Un cielo rovesciato

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    Riflesso

    Il tè nero di Failariel non era proprio il modo migliore per terminare la giornata, ma non essendoci altro a disposizione Ingwe dovette rassegnarsi e tentare di rendere più gradevole il sapore della bevanda con qualche cucchiaio di marmellata.
    *Dopotutto, non è poi così male.* La bevanda calda riuscì velocemente a riscaldare il ragazzo che, non molto abituato a tutti gli spifferi ed al gelo che durante l’inverno caratterizzavano il cottage di Failariel, si stava rapidamente congelando.
    *Perché, perché ? Perché quella donna non installa una stufa? Non sarebbe poi così difficile…*
    Ma sembrava che l’ anziana non avesse notato il colorito bluastro che aveva assunto Ingwe né le nuvolette di condensa che si formavano quando lui respirava né ,tantomeno ,il costante battito dei denti.
    “Ah, Ingwe caro ?” Iniziò Failariel con un tono dolce e carezzevole che non faceva presagire niente di buono.
    “S-sì F-F-Fa-Failariel ?”
    “Sai, dovremmo aver finito la Rhodiola.”
    “Ah, s-se v-vuoi p-p-posso andare i-io a p-p-prenderla, d-d-domani.”
    *Tanto sarebbe toccato comunque a me andarci.*
    “Sei un così caro ragazzo. Ah a proposito manca anche il Timo. Ah e dovremmo aver finito anche l’ Elicriso”
    “V-va b-bene, F-F-Failariel”
    Durante la notte Ingwe si svegliò più e più volte come se sentisse che c’ era qualcosa che non andava, ma fu solo quando si svegliò per la quarta volta che capì che quella notte non avrebbe dormito. Optò allora per sfidare la neve e andare sin da subito a raccogliere le erbe per Failariel. Dopo aver lasciato sul tavolo in bella vista un biglietto uscì; imbacuccato fino al collo, con un borsa a tracolla e la spada appresso,non si sa mai cosa si può incontrare nel bosco di notte ,deciso a battere il gelo invernale Ingwe aprì la porta. Il manto nevoso scintillava sotto la luna piena e la notte era molto luminosa: i raggi di luna si riflettevano sui ghiaccioli e sulla neve, si facevano strada tra gli alberi e donavano al luogo un aspetto del tutto surreale. L’ aria fredda pizzicava il volto del giovane mentre osservava lo splendido paesaggio che gli si poneva davanti. Senza quasi curarsi delle erbe, Ingwe si addentrò nel bosco. La luce ,in quel luogo sempre poca, era particolarmente forte quella notte, così forte che raramente, giusto per cercare le erbe tra le radici degli alberi, il ragazzo dovette utilizzare la propria lanterna. Senza preoccuparsi di dove andava, come in un sogno, il giovane proseguì a lungo per il bosco girovagando tra gli alberi argentati e raccogliendo varie erbe, ma all’ improvviso gli alberi terminarono come se qualcuno avesse posto una linea invalicabile oltre alla quale essi non potessero avanzare.
    *Il lago*
    Nulla di quanto visto fino a quel momento poteva competere con la maestosità di quel lago ghiacciato: Senza un solo grammo di neve ad offuscarne la superficie il ghiaccio rifletteva con una bellezza ineguagliabile i raggi della luna e splendeva così tanto che sembrava emanasse luce propria. Ammaliato da quello spettacolo Ingwe si diresse sulla superficie del lago e, un po’ camminando, un po’ volando, ammirava su quello specchio di ghiaccio i riflessi della luna e delle stelle. Come sembravano belli, come venivano esaltati e migliorati da quello specchio naturale, i colori erano più carichi, più saturi, ma non appesantiti: erano alleggeriti, aggraziati; era come se li osservasse per la prima volta, come se sul ghiaccio fosse impressa l’ idea stessa delle stelle, del cielo e come se tutte le volte che le aveva viste in precedenza quello che i suoi occhi ammiravano non fosse altro che un’ ombra, come se il cielo fosse il riflesso. Stanco di svolazzare il ragazzo atterrò placidamente sulla superficie ruvida del ghiaccio.
    *E’ strano pensare che in altri mondi il ghiaccio sia liscio e che ci si pattini sopra…*
    Quasi senza pensare il ragazzo continuava a camminare sullo spesso strato di ghiaccio, senza più riflettere su come quello riflettesse la volta celeste, ma solamente ammirando le innumerevoli miriadi di stelle che come diamanti splendevano, incastonate nel cielo color zaffiro.

    Ok, solo una cosa so che può sembrare un po' tirata per i capelli, però il ghiaccio del lago è ruvido in modo che vi ci si possa combattere sopra senza scivolare. Mi sono basato sul fatto che tutti i mondi sono diversi etc.... Va bene ?
    EDIT: è sotto inteso il fatto che il tutto sia un sogno (sin dalla prima scena)


    Edited by pagos96 - 26/8/2013, 23:02
     
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    Se c'è un fenomeno che tutti, dal più giovane ed inesperto dei bambini al più anziano dei saggi, abbiamo desiderato di vedere almeno una volta nella nostra vita, è quello di poter rimirare la luce della luna e delle stelle riflettersi su uno specchio ghiacciato.
    Lo scorgiamo chiudendo gli occhi, cullandoci in quella flebile illusione che la nostra mente è capace di ricreare fin nel suo più infinitesimale dettaglio. E allora ci sembra di aver realizzato il nostro desiderio, la nostra brama segreta.
    E ci sentiamo felici.
    Poi però, quando torniamo ad aprire gli occhi, quando permettiamo alla realtà di riprendersi quello spazio che le avevamo forzatamente tolto, eccolo ritornare, il rammarico. L'angoscia quasi opprimente proprio là, nel nostro petto.
    Dove ... dov'è allora il verde del bosco?
    Dov'è il blu etereo della notte ammantata a festa?
    Dov'è l'azzurro pallido e cristallino dello specchio sul lago?

    Dov'è il mio sogno?
    Il mio desiderio?


    Forse che, avendolo perduto, non riuscirò mai a recuperarlo?
    Che sia oramai smarrito nei recessi della mia mente, incapace di ritrovare quella strada capace di ricondurlo, ancora una volta, al mio cuore?

    Dov'è il mio sogno?
    Dov'è il mio cuore?

    ~ x ~


    Silenzio.
    Ovunque tutt'attorno non v'era altro che una quieta e morbida assenza di rumori, come se la cappa nevosa che ricopriva il selciato e gli alberi avesse catturato ogni suono, fin anche al più esile scricchiolio.
    Persino gli alberi se ne stavano innaturalmente immobili, le loro fronde come congelate in quelle pose un po' strane un po' altezzose che li facevano sembrare dei principi impettiti.
    Solo un vago tamburellare turbava la quiete di quel sacrario altresì statico nella sua perfezione. Un impattare esile, ma ritmico.

    Tap - tap
    Come un pacioso picchiettare sulla superficie di quello stesso lago in cui ora la luna pareva specchiarsi come una regina altezzosa, le stelle a farle da lungo scialle scintillante.
    Che forse stesse attendendo qualcuno?
    Che proprio quella sera fosse prevista la visita d'un personaggio importante?
    Impossibile dirlo, laddove l'unica figura che pareva intoccata da quell'accesso di marmorea immobilità era quella di un giovane uomo, capelli castani che sotto quella luce eterea andavano a tingersi di sfumature paglierine, occhi come immense praterie a disperdersi infinitamente nel suo sguardo a tratti sperduto nel rimirare quel naturale spettacolo.

    Tap - tap
    Eppure, all'improvviso, un'eco. Un rimbombo debole, quasi strozzato a sovrapporsi al passeggiare placido di quel ragazzo e a seguirlo sui suoi passi.
    Come se qualcuno si stesse muovendo alle sue spalle, battendo il ritmo dei propri movimenti all'unisono con quelli del moro.
    Una presenza ... una realtà che, pur non essendoci, si fece sentire come il vento che smosse finalmente quelle fronde congelate, che fece danzare i fili d'erba sopra al candido strato di neve ... che perfino increspò la superficie del ghiaccio, quasi che per un momento fosse tornato alla sua forma liquida.

    Benvenuto Ingwe, ti stavo aspettando.
    Cosa ti porta qui, in questa mia radura segreta?


    Così parlò la Voce, eterea come sempre lo era con i viaggiatori che giungevano a lei percorrendo i multiformi sentieri del proprio subconscio.
    E, come sempre, non aveva tono né dimensione; non aveva altezza né genere.

    Parlami di te, racconta. Cosa cerchi qui? Cosa vorresti trovare?
    E mi raccomando, fai con calma.

    La porta è ancora chiusa.

    È ancora chiusa.

    È ancora chiusa.

    Non sarai tu ad aprirla.



    Bene, eccomi qui. Sarò io ad occuparmi della tua QI, quindi vediamo di renderla appassionante °w°9
    Scusami il ritardo, ma in questi giorni come hai visto il forum è stato un po' in subbuglio per via dell'imminente evento. D'ora in avanti dovrei riuscire a rispondere più velocemente ^__^
    A parte questo, nulla da dire, il mio post è il classico incipit del Deep Dive ... sta a te interpretarlo e renderlo qualcosa di nuovo ed emozionante ;D
     
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    Perchè

    Ma avendo perduto il sogno, rimane solo una cosa da fare: destarsi.
    Ecco il tuo sogno, ecco il tuo desiderio,
    perduto forse, ma non dimenticato.
    Il verde bosco ti circonda,
    il blu etereo della notte ti aspetta,
    l'azzurro pallido e cristallino dello specchio sul lago ti fugge.
    Ma forse sei tu che fuggi,
    sei tu quello che scappa,
    che evita quello specchio di ghiaccio che ti rivelerebbe chi sei.
    Chi è che accetterebbe la più terribile delle verità ?
    Chi vorrebbe correre il rischio ?
    Chi vorrebbe demolire i propri scudi di menzogne per un’ amara realtà ?
    Chi vorrebbe sapere davvero chi è ?
    Sei tu che l’ hai smarrito, sei tu che non vuoi ricondurlo, ancora una volta, al tuo cuore.
    Tu non hai un cuore.

    ***
    Gli alberi, le stelle e la stessa luna erano fermi immobili sentivano l’ avvicinarsi del momento, percepivano la sua importanza. I pini immobili ora si chinavano in avanti stiracchiandosi oltre il territorio loro concesso, le stelle impassibili ora si zittivano l’ un l’ altre per l’ eccitazione e la luna, regina della volta notturna, osservava superba il giovane ragazzo che ancora ignaro di ciò che stava accadendo attorno a lui continuava ad ammirare il riflesso del ghiaccio. Ma eccolo arrivare, ecco, Lui che si avvicina, che manifesta la propria presenza; non ha ancora inviato la materia a combattere: questo è il momento del parlare, del confrontare gli spiriti. Ed eccolo lì il suo interlocutore: un bocciolo non ancora dischiuso che presto diventerà un fiore e che, prima o poi, maturerà in un frutto. Ma che frutto sarà non lo sa: una bacca velenosa ? Un grappolo zuccherino ? Non lo sa. Non è il tempo di porsi queste domande, non ancora. Questo è il giudizio. Un fremito, un eco di passi. Il ragazzo scatta, si gira circospetto ad esaminare chi è il nuovo arrivato ed allora nota che gli alberi si sono inchinati, che le stelle si zittiscono l’ un l’ altre per il timore , che la luna, regina della volta notturna, umile osserva. Ma una voce, uno schiocco così forte che sembra come se il ghiaccio stesso si sia spezzato riscuote il ragazzo dai suoi pensieri.

    Benvenuto Ingwe, ti stavo aspettando.
    Cosa ti porta qui, in questa mia radura segreta?


    Non un alito di vento, non un fruscio degli alberi a disturbare la Voce, perché gli alberi, le stelle e perfino la luna sono la Voce stessa.
    Quella viene da ogni parte eppure allo stesso tempo sembra essere presente solo nella testa di Ingwe.
    Flebile come se appartenesse ad una bambina morente e dura come se fosse di un uomo abituato al comando, la Voce parla. La Voce che sembra essere sia una che un coro, sia donna sia uomo, vecchia e giovane, calda e fredda.

    Parlami di te, racconta. Cosa cerchi qui? Cosa vorresti trovare?
    E mi raccomando, fai con calma.

    La porta è ancora chiusa.
    È ancora chiusa.
    È ancora chiusa.


    Non sarai tu ad aprirla.


    Lapidaria come un giudice che emette la sentenza di morte, la Voce conclude lasciando dietro di sé solo una scia di confusione ed amarezza.

    E il timore, il timore lo sopraffà; sin dalla prima parola, dalla prima sillaba che è stata pronunciata dalla Voce, Ingwe ha provato timore; o almeno l’ ombra del timore che ,come un serpente si è insinuato strisciando nel suo petto.
    Ma è solo un’ effimera illusione.
    La mancanza di un cuore ha ripreso il sopravvento e l’ ombra del timore è spazzata via dal nulla.
    La mia radura,aveva detto la voce. Si trovava in un luogo sacro, un tempio naturale dedicato agli dei ?
    Se era così è quello, il raccontare, il prezzo da pagare ?

    “Io… Io non lo so. Non so bene chi sono, forse la definizione più vicina al vero è che sono un apprendista, ma in realtà non credo neanche di essere. Non so neanche se sono vivo; sì, mi muovo, parlo, penso, ma non provo niente, mi sembra di essere un guscio vuoto e… Quando è accaduto mi sentivo così strano: non riuscivo a provare niente e cercavo in tutti i modi di provocare in me un’ emozione, qualcosa, ma era tutto inutile. Anche ora desidererei sentire l’ ansia, il terrore che il solo pensare a questo vuoto può causare, ma niente. Il vuoto. Perché !? Perché a me ? Ho dovuto abbandonare tutto, anche la mia umanità ! Non posso più considerarmi un essere umano. Perché…”

    Ma il discorso sfugge al controllo del ragazzo che verso la fine inizia ad urlare: il vuoto che ha nel petto è stato riempito da ricordi, ricordi che creano una simulazione di sentimento, che rompono la voce di Ingwe in singhiozzi e che gli fanno sussultare il petto.
    “Perché…”



    Solo ti odio. Nel senso che mi faccio condizionare a tal punto dal tuo stile che mi viene voglia di riproporlo solo che il risultato è una copia malaticcia del tuo :v:. Ti odio :v:. E poi sì, questa faccina conquisterà il mondo. Ah sì, Ingwe, quasi dimenticavo... Spero si capisca che è in preda ad una semi crisi isterica, no ? Ah un favore non farlo molestare da un PnG sadico e libidinoso per non fare nomi, coff Archaya coff. :uau:
     
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    Perché?

    Una semplice parola forse.
    Null'altro che una chiacchiera indistinta ad uscire dalle nostre labbra,
    talvolta con curiosità, talvolta con sgomento ...
    Essa ci accompagna in ogni stadio della nostra evoluzione,
    dormiente come un'ombra durante la fanciullezza,
    dove accettare le stranezze a prescindere sembra la cosa più scontata.
    E poi lentamente, con la nostra crescita, anch'essa matura
    inerpicandosi su di noi come un'edera.
    Finché, giunti alla maturazione del nostro intelletto,
    non siamo più in grado di liberarcene;
    ne diventiamo succubi, dipendenti.
    Ci illudiamo di avere la capacità di disinteressarci di ciò che non arriviamo a capire.
    Ma infine, pur voltando il capo, pur scuotendo la testa,
    l'eco del nostro quesito ci rimbomba nella mente nonostante tutto.

    Perché?
    Perché?
    Perché?

    E chiediamo, quasi pretendiamo che ci venga data una risposta. Che qualcuno con più esperienza di noi discenda dal suo alto scranno di orgoglio e sapienza, per condividere con noi il suo sterminato sapere.
    Non accettiamo la possibilità che alcune cose sfuggano al nostro intelletto, per quanto acuto, freddo e sviluppato. E pur di non sentirci abbattuti, avviliti dalla nostra intrinseca incompetenza, arriviamo in un medesimo istante ad invocare e maledire gli dei, gli spiriti superiori o i nostri idoli pagani.
    Li invidiamo, così alteri nella loro conoscenza priva di limiti e barriere.
    Ci piacerebbe essere al loro posto, per concederci almeno una volta di guardare gli altri dall'alto in basso ed affermare "io sono migliore di voi".

    Ma poi, infine, ci accorgiamo che a nulla valgono i nostri pensieri; che a nulla servono le nostre grida, le nostre preghiere e i nostri sforzi. Permaniamo nella nostra stolida immobilità come spettatori di una pellicola che ci scorra davanti agli occhi, incapaci di arrestarla ... ancor meno in grado di prendervi parte.
    Solo pianto nei nostri occhi allora, solo dolore nelle nostre menti.
    Solo terribile sofferenza a struggere il nostro petto dilaniato.

    Perché?
    Perché questo?
    Perché a me?


    O O O

    Solo un sussurro si levò al principio per rispondere alla voce, come il placido canto d'un usignolo appena destato dalla dormiveglia, che schiuda gli occhi al mattino e liberi in canto soave il proprio omaggio al nuovo giorno.
    Eppure, come in un degenerante incubo, il musicare crebbe in forza ed intensità; crebbe in ansia ed eccitazione fin quasi a sfiorare la crisi isterica, la follia a stento repressa.
    E come specchio di quell'interiore disagio, l'ambiente mutò aspetto e colore, tremolò incerto e spaventato a tal punto che la neve posata sugli alberi venne scrollata a terra, venne fatta precipitare dai rami dei pini secolari che si levavano alti ai bordi di quel naturale palcoscenico.
    Il cielo volse in tinte brune, mentre le stelle si spegnevano una ad una come deboli candele la cui fiamma venga spenta da un esalante sospiro di morte.
    La luna stessa si tinse di un cremisi accesso, come la deplorevole pupilla di un malvagio occhio atto ad osservare, a scrutare il pavido giovane innanzi a sé.

    Finché, come in un fotogramma, ogni cosa tornò di nuovo a fermarsi in quella neo-raggiunta omeostasi, nuovamente ed immancabilmente perfetta pur nella sua tremenda e distorta figura.
    E con essa tornò la Voce.
    I suoi toni soavi, il suo cantilenare talvolta impeccabile, talvolta fastidiosamente melenso.

    Lo vedi Ingwe?
    Vedi cosa ha portato in questo luogo benedetto la tua venuta?

    Così parlò la sovrana del Sogno, altalenandosi in alto e in basso, a destra ed a sinistra come a voler percorrere l'intero perimetro di quel grottesco dipinto.

    Non domandare 'perché' alla tua vita,
    non cercare di aggrapparti ad un passato che ogni istante si allontana da te un po' di più.

    Qualunque cosa tu creda d'essere, ricorda sempre: hai ancora la tua vita.
    Non quella d'un tempo forse.
    Non più felice e perfetta magari.

    Si interruppe un istante, come a voler prendere un ultimo respiro prima di pronunciare quelle parole che avrebbero dovuto aiutare il giovane a riscoprire se stesso, ad osservare la propria vita non più rincorrendo un passato oramai perduto.

    Non dimenticare, giovane Ingwe:
    Finché esiste la vita, esiste anche una speranza per il Futuro.

    E così la voce andò ad assumere una consistenza femminile, un tono dolce e sereno. Provenne dal basso, così che guardando ai suoi piedi, oltre lo spesso manto gelato, egli avrebbe potuto scorgere come un riflesso dorato una giovane donna dai biondi capelli.
    Ed ella sostava dove lui si era fermato, si muoveva dove lui si era mosso.
    E lo guardava di rimando al contempo amorevole ed impassibile.



    Wow, felice che i miei post siano per te una fonte d'ispirazione :'D Più nel Deep Dive riesci a farti suggestionare, migliori sono i risultati della QI ;D
    In ogni caso, anche questo giro il post si mantiene sul piano introspettivo ma, come avrai capito, ho introdotto il Giudice di turno, ovvero Joan.
    Ella compare non davanti a te, ma come tuo riflesso (come se, insomma , il lago ti facesse da specchio, ma invece che riflettere te, ti mostrasse la guerriera). Se starai fermo, anche lei non si muoverà, mentre se ti sposterai, i suoi passi si accompagneranno ai tuoi ^__^
    Tutto qui, a te la tastiera ;D
     
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    Lo vedi Ingwe?
    Vedi cosa ha portato in questo luogo benedetto la tua venuta?


    Ma Ingwe non lo vedeva, non capiva cosa ci facesse lì; una semplice commissione si era trasformata in un incontro con una divinità, in un impatto con ricordi che aveva tentato di seppellire. E la Voce aveva capito cosa il ragazzo stesse pensando e melensa tentava di guidarlo come una padre, una madre, una sorella.

    Non domandare 'perché' alla tua vita,
    non cercare di aggrapparti ad un passato che ogni istante si allontana da te un po' di più.

    Qualunque cosa tu creda d'essere, ricorda sempre: hai ancora la tua vita.
    Non quella d'un tempo forse.
    Non più felice e perfetta magari.


    Ma la Voce ignorava ciò che Ingwe aveva vissuto: la sua vita non era mai stata né felice né tantomeno perfetta; Ingwe cercava di dimenticare quello che era successo prima della maledizione, non perché lo rimpiangesse, ma proprio perché troppo doloroso da ricordare.


    Nato in una famiglia della medio-alta borghesia di Isilindil, non aveva mai avuto una vita felice.

    Certo, qualunque osservatore esterno avrebbe potuto chiedersi cosa mai gli mancasse, ma la libertà, la felicità che si prova nel fare quello che si vuole, quella non l’ aveva mai avuta. I genitori erano troppo impegnati nella scalata sociale per prestargli attenzione, in poche parole Ingwe era stato allevato da sua sorella e dalla governante. L’ infanzia era trascorsa velocemente tra lezioni di comportamento, minifughe da casa e conseguenti punizioni, e sempre al suo fianco c’ era la sorella Merenwen; anche lei aveva questo spirito ribelle, solo che era sottomessa ai propri genitori, non era capace di opporsi: era brava a parole, ma non a fatti; la sua natura era troppo accondiscendente.

    Quando Ingwe aveva 12 anni Merenwen, che all’ epoca ne aveva 21, andò in sposa ad un’ esponente della nobiltà; il matrimonio per i loro genitori non era che un modo come un altro di salire d’ importanza nella scala sociale. Ma ciò che loro non avevano previsto era che costui fosse un ubriacone; quasi ogni giorno Merenwen veniva malmenata e brutalmente lasciata a soffrire sola sul pavimento. Ma una sera tornando a casa dalla taverna il marito non la trovò: quella “sgualdrina”, come la chiamava lui si era impiccata al biancospino in giardino. Il dolore per Ingwe era stato indescrivibile: aveva perso il proprio punto di riferimento, la propria ancora. Anche i suoi genitori erano distrutti, non perché avevano perso una figlia, ma per la perdita dello strumento che li avrebbe potuti aiutare nella scalata sociale. L’ omicida, il mostro non ebbe ciò che si meritava, non fu condannato per le torture che infliggeva a sua moglie, no, la sua unica pena fu sborsare qualche moneta ed eccolo libero come un uccellino. Non ebbe nemmeno la decenza di restituire la dote.

    Ma Ingwe non aveva accettato tutto questo.

    La vendetta, la speranza di una giusta punizione per l’ omicida di sua sorella attendeva.


    Non dimenticare, giovane Ingwe:
    Finché esiste la vita, esiste anche una speranza per il Futuro.


    La Voce lo riscosse velocemente dai propri oscuri pensieri, ma adesso non era più indefinita, cangiante; adesso aveva un tono femminile, duro, ma dolce allo stesso tempo; e sembrava provenire dal basso, proprio da sotto i suoi piedi. Ed ecco lì proprio sotto di lui capovolta dove doveva esserci il suo riflesso, una ragazza stagliarsi come una gemma di fronte al cielo rovesciato.

    La rabbia svanì all’ istante sostituita dallo stupore e dalla vergogna.

    Il contrasto non sarebbe potuto essere più forte: i capelli d’ oro ondeggiavano, mossi da una brezza invisibile sullo sfondo color zaffiro del cielo e splendevano nel riflette i raggi argentei della luna e delle stelle. Con la grazia di una principessa e la compostezza di una guerriera, ella sembrava una creatura così eterea e superiore a qualunque altra presente nel mondo che Ingwe si sentiva in imbarazzo solo al guardarla, come se stesse mirando un tesoro segreto. Asciugandosi le lacrime e tentando di darsi di nuovo un contegno di fronte a quella straordinaria apparizione, solo, quando fu sicuro di aver riassunto un tono di voce più pacato e non più rotto dai singhiozzi iniziò a parlare:

    Tu sei la Voce ?


    Dovette tentare due volte prima di emettere un suono decente, ma, finalmente, al terzo tentativo dalla sua bocca uscì qualcosa che non sembrasse il pigolio di un passerotto col mal di gola.

    Non sapeva se ella avrebbe risposto al suo quesito, ma se era comparsa lì voleva pur dire qualcosa, no ?



    Allora, sì lo ammetto, non è il mio post migliore; tra ieri sera ed oggi proprio non ho avuto il tempo di mettermi al computer quindi scusa anche per il ritardo. ^^" Non ho proprio sfruttato l' idea del riflesso perchè non mi sembrava che Ingwe potesse andare avanti e indietro per tutto il lago giusto per vedere se Joan lo seguiva. :v: E va be' questo è tutto, a te la tastiera !
     
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    Sei tu la Voce?
    Solo questo domandò il ragazzo, osservandola di rimando dall'altro lato della tavola ghiacciata, la sua espressione un connubio di oscure rimembranze, di malcelata vergogna e di represso dolore.
    Oh, c'era indubbiamente molto a gravare su delle spalle così piccole, su un corpo così esile che avrebbe rischiato di spezzarsi alla prima occasione, al primo accenno di debolezza.
    Ma per quanto dolore si nascondesse oltre il velo di quegli occhi scolpiti nello smeraldo, non v'era scusa che potesse giustificare un rancore così profondo e radicato, così saldamente attanagliato nel profondo del suo animo.
    Come se le catene che sorreggevano la sua vendetta si fossero ravvolte laddove avrebbe dovuto trovarsi il suo cuore, andando ad assumere la forma grottesca di un organo di metallo.

    Era lei la Voce?
    Questo voleva sapere il ragazzo.
    E ... beh, si sarebbe potuto dire che lo era e non lo era, che ne era manifestazione ma non le apparteneva davvero del tutto. In quel momento ne era portavoce; era l'araldo che annunciava le sue sentenze di imparziale giustizia.
    E in quanto tale, c'erano alcuni compiti che avrebbe dovuto svolgere prima di poter lasciare andare l'ennesimo venuto.

    Fu allora che Joan, con un movimento fluido del capo, mosse alcune ciocche dei capelli che le erano scivolate inopportunamente davanti agli occhi verdi come la speranza, luminosi come le praterie baciate dal sole. E poi, le suole dei suoi stivali che sino ad allora erano state incontrovertibilmente incollate a quelle di Ingwe, come d'altronde si confà ad un riflesso, si staccarono dalla sua figura mentre la paladina compiva alcuni passi in avanti lasciandosi il giovane alle spalle.
    Senza una parola, senza un suono ad accompagnare il suo incedere fluido ed elegante ... nemmeno il ticchettare delle sue calzature sul ghiaccio.
    D'altronde, ancora non era altro che un mero riflesso.
    Ma quando si fu allontanata a sufficienza, lo strato gelato su cui poggiavano i suoi piedi inconsistenti prese a tremolare, come se un improvviso calore ne avesse minato la solidità costringendo l'irregolare patina del lago a deformarsi in sottili increspature argentate.
    E lentamente, molto lentamente, il volto della paladina prese ad emergere dal ghiaccio, come un'antica divinità ellenica a risvegliarsi ed ascendere dal proprio torbido oblio.

    Bellissima in quel gesto tanto divino quanto lo erano le sue apparenze angeliche.
    Stupenda nello schiudersi dei suoi occhi, nel volteggiare del mantello attorno al suo corpo esile, seducente eppure non minuto.
    Ed ella lo fissò un momento negli occhi, spingendosi oltre la barriera del suo volto incerto, della sua mente che tanto facilmente aveva lasciato andare i ricordi piacevoli, per quanto effimeri, permettendo solo all'ira funesta di permanere.


    « Mi chiedi se sono io la Voce, giovane Ingwe? No, non lo sono. Eppure, sono di quanto più vicino alla sua perfezione possa mai esistere a questo mondo. »
    Così rispose la donna, la sua espressione altera a fare da sfondo granitico a quelle parole piene di enigmi che per il giovane sarebbero per sempre rimasti irrisolti.
    Poiché non c'era tempo di soffermarvisi, i compiti da svolgere erano tanti, e la Voce domandava sempre un tributo a coloro che desideravano abbandonare le sue aule celesti.

    « Ma temo che non stia a te porre domande in questo luogo, in questa corte idilliaca nella quale tu sei al contempo protagonista e mero spettatore.
    No, vedi, è compito mio fare domande così come è tuo dovere rispondere.
    E semmai vorrai andartene da qui, se vorrai abbandonare questi luoghi per far ritorno a quelli che ti sono più familiari ... c'è un semplice dazio che va pagato ...
    »
    Un gesto elegante del braccio, e la guerriera fece scivolare lentamente la propria lama, la propria fedele Durlindan al di fuori del fodero, portandola con eleganza a puntare verso il terreno al suo fianco.

    « Desideri davvero così tanto sfogare la rabbia che si annida nel tuo petto cavo? Brami ancora di poterti vendicare di ogni torto subito, di ogni vessazione passata?
    Sei un folle. Ma eccomi, io sono qui proprio per darti questa possibilità.
    »



    Scusami pagos, mi sono accorto solo ora che Joan è stato il giudice utilizzato anche nella tua precedente Quest Iniziale. Ma vedi, era l'unico Giudice che non avessi mai usato, e così mi sono detto che avrei potuto approfittare dell'occasione ... spero che non ti dispiaccia averci a che fare di nuovo ^^''' Ma, almeno avrai già un po' di esperienza riguardo alle sue capacità :'D
    In ogni caso, nulla di particolarmente incomprensibile da segnalare; si continua ;D
     
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    Un gesto aggraziato, lo scostarsi di una ciocca dorata da di fronte agli occhi, un unico gesto atto quasi ad annunciare la sua vera entrata in scena. Staccando i propri stivali da quelli di Ingwe, la giovane guerriera iniziò ad allontanarsi dal Nessuno; non un ticchettio, non un fruscio sembravano disturbare l’ elegante camminata del riflesso, ma questa non durò molto. Il ragazzo era curioso, anche se non abbastanza per seguirla e fu un bene: infatti la ragazza, arrivata a debita distanza, si fermò e il ghiaccio iniziò a muoversi al suo posto. La superficie del lago sembrò quasi sciogliersi: tremava, e si scuoteva come una fiera che si stia risvegliando dal letargo, eppure non tornava ad essere acqua; la sua materia rimaneva la stessa, la sola cosa che mutava era la forma. Le onde e la spuma iniziavano a increspare la superficie congelata, incuranti delle leggi della fisica e lì ,dal centro esatto del turbine, sorgeva lentamente la ragazza; uscendo da una pozza di ghiaccio la sua forma di cristallo ,senza ancora aver preso colore, cresceva portando sul volto dagli occhi chiusi un’ espressione serafica; per bellezza e per grazie era al pari di una dea. Aperti gli occhi , riprese il proprio aspetto: i capelli tornarono d’ oro, la pelle assunsa la sua sfumatura d’ avorio e lo smeraldo riapparve nelle iridi, lo stesso che si affacciava da quelle di Ingwe. Statuaria e bella oltre ogni misura, la ragazza scavalcò la spuma di ghiaccio che circondava l’ aria attorno a lei e incrociò il proprio sguardo con quello del ragazzo.

    ‘’Mi chiedi se sono io la Voce, giovane Ingwe? No, non lo sono. Eppure, sono quanto di più vicino alla sua perfezione possa mai esistere a questo mondo.’’


    Aveva parlato e la sua voce era risultata essere dura e severa, adatta al suo volto dall’ espressione altera e all’ aura da guerriera che la circondava.

    “ Temo che non stia a te porre domande in questo luogo, in questa corte idilliaca nella quale tu sei al contempo protagonista e mero spettatore.
    No, vedi, è compito mio fare domande così come è tuo dovere rispondere.
    E semmai vorrai andartene da qui, se vorrai abbandonare questi luoghi per far ritorno a quelli che ti sono più familiari ... c'è un semplice dazio che va pagato ...”


    Ma i gesti valevano molto più delle parole e, come a dimostrare ciò, con estrema lentezza e maestosità il giudice estrasse la spada portandola al proprio fianco; la lama era tornata al suo luogo naturale.

    “Desideri davvero così tanto sfogare la rabbia che si annida nel tuo petto cavo? Brami ancora di poterti vendicare di ogni torto subito, di ogni vessazione passata?
    Sei un folle. Ma eccomi, io sono qui proprio per darti questa possibilità.’’



    Quanta arroganza.
    Cosa credeva di aver capito quella donna ?
    La rabbia, non la poteva più provare.
    La vendetta, non la poteva più bramare.
    Ingwe non voleva vendicarsi per ogni torto, per ogni vessazione.
    Solo due erano le vendette che attendevano.
    La prima, la più antica, era la morte di sua sorella. Il ragazzo aveva giurato sulla propria vita che l’ avrebbe fatta pagare al mostro che aveva distrutto Merenwen.
    Occhio per occhio, dente per dente;
    non si dice forse così ?
    La seconda invece era una faccenda meno personale, meno egoistica.
    L’ Illuminans nella sua fame di potere aveva lasciato che il suo popolo morisse, aveva costretto le streghe alla clandestinità.
    Era stato a causa dell’ Illuminans che Ingwe aveva perso il proprio cuore.

    “Cosa credi ? Secondo te io vivo solo per la vendetta ? Quanto ti sbagli. Questa vita per quanto vuota e priva di significato è pur sempre la mia vita: non la rovinerò, come tu credi, seguendo la strada del rancore. Ammetto di avere dei conti in sospeso con diverse persone, ma non credere che io sia annebbiato dalla sete di sangue.”

    Il tono arrabbiato che aveva caratterizzato la sua parlata cessò, sostituito da uno malinconico, quasi rassegnato:

    Non ho così tanta rabbia come tu credi. Ma ora basta. Credi quello che vuoi, ma sii sicura di una cosa: non attaccherò per primo; se combatterò – disse Ingwe estraendo la spada – Sarà per difendermi.



    Eccomi qui ! Allora spero che non ti dispiaccia se ho reso le increspature perenni tanto è solo per una piccola area dalla quale Joan è già uscita quindi non le ostacola i movimenti, niente. E poi... Joan ha l' armatura anche sulla schiena ? Saperlo è molto importante per me. Ed infine... Siiii, mi vendicherò della sconfitta con Joan, non mi hai fatto alcun dispiacere a rimettermela !
    Ah, vero, la scheda la metto alla prossima, ok ? Allora a te la tastiera !

    Edit: aggiunto colore
    Edit: 12:58 05/09/13 modificati alcuni errori grammaticali


    Edited by pagos - 5/9/2013, 12:59
     
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    La rabbia c'era, laddove non avrebbe dovuto esserci. Così come la vendetta, che si annidava silenziosa al pari di un'ombra nella mente del ragazzo. Negarlo era inutile, in quel luogo segreto dove perfino i desideri più segreti ed intoccabili venivano messi a nudo.
    Poteva forse dire che non era vero, che in fondo non aveva altro che un "paio di conti da regolare" ... ma nulla avrebbe cambiato la realtà che nella sua mente già si prospettavano missioni che l'avrebbero portato ad agire per punire coloro che gli avevano fatto un torto.
    E non era forse vendetta quella?
    Più giusta in apparenza.
    Indubbiamente motivata.
    Ma pur sempre vendetta.


    Negare ciò che si è, negare ciò che si pensa, tutto in favore di una messinscena che sia più facile da digerire ed accettare è solo l'ennesimo dei tanti errori compiuti da chi ha difficoltà ad accettare se stesso.
    Basta mentire.
    Basta raccontarsi sciocche favole per rassicurarci che, alla fin fine,
    vada tutto bene.


    E se pur di sfogare la tua ira hai bisogno che siano altri a giustificare la tua ambizione, allora io potrò interpretare anche quel ruolo.
    Questo si disse Joan, mentre la sua espressione imperscrutabile affrontava quella a tratti furiosa, a tratti fastidiosamente malinconica del giovane. Lei non aveva bisogno di fingere, non aveva necessità di mentire, a se stessa o ad altri.
    Lei aveva già affrontato i suoi demoni, e li aveva sconfitti.
    E, in quanto giudice, si aspettava che così facessero anche tutti quelli che le si presentavano davanti nel loro Sogno.
    Nel loro tuffo immaginario che li avrebbe portati più in profondità di qualsiasi equivalente reale.

    « Non hai bisogno di illudere te stesso per giustificare un comportamento sbagliato. Ogni essere vivente diverge in qualche modo dall'altro, ed occultare ciò che si è non porterà altro che fraintendimenti e dolore. »
    La voce della paladina era solida, statuaria. Non c'era pietà in quelle sferzate capaci di ferire tanto quanto la lama più affilata; eppure, allo stesso modo, le sue parole non nascondevano malizia, né cattiveria.
    Perché lei era Joan il Giudice.
    Era quello il suo ruolo.
    Era quello il suo scopo.
    E anche quella volta, lei avrebbe accondisceso alla mancanza del nuovo venuto, perché era parte del suo compito adattarsi a coloro che comparivano innanzi a lei.

    « Ma se davvero non hai intenzione di agire se non sotto provocazione ... così sia.
    In un caso o nell'altro, questo scontro era inevitabile.
    »
    Fu con queste parole che la guerriera cominciò a muoversi, forte del suo corpo esile ed allenato. In una carica frontale, la spada impugnata con entrambe le mani e tenuta bassa, radente la superficie irregolare del ghiaccio.
    La punta metallica dell'arma a sfiorarne il bordo producendo un sibilo sinistro, gelido almeno quanto lo era il paesaggio circostante.
    Ma quando fu ad un paio di metri, la sua posa letale mutò repentinamente, in un movimento rapido che portò la lama della paladina verso l'alto in uno slancio fulmineo dal quale proruppe lesta una scia luminosa, come un lampo a scaturire da nubi tempestose.

    Ma l'assalto di Joan non era terminato, e come a voler seguire la scia del suo violento attacco magico, ella proseguì nella sua corsa, senza che il movimento appena compiuto rovinasse la sua perfetta eleganza.
    E una volta raggiunto il giovane Ingwe, era più che pronta a far calare la spada - già scintillante di bianchi riflessi - in un tondo obliquo, dall'alto verso il basso, calante sulla spalla sinistra del giovane.

    And they won't call me mother, or sister, or wife
    They will know me or not by the strenght of my life
    I will burn with a light of my own
    They'll know me as Joan



    Joan
    « I am judgment and Heaven is nigh. »


    { Crp_ 80 | Ess_ 90 | Mnt_ 40 | Ctr_ 50 | Vlc_ 60 | Dst_ 80 }

    » Status Fisico_ Ottimale.

    » Status Psicologico_ Concentrata.

    » Energia_ 100% - 12% = 88%

    » Equipaggiamento_ Durlindan; Armatura leggera.

    » Abilità Passive_
    Pure Light: Joan ha sempre combattuto a fianco della luce nella sua guerra per l'equilibrio e la sua predisposizione verso tale elemento, a cui contribuisce la sua purezza di spirito, è tale da concederle dei benefici in battaglia. In ogni momento, infatti, potrà infondere luce alla sua spada o alla sua armatura, nel primo caso trasformando i danni dei suoi attacchi in tipo magico di elemento luce, mentre nel secondo caso diminuendo i danni da attacchi magici e/o del medesimo elemento o del suo opposto, l'oscurità. [Abilità passiva superiore]

    » Abilità Attive_
    Saint Rise: Tecnica magica molto usata da Joan in particolare contro nemici volanti o per disturbare l'avversario. La attiva incanalando la luce nella sua arma che, stretta con entrambe le mani, viene utilizzata per mulinare un possente colpo dal basso verso l'alto, prestando attenzione a far partire il movimento con la lama che come minimo sfiori il terreno. In questo modo l'energia del colpo viene trasferita al pavimento e una scia luminosa si genera a terra, dalla forma tipicamente arcuata, lunga fino ad un massimo di 6 metri. Lungo tale linea avverranno potenti esplosioni di luce che si innalzeranno fino ad un massimo di 4 metri e che causeranno danni magici da esplosione, oltre a prendere la forma di una sottospecie di barriera. Tale barriera permanerà per due turni, impedendo al nemico di oltrepassarla senza subire danni (sia il danno da esplosione, sia quello derivante dalla barriera, sono di entità bassa come base). [Tecnica Magica – Consumo Medio – Mantenimento]

    » Riassunto_ Joan scatta verso Ingwe, come volesse compiere una carica frontale. Giunta a 2m dal ragazzo tuttavia, ella utilizza "Saint Raise" contro di lui secondo le modalità descritte, non arrestando però la propria corsa e continuando a muoversi verso il Nessuno - ovviamente affiancandosi alla scia della precedente abilità.
    Una volta giunta in prossimità di Ingwe (avendo precedentemente portato la spada verso l'alto) ella tenta di calare Durlindan in un tondo obliquo dall'alto in basso, proveniente dalla sua destra e quindi calante sulla spalla sinistra dell'avversario. Tale attacco fisico è supportato dalla Passiva di Joan.

    » Note_ Perdona il post non esattamente eccelso ... sono stai due giorni un po' particolari.
    A parte questo, nulla di che da segnalare. Tieni solo presente che Joan si trovava a circa 5m da te al momento della carica, e nel rispondere alla mia mossa (abbastanza semplice per la verità) prendi tale indicazione come riferimento per le tue eventuali contromosse.
    ^__^
    Oh, prima che mi dimentichi: MD mi ha confermato che Joan non dispone di protezioni sulla zona della schiena.

     
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    Vendetta

    La ragazza rimase in silenzio per un po’, quasi come volesse sincerarsi di aver compreso bene le parole del giovane. L’ espressione imperscrutabile rimaneva, ma in fondo agli occhi di smeraldo della ragazza comparve una scintilla di disappunto ed amarezza, ma non durò molto gli occhi si fecero duri, freddi come il ghiaccio su cui Joan posava i piedi.

    Non hai bisogno di illudere te stesso per giustificare un comportamento sbagliato. Ogni essere vivente diverge in qualche modo dall'altro, ed occultare ciò che si è non porterà altro che fraintendimenti e dolore.

    La ragazza era tornata fredda come prima, glaciale, tra i due attori su quel palcoscenico di ghiaccio non si sarebbe potuto dire chi fosse il nessuno, chi avesse il petto vuoto.

    Ma come osava quella donna ?
    Come poteva credere di aver capito così tanto ?
    La rabbia era parte del suo essere. O almeno una volta lo era stata.
    Ma dire, credere, che lui fosse spinto nelle sue azioni da questo sentimento era folle oltre che stupido.
    Ingwe non si stava giustificando, non stava giustificando la propria sete di vendetta.
    Ingwe sapeva che era giusto il suo comportamento, che il suo voler usare la spada contro il mostro e l’ Illuminans non era un atto malvagio.
    Ma allora perché era infastidito da quelle parole ? Perché non riusciva a credere pienamente nelle proprie decisioni ?

    Ma se davvero non hai intenzione di agire se non sotto provocazione ... così sia.
    In un caso o nell'altro, questo scontro era inevitabile.


    Le domande ancora aperte che vagavano per la mente di Ingwe si arrestarono.
    Un campanello di allarme, un avviso.
    La ragazza scattò.
    Il giovane la vide correre sul ghiaccio fluida ed elegante, mortale.
    La spada di lei strideva sul manto gelato mentre quella percorreva i pochi metri che li distanziavano.
    Il ragazzo si preparò a parare quell’ assalto fisico con uno scudo magico, ma non fu la spada ad arrivare, o almeno non per prima.

    In un movimento rapido la paladina fece scattare la lama che, nel levarsi verso l’ alto, produsse una scia luminosa che continuò a muoversi al suo posto.
    Il ragazzo ,essendosi aspettato un scontro con la spada, rimase piacevolmente sorpreso che anche la ragazza sapesse utilizzare la magia, tuttavia l’ attacco di lei fu vano.
    Ingwe, che si era già preparato per parare la lama con uno scudo magico, utilizzò quest’ ultimo per parare al posto della spada l’ onda di luce.
    L’ impatto dei due poteri fu così potente che ne scaturì una piccola onda d’ urto, ma l’ assalto non era terminato;
    La paladina non si sarebbe di certo fermata dopo aver utilizzato l’ onda di luce ed infatti proseguì nell’ attaccare il giovane.
    Un secondo assalto proveniente dalla propria sinistra sorprese Ingwe.
    Raggiunto il ragazzo, infatti, la donna aveva eseguito un tondo della lama colpendogli la spalla mancina.
    Un urlo di dolore sfuggi dalle labbra del Nessuno che non aveva neanche avuto il tempo di vedere il ferro per quanto la ragazza era stata veloce e l’ attacco imprevisto.
    Il braccio faceva male, fitte di dolore partivano dalla spalla per poi raggiunger il petto e l’ avambraccio, probabilmente avrebbe potuto ancora utilizzare l’ arto sinistro, ma la potenza dei colpi portati con quello ne avrebbe risentito.
    Pensando solo a salvarsi il ragazzo avrebbe estratto la spada e tentato un tondo roverso, non provando tanto a colpire la donna, quanto ad allontanarla, per poi spiccare il volo e arrivare ad un minimo di cinque metri da terra.
    Successivamente avrebbe tentato un’ offensiva facendo comparire un globo di luce alle spalle del giudice, a circa un metro e mezzo di distanza, per poi dirigerlo verso di lei, non il massimo dell’ originalità, ma, forse, se fosse andato tutto bene, l’ avrebbe potuta colpire. In ogni caso, qualunque cosa fosse accaduta, Ingwe sarebbe sceso alla massima velocità contro la ragazza tentando di colpirle la spalla destra.
    La propria reclamava vendetta.



    Stato fisico: danno di medio-bassa entità alla spalla sinistra, il dolore è costante con delle piccole fitte; la ferita perde del sangue.
    Stato mentale: sorpreso del fatto che la donna sappia usare la magia, determinato ad indebolirla in modo tale da concludere lo scontro il prima possibile.

    Corpo:20 (115) // Essenza :115 // Mente:45 // Concentrazione:35 // Destrezza:55 // Velocità:30 (115)


    100-16-16= 68



    Abilità Passive:

    L’Essenza (Passiva Superiore)
    Prima delle abilità imparate da Failariel è quella che forse gli risulta essere più utile nel combattere. Ingwe sarà capace senza alcuno sforzo di far fluire costantemente il proprio corpo la propria energia magica e sarà questa e non la forza fisica in sé a dare forza ai muscoli e resistenza alle ossa. In termini di GdR il parametro corpo sarà sostituito da quello di essenza.

    Il Volo (Passiva superiore)
    Come in un sogno Ingwe sarà capace di volare liberamente in aria in qualunque momento gli vada per tutto il tempo che gli va; egli sarà capace di stare in aria in qualunque posizione gli vada e di volare a qualunque altezza gli piaccia utilizzando solo la propria energia magica. Dunque la velocità in volo si dovrà basare sul parametro essenza.

    Abilità Attive

    La Luce (Attiva a costo medio basata sull’essenza e sulla luce)
    Con un dispendio di energia medio Ingwe sarà capace di creare un globo di luce di potenza media in un qualunque punto che rientri nel suo campo visivo e di lanciarlo contro il proprio avversario solo strizzando l’ occhio sinistro. Una volta scelta la direzione non potrà essere cambiata. Il danno sarà composto da scottature da luce.

    Scudo di mezzo (Attiva a costo medio, basata sull’ essenza)
    Spinto dalla propria maestra ad imparare una tecnica difensiva Ingwe è riuscito a crearne una che a sua insaputa riflette la propria natura di nessuno. Quest’ abilità consiste nel creare uno scudo tra se ed il proprio opponente, questo avrà un’ altezza di due metri e un larghezza di uno e mezzo (1,5 X 2) ed avrà un’ apparenza traslucida, opaca e leggermente ricurva.

    Riassunto

    Allora Ingwe riesce a parare il Saint Raise, ma viene ferito dalla spada della paladina. Successivamente tenta di allontanare con un colpo di lama la ragazza per poter spiccare il volo ed allontanarsi da lei. Arrivato ad un’ altezza di 5 mt e avendo nel suo campo visivo anche una parte di terreno alle spalle del giudice crea una sfera di luce a circa 1,5 mt dietro di quella e la fa partire. Dopo aver fatto ciò si lancia verso di lei tentando di colpirle la spalla destra.

    Note

    Allora, spero di non aver peccato di lealtà nel descrivere il danno fisico ricevuto dalla paladina come medio-basso, il tutto grazie all’ abilità passiva ‘’L’ Essenza’’ che porta il parametro corpo del mio piggio a 115. E poi riguardo il fatto che la sfera di luce l’ abbia fatta comparire dietro le spalle della ragazza non interpretarlo come Meta-game ! è.é Senza offesa, ma uno, potendo creare una sfera di luce in un qualsiasi punto che rientri nel suo campo visivo, credo sarebbe un idiota se facesse partire il proprio attacco da di fronte all’ avversario che quindi si accorgerebbe subito dell’ offensiva nemica e avrebbe più tempo per reagire! è.é Non l’ ho fatto perché sapevo che non c’ era l’ armatura ! è.é
    Ah, prima che me ne dimentichi Ingwe si trova sospeso quando arriva a colpire joan o la sua spada (dipende se decidi di parare o meno) a circa un metro da terra: è leggermente piegato in avanti e cerca di imprimere nella forza dell’ attaco tutto il suo peso, la sua forza e la velocità con cui arriva a rompere il culo ,cercare di colpire Joan. Ultima cosa, ma questa è una domanda: per lealtà sarebbe corretto se mi togliessi diciamo 10/15 punti di corpo solo per i colpi portati col braccio sinistro ?
    Ah il tondo roverso è un colpo all’ altezza della vita che va da sinistra a destra.
    E questo è tutto, a te la tastiera !

    EDIT: 07/09/13 18:43 Corretti alcuni errori di stesura del testo


    Edited by pagos - 7/9/2013, 18:43
     
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    La paladina osservò il proprio incanto scivolare sul ghiaccio come un esile pattinatore, portandosi sempre più veloce verso il giovane testé che avrebbe dovuto dimostrare il proprio valore.
    La saldezza quasi granitica delle proprie convinzioni, l'unica arma davvero efficacie in un luogo come quello, dove il cuore e la mente di una persona contavano assai più della sua capacità con la spada.
    D'altronde, il fatto stesso che Ingwe avesse avuto il privilegio di entrare in quel mondo etereo, tanto subdolo e meraviglioso da potersi paragonare al dominio di una bellissima dea degli inganni, era già testimonianza del fatto che sì, il ragazzo aveva potenziale nel bene o nel male. E il suo contributo nel mondo reale sarebbe stato percepito, dalla parte della Giustizia o del Chaos.
    Non fu quindi una sorpresa per Joan, constatare che la possente scia luminosa che aveva utilizzato per spiazzare il suo avversario venisse annullata da una barriera traslucida, frammenti di luce a riflettersi ovunque sul ghiaccio come sgomenta polvere di topazio.
    Ma lei non aveva ancora finito, e "c'era molto ancora da dire e da fare".
    Aveva proseguito elegante come una cacciatrice, temibile come un'aquila o una leonessa. E il suo artiglio, la sua fedele Durlindan, era calata dall'alto sull'avversario, affondando nelle sue carni fresche.

    Un colpo che per molti si sarebbe rivelato fatale.
    Se non per il corpo, almeno per la mente.
    Poiché vederla in azione, ammirarla mentre danzava con l'acciaio in quel ballo mortale sotto cui già tanti erano periti ... era qualcosa di sublime, divino.
    Di certo non incoraggiante per un ipotetico contendente.


    Ma non per lui. Non per Ingwe che, riavutosi in un attimo dal trauma del colpo, menò improvvisamente un fendente, quasi a volersi vendicare del colpo che la guerriera gli aveva appena inferto. Ma ella era ancora al massimo della sua prestanza, pronta e concentratissima sulla battaglia.
    Un lesto scatto del suo corpo esile, una leggera spinta all'indietro mentre portava le braccia oltre la testa; e in breve, con una leggera capriola si portò a debita distanza dall'attacco, che le sibilò micidiale vicino senza però riuscire a toccarla.
    A quanto pareva, il ragazzo sapeva il fatto suo. Ma se avesse continuato a muoversi in quel modo non sarebbe mai riuscito a prevalere, questo era certo.
    Ma ...

    Uno sfrigolio improvviso, un baluginare sinistro nelle ombre lunghe della radura. E prima ancora che potesse capire quello che stava succedendo, un dolore lancinante la colse alla schiena, come una tizzone di fuoco che, selvaggio, le avesse appena percosso la schiena.

    La paladina vacillo un istante, i polmoni che si svuotavano d'aria mentre davanti a lei il mondo si colmava di numerosi puntini colorati. Non le ci volle un secondo di più per intuire cosa fosse successo - un codardo colpo dell'immorale Nessuno, era ovvio -, ma non poté impedirsi di poggiare un ginocchio a terra, mentre il mondo attorno a lei tornava ad assumere i suoi comuni connotati.
    Non ebbe nemmeno il tempo di riprendere fiato, che la figura del ragazzo davanti a lei si fece sempre più vicina, e fu quasi per miracolo che riuscì ad interporre la propria arma tra il proprio corpo e il ferro del nemico.

    Ma non avrebbe retto a lungo.
    Ora la sentiva. Percepiva la forza del ragazzo scivolare attraverso le loro armi fin sul proprio corpo dolente, ancora leggermente scosso da tremiti per via del bruciore alla schiena.
    Di attimo in attimo, la sua posizione perdeva di efficacia e la sua posa statuaria andava a immancabilmente a pendere dalla sua parte.
    Qualche istante ancora, e il nemico l'avrebbe avuta vinta.

    No. Lei non avrebbe certo mollato.


    Impercettibilmente, le sue labbra si schiusero in un canto morbido. Inudibile, ma dolce come ambrosia divina. E ad ogni parola, il dolore scivolava via dal suo corpo come un velo di seta, una luce divina a ricoprirle l'intero corpo al pari di un manto dorato.
    E ad un tratto si sentì più potente; forte a sufficienza da affrontare qualsiasi nemico e sconfiggerlo. Fu con un movimento fluido che Durlindan danzò attorno alla lama nemica, la luminescenza alabastro ad animarne ogni più sottile movenza. Ed ella combatte la forza dell'avversario con la propria superiore tecnica, slanciando infine il braccio verso destra per disarmarlo o, se non altro, allontanare da sé quel terribile pericolo.
    Ma già mentre si apprestava a compiere queste azioni, il suo corpo venne circondato da numerose sfere di luce, anch'esse dorate e scintillanti. Avrebbe infatti approfittato della probabile mancanza di equilibrio dell'avversario provocata dalla sua superiore maestria nell'uso delle armi per colpirlo nuovamente mediante la propria magia sacra.
    Solo allora avrebbe nuovamente ritirato il braccio, ancora steso verso la propria destra, compiendo un ennesimo tondo all'altezza dello stomaco avversario.

    I take what I'm given, I follow my truth
    I gladly abandon the bloom of my youth
    I'm the lashing that falls from the scourge.



    Joan
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    { Crp_ 80 +30 = 110 | Ess_ 90 | Mnt_ 40 | Ctr_ 50 | Vlc_ 60 | Dst_ 80 }

    » Status Fisico_ Danno Medio da ustione alla schiena; leggero tremore iniziale. Non percepisce il dolore grazie ad "Holy Faith".

    » Status Psicologico_ Dopo un leggero stordimento, torna concentrata sulla battaglia.

    » Energia_ 100% - 12% -12% -6% = 70%

    » Equipaggiamento_ Durlindan; Armatura leggera.

    » Abilità Passive_
    Pure Light: Joan ha sempre combattuto a fianco della luce nella sua guerra per l'equilibrio e la sua predisposizione verso tale elemento, a cui contribuisce la sua purezza di spirito, è tale da concederle dei benefici in battaglia. In ogni momento, infatti, potrà infondere luce alla sua spada o alla sua armatura, nel primo caso trasformando i danni dei suoi attacchi in tipo magico di elemento luce, mentre nel secondo caso diminuendo i danni da attacchi magici e/o del medesimo elemento o del suo opposto, l'oscurità. [Abilità passiva superiore]

    » Abilità Attive_
    Saint Rise: Non la cito per intero. Per questo turno, anche se ininfluente, è ancora attiva la barriera.

    Holy Faith: Tecnica che Joan sfruttava in guerra per ottenere il potere divino e continuare a combattere anche in situazione di difficoltà. Mormorando una breve litania, una preghiera al suo dio, il suo corpo verrà avvolto da una luce sacra, che non solo le donerà un potenziamento al parametro corpo (+30), ma la renderà anche momentaneamente insensibile al dolore. [Tecnica Fisica – Consumo Medio – Mantenibile]

    Light Barrage: Tecnica magica efficace nel combattimento ravvicinato. Non è necessario alcun movimento per la sua attivazione, è sufficiente che Joan concentri il suo potere magico e lo plasmi in sfere di energia, che la circonderanno. Numerose piccole sfere di luce si formeranno intorno a lei, sospese all'altezza dei suoi fianchi. Nel giro di pochi attimi dalla loro formazione, esse esploderanno, provocando danni da ustione di elemento luce a tutti i nemici nelle prossimità. L'energia dell'attacco è concentrata e mantenuta, il che significa che, pur avendo una gittata infima (il nemico non deve distare oltre un metro e mezzo da lei perché venga coinvolto dall'esplosione), la sua potenza non viene ridotta per permetterne un utilizzo a 360 gradi. L'attacco non influenza in alcun modo l'utilizzatrice. [Tecnica Magica – Consumo Basso – Istantanea]

    » Riassunto_ Grazie alla sua elevata Destrezza, Joan riesce con facilità ad evitare il primo attacco di Ingwe, portandosi a debita distanza mediante una capriola. Non ha tuttavia alcun modo per accorgersi - e quindi evitare - l'offensiva magica del ragazzo che la colpisce in pieno provocandolo ustioni Medie e un leggero tremore alle membra. Il danno comunque non è grave, ed ella riesce a frapporre fra sé ed Ingwe la propria lama, parando il colpo di spada del Nessuno. Vista la considerevole differenza in corpo, ella sembra inizialmente "perdere", con il blocco che lentamente ma inesorabilmente scivola verso di lei. Sfrutta tuttavia "Holy Faith" non solo per potenziare il proprio Corpo, ma anche per eliminare qualsiasi accenno di dolore e, ancora una volta grazie alla sua Destrezza, spezza il blocco mediante fluidi movimenti del braccio, atti a sbilanciare Ingwe e - in extremis - tentare di disarmarlo. A quel punto sfrutta "Light Barrage", ed aggiunge a tale offensiva magica un altro fendente di spada, all'altezza dello stomaco del ragazzo, portato con il movimento di ritorno del braccio destro (quindi il tondo sarebbe da destra a sinistra di Joan).

    » Note_ Uhm, nulla di particolare da segnalare. Scusa il ritardo °ç°
    Per quanto riguarda i tuoi dubbi, non posso chiarirteli durante il combattimento xD La questione dell'armatura di Joan era una faccenda tecnica, e quindi ero tenuto a chiarirtela, ma il resto è legato alla tua lealtà. Vedremo al momento della valutazione se hai agito bene oppure no
    ^__^

     
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    Era forte la ragazza, ma non abbastanza. Inesorabile la propria lama faceva abbassare sempre di più la figura della donna che, già provata dal colpo precedentemente incassato, abbandonava quella posa di superiorità, sconfitta nel corpo e nell’ orgoglio da un ragazzino. Ma non era finita lì, non poteva ancora esserlo. La guerriera era esperta e aveva ancora molti assi nella manica, assi che non avrebbe atteso molto a sfoderare. Una semplice litania, un sussurro di parole che, anche se impercettibili, lasciavano il loro potere sprigionarsi nell’ aria, spandersi tutto attorno. Un canto dolce, un canto di luce. E così fu. Luce. Luce che attraversava le membra della giovane donna, illuminandola dall’ interno, facendola risplendere, che le accarezzava il volto, che le faceva svolazzare i capelli attorno al quel viso di porcellana dagli occhi chiusi, in estasi. La smorfia di dolore e di fatica era svanita, quasi le ferite non ci fossero mai state ed un sorriso, non di orgoglio, non di disprezzo, ma di sollievo, di umiltà le attraversò il volto. Ingwe d’altra parte era semplicemente sorpreso, ma allo stesso tempo non riusciva a staccare gli occhi da quell’ angelo, da quella divinità che tanto lo aveva voluto combattere, che tanto aveva rimproverato il maledetto. Complice forse una fitta al braccio sinistro del ragazzo, complice la straordinaria magia operata dalla guerriera, la spada di lei avendo iniziato a danzare sinuosamente attorno a quella di lui, come un animale che corteggia un suo simile, le girò attorno scansandola poi via con una grazia e facilità a dir poco sorprendenti,essendo quella indegna di poter solo ammirare uno spettacolo così incredibile. Ma la punizione per aver profanato con la vista tale meraviglia non finì con quel semplice atto. Altra luce scaturì dal corpo della giovane e come a proteggerla le si dispose attorno, una cintura di globi luminosi, unico ornamento adatto ad incorniciare una figura così divina. Ma la cintura non era una protezione, né tantomeno un ornamento; era un’ arma. E da brava arma quale era rivelò subito il proprio potere. Un’ esplosione, una singola, potente deflagrazione che colpì in pieno il ragazzo ancora impalato dalla meraviglia e dalla sorpresa. Un solo potente colpo all’ altezza dello stomaco. I vestiti furono bruciacchiati, la pelle ricoperta da uno strana patina bianca ed un dolore lancinante avvolse il ragazzo, come se mille piccoli aghi roventi gli stessero perforando l’ addome. Ma solo per un soffio Ingwe si salvò dal successivo colpo mortale che la bionda stava per infliggergli. Già leggermente sbalzato indietro dall’ esplosione non fu molto difficile per il Nessuno spostarsi di poco , o almeno non lo sarebbe stato se fosse stato in piena salute. Il ragazzo provò a tirarsi indietro, ma subì comunque un lieve danno. Proprio sul punto ove si trovavano le bruciature si andò ad aggiungere una seconda ferita, un taglio che seppure poco profondo era piuttosto fastidioso, un solco rosso, una linea netta, neanche fosse stata fatta con un righello. Indietreggiò, stordito dai dolori alla spalla e all’ addome. Ma poco, per poco. Ripresosi Ingwe si ritirò nuovamente in aria tentando di trovare un secondo per leccarsi le ferite, ma non sarebbe rimasto nel cielo a lungo. Conscio del fatto che la giovane era comunque superiore a lui riguardo l’ arte della spada, il Nessuno avrebbe agito in maniera un po’ scorretta: sarebbe diventato invisibile. Anche se Failariel utilizzava questo incantesimo solo per proteggersi o non farsi notare mentre compiva i propri sortilegi, Ingwe aveva sempre creduto che sarebbe potuto essere utile come arma d’ offesa. Una volta diventato invisibile il ragazzo sarebbe sceso il più velocemente possibile verso la donna e avrebbe sferrato un colpo da destra a sinistra verso i suoi fianchi poi, nel caso non fosse stato ferito in maniera grave, Ingwe sarebbe volato lontano dalla ragazza, circa cinque o sei metri dietro le sue spalle, per poi tornare, volando rasoterra alla massima velocità, verso di lei tenendo la spada verso la propria, e la sua, sinistra per tentare di colpirle, con due attacchi veloci, prima il polpaccio mancino e poi il polpaccio destro. Infine il giovane avrebbe cercato di indietreggiare in modo da allontanarsi dalla guerriera.
    Due falci argentate atte a minare la mobilità della ragazza che doveva combattere.
    Era ora che il ragazzo iniziasse a dirigere la danza.


    Stato fisico: danno di medio-bassa entità alla spalla sinistra, il dolore è costante con delle piccole fitte; la ferita perde del sangue.
    Danno basso da scottature sull' addome. Danno basso da taglio sull' addome.
    Stato mentale: Leggermente stordito dal dolore tenta di debilitare il più possibile la donna senza arrivare ad ucciderla.

    Corpo:20 (115) // Essenza :115 // Mente:45 // Concentrazione:35 // Destrezza:55 // Velocità:30 (115)


    100-16-16-32= 36



    Abilità Passive:


    L’Essenza (Passiva Superiore)
    Prima delle abilità imparate da Failariel è quella che forse gli risulta essere più utile nel combattere. Ingwe sarà capace senza alcuno sforzo di far fluire costantemente il proprio corpo la propria energia magica e sarà questa e non la forza fisica in sé a dare forza ai muscoli e resistenza alle ossa. In termini di GdR il parametro corpo sarà sostituito da quello di essenza.

    Il Volo (Passiva superiore)
    Come in un sogno Ingwe sarà capace di volare liberamente in aria in qualunque momento gli vada per tutto il tempo che gli va; egli sarà capace di stare in aria in qualunque posizione gli vada e di volare a qualunque altezza gli piaccia utilizzando solo la propria energia magica. Dunque la velocità in volo si dovrà basare sul parametro essenza.

    Abilità Attive

    La Luce (Attiva a costo medio basata sull’essenza e sulla luce)
    Con un dispendio di energia medio Ingwe sarà capace di creare un globo di luce di potenza media in un qualunque punto che rientri nel suo campo visivo e di lanciarlo contro il proprio avversario solo strizzando l’ occhio sinistro. Una volta scelta la direzione non potrà essere cambiata. Il danno sarà composto da scottature da luce.

    Scudo di mezzo (Attiva a costo medio, basata sull’ essenza)
    Spinto dalla propria maestra ad imparare una tecnica difensiva Ingwe è riuscito a crearne una che a sua insaputa riflette la propria natura di nessuno. Quest’ abilità consiste nel creare uno scudo tra se ed il proprio opponente, questo avrà un’ altezza di due metri e un larghezza di uno e mezzo (1,5 X 2) ed avrà un’ apparenza traslucida, opaca e leggermente ricurva.

    Il Lascito (Attiva a costo alto basata sull’ essenza e sulla luce)
    Con un dispendio di energia medio Ingwe sarà capace di far attraversare tutti i raggi di luce sia se stesso che la propria arma diventando di fatto invisibile agli occhi di chiunque, ma né immateriale o inudibile. Questa tecnica è un miglioramento di quella che utilizzava Failariel che consisteva semplicemente nel rendersi totalmente priva di interesse qualsiasi cosa facesse. La durate è di due turni.

    Riassunto:

    Ingwe subisce il primo danno in pieni, il secondo in parte in quanto è stato leggermente sbalzato via dall' esplosione. Tenta di portarsi lontano dalla spadaccina alzandosi in volo. Decide poi di diventare invisibile e di attaccarla prima ai fianchi e poi ai polpacci.

    Note:

    Quando Ingwe cerca di colpire i polpacci di Joan la sua testa si trova all' altezza del suo culo che sta intensamente ammirando della parte alta delle sue cosce leggermente accovacciato.
    Ho paura di quel "un codardo colpo dell'immorale Nessuno, era ovvio" che hai scritto. Ora non so se puoi rispondermi, ma credo di no, ma perchè ho paura che quella mossa mi abbassi il voto in lealtà ? :sese:

    Ah ogni tanto, se nella rilettura troverò degli errori potrei editare. Tu scrivi pure non modifico niente della strategia etc...

    EDIT: modificata parte della strategia.


    Edited by pagos - 9/9/2013, 12:23
     
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    Ancora una volta, Joan poté vedere la sua strategia andare a buon fine. Sentì le proprie braccia farsi di momento in momento più leggere, man mano che i suoi movimenti fluidi ed eleganti facevano perdere il controllo del blocco al proprio avversario; sentì il metallo stridere contro il metallo, in quel cigolio quasi struggente che avrebbe potuto facilmente mandare in pezzi la superficie del ghiaccio tanto era acuto; sentì Durlindan scivolare di lato, portando con sé la lama avversaria e slanciandola lontana, dove non sarebbe stata in grado di nuocerle.
    Poi fu la luce, ed entrambi i suoi attacchi si conclusero nell'ennesimo successo, svolgendosi esattamente come lei aveva immaginato e pianificato.

    Non mancava molto.
    Presto, molto presto, quel duello si sarebbe concluso.
    Ed ella avrebbe finalmente emesso il fantomatico verdetto.


    Fece un paio di passi indietro, tornò ad ergersi in posizione di battaglia, pronta ad affrontare l'ennesimo pericolo, l'ultimo prima della fine. Ginocchia leggermente flesse, braccia pronte ed agili, Durlindan davanti a sé pronta a fendere qualsiasi attacco; e poi il suo sguardo, attento, ferino, pronto a tutto.
    Si concesse un istante, uno solo, per osservare d nuovo Ingwe. Quel giovane Nessuno che tanto era manchevole, che così poco sapeva del mondo che lo circondava e delle forze che lo muovevano.
    Con in mente solo i propri progetti personali, mancava di vedere quali fossero le vere potenze con le quali, prima o poi, si sarebbe dovuto scontrare. Ed era un peccato, poiché aveva dimostrato di possedere capacità decisamente rilevanti; curiose ed inaspettate, manovrate con la sagacia che solo un essere come lui avrebbe potuto possedere. Ma il suo piccolo mondo di dogmi doveva schiudersi, aprire la propria corolla e liberarla dall'abbraccio quasi soffocante di quei petali intirizziti dal freddo che le precludevano qualsiasi finestra verso la luce.

    Eppure Joan lo sapeva.
    Percepiva dentro di sé una consapevolezza.
    Quella che Ingwe, un giorno, avrebbe aperto davvero gli occhi.


    Ma non ancora.
    Per il momento, loro erano nemici l'uno dell'altra, ed avevano una questione in sospeso che andava assolutamente portata a termine, prima della fine.
    E dunque, la paladina vide Ingwe sollevarsi ancora una volta a mezz'aria, il rosso del sangue a tingere in più punti le sue vesti pallide. Solo una scintilla ad anticipare la sua prossima mossa, che in nell'esitare di un istante lo portò a svanire propria là, nel bel mezzo del cielo, le fronde degli alberi a fargli da eterea cornice di smeraldo.
    Ancora una volta, aveva sfoderato uno di quei trucchi d'indubbia efficacia, che però lo rendevano un guerriero privo di onore, di vero spirito di battaglia.
    E a quel punto c'era solo una cosa che Joan avrebbe potuto fare, conscia che la sua ormai era una posizione difensiva.
    Due rapidi movimenti della spada, compiuti non appena il Nessuno era scomparso, e davanti a lei prese forma una scintillante barriera romboidale, i cui riflessi ambrati vennero improvvisamente percorsi da scintille d'oro e alabastro quando un colpo invisibile vi si schiantò contro.

    Si aspettava un colpo del genere.
    Non era poi così difficile prevederlo, per una come lei.
    Ma da lì in avanti, sarebbe stata totalmente cieca agli attacchi del ragazzo.
    E tutto ciò che poté fare fu prepararsi a ricevere il colpo, conscia del fatto che in ogni caso non avrebbe sofferto.


    E la percossa giunse infine, come una saetta, come il morso fulmineo d'un serpente. Dalle sue gambe allora prese a scivolare verso la superficie del ghiaccio un rosso liquido, che ben presto si dipanò attorno a lei come un pozzo di fuoco liquido.
    Ma lei non sentì nulla. Né la sua espressione tradì le emozioni che la percorsero in quel momento, mentre gli ultimi rimasugli della sua magia difensiva si perdevano a mezz'aria scemando come tante lucciole morenti.

    Inaspettatamente però, Joan sorrise.
    Chiuse gli occhi, e lasciò che la sua espressione si addolcisse.
    Ed ella capì, improvvisa certezza, che il tempo di giudicare era arrivato.


    E non mosse un muscolo.
    Rimase sul posto, impettita come un generale vittorioso.
    Fiera ed elegante come un martire pronto ad accedere alle aule celesti.
    E infine, lasciò che il proprio sorriso si schiudesse in parole.

    « Temevo che, alla fine, si sarebbe giunti a questo. Non rientra nel mio ruolo giudicare i tuoi ideali o i tuoi metodi, ma io sono Joan, e non posso impedirmi di dirti che ci sono altri modi di condurre una battaglia. »

    I fight where God tells me, I never ask why
    I've bloodied the Devil with steel from on high
    I kill without consequence, heed no man's law
    I sift out the righteous like grian from the straw.


    « Sei indubbiamente un valido combattente, se la vittoria è il tuo unico anelito. Ma quando lascerai questo luogo, ovunque ti troverai in seguito, ti renderai presto conto che ogni tuo vecchio desiderio lascerà strada alle vere necessità dei mondi. »

    La figura di Joan tremolò appena, come percorsa da un impercettibile interferenza. E guardandola, si sarebbe potuto facilmente intravedere attraverso il suo corpo, come se improvvisamente ella fosse divenuta null'altro che uno spirito, un fantasma.

    « Non c'è null'altro che puoi dimostrarmi qui.
    Vai, figlio del Nulla, e porta a compimento il tuo cammino.
    »

    Solo questo, poi lentamente svanì del tutto.

    I am judgment and Heaven is nigh.



    Joan
    « I am judgment and Heaven is nigh. »


    { Crp_ 80 +30 = 110 | Ess_ 90 | Mnt_ 40 | Ctr_ 50 | Vlc_ 60 | Dst_ 80 }

    » Status Fisico_ Danno Medio da ustione alla schiena; leggero tremore iniziale. Danno Alto complessivo ai polpacci. Non percepisce il dolore grazie ad "Holy Faith".

    » Status Psicologico_ Preda di un conflitto interiore riguardo Ingwe,

    » Energia_ 100% - 12% -12% -6% -12% = 58%

    » Equipaggiamento_ Durlindan; Armatura leggera.

    » Abilità Passive_
    Pure Light: Joan ha sempre combattuto a fianco della luce nella sua guerra per l'equilibrio e la sua predisposizione verso tale elemento, a cui contribuisce la sua purezza di spirito, è tale da concederle dei benefici in battaglia. In ogni momento, infatti, potrà infondere luce alla sua spada o alla sua armatura, nel primo caso trasformando i danni dei suoi attacchi in tipo magico di elemento luce, mentre nel secondo caso diminuendo i danni da attacchi magici e/o del medesimo elemento o del suo opposto, l'oscurità. [Abilità passiva superiore]

    » Abilità Attive_
    Holy Faith: Non la cito per intero, che tanto il duello è finito.

    Peter's Cross: Principale tecnica difensiva della paladina. Invocando il suo potere sacro, la ragazza mena due fendenti perpendicolari con la propria spada che lasciano dietro di loro una scia luminosa, come i due bracci di una croce. I vertici di tale croce si uniranno quindi, formando uno scudo di forma romboidale, composto di una patina di luce semitrasparente, ma brillante di energia. Tale barriera potrà respingere attacchi fisici e magici nemici fino a livello medio di potenza purché, nel caso l'attacco raggiunga tale potenza, la differenza tra il parametro di corpo o di essenza del nemico e l'essenza di Joan (che viene utilizzata per formare lo scudo) non sia favorevole nei confronti del rivale. Le dimensioni massime dello scudo, che dipendono dall'ampiezza dei movimenti della ragazza, sono di un paio di metri (tali dimensioni implicano però un tempo leggermente maggiore richiesto per attivare la tecnica). [Tecnica Magica – Consumo Medio – Istantanea]

    » Riassunto_ Non credo sia necessario^^

    » Note_Anzitutto perdona il ritardo. Parrà strano da sentire, ma per quanto la scuola sia appena iniziata, io ho già un sacco di impegni che mi portano via una robusta dose di tempo. Detto questo, visto che anche tu accennavi al fatto che la scuola ti avrebbe rallentato, ho deciso di chiudere in questo giro la tua Quest Iniziale, anche perché in tutta onestà ritengo di avere elementi più che sufficienti a stendere un giudizio.
    Immagino che sarai curioso, ma io sono crudele e non ti anticipo nulla :v:
    Ti ringrazio comunque per la bella ruolata, anche perché mi ha dato proprio piacere combattere con un PnG come Joan. Mi mancava propria lottare con un personaggio dotato sia di spada che di magia :'D
    Bon, scrivi pure il tuo post conclusivo, poi provvederò a postarti la valutazione
    ^__^

     
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    Un Cielo Rovesciato

    Scintille dorate si levarono dallo scudo improvvisamente apparso tra la giovane, ma anziana, donna e il giovane, e stolto, Nessuno. Ma il secondo attacco ebbe successo ,e come due linee disegnate da un bambino, dei solchi rossi si aprirono sui polpacci della guerriera dorata. Sangue vermiglio colava sul ghiaccio ad offuscare la bellezza di quel cielo rovesciato che vi era incastonato. Ma lei non si mosse, non un fiato, non un verso di dolore, solo la sua consueta ed innaturale compostezza che faceva sì che lei sembrasse il guscio vuoto e non il ragazzo che, nervoso, se così si può dire, la osservava da dietro le sue spalle.
    Temevo che, alla fine, si sarebbe giunti a questo. Non rientra nel mio ruolo giudicare i tuoi ideali o i tuoi metodi, ma io sono Joan, e non posso impedirmi di dirti che ci sono altri modi di condurre una battaglia. Sei indubbiamente un valido combattente, se la vittoria è il tuo unico anelito. Ma quando lascerai questo luogo, ovunque ti troverai in seguito, ti renderai presto conto che ogni tuo vecchio desiderio lascerà strada alle vere necessità dei mondi.
    E da vera maestra guerriera parlò, anche nella sconfitta, continuava nel suo compito infinito, nel suo giudicare eterno e nel suo insegnare perpetuo.
    Ed il ragazzo ascoltava, stupefatto, e , in un certo senso, ancora arrabbiato a causa della sua presunzione, della sue errate teorie su di lui , ma che forse erano più vicine alla verità di quanto potesse immaginare.
    Ma il suo corpo non reggeva, la sua figura tremolava e lentamente sfumava, lasciando intravedere quello che aveva di fronte a sé.
    Non c'è null'altro che puoi dimostrarmi qui.
    Vai, figlio del Nulla, e porta a compimento il tuo cammino.

    Nello svanire pronunciò queste ultime parole, una sentenza, un punto fermo in grado però di causare un movimento, un cambiamento.
    Il figlio del Nulla tese la mano quasi per trattenere la figura che, come non fosse mai esistita, lasciò il lago che, privo di quel sole luminoso, aveva perso molto del suo splendore.
    Triste e pieno di rimpianto.
    Ferito sia nell’ animo che nel fisico.
    Leggero e pesante allo stesso tempo.
    Chiuse gli occhi e cadde, sprofondando nel più profondo del lago e librandosi in volo oltre più in alto del cielo rovesciato.



    Non credo serva lo specchietto delle stat. La situazione è quella del post precedente.

    Riassunto: non serve ^^

    Note:Scusa per il post corto, ma non avevo molto, credo, da scrivere e, sì, sei cattivo :v:
     
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    » Un cielo rovesciato
    Valutazione

    CITAZIONE
    Tutto sommato, una buona prova :sisi: Lungi dall'essere perfetta, ma comunque sufficientemente carica di spunti che fanno ben sperare per un futuro sviluppo del PG. Da quel che ho potuto constatare dando un'occhiata alla tua prima Quest Iniziale, hai sempre avuto una particolare inclinazione ad immedesimarti nel contesto della Quest e mimare - in parte, ovviamente - lo stile della persona che era tua "compagna di giochi". Un ottimo metodo per cercare di migliorare le proprie debolezze nella scrittura e per creare dei riscontri davvero interessanti fra il tuo post e quello degli altri, anche se come per ogni cosa ti consiglio di non eccedere, per evitare di cadere nello "stile-copia" che è forse l'errore più grave che potrebbe nascere da una simile pratica. Comunque, tralasciando queste piccole note generali, andiamo a vedere più nello specifico i risultati della prova^^

    » Scrittura Diciamo che la parola che secondo me meglio descrive il tuo stile di scrittura è "ingenuo", testimonianza diretta di un utente tutto sommato ancora "in erba". Ora, perché dico così? La risposta è in realtà abbastanza semplice: il tuo narrato è sfortunatamente altisonante. Lasciando infatti da parte alcune frasi un po' sghembe che avrebbero preferito un punto al posto di qualche virgola - errore che comunque diminuisce di pari passo con l'evolversi della Quest -, il tuo difetto più grande è secondo me l'incostanza con cui ti dedichi alle descrizioni, siano esse materiali, psicologiche e perfino strategiche. Ci sono dei momenti in cui presenti delle espressioni a mio parere molto eleganti e raffinate nel descrivere un particolare passaggio della scena (forse uno che ti colpisce particolarmente), mentre ce ne sono altri in cui tendi a scappare via, come se non dessi importanza ad alcuni "tronconi" di testo o, peggio ancora, non avessi voglia di metterti a pensare come esporli meglio. Ovvio, non è facile dedicare ad un testo la dovuta attenzione in ogni suo più piccolo dettaglio, però mi sono sentito in dovere di farti notare questa cosa perché, lo ripeto, ci sono state alcune tue frasi che mi hanno lasciato piacevolmente sorpreso e mi piacerebbe che estendessi queste tue "illuminazioni" a maggiori sezioni del testo.
    Abbastanza buona comunque l'introspezione di Ingwe, che però tende leggermente a perdersi in concetti che il lettore non può comprendere appieno ... e qui ahimè entra in gioco il "fattore scheda". Prima della Quest Iniziale, infatti, mi sono preso la libertà di dare una guardata generale alla tua scheda, e mi sono purtroppo ritrovato a constatare che la storia è molto semplice e ben poco approfondita, elemento che mi ha impedito di seguire al meglio tutti i ragionamenti che Ingwe compiva sul suo passato al fine di giustificare le sue scelte e le sue azioni. Il mio consiglio quindi è: affrettati a colmare questa falla del tuo personaggio, per impedire nei tuoi scritti di riferirti ad avvenimenti che tu e soltanto tu puoi comprendere.
    Non ho riscontrato altri errori particolari, se non la tua tendenza - sporadica - a mettere lo spazio prima della virgola, che finiva inesorabilmente attaccata alla parola successiva ... errore di battitura o di concetto? Non lo so, però per il futuro stacci un po' più attento xD
    Per quanto riguarda gli spunti che ho voluto fornirti, devo dire che sono stato un po' deluso dalla mancanza di un vero e proprio dialogo che accompagnasse la Quest. Il Deep Dive è infatti molto incentrato sul porre un personaggio di fronte a ciò che egli è per testare così le sue convinzioni, ma nonostante Joan abbia in più occasioni provato a "provocare" Ingwe, questi è sempre stato chiuso nel suo guscio, impedendomi di fatto di creare un nastro dialogico che si intrecciasse con quello strategico ed introspettivo. E ... niente, mi è un po' dispiaciuto, perché è un aspetto che personalmente considero molto importante per un GdR ^^''' Per il futuro ti consiglio quindi di essere un po' più aperto al "botta-e-risposta", che può rivelarsi incredibilmente utile non solo per migliorare la pregevolezza del racconto (e quindi la valutazione di scrittura), ma anche per giustificare delle scelte strategiche in linea con l'evolversi emotivo della scena.
    Tutto sommato quindi, sebbene tu sia ad un livello ben superiore rispetto a quello con cui hai iniziato a giocare, ci sono ancora tanti piccoli "buchi" che "tarmano" il tuo scritto ... mettici un po' di naftalina e scaccia questi fastidiosi insettacci °ç°

    » Voto 6.5

    » Strategia Poco o nulla da recriminare in questo campo, che sicuramente è il tuo punto di forza con questo personaggio. Complici delle abilità decisamente "potenti", Ingwe è comunque stato capace di mettere in seria difficoltà un giudice di energia Verde, fattore che indubbiamente va a tuo favore. Hai sfruttato in maniera intelligente le tecniche che possedevi, apprendendo tra l'altro dagli errori che ti erano stati fatti notare nella tua precedente Quest Iniziale. Qui non solo combini più di una tecnica a turno, ma accompagni tale processo dispendioso in termini di energie con assalti fisici che in effetti sono stati molto utili per mettermi con le spalle al muro ed impedirmi di muovere Joan con libertà, costringendomi più di una volta ad una difesa difficoltosa prima ancora di poter pensare a contrattaccare. L'unica "critica" che mi sento di farti è che sei stato leggermente lineare. Nel senso che hai usato le abilità che possedevi esattamente come ci aspettava che le avresti usate, tanto che più volte mi sono ritrovato a prevedere esattamente la tua mossa ancor prima che tu la scrivessi. Ma d'altronde, per un'Energia Bianca con poche tecniche, questo è più che accettabile. Ti suggerisco di ampliare al più presto il tuo comparto tecnico, per avere maggiore variabilità di scelta in un tuo futuro combattimento.
    A parte questo, mi ricollego al campo della scrittura per farti un piccolo appello: descrivi più approfonditamente e con maggiore dovizia di particolari la parte del post dedicata al combattimento, e non limitarti a concentrarla nelle ultime righe del post. Vedrai che sia il campo "Scrittura" che "Strategia" ne gioveranno ^__^

    » Voto 7.5

    » Lealtà TAN-TAN! Eccoci giunti al punto più dolente della Quest, anche se come vedrai non per i motivi che credevi tu. Tutto sommato infatti te la cavi abbastanza bene nel gestire un personaggio che, sebbene sia all'inizio del suo percorso, è già dotato di tre statistiche con un punteggio di 115. Sfrutti con intelligenza la tua superiore Velocità e fai pressione col tuo Corpo per mettere alle strette l'avversario, senza però commettere particolari slealtà. Diciamo che ho una ed una solo cosa da recriminare, che però non solo è abbastanza grave a livello di regolamento, ma avendo influenzato l'intero combattimento ha un valore negativo ancora maggiore. A cosa mi sto riferendo? Al colpo ricevuto da Ingwe sulla spalla all'inizio dello scontro; quello che tu hai classificato come "danno di medio-bassa entità alla spalla sinistra, il dolore è costante con delle piccole fitte", giustificandolo con il tuo 115 in Corpo.
    Vorrei però farti notare - citando direttamente dal regolamento delle statistiche -, che questa tua scelta è tutt'altro che conforme al codice prescritto:

    CITAZIONE
    È importante sottolineare, comunque, che le statistiche non rappresenteranno mai caratteristiche fisiche e mentali che eccedono gli standard umani - lievemente superabili a picchi particolarmente alti di statistiche o attraverso l’uso di particolari abilità.

    Ora dimmi, in nome di questa delucidazione, come ha potuto un colpo di spada incassato in pieno in un punto delicato come la spalla aver causato una ferita di entità pari a quella da te descritta. Per intenderci: un persona normale dopo un colpo del genere sarebbe probabilmente morta (di certo non avrebbe potuto continuare a combattere); ora, siamo in un GdR e non nella realtà, quindi è ovvio che tali processi siano decisamente più elastici, ma vedermi un Ingwe che continua a svolazzare e che, anzi, si permette di portare colpi con la spada come se nulla fosse mi ha lasciato decisamente stupito. E non in senso buono. Specie perché poi, quando Joan ha effettuato la propria mossa basata sulla Destrezza per sbilanciare e provare a disarmare Ingwe, ella ha fatto pressione proprio verso la sua sinistra [di Ingwe], mirando ad intaccare l'arto già ferito. Di questo però, tu non te ne sei curato affatto. E ... no, questa serie di errori (che per tua sfortuna si sono sommati l'uno sull'altro proprio perché collegati), ti tira molto giù la valutazione, mitigata unicamente da un comportamento generale non carico di virtuosismi, ma tutto sommato abbastanza corretto.

    » Voto 6.0



    » Media 6.67

    » Premi Ricevuti
    CITAZIONE
    » AP: 6
    » Munny: 333
    » Energia: Ingwe passa ad Energia Gialla.
    » Fama: ///


    A ma vanno 3 AP e 300 munny. Per domande, la mia casella MP dovrebbe essere vuota, ma non garantisco nulla visto e considerato quanto sono distratto :v:
     
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13 replies since 26/8/2013, 20:36   300 views
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