non poteva accettarla. Così come non poteva accettare gli insulti.

    -Quindi sarò cristallina: se vuoi la mia fiducia te la dovrai guadagnare coi fatti. E darmi meno di quei sorrisetti da diva fallita.-
    Strinse il pugno, il suo sorriso vacillò per un solo attimo. Con la mano sinistra si lisciò un poco i capelli, osservò distrattamente quella magnifica seta nera, come per guadagnare qualche secondo, poi la gettò dietro di sé e si voltò di nuovo verso la ragazzina. I suoi occhi erano stretti, le sottili iridi di smeraldo brillavano di una fiamma acida; aggrottò appena la fronte, la sua bocca non perse il suo provvidenziale sorriso: un sorriso rabbioso e crudele, un sorriso assassino. Un sorriso sincero.
    -Mi dispiace contraddirti.- rispose con un cinguettio, ponendo un sono accento su “dispiace”. -Ma credo di essere piuttosto portata come attrice, anche se non ho mai avuto il tempo di chiederlo a tutte le persone che ho ucciso dopo aver guadagnato la loro fiducia.- si umettò le labbra, assaporando il gusto del sangue che conosceva tanto bene e chiedendosi che sapore potesse avere quello di Rei. -Ma non vorrei che fraintendessi un piccolo dettaglio. Sono bugiarda, se può farmi comodo, ma decisamente non ipocrita. Non mi importa molto degli altri, ma sono fiera di ciò che sono e credo davvero che gli Heartless meritino di possedere ogni cosa esista al mondo, perché è il potere che possediamo, e solo quello, a renderci superiori agli esseri umani, senza alcun bisogno di legami o ideologie di sorta. Spero solo che l'Ordine non sia del tutto pieno di idioti che non sono nemmeno in grado di comprendere un concetto così basilare.-
    Si portò la mano alla bocca, con fare tanto teatrale da risultare in qualche modo naturale nella sua dolcezza e perfezione. Rei aveva messo in palio la sua fiducia e Saya coprì una risata ad una simile affermazione. Era un peccato rinunciarvi, ma ormai sarebbe stata un'impresa troppo difficile anche senza le sue ultime parole e la bambina non era solita prendere parte a partite che rischiava di perdere. Tuttavia, non era affatto necessaria, poteva farne tranquillamente a meno perché, che a Rei piacesse o meno, un giorno la forza dell'Assassina del Candore le sarebbe appartenuta, un giorno la ragazza non sarebbe stata più solo un burattino nelle mani dei sentimenti, ma un burattino nelle sue mani ed ella lo avrebbe saputo, ne avrebbe accettata la piena umiliazione.

    Saya odiava l'innocenza di Rei, Rei odiava l'egoismo di Saya. Guardandola negli occhi, la bambina sapeva che non ci sarebbe mai stata comprensione tra di loro e ormai aveva pienamente rinunciato a cercarla. Tuttavia, in quel momento ogni dissenso diventò un muto e lontano eco, qualcosa che non aveva spazio tra di loro; perché era giunto il momento di parlare di lavoro e Rei non sembrava certo il tipo che tergiversava in questioni da cui dipendevano la sua stessa vita.
    L'adepta rivelò alla bambina il piano ultimo dell'Ordine, Saya sorrise compiaciuta: le loro destinazioni erano le stesse, era una notizie tanto prevedibile quanto apprezzata, un nuovo germe di speranza nacque dentro di lei. Kingdom Hearts sarebbe stata una tappa lungo quel cammino e, pur avendo conoscenze molto limitate in proposito, la giovane si trovò subito ad annuire, apprezzando ogni singola parla. La ragazza accennò ai numerosi progetti dell'Ordine, alle vere motivazioni dietro l'assalto a Radiant Garden, ma non scucì molto più che poche parole criptiche e accenni privi di conclusione. Saya sbuffò, ma non premette sull'argomento, perché portando un poco a sinistra il suo sguardo, si ricordò di ciò che le stava accanto, una enorme e robusta armatura, abitata da un corpo inesistente. Stava immobile come un soldato dietro alla sua padrona. Attendeva ordini in silenzio, non emetteva un respiro. Forse desiderava combattere, forse non aveva alcuna volontà, ma in ogni caso da quella battaglia avrebbe solo ottenuto la sua morte. Saya aveva solo un piccolo, piccolo rimpianto: le sarebbe piaciuto poter torturare un poco Rei in persona.
    -Va bene così, va bene così.- concluse, portando con una risatina le mani davanti al busto in un semplice gesto di scuse. -Posso aspettare, non è un problema. Dopotutto...-
    Lo aveva già osservato a sufficienza, l'Heartless in armatura era in piedi statuario alle spalle di Rei, la sua spada ancora infoderata, le braccia immobili accanto ai fianchi. Non distava più di un metro e mezzo, magari due. Quel che importava era che fin dal primo momento Saya si era portata verso l'adepta con un solo obiettivo in mente: doveva sferrare il primo colpo, quello sarebbe stato sufficiente a generare il vantaggio che avrebbe determinato le sorti dello scontro.
    -... Non credo che durerà a lungo!-
    Sferrò il suo attacco. Ferma dove si trovava, contando sulla copertura che gli dava Rei, di colpo Saya trasformò il suo braccio, la sua carne si contorse e disfò come la muta di un insetto e dove prima vi era una mano, si crearono tre spessi tentacoli. La bambina non diede loro nemmeno il tempo di apparire, li lanciò davanti a sé, senza curarsi se Rei fosse ancora o meno nella sua traiettoria, curandosi unicamente di centrare il suo bersaglio. Con lo sguardo appena abbassato, fisso sull'elsa della spada infoderata e sul suo bersaglio, lanciò i tentacoli contro le gambe del mostro, scattando appena in avanti per non rischiare che la creatura fuggisse oltre i suoi limiti. Due di loro si sarebbero avvinghiati alle gambe, ad un'altezza appena superiore delle caviglie, con l'intenzione di stritolarle e spingerle o tirarle per fargli perdere l'equilibrio e spingerlo a terra, mentre il terzo avrebbe schioccato come una frusta, colpendo all'elsa della spada, per bloccare un tentativo del nemico di impugnare la sua arma e, se possibile, fargliela cadere direttamente a terra.

    Che l'ombra non fosse pronta per lei era di marginale importanza: non era arrivata fin lì con la lealtà e, davanti alla prospettiva di potere, concetti come la lealtà o il piacere della battaglia perdevano ogni valore che potessero ancora avere agli occhi della bambina. E, dopotutto, Rei avrebbe solo dovuto apprezzare un comportamento del genere: in fondo, Saya si stava solo dimostrando disposta a tutto pur di guadagnarsi il suo posto nell'Ordine.





    Stato Fisico: indenne
    Stato Mentale: vuole distruggere l'armatura il più in fretta possibile e mostrare a Rei chi delle due sta più in alto nella catena alimentare :v:
    MP: 100%
    Abilità Usate:

    CITAZIONE
    Shoggoth

    La più basilare delle sue abilità, una delle trasformazioni capace di incutere più timore ed estremamente utile in battaglia, per non lasciare alcuna via di fuga a qualsiasi preda. Una delle sue braccia, come un palloncino, si gonfierà ed esploderà: al suo posto, numerosi tentacoli, simili a viscidi anellidi, appariranno connessi all'arto poco sotto la spalla. Ognuno di essi sembrerà muoversi indipendentemente, dotato di vita propria, viscido ed orribile, si contorceranno l'uno sull'altro, carne pulsante, e si sostituiranno a tutti gli effetti all'arto di Saya, finché ella non deciderà di ritirarli e dar loro, nuovamente, sembianze umane. Essi, sebbene in numero elevato, non sono tuttavia in grado di muoversi indipendentemente in direzioni diverse, ma si estenderanno tutti verso uno stesso obiettivo. La loro estensione massima è di 3 metri e, sebbene non in grado di ferire, avvinghiandosi al nemico sono in grado di esercitare una forza tale che, sommata a quella già anormale della ragazzina, permette di immobilizzare anche i nemici più forti (si confrontano i parametri di corpo dei due avversari in questo caso)
    [Abilità Raziale “Mutazioni Mostruose” - Passiva Superiore]

    Note: non ho molto da dire in proposito. Nel primo post, ho scritto che Saya si alzava e andava verso il centro, dove si stava dirigendo anche Rei, poi nel post successivo ho scritto che si avvicinava un altro po', la distanza tra le due dovrebbe essere praticamente nulla. In più, dato che hai scritto senza specificare troppo le distanze che il cavaliere era subito dietro di lei, ho elaborato i dati come meglio conveniva a me xD stesso discorso per l'arma: nei tuoi post non ho trovato nessun riferimento al fatto che la stesse già impugnando o che l'avesse sfoderata alla fine del discorso di Rei, quindi ho dato per scontato che fosse ancora al suo posto e ho agito di conseguenza. Ho un paio di idee su come continuare, quindi vediamo se mi riesce di tenere strette le redini nei prossimi giri, c'è già uno scranno al palazzo dell'Ordine con il nome di Saya sopra °W°
     
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    Buio Pesto III



    “Niente è più misero eppur più superbo dell'uomo. “


    « Va bene così, va bene così. Posso aspettare, non è un problema. Dopotutto...-

    ... Non credo che durerà a lungo!
    »

    Ironico: per una volta, la sua repulsione le tornò utile. Vigile e paranoica com’era nei confronti di Saya, nella sua “peculiare” abilità di trasformare il suo corpo in maniera aberrante e disgustosa, Rei notò immediatamente i cambiamenti al braccio della ragazzina. Ne fu immediatamente orripilata, percepì un improvviso quanto forte conato di vomito; ma per quei pochi istanti, per quegli attimi necessari a stimolare i suoi già disumani riflessi e la sua fulminea velocità, quella sensazione fu ignorata. E così, ancora prima che i tentacoli partissero, in una frazione di secondo, Rei si era già portata fuori dal range di quell’attacco abominevole.
    Fottutissima troia. Sapeva della sua fobia e si divertiva a giocare con lei, dando il via allo scontro mentre l’assassina era ancora in mezzo. Voleva ucciderla. Prendere quei fottuti tentacoli e infilarglieli contemporaneamente nel culo, più e più volte, lasciandone uno per impiccarla dalla cima del campanile.
    Ma c’era il dovere, c’era il senso di responsabilità e c’era il senso di vomito. Alla fine, le sue fantasie omicide e il suo sguardo assassino si tramutarono in un semplice gransalto all’indietro, sufficientemente potente da portarla alle pendici del tetto del campanile. Essendo questo troppo inclinato per starci in piedi senza scivolare, l’assassina del candore affondò subito una mano tra le mattonelle, ancorandosi ad una trave di legno sottostante. Da quella posizione, poteva osservare tutto senza problemi; ed eventualmente, togliersi la soddisfazione di vomitare addosso a Saya.

    Il Knight era pronto, lo era sempre. Per quanto i tentacoli potessero essere veloci, per quanto potessero essere giunti inaspettati, lo Sterminatore non si fece cogliere dal panico. Del resto, non sapeva nemmeno cosa fosse.
    Dopo che la sua padrona si fu scansata, le tre propaggini andarono tutte a segno. Le due ai piedi, quella che andò a colpire all’altezza dell’elsa della spada. Ma la spada rimase lì; ma il Knight non cadde. La forza dei tentacoli era sovrumana, superiore a quella che il Knight poteva opporre come resistenza, ma non abbastanza da buttarlo immediatamente a terra. Di tempo per reagire ce n’era. E l’Heartless non lo sprecò.
    In un istante, dal suo corpo di ferrò si eruppe un esplosione d’oscurità, un miasma nero come la disperazione, che avrebbe investito i tentacoli e probabilmente anche Saya. E se quella ragazzina fosse stata normale e non un mostro ben peggiore del Knight stesso, i tentacoli avrebbero necessariamente mollato la presa.
    E a quel punto, il fattore sorpresa. Senza lasciar passare un solo istante dopo l’esplosione, il Knight avrebbe cercato immediatamente lo sguardo della bambina, tentando di lanciare su di lei un attacco mentale, un influenza psichica. E se Saya fosse stata sufficientemente sorpresa, sufficientemente attonita dalla potente reazione del cavaliere, allora avrebbe ricambiato lo sguardo il tempo necessario a far sì che l’assalto facesse il suo corso. E allroa sarebbe arrivata la paura. Sarebbe arrivata la disperazione. Sarebbe arrivata la sconfitta.
    Infine, il vero attacco. A prescindere dalla riuscita dell’assalto mentale, anticipandosi nel caso in cui Saya avesse distolto prima lo sguardo, il Knight avrebbe finalmente estratto la spada, coprendo con un unico, breve passo la distanza che li divideva. E nel frattempo, furia. Furia cieca, sovrumana e inarrestabile. Il tondo dal basso verso l’alto, dalla sua sinistra alla sua destra, accompagnato con entrambe le mani per imprimere più forza, era mirato a smembrare istantaneamente il suo avversario. A non lasciargli la minima possibilità di sopravvivenza.
    Dopotutto, il Knight era uno Sterminatore. E la sua padrona, non aveva dato alcun ordine riguardo alla sopravvivenza della sua avversaria.



    Stato fisico: indenne.
    Stato psicologico: furioso.
    Energia magica: 80%
    Abilità usate:
    CITAZIONE
    Carica Furiosa
    Il Knight cede al proprio lato irrazionale, caricando con avventatezza il nemico.

    La tecnica ha natura Fisica. Il Knight, in seguito all'attivazione di tale abilità, perderà la capacità di ragionare razionalmente e si getterà contro l'avversario in un carica bestiale che sarà incredibilmente difficile da fermare. Durante la carica infatti, l'utilizzatore diverrà in grado di ignorare il dolore proveniente da qualsiasi tipo di attacco e di qualsiasi entità, potendo così portare ogni sua impresa a compimento come una vera e propria macchina da guerra. Alla fine della tecnica, tuttavia, il personaggio risentirà all'improvviso di tutti gli eventuali danni subiti nel corso di quest'ultima più un danno Medio che sarà diffuso in tutto il corpo e ne inibirà leggermente i movimenti.
    La tecnica dura due turni.
    Costo. Nullo

    Paura
    Il Knight si impossessa della mente dell'avversario, instillandovi un timore destabilizzante.

    La tecnica ha natura Psionica. Per attivarla basterà un solo, intenso sguardo. L'Heartless dovrà mantenere il contatto visivo con gli occhi del nemico o con i suoi organi di ricezione visiva per almeno due secondi, dopodiché un'idea di paura verrà innestata nella sua mente. Questa sensazione creerà una considerevole destabilizzazione mentale, provocando nel bersaglio un timore profondo del suo nemico, dandone una visione quasi distorta della realtà. Sarà quindi difficoltoso per il bersaglio agire normalmente contro l'utilizzatore salvo un alto punteggio in Mente rispetto all'avversario, in particolare le sue azioni risulteranno incerte e timorose, nei casi più gravi diventerà impossibile agire. In ambito fisico la tecnica provocherà brividi continui ed un leggero tremore.
    Costo. Medio

    Impulso di Tenebra
    Il Knight provoca un'improvvisa fuoriuscita di oscurità dal suo corpo, generando un'onda d'urto.

    La tecnica ha natura Magica, elemento Oscurità. Dopo alcuni istanti di concentrazione, il Knight sarà in grado di generare un'entità oscura di forma sferica che si dipanerà dal suo corpo, avviluppandolo completamente per alcuni secondi. Oltre a provocare danni magici come qualsiasi altra tecnica, il marasma di tenebra causerà una piccola onda d'urto in grado di deflettere corpi fisici di dimensioni ridotte (come ad esempio pugnali) e di sbilanciare creature umanoidi.
    Sviluppandosi a 360°, la tecnica causerà un danno inferiore al proprio costo, ma potrà colpire più bersagli.
    Costo. Medio

    Note: Post corto e fatto abbastanza male, ma dato il tempo che avevi già atteso e la mia ispirazione che non accennava a tornare, ho deciso di darti semplicemente modo di andare avanti. Spero di “migliorare” coi prossimi post.
    Comunque, scritto bene o scritto male, in quanto a strategia sono stato cattivo ed esigente. Si tratta pur sempre di una quest di ingresso all’Ordine. Per riassumere un post già corto, il Knight prova a respingere i tentacoli con “Impulso di tenebra” (e non li respingerebbe con la capacità “repulsiva” dell’abilità stessa, ma con il danno stesso dell’abilità ai tentacoli che, trattandosi in fondo del tuo stesso corpo, prenderanno un danno aumentato a causa della differenza tra le stat di essenza dei combattenti), per poi tentare un “Paura” cercando il contatto visivo. Nel caso in cui Saya distolga subito lo sguardo, il Knight si porta ancora più vicino con carica furiosa per poi tentare un “semplice” tondo dal basso verso l’alto. Data la vicinanza estrema, tale tondo “smembrerebbe”, come da testo, Saya. Spero di non aver esagerato e di non averti costretto ad atti sleali per salvare il tuo PG, ma non mi pare di aver fatto qualcosa di effettivamente irrecuperabile. Sono convinto che riuscirai a inventarti qualcosa.
    A te la palla^^
     
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    Dolce Vermiglio




    Un piccolo, dolce verso di delusione sfuggì alle labbra di Saya. Il suo obiettivo era ben più grande e le scaramucce tra simili erano qualcosa di estremamente infantile, ma ella non poteva certo negare che avrebbe trovato divertente se Rei stessa fosse stata coinvolta nell'assalto. La sorella, invece, si dimostrò abile di riflessi e di velocità, portandosi al di fuori dalla sua linea di tiro nell'arco di attimi, prima ancora che la più giovane riuscisse anche solo a tentare di attaccare.
    Solo con la coda dell'occhio la bambina riuscì a cogliere la rabbia furente che fiammeggiava nelle iridi dorate dell'Adepta. Erano le scintille della rivalità che era nata fin dal loro primo incontro, scintille custodite dal buon senso di entrambe, ma pronte ad esplodere in qualsiasi momento. Infatti, Saya era abbastanza sveglia da non oltrepassare i limiti con il suo giocherellare, ed intuire fin dove Rei fosse disposta a spingersi non era stato affatto difficile: qualsiasi fosse la ragione che dettava tale abnegazione, l'Assassina del Candore era disposta a sottomettere le sue opinioni personali al profitto dell'Ordine, il che concedeva alla giovane un enorme vantaggio, in quel momento come in futuro. Tuttavia, c'era un'importante condizione da rispettare, affinché potesse far uso di queste informazioni: doveva dimostrarsi effettivamente utile ai suoi fratelli, e l'armatura che ora si trovava davanti come avversario era il suo biglietto da visita.
    Mentre lanciava i suoi tentacoli, Saya non titubò nemmeno per un istante. Il suo sguardo rimase saldo di fronte a lei, il sorriso non vacillò dalle sue labbra. Non aveva alcuna paura del suo nemico, non aveva mai nemmeno provato quel sentimento: il giorno della sua sconfitta tutto ciò che aveva costruito nella sua vita da Heartless sarebbe crollato, la ragione stessa della sua esistenza avrebbe perso ogni significato; perché lei era superiore a chiunque altro, perché solo lei aveva il diritto, lei aveva le qualità per sedere al di sopra del nugolo di scarafaggi che la circondava. Non aveva ragioni di puntare tanto in alto, se non per soddisfare il suo ego; non aveva ideologia o progetti, voleva solo calpestare gli altri dal suo trono, godendo nel vederli strisciare sofferenti, e non poteva sopportare che qualcun altro guardasse con gli stessi occhi di scherno lei.
    Saya aveva già compiuto nei suoi pochi anni più di quanto qualsiasi bambino si fosse mai dimostrato in grado di fare, ma il suo egotismo non era sazio, tra i suoi artigli c'era ancora abbastanza spazio per contenere l'universo intero. Nessun uomo di latta poteva impedirglielo.
    I tentacoli lo afferrarono, saldamente stritolarono il gelido metallo, la bambina si leccò le labbra come un gatto, già pregustava la sua preda, anche se immaginava non ci sarebbero stati carne o sangue all'interno per ricompensarla.
    Impresse forza si preparò ad atterrarlo, assaporò l'istante della sua caduta, l'istante della vittoria. Eppure l'acciaio non cedette, si piegò indietro, vacillò per un istante raschiando il pavimento, ma non perse l'equilibrio. Saya scoppiò in una risata: se il suo nemico desiderava uno scontro fisico lei non si sarebbe di certo tirata indietro, perché la sua arma più potente era la forza pura che la trasformazione in Heartless le aveva donato. Le sarebbe bastato un po' di tempo e allora il guerriero non avrebbe nemmeno potuto rimpiangere il suo errore. Le sarebbe bastato solo un po' di tempo, ma egli non glielo concesse.
    Flutti di Oscurità lo avvilupparono. Come una seconda armatura, il suo potere brillò cupo e affilato, come linfa sgorgò dalle sue giunture annunciando distruzione. Non ci furono né parole né gesti, solo una volontà omicida che si espanse assieme a quel denso potere magico, investendo con la loro crudeltà la bambina, affascinata e spaventata al tempo stesso.
    Saya poté solo ammirare stupita. Le Tenebre esplosero, una folata gelida e rovente al tempo stesso la investì, sbarrandole gli occhi. Gli artigli dell'Oscurità segnarono la sua carne, era una maledizione che voleva portarla via con sé.
    -Bastardo!-
    Non gridò di dolore, non chiese alcuna pietà; ma per un solo momento,Saya perse il controllo dei suoi arti, per un istante ella provò l'istinto di fuggire. Ritrasse di scatto i tentacoli, mentre come mille pungoli il flusso di Tenebra la trapassava, strappandole la pelle ed addentando le sue membra.
    Strinse gli occhi, si morse il labbro pur di non sentire la propria voce trasformarsi in un urlo sgraziato di sofferenza. La sua lingua si mosse senza che nemmeno se ne accorgesse, fiutando le gocce di sangue che presero a scorrere dentro la sua bocca. Nauseante e vergognoso, era stata costretta a ferirsi, ad intaccare da sola il suo corpo perfetto, pur di cancellare il dolore con ulteriore dolore. Il tessuto del suo abito si consumò nel vento rovente, tutto il suo corpo era divorato da quel vento venefico; ustioni purpuree apparvero su di lei. Strinse gli occhi e puntò i piedi a terra per non indietreggiare, perché la cosa che più le premeva proteggere era l'orgoglio. Aveva abilmente raggiunto la posizione più favorevole, era la sua occasione per obbligarlo al corpo a corpo, non voleva perdere quel vantaggio decisivo. Doveva sbranarlo, doveva squarciare la sua armatura, schiacciarlo dentro di essa, cancellare ogni traccia della sua esistenza. Non aveva mai avuto motivo o desiderio di trattenersi, ma non era più nemmeno il tempo di studiare l'avversario, né di progettare con cura ogni mossa. Rei desiderava saggiare le sue capacità e Saya voleva mostrare a lei e a quell'Heartless impudente di cosa era veramente capace. Più del potere, più della forza, il suo cuore d'ossidiana bramava solo la vendetta. A qualunque costo, la bambina avrebbe accontentato il grido della sua anima.
    Ridacchiò sotto voce, accolse il dolore come l'abbraccio di un amante, lo assaporò appieno, per non dimenticare nessuna sensazione. Era devastante, abbastanza da piegare le sue ginocchia, da fonderle persino le ossa, ma lo spadaccino avrebbe vissuto di peggio, avrebbe rimpianto ogni singola ferita che le aveva inflitto. Sì, sarebbe stato stupendo, un gioco spassosissimo.
    -È il tuo turno!- Gridò con voce ferma, senza lasciar trapelare odio, solo il candido ed entusiasta timbro di una bambina. Il più crudele dei suoi giochi doveva ancora avere inizio.

    Saya inarcò appena la schiena. Il suo stomaco si ingrossò; la magia martoriava la sua carne ed essa, come in una supplica disperata, si muoveva ed agitava, rami di vene si intrecciavano tra loro e come deboli dita si aggrappavano alle membra, strisciavano in cerca di salvezza. Il suo corpo si deformava sempre più, una massa di carne purulenta si espanse, facendo scivolare via l'abito accanto ad essa. La massa prese rapidamente una forma, la pelle si tendette fino allo stremo, come se ciò che si trovava sotto di essa si sforzasse di fuggire. Solo allora la mutazione si fermò, solo quando quel corpo malato ebbe raggiunto il suo limite, indurendosi quanto un muro di ferro, Saya seppe di essere pronta. Lei era già morta una volta, per poi rinascere come un essere superiore, destinata a vette impossibili per chiunque altro, ferite del genere non avevano alcun significato per lei. I suoi artigli, invece, facevano molto male, e l'essere in armatura lo avrebbe imparato nel peggiore dei modi.
    L'incantesimo iniziò a placarsi, l'ululato del vento cominciò a ridursi fino a regredire ad un breve rantolo, ma la giovane Heartless non attese pazientemente il consenso per contrattaccare. Il suo scudo la difendeva, ella non era solo in grado di combattere il potere del nemico, ma persino di respingerlo. Spiccò un balzo in avanti; l'esplosione aveva investito i suoi arti, aveva danneggiato il suo corpo, ma le sue gambe erano rimaste pressoché indenni, ciò bastò a coprire quei due metri scarsi che li separavano ed ella si gettò con quanta forza possedeva per atterrarlo. Non era in grado di vederlo, con la vista bloccata dal suo largo scudo, ma sapeva di essere veloce, sapeva di avere una possibilità su cui era pronta a giocare qualsiasi cosa.
    Dimostrandosi persistente, avrebbe cercato di spingerlo a terra, di schiacciarlo con il suo stesso corpo. A quel punto, inchiodandolo al terreno con lo scudo, abbastanza grande da impedirgli di raggiungere la spada o di muovere efficacemente i propri arti, non avrebbe atteso nemmeno un istante, non avrebbe corso nemmeno il rischio di dargli qualche secondo per pensare. Dopotutto, aveva accuratamente formato lo scudo a partire dal suo stesso corpo, premurandosi che le braccia restassero libere. Avrebbe alzato una mano al cielo, stretto le dita e scrocchiato le falangi, quel piacevole scricchiolio sarebbe risuonato nella sua mente come campane celestiali, mentre immaginava quale musica sarebbe nata dal cranio dell'Heartless. La pelle del suo arto si sarebbe scurita, arida come la sabbia, ruvida e secca, i muscoli si sarebbero ingrossati mentre le unghie mutavano in artigli, l'inebriante olezzo del sangue di mille vittime si sarebbe diffuso danzando attorno a loro. A quel punto, le sarebbe rimasto solo da far ritirare lo scudo, e appena fosse rimasta scoperta la sua testa, prima ancora di liberare le sue mani, l'artiglio sarebbe calato, aperto, con la potenza di un enorme maglio, le unghie mortali bagnate di un liquido giallastro e annacquato, per trapassarlo da parte a parte.
    E, pur sapendo quanto fosse mortale un attacco del genere, Saya in cuor suo non poteva che sperare che qualcosa del genere non fosse sufficiente ad ucciderlo, che in qualche modo il cavaliere rimanesse in vita; perché le sue ferite bruciavano, e non aveva assolutamente finito di pagare per questo.




    Stato fisico: escoriazioni e bruciature estese su tutte le braccia, discrete ustioni sul resto del corpo
    Stato mentale: furiosa per le ferite che ha subito, pur non volendolo dare troppo a vedere. Desiderosa di far soffrire il nemico.
    MP: 100 - 10 - 5 - 5 = 80%
    Abilità Usate:
    CITAZIONE
    Morgawr

    Saya adora portare dolore e sofferenza nelle sue vittime. Adora vedere il loro volto contorcersi nel dolore, adora le loro grida e le loro continue suppliche di pietà, anche quando la fine è ormai inevitabile. Tuttavia, tale passione non è invertibile, lei non sopporta in alcun modo il dolore. Anzitutto, ogni ferita è un avvertimento, la obbliga a ricordare che, nonostante tutto, è ancora mortale come chiunque altro. Come se non bastasse, il suo stile di combattimento la sottopone a molti rischi, esponendola spesso agli attacchi dei nemici. Non può rendersi invulnerabile, ma i poteri della sua razza le hanno permesso di ignorare il dolore. Il suo corpo è molto più forte di un tempo e tale è il suo controllo su di esso: ha dei limiti, certo, ma pur venendo colpita la bambina è in grado di mantenere il suo sorriso crudele e portatore di morte, di continuare ad avanzare ignorando gli spasmi dei suoi muscoli e il dolore lancinante che brucia le sue membra.
    [Abilità Razziale “Tenacia” - Passiva Normale]

    CITAZIONE
    Klael
    Saya è superiore ai suoi Heartless e su questo non c'è alcun dubbio. La vera differenza, tuttavia, non risiede unicamente nel divario di forze che li separa, e anzi alcune delle ombre più potenti possono vantare una potenza non dissimile dalla sua. Ciò che davvero la eleva sopra la massa è l'intelligenza, oltre poi alla capacità di imparare dai propri errori. Se c'è una cosa, allora, che l'esperienza le ha insegnato è che, per quanto forte, non può aspettarsi di poter subire di petto qualsiasi attacco, così come non sempre è possibile schivare. Per poter sopraffare i nemici, anche quando la situazione sembra essere spinosa, la ragazza ha sviluppato la capacità di difendersi, in attesa di individuare un'apertura che le consenta un contrattacco. Mutando il suo corpo, infatti, è in grado di produrre e separare dal suo fisico una massa organica, rosso sangue e pulsante, le cui dimensioni e aspetto possono variare a seconda della volontà di Saya, ma che ricorderanno sempre un indefinito miscuglio di membra umane e le cui dimensioni non supereranno mai 1.50m in altezza o in lunghezza, assicurandole un'ottima difesa da colpi fisici o magici anche portati con una discreta potenza. Mezzo resistente, il suo scudo si solidificherà in una forma fissa subito dopo l'evocazione e rimarrà in perfette condizioni indeterminatamente, finché non subirà un totale di danni (Medio) sufficiente a spezzarlo e renderlo inutilizzabile.
    [Abilità Razziale "Scudo Organico" - Attiva Fisica - Consumo Medio - Istantanea]

    CITAZIONE
    Eldricht
    [...] Infatti, le sue capacità di mutazione le consentono anche di aumentare drasticamente il peso dei suoi colpi, rendendo un suo pugno un vero e proprio maglio: non richiederà alcun tipo di concentrazione, né all'apparenza vi saranno cambiamenti in lei, se non una lieve patina traslucida che avvolgerà istantaneamente le sue braccia. Per una manciata di secondi, quindi (tempo sufficiente a sferrare un attacco) le sue braccia diventeranno estremamente più pesanti e pericolose. Sebbene Saya sia in grado di sostenere senza tentennare tale cambiamento per il breve tempo che lo contraddistingue, la potenza del suo successivo colpo sarà immane, un ariete che sfascia qualsiasi ostacolo nella sua strada. (Attiva Bassa). La sua forza, tuttavia, non si limita alla forza bruta: della crudeltà e della rabbia che animano la ragazza, infatti, il suo corpo, ospite e preda in uno dell'oscurità, ha imparato a fare un'arma e, trasformando il suo potere oscuro in siero, ha imparato a produrre al suo interno un veleno estremamente pericoloso. Grazie a questa sua tecnica, la ragazza è in grado, colpendo con i suoi artigli l'avversario, di trasmettere attraverso le ferite un liquido il cui effetto si risolverà in maniera quasi immediata: batteri, più nella precisione, veri e propri parassiti che, penetrati nel sangue, cominceranno a divorare dall'interno l'avversario, sottraendogli sostanze quali ferro, calcio e magnesio. In un primo momento, la conseguenza sarà solo una lieve sensazione di bruciore diffusa in tutto il corpo, ma grazie alla rapidità estrema con cui essi si diffondono e con cui divorano l'ospite, l'effetto si evolverà quasi subito in una forte stanchezza e una discreta difficoltà a muovere il corpo, che apparirà indolenzito e dolorante (Attiva Bassa). Questi organismi, prodotti dal potere di Saya ed incapaci di sopravvivere indipendenti, termineranno il loro ciclo vitale dopo due turni e, nello stesso momento, la tecnica terminerà la sua efficacia.
    [Equipaggiamento Magico – 3 slot]
    (utilizzate entrambe le tecniche)

    Note: Spiego ora le mie azioni e i ragionamenti che mi hanno portate a compierle. Anzitutto, ho considerato il fatto che, nella descrizione dell'abilità, è affermato che "l'esplosione dura qualche secondo". Date la Velocità e Destrezza leggermente superiori di Saya, ho fatto in modo che sia rapida a tirarsi indietro, ma chiaramente non abbastanza da sfuggire ai danni (data la differenza di Essenza, ho considerato i danni alle braccia di entità media, nonostante il fatto che la tecnica sia a 360° avrebbe abbassato il suo grado di un livello). Non l'ho fatta sfuggire ai danni soprattutto perché il suo parametro di Concentrazione è più basso, quindi non aveva senso che riuscisse ad evocare lo scudo in tempo per difendersi. Tuttavia, ricollegandomi ha quanto ho già detto, il fatto che sia più veloce dello Sterminatore mi ha fatto supporre che riesca ad evocare lo scudo e a svolgere le sue azioni prima che scadano quei "pochi secondi" di cui ho già parlato. A questo punto, ho preso in considerazione l'abilità passiva Tenacia: siccome Saya forma lo scudo a partire dal suo petto e lo carica senza utilizzare in modo particolare le braccia, il dolore non la influenza in alcun modo durante l'azione, e come detto durante il post il suo obiettivo sarà di spingere a terra l'Heartless e bloccarlo lì con il suo scudo. A quel punto, l'ultima parte del post consiste in Saya che trasforma il suo braccio, attraverso le 2 tecniche del suo equipaggiamento magico, e tenta un colpo portato con gli artigli perpendicolari alla testa e al terreno così che, se per qualche motivo non le riuscisse di spiaccicargli la testa, le basterebbe anche solo graffiarlo per riuscire ad avvelenarlo.
    Quasi dimenticavo, a proposito dell'illusoria dell'Heartless: lo scudo è appunto abbastanza grande da interporsi tra il campo visivo di Saya e quello del cavaliere, quindi la tecnica avviene mentre Saya sta già caricando, ma non la influenza xD Chiaramente, non ho autoconclusivamente scelto che il Knight finirà a terra e che avverrà quanto detto dopo, dipende ovviamente da quello che farai tu, Frenz, ma ho già portato le mani avanti come avevi fatto tu con la psionica e il colpo successivo xD Quindi perdona se il finale è un po' bruttino, posto tutto al condizionale, ma se facevo diversamente, mi sarei beccato un 2 in lealtà ad essere buoni xD
    Non... Non credo di avere altro da dire. Spero che il post ti sia piaciuto e che il Knight muoia tra atroci sofferenze assicurando a Saya il suo posto nell'Ordine la quest proceda divertente ^^
     
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    Buio Pesto IV


    La strategia fallì. Saya fu più veloce del suo sguardo, più veloce della carica omicida con la quale il Knight voleva attaccarla. La sua ripresa fu strabiliante e disumana: nonostante avesse accusato il colpo, nonostante i suoi tentacoli bruciassero ancora del fuoco oscuro, la ragazzina trovò le forze e la determinazione per rispondere immediatamente all’attacco; e dal suo corpo così esile, così puro all’apparenza, proruppe un’orribile deformazione, un groviglio di membra umane ammassate a forma di scudo. E con quello scudo caricò, frapponendolo tra lei e la possibilità di essere colpita dall’illusione. Il Knight non fece in tempo a pensare. La carica fu furiosa, fulminea, l’impatto tremendo. In una frazione di secondo, lo Sterminatore si era ritrovato a terra, le braccia praticamente immobilizzate dall’ampiezza dello scudo, con Saya che aveva già alzato degli artigli pronti a calare su di lui.
    Era immobile. Era impotente. Ma non conosceva la paura. Così, aspettò il colpo.
    E il colpo non lo uccise.
    Un terribile stridore, un cozzare di scintille e lo strapparsi della carne. La resistentissima armatura del Knight era riuscita ad attutire il colpo quel tanto che bastava per impedire agli artigli di trapassargli la testa da parte a parte. Ma il dolore era lo stesso lancinante, e uscire da quella situazione rimaneva un’impresa titanica. Così il Knight agì di nuovo d’istinto: e l’oscurità esplose di nuovo dal suo corpo. Forse stavolta non sarebbe andata a segno, forse Saya si sarebbe spostata. Ma del resto, era proprio ciò che voleva: togliersi la ragazzina di mezzo, allontanare quegli artigli dalla portata del suo volto e tornare a poter utilizzare la spada. Così, che Saya si fosse spostata o meno, il Knight avrebbe tentato di rialzarsi, nel secondo caso facendo forza per togliere l’Heartless, indubbiamente indebolita dai danni subiti, di mezzo.
    Ma poi arrivò la stanchezza, e già il semplice rialzarsi fu difficoltoso. Solo la sua tenacia, solo la furiosa e cieca determinazione da Heartless gli concessero di rimettersi in piedi. Era una sensazione strana, qualcosa di estraneo al mero e pur ingente dolore fisico al volto. Lo Sterminatore non sapeva cosa fosse, ma non poteva permettersi di attaccare in quelle condizioni: il vantaggio concessogli dal miasma oscuro sarebbe bastato a malapena a concedergli di rialzarsi e ad assumere una posizione difensiva –spada imbracciata a due mani, guardia alta-, prendere di nuovo l’iniziativa per attaccare era fuori discussione.
    Avrebbe atteso, quindi, atteso indietreggiando appena di un paio di metri, guardia alta e occhio vigile, atteso che il miasma si esaurisse e che Saya potesse tornare ad assalirlo. Ma stavolta sarebbe stato pronto, stavolta non si sarebbe fatto cogliere di sorpresa.
    Eppure, nonostante non se ne rendesse conto a pieno, le braccia alzate a tenere lo spadone tremavano appena, le ginocchia faticavano a sostenerlo correttamente.
    Non importava. Lo Sterminatore avrebbe vinto quello scontro.



    Stato fisico: squarci di entità alta sulla parte destra del volto. Stanchezza indotta dall’abilità di Saya.
    Stato psicologico: furia smorzata dalla stanchezza e dall’inaspettata reazione di Saya.
    Energia magica: 70%
    Abilità usate:
    CITAZIONE
    Impulso di Tenebra
    Il Knight provoca un'improvvisa fuoriuscita di oscurità dal suo corpo, generando un'onda d'urto.

    La tecnica ha natura Magica, elemento Oscurità. Dopo alcuni istanti di concentrazione, il Knight sarà in grado di generare un'entità oscura di forma sferica che si dipanerà dal suo corpo, avviluppandolo completamente per alcuni secondi. Oltre a provocare danni magici come qualsiasi altra tecnica, il marasma di tenebra causerà una piccola onda d'urto in grado di deflettere corpi fisici di dimensioni ridotte (come ad esempio pugnali) e di sbilanciare creature umanoidi.
    Sviluppandosi a 360°, la tecnica causerà un danno inferiore al proprio costo, ma potrà colpire più bersagli.
    Costo. Medio

    Note: Direi che quanto c’era da dire ce lo siamo già detto privatamente. Dal canto mio, il mio post mi sembra già abbastanza chiaro –nella sua vergognosa semplicità- ma se hai bisogno di chiarimenti sai dove trovarmi.
     
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    Lo sentì. Lo sentì chiaramente. Sotto il frastuono del metallo, oltre lo stridere dei suoi artigli, Saya aveva sentito il dolce suono della carne tranciata, percepì il viscido sangue nero dello Sterminatore ungere il suo arto, avvolgendolo come un guanto regale. L'espressione tesa ed adirata che decorava il suo viso si ammorbidì, i lati della sua bocca si alzarono in un ghigno sadico, i denti perfettamente bianchi sporsero tra le sue labbra scarlatte e brillarono di una luce accecante, come zanne fameliche pronte a dilaniare, divorare, consumare qualsiasi preda. Sì, quella era proprio la conferma di cui aveva bisogno: come insegnava la vecchia favola, anche l'uomo di latta, sotto la sua armatura, aveva un corpo ed un cuore che pulsavano, e la ragazza moriva dalla voglia di strappargli quest'ultimo con la forza. Aveva un affronto da vendicare, aveva un obiettivo a cui mirava, ma soprattutto aveva fame di violenza. Oramai ogni logica era perita di fronte a quella vista meravigliosa, al danzare sensuale del sangue. Il suono della sua stessa risata ovattava quello dei suoi pensieri, si godeva quello scontro che le era stato in posto come se fosse fine a se stesso.
    Saya aveva sempre saputo di essere la più forte, una classe completamente diversa da quelle creature senza ragione, capaci solo di obbedire ai comandi come bestie da soma. Era sempre stato così fin da che aveva memoria: era sempre stata lei a comandare, lei a decidere della vita e della morte, lei a manovrare le vite altrui; e lei, fin da quando i loro istinti omicidi si erano scontrati, aveva desiderato sentire, tra le sue mani, i fili che sorreggevano quella marionetta d'acciaio. Voleva divertirsi a manovrarli, agitarli fino a rendere il pupazzino esausto, per poi liberarsene una volta che si fosse annoiata. Purtroppo, lo scontro non era cominciato nel migliore dei modi e, sebbene piena di difetti, Rei si era dimostrata almeno abbastanza competente da mantenere fede alla parola data, ponendola di fronte ad un avversario tanto abile da poterla mettere, anche solo per un istante, in difficoltà.
    L'abilità dello Sterminatore, in realtà, era stata un vero fastidio per la bambina. Ciononostante, era tutto finito, Saya non aveva più ragione alcuna di preoccuparsi: aveva portato a segno il suo colpo, aveva livellato ogni rischio, ergendosi di nuovo sopra il suo nemico com'era giusto che fosse. Un turbine di emozioni la travolse, il suo cuore scoppiò di godimento, infiammando tutto il suo corpo. Era assuefatta della forza, il sangue era la sua droga, il suo primo istinto fu di strappare via l'elmo alla creatura per cercare l'espressione di terrore che impreziosiva gli ultimi momenti di tutte le sue vittime. Stava benissimo, avvolta dal forte vento e bagnata di sangue non suo. Umani, Heartless, Nessuno, non vi era differenza: tutti, davanti alla morte, mostravano lo stesso volto; tutti, di fronte al più forte, piegavano il capo e ubbidivano agli ordini. Era sempre lo stesso e Saya amava quei momenti, li riviveva giorno dopo giorno nelle facce di chiunque si trovasse sul suo sentiero.
    Questa volta, tuttavia, la giovane non riusciva a provare quelle stesse emozioni, la gioia folle che turbinava dentro di lei era tenuta in scacco dalla ragione, chiusa tra sbarre di ferro, e l'apice non arrivava mai. Frenò i suoi muscoli, ordinò al suo corpo di obbedirle, sedò l'istinto violento che voleva solo abbattersi sull'ombra senza controllo né pensiero. Come ruggiti, due pensieri risuonarono nella sua mente, tanto potenti da vincere il suo orgoglio. Il primo, Saya non poteva dimenticare quanto era accaduto solo pochi istanti prima: una esplosione di vento e fiamme, un'Oscurità tanto densa da tagliare come una lama, tanto profonda da bruciare quanto l'inferno stesso; a quell'attacco lei era già sopravvissuta una volta, ma non voleva scoprire se fosse in grado o meno di ripetere il miracolo. Più importante ancore, tuttavia, non doveva dimenticare che quello era solo il preludio: la bambina era ai cancelli di un mondo completamente nuovo, di una realtà che fino ad allora aveva solo sognato, ma che finalmente si offriva a lei in tutta la sua grandezza. Non pensava sarebbe mai giunta a pensarlo, ma non aveva tempo di dilettarsi con simili frivolezze, non poteva permettersi di correre anche il minore dei rischi. Se ne avesse avuto il tempo, Saya avrebbe voluto cercare lo sguardo di Rei, avrebbe voluto sapere cosa stava pensando, come si trovasse dalla sua posizione privilegiata, intenta a godersi quello scontro come se le fosse superiore; la sua ricreazione sarebbe finita presto, ancora pochi istanti e l'avrebbe obbligata a muovere il culo.
    Strinse i denti e socchiuse gli occhi: faceva un male cane, ma doveva ignorarlo, era solo per un istante. La Heartless appoggiò le mani a terra, spinse con forza usando tutti e quattro gli arti, piegò la testa e curvò la schiena come in una palla. Fu rapida, scivolò via sul terreno con leggerezza e delicatezza che al contempo parevano perfette e cacofoniche per la sua persona.
    Il miasma nero esplose dietro di lei: la furia dello Sterminatore si scatenò cieca in un letale turbinio di energia, ma lanciandosi in avanti riuscì a sfuggire al pericolo prima che esso si palesasse davvero: sperare anche solo in parte che bastasse un solo colpo per sancire l'esito del duello era stata una previsione un po' troppo ottimistica da parte sua, tuttavia non era così stupida da insistere a giocare col fuoco senza precauzioni dopo essersi scottata già una volta. Tornare a prendere le distanze la infastidiva comunque e Saya soffiò fuori tutta l'aria che aveva nei polmoni in un sospiro scocciato.
    La verità era che lei non si trovava nella migliore delle posizioni: finché continuava ad indietreggiare, la bambina non poteva sperare in una vittoria concreta, ma allo stesso tempo quella tecnica dell'ombra era il più grande deterrente per ogni sua strategia e dopo quanto era appena accaduto, ella poteva anche togliere dalla rosa delle opzioni che fosse il suo nemico a sferrare l'assalto successivo. Velocemente, la ragazzina vagliò tutte le tecniche a sua disposizione: aveva modo di attaccare a distanza, ma non credeva davvero che una strategia tanto “diretta” potesse davvero rivelarsi efficace contro un nemico che aveva mostrato tanta abilità e prontezza per tutto il duello. Esasperata, per un istante Saya rivolse gli occhi al cielo ed imprecò a labbra strette. Un istante dopo, quelle labbra si aprirono in meraviglia, piegandosi poi in un sorriso eccitato. Sembrava proprio che fosse stata la soluzione a trovare lei.
    Lo Sterminatore si stava rialzando in quel momento; intorpidito dal veleno somministratogli da lei, il mostro tentava di alzarsi sulle sue gambe malferme e ritrovare una posizione di guardia efficace. Saya non voleva dargliene il tempo.
    Il petto della ragazza si gonfiò per un istante, mentre ella portava indietro la testa. Le sue guance si gonfiarono, il collo si mosse in modo innaturale, come a spingere verso l'alto i contenuti del suo corpo. La bambina osservava appena, con la coda dell'occhio, il nemico che aveva davanti a lei; preparò nella bocca il suo attacco, impastò i succhi gastrici con la sua saliva e con tutta l'energia oscura che scorreva dentro di lei assieme al sangue. Sputò il proiettile, una grossa sferra di mucillagine che le sfuggì quasi come un conato di vomito. Non mirava, tuttavia, allo Sterminatore, era fin troppo in alto per ciò. Saltando indietro per evitare l'assalto magico dell'avversario, Saya si era allontanata dal centro del campanile, si era allontanata dalla campana che troneggiava sopra di loro. Lo vedeva, scorgeva chiaramente il ceppo che sosteneva la campana sopra le loro teste o, meglio ancora, sopra la testa del mostro. La bambina si considerava estremamente oggettiva in merito alle sue abilità e non si lasciava di certo accecare dal proprio ego, per questo non era totalmente convinta di poter colpire un nemico in movimento come quell'Heartless, per quanto indebolito; tuttavia, era impossibile che mancasse un bersaglio fermo come quello.
    La sfera di acido esplose contro il ceppo, come olio scivolò su ogni sua parte, vi si aggrappò e cominciò a divorare il suo legno con la fame di mille termiti. A differenza delle tante cavie umane sulle quali lo aveva sperimentato, l'oggetto inanimato non fece un solo tentativo di scrollarsi l'acido, non oppose alcuna resistenza mentre la sostanza consumava rapidamente il suo nucleo. Fu questione di un secondo, la campana si mosse instabile ed il battacchio risuonò una volta, agitandosi furioso. Allora il ceppo cedette completamente e, come il martello di un giudice, il gigante di ottone si abbatte sul terreno, cadendo malamente su di un lato.
    Come prima, parte di Saya sperava che lo Sterminatore sarebbe rimasto lì dov'era, dopotutto non sarebbe stato male vederlo affondare assieme al simbolo stesso di quella città, ma la ragazzina non era tanto ingenua da affidarsi completamente a quella possibilità. Sarebbe subito scattata in avanti, muovendosi attorno alla campana per tornare ad avere di fronte il suo nemico, nel caso non fosse perito e non le fosse già davanti. La giovane Heartless avrebbe giocato il tutto per tutto puntando unicamente sulla sua velocità superiore e sull'impedimento dettato dal suo veleno: avrebbe spostato tutto il suo peso sulle gambe, per reggersi bene dove si trovava. E con un ultimo grido, misto di furia ed estasi, avrebbe inarcato la schiena, avrebbe mutato il suo corpo un'ultima volta: il suo abito si sarebbe squarciato all'altezza della pancia, la sua stessa pelle si ruppe e, dove avrebbe dovuto esserci un corpo pallido e ancora acerbo, vi sarebbe apparsa un'enorme bocca, fauci malefiche che mostravano gengive iniettate di sangue e zanne affilate come spade. La bocca si sarebbe spalancata, mostrando l'abisso nero che si estendeva all'infinito al suo interno, come a sottolineare che la sua fame non poteva mai essere placata. Allora, rapida e schioccante come una frusta, una lingua bestiale sarebbe fuoriuscita, diretta contro il nemico. Avrebbe tentato di avvolgersi attorno ai suoi fianchi, ad un suo arto, a qualsiasi cosa riuscisse ad afferrare ad un'altezza appena superiore alla sua vita e, senza tanti complimenti, avrebbe cercato di trascinarlo di nuovo dentro prima che egli potesse realizzare cosa stava succedendo ed avesse il tempo di tentare, un'altra volta, di sfruttare la sua dannatissima tecnica magica.
    Per un solo istante, Saya si chiese se Rei avrebbe apprezzato quella soluzione al problema che lei aveva trovato. Certo, radere al suolo un campanile intero poteva attirare un po' di attenzioni indesiderate, ma la bambina ricordava bene la notte della guerra e la montagna di cadaveri lividi accumulatasi dietro all'Assassina del Candore: l'Adepta avrebbe potuto criticarla quanto voleva, ma di certo nemmeno lei ci andava molto leggera con i suoi nemici.




    Stato fisico: escoriazioni e bruciature estese su tutte le braccia, discrete ustioni sul resto del corpo
    Stato mentale: furiosa per le ferite che ha subito, pur non volendolo dare troppo a vedere. Desiderosa di far soffrire il nemico.
    MP: 80 - 10 - 20 = 50%
    Abilità Usate:
    CITAZIONE
    Azathoth

    Unica tecnica in grado di danneggiare il nemico senza contatto diretto, nonché una delle più subdole, sebbene le tolga il piacere di sentire la vita altrui spegnersi tra le sue mani. Ella impiegherà un solo istante ad avviarla, comincerà il tutto provocandosi da sola un pesante rigurgito, un conato di vomito generato da un controllo volontario dei movimenti peristaltici che a qualsiasi altro individuo risulterebbe semplicemente impossibile. Potenziata e affiancata dai suoi poteri oscuri, però, si esibirà in qualcosa che va ben oltre una semplice emesi, perché emetterà dalla bocca una grande massa di sostanza putrescente, compattata all'incirca in una sfera, dalla capacità altamente corrosiva. Tale sostanza provoca al contatto pesanti ustioni, è un vero e proprio acido capace di disciogliere qualsiasi sostanza ad un contatto troppo prolungato.
    Si tratta di una tecnica di natura fisica, essendo un prodotto del suo stesso corpo, la cui potenza sarà commisurata al parametro di Essenza del bersaglio,
    [Abilità Fisica – Attiva media - Istantanea]

    Cthulhu

    La più potente delle abilità in possesso della ragazza, l'abilità con cui può cancellare dall'esistenza qualsiasi avversario. Fortunatamente, non prova dolore ed ogni tipo di sofferenza è capace di sedarla con i suoi poteri: inarcando la schiena, infatti, il suo stomaco si squarcerà, una larga voragine sanguinolenta e purulenta si aprirà nel suo corpo, una larga dentatura macchiata di sangue apparirà dall'interno del suo corpo, zanne possenti e affilate, un ghigno crudele ed affamato. Spalancherà quella seconda bocca, del cui interno si potrà vedere solo un ignoto pozzo nero e, con grandiosa velocità, da esso sguscerà una lunghissima lingua, spessa e resistenze, che si getterà contro il nemico, con l'obiettivo di avvolgerlo. La lingua, della lunghezza di 7 metri, si attaccherà automaticamente al nemico qualora dovesse anche solo sfiorarlo, per poi arrotolarsi assicurando così la preda a sé con maggiore forza. Non contenta, quindi, con una forza devastante si ritrarrà indietro di scatto, si tufferà di nuovo nelle larghe fauci di Saya, divorando tutto ciò che era rimasto intrappolato tra le sue spire.
    La potenza della lingua, nonché la forza delle mandibole che si chiuderanno sul nemico equivalgono a quelle di una tecnica di livello Alto e possono essere contrastate attraverso tecniche dello stesso livello o superiori e/o con adeguati potenziamenti.
    [Abilità Fisica – Attiva alta - Istantanea]

    Note: Wow, ero partito che il post mi sembrava uno schifo, e invece ha finito per diventare qualcosa che, in tutta onestà, mi convince appieno °ç° la strategia mi sembra evidente e spero solo non ti faccia strabuzzare troppo gli occhi dalle orbite: nelle immagini del gioco non abbiamo mai avuto di vedere la parte interna dove siamo noi e nel mio primissimo post d'apertura, anche se non lo avevo minimamente programmato, avevo scritto che al centro, sopra di loro, si trovava una delle campane. Mi sono fatto dare una mano da wikipedia per capire di preciso quali e come sono le componenti di una campana e, da quel che ho letto, attaccando il ceppo (la parte che collega la campana alla/e trave/i che la sorregge/ono) con tale tecnica, mi è parso possibile che la campana potesse capitolare a terra come descritto nel post. Lascio a te i danni effettivi che possa fare al terreno su cui si trovano lor signori :asd: in ogni caso, per evitare ogni rischio ho continuato aggiungendo che, nel malaugurato caso (per me :v: ) che l'Heartless non dovesse morire con quello, Saya scatta verso di lui ed utilizza la sua tecnica più potente, Cthulhu, per cercare di divorarlo e farla finita prima che quello possa riprendersi dal precedente e poco convenzionale attacco. E niente, incrocio le dita (soprattutto affinché non mi venga considerata irregolare la mossa °A° ) e aspetto una tua risposta xD
     
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    Buio Pesto V


    Un sorriso nervoso fu tutto ciò con cui Rei accompagnò la caduta della campana. Lo sapeva. Sapeva dal momento esatto in cui il rigurgito gastrico aveva cominciato a sciogliere il legno che sosteneva il mostro d’ottone, che lo Sterminatore avesse perso. E lo sapeva anche lui. Non si era mosso, non aveva tentato di proteggersi in alcun modo. Evidentemente, quegli esseri avevano una mente piuttosto pragmatica: il veleno gli impediva di essere abbastanza veloce da rialzarsi e portarsi fuori dalla zona di caduta; e lui, semplicemente, aveva atteso la morte. Aveva terminato di rialzarsi, aveva alzato il capo e piantato a terra la spada; e dopo un rapido, appena accennato inchino alla sua avversaria, era stato travolto.
    Il rumore fu la parte peggiore. L’ottone morse il marmo in una cacofonia insopportabile di stridii e scintille. Sfregiò i preziosi mosaici, donando la loro polvere alla brezza del tramonto. Per un attimo, Rei pensò che il terreno avrebbe ceduto, e che la torre del tramonto sarebbe stata totalmente distrutta dalla caduta della sua stessa campana; sfortunatamente, era stata fin troppo ottimista.
    Mollò la presa dalle assi di legno che la nuvola di calcinacci non si era ancora posata del tutto. Di Saya, di quell’ennesimo mostro spietato e opportunista che avrebbero dovuto accogliere nell’Ordine, si intravedeva soltanto una Silhouette sfocata. I passi dell’Assassina del Candore risuonavano pesanti, al ritmo della sua frustrazione. Le mani, strette a pugno, oscillavano minacciose lungo i suoi fianchi.
    Non lo sopportava. Non sopportava che per colpa di un meschino, fottuto senso del dovere -per colpa sua!- ora si sarebbe dovuta ritrovare quell’abominio in corpo da diva tra i piedi ogni dannato giorno. Non sopportava la neonata possibilità di doverci andare in missione, di dover condividere con lei informazioni, pensieri, azioni.
    Per un attimo, un attimo solo, pensò di rimediare al suo stesso errore. Sarebbe bastato uno scatto, un pugno ben assestato. Saya aveva subito danni, e di certo non si sarebbe aspettata un’offensiva quando aveva già vinto; quando si era già guadagnata l’agognata ricompensa. Un pugno, solo uno. Alla bocchetta dello stomaco, per essere sicuri. Mettendoci tutta la sua forza, per essere scaramantici. Imponendo talmente tanta spinta da farle spaccare una delle colonne di sostegno e farla volare fuori dalla torre, per essere paranoici.
    Ma fu lo stesso, insensato, fottuto senso del dovere a fermarla. A farle attraversare i calcinacci con i pugni ancora lungo i fianchi, serrati in una morsa d’acciaio.
    Lasciò che la brezza scostasse la polvere, rivelando gradualmente la sua figura a quella dell’altra. Dietro di loro, un cimitero d’oro e d’avorio. Dello Sterminatore, nessuna traccia.
    L’Assassina del Candore si prese alcune frazioni di secondo per guardare il mostro dritto negli occhi, per disprezzare quella fin troppo manifesta soddisfazione, per gettare altro fuoco su una relazione già condannata all’incendio inestinguibile. Poi, alzò lentamente la mano destra, dischiudendo lentamente, a scatti, la morsa d’acciaio. La mano tesa più chiusa della storia.


    «Benvenuta nell’Ordine degli Oscuri... Sorella.»


    Non serviva altro. Aveva preso la sua decisione. Per quanto potesse infastidirla, ogni alleato, specie potente quanto Saya si era dimostrata, era vitale alla causa dell’Ordine. Arrivò quasi al punto di vergognarsi di tutto il suo astio: in fondo, non avrebbe certo dovuto farle da balia. Ci sarebbero stati altri, ben più competenti di lei, che avrebbero pensato a “domarla”. A cancellarle quel fottuto sorriso sornione e a insegnarle che all’Ordine si fa ciò che i piani alti comandano. In un certo senso, il pensiero era quasi divertente. Se quell’ “ottima attrice” non era riuscita a beffarsi nemmeno di lei, non avrebbe avuto speranza contro i veri attori dello spettacolo. Saya stava per salire su un palco tremendo, su un tabellone di gioco affollato dai più grandi giocatori di sempre.
    E così, nell’odio, spunto un sorriso. E insieme a lui, avvolto dalle ultime nuvole di polvere, un varco oscuro. L’entrata ufficiale di Saya per il palco nero. Per il Castello d’Ossidiana.


    «Quando vuoi.»



    Note: preferisco lasciare alla tua interpretazione la "morte onorevole" del Knight. Ma leggendo la sua descrizione, non dovrebbe essere troppo difficile da intuire il motivo. Che dire? La quest si avvia alla conclusione. Puoi sia concludere nel prossimo turno entrando nel Varco, sia continuare a chiacchierare, per me è indifferente. E... bhe, spero tu abbia gradito^^
     
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    Fine Intermezzo




    Forza, astuzia, freddezza. A Saya era stato fatto dono di ognuna di quelle qualità. Non solo esse, ma anche la bellezza, l'istruzione, ogni aspetto della sua persona era ineguagliabile, non uno era stato trascurato. Ciò che il diritto di nascita le aveva conferito, lei aveva trascorso una vita intera ad affinarlo, correggendo ogni sbafo, ogni dettaglio che potesse minare la sua persona e, con essa, l'ascesa al potere a cui tanto bramava.
    Fin dall'inizio non aveva avuto alcun dubbio, fin da quando Rei aveva varcato la porta del campanile, presentandosi assieme alla sua bambolina, Saya non aveva avuto alcun dubbio sulla sua vittoria. Nessuna bestia, per quanto feroce o predisposta alla guerra, poteva sottometterla. Heartless, Nessuno, erano tutte creature inferiori, erano tutti esseri assennati che avevano ceduto alle leggi del mondo. Lei no: il suo cuore era stato rivendicato dalle Tenebre, l'Oscurità aveva tentato di incatenarla e sottometterla, di fare di lei uno strumento, ma Essa stessa era diventata l'arma nelle mani della bambina. La sua volontà aveva piegato le leggi del mondo, con i propri artigli si era attanagliata alla vita, era riemersa dall'abisso nero che voleva consumare la sua mente, senza perdere di vista nemmeno un istante l'obiettivo che si era posta: raggiungere la vetta, ottenere ogni cosa e far sì che il suo nome fosse mormorato e riverito. Solo il suo nome, non quello della stupida e volgare casata che, pur avendo dato i suoi natali, era crollata su se stessa al primo soffio di vento. Solo il suo nome. Tutto perché quel trono lo aveva già provato, da umana: ci si era trovata comodissima e dall'alto aveva riso di quei vermi con una gioia che non sarebbe mai stata capace di dimenticare.
    Con grandi speranze, allora, Saya si era presentata a quell'appuntamento. Aveva pregustato il suo ingresso nell'Ordine, in quella settimana che era trascorso dal loro ultimo incontro la bambina non aveva fatto che chiedersi quale nuovo mondo le avrebbero mostrato i suoi fratelli, quale posto le avrebbero riservato al loro tavolo. Eppure, quello era davvero stato il massimo che erano riusciti ad orchestrare? Lo scontro era stato troppo rapido, troppo squilibrato. Non aveva dimostrato nulla, se non che Rei fosse brava a farle perdere tempo. O forse, avevano davvero creduto che quello fosse il suo livello massimo? Forse credevano davvero che quello fosse il livello adeguato per un Adepto.
    No. Si morse il labbro e scacciò quell'idea malsana dalla mente. Si rifiutava di crederlo, non avrebbe mai accettato che le forze dell'Oscurità fossero controllate da pezzenti di un simile stampo. L'avevano solo sottovalutata, tutto qui. Era stato un semplice errore di valutazione da parte loro, un errore che avrebbe insegnato ad ognuno di loro che era meglio evitare.
    Nonostante tutto, però, anche se le sue aspettative erano state deluse, anche se Rei si era dimostrata persino più ingenua di quanto credesse nel scegliere quel mediocre avversario per lei, le labbra della bambina si inarcarono, quasi senza che lei se ne accorgessero, ed un sorriso sadico impreziosì il suo volto. Vide le travi cedere, vide la campana sconfitta dalla forza di gravità. Scorse lo sterminatore, scorse quel verme vestito di metallo che si rialzava. Inarcò un sopracciglio, si umettò le labbra divertita: aveva in mente qualcosa? Aveva un piano per salvarsi? Stirò le sue dita, i suoi artigli, quanto più poteva, con un brivido di piacere sentì le ossa scricchiolare con grazia. Era pronta, preparata a rispondere a qualsiasi assalto, decisa a rendere vano ogni suo tentativo di avere salva la vita. E l'Heartless gettò a terra la sua arma.
    Saya guardò esterrefatta la l'ombra piegarsi in un inchino, per lo stupore indietreggiò di mezzo passo, dimenticandosi di respirare. Il mostro di ottone si schiantò a terra, suonò per un'ultima volta il suo canto addolorato. Evocata dalla campana, un'onda di polvere si abbatté su di lei, ma Saya non chiuse gli occhi. Lo sterminatore sfuggì alla sua vista, la torre intera tremò sotto la potenza del gigante, il pavimento cedette ed una voragine si formò di fronte ai suoi piedi. Sotto era solo il buio.
    -Pff...- portò una mano alla bocca, strinse la pancia per cercare di contenersi.
    -Ah ah ah... AHAHAHAHAH!!!!- esplose nella più potente, denigrante, crudele eppure limpida ed aggraziata delle risate. Nascose il viso con l'arto, ma non ebbe contegno nel suono o nella durata.
    Era allibita e divertita, sorpresa e al tempo stesso impietosita dalla stupidità del suo nemico. Quel gesto era stato così inaspettato da spaventarla, per un istante, ma era tutto finito. Passarono i secondi, forse interi minuti, e quando la polvere si diradò, con essa cessarono le risa della ragazza. Ella restò semplicemente immobile a fissare con disdegno il nulla di fronte a lei, il nulla dove poco prima si trovava lo spadaccino. Egli aveva accettato la sconfitta, aveva onorato la sua forza; si era spacciato per un cavaliere fino all'ultimo istante della sua esistenza, anche se sotto quello strato di metallo c'era solo il nero più assoluto. Era stato un comportamento stupido e superfluo. Saya non amava combattere, amava schiacciare la gente; non aspirava a duelli alla pari e persino quella ne era la prova. A sembrarle assurdo, tuttavia, tanto da spingerla alle risate, era ben altro: non riusciva a credere che qualcuno potesse credere che la morte potesse essere onorevole.
    Saya aveva maledetto la sua debolezza, il giorno in cui le fu tolta la vita, ma da allora non era stata sconfitta una singola volta. Aveva combattuto infrangendo ogni regola, sfruttando e raggirando chiunque per il proprio interesse, senza farsi incatenare da nessun codice morale né da concetti come lealtà od onore. La realtà in cui stavano vivendo, il conflitto eterno tra Luce e Oscurità, ogni cosa rispondeva alla legge del più forte: gli Heartless facevano razzia dei mondi, gli umani inseguivano la salvezza; ogni sforzo si riduce a polvere con la morte, contano solo i propri bisogni. Il motivo stesso per cui si erano trovati lì in quel giorno girava attorno a quell'unica verità: l'Ordine voleva sfruttare la forza di Saya, Saya voleva sfruttare la forza dell'Ordine. Non c'era nulla di onorevole in tutto ciò, non c'erano dogmi o scuse che giustificassero una tale debolezza.
    -Non mi stupirebbe scoprire che il vostro gruppo stia andando a rotoli...- commentò, con una mano appoggiata ai fianchi e l'altra davanti agli occhi, che controllavano se le unghie fossero ancora in buono stato. La sua voce era esasperata e rassegnata al tempo stesso, eppure il sorriso compiaciuto e crudele sul suo volto suggeriva tutt'altro. -... Se deve fare affidamento su soldati così rapidi a rassegnarsi.-
    Si pettinò una ciocca di capelli e, scrutandola con la coda dell'occhio, si accorse che Rei era scesa dal suo nido e le stava camminando incontro. A sua volta, con passo lento e leggero, si avvicinò. -Oh, giusto!- aggiunse, portando una mano alla bocca come colpita da un'improvvisa illuminazione. -Ora immagino che dovrei dire il nostro gruppo.-
    La osservò bene. Ammirò l'Assassina del Candore, squadrandola da capo a piedi, apprezzando ogni sintomo della sua rabbia: non si lasciò sfuggire i pugni serrati come magli lungo i fianchi della ragazza, il suo viso immobile in un'espressione che tentava di essere priva di emozione.
    Saya rispose con un sorriso rivolto a se stessa e mugolò soddisfatta. Non si preoccupò di tenerlo nascosto a Rei, non era necessario: fin dall'inizio si erano gabbate a vicenda, fingendo una neutralità che non poteva esistere; fin dall'inizio si avevano ammesso l'una all'altra l'odio che le univa e che condividevano parimenti.
    Si fissarono. Saya inarcò un poco il collo ed unì le braccia davanti al grembo. Era poco più bassa della compagna, certo, ma non le avrebbe mai permesso di guardarla dall'alto, quello era un lusso che non spettava a nessuno. Rimasero così, immobili, per lunghissimi attimi. Fiamme buie come la notte divampavano dentro la Heartless, esplodevano con possenti ululati dentro di lei, risvegliavano il sepolto desiderio di buttarla a terra e pestarle il cranio, schiacciarlo col suo tacco come si fa con gli scarafaggi. Sarebbe stato divertente, inutile ma divertente.
    Ridacchiò ancora, questa volta prestando attenzione che Rei capisse di essere un libro aperto agli occhi della bambina, e con divertimento seguì i movimenti della sua mano, che lentamente metteva alla prova la volontà della sua padrona, che la pregava di aprirsi e accogliere quella piccola, ma forte della giovane.
    -Benvenuta nell'Ordine degli Oscuri... Sorella.-
    Saya inarcò appena il sopracciglio, un movimento quasi invisibile. La sua mano si alzò lentamente, le sue sottili dita sfiorarono il palmo della compagna: la pelle dell'adepta era ruvida, era l'orribile palmo di una donna grezza, rovinata dalle battaglie alle quali dedicava anima e corpo per dio sa quale stupida ragione. Quella stretta era un insulto, un'offesa pesante quanto uno schiaffo ed ugualmente degradante. Implicava che loro due fossero pari, sottolineava che una come lei ed una come... come Rei ricoprivano lo stesso ruolo all'interno dell'Ordine. Era giusto, era logico, ma era comunque fastidioso.
    -Ti ringrazio, Rei. Mi auguro che lavoreremo bene assieme, d'ora in poi.- voce contenuta, tono leggiadro, leggerezza nelle parole private di ogni malizia o di ogni sarcasmo. Amichevole chiuse le dita sul dorso della mano dell'Assassina, lo accarezzò docilmente, come per studiarlo, e solo allora si strinse saldo e deciso, appena troppo forte come per lasciare solo intendere la punta di ostilità che provava la piccola.
    L'adepta si allontanò di un passo e Saya non la inseguì. Quella era la distanza perfetta, lo spazio che le separava era lo stesso muro che le impediva di sbranarsi a vicenda, o almeno questo era quello che credeva la più giovane. Eppure, per un solo istante, le sembrò di vedere la luce negli occhi di Rei danzare, assumere una forma diversa, e trasformarsi in una gioia sadica così simile alla sua, quasi altrettanto affascinante. Portò una mano a massaggiarsi il mento, incuriosita, ma quando l'altra si voltò di nuovo a guardarla, facendole un gesto invitante, la maschera che Rei portava sul volto era tornata quella di un'operosa adepta.
    -Quando vuoi.- le disse, lasciandole spazio per attraversare il portale.
    Saya drizzò la schiena, alzò il mento, e sorrise. Era felice, in maniera diversa da com'era abituata: l'ignoto che la attendeva la eccitava, il futuro che sentiva già nel palmo delle sue mani la eccitava. Si sentiva fremere, era pronta a tutto e sperava solo che quel secondo atto che Rei si era prodigata di presentarle non si rivelasse una ignobile farsa.

     
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    Valutazione misterious detective
    CITAZIONE
    Scrittura e interpretazione: Piacevolmente sorpreso, più del solito. Le hai lette le ultime valutazioni che ho scritto per Shinan, hai visto che non sono mai stato TROPPO entusiasta (fatta eccezione, forse, per la quest iniziale); ma diamine, stavolta non posso non esserlo. Sarà che si è sempre più curiosi di provare il “nuovo personaggio” e di conseguenza la scrittura ne trae beneficio, sarà che forse -ma dico forse- Saya stessa sembra adattarsi molto meglio al tuo stile di quanto non faccia Shinan. Ora bada: non sto dicendo, spero sia chiaro, che con Shinan tu non possa scrivere bene come hai scritto in questa Quest. Sto solo dicendo che, da quello che ho visto, sembra riuscirti un filino più difficile. Ogni tuo post con Saya è DAVVERO scorrevole ed interessante, e quello che è sempre stato il punto forte del tuo stile (l’ottima padronanza dell’italiano e del periodo e, in generale, un ritmo sempre adatto al contesto narrativo) sembra risultare più vivo che mai. La scelta dei vocaboli, dell’intonazione, le descrizioni fisiche e cinetiche; tutto è… calibrato. Calibrato come definiresti un buon libro, come definiresti un bel capitolo di un bel fantasy: diretto, coinvolgente, efficace. Quando scrivi così, da questo particolare punto di vista, hai ben pochi rivali. E, in un certo senso, devo chiederti scusa; scusa per i ritardi e i post non sempre ispirati, perché questa quest si sarebbe meritata un filino di più da parte mia. Ciononostante, è stata innegabilmente -e spero sia stato lo stesso per te- divertente. La relazione di odio malcelato creatasi tra rei e Saya è stata non solo a suo piacevolmente “intrigante”, ma anche… credibile. È il frutto maturo di due personaggi ben fatti, di battute coerenti alla psiche degli stessi e di sviluppi calibrati delle loro considerazioni e i loro pensieri. L’ossessione di Saya e il disgusto di Rei hanno creato un quadretto a suo modo forse comico, ma, paradossalmente (data la loro natura), estremamente umano. È chiaro che Saya non sia un personaggio che abbia l’intento di risultare realistico al cento per cento, andando ad attingere a piene mani da una tradizione smaccatamente “animesca”, ma ciò non di meno, per ciò che è, risulta tremendamente coerente. Non c’è stato momento in cui mi sia detto che un comportamento risultasse eccessivo, che una risposta fosse eccessivamente cliché. Equilibrio, quindi, sembrerebbe essere la parola chiave. Nello stile come nell’interpretazione. Bravò.

    »Voto: 8.7/10


    Strategia: Avevi iniziato pianino, questo c’è da dirlo. Quando mi sono visto il primo post in cui Saya non faceva altro che “attaccare il nemico con i tentacoli” ero lì lì per sbiancare. Prima mossa blanda e rischiosa, che, del resto, ti ha condotto dritto verso l’unico danno da te subito. Ora, sarò sincero: non mi aspettavo una “flawless victory”; il Knight, per quanto a conti fatti fosse ben lontano dal poterti impensierire, era un nemico decente, e incassare qualcosina era prevedibile ed ammissibile. Di tutti gli errori che avresti potuto fare, un inizio un po’ moscio è davvero il minore.
    Ma da lì in poi, chapeau. Mosse calcolate, complesse nella loro semplicità, attente. Attente finalmente alle possibilità –pur limitate- dell’avversario, aggressive, decise. Posso dire, con una certa dose di sicurezza, che questo sia stato uno dei combattimenti più ben fatti dall’ultimo rinnovo. Saya è sempre un passo avanti all’avversario, ed il tutto senza peccare di metagame. L’ultima mossa, poi, quella con la campana, mi ha davvero lasciato di stucco. Plausibilissima, efficace, nonché un metodo furbo di sfruttare le descrizioni dell’arena, troppo spesso dimenticate.
    Non è stato uno scontro lunghissimo, ma lo è stato abbastanza per farmelo dire: damn good job.

    »Voto: 8.5/10


    Lealtà: E qui non credo di aver davvero NULLA di che da ridire, non starò nemmeno a dilungarmi inutilmente in lodi superflue. Il regolamento e i rapporti tra le statistiche sono rispettati alla perfezione, il calcolo dei danni è impeccabile, le tempistiche di schivata, attacco e difesa, anche.
    Non credo di aver mai dato un voto così alto in lealtà, poffarbacco, ma nonostante lo scontro non sia stato effettivamente troppo lungo, ritengo sia stato sufficientemente pregno di eventi “valutabili” da permettermi un tale azzardo. Non c’è che dire: la lealtà è il perfetto e ultimo coronamento di una Quest apprezzabile, divertente e corretta. Fossero tutte così.

    »Voto: 8.6/10

    »Media: 8.6
    »Premi Ricevuti
    » AP: 8 + 20 (bonus ingresso Ordine degli Oscuri) = 28
    » Munny: 430
    » Oggetti: Cristallo della Forza
    » Energia: mysterious detective passa ad energia Blu. Gli porgo I miei personali complimenti per essere il primo del forum a raggiungere un tale traguardo!
    » Fama: Fama negativa +20


    A me vanno boh, 2 AP e 250 munny.


    Edited by Frenz; - 29/4/2015, 01:17
     
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11 replies since 3/3/2014, 11:47   338 views
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