Sipario d'Ombra ~ L'abbraccio del buio

La piazza

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    Qualunque fosse stata la sorte di quella notte, era contenta di passarla con lui.


    Con Kairos. Il tenebroso. Il guerriero dal passato celato dalle ombre, il viandante solitario. Era entrato nel comitato da poco, eppure era già riuscito a distinguersi. Benedetto da un Keyblade potente, privo di paura, letale e infallibile… il corvino non ci aveva messo troppo, a scalare i vertici del comitato. Non che a Nivis dispiacesse, anzi. Trovava stupendo, quasi divertente, il fatto che lo stesso ragazzo che pochi mesi prima aveva dovuto salvare da un Crimson Jazz, e a cui aveva dovuto spiegare le basi stesse degli equilibri tra Luce e Oscurità, ora fosse diventato così importante alla loro causa. Era… felice. Per lui, insomma. O forse… sì, forse un po’ anche per lei stessa. Con Kairos stava bene, sia fuori che dentro i contesti del comitato. Le conversazioni con lui erano sempre interessanti, sempre piene di sorprese; ogni volta, lui imparava qualcosa da lei, e lei da lui. Erano amici. Forse, sotto sotto, sarebbero potuti essere anche qualcosa di più. Di certo, lei piaceva al corvino da molto, troppo tempo. E se Kairos credeva davvero che la Keyblader non si accorgesse di come lui arrossisse ogni volta che lo salutava o lo abbracciava, allora era più stupido di quanto non desse a vedere. Però…
    Nivis alzò il capo. Kairos era in piedi vicino a lei, sullo stesso tetto in cui la Keyblader gli aveva parlato per la seconda volta. Sembrava così stoico, così marmoreo e senza macchia in quegli abiti scuri… ma sotto sotto era un imbecille. Sbuffò. Non avrebbe avuto poi troppi problemi ad arrendersi ad uno dei suoi tentativi di abbordaggio, non fosse… non fosse che, ormai era risaputo, ci provasse praticamente con qualsiasi esponente del sesso femminile che gli capitasse a tiro.
    Scosse la testa vigorosamente, stringendosi con più forza la ginocchia al petto. Incredibile. La città sarebbe stata invasa a breve e lei pensava a simili stupidaggini! Ma dove aveva la testa?!
    Sospirò pesantemente, facendo forza sulle gambe per rialzarsi e guardare Kairos negli occhi. Però, che begli occhi aveva…
    «Visto qualcosa?» Kairos aveva un talento particolare nell’osservare, nulla sfuggiva al suo sguardo. Tranne quella sera.
    «Niente.» rispose infatti il corvino, sistemandosi la stoffa rossa che gli copriva la bocca «Nessun Heartless in vista, per il momento. Del resto, quasi sicuramente sanno che sappiamo. Non saranno così stupidi da arrivare bussando alla porta.»
    Nivis annuì, scrollandosi dalle gambe la polvere raccolta per stare seduta sul tetto «Continua comunque a guardare. Altro non possiamo fare.» Già. Forse era proprio per quello, che si era abbandonata a quei pensieri frivoli, prima: non stava succedendo nulla! Erano già un paio d’ore che stavano aspettando su quel tetto, scambiandosi a malapena qualche parola. Stranamente, infatti, Kairos non era affatto di compagnia. Era teso, rispondeva quasi sempre a monosillabi. Non che Nivis lo biasimasse, ma… diavolo, si stava annoiando! Arrivati a quel punto, avrebbe preferito sul serio far fuori qualche Heartless!
    «E…» tentò di accampare, incrociando le mani dietro la schiena e ondeggiando lentamente «… adesso?»
    Kairos sbuffò, accennando una risata «Sempre niente, Nivis. Tu limitati a rimanere in guardia, ti avviserò io se scorgo qualcosa.»
    Uffa. Gonfiò le guance, voltandosi e raggiungendo a rapidi passi l’altro lato del tetto. Niente. Pace totale. A governare la città, solo luci angosciate e guardie all’erta. Nient’altro.
    All’improvviso, un brivido le corse lungo la schiena. Faceva freddo, specie per i suoi standard d’abbigliamento. Minigonna, top e qualche pezzo di stoffa a coprirle avambracci e ginocchia -più i vari pezzi di armatura- non erano certo il massimo per quella notte che preannunciava burrasca.
    Si strinse nelle braccia, battendo appena i denti.
    «Ma tu non hai freddo?» urlò, diretta all’altro lato del tetto.
    «No, sei tu che non sai vestirti.»
    «Mi hai mai vista vestita in un modo diverso?»
    «… Fortunatamente no.»
    Nivis si voltò, occhi spalancati, ripercorrendo i metri che li separavano con qualche falcata furiosa «E questo che vorrebbe dire?!»
    All’improvviso, un rumore. Come di qualcosa che si rompe, di un boato. Proveniva dal borgo, dal castello, dalle mura… era ovunque. Nivis si irrigidì, osservando impotente decine di varchi che si aprivano nelle strade sotto di lei e nella piazza del Mercato, non troppo lontana. Strinse i denti. Eccola. Eccola, la furia che le montava in corpo ogni volta che vedeva quelle creature. Ecco la sete di morte che soltanto loro riuscivano a farle provare. Loro, i distruttori senza scopo. Loro, i mostri che le avevano portato via ogni cosa.


    «Non lascerò che accada di nuovo.»


    Lo disse in un sussurrò, con un tono freddo, non suo; forse, inconsciamente, era proprio per l’attesa di quella rabbia che quel giorno era così impaziente «Non mi porterete via anche Radiant Garden.» voltando il capo, scambiò uno sguardo d’intesa con Kairos; quando il corvino saltò giù, veloce e silenzioso come un’ombra, la Keyblader terminò la frase: «Non mi porterete via anche lui.»
    Seria, determinata, valutò la situazione attorno a lei: Kairos si stava occupando degli Shadow apparsi nei vicoli sotto di loro, quindi lei poteva dirigersi alla piazza. Lì la situazione sembrava assai più grave: soltanto qualche guardia, infatti, sembrava ergersi tra i mostri e le abitazioni dei civili. Nivis serrò le labbra, stappando la sua fida bottiglietta e facendo fluire il potere magico. Nel giro di un istante, un disco di acqua si era formato di fronte a lei, pronto a portarla sul campo di battaglia.
    Si sentiva pronta. Aveva combatuto, si era allenata ardentemente solo per quel giorno. Il giorno in cui avrebbe potuto dire a se stessa “Io sono stata fondamentale. Io, stavolta, sono stata davvero utile.”
    E mentre sfrecciava sul disco, mentre saltava con agilità inaudita in mezzo alle guardie acclamanti, mentre scagliava la prima magia contro un malcapitato Shadow, si ritrovò a pensare… che non le sarebbe dispiaciuto, un bacio di buona fortuna.


    O anche solo un abbraccio che la scaldasse un po’




    Questo è il topic di riferimento per la piazza del mercato e dintorni. Chiunque voglia unirsi alla battaglia in questo punto, può chiedere informazioni nel topic di riferimento. Buona giocata!^^
     
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  2. Vanessa Galatea
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    Narrato e Pensato (non li distinguo, scrivo in prima persona) Parlato Parlato Altrui



    Immagino che non ti senta minimamente in colpa per avermi attaccata e ferita fino a questo punto.
    Questa è una bambina che cresce e che diventa una guerriera.


    Mi svegliai di soprassalto nella mia stanza: ero nel mio letto, in pigiama e mi trovavo immersa nella pura oscurità... Il buio sovrastava l'ambiente circostante,
    tanto che non vidi il palmo della mia mano posto esattamente di fronte alla punta del naso...
    Mi assicurai come prima cosa che lo Stocco si trovasse dove lo avevo lasciato, ma non lo trovai. Fui presa per pochi, devastanti secondi dal panico e cercando alla rinfusa, sperando di poter scoprire l'ubicazione dell'arma semplicemente col tatto delle mani, lanciai le coperte del letto in un angolo della stanza, o almeno così credevo data la scarsissima visibilità, per poter palpare anche la superficie del materasso, che non mi rivelò nulla. Oramai in preda allo sconforto per lo smarrimento dell'arma bianca, mi misi a sedere con le gambe a penzoloni dal bordo del letto. E poi lo sentii.
    Con le dita dei piedi, avvertii un materiale metallico che emanava uno strano calore: eccolo! Scesi dal letto rischiando di inciampare e di farmi del male serio, afferrai, sempre andando a tentoni, l'elsa dello Stocco che sporgeva da sotto il letto di pochi centimetri. Lo sapevo perché, nel tentativo di afferrarlo, avevo battuto una sonora craniata contro lo spigolo del letto.
    Massaggiandomi il bernoccolo in testa, mi alzai in piedi ed estrassi l'arma dal suo fodero: essa brillava di un bagliore sinistro ed inquietante, come se avesse paura... Nonostante ciò, la luce che emanava mi permise di avere visibilità sulla mia cameretta: l'intera stanza era disordinata esattamente come l'avevo lasciata la mattina prima, il copriletto che avevo lanciato via nel buio si trovava in realtà ammonticchiato ai piedi della mia scrivania, dove tenevo il mio diario e le mie scartoffie, rigorosamente ammonticchiate e nel puro chaos: solo così riuscivo a trovare quello che mi serviva!
    Ci furono, però, un paio di particolari che mi fecero pensare che qualcosa stava andando storto: la porta era chiusa, e quando mi ci avvicinai per tentare di aprirla, essa si rivelò chiusa a chiave. Inoltre, la finestra che si trovava sul muro opposto a quello vicino al quale era ubicato il mio letto era sprangata...
    Solo una porta era aperta in quel momento: la piccola porticina che conduceva nella camera di Mamma in via diretta. Anche lì, però, nessuna fonte di illuminazione visibile...
    Sguainai lo Stocco per farmi luce e mi diressi verso l'apertura della camera...
    Con i passi tentavo di fare il meno rumore possibile, tanto che arrivai al camminare in punta di piedi. Ma, nonostante i miei sforzi, dei piccoli rumori cigolanti provenivano dal parquet sotto di me.

    Gnic Gnac

    Mi affacciai nell'altra stanza, portando lo Stocco di fronte al mio viso per far luce... La stanza era vuota, perfettamente normale... Ma sentii qualcosa, una voce sussurrante:
    ...Vanessa?
    Proveniva da un angolo della stanza, precisamente quello a sinistra rispetto alla porta chiusa che dava sul disimpegno...
    Riconobbi la voce immediatamente:
    Mamma! Che succede? Perché...
    Shhhh!
    Rispose secca, per poi procedere più dolcemente:
    Parla piano... Vieni quì!
    La raggiunsi, chiedendomi perché dovessi parlare sottovoce... Quando la luce dello Stocco la illuminò, era seduta in un angolo, avvolta dalle coperte del letto per ovviare al freddo... Vicino a lei c'erano una tazza di caffè dall'odore penetrante ed una serie di snacks... Oltre a varie altre cibarie che mamma aveva portato per precauzione...
    Decisamente incuriosita, le chiesi sottovoce il perché di tutto ciò:
    Si può sapere che succede?

    Non lo so... Ma ho potuto vedere molte persone che non provengono da questo mondo, molte più di quelle che si vedono recentemente... Inoltre, il Comitato di Sicurezza ha imposto uno stato di massima allerta ai cittadini. E' da più o meno un ora e mezza che abbiamo l'obbligo di rimanere chiusi in casa... Non ne so il motivo, però... Pare che si tratti di una cosa grossa. Tu dormivi, così ho deciso di lasciarti in pace ed ho sbarrato porte e finestre... Sarei venuta a prenderti nel caso fosse successo qualcosa.

    Non potevi avvertirmi?!
    Non volevo metterti subito in agitazione...
    Certo, perché lasciarmi crollare il soffitto della casa in testa mentre dormivo, tutto per non mettermi in agitazione, era la cosa più logica da fare...
    Se mamma ha un difetto, è proprio quello di non riuscire a pensare a mente lucida durante momenti di tensione o panico!
    Parlammo per un po', facendo ipotesi sull'entità del Codice Rosso che era in atto. La situazione mi turbò molto, ero decisamente preoccupata ed impaurita... Quando lo confidai a mamma, lei mi abbracciò e mi confortò, anche se potevo percepire la paura anche in lei...
    Rimanemmo sulle spine per circa mezz'ora, abbracciate e sotto le coperte.
    Non chiesi a mamma il perché dell'angolo, perché non si fosse semplicemente messa sul letto... Non ci pensai neanche...


    Poi, scoppiò un boato!

    Dalle finestre sbarrate si potevano sentire clangori e rumori di battaglia, mescolati ad urla e versi gutturali indistinti. Il sistema di sicurezza di Radiant Garden, entrato in funzione, illuminava l'esterno della finestra, colpendo...

    I rumori non erano la cosa più inquietante, per niente.
    Dalla finestra della camera di mamma, si potevano osservare fiumi e fiumi di creature simili a nulla di mai visto prima, completamente neri, fuoriuscire da portali oscuri. Un mare Nero puntinato di occhi gialli si riversava all'esterno ed il sistema di sicurezza, nonostante la sua potenza, non riusciva minimamente a contenere quell'ondata di creature!
    Quelle specie di cilindri di luce, utilizzati per la difesa del nostro Mondo, che io credevo potentissimi nulla poterono contro la superiorità numerica di quegli esseri oscuri: lo Stocco pulsava di una luce fredda e vibrava vagamente fra le mie mani, trasmettendomi paura.
    Rimanemmo entrambe basite da quella visione. L'unica parola che mamma riuscì a spiccicare fu:
    ...Heartless
    Con tono tremante per la paura replicai:
    Heartless? Cos'è?
    Il vetro della finestra tremava, come vagamente anche la parete...
    Continuando a fissare fuori terrorizzata, mamma mi rispose:
    E' quanto di più male esista: esseri che divorano i mondi...

    che divorano i mondi...
    che divorano i mondi...

    Queste parole mi rimbombarono in testa, riportando alla luce una vecchia conversazione fra me e mamma...
    Heartless!
    Quelli che avevano portato mamma qui distruggendo casa loro, quelli che si erano presi papà...
    Ecco cos'erano! Ne avevo già sentito anni or sono! Sul viso di mamma si era tinta un'espressione terribile: un misto di paura, odio ed impotenza...
    Le pareti e la finestra vibravano sempre più forte...
    Rimanevamo abbracciate e vedemmo dalla finestra i combattenti del comitato rischiare la vita contro gli Heartless, due formidabili guerrieri che brandivano Spade con la forma di Chiavi... Nonostante la superiorità numerica, non indietreggiavano e sfidavano le creature faccia a faccia. Si sforzavano di mantenere le creature distanti dalle abitazioni.
    Ma si trovavano chiaramente in difficoltà contro l'enorme ondata di esseri immondi che si riversavano da ogni dove.


    Mi presi pochi secondi per pensare a quello che era accaduto negli ultimi giorni:

    quel sogno, quella donna... Archaya... Quell'assassina che ho combattuto... Era tutto molto offuscato nella mia memoria, come quei sogni di cui non ricordi nulla quando ti svegli...
    Ma ne hai il ricordo vivido dell'esistenza.
    E poi questo... Tutto assieme, tutto in quei giorni era successo.
    Non poteva essere una coincidenza.

    Furono pochi secondi di pensiero, infranti da un lampo di luce dovuto al sistema di difesa...
    Rimanemmo lì. Io e Mamma. Abbracciate, ad attendere e sperare...



    Passò quello che mi sembrò un secolo, mentre noi eravamo abbracciate ed osservavamo passive il macabro spettacolo all'esterno dalla finestra che si trovava dall'altro lato della stanza.
    Le pareti cominciarono a tremare molto forte, creando piccole crepe sulle loro superfici e facendo cadere calcinacci dal soffitto...
    E poi, in un secondo...
    La finestra esplose in schegge di vetro.
    Il freddo della notte penetrò all'interno della stanza, giungendo ai nostri volti presi di sprovvista e dipinti con espressioni impaurite.
    E dall'esterno cominciarono a strisciare all'interno delle creature, degli Heartless!
    Simili a grandi insetti, questi esseri brulicavano sul soffitto della nostra casa, ad un certo punto arrivando anche ad addentrarcisi e scomparire all'interno della tappezzeria.
    Spaventate, e senza pensare, sbloccammo la porta e corremmo verso l'esterno dell'abitazione, mentre dalla finestra rotta essa si riempiva di creature senza cuore.
    Ed, in fondo, era una cosa logica: se fossimo rimaste dentro, senza via d'uscita, gli Heartless l'avrebbero avuta vinta.
    Corremmo fuori, io con lo stocco in mano, verso un panorama inquietante: gli Heartless erano ovunque, delle più svariate forme e dimensioni, ed intasavano la Piazza ogni secondo di più. Più tempo passava, più ne arrivavano, ed i due guerrieri con le spade a forma di chiave cominciavano ad essere in difficoltà contro quelli più grandi...
    Pensando il più a mente fredda possibile, mi venne un'idea: il garage! Dove tenevamo le biciclette, non era accessibile dall'interno della casa.
    Corsi verso la costruzione, senza incappare in creature per fortuna, tenendo mia madre per il polso.
    Alzai la porta della piccola costruzione e ci entrai con mamma, richiudendoci l'entrata alle spalle...
    Ci guardammo spaventate per pochi secondi per poi scoprire che la saracinesca del garage non avrebbe fermato le creature: esattamente come avevano fatto col soffitto di casa nostra, divennero parte del pavimento, per infilarsi all'interno della struttura tramite la minuscola fessura fra la porta del Garage ed il pavimento.
    Non avevamo via di fuga: bisognava combattere, avrei dovuto darmi da fare! Sapevo di poterlo fare, lo stocco lo sapeva...
    Un nuovo ricordo del sogno riappariva: io... intenta a ferire Archaya col mio En Passant... Lei gocciolante sangue...
    Quella visione mi diede la carica!
    Spinsi mamma dietro di me, e mi misi in guardia rivolta verso gli heartless che entravano dalla porta del garage:
    la piccola cupola trasparente mi avvolse, e si dissolse in un nugolo di farfalle argentee, esattamente come aveva fatto nel Sogno.
    E, di nuovo, provai quella sensazione di potenza e sicurezza.
    Era ora. Mi lanciai contro le creature, con un unico scatto in avanti, e performando un fendente il più ampio possibile davanti a me per colpirne il maggior numero.
    Non ebbi subito la lucidità per contarli: erano tre, piccoli... Sembrava che per ora non ne stessero entrando altri.

    Ne colpii due in pieno, ferendoli gravemente all' addome, mentre il restante fu colpito unicamente ad una zampa.

    Uno dei due che riportava danni ingenti, si accasciò al suolo impossibilitato a fare alcuna azione. L'altro ancora rantolava verso di noi.
    Il terzo, un po' in disparte, divenne nuovamente parte del pavimento e cominciò a svicolare verso mamma.
    Trovandolo a minore distanza da me, decisi di finire il rantolante: girando su me stessa verso l'esterno, caricai un altro fendente diretto al collo della creatura, che lo colpì in pieno, mozzandogli la testa di netto. Esso si dissolse in una nuvola oscura, senza lasciare alcuna traccia...

    Mentre facevo questo, mamma urlò
    AAAAHHH!
    Un urlo acuto, di terrore puro.

    Mi voltai verso di lei, per venire a conoscenza del fatto che lo Shadow ferito ad una gamba, era sgattaiolato verso mamma, ed ora la minacciava con gli artigli.
    Mi girai prontamente, corsi verso la creatura e mirai per un affondo diretto al torace della bestiaccia...

    ... Lo Stocco lo trapassò da parte a parte, facendo scomparire anche lui.
    Mamma, che intanto era caduta per terra, arretrò alla vista del mio duello contro il suo aggressore.
    Mi girai nuovamente verso la saracinesca, per scoprire che lo Shadow immobile ferito gravamente era ancora vivo, e non sarebbe morto se non l'avessi finito...

    Mi avvicinai alla creatura, probabilmente straziata dal dolore se avesse potuto provare delle sensazioni...
    Ma probabilmente non poteva!
    Detti il colpo di grazia alla creatura dell'ombra conficcando il mio Stocco nel terreno e trapassando la creatura all'altezza della testa, con conseguente sparizione del cadavere in una nuvola oscura.

    Avevo giustiziato un nemico! La cosa non mi fece sentire a mio agio...
    Non c'era tempo per le emozioni, eravamo nel bel mezzo di una situazione disastrosa:
    gli Heartless avevano trovato un modo per entrare in casa nostra, ed eravamo state costrette a rifugiarci in un rifugio di fortuna.
    Un rifugio che non precludeva alle creature di entrarvi...



    Vanessa:

    Energia: 100-7=93%
    Stato Fisico: Ottimale
    Stato Psicologico: Spaventata, ma determinata a proteggere sua madre

    Equipaggiamento:

    Stocco Mariposa (Arma Magica)

    Protezioni:

    N/A (solo vestiti di stoffa comune)

    Abilità Passive:

    Pure Butterfly [Passiva Normale dell'Arma] Ogni volta che Vanessa esegue una mossa con la parola "Butterfly" nel nome, essa viene avvolta da una miriade di piccole farfalle colorate che, grazie alla forza del Cuore nello Stocco, le permettono di effettuare le suddette abilità con velocità più alta del normale. Funziona chiaramente solo se usa il suo Stocco personale

    Violet Butterfly: [Passiva Inferiore] Essendo una normale ragazzina, Vanessa non sà ben distinguere la differenza fra un individuo appartenente alla luce o all'oscurità...A meno che essa non sia evidente. Accorre in suo aiuto il Cuore nello Stocco che, avendola ormai come "amica" evoca una farfalla trasparente di colore viola,scaturita dall'elsa dello stocco, che si pone dinnanzi agli occhi di Vanessa quando qualcuno diventa ostile nei suoi confronti e le permette di individuare lo Stato del Cuore di chi le si pone di fronte

    Purezza d'Animo: [Passiva Inferiore] L'animo puro di Vanessa le impedisce di essere corrotta da idee che vanno contro i suoi ideali Es. Se qualcuno cercasse di farle credere che l'Oscurità è l'unica strada giusta, il tentativo contro Vanessa fallisce e la ragazza non viene influenzata.

    Abilità Attive:

    Silver Butterfly's Laying Guard: [Attiva Fisica Power Up Bassa] Durante questa tecnica, Vanessa è avvolta da un nugolo di farfalle argentate. Ogni combattente ha il suo onore... Come detta il Codice dello Spadaccino, Vanessa si mette in posizione di guardia sguainando la spada di fronte a se. Il gesto è apprezzato dal cuore nello Stocco che la aiuta generando una piccola cupola trasparente che si dissolve subito. Grazie ad essa, Vanessa guadagna 30 punti Corpo che preserva per due turni. Continua ad avere effetto anche se toglie la posizione di guardia.

    Statistiche:

    BaseGialla P.Q. A&OTotale
    Corpo75±0+0±30105
    Essenza30±10+0±040
    Mente30±15+0±045
    Velocità75±0+0±075
    Destrezza60±10+0±070
    Concentrazione30±15+0±045



    Uff, il mio primo post al di fuori del Deep Dive! Sono emozionata!
    Lungo post, contenente sia un piccolo combattimento autoconclusivo, sia un bel po' di contorno. Questa, nonostante sia molto piccola, è la mia prima Autoconclusiva di combattimento, fusa ad una descrizione della mia situazione appena sveglia dal Deep Dive... Vanessa ha solo un ricordo molto vago delle sue esperienze con Archaya...
    Inoltre, Vanessa vive a RG, quindi non è una mercenaria, ma combatte(rà) per la sicurezza della sua famiglia e del suo mondo. Spero vada bene, buon inizio evento a tutti :D

    P.S. Se ho fatto una figuraccia, come probabilmente è successo, vedetela così: potrete fare bella figura postando dopo il mio post insulso :sisi: :asd:


    Edited by Vanessa Galatea - 7/9/2013, 00:21
     
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    La fuga per i tetti continuava. Entrambi erano feriti in più punti e sanguinanti, ma tutto sommato se la erano cavata con poco. Il bambino ancora piangeva silenziosamente in braccio alla giovane. Saltavano di tetto in tetto, ignorando, o almeno provandoci, le urla ed il rumore di combattimenti che provenivano da sotto di loro. Come ballerini toccavano appena con la punta dei piedi le tegole dei tetti prima che Ingwe riiportasse in aria lo strano trio. Era difficile e stancante dover volare in tre, ma se si volevano salvare, il ragazzo doveva tenere duro. Pochi metri alla volta, giusto quelli necessari per superare le strade ed i vicoli che come una ragnatela si dispiegavano sotto di loro. Il suono brulicante di mille ombre affamate li raggiungeva ovunque fossero, avviso costante della precarietà della loro situazione. Li odiava. Odiava quelle bestie che gli avevano tolto tutto, il cui unico scopo era portare sofferenza, disperazione. Li odiava. Eppure gli facevano pena. Senza mente, manovrati dall’ oscurità che li aveva plasmati. Come può non fare pena un’ esistenza simile ? Un’ esistenza distorta, nata dalle debolezze delle persone. Loro non avevano colpa, non era colpa loro se l’ oscurità li aveva cambiati, modellati per i propri scopi. Era la disperazione, la bilancia dell’ universo, l’ Entropia, che bisognava biasimare. Ogni volta che qualcuno prova felicità qualcun’ altro deve provare altrettanta sofferenza. E’ così che funziona. L’ universo non può sopravvivere senza questo ciclo di vita e morte. Più ti avvicini alla luce e più grande diventa la tua ombra. Non è forse così ? Che stupidi. Speranza e disperazione coesistono in perfetto equilibrio. Non ne è proprio questa notte la prova concreta ? Tutta la speranza accumulatasi nel corso degli anni deve affrontare altrettanta disperazione. Ma il ciclo sarebbe stato spezzato. La luce della città non sarebbe sprofondata nell’ oscurità. L’ Entropia,la storia stessa sarebbero state determinate e cambiate quella notte, nel bene o nel male. In un impeto di determinazione e di folle speranza il ragazzo prese per mano la giovane e saltò una strada. La loro figura si stagliava contro il cielo senza luci, luminosi di una forza d’ animo che li spingeva ad andare avanti. Ingwe, la ragazza e tutti gli abitanti della città: come stelle nel cielo notturno brillavano sulla marea nera; chi spinto dalla speranza, chi dalla disperazione e chi dall’ odio, tutti però combattevano per un unico motivo. Non la propria salvezza, ma per quella di tutti, compresi i Senza Cuore. E come a rispondere all’ urlo silenzioso di speranza del giovane,una luce e delle voci: non imploravano pietà, non chiedevano aiuto, erano preoccupate, ansiose. Ancora tenendo per mano la ragazza, Ingwe si diresse verso il suono di quelle.
    E lì, nella piazza del mercato, uomini, donne e bambini venivano scortati dalle guardie verso il castello . Non un heartless: erano tutti tenuti fuori, costretti nelle strade laterali. Ingwe scese dall’ ultimo tetto tenendo per mano i suoi due compagni. Appena la ragazza ebbe posato il piede per terra il giovane Nessuno si lasciò cadere, stremato dalla fatica di sorreggere entrambi.
    “Non riuscirò a portarvi oltre… Unitevi agli altri civili, da soli non avreste speranze di raggiungere la vostra nave”
    “Grazie per l’ aiuto che ci hai dato, sono in debito. Senza di te non saremmo riusciti ad arrivare fin qui.”
    Un sorriso stanco fu l’ unica cosa con cui Ingwe poté rispondere alle parole insolitamente gentili di lei.
    “Vieni, ti aiuto”
    Senza aspettare risposta, si mise un braccio di Ingwe sopra le spalle cercando di trascinarlo verso la folla. Lui si rese conto solo allora che le persone radunate verso il fondo della piazza stavano entrando dentro un passaggio sotterraneo che si apriva sul fianco della collina.
    “No,” iniziò il ragazzo” no. Resto qui, non abbandonerò la città, non smetterò di combattere.”
    “Sei stanco, e ferito” disse la ragazza riferendosi ai tagli sul petto del ragazzo.
    “No, sto bene, sono solo graffi”
    “Questo non è un gioco, non tentare di fare l’ eroe.”
    “Non sto tentando di fare l’ eroe, è solo che… che… devo restare, so combattere, non dico di essere chissà cosa o di essere un mago del combattimento, ma è mio dovere proteggere la città.”
    “Stupido. Fa’ come ti pare, ma non morire: devo ancora ripagare il mio debito.”
    Un sorriso triste accompagnò la risposta della ragazza che lasciò andare Ingwe. Era strano vederla mentre si dirigeva verso il rifugio, mano nella mano con quello che probabilmente era suo fratello. Forse sarebbero potuti anche diventare amici. Ma chi sa cosa il fato avrebbe avuto in serbo per lui se non avesse fatto questa scelta ?



    Stato fisico: graffi da danno medio basso al petto, parte del torace ricoperta da sangue nero di Heartless.
    Stato psicologico: Preoccupato per la ragazza ed il bambino, deciso a combattere e a difendere la città.

    Statistiche

    Corpo:20
    Punteggio iniziale (20 ), Energia ( ), Punti Quest ( ), Altro ( ), A/O( )
    Essenza :115
    Punteggio iniziale ( 110), Energia ( ), Punti Quest ( ), Altro ( 5 ), A/O( )
    Mente:45
    Punteggio iniziale (45 ), Energia ( ), Punti Quest ( ), Altro ( ), A/O( )
    Concentrazione:35
    Punteggio iniziale (35 ), Energia ( ), Punti Quest ( ), Altro ( ), A/O( )
    Destrezza:55
    Punteggio iniziale ( 55), Energia ( ), Punti Quest ( ), Altro ( ), A/O( )
    Velocità:30
    Punteggio iniziale (30 ), Energia ( ), Punti Quest ( ), Altro ( ), A/O( )

    MP 100-32=68

    Tecniche utilizzate:

    L’Essenza (Passiva Superiore)
    Prima delle abilità imparate da Failariel è quella che forse gli risulta essere più utile nel combattere. Ingwe sarà capace senza alcuno sforzo di far fluire costantemente il proprio corpo la propria energia magica e sarà questa e non la forza fisica in sé a dare forza ai muscoli e resistenza alle ossa. In termini di GdR il parametro corpo sarà sostituito da quello di essenza.

    Il Volo (Passiva superiore)
    Come in un sogno Ingwe sarà capace di volare liberamente in aria in qualunque momento gli vada per tutto il tempo che gli va; egli sarà capace di stare in aria in qualunque posizione gli vada e di volare a qualunque altezza gli piaccia utilizzando solo la propria energia magica. Dunque la velocità in volo si dovrà basare sul parametro essenza.

    Sanctum (Attiva a costo alto basata sull' essenza e sulla luce)
    Grazie ai mesi passati a studiare con Failariel e alla sua affinità con l’ elemento luce Ingwe è capace di liberare quest’ ultimo nell’ aria circostante creando in tal modo una sorta di turbine luminoso in grado di eliminare anche più masse di nemici in contemporanea senza però intaccare i propri alleati.
    In termini di gioco l’ abilità consisterà in un attacco a 360 gradi di potenza media che si espande per un raggio di 5/6 mt dal caster.

    Note: Ok, scusate per il ritardo, ma alla fine sono arrivato yeeeea !!! Spero vada bene il fatto che abbia inserito che la piazza si apre sulla collina del castello (tipo la piazza su KHBBS). Ah, il passaggio si apre sulla collina, sono stato un po' vago al proposito, spero vada bene ^^.Va be' io qui ho fatto e a voi la tastiera ^^
     
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  4. Vanessa Galatea
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    Che situazione...
    Chiuse dentro quella trappola di garage, io e mamma continuavamo ad opporre resistenza agli Heartless che, nonostante venissero ripetutamente sconfitti, rimanevano ostinati nel loro sgattaiolare dentro il nostro rifugio di fortuna. Affondai lo stocco nel petto dell'ennesimo Shadow, provocando la sua scomparsa, mentre mamma aveva deciso che poteva aiutarmi, armata di una semplice quanto efficace scopa: in un'altra occasione sarebbe stato estremamente divertente vedere mamma darle di santa ragione ad un povero Heartless implorante tregua dal martirio dello scopettone.
    Ma quello non era di certo il momento per ridere...
    Dovevamo tirarci fuori da quella situazione al prima possibile! Gli Shadow cominciavano ad essere troppi e, nonostante l'estrema bravura di mamma nel ricavare armi letali dagli oggetti di uso comune e la sua maestria nel maneggiare la scopa in combattimento, ci stavano circondando.
    Era il caso di muoversi da lì, considerando che l'idea di rimanere in un posto chiuso dove la mobilità era molto limitata fosse pessima...
    Ci trovavamo al centro del garage, quasi completamente circondate da Heartless che lentamente avanzavano verso di noi:
    Io e mamma. Schiena contro schiena.
    Le presi la mano e dissi, in tono interrogativo ma deciso:
    Dobbiamo uscire di qui... Sei pronta?
    Sei sicura?
    Parlava con voce tremante. Insicura, ma decisa a mettersi in salvo, la mamma.
    Stammi dietro!
    Con voce decisa, strinsi ancora di più la mia mano con la sua, e...
    Mi slanciai in un affondo in avanti, per aprire un varco nel cerchio di Heartless creatosi attorno a noi.
    Mamma non fu un peso, perché si slanciò in avanti assieme a me, mentre lanciava la scopa verso gli Shadows che mi stavano alle spalle.
    Questi, impauriti dalla Furia dello Scopettone, indietreggiarono alla vista della terribile e letale arma che volava verso di loro.
    Durante il mio affondo, venni avvolta da un folto nugolo di farfalle scarlatte che mi accompagnarono per tutta la durata dell'azione.
    L'Heartless designato non riuscì a reagire in tempo, e venne trafitto senza possibilità alcuna di sopravvivere.
    Il problema, ora, erano gli altri Senza Cuore...
    Essi, appena videro i nostri spostamenti, attaccarono tutti verso la nostra direzione!
    Con un rapido gesto del braccio, spinsi mamma contro la porta del Garage e cercai di occuparmi dei nostri avversari.
    Feci un piccolo salto in altezza, mentre urlavo:
    State lontani dalla mia Mamma!
    Sfruttando la forza acquisita dal salto, conficcai con forza lo stocco nel pavimento del Garage!
    Era strano come la punta dell'arma fosse riuscita a trapassare la pietra dura senza alcun problema, ma sentivo come se il pavimento in cui infilzavo lo Stocco fosse momentaneamente diventato morbido.
    Al conficcarsi dell'arma bianca nel terreno, una forte onda d'urto scosse il garage intero: tutti gli Heartless attorno a noi vennero sbalzati in aria, e molti furono sepolti vivi da alcuni scatoloni precariamente impilati che erano inevitabilmente franati addosso alle creature.
    Cogliemmo l'occasione per alzare frettolosamente la saracinesca del Garage ed uscire allo scoperto, aspettandoci di trovare una battaglia in atto nella piazza...
    Quello che trovammo fu, invece, una piazza completamente sgombra da Heartless, ed alcuni Membri del comitato di sicurezza che tenevano impegnati gli esseri nelle vie laterali; nella piazza, c'era in realtà una serie di pattuglie che scortavano i cittadini all'interno del sistema fognario, evidentemente perché molti Heartless erano riusciti a fare irruzione nelle case della gente. Ci mettemmo a correre verso il passaggio che conduceva all'impianto idraulico di Radiant Garden, avvicinandoci ad alcuni soldati e Keybladers per farci scortare al sicuro.
    Notai, però, qualcosa...
    Mandai mamma avanti, e corsi verso una delle stradine laterali: un ragazzo, pallido, era piegato sulle ginocchia lì vicino.
    Non sapevo se stesse bene, ma se non fosse stato così, allora aveva bisogno di una mano.
    Lo raggiunsi, e notai che era evidentemente molto affaticato. Non mi notò subito arrivare.
    Non potei dargli subito molta importanza, perché un Heartless, differente da qualsiasi Shadow avessi mai visto, era riuscito a svicolare dai membri del comitato che li stavano tenendo alla larga dai cittadini.
    Questo Senza Cuore era più antropomorfo, nonostante le parvenze chiaramente oscure, e portava un elmetto di un metallo simile a ferro in testa. Si muoveva con andatura altalenante e zigzagante, ed il suo obbiettivo era chiaramente il giovane stanco che non ne aveva notato la presenza.
    Scattai oltre il ragazzo, e con una rapida serie di fendenti lo tagliuzzai in coriandoli. Esso scomparve.
    Tornai a rivolgermi al giovane:
    Scusa? Ti serve una mano?
    Mi portai davanti a lui, ed allora notai il liquido nerastro che gli copriva il petto, probabilmente sangue di Heartless, oltre che i tagli che aveva sul torace. Riuscii anche a vederlo bene in faccia: i suoi grandi e verdi occhi erano contornati da alcune piccole lentiggini. Aveva un'espressione affaticata, la fronte imperlata di sudore. A dire il vero...
    ...era davvero carino!
    Mi piegai un po' in avanti verso il suo viso, come per osservarlo meglio:
    Sembra che tu non sia al massimo delle forze... Hai combattuto molto? Ti serve qualche cosa?
    Attesi un po' che mi rispondesse, e poi a prescindere dal fatto che lo avesse fatto o meno, avrei continuato sorridendo sinceramente:
    Io sono Vanessa. Che momentaccio, eh!
    Mi piaceva davvero quel ragazzo: era davvero carino, sembrava un combattente, ed a prima impressione mi parve subito simpatico!
    Ma... C'era qualcosa che mi frenava... Non riuscivo a capire bene cosa...
    C'era un'unica cosa che mi fece ribrezzo di quel ragazzo: quella specie di liquido nerastro e chiaramente viscoso, simile ad inchiostro, di cui era macchiato. Mi faceva abbastanza schifo, ma lo tralasciai. E, di certo, non era quello a frenarmi...
    In ogni caso, sarei rimasta lì ad attendere una risposta dal giovane, con il chiaro intento di fare amicizia.
    Forse il luogo non era dei più adatti, ma mamma era finalmente in salvo e questo mi sollevò così tanto da farmi dimenticare che effettivamente stavo cercando di farmi nuovi amici in mezzo ad una sanguinosa guerra.




    Vanessa:

    Energia: 93-7-14=72%
    Stato Fisico: Ottimale, Un po' sudata per via delle battaglie
    Stato Psicologico: Sollevata per via della madre in salvo, Decisa a fare amicizia, Trova Ingwe carino ma è frenata da una sensazione da lei mai provata (trauma dovuto all'incontro con Archaya nel Deep Dive)

    Equipaggiamento:

    Stocco Mariposa (Arma Magica)

    Protezioni:

    N/A (solo vestiti di stoffa comune)

    Abilità Passive:

    Pure Butterfly [Passiva Normale dell'Arma] Ogni volta che Vanessa esegue una mossa con la parola "Butterfly" nel nome, essa viene avvolta da una miriade di piccole farfalle colorate che, grazie alla forza del Cuore nello Stocco, le permettono di effettuare le suddette abilità con velocità più alta del normale. Funziona chiaramente solo se usa il suo Stocco personale

    Violet Butterfly: [Passiva Inferiore] Essendo una normale ragazzina, Vanessa non sà ben distinguere la differenza fra un individuo appartenente alla luce o all'oscurità...A meno che essa non sia evidente. Accorre in suo aiuto il Cuore nello Stocco che, avendola ormai come "amica" evoca una farfalla trasparente di colore viola,scaturita dall'elsa dello stocco, che si pone dinnanzi agli occhi di Vanessa quando qualcuno diventa ostile nei suoi confronti e le permette di individuare lo Stato del Cuore di chi le si pone di fronte

    Purezza d'Animo: [Passiva Inferiore] L'animo puro di Vanessa le impedisce di essere corrotta da idee che vanno contro i suoi ideali Es. Se qualcuno cercasse di farle credere che l'Oscurità è l'unica strada giusta, il tentativo contro Vanessa fallisce e la ragazza non viene influenzata.

    Abilità Attive:

    Scarlet Butterfly's Lunge: [Attiva Fisica Bassa/Luce] Avvolta da un nugolo di farfalle rosse scarlatte, Vanessa performa un affondo con la Spada che colpisce a potenza e velocità basse, ma comunque un affondo più potente del normale

    Stun Impact: [Attiva Media Fisica] Vanessa, conficcando lo stocco a terra, genera un'onda d'urto che si espande a 360° da lei, capace di far perdere l'equilibrio ai propri avversari (non di taglia maggiore a media).


    Statistiche:

    BaseGialla P.Q. A&OTotale
    Corpo75±0+0±30105
    Essenza30±10+0±040
    Mente30±15+0±045
    Velocità75±0+0±075
    Destrezza60±10+0±070
    Concentrazione30±15+0±045


    Note:
    Da qui in poi, vorrei cominciare una serie di interazioni con Ingwe ^_^
    Spiegazioni il post non ne necessita, solo che Vanessa arriva da Ingwe pochi secondi dopo che la ragazza ed il suo fratellino si sono allontanati da lui e confusi fra la folla.
    Buoni successivi post a tutti :D


    Edited by Vanessa Galatea - 24/10/2013, 14:13
     
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  5. misterious detective
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    Perché?
    Nemmeno Shinan era in grado di comprendere il suo comportamento. Razionalmente, capiva quanto le sue azioni fossero stupide, realizzava che il suo atteggiamento serviva unicamente a mettere la sua vita a repentaglio, ma sentiva di non avere veramente il controllo sulle proprie azioni.
    Nella frenesia della battaglia, si voltò alle sue spalle: aveva sentito il clangore di un'armatura fracassarsi al suolo, i suoi occhi incontrarono la sagoma di un lesto Neo Shadow che aveva atterrato una delle guardie semplici.
    -Tinji!-
    La piccola levò una mano al cielo, lo spirito cristallino del suo amico comparve al suo fianco, muovendosi a spirale la circondò e si trasmutò in un turbine di vento, possente energia che la riempì di potere. Attraversando lo spazio come una freccia, la Nesciens fendette l'etere, scontrandosi con violenza, pugnale alla mano, al fianco dell'ombra. La piccola creatura cadde, e Shinan crollò sopra di lui, ma sangue violaceo e pulsante colava vischioso dalla profonda ferita, un affondo abbastanza doloroso da inibire i sensi della creatura per qualche istante. Spinta dalla disperazione, senza riconoscere alcun diritto di vivere a quegli esseri maledetti, la bambina gridò e calò il pugnale, l'elsa stretta con entrambe le mani, in mezzo al cranio dell'essere, senza nemmeno percepire i graffi con cui la creatura nefasta le incise la pelle.
    Il corpo sotto di lei si dissolse, fumo nero si disperse nel vento, senza lasciare alcuna traccia delle sue azioni.
    -Ragazzina, io... grazie, però...- Con un fievole sorriso, la piccola si voltò verso la guardia. Quella si era liberata dell'elmo, aveva di fronte un giovane dai corti capelli rossicci e gli occhi smeraldini. La sua espressione era persa, come se non capisse cosa stesse succedendo. Shinan si maledisse, ma sapeva di non essere in grado, nel furore della battaglia, di controllare come avrebbe voluto i suoi sentimenti, il cui potere sfuggiva al suo corpo come un rubinetto che continua a perdere, rendendo anche la sua sola presenza lì un peso per tutti gli altri uomini, colpiti dalla sua stessa solitudine.
    -Non... si preoccupi...- mormorò quella, respirando affannosamente. La sicurezza nei suoi occhi, la decisione incrollabile non aveva ancora vacillato. Appoggiò la mano sul suo ginocchio, chiedendo un immane sforzo al suo corpo si levò di nuovo in piedi, vacillò nel suo primo passo, ma riuscì a rialzarsi.
    -Aspetta, ti aiu...- l'uomo si chinò per sostenerla col suo corpo, ma ella rifiutò con un gesto della mano. Quello non insistette in nessun modo, nel suo sguardo, che teneva ben distaccato da quello della bambina, ella riuscì a leggere tanto rilassatezza quanto rimorso. -Posso farcela da sola... devo continuare a combattere!-
    Shinan poteva percepire il suo sguardo perplesso fisso su di lei, nessuno riusciva a capire la sua determinazione, il suo desiderio di combattere oltre i limiti del suo stesso corpo. Prima che lo sconosciuto a cui aveva appena salvato la vita potesse ribattere, Shinan si allontanò correndo, incespicando sui suoi stessi passi, per non sentire i rimproveri che, nei suoi panni, si sarebbe fatta.
    Non aveva importanza se nessuno era in grado di capirla. Non le interessava se, per alcuni, la sua presenza lì era di troppo. Nemmeno lei stessa aveva controllo sulle sue azioni, quindi nessun altro al mondo sarebbe stato capace di fermarla.

    Era rimasta lì, dal primo momento. Senza un posto a cui tornare, senza alcuna speranza di placare i tumulti del suo animo, aveva pensato di poter allontanare dalla sua mente ogni pensiero, di poter ricominciare da capo, lontana dai dolori che minavano anche il suo passato più recente, semplicemente perdendosi in altri compiti: combattendo, distruggendo, era convinta così di poter esorcizzare tutto il dolore. Al momento di scegliere una nuova missione tra i vari bandi affissi nel suo mondo d'origine aveva fatto una scoperta spaventosa: un varco si era aperto a Radiant Garden e alla Città di Mezzo, uno squarcio tra i due Regni che non avrebbe mai dovuto esistere, una possibilità per gli Heartless di invadere in massa quei due mondi, di portare distruzione ovunque, di far soffrire tanta altra gente.
    Non era nemmeno riuscita a riflettere, prima di rendersene conto si era ritrovata a Radiant Garden, tra i guerrieri che si erano offerti di difendere quella terra assieme al Comitato di Difesa. Senza nemmeno realizzarlo, si era ritrovata a portare sulle sue spalle il peso delle vite e delle speranze di centinaia di persone, un peso eccessivo per una bambina, ma che non riusciva a fare a meno di sobbarcarsi.
    Così, sin dal primo momento, sin da quando il varco cominciò a dare i primi segni di attività, permettendo il passaggio di alcuni Shadow, Shinan era rimasta lì, pronta a combattere la battaglia più rischiosa della sua vita. E non per vendetta, non per orgoglio. Solo per dovere, perché non poteva ignorare una simile richiesta d'aiuto.

    Fu solamente un'intuizione. Gli uomini, gli stessi uomini che avrebbe dovuto difendere, l'avevano scambiata per una bambina indifesa e avevano rafforzato la loro difesa contro il nemico, avevano bloccato la strada all'Invisibile e avevano tentato di fermarlo. Ad esso era bastato agitare la sua spada per scacciare le due guardie, già ferite dal combattimento. Allora, la creatura chiamò a sé delle fiamme nere, lingue di fuoco che lo avvolsero e, spegnendosi con un soffio di vento, svanirono assieme a lui, solo strisce scure di fumo a segno di quanto era successo.
    Tuttavia, le grida dei guerrieri la misero in guardia, il mostro non aveva abbandonato la battaglia e quel sottile strato di fumo scattò verso di lei, pronta ad investirla con una forza sconosciuta. A quello doveva il suo nome, l'Invisibile, alla capacità di scomparire e diventare ancora più letale.
    Affidandosi alla sua fortuna, Shinan si era gettata a terra, rotolando sul suo corpo per salvarsi da un assalto che non poteva vedere. Il suo nemico era armato di spada, sarebbe stato solo logico che tentasse di sconfiggerla con essa, e lasciò la guardia scoperta per quanto meno tempo le fosse possibile: prima ancora di essere riuscita a rialzarsi, senza sapere dove fosse il nemico, meno con il suo pugnale un fendente alle sue spalle. Era rischioso, se le distanze fossero state sbagliate, ci avrebbe rimesso un braccio, ma aveva avuto modo di studiare brevemente la sua spada, abbastanza da confidare di non aver sbagliato. Ciò che temeva era di sbagliare il tempismo: se solo quell'attacco fosse stato sferrato un attimo troppo presto o un attimo troppo tardi, allora nulla avrebbe impedito alla spada dell'Invisibile di trapassarla. L'Heartless, tuttavia, era più veloce di lei, quindi attaccare troppo presto sarebbe stato impossibile, Shinan doveva puntare tutto sull'essere più veloce possibile.
    Un clangore di lame, una forte spinta piegò il suo braccio, scatenando un dolore simile ad una scossa elettrica che percorse tutto il suo braccio e le trapanò la testa. Ma strinse i denti, si voltò e scartò di lato per evitare il successivo fendente. Vide la nebbia passarle attorno, senza sapere cosa fosse successo. Solo un attimo più tardi sentì caldo al petto ed una sensazione viscosa e viscida sporcarla: era stata colpita da un attacco orizzontale, una sottile linea rossa attraversava il suo sterno, solo per pochi centimetri non l'aveva trapassata. Tuttavia, ora aveva un'idea generale di dove si trovasse il suo nemico e, soprattutto, scartando di lato aveva fatto in modo che l'Invisibile si trovasse di fronte ad una villetta rimasta vuota dopo l'evacuazione dei civili in centri di raccolta.
    -Chihuai! Yaluo!-
    Poteva sentirlo, era sicura che il mostro stesse per muoversi. I due spiriti, rispondendo alla chiamata, apparvero di fronte a lei. Quello che condividevano con la padrona era un legame speciale e fortunatamente non servirono parole affinché loro agissero: Chihuai era apparso alle spalle di Yaluo, ponendo le mani sullo spirito di fuoco scaricò tutto il suo potere sul corpo etereo del compagno. Le onde sismiche, scaricate sull'avatar di fuoco, lo spinsero violentemente in avanti, mentre quello si gonfiava sempre più, al limite della sopportazione. Proprio quando fu di fronte alla nebbia nera il suo potere si scaricò e una forte esplosione coinvolse l'area. In mezzo alle fiamme, Shinan fu incapace per un istante di vedere cosa fosse accaduto, senza poter sapere se la sua strategia avesse avuto effetto o meno. Portò il pugnale a proteggersi, temendo che l'Invisibile potesse tornare all'attacco ad ogni momento, ma la polvere si disperse in fretta e il fumo di cui era composto l'Heartless si palesò a ridosso di un muro, sul quale l'impatto aveva causato diverse crepe. E se c'era stato un impatto tale da provocare delle crepe, allora lì si trovava il corpo del nemico.
    -Non mi sfuggi!- con un gesto della mano, l'erica evocò di fronte a sé il suo spirito dell'acqua ed ella, trasmutatasi in una mezza luna, investì l'ombra, che pur celata alla vista non era più in grado di sfuggire: e l'invisibilità non è un potere utile, quando l'avversario conosce comunque la tua posizione.
    -Ora... io...!-
    Stanca, Shinan cadde in ginocchio. La piccola buttò le mani a terra. Le sue braccia tremavano, il capo era abbandonato in avanti, troppo pesante per essere alzato di nuovo. Una spalla cedette, di colpo tutto il peso del suo corpo stanco fu retto unicamente dalla parte sinistra del suo corpo.
    Provò a spingere, anche se aveva raggiunto già da tempo il suo limite, chiese comunque al suo corpo di rialzarsi, continuò a cercare energie dentro di sé per compiere l'impossibile. Eppure, alla fine anche la bambina dovette scontrarsi con il duro muro della realtà e, infine, raggiunse il punto in cui nemmeno la semplice determinazione poteva più fare qualcosa per aiutarla.
    -Male...dizione...-
    Sentì delle grida, sentì delle lame penetrare con violenza della carne, udì il fischio di qualcosa che si vaporizza, il suono emesso da ogni Heartless che ritorna alla stessa Oscurità che lo ha generato.
    -Piccola, alzati! Ecco, appoggiati a me.-
    Un braccio, un altro braccio. Finiva sempre così, non riusciva ad aiutare veramente nessuno, doveva sempre diventare un peso per gli altri, una bambina incapace di camminare senza qualcuno che le tenga la mano.
    -Io... Scusatemi...- non era nemmeno capace di guardare in faccia chi la stava aiutando, era così stanca che i suoi occhi, socchiusi, restavano fissi sui ciottoli sotto ai suoi piedi.
    -Di cosa ti scusi? Ci hai salvato la vita, sei riuscita ad eliminare da sola un Heartless potentissimo!-
    Sentì un paio di braccia forti stringerla, una presa salda attorno alle ascelle e dietro le ginocchia. Di colpo, il terreno sotto le sue gambe scomparì, si sentì quasi come se stesse volando. I suoi sensi però erano così ovattati, la sua coscienza così distante, che a stento riuscì ad afferrare la situazione, impiegò molto tempo a comprendere di essere stata presa in braccio dalla guardia, e nemmeno allora riuscì a trovare le forze per sentirsi in imbarazzo.
    -Io... cosa?- domandò confusa, biascicando appena quelle parole. No, lei non aveva fatto niente, aveva addirittura obbligato della gente a portarla via dal campo di battaglia.
    -Noi riuscivamo a malapena a difenderci, ma tu lo hai ferito, lo hai immobilizzato anche quando era invisibile, senza di te non saremmo mai riusciti a finirlo!-
    La appoggiarono su di una panchina, in un vicolo vuoto, oscurato dall'ombra dei palazzi su entrambi i lati. La piccola inspirò una volta l'aria. Era densa, aveva un odore pesante, l'odore dell'oscurità.
    -Ti siamo davvero grati.- aggiunse l'uomo di prima. Si allontanò di un passo e, con le mani appoggiate ai fianchi, la fissò sorridente. Shinan riuscì ad alzare il capo, abbastanza da incontrare quel sorriso radioso, quella sincera gratitudine, abbastanza da arrossire. Non c'era bisogno di essere così gentili, non voleva complimenti simili. Non se li meritava, aveva sbagliato così tante volte in passato. C'era così tanta gente che aveva lasciato morire... Così tanta gente che non sarebbe tornata indietro anche se avesse salvato mille altre persone, gente che aspettava il giorno in cui lei avrebbe raggiunto Kingdom Hearts, il giorno in cui, di fronte a quella Porta, avrebbe pregato chiunque si celasse oltre ad essa di esaudire il piccolo desiderio di una bambina. Però, anche se quella era la verità, anche se non sarebbe stato attraverso le sue buone azioni che avrebbe espiato i peccati, Shinan non era capace di ignorare la gente bisognosa attorno a lei, la gente simile alla Shinan di un tempo, e non aveva più la forza di vedere altra gente morire attorno a lei.
    -Io... devo andare.- aveva riposato abbastanza. Ora era di nuovo in forma, così credeva.
    -Ehi, fermati!-
    Quella barcollò, come fosse ubriaca, la sua testa pendette prima da una parte e poi dall'altra. Mosse un passo, le gambe cedettero e si trovò faccia a terra, le mani sbucciate nel cercare di attutire l'impatto. Ignorò il dolore, prima di cadere del tutto tornò in piedi, riprese a camminare.
    -Smettila, stupida, tutto questo non ha senso!-
    Non lo sentiva, non sentiva le parole di quell'uomo. Non le interessavano, solo lei capiva cosa fosse giusto fare, solo lei era pronta ad accettare che la sua vita... La sua vita non aveva un gran valore, così poco da poter essere sacrificata per salvarne un'altra, senza rimorsi o ripensamenti. Non era giusto che lei riposasse, non ne aveva diritto se la gente tutt'attorno si feriva e moriva al posto suo. Ma soprattutto, al di là dell'altruismo, al di là dei buoni propositi... Dovevano smetterla.
    -Basta.... Basta...- mormorava al vento, recitava parole il cui senso sfuggiva anche a lei, parole delle quali non riconosceva il significato, ma solo l'odio di cui erano intrise.
    -Smettetela... Heartless, smettetela di fare del male.-
    Appoggiò male un piede e scivolò, si resse in piedi. La luce del sole al tramonto la investì, mentre ella tornava al centro della piccola piazza.
    -Smettetela di rovinarmi la vita... smettetela di distruggere tutto ciò che ho di prezioso.-
    Un'ombra attraverso il cielo, una massa di fumo si aggregò poco distante dalla Nesciens.
    -Io... Vorrei solo un momento di felicità... Vorrei solo...-
    Strinse i pugni, si morse il labbro, vittima di rabbia e tristezza, vinta dalla sofferenza e dalla fatica.
    Un Darkball apparve poco distante da lei.
    -Vorrei solo...-
    La creatura spalancò le fauci, si tuffò verso di lei per divorarla.
    -Vedere la luce!-




    Stato Fisico: graffi non molto profondi alle braccia, ferita estesa da lato a lato del corpo all'altezza dello sterno, ma poco profonda, esausta per la prolungata battaglia
    MP: 100 - 5 (Coreopsis Tempestoso) - 10 (Tulipano Invincibile) - 5 (Achillea Scarlatta) - 20 (Orchidea Innamorata) = 60%
    Note: se avrò tempo (oggi devo staccare presto per impegni di domani) aggiornerò graficamente, ma a livello di scrittura è il post definitivo. Alla fine del post, Shinan sta per venire attaccata da un Darkball semplicemente perché volevo dare una scusa per Pagos o Vanessa di intervenire ed entrare in contatto con il mio pg ^^
     
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    Quanto sperava, quanto desiderava che quei due si salvassero, fratello e sorella! Gli ricordavano se stesso e Merenwen. O almeno, gli ricordavano se stesso e ciò che Merenwen sarebbe dovuta essere per lui. Un faro, una figura materna quando i veri genitori erano troppo impegnati nella loro scalata sociale per badare a quelli che loro vedevano solo come strumenti. Povera Merenwen, dopotutto, anche se era stato lui a doverla sostenere, non l’ aveva mai disprezzata, le aveva sempre voluto bene. Quando era stato annunciato il suo fidanzamento Ingwe ne era rimasto sconvolto: così la perdeva, così lei se ne andava nelle braccia della morte, nelle mani di un ubriacone. Così la perse per la prima volta. Non poté nemmeno scappare. Il ricevimento sontuoso, così ricco da sforare nell’ eccesso, era in realtà l’ esecuzione dorata della ragazza. Solo il pensare a quanto era successo, la caduta, la disperazione ed il suicidio, lo riempiva di rabbia, l’ impotenza che aveva provato, la frustrazione ed il dolore per averla persa una seconda volta ancora erano forti in lui, in lui che per natura non avrebbe dovuto provare niente. Le ginocchia gli cedettero nel mentre, la stanchezza ed il dolore lo stavano consumando dall’ interno, riducendo lentamente le sue forze. Nel vagare dei ricordi non si accorse dell’ ombra che si muoveva dietro di lui, se non fosse stato per la saetta color argento che gli sfrecciò davanti sarebbe morto. La consapevolezza di ciò lo fece riemergere in superficie. Non ebbe il tempo di girarsi ed andare ad aiutare la macchia argentea che lo aveva salvato che quella gli si ripresentò davanti.
    “Scusa? Ti serve una mano?”
    Un ragazzina, piccola, avrà avuto al massimo tredici anni. Delle curve che iniziano a comparire attorno a quell’ età ve n’ era appena una parvenza. Sembrava così indifesa, così fragile, come una farfalla appena uscita dal bozzolo, giovane e fresca, ma delicata. Vide i suoi occhi chiari indugiare sui suoi vestiti, sul sangue di Heartless che gli ricopriva il corpo e sul suo volto. Notando con quanta intensità la ragazzina lo stava esaminando le guance di Ingwe si tinsero leggermente di rosso, ma il vero momento d’ imbarazzo ci fu quando quella si chinò un po’ più avanti per osservarlo meglio; neanche nel suo sogno con quella che doveva essere un giudice si era sentito così scrutato ed esaminato.
    “Sembra che tu non sia al massimo delle forze... Hai combattuto molto? Ti serve qualche cosa?”
    Eh ? Cioè, no, scusa, grazie !” La sorpresa faceva reagire Ingwe un po’ lentamente, ma subito prese di nuovo controllo di se stesso. Un’ espressione un po’ dura ed un po’ ansiosa comparve sul suo volto mentre tentava di riaprire bocca per ringraziare dovutamente la bambina e poi prenderla e condurla nel passaggio.
    “Io sono Vanessa. Che momentaccio, eh!”
    Che momentaccio… L’ ingenuità e la tranquillità con cui quella bambina fronteggiava la situazione lo lasciava decisamente stupito ed invidioso. La purezza dei bambini, la luce che splendeva nei loro cuori era incomparabile, non era assolutamente possibile offuscarla con la disperazione… Se c’ era una cosa di cui Ingwe era sicuro era che nessun Heartless sarebbe mai stato capace di distruggere i sogni e l’ innocenza di quella bambina.
    “Sì, un momentaccio… Grazie per prima: senza di te sarei morto !” Non era di certo il momento di trattenere i complimenti. “Il mio nome è Ingwe. Grazie ancora per l’ Heartless, ma…” Sapeva che non era giusto e che probabilmente non ne avrebbe avuto bisogno, ma la sua coscienza glielo imponeva: non poteva lasciare una bambina così, da sola in mezzo a quello che presto o tardi sarebbe diventato un campo di battaglia. Senza neanche concludere la frase la prese per un braccio. Si era rialzato di nuovo in piedi ed ora la sovrastava di parecchi centimetri “ non puoi stare qui, non è sicuro… Anche se mi hai salvato da quell’ Heartless tra poco ne arriverà un’ esercito e… E la mia coscienza mi impedisce di lasciarti qui. Devi andare nel rifugio con gli altri bambini.” Aveva parlato con voce ferma, ma gentile. Non credeva sarebbe riuscita convincerla: vedeva la spavalderia nei suoi occhi, ma se non ci fosse riuscito con le buone allora l’ avrebbe costretta con le cattive. Si era già mosso di un passo in avanti tenendo ancora per braccio la bambina quando uno sbuffo di fumo nero nella piazza lo distrasse. Quello che doveva essere un Heartless comparve nel bel mezzo della folla. Ingwe sbarrò gli occhi: un mostro così, in mezzo a tutta quella gente. Quanti sarebbero morti prima che le guardie potessero anche solo reagire ? Le urla delle persone raggiunsero il vicolo proprio nell’ istante in cui Ingwe scattò. Aveva lasciato il braccio della bambina e adesso scivolava, volando rasoterra, verso il grumo nero d’ oscurità. Un urlo silenzioso si levò dalla bocca del giovane mentre vedeva l’ Heartless puntare verso una bambina. Piccola indifesa stava lì, ferma in mezzo al caos in preda ad una rabbia ad una disperazione che l’ accecavano. Quanto cari avrà già perso questa notte ? Quanti sono gli amici che non vedrà mai più ? L’ urlo nero di disperazione si trasformò in quello rosso di rabbia mentre, tenendo la spada al contrario, fendeva la sfera nera con un taglio secco, dal basso verso l’ alto. Le urla lentamente cessarono mentre le guardie arrivavano sul posto.
    “Cos’è accaduto ?”
    “Un Heartless! Qui, in mezzo alla piazza, ha attaccato quella bambina !”
    “Sì, ma è stato distrutto !”
    Ehi, stai bene piccola ?” Disse Ingwe rivolgendosi alla piccola creatura che gli si ritrovava davanti; le poteva vedere gli occhi pieni di lacrime, le piccole manine strette in pugno, rigida, aveva dei graffi su una buona parte del corpo e una brutta ferita all’ altezza del torace. Una forte tristezza nel veder quel giovane corpo così martoriato lo attanagliò nel profondo. Senza aspettare risposta, senza che neanche la piccola avesse tempo di aprire bocca, Ingwe prese quel delicato fiore, quel fragile bocciolo tra le braccia, cingendolo in un abbraccio .
    Va tutto bene, tutto bene” Sapeva che non era vero, che la bambina aveva bisogno di cure e che presto gli Heartless sarebbero di nuovo arrivati, ma per il momento si poteva permettere il lusso di consolare la piccola che stava stringendo con tenerezza infinita.

    Stato fisico: graffi da danno medio basso al petto, parte del torace ricoperta da sangue nero di Heartless.
    Stato psicologico: Preoccupato per Shinan e Vanessa, deciso a combattere per a difendere la città e a portare nel rifugio entrambe le ragazze.

    Statistiche

    Corpo:20
    Punteggio iniziale (20 ), Energia ( ), Punti Quest ( ), Altro ( ), A/O( )
    Essenza :115
    Punteggio iniziale ( 110), Energia ( ), Punti Quest ( ), Altro ( 5 ), A/O( )
    Mente:45
    Punteggio iniziale (45 ), Energia ( ), Punti Quest ( ), Altro ( ), A/O( )
    Concentrazione:35
    Punteggio iniziale (35 ), Energia ( ), Punti Quest ( ), Altro ( ), A/O( )
    Destrezza:55
    Punteggio iniziale ( 55), Energia ( ), Punti Quest ( ), Altro ( ), A/O( )
    Velocità:30
    Punteggio iniziale (30 ), Energia ( ), Punti Quest ( ), Altro ( ), A/O( )

    MP 100-32=68

    Ed eccomi qui. :D Spero che aver ucciso un Darkball non conti come combattimento... :'D Comunque tornando seri... Allora incontro Vanessa che tra parentesi spero non mi linci per averla chiamata tante volte bambina :'D e poi vedo la povera, piccola Shinan che già solo guardando il mio Piggio gli potrebbe spaccare il culo la soccorro e l' abbraccio (Ho utilizzato un po' la sua psiconoca inferiore anche se non avrei dovuto visto che ho una protezione grazie ad una passiva XD) e dimentico quasi del tutto la povera Vanessa... Scusami ancora XD e... Basta. A voi la tastiera !
     
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  7. Vanessa Galatea
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    "Eh ? Cioè, no, scusa, grazie !"
    ihih, pareva imbarazzato! Vuoi per la battaglia, vuoi per la stanchezza, il ragazzo dai grandi occhi verdi mi pareva leggermente a disagio.
    Forse si sentiva in soggezione, perché una bambina gli aveva salvato la vita. Boh, proprio non saprei.
    Alla mia presentazione, rispose:
    "Sì, un momentaccio… Grazie per prima: senza di te sarei morto !"
    Figurati, è una cosa normale... ci si aiuta in casi del genere!"
    Gli sorrisi, chiudendo gli occhi e piegando leggermente la testa di lato.
    “Il mio nome è Ingwe. Grazie ancora per l’ Heartless, ma…”
    Sembrava decisamente preoccupato. Come se dovesse assolutamente fare qualcosa...
    Poi, mi afferrò per il polso destro. Ed, ancora dopo, si alzò in piedi: sarà stato alto, più o meno, un metro e sessantacinque, forse un po' di più.
    Sovrastandomi di vari centimetri, mi disse:
    "Non puoi stare qui, non è sicuro… Anche se mi hai salvato da quell’ Heartless tra poco ne arriverà un’ esercito e… E la mia coscienza mi impedisce di lasciarti qui. Devi andare nel rifugio con gli altri bambini.”
    "Gli altri bambini?!" Mi aveva preso per una lattante?! Sempre tenendomi per il polso, mosse un passo verso il rifugio.
    Ovviamente, piantai i piedi per terra. Non ci pensavo nemmeno a farmi da parte, considerando che casa mia era stata infestata dagli Heartless e che dovevo liberarla!
    Aspetta! Non sono mica una poppante, sai? Voglio combattere anche io! Devo difendere la mia casa, il mio Mondo...
    Ingwe procedette a tirare il mio braccio per un secondo in più, ma poi allentò la presa...
    Credevo di averlo convinto, quando lasciò andare il mio polso, invece vidi la sua espressione cambiare: i grandi occhi verdi crebbero ancora di più, strabuzzarono sorpresi! Guardava in direzione di una piccola folla di persone, intente a farsi scortare al sicuro.
    In pochi secondi, lo vidi allontanarsi.
    Ok, aveva due cose strane in stretta correlazione:
    Numero uno, Ingwe correva come nessuno avevo mai visto fare: sfrecciava come un fulmine!
    Numero due, Ingwe non correva: VOLAVA RASOTERRA!
    Non lo notai subito, prima ero troppo intenta ad urlare:
    Ehi, dove corri?!
    Poi mi accorsi che, forse, sarebbe stato linguisticamente più corretto urlare "Ehi, dove svolazzi?!".
    In ogni caso, ero curiosa da morire su cosa avesse visto il ragazzo dai grandi occhi di smeraldo. E poi, mi aveva piantata in mezzo alla piazza! Come minimo, da ora l'avrei tormentato sul come faceva a volare, se me lo potesse insegnare...
    Non si sarebbe levato facilmente dai piedi la piccola ma letale Vanessa!
    Gli corsi appresso, decisa di scoprire cosa ci fosse di così importante dal lasciarmi come un baccalà, da sola, nel bel mezzo dello spiazzo.
    Ma, nonostante stessi scattando al massimo delle mie capacità, Ingwe era molto più veloce di me...
    Appena lo raggiunsi, notai una nebbia nera dissolversi in un modo che ormai ben conoscevo: Ingwe aveva falciato un Heartless... Ed io non ero riuscita a vederlo. Diamine, avrei potuto mostrargli di che pasta sono fatta!
    Ma la cosa che più mi lasciò curiosa, fu vederlo abbracciato con una bimba. Un piccolo fiorellino, avrà avuto più o meno otto anni.
    La piccola piangeva, dunque mi avvicinai ad Ingwe e mi inginocchiai per trovarmi all'altezza della bambina.
    Ingwi? Cos'è successo?
    Ehm, sbagliai il suo nome... Proprio non mi entrava in testa! Un nome così strano...
    Osservando la piccola, notai che aveva varie ferite sulle piccole braccia. Ma, squadrandola meglio, vidi una ferita sul torace dell'infante che non prospettava nulla di buono...
    Cerca un Guerriero delle Chiavi, loro dovrebbero sapere dove trovare dei rimedi per le sue ferite!
    Urlai, rivolgendomi al ragazzo dagli occhi smeraldini.
    Nonostante fossero tagli non gravissimi, la piccola aveva bisogno di medicazioni il più velocemente possibile. Assillare Ingwe passò del tutto in secondo piano. Ora c'era da occuparsi di un ferito, non tanto perché fosse piccola, ma perché qualsiasi persona sarebbe stata da medicare con ferite del genere, debilitanti per il fisico.
    Conoscevo quanto fosse brutto il sentore che, nonostante tu fossi indipendente, tutti ti trattassero come un marmocchio solo per via dell'età. Io lo sapevo bene, dopo aver sopportato tredici anni di adulti autoritari...
    In più, quella bambina tutta sola e senza nessuno mi smosse dei sentimenti nell'animo: cosa ne sarebbe stato di me se gli Heartless si fossero presi anche mamma? Fu una domanda sorta dal nulla, che sul momento mi si palesò in mente. Tutto d'un tratto capii quanto fossi fortunata ad avere ancora i miei cari.
    Attesi un riscontro da Ingwe: se fosse andato a cercare aiuto, come gli avevo suggerito, avrei preso il suo posto vicino alla bambina per rassicurarla.
    Una volta fatto ciò, le avrei detto:
    Sei una bambina coraggiosa, sai? Andrà tutto bene! Una volta curate le tue ferite, sarà tutto sistemato, eh?"
    Per confortarla, le avrei accarezzato la testa e l'avrei abbracciata facendo attenzione ad essere delicata per non farle male dove aveva quei brutti tagli.
    Come ti chiami? Io sono Vanessa...
    Distrarla. Distrarla da quella brutta situazione. Ecco cosa avrei cercato di fare.
    Era impensabile che potessero esistere delle creature così spietate e senza scrupoli dal ferire in quel modo una bambina.
    Ebbene, durante quello scontro imparai a conoscerli:
    Heartless

     
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  8. Elation
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    «This night awakens a devil
    Ripping
    Tearing in her punishments
    Insane.


    Scivolò sui tetti, calibrando i movimenti e rallentando l’avanzata, per controllare al meglio le attività sotto di lei. Li aveva sentiti fino nel borgo, i rumori degli scontri, le urla dei soldati. Non erano proprio fatti per i combattimenti: in battaglia bisognava essere silenziosi, diretti e letali. E lei, a seconda del suo umore, poteva dire di essere una guerriera provetta. Se voleva rimanere celata, nessuno era in grado di trovarla. Ma quando si trattava dello scontro aperto, del corpo a corpo, della lotta senza esclusione di colpi, l’anonimato poteva andare a farsi tranquillamente fottere per aprire la strada ad un trionfo di forza bruta e di violenza. Si fermò sul ciglio di un tetto. Il ragazzo dai capelli verdi, che avrebbe voluto incenerire pur di dimenticarsi del suo spiacevole incontro con Onèir, l’aveva seguita. Doveva ammettere che si divertiva a proporre divertimenti a cuor leggero, intendendo, sotto sotto, anche il massacro del proprio compagno di giochi. In fondo, lei voleva solo cibo assicurato.
    Poco distante da lei, una manciata di metri più in basso e una decina più lontano, stavano dei guerrieri che sembravano tutto tranne che comuni soldati. Due bambine e un ragazzo. Alzò le spalle, pensando che tre di loro erano veramente troppo anche per lei da sola. Per non parlare dello spuntino che aveva deciso di portarsi dietro. Si appiattì silenziosamente contro le tegole, spostandosi sul lato opposto della grondaia per non essere vista da nessuno di loro. No, se voleva davvero divertirsi doveva scegliere prede facili. Continuò ad avanzare, scivolando rapidamente da un comignolo all’altro, abbassandosi nelle viuzze laterali quando la distanza tra i cornicioni era troppa per essere ovviata in un balzo e arrampicandosi nuovamente sul successivo. Doveva trovare uno sbocco al coperto, una strada solitaria, e poi, solo allora, rendere manifesta la propria presenza. Dopo essersi eventualmente rifocillata. E fu allora che la trovò: una stradina insignificante. Portava alla piazza, piccola e stretta, perfetta per lei e per le sue intenzioni.
    Tre uomini correvano sul selciato sotto di lei e Flandre, vedendoli così indifesi, così lenti, così rumorosi, così appetibili, si leccò le labbra pregustando le loro urla di dolore e il loro sangue trovare la strada giù per la sua gola. Una strada buia, una strada senza illuminazione. Erano nelle sue mani. Senza aspettare un attimo di più, si lasciò cadere dal tetto, atterrando sugli avampiedi, le ginocchia piegate e una mano a terra, con uno sguardo talmente carico di furore da incenerire all’istante chiunque.
    «Salve, capi da macello.» li salutò ridendo, con un cenno della dritta, posando la mancina su un fianco.
    L’uomo più avanti, ad una ventina di metri da lei, pronto ormai a sbucare nella piazza, si voltò fermando gli altri due alle sue spalle, probabilmente due sottoposti: lanciò a Flandre un’imprecazione che la fece sorridere, ondeggiando lievemente sul posto, allegra, con le braccia intrecciate in un gesto disinteressato.
    Che stupidi. Sguainarono le spade puntandole verso di lei e partendo alla carica. Un classico. Contavano sul numero, contavano sulla loro forza bruta. Contavano sul fatto che lei era una bambina. Ma dentro al suo corpo, dentro a quel guscio, c’era l’anima di una bestia.
    Flandre indietreggiò saltellando con le mani strette dietro la schiena, aspettandosi quella mossa, mentre dal terreno sorgevano i suoi servi, i suoi figli, i prolungamenti della sua volontà. Le voraci fauci del suo spirito si erano unite in una cerimonia funebre con le ombre della notte, con i riflessi della paura, con le manifestazioni del demonio. Non fu neanche necessario che si muovessero sul campo di battaglia perché, i presunti difensori di Radiant Garden, guardavano lei, la loro nemica, e non dove mettevano i piedi. Tre braccia scheletriche, nere, dagli artigli pronunciati oltre ogni cognizione umana, emersero appena dal terreno, afferrando, con le loro dita taglienti, le caviglie dei soldati, mentre il loro influsso malvagio si allungava interamente sul loro corpo, per svanire quasi subito nel nulla. Non erano intenzionati a fermarli, non erano in grado di costituire un ostacolo fisico: ma avevano la loro utilità. Vide lo stupore sui loro volti quando le fitte di dolore attraversarono le carni, rallentando la loro avanzata, costringendoli persino a fermarsi per un attimo, debilitati dal danno subito. Due di loro almeno. Il terzo, il più alto in carica, aveva diminuito l’andatura, stringendo più saldamente l’elsa della sua spada, e accorciava le distanze a grandi falcate. Flandre aveva una perfetta visuale d’insieme. Flandre aveva la vittoria in pugno. Mosse la destra solo quando la lama di questo fu sopra di lei e, in un baluginio di fiamma ardente, comparve stretta nel pugno bambino la sua amata Laevateinn, diamante avvolto dalle vampe contro volgare acciaio. Vergognoso. Il colpo dell’uomo risultò più potente di quanto non si aspettasse: fu costretta immediatamente ad aggiungere la sinistra per non subire un rinculo del fendente e non rimanere ferita nell’affondo. Arricciò il naso sentendo una certa eccitazione muoversi dentro di lei. Nell’impatto scatenò tutta se stessa aizzando il fuoco dell’inferno intorno al solido della spada e alla punta acuminata. Doveva sempre avere un asso nella manica. Doveva sempre essere in grado di cucinarsi un pasto decente.

    «Muori! Brucia!»


    Soccombi.
    Rise. Rise ricolma di un piacere immenso, nel sentire la pelle sfrigolare e l’uomo urlare in preda al dolore, prossimo alla morte. E sentiva una fame immensa crescere e crescere a dismisura dentro di lei. La fame era la sua migliore alleata, la fame l’aveva sempre aiutata. Gli altri due non si sarebbero avvicinati, non avrebbero mai osato provare a salvarlo: sarebbero finiti in pasto alla belva rossa anche loro, diventando nutrimento per la vampira. Quello era il loro destino, quello era il destino di tutti quelli che si frapponevano fra lei e il suo obiettivo. Quello era il destino di tutti quelli che non erano in grado di farla divertire.
    Ora non restava che attendere il ragazzino ebete e straordinariamente lento che aveva deciso di mettere alla prova. Per quei soldati sarebbe giunta in ogni caso la fine: nessuno sfuggiva alla sua caccia, nemmeno un compagno di squadra deludente e codardo. Se si fosse tirato indietro, Flandre l’avrebbe scovato, tirato fuori dal suo buco e lacerato le sue carni con le sue stesse mani, senza l’ausilio della sua amata arma. Non poteva permettersi di lasciarla insoddisfatta.




    flandre3

    F L A N D R E



    BaseRossa P.Q. A&OTotale
    Corpo75±35+0±0110
    Essenza50±40+0±090
    Mente35±0+0±035
    Velocità50±30+0±080
    Destrezza50±30+0±080
    Concentrazione40±15+0±055


    »Stato fisico~: buono, ferite lievi da impatto, danno basso x2.(dallo scontro precedente)
    »Stato psicologico°: euforica.
    »Potere Magico~:60 - 20 (ciò che l'ombra cela) - 5 (evocazione Laevateinn) - 5 (lanciafiamme) = 30%

    Lævateinn è il nome della mitica spada leggendaria citata nella mitologia Nordica, conosciuta anche come “il Ramo della Distruzione”, utilizzata dal gigante delle fiamme durante il Ragnarok (l’Apocalisse) per incenerire l’albero sacro Yggdrasil, dando così inizio alla devastazione dell’universo. La Lævateinn di Flandre non differisce di molto, in quanto ad aspetto, dal leggendario Ramo, se non per le dimensioni, sensibilmente ridotte, rese umanamente valide per garantire alla piccola quanto incontrollabile vampira di poterla maneggiare senza grandi problemi. Esistono tre forme della suddetta arma, modificabili dal possessore, ma per ora una sola di queste è conosciuta dalla giovane principessa.

    S a b e r F o r m:
    ¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯

    Il primo e più generico stato in cui è possibile trovare la Lævateinn è quello di una spada lunga dalle tinte scarlatte e il disegno elaborato che misura complessivamente un metro e sessanta: il pomolo, arcuato e vagamente somigliante al classico simbolo Heartless, l’impugnatura intagliata su cui sono incisi simboli runici, la guardia, piatta e aperta, e la coccia, che dà inizio alla lama vera e propria restringendosi in un breve arco, portano via alla lunghezza totale circa una quindicina di centimetri. Il taglio si allunga con qualche scanalatura a seghetto fino al debole della lama, ristretto, che si apre poi in una cresta che riprende il motivo del pomello, più schiacciato e affusolato. Questa particolare struttura permette quindi una penetrazione sicura, dato lo spessore terminale di appena un centimetro e la composizione rinforzata, e uno sfondamento garantito, dovuto all’immediata apertura incurvata. Più che di taglio, il potenziale della Lævateinn Saber Form è lacerante: quindi l’arma non sarà mai in grado di infliggere tagli sottili ma profondi come una normale spada; piuttosto lacererà rozzamente le carni portando con sé, all’estrazione, brandelli di tessuto intrappolati nelle varie scanalature e rientranze.

    In ogni caso, oltre al mero aspetto fisico, la Lævateinn di Flan “mira” ad emulare l’originale anche in quanto a poteri. La piccola vampira è finora stata in grado di “scoprirne” solo due, e non è ancora in grado di sfruttarne appieno gli effetti. Ma chissà che col tempo l’arma non decida di manifestarsi a piena potenza.
    Per ora, comunque, possiede due capacità straordinarie: è in grado di conferire a Flan uno stralcio di controllo del fuoco, ed è in grado di scomparire e riapparire a volontà.
    La prima caratteristica, forse quella più “propria” della spada originale, consente a Flan di generare, incanalando energia magica attraverso la Lævateinn, dei piccoli ma pericolosi turbini di fuoco. Quando la tecnica sarà attivata, infatti, la spada assumerà un acceso, minaccioso color rosso scuro, come se questa si fosse istantaneamente surriscaldata al punto di fusione; un attimo dopo, le fiamme sprizzeranno in linea retta dalla punta della spada, in un movimento vorticoso e folle, avviluppando tra le proprie spire chiunque si trovi nel raggio del piccolo turbine dell’inferno (questo, di base, non potrà andare oltre gli 8 metri di gittata). La tecnica è istantanea e, oltre al danno basso, ha poche probabilità di infliggere scottature all’avversario. Nello sfortunato caso in cui l’avversario venga a contatto con la spada surriscaldata nel corso della tecnica, subirà anche in questo caso un danno basso da fuoco al semplice contatto. (Attiva magica a costo basso).
    La seconda caratteristica è in realtà stata sviluppata da Flan per pura comodità. Per quanto infatti la vampira possa essere forte, portarsi dietro la Lævateinn, enormemente ingombrante per una della sua stazza, sarebbe stata una seccatura non da poco. Il piccolo demonio ha dunque sviluppato una semplice, rudimentale magia, che le permette di evocare e far sparire la sua fidata arma (conservata in un posto sicuro) con un effimero consumo d’energie. Pratico, veloce e con un certo quantitativo di “effetto sorpresa”; esattamente come piace a lei (Attiva magica a costo basso).




    Freaks will be coming


    I’m gonna burn it down


    È tuttavia importante dire, anzitutto, che insieme ai suoi nuovi poteri in Flan vennero istillati anche i concetti stessi di “luce” e “oscurità”, di pari passo ai presunti “valori” che questi si portano dietro. Per la prima volta, Flan ha cominciato a far suoi concetti come “giusto” e “sbagliato”, solo per provare ancora più piacere nel constatare che i suoi comportamenti erano più facilmente accostabili al secondo. Ma insieme alla consapevolezza che quasi tutti gli esseri hanno, arrivò anche qualcosa di ben più straordinario. La sua capacità di “percepire” se un determinato comportamento o azione fosse più accostabile all’una o all’altra entità regolatrice dell’universo divenne in breve così elevata da poter riconoscere, praticamente al primo sguardo, “l’orientamento” di qualunque interlocutore -sostantivo di pura formalità, parlando di una come Flan- la vampira si trovi davanti. Non che a lei interessi troppo in ogni caso. Buone o cattive, nel giusto o nel torto, le persone sanguinano tutte allo stesso modo. E Flan adora a prescindere vederle farlo (Passiva razziale - Perspicacia).

    Born in pain


    Born stubborn


    Se c’è una cosa che a Flan non è mai mancata, questa è la determinazione. Perfino durante i più bui giorni nelle segrete, quando ogni altro essere sulla terra avrebbe perso la speranza e si sarebbe lasciato morire, Flan non ha mai smesso di tessere tele di vendetta e riscatto. È piuttosto difficile, invero, immaginare un esserino più cocciuto; e con l’arrivo dell’oscurità dentro di lei, il tutto non ha fatto altro che aumentare. “Peggiorare”, potrebbero dire alcuni. Perché se una volta, durante il periodo di detenzione, pensieri più accomodanti come “fare la brava bambina per un po’” potevano sorgere alla sua mente, con l’arrivo dell’oscurità la determinazione è diventata quasi esclusivamente un’ostinazione ferale. E in fondo come darle torto? Non c’è praticamente nulla che la bambina non possa ottenere con la sua forza. Nulla che non possa ottenere con la sua Laevateinn in mano. Nulla che possa anche solo farle pensare di cambiare idea. (Passiva razziale - Ostinazione)

    Nothing can stop our rage, our revenge


    Don't try to hold down...


    Flan è sempre stata un tipetto piuttosto vendicativo. Si potrebbe comodamente dire che mai, nella sua lunga vita, un torto fattole sia rimasto impunito in modo più o meno brutale, direttamente o indirettamente. E ciò è particolarmente applicabile in combattimento: mentre infatti “torti” psicologici e subdoli siano più stancanti e “noiosi” da ripagare, i “torti” fatti in combattimento sono ben più rapidi e gratificanti, specie per il suo essere violento e assetato -letteralmente- di sangue. Ed è proprio questo suo desiderio, questo suo gusto nel ripagare immediatamente ogni insulto portato al suo esile corpo in una lotta, che il “contrattacco” è uno degli aspetti in cui Flan è più terrificante e pericolosa. In un miscuglio di furore ed eccitazione, ogni colpo che l’avversario assesterà (sia esso fisico o magico) renderà Flan in grado di potenziare il suo prossimo assalto della medesima entità del danno appena subito, un po’ come a voler onorare un perverso, sadico “occhio per occhio”. Proverbio che il piccolo Demonio sembra a dir poco gradire (Attiva a costo Nullo Razziale – Ripicca).

    The scales beneath your skin are showing off today


    There's evil in your heart


    Nonostante la sua Laevateinn sia indubbiamente l’arma preferita della vampira, Flandre è da sempre stata affascinata anche dal combattimento corpo a corpo. Dotata di una forza a dir poco fuori dal comune, la “bambina” adora torcere colli, spezzare arti, frantumare ossa; e adora le urla che ne conseguono. Il tutto è reso ancor più strabiliante se si pensa al fatto che assai raramente, quando a Flandre “viene voglia” di combattere a mani nude, avversari dotati di armi riescono a ferirla. Ciò è dovuto, principalmente, alla sua natura di vampira: dotati di una pelle con una resistenza fuori dal comune, gli esponenti della sua razza non si fanno troppi problemi a bloccare assalti di arma bianca solo attraverso l’utilizzo degli arti nudi; e questa caratteristica, in Flandre, è sempre stata a dir poco ammirevole. Se poi si pensa quanto lei stessa adori ammirare il volto dell’avversario riempirsi di terrore quando questo consta di non poterla ferire con la spada, si comprende come questa sia una tra le caratteristiche da lei più esercitate e perfezionate.
    In termini di regolamento, tale passiva permette a Flandre di considerare il suo corpo resistente come qualsiasi arma in acciaio; da ciò ne deriva che colpi semplici portati con armi da taglio difficilmente scalfiranno la sua pelle, ma causeranno comunque danno da impatto. Colpi semplici portati con statistiche in corpo molto superiori al suo o con un qualsiasi consumo di energia colpiranno invece normalmente, tagliando come di consueto.
    (Passiva Normale)


    From shadows


    We'll descend upon the world


    Nella notte, nel buio, nell’oscurità dimorano creature spaventose, sopravvivono le paure dei bambini diventati adulti. Le nebbie scure sono i nemici comuni di molti ma non della piccola vampira, che fra loro si muove come fra le mura di una casa che conosce a menadito. E, così come in un’abitazione che si rispetti ognuno ritrova gli affetti e le amicizie a cui è più legato, nell’oscurità Flandre ritrova compagni d’arme cari al pari di una madre affettuosa. Toccando il terreno con le mani o con la punta della sua spada, Flandre è in grado di richiamare a sé tre esseri affinché compongano i suoi rinforzi, che compariranno nel raggio di dieci metri attorno alla fanciulla, figlia del male, e sbucheranno fuori dalle ombre del campo di battaglia, avvolgendosi con un mantello nero e allungandosi in forme contorte e raccapriccianti ma tanto gradite alla vampira. Così la notte, grazie a loro, può nutrirsi e sopravvivere. Dotati di mascelle, zanne, artigli e occhi scarlatti al pari della bambina che li ha richiamati, si muoveranno fino ad un massimo di cinque metri attorno al loro punto di origine. Purtroppo la piccola non può contare per molto tempo sul loro supporto: alla fine del turno, infatti, svaniranno indipendentemente se abbiano inflitto danno o meno. (Razziale Magica – Ciò che l'ombra cela - Costo Alto)


    Riassunto post:
    -Utilizzata "ciò che l'ombra cela"
    -Feriti due soldati semplici e un caporale
    -Il caporale attacca Flan con potenziamento in corpo "Heavy Blow"
    -Flandre evoca la Laevateinn e genera un turbine di fuoco di fronte a sé che mira solo a finire il caporale



    Edited by Paranoia~ - 27/9/2013, 21:50
     
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    “Ingwi ?”
    Forse quella ragazzina stava prendendo un po’ troppa confidenza. Arrivare già ai diminutivi … Senza slegare l’ abbraccio, con l’ espressione dal sopracciglio alzato che lo faceva tanto sembrare uno di quei nobili che tanto disprezzava, si girò verso l’ adolescente pronto a dirgliene una o due, ma la giovane non gli dette il tempo di aprire bocca, l’ espressione sconvolta, le mani poste davanti alle labbra e gli occhi sgranati. Non ci volle molto per capire che anche lei aveva notato le ferite della bambina, ferite delle quali il Nessuno si era quasi completamente dimenticato.
    “Cerca un Guerriero delle Chiavi, loro dovrebbero sapere dove trovare dei rimedi per le sue ferite!”
    Urlò la ragazza, neanche i due fossero stati lontani una ventina di metri, ma non era quello il momento di arrabbiarsi per come reagiva la giovane che, anche se si era espressa in maniera un po' sgarbata, Ingwe dovette ammettere che avsse ragione.
    Certo, ok, tu stai attenta alla bambina e resta lì dove sei ! Capito ?
    Senza neanche aspettare una risposta il Nessuno si mosse, non era molto felice di dover prendere ordini da una ragazzina, ma quando era necessario… Beh, era necessario. Aveva sentito in città dei guerrieri delle chiavi o Keybladers, ma non aveva mai avuto occasione di incontrarne uno. Senza avere idea di dove iniziare a cercare l' adolescente decise di dirigersi verso le guardie per prima cosa: forse, loro potevano sapere dove trovare un custode… Scattando al massimo che la sua velocità a terra gli consentiva, Ingwe cercò di trovare una guardie nel muro compatto di gente che spingeva per entrare nel rifugio. Era snervante non poter passare a causa di tutta quella folla, il timore che le due bambine potessero venire attaccate da un momento all’ altro lo logorava dall’ interno. Ma una piccola sagoma appena visibile con la coda dell’ occhio attirò la sua attenzione. Un ragazzo, sarà stato più o meno della sua età, stava… lottando ? Non si riusciva a capire cosa stesse facendo lì menando fendenti a destra e sinistra. Era come se combattesse contro l’ aria. Ingwe decise di non immischiarsi, aveva già fatto troppo quella notte e doveva badare a due bambine adesso, non aveva il tempo di occuparsi anche dei pazzi. Ma l’ avrebbe dovuto capire che l’ oscurità ha molte forme, alcune deboli e strane ed altre terrificanti con poteri che neanche negli incubi più terribili un essere umano potrebbe immaginare… E, come a mantenere la parola data, questa volta l’ oscurità aveva preso una forma decisamente insidiosa questa volta. Il ragazzo non stava combattendo contro il frutto della propria mente, fosse stato così probabilmente sarebbe stato meglio, bensì contro uno degli emissari del buio. In un’ istante l’ aria di tenebra che il giovane tentava di colpire si materializzò, compattandosi si getto su ragazzo, squarciandone il corpo con potenti morsi. Paralizzato dall’ orrore di quella scena, Ingwe fu lento a reagire e, quando arrivò nel vicolo, non era rimasta più traccia dell’ essere umano, ma, al suo posto era comparsa una seconda creatura, identica per l’ aspetto alla prima. I due demoni non attesero la prima mossa dell’ avversario, con ancora un ghigno malvagio stampato sui volti si gettarono sul ragazzo, o almeno uno dei due si gettò sul ragazzo. Le fauci aperte, fameliche e bramose di qualcosa che era già stato rubato tempo addietro, si diressero verso il ragazzo, ma non lo raggiunsero mai, al posto della carne queste si chiusero sulla luce di Findulas che senza esitazione le lacerò, separandole le une dalle altre e con esse il corpo sferico dell’ emissario delle tenebre. Credendo che il secondo fosse scappato Ingwe si girò, intenzionato a trovare uno di quei stramaledettissimi custodi. Ma, neanche un passo dopo, un colpo, forte tanto da togliergli il fiato gli centrò la schiena, cadendo a faccia avanti il ragazzo, ancora stordito, non riusciva a comprendere cosa gli fosse accaduto, il suo unico pensiero era trovare un Keyblader. Solo quando quella che sembrava una sfera d’ oscurità gli si piazzò davanti riuscì a comprendere quanto gli fosse accaduto… L’ istinto prese il sopravvento, temendo per la propria vita, al vedere le fauci ancora coperte del sangue dell’ altro ragazzo, Ingwe creò una barriera tra sé ed il proprio avversario. Un semplice rintocco annunciò che l’ Heartless era andato a sbattere di muso contro la lastra opaca. Sorridendo per la stupidità di quell’ essere il ragazzo si concesse un momento di pausa per ammirare il piacevole spettacolo fornitogli dall’ esplodere di quella sfera oscurità al contatto con la propria sfera di luce. Ma il momento era finito. Con il solo pensiero di trovare un Custode il ragazzo si rigetto nel marasma che regnava nella piazza.

    Stato fisico: graffi da danno medio basso al petto, parte del torace ricoperta da sangue nero di Heartless. Danno basso da impatto alla schiena ed al volto.
    Stato psicologico: Deciso a trovare un Keyblader il prima possiblie.
    Statistiche

    Corpo:20
    Punteggio iniziale (20 ), Energia ( ), Punti Quest ( ), Altro ( ), A/O( )
    Essenza :115
    Punteggio iniziale ( 110), Energia ( ), Punti Quest ( ), Altro ( 5 ), A/O( )
    Mente:45
    Punteggio iniziale (45 ), Energia ( ), Punti Quest ( ), Altro ( ), A/O( )
    Concentrazione:35
    Punteggio iniziale (35 ), Energia ( ), Punti Quest ( ), Altro ( ), A/O( )
    Destrezza:55
    Punteggio iniziale ( 55), Energia ( ), Punti Quest ( ), Altro ( ), A/O( )
    Velocità:30
    Punteggio iniziale (30 ), Energia ( ), Punti Quest ( ), Altro ( ), A/O( )

    MP 100-32 [-16-16]=36

    Tecniche utilizzate:

    L’Essenza (Passiva Superiore)
    Prima delle abilità imparate da Failariel è quella che forse gli risulta essere più utile nel combattere. Ingwe sarà capace senza alcuno sforzo di far fluire costantemente il proprio corpo la propria energia magica e sarà questa e non la forza fisica in sé a dare forza ai muscoli e resistenza alle ossa. In termini di GdR il parametro corpo sarà sostituito da quello di essenza.

    Il Volo (Passiva superiore)
    Come in un sogno Ingwe sarà capace di volare liberamente in aria in qualunque momento gli vada per tutto il tempo che gli va; egli sarà capace di stare in aria in qualunque posizione gli vada e di volare a qualunque altezza gli piaccia utilizzando solo la propria energia magica. Dunque la velocità in volo si dovrà basare sul parametro essenza.

    La Luce (Attiva a costo medio basata sull’essenza e sulla luce)
    Con un dispendio di energia medio Ingwe sarà capace di creare un globo di luce di potenza media in un qualunque punto che rientri nel suo campo visivo e di lanciarlo contro il proprio avversario solo strizzando l’ occhio sinistro. Una volta scelta la direzione non potrà essere cambiata. Il danno sarà composto da scottature da luce.

    Scudo di mezzo (Attiva a costo medio, basata sull’ essenza)
    Spinto dalla propria maestra ad imparare una tecnica difensiva Ingwe è riuscito a crearne una che a sua insaputa riflette la propria natura di nessuno. Quest’ abilità consiste nel creare uno scudo tra se ed il proprio opponente, questo avrà un’ altezza di due metri e un larghezza di uno e mezzo (1,5 X 2) ed avrà un’ apparenza traslucida, opaca e leggermente ricurva.

    Riassunto:
    Mi sono accorto di non averlo fatto per il precedente post autoconclusivo quindi rimedio qui:
    1° POST
    [Uccide 3 Shadows, cerca nell’ hotel, uccide un altro Shadow, scappa con donna e bambino, uccide 6 Shadows e 2 Mega-shadows, dopo aver ricevuto un danno medio al petto, grazie all’ abilità Sanctum.]
    2° POST
    [Entra nel vicolo, uccide il primo Darkball con un taglio netto all’ altezza della bocca ed il secondo, dopo aver ricevuto due danni bassi, grazie all’ abilità La Luce.]
    So che sono scarni, ma vi prego di scusarmi…
    P.S. So che non è il massimo, ma non linciatemi !
     
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  10. misterious detective
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    Era pronta a tutto fin dal primo momento in cui aveva messo piede sul suolo di Radiant Garden.
    Shinan ormai aveva rinunciato ai suoi sogni più utopistici, aveva accettato che le sue piccole mani non erano in grado di proteggere la vita di tutte le persone che aveva di fronte a lei. La morte di innocenti era inevitabile, non avrebbe mai smesso di incolpare la sua inadeguatezza per questo, ma almeno aveva trovato la forza per andare avanti e sopportare quella verità. Tuttavia, non si sarebbe mai giustificata per aver dato meno del massimo in qualsiasi situazione. Non poteva morire, non se voleva salvare i suoi compagni, però non aveva il diritto di decidere chi meritasse di vivere più degli altri.
    Per questo avrebbe voluto ignorare la stanchezza, per questo era convinta di poter ancora combattere; perché se la guerra non era ancora finita, se i soldati si affannavano ancora per le vie nel tentativo di respingere gli Heartless, allora lei non aveva il diritto di lasciare il campo di battaglia, lei che fin dalla nascita non era altro che un errore, un imprevisto, un'esistenza sfuggita alle leggi del mondo, capace solo di portare sventura su chiunque la avvicinasse troppo.
    Aveva gridato, con ogni stilla di energia che ancora bruciava nel suo corpo, aveva implorato il cielo, implorato che quella stupida guerra avesse fine, che nessuno dovesse più morirle attorno. Ma chi c'era ad ascoltare il suo grido? Nel bel mezzo lotta tra Oscurità e Luce, tra fame di potere e la forza dell'amore, chi aveva il tempo per considerare le ingenue volontà di una bambina?
    Come serpenti di tenebra, la stanchezza azzannava i suoi arti, veleno letale che la piegava sulle ginocchia, rendeva la sua vista offuscata, i suoi sensi ovattati. Sentiva una nausea nascerle dal profondo, il corpo si opponeva alla sua volontà. Aveva raggiunto i limiti di quel fisico di bambina, o forse li aveva già superati da troppo tempo e solo per questo esso si ribellava a lei, infliggendole lo stesso dolore di cui erano capaci i suoi nemici.
    “No, ti prego...” Si strinse le spalle, Come a consolare il suo animo affranto. Non voleva cadere in quel momento, non voleva cedere alla debolezza. Non poteva essere soddisfatta delle sue azioni, se fino alla fine non fosse riuscita a difendere chi ne aveva bisogno. Era buffo, con un mezzo sorriso si domandò se non fosse un poco egoista: non voleva morire, ma non voleva nemmeno lasciare il campo di battaglia.
    Sentì sul collo, per quanto lontano, il fiato di un'ombra. Si voltò, spaventata, e scoprì un Darkball che, fauci spalancate, si stava tuffando addosso a lei, solo desideroso di divorarla. Incapace di muoversi, strinse i denti e si difese con le braccia. Era pronta a sopportare ogni colpo, perché anche se difficile, anche se non era nulla più che il sogno di una bambina, per raggiungere la metà avrebbe continuato a vincere. Contro chiunque, contro Heartless e contro Nessuno, contro L'Oscurità e qualsiasi avversario avesse bloccato il suo cammino.
    Ricacciò indietro le lacrime, allontanò da sé i dubbi, e trovò ancora la speranza di lottare anche quando non ne era più in grado, anche quando la sua guerra era già giunta al termine.
    “Io... nemmeno io morirò!”
    Chiuse gli occhi, nella sola speranza di sostenere il dolore. Nulla però la raggiunse, se non il suono di una lama che trancia la carne.
    Confusa, si ridestò: di fronte a lei, solo una nebbia nerastra, volatili resti di un mostro sconfitto. Una forte luce, però, dissipò quelle tenebre, scacciò i flutti che tentavano di riaggregarsi, di contaminare quel mondo: la luce di una spada, una lama brillante fatta di energia pura. E, ad impugnare quell'arma incantata, un ragazzo, un'ombra scivolata fra le ombre. Capelli color paglia, grossi occhi smeraldini che non lasciavano trapelare emozione; freddi, anzi, vacui come l'animo della bambina. Ma lui, almeno lui, aveva ancora le forze per combattere. Qualsiasi fosse il motivo per cui metteva mano alle armi, per cui rischiava la sua vita, lui non stava ancora avanzando da solo. Shinan invece si era fermata, aveva costretto il prossimo a proteggerla, ancora una volta.
    Era sempre quello. Continuava a ricadere nello stesso errore.
    -Ehi, stai bene piccola?- il giovane si voltò verso di lei, deciso, ma con un cenno, una scintilla di preoccupazione nella sua voce.
    L'Erica avrebbe voluto annuire, scusarsi magari, ma non ne fu in grado. Rimase lì, immobile, intenta ad osservare silenziosamente il suo fallimento, a fissare con sguardo perso, di chi non riesce a comprendere, il suo salvatore.
    Lui la cinse con le braccia, le accarezzò le spalle, la appoggiò al suo petto, si impegnò per darle dono di tutto quel calore che non possedeva.
    Le sussurrò parole di conforto, come se volesse consolare una bambina sperduta, le disse che era tutto a posto.
    No, non era vero, non c'era nulla a posto. Era davvero accaduto, non era possibile tornare indietro. Era in debito con quell'uomo, un debito che, probabilmente, non sarebbe mai stata in grado di ripagare. Perché lei, a differenza di quello sconosciuto, non era forte. Non era nulla...

    -Grazie.-

    Qualcuno credeva in lei, lo ricordava. Xisil, era passato troppo tempo dal loro incontro, o forse troppo poco. Ancora era vivo il dolore di quel giorno, ma neppure quel fallimento aveva cancellato la gioia che quella sola, semplice parola aveva portato nel suo animo.
    La bambina non aveva la minima fiducia nelle sue capacità, sapeva coscientemente che non sarebbe mai stato possibile l'opposto, non dopo tutti i fallimenti di cui aveva lastricato il suo passato. Eppure, qualcosa di buono era riuscita a farlo, qualcuno credeva in lei e, anche se non le stava accanto in quel giorno, anche se l'altra forse non era nemmeno cosciente della crudele battaglia che era in corso in quel mondo... nonostante tutto questo, ciò che la spadaccina aveva insegnato alla giovane non era di minor valore. Xisil credeva in lei, la reputava forte, entrambe avevano deciso, come amiche, di combattere fino in fondo, senza cedere, portando alto lo stendardo dei loro sogni.
    E, sotto sotto, Shinan ancora ci credeva, voleva crederci, perché non avrebbe mai potuto vivere in un mondo in cui, ad aspettarla, non c'è un lieto fine.
    -No, as... aspetta!- mormorò quella parola debolmente, col tono soffocato di un febbricitante. Con le sue mani tremanti, spinse lontano il petto del ragazzo, priva di forza ma armata di una disperata volontà. Il suo viso era serio, arrossato, nonostante il capo chino alzò un momento gli occhi per osservare il suo salvatore, per ringraziarlo sommessamente.
    -Io... mi dispiace per quello che è successo, però...- ebbe un lieve mancamento, portò una mano alla fronte. Si sentiva calda.
    “Respira... Respira...”
    Chiuse gli occhi, inspirò e spalancò ancora le palpebre. -Non... Non serve che ti preoccupi per me, sto bene. Davvero.-
    Passi.
    Per un solo istante, Shinan trasalì. Spaventata, si mosse brusca verso la fonte del rumore, rischiando di crollare ancora una volta, ma riconobbe subito la figura di una persona, una giovane poco più grande di lei, dai lunghi capelli argentati, un volto dai lineamenti rotondi, gentili, fin troppo docili ed estranei per apparire in quello spettacolo del caos.
    Ella si inginocchiò accanto alla piccola, la fissò preoccupata, indecisa. Quella indietreggiò di un passo, le mani portate timidamente al petto. Non le piacevano tutti quegli sguardi... Avere così tante persone attorno che si preoccupavano per lei la faceva stare quasi bene, ma sapeva che quel benessere era una droga, una droga velenosa. Doveva resistere alla tentazione.
    -Cerca un Guerriero delle Chiavi, loro dovrebbero sapere dove trovare dei rimedi per le sue ferite!-
    L'uomo partì subito in corsa a quelle parole, quasi neanche un cenno a dimostrare di aver compreso quelle parole. Shinan provò ad allungare il braccio, a richiamare l'attenzione del suo misterioso benefattore. Non le uscì voce dalla gola, poté solo osservare impotente la gente che si sacrificava, che sacrificava la vita di altre persone, trattenendosi dal combattere gli Heartless, solo per aiutare lei; proprio lei, che avrebbe dovuto essere la prima a sapersi prendere cura di se stessa, la prima a combattere per il prossimo.
    -Sei una bambina coraggiosa, sai?-
    Quelle parole della ragazza, parole amorevoli accompagnate da una carezza sulla testa, furono una gelida stilettata al suo cuore, uno sfregio lungo la schiena, sottile ma lungo, un lieve e infinito dolore, che la attraversò da parte a parte.
    Era una bambina solo d'aspetto, a tutto il resto aveva rinunciato, o così voleva credere. Se però avesse davvero voluto rendere quella convinzione realtà, capì che lei per prima doveva cambiare, doveva mostrare agli altri che c'era dell'altro oltre al suo aspetto, una ragazza che desiderava combattere.
    Non rifiutò l'abbraccio dell'altra, non la scacciò per non rendersi ancora più ridicola, incapace persino di allontanarsi dalla stretta di un'altra persona, ma nemmeno rispose a quel caldo contatto. Chiuse gli occhi, inspirò il profumo della giovane, odore di semplicità, e rimpianse quella purezza che aveva dovuto in parte sacrificare.
    -Come ti chiami? Io sono Vanessa...-
    Shinan alzò il capo per osservarla ancora: avrebbe ricordato quel nome, quel volto, e l'avrebbe ringraziata il giorno in cui ne fosse stata capace, ma in quel momento non poteva essere dolce, perché la gentilezza era la più grande delle sue debolezze.
    -Io... Mi chiamo Shinan.- rispose docilmente. Portò una mano di fronte al viso, chiuse gli occhi e si concentrò su di essa. Riusciva a visualizzarla, riusciva ancora a percepire il flusso di energia dentro al suo corpo. -Sono venuta anche io qui...- aprì gli occhi, l'energia lenente, magia smeraldina, brillava tra le sue dita. -... Per combattere.-
    Portò il palmo al suo petto, la magia si estese come una sottile patina lungo tutto il suo corpo. Era un torrente, una pioggia risanatrice che la puliva di ogni impurezza, sentiva la stanchezza e tutti i pesi che aveva sul cuore scivolare via nel suo corso. Le ferite si richiusero, il dolore scomparve, e anche se per un breve istante, sentì di poter fare ancora qualcosa per quel mondo, per la sua gente. Una pura illusione, perché il suo corpo ancora ricordava gli sforzi di quel giorno, ancora portava i segni della cruenta battaglia a cui la piccola aveva preso parte: le membra tremavano, incerte nel loro compito, e le palpebre erano rimaste pesanti. Solo un poco riuscì a sorridere, al pensiero che era giunta a tanto nel suo lottare per il prossimo, ma ancora le doleva il cuore, sapendo che tanto c'era da fare, che lei poteva farlo.
    -Tu... so che stanno finendo di portare al sicuro i civili. Stavi andando anche tu, non è vero?- sulle sue gambe incerte, Shinan mosse qualche passo. La sua voce, quasi non riusciva a riconoscerla: non era mai stata così sicura, ma anche così disperata. Era carica di uno sforzo incredibile, quello di chi non vuole perdere nulla. -Raggiungi gli altri. Io... Io qui non ho ancora finito. E se anche il mio corpo fosse ormai esausto...-
    Una luce baluginò in quella notte ancora giovane. Quattro figure eteree apparvero attorno alla giovane. Un uomo, tinto nei colori della terra, la resse dalle spalle, gli altri le stavano attorno, immobili e saggi, completamente devoti al suo volere. -Il mio... Il nostro spirito non ha ancora ceduto!-
    Altri passi. Questa volta su pronta a voltarsi, ma trovò poco distante il ragazzo di prima, accompagnato da una donna che correva dietro di lui, espressione seria e preoccupata, arma alla mano. E da essa Shinan fu attratta: un'arma a forma di chiave, color dei flutti marini, candida spuma a decorarne l'elsa e tanto affilati quanto splendenti denti decorati con un complesso motivo ora rosa, ora acquamarina. Era qualcosa di incantevole, la piccola non avrebbe saputo spiegare quella sensazione, ma era certa che fosse l'arma perfetta per la sua dententrice, una donna splendente, bellissima, non solo nelle forme del suo corpo, mature ed invitante, ma addirittura nei suoi insoliti dettagli che mostrava con naturalezza, come i suoi curiosi capelli dalle sfumature lillà e gli enormi occhi, polle celesti senza fine.
    -Io... io...- vedendoli ormai vicini a lei, Shinan non seppe più cosa dire. Non aveva dimenticato il suo compito, non aveva allontanato dalla sua memoria nemmeno per un istante la crudele guerra che continuava a mietere vittime, mentre lei rimaneva ferma ad osservare la gente che si agitava solo per lei, per la persona sbagliata.
    -Scusatemi, ma... sto bene, non ho bisogno di aiuto.- e, incapace di reggere oltre la bontà di tutti quei perfetti sconosciuti, non seppe più ascoltare i consigli della sua mente, seguì le sue gambe, che desideravano correre via, diede loro de spalle e tentò di allontanarsi.
    -Devo... Devo tornare a combattere!-

     
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  11. Vanessa Galatea
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    Ingwe non esitò.
    Sfrecciò immediatamente verso il gruppetto di persone che presidiavano l'entrata al rifugio dei civili.
    Riposi, poi, le mie attenzioni sulla bimba ferita per tentare di alleviare il suo dolore:
    Sei una bambina coraggiosa, sai?
    E la abbracciai. Infusi tutto l'amore possibile in quell'abbraccio, per fare in modo che la piccola si distraesse dalle ferite che aveva ricevuto... Mentre la stringevo dolcemente, pensai che per essere ferita così forte e non essere morta la bimba doveva essersi difesa dagli Heartless in maniera piuttosto efficiente. Difficilmente, se un Senza Cuore pone gli occhi su una preda, distoglie l'attenzione da essa per dedicarsi ad altro.
    Come ti chiami? Io sono Vanessa...
    Un altro tentativo per distrarla. Lei mi rispose, con un filo di voce, quasi subito.
    -Io... Mi chiamo Shinan.-
    Shinan... Un nome sfumato di nostalgia. Non riuscivo a comprenderne il perché, ma il modo in cui lo disse mi fece sentire a disagio: come se, all'improvviso, chiunque attorno a me potesse svanire, ed io fossi completamente impotente. Fu una specie di immagine fugace, che apparve nella mia mente repentinamente per poi dissolversi poco a poco.
    Non so se fossi rimasta a fissare il vuoto per molto tempo, senza accorgermi di alcun che mi circondasse: Shinan interruppe il mio stato di "dormiveglia" parlando di nuovo:
    -Sono venuta anche io qui...-
    -... Per combattere.-
    Dopo aver affermato ciò, il piccolo fiore toccò con le dita brillanti di smeraldo le ferite che recava sul torace.
    Esse, illuminandosi di verde al contatto con la piccola mano, sembravano rimarginarsi. Ed, in effetti, così facevano!
    Probabilmente la mia espressione era all'esatta metà fra lo stupito, lo sgomento ed il curioso. Insomma, qualcosa di piuttosto stupido a vedersi.
    Pochi secondi e le ferite si richiusero definitivamente: non una sola goccia di sangue era rimasta.
    Incredibile, la determinazione che scaturiva quel piccolo esserino lì davanti a me. Non era una bambina, era probabilmente una delle persone più coraggiose che abbia mai incontrato!

    -Tu... so che stanno finendo di portare al sicuro i civili. Stavi andando anche tu, non è vero?-
    A dire il vero, Ingwe mi ci stava trascinando poco fa... Ma io non ci andrò!
    Le parlai come se mi stessi rivolgendo ad un adulto, senza neanche ricordarmi che non sapeva minimamente chi potesse essere Ingwe. Così, aggiunsi
    Il ragazzo dagli occhi verdi.
    Lei, ancora instabile sulle gambe, mosse due deboli passi dalla posizione dove si trovava:
    -Raggiungi gli altri. Io... Io qui non ho ancora finito.-
    mai avevo potuto vedere tanta determinazione. Parlò con tanta più forza potesse, infondendo nel suo corpo bambino l'imposizione di continuare ad opporsi alla stanchezza residua, evidentemente rimasta anche dopo la sua prodigiosa guarigione.
    Già, perché le sue ferite si erano improvvisamente e per me misteriosamente rimarginate quasi del tutto!
    No... Non ci penso nemmeno ad andare fra i civili. Per almeno due buoni motivi: il primo, devo difendere il mio mondo, la mia casa! Non lascerò che degli esseri come gli Heartless ne ottengano il controllo! E poi, secondo motivo: la darei vinta ad Ingwe!
    Stupida. L'ultima parentesi era stupida. Però, purtroppo o per fortuna, era nella mia natura scherzare sopra le cose.
    Mentre me ne uscivo con questo commento assolutamente fuori luogo, Shinan continuava a muover passi ed a parlare:
    -E se anche il mio corpo fosse ormai esausto...-
    Quella bimba continuava a lasciarmi esterrefatta: vicino a lei si erano manifestati quattro spiriti traslucidi, di cui non riconoscevo bene l'entità...
    Uno di essi la sorreggeva.
    -Il mio... Il nostro spirito non ha ancora ceduto!-
    Mosse altri passi.

    Ecco, però, tornare Ingwe. Sta volta, sembrava poggiare i piedi per terra, ed era seguito da una donna, una ragazza:
    non ricordo il suo aspetto, ero troppo concentrata ad osservare la sua arma.
    Una splendida Spada, dalle forme simili ad una chiave, del color dell'acqua. Bellissima. Solo questo.
    Mi tornò alla mente, quando ero piccola, che mio padre mi raccontava di come quelle armi potessero aprire i cuori delle persone, ironizzando sulla chirurgia cardiaca.
    Solo questo sapevo di quelle armi, null'altro.

    Fissai prima la Guerriera, poi Ingwe con aria stupita, per poi girarmi di nuovo verso la bambina e tentare di attirare l'attenzione dei due sulla magia che aveva compiuto. Seria in viso, come poche altre volte ero stata.

    Attesi che qualcuno parlasse, e quel qualcuno fu la stessa Shinan:
    -Io... io... Scusatemi, ma... sto bene, non ho bisogno di aiuto. Devo... Devo tornare a combattere!-
    Durante l'ultima parte della frase, si girò e tentò di andarsene dalla scena.
    Le dissi, a voce più alta per farmi sentire:
    Shinan! Rimani qui, se vuoi combattere ancora mi unirò a te: due combattenti sono meglio di una.
    Se avesse espresso il desiderio di andarsene, non l'avrei ostacolata ulteriormente, sapendo che era importante per lei, anche se non sapevo il perché...

    Scusaci tanto per il disturbo.
    Un inchino davanti alla Guerriera, accorsa per una questione che si era risolta in modo inaspettato.
    Non sapevo come avrebbe reagito, ma speravo bene... Inoltre, in quel momento, sembrava che l'affluenza nella piazza di Heartless fosse diminuita.
    Poi mi ricordai repentinamente di una cosa: mi rivolsi ad Ingwe col sorriso sulle labbra e gli dissi:
    Prima che me ne dimentichi. Ingwe con la E: come fai a volare in quel modo? Eh? Me lo puoi insegnare?



    Post orrendo, forse uno dei miei peggiori... Ma l'avevo già riscritto tre volte e meglio di così non è mai venuto: immaginatevi gli altri xP
    A voi!


    Edited by Vanessa Galatea - 24/10/2013, 20:58
     
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    The Doctor Bat ... Doctor Who?

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    Aveva accettato volentieri l'invito a banchettare della giovane senza mezzi termini, e ora si ritrovava a seguire quell'esile figura tra le ombre della notte, saltando da un tetto all'altro alla ricerca della preda perfetta.
    Non sembrava molto soddisfatta della compagnia trovata, e sembrava continuasse a ringhiare verso di lui anche mentre correvano, ma non le diede molta importanza: neanche lui la conosceva. Bhè, di certo l'aveva trovata a sgranocchiare un braccio come se fosse una cosa normale (cosa che per lui era proprio così, ma non di certo per le guardie che continuavano a cadere nelle strade sotto di lui), ma quella piccola bambina dal volto d'angelo poteva anche essere un semplice sciacallo, una che si accontenta di quel che trova pur che sia commestibile.
    Scosse le spalle, tra un'espressione confusa ed una interrogativa, e continuò a poggiare un piede dietro l'altro cercando di stare al passo della giovane fanciulla che, a suo parere, era molto più veloce di lui.
    Ma poi venne distratto da uno strano odore, quello di un cuore. Ma non un cuore normale. L'aria era permeata da una strana forza che, stranamente, sembrava familiare al giovane Rick. Quella sensazione assomigliava a quella che aveva provato durante la sua missione nel corpo della balena quando, combattendo contro l'amorfo uomo con la trivella gigante, Karaz aveva evocato quella strana e potente arma. Si somigliavano molto, avevano la stessa irruenta forza ma quella che sentiva in quel momento era pura e splendente, apparteneva di sicuro a qualche alleato della Luce: dovevano stare attenti.
    Così prese a curiosare in giro mentre, saltando, proseguiva la sua caccia. Presto i suoi occhi incrociarono un gruppo di persone, erano quattro ma solo una sembrò attirare la sua attenzione. Una donna, una giovane guerriera da cui sembrava provenire quell'odore così succulento e al tempo stesso pericoloso.
    Sorrise, cercando di nascondere la sua preoccupazione: Avevano un'alleata potente e chissà quanti altri avevano quella forza, ma di sicuro non si sarebbe arreso.

    Immerso in quei suoi pensieri, rischiò di sorpassare la sua compagna, che ormai si era fermata a fissare qualcosa giù nel vicolo sottostante. Si affacciò lentamente, cercando di capire cosa ci fosse di così interessante e li vide:
    Tre soldati stavano correndo, alquanto rumorosamente, verso l'uscita che dava alla piazza.
    Erano disposti in formazione triangolare, e forse la punta era un qualche soldato scelto per comandare quegli inutili e deboli ragazzi che erano stati schierati nelle file dei soldati semplici.
    Si passò una mano fra i capelli, scompigliandoli, mentre il vento accarezzava la sua pelle: amava cacciare a quell'ora, tutto era più emozionante quando le ombre del buio nascondevano il suo esile corpo prima del colpo mortale. Presto anche quei piccoli soldati avrebbero assaggiato la sua furia.
    Si morse un labbro, assaporando già il sapore delle loro tenere carni e poi si voltò verso la ragazza. Poi, tutto successe velocemente;
    La ragazza si era buttata giù dal tetto, cadendo al suolo generando un tonfo sordo. Fissò i tre Soldati che, sentita la sua presenza, si erano voltati a guardare da cosa o da chi provenisse quel rumore.
    Sorpresi ma determinati, partirono all'attacco a spade sguainate e mirando alla piccola ragazza dai capelli biondi. Ma ben presto la loro corsa fu bloccata da alcune creature: tre esili braccia si aggrapparono alle loro gambe per poi prolungarsi sul loro corpo, procurando atroci sofferenze a due di loro mentre il terzo, presumibilmente più esperto e forte di loro, continuò la sua avanzata tentando di squarciare il corpo della bambina.
    Tutto inutile, Flandre parò il colpo per poi generare un splendente turbine di fiamme che lacerò e carbonizzò la carne del malcapitato, tra la sorpresa e l'orrore dei due avversari.
    Dall'alto Rick aveva visto tutta la scena e, doveva ammetterlo, era rimasto alquanto sorpreso. Non avrebbe mai immaginato che in un corpo così piccolo ed esile si potesse nascondere una forza così prorompente, così Esplosiva.
    Rise di gusto, divertito dalle urla del soldato agonizzante, rise dei due soldati impaurite, e lentamente accarezzò le sue armi.
    Quella fanciulla aveva dimostrato di non essere l'infima creatura che aveva pensato, aveva dimostrato di essere forte almeno quanto il più forte di quelle creature fatte di oscurità e rabbia, aveva dimostrato a Rick di non essere solo una Bambina.
    Ora toccava a lui dimostrare di non essere un peso, o ancora meglio un'esca da utilizzare nei momenti di bisogno.
    Allora estrasse le sue Cerberus, e chiuse gli occhi e si buttò, agrappandosi di volta in volta a delle sporgenze dei palazzi.
    Arrivato sul terreno, come fedeli compagne d'avventura, erano già apparse due lunghe ed affilate lame sulla sua testa.
    Fissò i due soldati, già malconci ed affaticati e gli sorrise proprio come un bambino.
    I due soldati rimasero alquanto confusi: non capivano, era un alleato o un nemico? Avrebbero dovuto combattere?
    La risposta non si fece aspettare a lungo e, con un gesto sinuoso del braccio sinistro, il giovane Rick mirò i due avversari.
    I due sbarrarono gli occhi e sguainarono di nuovo le spade e ripresero la loro avanzata cercando di colpirlo, ma per loro era troppo tardi ormai le due lance stavano viaggiando nell'aria veloci, per poi abbattersi sul corpo dei due soldati che, troppo lenti, avevano comunque incassato il colpo uno nella zona del torace più vicina alla spalla destra e l'altro all'addome sul fianco sinistro.
    Grugnirono, cercando di trattenere il dolore, ma purtroppo avevano subito fin troppe ferite e avevano combattuto troppo a lungo per poter resistere: e lentamente si accasciarono a terra respirando affannosamente.
    Soddisfatto, si avvicinò lentamente per godere del loro dolore, e si accovacciò vicino le loro teste per sentirli respirare e tentare di aggrapparsi alla vita.
    Riteneva il loro sforzo inutile, dovevano capire che avevano scelto la parte sbagliata con cui schierarsi, dovevano perire, e farlo in fretta. Il suo stomaco richiedeva ancora cibo.
    Così mirò alla testa uno dei due, che preso dal dolore e dal panico cominciò a implorare pietà.

    SPAM!


    Uno sparò risuonò nel lungo corridoio fra i palazzi, ponendo fine alla vita di quel misero traditore.
    Ne aveva visti di uomini voltare faccia pur di salvarsi la vita e ormai non poteva più sopportarli. Quanto li schifava, sporchi vermi traditori: ne aveva incontrati molti lungo la sua strada e proprio per loro che molte volte aveva rischiato di fallire, che molte volte aveva rischiato di Morire, ma ora era stanco, non avrebbe sopportato più alcun tradimento, neanche quello dei suoi avversari.
    Così afferrò il suo cuore, e ebbe la sua vendetta, ingurgitandolo in un solo boccone e leccandosi con gusto le dita. Seppur magro un pasto abbastanza soddisfacente.
    L'altro soldato, ormai con le lacrime agli occhi per il dolore delle ferite e della perdita stava provando a colpire Rick con un pugno, liberando le ultime forze che aveva in corpo. Distratto dal cibo la mano si impattò sul volto del giovane ragazzo, procurandogli non poco male, e spingendolo a sputare del sangue a terra, tra un ruggito di rabbia ed un altro.
    Quel moscerino aveva osato ribellarsi alla sua volontà, e non solo: lo aveva anche colpito. Doveva pagare.
    Così si rialzò da terra e, dopo essersi spolverato i vestiti, si avvicinò al suo avversario, oramai di nuovo a terra, e lo guardo negli occhi. Percepiva il suo odio e il suo rancore e ne fu felice, amava uccidere qualcuno che provava lo stesso odio verso di lui. E così lo colpì col la sua pistola, sparandogli contro un solo e celere colpo che con furia si impattò sul suo corpo: doveva crepare ora!
    Finito, col suo avversario ormai morto a terra, si piegò sulle sue gambe ansimando affannosamente e cercando di riprendersi. Aveva utilizzato una grande quantità di energia ed era stanco ma, era riuscito a dimostrare la sua forza alla ragazza, o almeno lo sperava.
    Così si voltò verso di lei, poi guardò al cielo e ruggì forte. Finalmente si era liberato di un peso e, forse, avrebbe potuto continuare a divertirsi con quella inaspettata e potente compagna
    Spero ti sia divertita
    Concluse con un sorriso. Era sincero ma velato da una punta di sfida: forse, si sarebbe divertito davvero.




    ]
    Caratteristiche

    C o r p o
    E s s e n z a
    M e n t e
    D e s t r e z z a
    C o n c e n t r a z i o n e
    V e l o c i t à

    Iniziali

    25
    75
    45
    65
    55
    35

    Punti Quest

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    A&O

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    Energia

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    o
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    Totale

    25
    105
    45
    65
    55
    35


    ×Energia 52% [Costo Medio + Costo Basso]x2
    ×Status Fisico Danni da impatto causati dalla caduta, danno alto al volto.
    ×Status Mentale Irrascibile, ma speranzoso.
    ×Equipaggiamento Cerberus [Equipaggiate]
    ×Tecniche Utilizzate

    ×Three Heads. [Passiva Superiore]
    Le Cerberus, che richiamano il nome del pericoloso cane a tre teste, sono capaci di fondersi con il proprio possessore. Infatti, il giovane ragazzo dai capelli color smeraldo riesce a far scorrere dentro di esse la propria Energia, facendo diventare le due armi come dei sensori di "presenza" grazie al quale Rick potrà percepire il luogo in cui sono presenti gli avversari per un'aria di 360°, un'abilità molto utile per un pistolero visto che gli permette di poter mirare gli avversari intorno a lui senza mai perdere di vista quello che invece gli sta difronte.

    ×Lance Del Giudice. [Attiva Costo Alto]
    Questa tecnica ha natura Magica e si basa sull’elemento Oscurità. Il giovane Rick sarà in grado di concentrare, con un semplice gesto della mano, le ombre che permeano il suo corpo sopra la sua figura ed ammassarle in modo da formare delle lance lunghe circa 1.2 m. Queste nuove armi saranno scagliate verso l’avversario a gran velocità e potranno causare solo ed unicamente danno Magico. La traiettoria seguita non potrà subire variazioni ma le lance non devono tutte essere lanciate necessariamente nello stesso momento, anche se svaniranno alla fine del turno.
    Il numero di lance create può variare da 2 a 4 e che infliggeranno rispettivamente 2 danni Medi o 4 Bassi.

    ×I Can Feel The Power! [Potenziamento Basso]
    Rick nel tempo si è specializzato nel combattimento a distanza, uno stile che gli permette di utilizzare le sue magie e le sue armi in modo perfetto, ma per rendere le sue abilità ancora più potenti e pericolose il ragazzo ha imparato ad assorbire l'essenza energetica dall'aria per poi incanalarla nel suo corpo, così da potenziarecon un +30 la sua statistica "Essenza".

    ×Note
    Alcune note per il combattimento:
    Utilizzo di "I can fell the power!" e "Lance del giudice"
    Mi getto dal tetto
    Colpisco le guardie
    Uccido la prima e vengo ferito dalla seconda
    Finisco anche la seconda guardia
     
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    Sangue nero.
    Sul suo corpo, sui suoi vestiti; sulla sua anima.
    Ormai, dopo una manciata di ore che erano sembrati giorni interi, Nivis non vedeva altro.
    Solo nero.
    Nero come la disperazione, come la paura.
    Nero come la notte sempre più fitta, sempre più buia.
    Nero come il sangue di quei maledetti bastardi.


    All’inizio si era riproposta di tenere il conto di quanti ne avrebbe ammazzati, ma fu chiaro ben presto quanto pretenziosa fosse una simile impresa. Colpa degli shadow, principalmente. Quelle inutili formicone sbucavano da ogni dove, solo per farle perdere il tempo di un fendente che li tranciasse a metà. E la maggior parte delle volte, tanto per aggiungere il carico, erano quelli che schizzavano più liquido nerastro. L’emblema della seccatura.
    Non ci riusciva, Nivis. Non riusciva a provare pietà per quegli esseri immondi, non riusciva a pensare a loro come a qualcosa di più che carne senz’anima sulla cui morte si potessero fare battute di spirito. A dire il vero, godeva nel vederli morire. Godeva nel pensare che ogni Heartless in meno era un passo in più verso la pace, che ogni Shadow falciato era una soddisfazione che compensasse il suo desiderio di vendetta. Era una persona diversa, quando aveva a che fare con loro. E per qualche motivo, non riusciva a sentirsi in colpa per questo.
    Per qualche minuto, il tempo era sparito. La sua mente si era oscurata, estraniata, lasciando che il corpo facesse la sua danza. Le gambe scattavano, le braccia guizzavano, i fendenti solcavano l’aria.
    Per qualche minuto, esistettero solo il sudore, il fiato corto e una cieca, quasi mostruosa voglia di uccidere.
    Persino Kairos, in quel caos di sangue e guerra, era sparito. Non una sola volta la Keyblader si chiese dove fosse, né lui né ogni altro suo compagno. Se la sarebbero cavata. Lei doveva concentrarsi solo su di loro. Solo sull’ammazzare quei bastardi.
    Uccise l’ennesimo shadow con un movimento fluido e preciso di Light abyss, poi chiamò la massa d’acqua che volteggiava attorno a lei per trapassare il cranio di un Soldato. Attirata dal pesante rumore di passi di un Bluciccio, si voltò e creò una colonna d’acqua sotto i piedi della creatura, spedendola in aria e finendola con un raid del Keyblade.


    Pant.
    Pant.
    Pant.


    Il tempo era tornato. La fatica aveva cominciato a sconfiggere la furia.
    La giovane richiamò il Keyblade con un semplice gesto della mano, ansimando pesantemente e cercando di riprendere fiato.
    Si guardò intorno: la situazione si stava calmando. Il flusso di Heartless aveva cominciato a diminuire, e i civili, radunatisi nella piazza adiacente a quella in cui si trovava lei, stavano entrando senza troppi problemi nel rifugio.
    Abbandonò il capo all’indietro, regalando al cielo un sospiro.
    Forse aveva esagerato. Farsi prendere in quel modo dal suo odio verso i senza cuore le sarebbe potuto costare la vita, se il flusso fosse durato qualche minuto in più. Già si immaginava i rimproveri di Kairos.
    Sorrise, puntando il Keyblade a terra e usandolo come appoggio.
    Già. Era stata impulsiva. Ma del resto, lei era fatta così. Impulsiva sia nel bene, che nel male. Era pur sempre una forma di sincerità, dopo tutto.
    Per un attimo, fu tentata di accasciarsi a terra. Cadere due secondi sulle ginocchia, giusto per dar pace alle sue gambe e riprendere fiato. Ma era fuori discussione. Le guardie cittadine che erano rimaste in quella zona guardavano a lei come loro leader: e una leader che si accascia a terra ansimando come una ragazzina non è esattamente ispirante.
    Qualcuno la chiamava. Se ne rese conto in ritardo -il mondo attorno a lei sembrava ancora ovattato: un ragazzo biondo, dai profondi e furbi occhi verdi. La pregava di seguirlo; e ancor prima che la Keyblader potesse chiedere qualsiasi informazione, era sparito nl vicolo che conduceva alla piazza adiacente.
    Nivis si concesse solo altri due secondi. Solo altri due secondi di pace, di lucido recupero. Poi lo seguì.

    Quando il ragazzo si fermò, la scena che le si presentò davanti fu quantomeno insolita.
    Davanti a lei, c’erano ora tra individui: una ragazzina alle soglie dell’adolescenza, il giovane dai capelli d’oro di prima e… una bambina. Sì, era indubbiamente una bambina. Vestita in modo assai particolare, ma comunque una bambina. E non ci sarebbe stato nulla di strano, non fosse stato che… attorno a lei aleggiavano quattro manifestazioni magiche davvero strane, all’apparenza davvero potenti. Degli spiriti, probabilmente generati da lei. E fu proprio la piccola a chiarirle il motivo di quella chiamata: .


    « Scusatemi, ma... sto bene, non ho bisogno di aiuto. »

    No, non era vero. Il suo corpo, la sua voce provata dicevano tutto il contrario. Eppure la bambina cominciò a camminare, diretta verso una battaglia che non poteva più sostenere.

    « Devo... Devo tornare a combattere! »

    No. No, non poteva permetterglielo. Qualunque fossero le sue ragioni, per quanto forte fosse il suo potere, non poteva permettere a quella bambina di continuare.

    « Shinan! Rimani qui, se vuoi combattere ancora mi unirò a te: due combattenti sono meglio di una. »

    Stavolta era stata l’altra, la ragazzina, a parlare. Sembrava decisamente in condizioni migliori, ma la leggerezza con cui sembrava prendere tutta quella faccenda non la confortavano affatto.
    Non stava a lei giudicare la determinazione, certo. Non stava a lei giudicare chi potesse combattere per cosa. Ma stava a lei salvare delle vite: la bambina non poteva farcela, non senza un po’ di riposo. E per dissuadere lei, doveva dissuadere anche la ragazzina.
    Quasi non sentì le scuse della ragazzina, così come non fece caso al suo breve scambio di battute con il giovane -l’unico apparentemente dotato di un po’ di buon senso. In quel momento, doveva riflettere. Riflettere su quale fosse la cosa giusta da fare.

    «Fermatevi subito, entrambe!»
    png

    Le uscì spontaneo, aggressivo, autoritario. E sapeva anche il perché: la risolutezza della ragazzina, la determinazione della bambina… erano un po’ anche sue. Ma lei, a lei stessa, non poteva comandare. Non poteva autoconvincersi, autovalutarsi sul quando fosse meglio mollare, quando fosse meglio riposarsi un po’. Ma poteva convincere gli altri. E anche a costo di costringerle, l’avrebbe fatto con le due bambine.

    «Mi occupo io di questa zona. Il flusso degli Heartless sta diminuendo, posso gestirli anche da sola. Voi dovete concedervi una pausa: entrate nel rifugio, dite alle guardie alla porta che, se desiderate uscire, Nivis ha detto che potete, ma solo se avete ripreso le forze. Non sono qui per impedirvi di combattere; sono qui per dar voce al buon senso che voi non sembrate voler ascoltare.»

    Di nuovo spontaneo, di nuovo aggressivo, di nuovo autoritario. Eppure, stavolta, anche un po’ dolce. Anche un po’ premuroso.

    «Vi prego, non costringetemi a mandarvi dentro con la forza. Credetemi, non avrei problemi a farlo.»

    Regalò ad entrambe uno sguardo e un sorriso sincero.

    «Fidatevi di me.»





    Ritardo e post mediocre. Mah. Solo la seocnda parte mi soddisfa un po'.
    Ormai è andata, accontentatevi :v:
     
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    Finalmente l' aveva trovata. Nella piazza di fianco a quella del mercato era finalmente riuscito ad individuare la figura di una custode. Lo sguardo si era subito posato sulla lama che brandiva; aveva una forma strana sembrava un chiave. Bellissima. Dai predominanti toni azzurri dell'acquamarina si arrivava a delle sfumature più rosate che creavano un gradevole contrasto con il tema predominante della Keyblade. Quei colori che così bene si accostavano ai suoi capelli lillà ed ai suoi occhi azzurri vispi ed intelligenti. Era stato così sollevato. Di corsa, senza perdere tempo, si era diretto verso la piazza dove si trovavano le due bambine. Ma non sembrava che la bambina avesse davvero bisogno del loro aiuto. Nonostante fosse passato appena poco più di un minuto la bambina, quel piccolo scricciolo indifeso che Ingwe aveva abbracciato ora stava in piedi, circondata da delle sagome eteree, perfettamente guarita. Effettivamente non era così indifesa come il ragazzo credeva.
    - Scusatemi, ma... sto bene, non ho bisogno di aiuto. Devo... Devo tornare a combattere!-
    Però, anche se era più forte di quello che sembrava era comunque una bambina e non poteva farla andare nel bel mezzo della guerra, non da sola almeno. Se proprio avesse voluto andarci ci sarebbe andata, ma con lui, sotto la sua sorveglianza. Anche se avrebbe davvero preferito che andasse nel rifugio e Vanessa con lei. Non voleva averle sulla coscienza...
    - Shinan! Rimani qui, se vuoi combattere ancora mi unirò a te: due combattenti sono meglio di una. -
    Appunto. Senza neanche dare l' opportunità a qualcuno di frenare la bambina Vanessa aveva espresso la propria volontà di combattere ed Ingwe non era affatto felice di tutto questo entusiasmo. Non era un gioco questa guerra. Non capivano che ci avrebbero potuto rimettere la vita ? Non voleva che tornassero in guerra, non voleva e non glielo avrebbe permesso. Ma non fece in tempo a fare la ramanzina ad entrambe; La lingua di Vanessa era troppo veloce.
    - Prima che me ne dimentichi. Ingwe con la E: come fai a volare in quel modo? Eh? Me lo puoi insegnare?-
    Bambina. Sì, grazie a quelle ultime battute gli era iniziato seriamente a salire il dubbio che fosse Shinan la più matura tra le due. Con un sospiro il ragazzo si accinse a rispondere.
    -Sì, te lo posso insegnare, ma ad una condizione: tu adesso te ne vai ne rifugio e porti con te Shinan. So di non avere alcun diritto su di voi, non sono vostro padre e non è neanche per il fatto che non mi fidi di voi e della vostra forza, ma siete solo delle bambine e, per quanto possiate essere potenti fisicamente o... Spiritualmente, non siete pronte per combattere in una guerra, forse tra qualche anno, ma non oggi. Non sprecate la vostra gioventù in guerra o in cerca di vendetta, non è una bella cosa da fare, ve la porterete dietro per tutta la vita, ve lo dico per esperienza personale...-
    Il suo tono si era fatto più dolce verso la fine del discorso, discorso velato dalla tristezza. Anche se non aveva vissuto in una guerra ancora adesso viveva nella vendetta. Non era bello, non era allegro.
    -Fermatevi subito, entrambe! Mi occupo io di questa zona. Il flusso degli Heartless sta diminuendo, posso gestirli anche da sola. Voi dovete concedervi una pausa: entrate nel rifugio, dite alle guardie alla porta che, se desiderate uscire, Nivis ha detto che potete, ma solo se avete ripreso le forze. Non sono qui per impedirvi di combattere; sono qui per dar voce al buon senso che voi non sembrate voler ascoltare.-
    Soddisfatto dalle parole della ragazza, da come lei, allo stesso modo di lui, cercasse di instaurare del buonsenso in Vanessa e Shinan, Ingwe le rivolse un accenno di sorriso, forse era stata un po' aggressiva, ma di sicuro quelle parole erano ragionevoli.
    -Vi prego, non costringetemi a mandarvi dentro con la forza. Credetemi, non avrei problemi a farlo. Fidatevi di me-
    Il tono di lei si era addolcito, si notava come si immedesimasse nelle due bambine, come però le volesse proteggere...
    -Non mi sembra irragionevole- Disse Ingwe rivolgendosi alle due ragazzine -Dopotutto un po' di riposo vi servirebbe... Comunque non mi fido molto di voi: potreste entrare nel rifugio giusto per uscire appena noi ci saremo allontanati quindi credo che verrò con voi, giusto per tenervi d' occhio. Se speravate di liberarvi di me temo non ce la farete tanto presto.- Mentre si chinava verso le bambine un sorriso che si poteva definire malvagio gli attraversò il volto. Le avrebbe tenute al sicuro, costi quel che costi.


    Che post terrificante. Bah. Mi fa proprio schifo.
     
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  15. Vanessa Galatea
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    User deleted


    La ragazza che era accorsa per curare Shinan non sembrò molto attenta mente mi scusavo... In altre situazioni, la cosa sarebbe risultata un po' scortese, ma visto il contesto in cui ci trovavamo il problema non ebbe neanche il tempo di porsi.
    Ingwe, dopo un lungo sospiro che denotava scarsa considerazione nei miei riguardi, mi rispose un po' svogliato:
    -Sì, te lo posso insegnare, ma ad una condizione: tu adesso te ne vai ne rifugio e porti con te Shinan...-
    E poi cominciò a sproloquiare di cose che non mi interessavano quasi per nulla. Sprazi di discorso del giovane dalla chioma aurea penetravano nel mio orecchio, solo per uscire di conseguenza dall'altro e non essere minimamente considerati. Ero troppo occupata a pensare alla sua prima frase:
    Si, certo... Sapevo che, alla fine, non me lo avrebbe insegnato, dato che probabilmente la sua capacità di volare era frutto di molto lavoro e pratica, ma diamine: avrei continuato a tartassarlo fino a che non me lo avesse detto, seguendo la classica tecnica della "Goccia Cinese che scava la Pietra", che spesso aveva funzionato.
    Poi, però, arrivò la seconda parte della frase... Sarei dovuta andare dritta e di filato nel rifugio, portandomi dietro per giunta la recalcitrante (in modo figurato, vista la sua quasi inumana compostezza) Shinan. Diamine, che rottura! Non solo voleva portarmici di peso solo poco prima, ma ora aveva deciso di coinvolgere anche Shinan, che fra l'altro si era dimostrata perfettamente autosufficiente! Uff, non potevo fare molto, visto l'avviso arbitrario e vagamente intimidatorio della ragazza con la chiave, che intimava ad entrambe di seguire le indicazione di Ingwi... No, era Ingwe!
    Con l'aria afflitta e guardandomi i piedi, sospirai brevemente per poi dire:
    D'accordo allora, entrerò nel rifugio... Sappiate, però, che lo sto facendo controvoglia! Andava puntualizzato.
    Poi, mi rivolsi a Shinan:
    Mi spiace, ma temo che entrerò nello stupido rifugio... Verrai con me, per riprendere un po' le forze?
    A prescindere dalla sua risposta, mi rivolsi di nuovo verso Ingwe e la Guerriera delle Chiavi, con un'espressione che parlava per mio conto:
    "Ecco, contenti ora? Siete riusciti a convincermi, e vi assicuro che ce ne vuole!" Questo diceva, più o meno.
    Poi, guardando verso il tunnel, cominciai ad elaborare un diabolico piano: appena si fossero distratti, sarei sgattaiolata fuori! Era perfetto, così avrei potuto dimostrare a Mister Ingwe "Io-sono-tua-madre-fai-quello-che-ti-dico" che io faccio di testa mia!

    ...

    Il mio pensiero fu interrotto dalla voce del biondo, che irruppe nella mia mente come una palla da demolizione:
    -Comunque non mi fido molto di voi: potreste entrare nel rifugio giusto per uscire appena noi ci saremo allontanati quindi credo che verrò con voi, giusto per tenervi d' occhio. Se speravate di liberarvi di me temo non ce la farete tanto presto.-
    Argh, beccata! Adesso avevo anche un Carceriere Svolazzante che mi perseguitava... Ingwe sorrise in modo malefico, tanto che sono ancora inquieta se ci ripenso.
    Sbuffai, tradendo il fatto che avevo seriamente pensato di evadere, mentre cercavo in Shinan un po' di conforto con lo sguardo.

    Circondata e respinta su ogni fronte, abbozzai un sorrisetto sconfitto a Ingwe:
    Beh, a questo punto, approfittiamone!. Una piccola vendetta personale, però, me la prendetti volentieri... Mentre ci terrai d'occhio nel rifugio, avrai tutto il tempo che vuoi per insegnarmi come volare in quel modo!.
    Se c'era qualcosa che mi riusciva bene, era mettere in viso quell'espressione che volentieri prenderesti a schiaffi: ne sfoderai una delle mie migliori e, scansandomi con un piccolo salto, dissi:
    Cosa stiamo aspettando?
    Attesi una risposta da Shinan, ma soprattutto dal diretto biondo interessato: forse ero stata un po' troppo diretta e confidenziale con lui, in fondo non ci conoscevamo bene e da abbastanza tempo. Ero stata un po' impulsiva, ma in fondo sono fatta così. Se se la fosse presa, sarei corsa ai ripari, ma dubitavo che fosse una persona così stupida da arrabbiarsi per un capriccio...
    La mia mente formulò quella parola. Mi mise inquietudine e mi portò a riflettere su quello che avevo detto... Forse era davvero tutto un unico e grande capriccio, un gran polverone alzato per avere quello che non potevo, o non dovevo, avere...
    Una breve ma dolorosa fitta mi attraversò il cranio, mentre una parola mi rimbombò nel cervello sovrapposta ad un fischio lancinante:

    Perdonami...
    Ed, in un flash accecante, un viso di una donna: una bellissima donna dai capelli color del fuoco, per pochi secondi si era sovrapposta alla mia visione della realtà...
    Penso di essere rimasta inebetita per qualche secondo, quindi scossi la testa appena la visione terminò...
    Guardai negli occhi le persone che mi circondavano, per dire:
    Ehm, beh... Andiamo?
    Attesi che qualcuno si incamminasse verso il tunnel, dimenticando velocemente lo strano accaduto.



    ...Siete liberissimi di lapidarmi se volete...
    Allora: questo post ha tardato così tanto a giungere per due motivi, uno stupido ed uno sensato:
    1) Non avevo capito se toccava a me Postare xD
    2) Ho avuto un brusco e desolante calo d'ispirazione
    Lascio indovinare quale dei due è quello stupido.
    Piccolo appunto: mentre ha quella specie di "visione flash" di Archaya, gli occhi di Vanessa diventano repentinamente e per pochi secondi molto scuri, di un tono blu-violaceo e, come finisce la visione, tornano istantaneamente del colore naturale di Vanessa. Lei non lo descrive, perché non sa che è successo.
    Beh, nulla da dire a parte di porvi le mie scuse per aver tardato così tanto... Scusate tutti x_x


    Edited by Vanessa Galatea - 24/10/2013, 20:59
     
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35 replies since 28/8/2013, 18:36   1061 views
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