La rinascita

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    "Io temo me stesso, ma non gli altri e questo mi permette di continuare a fare quella domanda a chi riesce a parlarmi; a chi ha il sentimento di avvicinarsi a me: una creatura di luce nera."

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    E' buio...
    La mia voce risuonava come in un eco, ovattata. In quel momento, non ero neanche sicura di aver pronunciato quelle parole. Il mio corpo era così leggero, etereo... non sento alcun peso, alcun problema... soltanto una sensazione di cadere in un pozzo senza fondo. La mia unica sensazione certa era proprio quella... cadere! Il resto, non c'era. Vedevo soltanto un'immenso buio, non c'è alcun suono, alcun odore, alcun sapore, niente da sentire con il tatto... era come se non avessi più alcuna sensazione fisica. Il tempo che passo in questo stato è indefinibile... potrebbero essere passati attimi, come minuti, ore, giorni... settimane. L'unica cosa che so è quando sento qualcosa, sotto la mia schiena. Una luce diventa sempre più forte, davanti ai miei occhi. Un piccolo vociare s'inizia a sentire, attorno a me. Un leggero odore di caffè si diffonde nell'aria. Apro appena gli occhi, ma sono costretta a portare una mano davanti a questi, per proteggermi dalla luce intensa del Sole. Senza alcun suono, senza alcuna fretta, mi guardo attorno, notando degli edifici... persone... una città, insomma! O per quello che possa significare città...
    Dove... dove mi trovo?
    I miei occhi iniziano ad abituarsi alla luce, mentre mi giro su un fianco, per poi iniziare ad alzarmi, aiutata dalle braccia. Non faccio alcuna fatica a farlo, al contrario di quanto mi sarei aspettata.
    Che posto è, questo?
    Continuo a guardarmi attorno, cercando di ricordare del perché mi trovassi li, oppure anche soltanto dove mi trovavo. Niente. La mia mente era vuota, sgombra... era come se fossi finita li, per caso. Una vetrina molto lucida e pulita stava rispecchiando la mia immagine. I miei capelli neri, con alcuni ciuffi albini, cadevano davanti al viso, mentre il mio abbigliamento era un po' spoglio, ma carino e decente. Porto la mano al volto, per spostare i capelli, ma mi accorgo che ho dei guanti con degli artigli. Gli osservo, dopo un primo scatto per allontanarli dal viso. Non capivo il perché li avessi... come potevo saperlo?
    Finalmente! Ed al diavolo se alla gente non piace!!!
    Il mio sguardo si sposta su una ragazza, davanti a me. Non mi ero accorta che era arrivata, probabilmente distratta dal cercare di capire che cosa mi stava succedendo e dove mi trovassi. La ragazza è alta quanto me, con dei vestiti neri ed una sciarpa blu molto lunga. I suoi capelli sono molto simili ai miei, compresi i ciuffi albini... ma io non avevo quella strana acconciatura. Mi sposto un po' più in la, per poi piegare la testa. Adesso, a tutto il resto, si aggiunse anche la cosa più strana di tutte... una cosa che mi lasciò a ripensare e ripensare:
    C-che... vuol dire, questo? Lei è... uguale a me.
    Il mio volto era completamente uguale a quello della ragazza, con l'unica differenza del colore degli occhi: i miei oro, i suoi blu. Allungo la mano verso la ragazza, ma nel momento in cui stavo per parlarle... inizia a correre per le strade.
    A-aspetta!
    Inizio a seguirla, a corsa. La sua sciarpa svolazzava al vento, mentre passava per più e più strade. Riuscivo, si, a starle dietro, ma non a raggiungerla. Soltanto dopo quelli che sembrarono minuti, inizia a scendere delle scale, per poi fermarsi al centro di quella piazza dove era giunta. Io mi trovavo ancora sulla cima delle scale. Iniziando a scenderle, però, vedo che qualcun'altro è arrivato ed ha iniziato a parlare con la ragazza. Non sento le loro parole e per questo mi avvicino, arrivando a fianco a loro.
    Scusate... vorrei farvi una domanda.
    Attesi qualche secondo, ma non mi considerarono. Sembrava che non avessero neanche sentito le mie parole. Intanto, potevo sentire le loro ed avevano iniziato a ridere.
    Scusate, potete dirmi- ma che cosa...?!
    Improvvisamente, era tutto cambiato. Adesso, mi trovavo sulla riva di un fiume. La ragazza di prima, quella che mi assomigliava, era in acqua, mentre gli altri ragazzi stavano ridendo. Da quello scambio veloce di battute che succede, capisco che il ragazzo alto si chiama Kurz e che la ragazza si è arrabbiata con lui... ma poi si mettono a ridere, rivelando che non era così... ma soltanto dopo che le aveva detto delle parole e scompigliato un po' i capelli.
    Ma che sta succedendo...
    Eccomi nuovamente nella piazza... c'è quel Kurz, con altri ragazzi. Dalle scale sta scendendo la solita ragazza, mentre da un punto vicino ne sta arrivando un'altra.
    Attent- troppo tardi...
    Le 2 ragazze avevano cozzato tra di loro, finendo a terra. Poi, ecco che l'ennesima stranezza si creò: Kurz, quel ragazzo, passo attraverso di me! Esatto, proprio come un fantasma! Ma data la situazione... il fantasma, più precisamente, sarei stata io. I miei occhi sbattono più volte, mentre cerco di capire che cosa sta succedendo. I miei passi si muovono verso quelle 3 figure e quando allungo la mano per toccare il corpo del ragazzo... questa ci passa in mezzo, come se fosse un'immagine non reale.
    Quindi, io...
    Il mio sguardo finisce nuovamente su quella ragazza che mi somigliava. Soltanto adesso avevo notato la somiglianza che aveva con me, dopo che era caduta in acqua, con i capelli senza quelle strane orecchie. Era come se io fossi lei... o lei fosse me... è successo, delle volte, che ci fossero persone completamente uguali, ma questo non spiegava perché continuavo a vedere quelle immagini... quelle scene!
    Sembrano... felici...
    Questa volta, la scena, è diversa. La ragazza che mi somigliava non parlava e sembrava un po' isolata, dagli altri. Scambia soltanto qualche parola con la ragazza, per poi rimanere indietro con Kurz, promettendoli una cosa. Ed ecco che la prossima, invece, mi aveva portato a vedere la ragazza completamente ignorata da quei ragazzi con cui rideva. Provai a sedermi, ma la sedia -o per meglio dire, io- ci passavo attraverso. Quando la ragazza si alza e va via, la scena cambia ancora una volta...

    ...

    Cambia più e più volte, la scena, mentre tutto si imprime nella mia memoria, ormai rassegnata a fare da mera osservatrice. Non potevo interferire con quello che stava succedendo e non potevo fare altro che osservare. Le scene passano da quella ragazza che mi somiglia, ancora senza nome, che si arrabbia molto con Kurz e l'altra ragazza, a quando viene rincorsa da questo, per poi cadere giù dalle scale. Non potevo intervenire, ma non sentivo neanche l'impulso di aiutarla... cosa che il ragazzo aveva fatto subito, cercando di svegliarla, ma senza riuscirci. Poco dopo, la prende in braccio ed inizia a correre. La prossima scena, invece, si svolge in un ambiente domestico... probabilmente la camera di quella ragazza. E' notte, ma il ragazzo arriva e si mette sdraiato accanto a lei. Dopo vari discorsi, sembra che lei si metta a piangere su di lui, mentre le mette una mano sulla testa.
    Perché sto vedendo tutto questo... che cosa sta a significare?
    Più il tempo passava e più mi sembrava di essere quella ragazza... il suo aspetto mi stava portando a pensare che le fosse successo qualcosa di terribile ed adesso... io ero una qualche raffigurazione spiritica di lei che stava rivivendo alcune scene, a casaccio, della sua vita. Lo so che è una cosa veramente stupida, ma che altro potevo pensare? Non c'era altro a cui aggrapparsi ed un'esistenza senza convinzioni non è vivere.

    ...

    Quella scena, dove la ragazza piangeva, è durata molto più tempo delle altre. Non so che mi stava succedendo, ma anche a vederla piangere non sentivo niente, dentro di me... era come se non mi importasse niente di quello che stava accadendo... non volevo aiutarla a smettere, come se fosse una cosa giusta. Al cambio di scena, abbiamo il ragazzo, quella che ormai identificavo come me stessa e l'altra ragazza. Qua siamo in un parco e le ragazze sono su una panchina, mentre si stanno parlando un po' titubanti. Ad un certo punto, mentre si guardano, il ragazzo spinge "me" su quella ragazza, facendo andare in contatto i loro corpi e le loro labbra. Arrossirono entrambe, ma non si toglievano da quella posizione. Fino a quel momento non avevo notato una cosa, troppo presa dalle immagini... quei momenti... quei ricordi... quando li cercavo nella mia mente era come se vivessi quello che viveva quella ragazza. Io stavo vivendo come si sentiva, ma il mio corpo, la mia pelle non faceva altrettanto. C'era qualcosa che non andava, in me... era come se i suoi stati d'animo fossero dentro di me, ma al contempo non ci fossero! Potevo ricordare, perfettamente, come si sente, come MI sento... ma non riesco a provare le stesse cose, al momento, sulla mia pelle. Il mio respiro è regolare, mentre il suo è accelerato, anche se riesco a ricordare le stesse sensazioni.

    ...

    Fino ad allora, ero rimasta, da un certo punto in poi, passiva, cercando di capire il perché di tutto quello... ma poi mi trovai in un bosco. Dei cinghiali stavano attaccando "me" e la ragazza, quando Kurz arriva a salvarci. Mi sorprendo, per la sua forza, dato che riesce a fermare la carica di uno di quei bestioni a mani nude, per poi lanciarlo via.
    La ragazza! Kurz!!! Un'altro cinghiale sulla ragazza!
    Lo stesso lo fece notare le altre. Non mi sentivo obbligata ad aiutarli, a salvarli... ma forse, se cercavo di comunicare con loro, in qualche modo... in qualunque modo... forse sarei riuscita a capire maggiormente di me. Inoltre, ricordavo come una sensazione, molto bella, provata dall'altra me con quella ragazza... non era tanto per me, ma tanto per quella sensazione che provo a seguire, che tento di avvertirli. Kurz riesce a fermare la carica anche di quel cinghiale, prima che colpisca la ragazza... ma poi un'altro cinghiale ha preso la carica, dal loro fianco.
    Un'altro alla vostra destra!
    Nessuno di loro se ne accorge. Nessuno di loro sente la mia voce, il mio avvertimento. Il ragazzo e la ragazza vengono travolti, mentre l'altra me cade a terra, poco dopo, come svenuta. In pochi secondi, arrivano anche gli altri ragazzi. Come mi sento? Cosa sto provando in questo momento? Niente. In questo momento non sto provando niente e mi sento normale... ma ho una sensazione bruttissima, continuando a ripensare a questa scena.

    ...

    Sono nuovamente in quella stanza da letto, con l'altra me che è come in uno stato di autonomismo. I suoi occhi sono persi nel vuoto, mentre la luce della Luna filtra dalla finestra. Ci sono alcuni bisbiglii, attorno a me, così come ombre che non dovrebbero esserci. In un attimo, la luce si fa più intensa e da prima che era quasi seduta sul letto... adesso è sdraiata, per poi alzarsi di scatto con gli occhi spalancati. In pochi secondi e con il fiatone, zuppa di sudore, guarda lo specchio davanti a se. I bisbiglii aumentano d'intensità, diventando voci... le ombre aumentano... una figura oscura esce dallo specchio, per poi puntare qualcosa contro la ragazza. La sensazione che mi sembra di sentire è paura, ma non me ne sento sopraffatta ed è soltanto come un mero ricordo, lontano.
    Chi sei, tu? Che cosa-
    Le mie parole si interrompano, mentre il mio sguardo si posa sul volto della ragazza. La stanza era avvolta dalle ombre, ma quello che mi aveva attirato, di lei, era quello che era successo al suo occhio destro... un occhio che fino a poco prima era blu, come quello sinistro... adesso era di un color oro! Proprio come i miei! Qualcosa esce da ciò che quella figura puntava verso la ragazza. I suoi occhi diventano entrambi d'oro. Le voci diventano una cacofonia. Le ombre sono ovunque. Non riuscivo a staccare il mio sguardo da quella ragazza... una ragazza identica a me in tutto e per tutto, compresi, adesso, anche gli occhi! Poi, in un attimo... buio.
    Quella... ero io...
    Passò qualche secondo... troppo, per come era andato avanti fino ad ora. Mi guardai attorno. Buio... soltanto un'eterna notte si estendeva attorno a me. Non era come all'inizio... questa volta sentivo le mie parole, sentivo qualcosa sotto i miei piedi, sentivo il mio corpo... ricordavo quello che avevo visto e le sensazioni di quella ragazza, come se fossero state mia, ma senza riuscire a riprodurle. Stava succedendo qualcosa e quella ragazza senza nome non potevo che essere io... almeno, questa, è l'unica cosa plausibile, data la somiglianza perfetta e senza sbagli... inoltre, è come se avessi vissuto i suoi ricordi e per ragion di logica... sono anche i miei. Tutto questo, però, era veramente incredibile da essere vero... una cosa impossibile, direi io! Eppure, non c'era altra cosa da pensare. Il mio corpo si posa a terra, seduto, mentre la mano sinistra si porta a sorreggermi sul terreno e la destra, facendo attenzione agli artigli, si porta alla testa.
    Che cosa sta succedendo... che cos'è stato, tutto questo... io, non capisco... quella ragazza, ero davvero io? Allora... io...
    Alla fine, questa era l'unica domanda che mi sorgeva spontanea. L'avevo in mente fin dall'inizio, ma non volevo darmi retta, dicendomi che io ero io... ma adesso, tutto questo era cambiato...
    Chi sono?
    Io ero quella ragazza e quella ragazza ero io, a logica... allora, perché non ricordavo niente? Che cosa è successo a quella ragazza? Perché non riuscivo a parlare con nessuno? La mia unica domanda, ormai, era diventata: "Chi sono io?" Intanto, l'oscurità attorno a me non accennava a diminuire, lasciandomi in quello spazio infinito e soffocante, senza che io mi muovessi, a cercare una risposta alla mia domanda e che, probabilmente, non sarebbe mai arrivata.


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    L'Esistenza...
    Ogni essere cade nel mondo inesorabilmente vincolato.
    Maledizione e grazia dell'uomo è l'esistere, un incessante soffrire a causa di un mondo che non ci appartiene, ma allo stesso tempo una speranza, più forte di qualsiasi afflizione, di poter trovare il nostro posto in esso, di poter realizzare il profondo del nostro spirito.

    Ma la giovane che in quel giorno si presentava al cospetto del sogno era un Nessuno.
    Il suo petto è vuoto, la sua mente è confusa, incerta, il suo animo è illuso.
    L'esistenza gli era stata strappata dal petto insieme al suo cuore, lasciandola senza dolore e senza speranze, in una vacua parodia della vita.

    Il Deep Dive l'aveva accolta, e lei aveva compiuto il primo passo alla ricerca di se stessa.
    Scrutava ricordi sepolti nel suo profondo senza riconoscersi in essi, assisteva al triste spettacolo di un passato che non le apparteneva, muta e impotente come qualsiasi spettatore che passivo si intrattiene al teatro, non più ora che aveva perso il fondamento dell'esistenza.

    E in quella sterminata e infinita landa di oscurità che ora descriveva l'animo della fanciulla nulla avrebbe potuto rischiare la sua mente o il suo spirito. Solo lei poteva farlo, e la Voce sarebbe stata la sua guida.

    Nulla più di sostanziale risiede in te...
    Solo uno sbiadito ricordo ti sussurra flebili verità.


    Da ogni dove e da nessun luogo, come era solita fare, la Voce, l'essenza stessa di quell'onirico luogo, si pronunciò richiamando l'attenzione della fanciulla. Dovunque solo l'oscurità, ma una presenza persistente permeava il luogo di nuova attività.

    Il tuo è un destino infausto, Susumu.
    Ciò che prima eri oramai non conta, oramai ciò che eri è perso, mai potrai sperare di ritrovarlo.
    L'illusione di essere ancora il tuo vecchio io è un pensiero che va rimosso dalla tua mente.
    Sei divenuta in un non-essere, un individuo privo di un cuore.
    Potrai appellarti con un nome, ma ciò mai ti fornirà un'autentica identità
    .


    Diretta e fredda nell'esposizione, la Voce illustrava alla fanciulla il suo malinconico fato.
    Un grande potenziale si nascondeva all'interno di quel guscio vuoto, compito del signore del Deep Dive era di risvegliarlo. L'infinita guerra tra Luce e Oscurità scandaglia eternamente ovunque per trovare spiriti forti che potessero intraprendere la via del conflitto.
    Ma quella nuova presenza era una Nullità, la bilancia era in equilibrio sullo schieramento, solo la sua volontà avrebbe deciso la via che avrebbe seguito.
    Un processo graduale sarebbe stato il suo giudizio, processo che avrebbe avuto il suo principio nel recedere in se stessi da parte della fanciulla, la quale aveva bisogno di ritrovare se stessa.

    Parlami Susumu, parlami di te...
    Cosa ricordi? Chi sei veramente ora?

    Non avere fretta... La porta è ancora chiusa.


    Fu solo a quel punto che l'onnidirezionale eco si quietò, riportando quel luogo di oscurità alla pace perpetua che lo caratterizzava. Ora era il turno della fanciulla prendere la parola, il suo momento per specchiare il suo animo e comprendere se stessa.
    La Voce, paziente, avrebbe solo atteso la sua risoluzione.




    Bene, il tuo moderatore in questa quest sarò io.
    Per il momento ti viene concesso un post di approfondimento introspettivo per interpretare al meglio il tuo personaggio, quindi prenditi tutto il tempo necessario.
    Per dubbi e domande, puoi contattarmi tranquillamente in privato.
     
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    Quello che avevo visto era veramente impensabile. Che fossi veramente io... quella ragazza? Insomma... era identica a me, ma non vivevo con i suoi occhi! Però, sento le sue emozioni... almeno in parte, dato che non le sento sulla mia pelle, ma soltanto nella mia mente, nel ricordo. Quell'ultima parte, è stata una cosa che non saprei descrivere... una cosa che va oltre ogni comprensione. Una persona che compare dalle ombre... la luce che non riesce ad illuminare... delle voci che compaiono dal nulla e da ogni dove. Non so che cosa sia successo a quella ragazza -oppure a me, a questo punto- ma è qualcosa che va oltre la comprensione! Le immagini sembravano quelle della sua vita, nello stesso periodo... eppure ci sono stati così tanti cambiamenti! Se quella ero veramente io... perché non ricordavo niente di tutto quello, prima di vederlo? Perché non ricordo chi sono? Perché-
    Nulla più di sostanziale risiede in te...
    Solo uno sbiadito ricordo ti sussurra flebili verità.

    I miei occhi sbattono più volte, con un piccolo frizzare. Ero sdraiata e non più a sedere, nella posizione di prima. Era come se fossi svenuta, oppure addormentata. Non saprei dirlo con certezza, ma in ogni caso... quella voce mi aveva destata, risvegliata. Con movimenti veloci, mi rimetto in piedi, mentre sento gli artigli che scivolano su quel terreno completamente avvolto dall'oscurità, proprio come tutto il resto. Non producono alcun rumore. Non avevo sentito bene, da dove proveniva quella voce... era ovattata e soltanto l'ultima parte era più chiara. Inizio ad osservarmi attorno, cercando di sentire, ancora una volta, quella voce od un qualche altro rumore.
    Il tuo è un destino infausto, Susumu.
    La voce era comparsa ancora una volta. Non riuscivo a decifrare la sua presenza, mentre stava dicendo quelle parole... non capivo da dove provenisse! Sembrava provenire da ogni dove... oppure era all'interno della mia testa? Questo, però, si fece in secondo piano, nel momento in cui pronunciò quell'ultima parola... quel nome!
    Susumu? E' così che mi chiamo?
    Quella voce, però, era come se non mi dette ascolto. Le parole continuarono, senza fermarsi.
    Ciò che prima eri oramai non conta, oramai ciò che eri è perso, mai potrai sperare di ritrovarlo.
    L'illusione di essere ancora il tuo vecchio io è un pensiero che va rimosso dalla tua mente.
    Sei divenuta in un non-essere, un individuo privo di un cuore.
    Potrai appellarti con un nome, ma ciò mai ti fornirà un'autentica identità.

    Quella voce, fredda e diretta, mi stava parlando di cose praticamente senza senso... cose che non hanno alcuna connessione logica! Eppure... dopo tutto quello che ho visto... quelle parole, un tempo che sarebbero state pazze, in questo momento non mi sembrano, poi, così tanto inverosimili. Non mi aveva ignorata... o probabilmente è una coincidenza, la frase che ha detto subito dietro di me. Dalle sue parole, è come se io avessi perso la memoria e che non potrò più ritrovarla... il mio primo pensiero fu, proprio, il fatto di quelle immagini, ma la voce continua a distruggere quello che stavo pensando. Quello che credevo di essere, quella ragazza, è ormai come un'illusione e che non dovrei più neanche pensarci. Un essere senza un cuore, qualcuno senza un'identità. Le sue parole, per quanto strane, mi rispecchiano vere. Io ho visto quelle immagini... io ho visto quella che dovrei essere io... io ho sentito le sue sensazioni... ma al contempo, non ricordavo niente di tutto questo; non ero io a vivere nei suoi occhi; non provavo, realmente, delle emozioni!
    Se quello che questa voce dice è vero... allora come fa a conoscermi? Chi è che mi sta parlando?
    Il mio sguardo continua ad allungarsi attorno a me, cercando un punto di riferimento che sembra inesistente.
    Come puoi dirmi queste cose? Insomma... come puoi conoscermi, se neanch'io capisco chi sono?
    Una cosa, probabilmente, era certa. Quella voce proveniva o dalla mia testa, oppure da ogni dove. Probabilmente, anche se era vicino a me, non avrei potuto vedere il mio interlocutore... sarebbe stato inutile, quindi, cercare di, anche, soltanto chiedere di mostrarsi. Forse, però, ero io quella che non voleva che si mostrasse... un fatto di non fiducia, probabilmente... era proprio come era successo a quella ragazza che mi somigliava! Anche lei stava vivendo una situazione dove non voleva vedere qualcuno... che mi stesse succedendo la stessa cosa?
    Parlami Susumu, parlami di te...
    Cosa ricordi? Chi sei veramente ora?

    Io-
    Non avere fretta... La porta è ancora chiusa.
    Mi bloccai subito, alle sue parole. Fino a quel momento ero rimasta, in parte, distaccata da tutto quello... ma quando mi ha chiesto quelle cose, volevo liberarmi di tutte quelle cose accumulate fino ad ora. La voce aveva ragione... alla fine, se avessi parlato frettolosamente, senza pensare, non ci avrei cavato un ragno dal buco. Prendo un bel respiro ed incrocio le braccia, cercando un punto da cui iniziare. La voce non stava più parlando ed il silenzio era calato nuovamente, attorno a me. Iniziai a visionare quello che avevo visto prima... cercai di trovare un punto da cui iniziare, uno in cui continuare ed uno in cui finire. Alla fine, eccolo.
    Ricordo, soltanto, di essermi svegliata in una città... ho visto il mio aspetto in una vetrina di un negozio di cui non conosco il nome. Poco dopo, è comparsa una ragazza dagli strani capelli... già mi somigliava, ma più avanti si rivela essere uguale a me, nell'aspetto. Succedono varie cose, dove sembra essere felice, triste, arrabbiata... è con delle persone! Ci sono 2 figure importanti, oltre a lei: Kurz, un ragazzo e Sayo, una ragazza. Non conosco il nome di questa che mi somiglia, ma dopo varie cose, alla fine, viene come colpita da qualcosa, proveniente da un oggetto di una persona comparsa dalle ombre... dopo di questo, ricordo soltanto i suoi stati d'animo, come si sentiva... ma non sulla mia pelle... è strettamente connesso alla mia mente... al ricordo!
    Questo era un piccolo riassunto di quello che ricordavo. Alla fine, era tutto legato a questa ragazza, senza alcuna variazione... non c'era parte in cui non fosse presente.
    Io, però, non vivevo nei suoi occhi, ma ero esterna... come un fantasma... eppure è come se, io, fossi quella ragazza!
    Mi ritrovai seduta a terra, dove prima ero in piedi. Mi era successo ancora una volta... proprio come prima, non mi ero accorta del mio cambio di posizione. Era successo, in entrambi i casi, quando ho iniziato a ripensare a quelle immagini... a quelle che dovevano essere i miei ricordi. Forse, era come se mi perdessi nella mia mente ed il mio corpo andasse per conto suo, non reggendosi più per conto suo... momenti in cui la mente si stacca da tutto il resto. Rimango li, a sedere, mettendomi soltanto più composta.
    E per rispondere a chi sono io adesso...
    Mi dilungo un'attimo nel pensarci, guardandomi le mani, con la fronte un po' aggrottata. Alla fine, dopo tutto quello, non sapevo ancora chi fossi realmente... ero quella ragazza? Ero, per assurdo, il suo spirito, senza alcun ricordo? Oppure ero semplicemente pazza e mi stavo immaginando tutto questo?
    Io... non ne ho idea. Non so chi sono io, adesso... avevo pensato di essere quella ragazza e sembra essere la cosa più plausibile, anche se ci sono, ancora, delle cose contro. Non so neanche se con Susumu ti riferivi a me e se quello è il mio nome... l'unica cosa certa, è che le tue parole mi sembrano rispecchiare quello che mi sta succedendo... almeno per assurdo! Io mi sto identificando in quella ragazza, ma non so, realmente, se sono io. Inoltre, non riesco a concepire la parte dell'essere "senza cuore". E per il nome... bé... molte persone si chiamano nello stesso modo, ma non sono certo la stessa persona!
    Soltanto adesso, però, mi sovvenne quello che aveva detto all'ultimo... "La porta è ancora chiusa." Di che porta stava parlando? Forse ero stata portata li dentro da qualcuno? Oppure è soltanto un modo per indicare la verità? In quest'oscurità ed in questo momento, non saprei proprio che cosa poter dire e la risposta a questa domanda era soltanto legata a quella voce... senza, non credo che riuscirei a scoprirla.
    Vorrei... chiederti una cosa...
    Era il momento di chiedere quella cosa che mi aveva presa fin dalla fine di quelle immagini...
    Sono io, la ragazza di quei ricordi? O meglio... ero io, quella ragazza?
    Non sapevo se la voce mi avrebbe risposto... non sapevo, neanche, come l'avrebbe presa! Eppure, dovevo tentare. Ci sono così tante cose, ancora, nell'ombra... se non potevo avere tutte le risposte a quelle domande, allora mi sarei accontentata di sapere se quella ragazza ero io! Se tra tutte quelle cose ne potevo conoscere soltanto una... volevo sapere, veramente, se ero quella ragazza. Sapendolo avrei avuto un passato... avrei avuto una memoria mia... un qualcosa a cui aggrapparmi per riuscire a scoprire il perché di tutto questo... probabilmente successo per colpa di quella figura nell'ombra.


    Edit: Corretto errorino grammaticale


    Edited by Susumu~ - 20/8/2013, 05:01
     
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    Proseguire


    E la fanciulla parlò, sfogò per intero il turbamento del profondo.
    Nella nuova forma che la volontà, salda tanto da non accettare il fato, le aveva concesso, esponeva alla Voce l'afflizione del suo smarrimento, la sua totale mancanza di un appoggio per la stabilità del suo animo. Disperata, cercava una certezza, un senso, una logica per quel nuovo aspetto, per quel vuoto interiore.
    Senza più un cuore, senza più un'esistenza, senza più un ricordo, ogni cosa le era stata strappata, ed ora a null'altro poteva ambire se non di trovare una interiore stabilità di fronte a quel vuoto apparire, una sicurezza in quel buio passato e buio avvenire.
    Un punto da cui ripartire

    Il Deep Dive era il Sogno, l'antonomasia delle oniriche dimensioni, l'ideale dei luoghi interiori dove prende forma il profondo e il nascosto dell'uomo.
    Attraverso il suo potere, unico nel suo genere, la fanciulla scandagliava vuota e confusa quel flusso di vacuità che erano i suoi ricordi di una vita passata, cercando una risposta ad un quesito senza fondamento, cercando un appiglio di speranza in una distesa di nulla.

    ...Luce o Oscurità...
    Senza un cuore, la scelta è indeterminativa per ogni essere.
    Tali sono le caratteristiche dell'esistenza, e alcun senso possono fornire ai Nessuno, guerrieri senza un pulpito che possa generare le tenebre o il chiarore.
    La fanciulla chiedeva ora chi fosse, se i suoi ricordi le appartenessero,
    se lo specchio del suo animo senza cuore la rappresentasse.

    Sono io, la ragazza di quei ricordi? O meglio... ero io, quella ragazza?

    Futile.
    Chiunque può voltare lo sguardo indietro al passato e percorrere la lunga via dell'esistenza seguendo lo stesso percorso già attraversato, ma la giovane era un Nessuno.
    Vi era uno squarcio invalicabile fra il suo vissuto e l'avvenire, la strada che aveva già percorso alcun senso avrebbe potuto dare alla sua esistenza.
    Il passato per un Nessun è solo un soggetto osservabile da lontano, un disio distante e inarrivabile, fonte di nostalgia e di dolorosa malinconia. Atti indicibili furono commessi per la futile speranza di poter sfuggire a questo orribile fato di non-esistenza, ma non era compito della Voce, la più neutrale delle essenze, dar opinioni di sorta sulle opere.

    Cerchi così disperata un ricordo per cui vivere.
    A cosa servirebbe potersi rispecchiare in un vissuto se questo non ci appartiene più?
    Se proprio vuoi un volto in cui rispecchiare il tuo animo, una base su cui appoggiarti, prendi la figura della fanciulla di quei ricordi come riflesso passato del tuo presente.
    Ma quella vita non ti appartiene più, tu sei rinata.
    .


    Rinata come un essere vuoto, senza alcuna ragion d'esistere, senza motivo alcuno che la spingesse a lottare, con l'unico, triste fato, di dover rimuginare i bei giorni del passato, lieti o dolorosi che siano stati, e rimpiangere un futuro che mai diverrà.
    Ogni fato è preferibile alla non-esistenza, al nonsenso totale, alla vacuità dell'essere.
    Eppure, nell'eterna lotta tra la Luce e l'Oscurità, anche le Nullità hanno trovato il loro ruolo, ruolo più determinante di quanto mai si potesse prospettare per tali esseri.
    Il desiderio di esistere ancora aveva smosso questa nuova forza, una nuova fazione nel mezzo del scontro, ma comunque determinante in questa infinita guerra.
    Era per questo che la Voce l'aveva incontrata, affinché la fanciulla trovasse il suo ruolo, affinché accettasse la sua nuova forma, affinché prendesse parte a quel conflitto.
    Era morto ora il tempo per guardare al passato, sorgeva ora il sole che illuminava la via che le avrebbe permesso di proseguire oltre la rinascita.

    Puoi ricordare il tuo passato con nostalgia, rimuginare sugli eventi di una vita passata per sempre...
    Oppure, puoi intraprendere una nuova via, una nuova strada incerta sul percorso e sulla destinazione, ma pur sempre una via da seguire nel deserto della tua non-esistenza.
    Dovrai combattere, dovrai lottare, dovrai affrontare un angusto destino che forse non ti ricompenserà... ma è l'unico modo per te di trovare un senso alla tua nuova forma d'essere.
    E forse, se il fato lo vorrà, ritornerai ad essere la fanciulla dei tuoi ricordi un giorno.


    Riprese l'eco dopo alcuni attimi di pausa.
    Dopo aver rimosso ogni illusione dallo spirito della giovane ora si apprestava a dar inizio al Giudizio, il ruolo per cui il Deep Dive era stato creato e per il quale era eterno come lo era il conflitto tra i due schieramenti.
    La volontà della fanciulla era senz'altro forte, tanto da superare la morte e rinascere come Nullità, ma molti si erano presentati alle sue porte per poi fallire miseramente, troppi affinché la Voce potesse sospendere la sua analisi.


    Se pronta per tutto questo?
    Sei un grado di proseguire?


    E il risuonare, esattamente come all'improvviso si manifestava dal nulla, nel nulla scomparve senza preavviso, lasciando di nuovo nel silenzio il sogno informe della fanciulla.
    Ora attendeva di nuovo che lei rispondesse, e questa volta attendeva la risoluzione del suo spirito, una presa di coscienza che avrebbe determinato il suo nuovo agire per sempre.
    Sarebbe stata in grado di affrontare tutto ciò?
    Era degna di prendere parte al conflitto eterno di Luce e Oscurità?


     
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    "Io temo me stesso, ma non gli altri e questo mi permette di continuare a fare quella domanda a chi riesce a parlarmi; a chi ha il sentimento di avvicinarsi a me: una creatura di luce nera."

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    Le mie parole si diffondono in quell'oscurità, infinita... almeno apparentemente. Attendo una risposta da parte di quella voce, oppure un qualsiasi altro segno od accadimento che possa esserci. Non nutro grandi speranze, nell'ottenere la risposta... in realtà, non ne ho alcuna. Una situazione come quella... una situazione così surreale... eppure non riesco a sentire niente se non parole, sensazioni e poco più. Non sento niente, provenire dal mio petto... non sento niente provenire dalla mia anima... non sento alcun bisogno, nessuna emozione, nessuna tensione! E' come se, tutto questo, fosse bloccato ed impossibilitato ad uscire dal mio corpo od anche soltanto raggiungerlo.
    Cerchi così disperata un ricordo per cui vivere.
    A cosa servirebbe potersi rispecchiare in un vissuto se questo non ci appartiene più?
    Se proprio vuoi un volto in cui rispecchiare il tuo animo, una base su cui appoggiarti, prendi la figura della fanciulla di quei ricordi come riflesso passato del tuo presente.
    Ma quella vita non ti appartiene più, tu sei rinata.

    La voce aveva parlato ancora una volta e questa volta aveva risposto a ciò che avevo chiesto. Quella ragazza che mi somigliava... quella ragazza che io avevo ipotizzato, surrealmente, essere io... la stessa persona che ero io... con quelle parole, la voce confermò. Quella ero io, un tempo... una ragazza che aveva tutto quello e che lo ha perso in un attimo... che ha dovuto subire quelle cose... che ha terminato, molto probabilmente, con quel tizio. La stessa persona che, adesso, la voce ripeteva di non continuare a seguire e di distaccarmi da questa, dato che non mi appartiene più.
    Puoi ricordare il tuo passato con nostalgia, rimuginare sugli eventi di una vita passata per sempre...
    Oppure, puoi intraprendere una nuova via, una nuova strada incerta sul percorso e sulla destinazione, ma pur sempre una via da seguire nel deserto della tua non-esistenza.
    Dovrai combattere, dovrai lottare, dovrai affrontare un angusto destino che forse non ti ricompenserà... ma è l'unico modo per te di trovare un senso alla tua nuova forma d'essere.
    E forse, se il fato lo vorrà, ritornerai ad essere la fanciulla dei tuoi ricordi un giorno.

    La voce continua, poco dopo, continuando con il suo discorso. Quello che la voce mi stava mettendo davanti era una scelta: continuare ad essere ancorata a quelle immagini e perdermi in esse... oppure continuare e lottare per questo destino che mi è capitato... anche se, probabilmente, non servirà a niente. Che cosa serviva, direte voi, andare contro il destino per cercare di trovare un nuovo senso? e' quello che mi sono chiesta anch'io subito, ma nel sentire che se gli eventi, il fato, vorrà... potrò tornare quella ragazza di un tempo... colei che vedo in quei ricordi, in quelle immagini.
    Tornare... come un tempo?
    Quelle parole non mi avevano scatenato niente, dentro... soltanto nuovi pensieri su cui rimuginare... niente di più, niente di meno. Le mie parole si persero nell'ombra, mentre continuavo a pensare alle parole di quella voce.
    Perdersi nei ricordi, oppure lasciarli a loro stessi e cercare una nuova strada... per poi avere la possibilità di perdere questa e tornare ai primi?
    Mi alzo da terra. Riflessioni dette a voce: niente di più, niente di meno. Ormai non mi perdo più, neanche, a guardarmi attorno... non avrei visto niente se non buio.
    Rimanere come delle bambole senza vita a contemplare quello che è stato... oppure combattere per cercare di ottenere una vita che, ormai, non ha più niente da vivere... cavolo...
    Quella situazione era paradossale... dovevo decidere se combattere e tentare di tornare qualcuno senza, ormai, più niente: qualcuno che ha perso tutto e che, probabilmente, morirà non molto dopo per il dolore... oppure stare senza fare niente, così, continuando a guardare quelle immagini senza che ne venga coinvolta. Probabilmente, c'è anche una 3° strada: continuare a combattere... ad andare avanti e non tornare mai a quella che ero un tempo, continuando a ricercare una risposta per quello che è successo... un nuovo motivo per vivere, un nuovo motivo per continuare ad andare avanti! Ma più che ci pensavo e più non riuscivo a non sentire niente. Non riuscivo a sentire niente, se non un'eterna piatta. Il mio corpo non era interessato a niente di tutto questo... ero spinta dalla mia testa! La mia testa mi diceva di cercare il perché di tutto questo... perché è successo; cosa sta succedendo; davvero mi interessa; perché parlo, sembra, da sola... ormai era una caccia alla risposta a più e più domande, senza avere interesse in queste. Se fossi riuscita ad ottenerle, tanto di guadagnato! Se non ci riuscivo, invece... non importava e sarebbe potuto capitare più in la.
    Se pronta per tutto questo?
    Sei un grado di proseguire?

    La voce si presentò ancora una volta, dal nulla, interrompendo il mio filo e riportandomi alla "realtà". Non potevo neanche definirla tale, ormai, dato tutto quello che sta accadendo.
    Io non sento niente... fino ad ora sono stata spinta per cercare delle risposte alle domande...
    Ormai, era arrivato il mio turno. La voce stava dandomi il via libera.
    Io pronta? Non lo so... posso proseguire? Non so neanche questo... l'unica cosa che so è che io tenterò di farlo... io voglio ottenere risposte alle mie domande e non vedo il motivo di starmene a guardare quelle immagini, ormai, che non so neanche quando sono avvenute. Certo... non lo vedo neanche per muovermi, in realtà... ma sempre meglio di starsene in questo luogo, probabilmente! Tornare quella di un tempo? Quella ragazza, ormai, non ha più niente ed era già morta dentro... non vedo il perché di diventare, oppure tornare, così! Che cosa farò adesso? Proseguire! E' come se tutto questo non mi provocasse niente e voglio cercare una risposta anche a questo... quella ragazza ero io? Esatto, ero... ora non lo sono più giusto? Che stia, pure, dove si trova! Il mio passato? Immagini! Il mio nome? Non lo è più... ormai, quello, non è più il mio nome...
    Un veloce sguardo alla mano destra, alzata, per poi riabbassarla.
    Se qualcuno vorrà chiamarmi in qualche modo, potrà farlo sempre, appellandosi a me, con Susumu! Questo, però, non starà per il nome... questo starà per il suo significato! Proseguire! E' questo che io farò... continuerò a proseguire... continuerò a cercare risposte alle mie domande! Risposte che potrebbero non arrivare, risposte che potrebbero arrivare, risposte vere, risposte false... ognuna sarà una risposta ed una risposta porterà ad una nuova domanda... perché farlo? Perché cercare una risposta ad una domanda, con possibilità di crearne altre? Perché non vedo altre maniere per uscire da questa situazione... più risposte avrò, più capirò che cosa succede... più capisco, più saprò come comportarmi... e se non ci saranno vie d'uscita, continuerò ad accumulare risposte su risposte! Ormai... è tutto quello che mi rimane!
    Inizio a camminare in avanti, senza preoccuparmi se ci fosse un baratro, oppure un muro... se rimanevo ferma in quel punto, non avrei potuto fare altro che rimuginare e perdermi nelle parole.
    Se, come dici te, non sono più qualcuno... se devo lasciare tutto alle spalle, cercando un qualche tipo di forma per esistere... la mia decisione è questa: trovare risposte! La ricerca di risposte su quello che è accaduto e che sta accadendo... sarà la mia strada ed io continuerò a percorrerla! Non importa cosa servirà per ottenere risposte...
    La mia mente dettava queste cose... il mio corpo si muoveva, nient'altro. Parole dettate dalla logica e che si rifacevano alle parole di quella voce... un corpo che si muoveva seguendo la mente, senza alcuna volontà propria se non quella della mente.
    Io sono pronta.
     
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    Accettazione


    Un lungo, impassibile monologo si propagò nel luogo del sogno, parole decise fluivano incerte ma risolute dalla bocca della Nullità, deliziando le aspettative del signore del Deep Dive.
    Non era raro veder cadere un Nessuno, osservarlo versare lacrime spoglie di dolore sui giorni di un passato oramai dimenticato per infine rialzarsi e combattere per un cuore oramai perduto.
    I Nessuno non esistono veramente, aggrappano il loro non-essere alla rievocazione di un tempo trascorso, creando la vacua illusione di sussistere come realtà.
    Il ricordo li strugge. Senza di esso perderebbero l'ultimo frammento di una remota umanità, senza di esso non sarebbero altro che involucri vuoti senza più nulla per cui vivere.
    Forse è proprio questo l'unico possibile senso di vita di ogni Nullità, l'unico fato a cui ogni essere senza cuore è destinato: lottare per esistere nuovamente.
    La fanciulla aveva accettato questo fato, questo vuoto essere, aveva accettato per sempre il suo nuovo nome. La sua accettazione segnava l'inizio del suo nuovo percorrere la vita.

    Ma ciò non riguardava affatto il signore del Deep Dive, il quale aveva già svolto il suo dovere.
    La volontà della ragazza era forte come aveva sperato, la sua determinazione andava ben oltre il dubbio del suo essere e ben oltre l'incertezza sul suo fato.
    Avrebbe combattuto, non poteva fare altro, avrebbe cercato, e si sarebbe spinta ovunque e sulla soglia di ogni angustia pur di trovare delle risposte a quei irrisolvibili quesiti.

    Io sono pronta.

    Alla Voce ciò bastava, aveva letto nel suo animo e ascoltato la sua risoluzione.
    Ma non sempre le parole trovano riscontro nei fatti, anche con una incrollabile solerzia.
    Si può essere determinati in apparenza, anche ingannando se stessi, ma solo chi persiste nel suo essere anche di fronte alle schiaccianti avversità di quel cammino si può definire degno.
    Per questo motivo i Giudici, impassibili ed eterni, attendevano nell'onirico luogo.

    Che dolce zuccherino il fato ha trascinato qui oggi.

    Affermò una voce femminile, questa volta non un distaccato eco proveniente da ogni dove, ma una voce calda, sensuale, e sopratutto vicina, molto vicina alla sue spalle.
    Archaya si passò maliziosamente la lingua sulle labbra, mentre con l'indice arricciolava i capelli corvini della fanciulla. La stava già stringendo alla vita con l'altra mano, accarezzando dolcemente le sue forme, scorrendo da un punto all'altro.
    Era da tempo che il Deep Dive non ospitava una ragazza così graziosa, e ciò compiaceva immensamente il Giudice. Amava la bellezza femminile, infinitamente migliore di quella maschile,
    ma oltre a ciò la deliziava sapere di rimanere comunque la più seducente tra le due.

    Che tristezza i Nessuno.
    Essere attratti, perdere la testa, ma non provare piacere emotivo.
    Mi piacerebbe molto poter rimediare.


    Proseguì maliziosa con un morsetto al collo della ragazza, seguito poi da un altro alla base, poi sulla spalla, e successivamente altri in diversi punti.
    Avrebbe voluto continuare, ma a breve la Voce avrebbe ricordato alla rossa il suo dovere.
    Odiava interrompersi proprio sul più bello, specialmente di fronte ad una perla così rara, ma purtroppo era lì con un compito preciso, senza distrazioni permesse.
    Lasciò la presa con delicatezza e iniziò a camminare sinuosamente di fronte alla fanciulla, portandosi ad alcuni metri di distanza.
    Si voltò lentamente, lasciando la ragazza ad ammirare il suo appariscente portamento mentre estraeva le lame dal fodero per la battaglia.


    Temo purtroppo dovremo rinviare.
    In ogni caso, il mio nome è Archaya, e a me è stato rimesso il tuo giudizio.
    Mostrami ciò di cui sei capace, anche se è un peccato dover rovinare un così bel visino.


    Detto ciò, il Giudice fece roteare entrambe le spade nei palmi e le volteggiò con destrezza in aria senza il minimo pensiero, mostrando la sua enorme padronanza con tali armi.
    Assunse quindi una posizione di guardia in attesa che la giovane Nessuno agisse.
    Il Giudizio, la prova più dura. Ne sarebbe stata all'altezza la fragilità di quell'animo perduto?






    l3h


    StatusFisico: ottimale

    StatusPsicologico: Salda, concentrata e pronta.

    Equipaggiamento:
    Di tutto il suo precedente armamentario, che prevedeva ogni tipo di arma leggera, dai kunai alle lame nascoste nelle polsiere e legate da cinghie a braccia e cosce , Archaya ha tenuto solo le sue due daghe gemelle e uno stiletto nascosto nella lunga polsiera sulla dritta.

    Sinister Blade: Si tratta di una lama celata, nascosta nella polsiera destra: è un pugnale lungo all’incirca trenta centimetri, dalle finiture del taglio in diamante, pertanto è un’arma bianca impossibile da incrinare. L’impugnatura è lunga all’incirca dieci centimetri, nera esattamente come la lama in maniera che si confonda perfettamente con il colore della polsiera e che sia impossibile capire cosa si cela sotto il metallo lucido dell’accessorio.

    Gale e Emery: Si tratta di una coppia di armi bianche perfettamente identiche, dalla manicatura in metallo piatta e lunga all’incirca dieci centimetri, larga poco meno della lama stessa. La guardia è dritta e fasciata di stoffa per evitare alla stessa assassina di ferirsi nell’utilizzo, permettendole anche una migliore stretta sull’impugnatura, anch'essa coperta. La lama, ovviamente a doppio taglio, lunga cinquanta centimetri, presenta una venatura istoriata di pietra silice, di un colore lievemente più scuro rispetto al taglio, seghettato in alcuni punti per l’usura. Archaya stessa provvede alla massima efficacia delle sue armi, verificando ogni volta possibile che esse siano perfettamente taglienti, affilandole personalmente usando pietre diamantate che le permettono l’eccellenza nell’affondo. Trattandosi di lame curve, la loro forza non sta tanto nella violenza quanto nella precisione del guerriero. In questo caso, l’ex assassina, grazie alla sua maturata esperienza, è in grado di colpire accuratamente e sfruttare al massimo le peculiarità delle sue due daghe con cui, generalmente, non colpisce di punta ma fende direttamente di taglio, cercando quindi non l’ingente quantità di danni ma l’immediata eliminazione del nemico e la ferita profonda.


    BaseVerde P.Q. A&OTotale
    Corpo55±0+0±055
    Essenza35±25+0±060
    Mente60±0+10±070
    Velocità60±30+0±090
    Destrezza45±25+0±070
    Concentrazione45±20+0±065



    ABILITÁ


    --------------------------------------------



    Plan E: Existence
    In quanto Giudice del Deep Dive, Archaya conosce presente e passato dell’avversario che ha di fronte. Tale sapere e conoscenza le permettono di instaurare una relazione di simil-complicità con l’esaminando, assicurandole l’effetto sorpresa portando il dialogo o la provocazione su un argomento o un evento del suo background. Al contrario delle prerogative della Voce, divinità indiscussa del mondo onirico, la rossa ovviamente non può conoscere niente del carattere e di ciò che sta pensando il suo avversario. (Passiva Inferiore)


    Plan T: Taunt
    La bellezza è un dei tanti fattori che, fondamentalmente, rendono Archaya difficile da digerire al primo impatto. La voce calda e sensuale, le curve morbide del suo corpo e le movenze accattivanti sono in grado di scatenare nell’avversario, sia esso uomo o donna, vecchio o bambino, un forte senso di attrazione fisica che costringerà chi le sta intorno a chiedersi se sia davvero necessario attaccare rischiando magari di rovinare un così bel corpo. In un certo senso, la figura della rossa instillerà una punta di desiderio carnale, invitando (ovviamente non costringendo) il nemico a mettere al secondo posto un eventuale desiderio di scontro e battaglia dando così la precedenza agli appetiti fisici: le labbra, talmente perfette da sembrare disegnate, reclameranno baci e la pelle cerulea invoglierà chiunque a sfiorare il corpo di Archaya. Ovviamente l’influenza della tecnica sull’avversario dovrà essere coerente con il suo carattere e il suo modo d’essere. (Passiva Psionica Normale)

    Plan S: Silence
    Archaya era un’assassina. Nessuno potrà mai dubitare di ciò. È praticamente (e relativamente) impossibile accorgersi del suo arrivo, a meno che lei non voglia rendere manifesta la sua presenza. Quando corre, cammina, si sposta il suo corpo non emette alcun rumore: nessun fruscio delle vesti, nessun suono proviene dai suoi passi, malgrado abbia ai piedi stivali con i tacchi; è inudibile addirittura il tintinnio metallico delle sue armi, delle cerniere e delle placche protettive. Le foglie secche non scricchiolano sotto i suoi piedi, il ghiaccio non si crepa, non si inclina e non mugola sotto il suo peso. Leggera come una piuma, silenziosa e dal passo felpato come un gatto. (Passiva Normale)

    Plan F: Feeling
    In quanto assassina, Archaya ha sviluppato anche una certa forma di preveggenza e di sesto senso, dovuto anche al parametro concentrazione, che le permette di accorgersi da quale direzione arrivino gli attacchi, in qualsiasi condizione, che brilli il sole o sia calata la notte, che l’avversario sia silenzioso alle sue spalle o manifesto di fronte a lei. Ciò vale in realtà per qualsiasi tipo di evento, si tratti esso di una tecnica, di un’abilità o anche di qualcosa non inerente al combattimento per pura continuità narrativa, fornendo quindi ad Archaya una visione di insieme: tale capacità sarà limitata ad una circonferenza di sette metri di raggio intorno alla giovane., fuori dalla quale le percezioni saranno quelle di un comune essere umano. (Passiva Normale)

     
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    "Io temo me stesso, ma non gli altri e questo mi permette di continuare a fare quella domanda a chi riesce a parlarmi; a chi ha il sentimento di avvicinarsi a me: una creatura di luce nera."

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    Che dolce zuccherino il fato ha trascinato qui oggi.
    Subito dopo le mie parole, altre susseguono. Questa volta, non è la voce di prima, ma una femminile e con una provenienza ben definita: le mie spalle! Una voce calda e sensuale, molto vicina. Non faccio in tempo a girarmi, che qualcosa inizia a scorrere tra i miei capelli, accarezzandoli. Una mano, arriva al mio fianco, scorrendo ed accarezzando il mio corpo.
    Che tristezza i Nessuno.
    Essere attratti, perdere la testa, ma non provare piacere emotivo.
    Mi piacerebbe molto poter rimediare.

    La sua testa comparve nella mia visuale, intravedendola con la coda dell'occhio. Dei capelli rossi scendono giù dalla mia spalla, mentre sento la sua pelle sul mio collo ed un piccolo morsetto, seguito da altri. Tutto questo era simile a quello che era successo in quel ricordo, con quella ragazza... ma era diverso, adesso. Il mio corpo mi diceva una cosa, il ricordo un'altra... la mia mente, non diceva niente! Fino ad adesso, era stata sempre distaccata ed anche in questo momento lo è.
    Chi sei, tu?
    La mia voce continua ad essere neutra, senza alcuna alterazione od emozione... una voce piatta. Subito dopo, la ragazza si toglie da me, allontanando il viso ed arrivandomi davanti, iniziando a camminare più in la. Non produce alcun suono, mentre fa ciò... cosa che non posso dire lo stesso dei miei passi di poco prima, che si potevano sentire. Probabilmente, è stato grazie a questo che è riuscita ad arrivarmi alle spalle senza che io me ne accorgessi!
    Ti ripeto... chi sei, tu?
    Questa volta, la ragazza si ferma, per poi voltarsi verso di me. Una ragazza molto bella, ma che non suscita niente, in me... ormai, però, dovrei aver capito che non è possibile che io possa provare qualcosa, a detta delle parole di quella voce sconosciuta.
    Temo purtroppo dovremo rinviare.
    In ogni caso, il mio nome è Archaya, e a me è stato rimesso il tuo giudizio.

    Rinviare?
    Mostrami ciò di cui sei capace, anche se è un peccato dover rovinare un così bel visino.
    Bé... in ogni caso, mi ha risposto su chi fosse... più o meno. Anche se non credo che otterrò ulteriori risposte, dato che fa volteggiare 2 spade nelle mani, per poi mettersi in una posizione di guardia.
    Il mio... giudizio?
    Era questo che voleva quella voce? Da come si stavano svolgendo le cose, a quanto pare, dovevo combattere con questa ragazza. Il problema, però, è uno solo: non so niente di combattimento! Almeno, non adesso... forse, in precedenza, sapevo combattere, ma adesso...
    Fino ad adesso, niente è stato rinviato, qua... quella voce attendeva soltanto le mie parole, probabilmente, per far comparire questa ragazza... ed adesso, non posso tirarmi indietro.
    A quanto pare non ho scelta, è? E pensare che si potrebbe risolvere, tutto, con una bella chiacchierata...
    I miei occhi si bloccano sulla ragazza, mentre le braccia si alzano davanti a me, messe in posizione per poter combattere. Le gambe si piegano, con la destra avanti e la sinistra indietro.
    Sai... non so praticamente niente di tutto questo, ma ormai sono qua e non posso certo tirarmi indietro... certo: avrei preferito una chiacchierata, ma a quanto pare, non è possibile. Cavolo...
    Le gambe premono sul terreno, per poi scattare verso la ragazza. Ci separa qualche metro di distanza, cosa che verrà annullata in pochissimo. Non sapevo come combattere... od almeno, non ne avevo il ricordo. Non potevo far altro che affidarmi all'istinto e la va, o la spacca! Il mio braccio destro si muove verso il basso, mentre il sinistro all'indietro. Nello stesso momento, sento qualcosa dal mio corpo, come se ci fosse un qualcosa che mi stesse risucchiando via qualcosa. Non importa cosa fosse... forse è una reazione, normale, del corpo quando combatte... una qualche sostanza, come l'adrenalina, rilasciata per qualche scopo specifico. In ogni caso, arrivata a portata dal mio avversario, il mio corpo si inclina verso destra, cadendo velocemente e poggiando sulla mano destra, con il braccio piegato, facendo girare il corpo. In questo modo, quindi, porto la gamba sinistra a girare, insieme al corpo, così da tentare di colpirla alla gamba sinistra... od entrambe, se tutto va bene.. Non ci speravo molto, dato che aveva delle spade ed io non sapevo neanche quell oche facevo... ma che altro potevo fare? Non saprei che cosa potrei farci, con dei guanti armati, contro 2 spade! La cosa strana, è la mia gamba... sembra che si sia un po' allungata, per giungere dalla ragazza... ma, probabilmente, è una mia impressione!!


    CITAZIONE

    Susumu



    Status Fisico: Illeso
    Status Psicologico: Illeso

    Energia rimasta: 84%
    Consumi: Basso-8% | Medio-16% | Alto-32% | Critico-64%

    Passive:

    - Rompiforma
    Il corpo di Susumu è quello dei Nessuno... le sue ossa, aticolazioni e pelle sono più flessibili e malleabili di quelle delle persone. Questo è un tratto comune a tutti i Nessuno, che non sono altro che il corpo vuoto di quello che era un tempo. Questi corpi, quindi, si sono adattati, in qualche modo, assumendo questa caratteristica. Questo permette a Susumu di muoversi fuori da alcuni schemi ed eseguire alcuni movimenti altrimenti impossibili. Potrebbe piegare, quindi, la schiena all'indietro senza alcun problema, portarsi le gambe dietro il collo... insomma: una vera e propria contorsionista! Anche se ha una piccola aggiunta... una cosa che un contorsionista non può fare, infatti, è quella di poter allungare, anche se di poco, la struttura ossea, in modo da raggiungere meglio un qualche tipo di obbiettivo... oppure ridurla per passare da dei passaggi un po' più stretti! Tutto questo, inoltre, è farcito con una naturale e più che normale resistenza agli impatti fisici, quali pugni, martelli, bastoni... tutto quello che possa provocare un danno da urto, insomma, sarà meno efficace sul suo corpo, se non abbastanza forte! Inoltre, è praticamente impossibile rompere le ossa, dato che sono più elastiche.
    Passiva Inferiore.


    - Apatia Mentale
    Susumu, essendo un Nessuno, non può provare emozioni. Questo è dato dal fatto che le manca il cuore ed è soltanto il guscio vuoto di quello che era un tempo. Questo, però, non vuol dire che non può ricordare come siano... le è possibile, ricordare, tramite i pochi ricordi rimasti della sua vita. Anche se può sembrare una cosa negativa, ha anche un lato positivo. La sua mente, infatti, è più chiusa e meno soggetta ad essere controllata (Difesa da influenze illusorie di Livello Basso o Passivo (fino a normale) ed una riduzione dei livelli più alti, anche se in maniera più superficiale e legata, anche, alle statistiche). Il fatto che non possa provare emozioni, inoltre, la rende fredda e distaccata da quello che accade solitamente... anche se può ricordare! Quest'ultima cosa, infatti, non influisce ben poco e potrebbe spingerla a fare qualcosa per cercare di recuperare quello che ha perso...
    Passiva Normale.


    - Intuito Superiore
    Susumu ha una grande intelligenza... cosa molto nota tra i Nessuno! Sembra, infatti, che questi, in versione umana, abbiano uno spiccato senso dell'intelligenza, al contrario dei loro "fratelli" Heartless. Questo porta ad avere una finezza intellettuale e capacità strategiche che consentono un controllo su alcune situazioni che non sarebbero gestite, oppure notate, da altri esseri comuni. In termini di gioco, quindi, Susumu ha la possibilità di intuire il significato nascosto di eventi&affini, anche se non in maniera esplicita o definita, rimanendo ad un punto relativamente auto-conclusivo. Naturalmente si rimanda alla Lealtà, contando anche la storia e la formazione del PG.
    Passiva Inferiore


    Attive:

    - Assalto mentale
    Il personaggio provoca un disturbo nella mente dell'avversario, al fine di deconcentrarlo.

    La tecnica ha natura Psionica, ed agisce attraverso l'elemento Nulla. Viene attivata dal caster in maniera totalmente libera, in seguito a gesti che saranno a sua totale discrezione, purché egli mantenga con il proprio bersaglio un contatto visivo. Per effetto di tale disturbo mentale, la vittima si sentirà stordita e confusa per alcuni istanti, perdendo totalmente o in parte la capacità di concentrarsi e, conseguentemente, di sfruttare al massimo le proprie tecniche, le proprie capacità fisiche e le proprie capacità di ragionamento. La tecnica provoca una danno alla mente che, se incassato ripetutamente può provocare danni più o meno gravi alla stessa.
    Costo: Medio


    Riassunto: Dopo i vari dialoghi e movimenti iniziali, Susumu si convince che non c'è, a quanto pare, altra soluzione se non combattere. Questo per il fatto che la ragazza ha già iniziato ad impugnare 2 spade e mettersi in posizione per combattere. Dopo uno scatto, quindi, utilizza Assalto mentale in modo inconscio, con dei movimenti delle braccia. Il suo attacco, quindi, è quello di, mentre è in scatto e vicina al giudice, di piegarsi verso destra, cadendo e poggiandosi sul braccio analogo, per poi far ruotare il corpo e tendendo la gamba, per cercare di colpire l'avversario alle gambe. Inoltre, la gamba si allunga un po', per la sua natura di Nessuno.

    Note: E diamo inizio al primo combattimento di Susumu °^° Accetto qualsiasi correzione... anzi: la esigo!!! xDDD
     
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    Falso Scherno


    Una strana nebbia sembrava avvolgere la mente della Nullità, un'inconsapevolezza quasi totale sul motivo degli avvenimenti che circondavano attualmente la sua esistenza.
    Inusuale era per i Nessuno perdere la memoria, partire dal vuoto più totale, dal buio più profondo della mente, il loro unico appiglio ad una realtà a loro oramai estranea.
    Archaya continuava a mantenere fisso lo sguardo su quella disgraziata creatura, la sua strada era stata recisa per sempre, con l'impossibilità di voltarsi indietro.
    Un filo di compassione attraversava la sua coscienza, non avrebbe voluto dover combattere con quella povera fanciulla che non aveva nemmeno cognizione del suo triste fato.
    Ma quello era il suo compito, a tal fine il Deep Dive l'aveva accolta, era suo dovere esaminare la fanciulla, guidarla verso l'estrema risoluzione, verso la sua prova di volontà ultima, con la quale avrebbe dimostrata di essere degna dell'eterno conflitto.

    Quella Nullità non aveva più nulla per cui vivere.
    Nessun affetto lasciato in un passato remoto a cui ricongiungersi, non più una via da seguire se non un oscuro sentiero senza vista sul di fronte, vuota dentro, non sentiva più alcun impulso di spinta alla vita, e il cuore, il bene più prezioso di ogni vivente, perduto per sempre.
    Eppure una rara determinazione permeava il suo spirito.
    Di fronte all'evidenza degli invalicabili vincoli che determinavano la sua nuova esistenza le sue incertezze e la sua incomprensione erano massimi, ma mai il pensiero di arrendersi di fronte alla spietata assurdità degli eventi la sfiorò minimamente.
    Non sapeva nulla, e seppur amareggiata dall'uso della violenza, il suo sguardo era saldo.
    Il suo corpo sembrava quasi muoversi da solo quando sferrò il primo assalto.
    Nulla che potesse impensierire il Giudice, un banale calcetto basso, anticipato da una rocambolesca quanto prevedibile acrobazia.
    La ragazza era sì veloce, ma sgraziata e visibilmente poco equilibrata, tanto da suscitare un lieve risolino per quanto scoordinato fosse quell'attacco.
    Alla rossa non bastò altro che piegarsi all'indietro con la schiena ed eseguire una banale verticale all'indietro per evitare l'attacco del Nessuno, sollevando le gambe con tempismo esatto per evitare il calcio, mossa con la quale si portò alla stessa distanza iniziale di qualche metro dalla sua avversaria.

    Seriamente è tutto qui quello che sai fare?
    Spero di no, sarebbe un combattimento noioso.


    Affermò Archaya visibilmente annoiata e delusa dalla pessima prestazione della fanciulla.
    Nel suo tono però non c'era solo la mera insoddisfazione di un'aspettativa, ma un timbro di voce che suggeriva scherno ingenuamente, un superbo vantarsi della sua superiorità,
    una malizia irritante, volta a provocare l'impassibile spirito della ragazza, cercando di spingerla verso il suo vero potenziale. La rossa intanto fissava con fare incurante lo smalto sulle sue unghie, attendendo una qualsiasi reazione dalla sua avversaria.

    Cerchi risposte, cerchi un nuovo senso. Ahah.
    Non mi sembra tu abbia abbastanza forza né volontà se non per trovare la morte.


    Proseguì allo stesso modo, sperando che il prossimo agire della Nullità arrivasse presto, e fosse abbastanza forte per dimostrarle quanto veramente valeva, fin dove la sua volontà potesse spingerla, quanto fosse disposta a sacrificare, per avere qualcosa in cui credere.
    Riassunse nuovamente la sua posizione di guardia, lasciando però scolpito nel suo volto un sorriso beffardo. I Nessuno non provano rabbia, o indignazione, ma riconoscono tali atteggiamenti, e ricordano cosa essi suscitano e come vanno puniti.








    l3h


    StatusFisico: Ottimale

    StatusPsicologico: Annoiata, ma ansiosa per una svolta.

    Equipaggiamento:
    Di tutto il suo precedente armamentario, che prevedeva ogni tipo di arma leggera, dai kunai alle lame nascoste nelle polsiere e legate da cinghie a braccia e cosce , Archaya ha tenuto solo le sue due daghe gemelle e uno stiletto nascosto nella lunga polsiera sulla dritta.

    Sinister Blade: Si tratta di una lama celata, nascosta nella polsiera destra: è un pugnale lungo all’incirca trenta centimetri, dalle finiture del taglio in diamante, pertanto è un’arma bianca impossibile da incrinare. L’impugnatura è lunga all’incirca dieci centimetri, nera esattamente come la lama in maniera che si confonda perfettamente con il colore della polsiera e che sia impossibile capire cosa si cela sotto il metallo lucido dell’accessorio.

    Gale e Emery: Si tratta di una coppia di armi bianche perfettamente identiche, dalla manicatura in metallo piatta e lunga all’incirca dieci centimetri, larga poco meno della lama stessa. La guardia è dritta e fasciata di stoffa per evitare alla stessa assassina di ferirsi nell’utilizzo, permettendole anche una migliore stretta sull’impugnatura, anch'essa coperta. La lama, ovviamente a doppio taglio, lunga cinquanta centimetri, presenta una venatura istoriata di pietra silice, di un colore lievemente più scuro rispetto al taglio, seghettato in alcuni punti per l’usura. Archaya stessa provvede alla massima efficacia delle sue armi, verificando ogni volta possibile che esse siano perfettamente taglienti, affilandole personalmente usando pietre diamantate che le permettono l’eccellenza nell’affondo. Trattandosi di lame curve, la loro forza non sta tanto nella violenza quanto nella precisione del guerriero. In questo caso, l’ex assassina, grazie alla sua maturata esperienza, è in grado di colpire accuratamente e sfruttare al massimo le peculiarità delle sue due daghe con cui, generalmente, non colpisce di punta ma fende direttamente di taglio, cercando quindi non l’ingente quantità di danni ma l’immediata eliminazione del nemico e la ferita profonda.


    BaseVerde P.Q. A&OTotale
    Corpo55±0+0±055
    Essenza35±25+0±060
    Mente60±0+10±070
    Velocità60±30+0±090
    Destrezza45±25+0±070
    Concentrazione45±20+0±065



    ABILITÁ


    --------------------------------------------



    Plan E: Existence
    In quanto Giudice del Deep Dive, Archaya conosce presente e passato dell’avversario che ha di fronte. Tale sapere e conoscenza le permettono di instaurare una relazione di simil-complicità con l’esaminando, assicurandole l’effetto sorpresa portando il dialogo o la provocazione su un argomento o un evento del suo background. Al contrario delle prerogative della Voce, divinità indiscussa del mondo onirico, la rossa ovviamente non può conoscere niente del carattere e di ciò che sta pensando il suo avversario. (Passiva Inferiore)


    Plan T: Taunt
    La bellezza è un dei tanti fattori che, fondamentalmente, rendono Archaya difficile da digerire al primo impatto. La voce calda e sensuale, le curve morbide del suo corpo e le movenze accattivanti sono in grado di scatenare nell’avversario, sia esso uomo o donna, vecchio o bambino, un forte senso di attrazione fisica che costringerà chi le sta intorno a chiedersi se sia davvero necessario attaccare rischiando magari di rovinare un così bel corpo. In un certo senso, la figura della rossa instillerà una punta di desiderio carnale, invitando (ovviamente non costringendo) il nemico a mettere al secondo posto un eventuale desiderio di scontro e battaglia dando così la precedenza agli appetiti fisici: le labbra, talmente perfette da sembrare disegnate, reclameranno baci e la pelle cerulea invoglierà chiunque a sfiorare il corpo di Archaya. Ovviamente l’influenza della tecnica sull’avversario dovrà essere coerente con il suo carattere e il suo modo d’essere. (Passiva Psionica Normale)

    Plan S: Silence
    Archaya era un’assassina. Nessuno potrà mai dubitare di ciò. È praticamente (e relativamente) impossibile accorgersi del suo arrivo, a meno che lei non voglia rendere manifesta la sua presenza. Quando corre, cammina, si sposta il suo corpo non emette alcun rumore: nessun fruscio delle vesti, nessun suono proviene dai suoi passi, malgrado abbia ai piedi stivali con i tacchi; è inudibile addirittura il tintinnio metallico delle sue armi, delle cerniere e delle placche protettive. Le foglie secche non scricchiolano sotto i suoi piedi, il ghiaccio non si crepa, non si inclina e non mugola sotto il suo peso. Leggera come una piuma, silenziosa e dal passo felpato come un gatto. (Passiva Normale)

    Plan F: Feeling
    In quanto assassina, Archaya ha sviluppato anche una certa forma di preveggenza e di sesto senso, dovuto anche al parametro concentrazione, che le permette di accorgersi da quale direzione arrivino gli attacchi, in qualsiasi condizione, che brilli il sole o sia calata la notte, che l’avversario sia silenzioso alle sue spalle o manifesto di fronte a lei. Ciò vale in realtà per qualsiasi tipo di evento, si tratti esso di una tecnica, di un’abilità o anche di qualcosa non inerente al combattimento per pura continuità narrativa, fornendo quindi ad Archaya una visione di insieme: tale capacità sarà limitata ad una circonferenza di sette metri di raggio intorno alla giovane., fuori dalla quale le percezioni saranno quelle di un comune essere umano. (Passiva Normale)

     
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    "Io temo me stesso, ma non gli altri e questo mi permette di continuare a fare quella domanda a chi riesce a parlarmi; a chi ha il sentimento di avvicinarsi a me: una creatura di luce nera."

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    La mia gamba si avvicina pericolosamente alle sua, ma qualcosa va storto... la mia avversaria si sottrae al mio attacco con una verticale all'indietro, così da schivare l'attacco.
    Seriamente è tutto qui quello che sai fare?
    Spero di no, sarebbe un combattimento noioso.

    Era tornata a qualche metro di distanza, con quella mossa. Io, intanto, rimango accucciata sulla posizione, guardandola. La sua voce sembrava annoiata, delusa... ed un velato schernire, come se fosse una cosa normale, quella che era successa... come se lei fosse superiore a me in ogni caso, senza alcuna possibilità di scampo. Questo non mi suscitò niente... il mio stato era sempre lo stesso e quello rimane: impassibile. Era come se non avessi alcun obbiettivo, eppure mi ero prefissata di ricevere risposte! E' come se i miei occhi fossero vuoti a chi mi guarda, oltre che a me stessa.
    Io cerco risposte... non la battaglia.
    Cerchi risposte, cerchi un nuovo senso. Ahah.
    Non mi sembra tu abbia abbastanza forza né volontà se non per trovare la morte.

    La ragazza riprese la posizione di guardia, con un sorriso beffardo stampato sul viso. Anche se non voleva dire niente per me... potevo ricordare che cosa volesse dire: prendere in giro. Mi stava prendendo in giro perché non ero riuscita a colpirla? Perché aveva evitato il mio attacco?
    Che comportamento infantile...
    E con queste parole mi dirigo, ancora, su di lei. Questa volta, mi sposto un po' più sulla mia destra. A metà strada, porto le braccia all'indietro, distese, mentre un muro si crea davanti al mio avversario, mentre eseguo uno scatto in obliquo con la gamba destra, in modo da portarmi, maggiormente, sulla sinistra della mia avversaria. Non sarei stata a lato, ma sempre, in parte, centrale. Con questo balzo, ero arrivata davanti al muro. La prima cosa che qualcuno pensa è: "C'è un muro! Se continuo, mi ci schianto contro!" Eppure... il mio istinto mi diceva che non dovevo temerlo e che dovevo continuare ad andare avanti, senza fermarmi. Nel momento, quindi, in cui il mio piede sinistro si era poggiato al suolo... eccolo che sento l'energia scorrere nel mio corpo... una nuova energia scorre dentro di me. L'adrenalina, probabilmente, sta facendo effetto. C'era qualcos'altro, però, che era successo... mi sentivo come essere un po' più stanca, in confronto a prima. Non era stata la corsa, ma qualcos'altro che ancora non riesco a spiegarmi. In ogni caso, il mio scatto, appena poggiato il piede sinistro al terreno, mi porta a scattare ad una velocità incredibile, superiore a prima, sulla mia avversaria, con il braccio destro caricato e piegato, con le dita stese, in modo che gli artigli siano pronti ad entrare nella carne. Passo attraverso il muro, dove c'è, praticamente subito dopo, la ragazza. Il mio braccio scatta, tentando di colpirla, con gli artigli, allo stomaco od un punto molto vicino. Ancora una volta, mi sembra che il mio arto si allunghi, come se avesse una volontà propria e volesse raggiungere, prima, il suo corpo. Non so ancora il senso di tutto questo, ma se è per ottenere una risposta anche a questa ed altre domande... sono pronta a tutto! Che altro potrei fare, altrimenti? Non mi rimane niente se non questo...


    CITAZIONE

    Susumu



    Status Fisico: Illeso
    Status Psicologico: Illeso

    Energia rimasta: 42%
    Consumi: Basso-8% | Medio-16% | Alto-32% | Critico-64%

    Passive:

    - Rompiforma
    Il corpo di Susumu è quello dei Nessuno... le sue ossa, aticolazioni e pelle sono più flessibili e malleabili di quelle delle persone. Questo è un tratto comune a tutti i Nessuno, che non sono altro che il corpo vuoto di quello che era un tempo. Questi corpi, quindi, si sono adattati, in qualche modo, assumendo questa caratteristica. Questo permette a Susumu di muoversi fuori da alcuni schemi ed eseguire alcuni movimenti altrimenti impossibili. Potrebbe piegare, quindi, la schiena all'indietro senza alcun problema, portarsi le gambe dietro il collo... insomma: una vera e propria contorsionista! Anche se ha una piccola aggiunta... una cosa che un contorsionista non può fare, infatti, è quella di poter allungare, anche se di poco, la struttura ossea, in modo da raggiungere meglio un qualche tipo di obbiettivo... oppure ridurla per passare da dei passaggi un po' più stretti! Tutto questo, inoltre, è farcito con una naturale e più che normale resistenza agli impatti fisici, quali pugni, martelli, bastoni... tutto quello che possa provocare un danno da urto, insomma, sarà meno efficace sul suo corpo, se non abbastanza forte! Inoltre, è praticamente impossibile rompere le ossa, dato che sono più elastiche.
    Passiva Inferiore.


    - Apatia Mentale
    Susumu, essendo un Nessuno, non può provare emozioni. Questo è dato dal fatto che le manca il cuore ed è soltanto il guscio vuoto di quello che era un tempo. Questo, però, non vuol dire che non può ricordare come siano... le è possibile, ricordare, tramite i pochi ricordi rimasti della sua vita. Anche se può sembrare una cosa negativa, ha anche un lato positivo. La sua mente, infatti, è più chiusa e meno soggetta ad essere controllata (Difesa da influenze illusorie di Livello Basso o Passivo (fino a normale) ed una riduzione dei livelli più alti, anche se in maniera più superficiale e legata, anche, alle statistiche). Il fatto che non possa provare emozioni, inoltre, la rende fredda e distaccata da quello che accade solitamente... anche se può ricordare! Quest'ultima cosa, infatti, non influisce ben poco e potrebbe spingerla a fare qualcosa per cercare di recuperare quello che ha perso...
    Passiva Normale.


    - Intuito Superiore
    Susumu ha una grande intelligenza... cosa molto nota tra i Nessuno! Sembra, infatti, che questi, in versione umana, abbiano uno spiccato senso dell'intelligenza, al contrario dei loro "fratelli" Heartless. Questo porta ad avere una finezza intellettuale e capacità strategiche che consentono un controllo su alcune situazioni che non sarebbero gestite, oppure notate, da altri esseri comuni. In termini di gioco, quindi, Susumu ha la possibilità di intuire il significato nascosto di eventi&affini, anche se non in maniera esplicita o definita, rimanendo ad un punto relativamente auto-conclusivo. Naturalmente si rimanda alla Lealtà, contando anche la storia e la formazione del PG.
    Passiva Inferiore


    Attive:
    - Muro Illusorio
    Un'illusione che da vita ad un muro, in modo da bloccare la visuale ai propri nemici

    La tecnica ha natura Illusoria ed agisce attraverso l'elemento Nulla. A seguito di un semplice gesto di Susumu (come un movimento della mano dal basso verso l'alto) ed avendo nel proprio campo visivo il proprio obbiettivo, riesce a dare vita ad un'illusione. Questa è molto semplice: un muro viene a crearsi in un punto specifico. Questo non sarà mastodontico, ma abbastanza grande per bloccare la visuale ad un uomo molto alto. Questa, in conclusione, è una normale illusione per bloccare la visuale al proprio obbiettivo, in modo da mascherare le prossime mosse. Questo dura, al massimo, 2 turni, per poi svanire senza lasciare traccia.
    Costo: Basso

    - Forza della mente
    Susumu direziona le sue energie all'interno del suo corpo, andando a rafforzarlo.

    La tecnica ha natura di potenziamento ed agisce attraverso l'elemento Nulla. Susumu accumula la sua energia magica ed in pochi secondi, riesce a potenziare il suo corpo. Il punto dove dirigerà l'energia, atta a potenziarla, saranno i nervi reattivi ed in parte alcune fasce muscolari specifiche. In questo modo, la sua velocità sarà aumentata, insieme alla sua reattività. In termini di gioco potenzia la Velocità, di 30, per 2 turni.
    Costo: Basso[//spoiler]
    - Assalto mentale [spoiler]Il personaggio provoca un disturbo nella mente dell'avversario, al fine di deconcentrarlo.

    La tecnica ha natura Psionica, ed agisce attraverso l'elemento Nulla. Viene attivata dal caster in maniera totalmente libera, in seguito a gesti che saranno a sua totale discrezione, purché egli mantenga con il proprio bersaglio un contatto visivo. L'attacco si presenta in modo fisico e si attiva colpendo il proprio avversario. Per effetto di tale disturbo mentale, la vittima si sentirà stordita e confusa per alcuni istanti, perdendo totalmente o in parte la capacità di concentrarsi e, conseguentemente, di sfruttare al massimo le proprie tecniche, le proprie capacità fisiche e le proprie capacità di ragionamento. La tecnica provoca una danno alla mente che, se incassato ripetutamente può provocare danni più o meno gravi alla stessa.
    Costo: Medio


    Riassunto: Dopo la normale chiacchiera, Susumu scatta verso il giudice, portandosi, maggiormente alla propria destra. Viene attivato il muro illusorio quando è a circa metà strada, per poi scattare in obliquo, portandosi in un punto incentrato davanti al giudice, ma maggiormente alla sinistra di Susumu. Qui viene attivata "Forza della mente", con il quale aumenta la sua velocità di 30 (per un totale di 100) e scatta sul giudice, attraversando il muro con il braccio pronto a scattar e con le dita stese, così da perforare e non più colpire con un pugno. Intanto, viene attivato "Assalto mentale" che vede la sua attivazione finale se colpisce il proprio obbiettivo in modo fisico.

    Note: Mmm... passo xP
     
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    Prevedibile


    Era forse il suo intento volto a buon fine?
    Lo spirito della fanciulla era uscito forse temprato da quell'affondo verbale?
    Archaya non poteva saperlo. Per quanto il passato della ragazza fosse per lei un libro che attendeva solo di essere sfogliato, nulla poteva dire sui suoi attuali pensieri.
    Arduo era indagare nel profondo dell'impassibile, come scrutare in un dipinto che mostra sempre lo stesso volto, scavare in un deserto senza confini.
    Fu solo quando le parole uscirono finalmente dalla bocca della Nullità che il quadro fu chiarito.

    Che comportamento infantile...

    E un nuovo assalto si dirigeva ora più forte, ora più determinato e feroce verso il Giudice.
    Per quanto insensibili potessero essere quegli individui fatti di Nulla e rimorso, per quanti ricordi potessero loro mancare, il loro inconscio continuava a reagire sempre allo stesso modo di fronte a chiari messaggi del comportamento umano.
    Archaya ne era compiaciuta, odiava il pensiero di trovarsi di fronte a dei freddi automi senza più alcun vago istinto o intelletto definibile umano, e si preparava dunque a ricevere l'attacco della fanciulla con quel suo tipico, malizioso e soddisfatto sorriso stampato in volto.
    Il Nessuno intanto si avvicinava rapido, sperimentando questa volta un approccio meno diretto e più ingannevole per tentare di colpire il Giudice.
    La sua corsa l'aveva oramai portata a poca distanza dalla rossa, quando d'un tratto un muro si materializzò d'improvviso tra le due sfidanti, creando in apparenza un invalicabile ostacolo.
    Archaya non abbandonò la sua posizione di guardia, era abbastanza sicura di poter intercettare quel vacuo, velato assalto, ma in ogni caso preferì fare qualche passo indietro, mentre attendeva la prossima mossa della fanciulla.
    Credeva forse che l'assassina non la sentisse? Riteneva davvero di essere al sicuro fuori dalla vista di un uccisore professionista? Sperava che non avvertisse la sua presenza?
    Echeggiavano nell'assoluto silenzio del Deep Dive i suoi sgraziati passi, e la rossa si gustava la sua incertezza, quella disperazione che precede la disfatta.
    Lei era la morte silente, silenziosa e lesta come il felino nell'agguato, sarebbe potuta sgattaiolare senza che la Nullità udisse un solo passo, un solo tintinnio, ma d'altronde il suo compito era quello di porre il Giudizio, pertanto dette una possibilità alla sua avversaria.
    Di qualunque natura fosse quel vano tentativo di velare le proprie azioni, una cosa rimaneva certa: presto qualcosa avrebbe provato a colpirla, e sarebbe arrivato da dietro quel muro.
    Troppo facile, troppo prevedibile, troppo mal nascosto.
    Persino un bambino l'avrebbe intuito.

    E così fu. Il Nessuno d'improvviso attraversò quell'imponente ostacolo, lanciandosi più rapida che mai verso la rossa, mirando ad infilzarla con quei suoi ferretti sulle unghie.
    Archaya semplicemente attese, attese finché quegli artigli non si trovarono ad una infima distanza dal suo ventre, divertita nel volto e nell'animo dall'inutilità di tanto sforzo.
    I pugnali vennero rinfoderati, e tutto il successivo battito di ciglia avrebbe visto ciò:
    Gli artigli avrebbero trapassato la sua figura, ma la fanciulla non avrebbe avvertito alcun impatto, né il calore del sangue o il viscidume delle interiora bucate.
    Semplicemente perché il suo bersaglio non era lì, e quella che stava trapassando non era altro che una beffa, una distorta visione del lascito dello spostamento della rossa.
    Lei si trovava ora al suo fianco, alla sua destra, all'esterno dell'attacco, mentre quei delicati spilli affondavano nel nulla.
    Era sua. Non poteva fare nulla per fuggire. Ora era arrivato il turno del Giudice di attaccare.
    Avrebbe potuto ucciderla, trapassarla, sgozzarla e sentirla urlare e rantolare, rivivere il brivido dei vecchi tempi della sua vita passata, ma la sua missione e la sua volontà le imponevano di aiutare invece quella inesperta del mondo a raggiungere la rinascita.
    Il suo corpo ruotò quasi in automatico, la gamba sinistra si sollevò quasi istantaneamente andando a colpire la nuca della ragazza, senza arrestarsi, ma continuando a trascinarla verso il basso. Null'altro che un secondo, un misero istante e il Nessuno si sarebbe ritrovato con il viso a terra e la testa spiaccicata sotto il tacco dell'assassina.

    Pateticamente prevedibile.

    Questo avrebbe detto mentre premeva il cranio della sua avversaria contro il suolo.
    Non avrebbe comunque lasciato passare abbastanza tempo per far sì che la ragazza potesse reagire, ma avrebbe sferrato un secondo calcio sempre diretto al capo della Nullità, questa volta con la destra, con il quale avrebbe spedito lontano da sé quel corpo oramai martoriato.
    L'aveva battuta, l'aveva spezzata, si sarebbe forse rialzata, ma non più come prima.
    Lo spirito si tempra con il dolore, dove maggiore intensità corrisponde a maggior efficacia.
    Stava compiendo il suo dovere, ma non poteva non provar rimorso per il fatto di dover ferire quella giovane smarrita, quando avrebbe potuto farle conoscere forse un po' di passione.
    Nonostante la natura fittizia del sogno, alla rossa sapeva tristezza dover veder quel visino sfigurato e tumefatto, uno spreco di bellezza per il loro unico incontro.
    Infine avrebbe indietreggiato qualche metro indietro mentre attendeva che la ragazza di rialzasse, estraendo nuovamente le due lame dal fodero ed assumendo nuovamente la posizione di guardia.








    l3h


    StatusFisico: Ottimale

    StatusPsicologico: Delusa dalla prevedibilità della ragazza.

    Potere magico: 100% - 6% = 94%

    Equipaggiamento:
    Di tutto il suo precedente armamentario, che prevedeva ogni tipo di arma leggera, dai kunai alle lame nascoste nelle polsiere e legate da cinghie a braccia e cosce , Archaya ha tenuto solo le sue due daghe gemelle e uno stiletto nascosto nella lunga polsiera sulla dritta.

    Sinister Blade: Si tratta di una lama celata, nascosta nella polsiera destra: è un pugnale lungo all’incirca trenta centimetri, dalle finiture del taglio in diamante, pertanto è un’arma bianca impossibile da incrinare. L’impugnatura è lunga all’incirca dieci centimetri, nera esattamente come la lama in maniera che si confonda perfettamente con il colore della polsiera e che sia impossibile capire cosa si cela sotto il metallo lucido dell’accessorio.

    Gale e Emery: Si tratta di una coppia di armi bianche perfettamente identiche, dalla manicatura in metallo piatta e lunga all’incirca dieci centimetri, larga poco meno della lama stessa. La guardia è dritta e fasciata di stoffa per evitare alla stessa assassina di ferirsi nell’utilizzo, permettendole anche una migliore stretta sull’impugnatura, anch'essa coperta. La lama, ovviamente a doppio taglio, lunga cinquanta centimetri, presenta una venatura istoriata di pietra silice, di un colore lievemente più scuro rispetto al taglio, seghettato in alcuni punti per l’usura. Archaya stessa provvede alla massima efficacia delle sue armi, verificando ogni volta possibile che esse siano perfettamente taglienti, affilandole personalmente usando pietre diamantate che le permettono l’eccellenza nell’affondo. Trattandosi di lame curve, la loro forza non sta tanto nella violenza quanto nella precisione del guerriero. In questo caso, l’ex assassina, grazie alla sua maturata esperienza, è in grado di colpire accuratamente e sfruttare al massimo le peculiarità delle sue due daghe con cui, generalmente, non colpisce di punta ma fende direttamente di taglio, cercando quindi non l’ingente quantità di danni ma l’immediata eliminazione del nemico e la ferita profonda.


    BaseVerde P.Q. A&OTotale
    Corpo55±0+0±055
    Essenza35±25+0±060
    Mente60±0+10±070
    Velocità60±30+0±090
    Destrezza45±25+0±070
    Concentrazione45±20+0±065



    ABILITÁ


    --------------------------------------------



    Plan E: Existence
    In quanto Giudice del Deep Dive, Archaya conosce presente e passato dell’avversario che ha di fronte. Tale sapere e conoscenza le permettono di instaurare una relazione di simil-complicità con l’esaminando, assicurandole l’effetto sorpresa portando il dialogo o la provocazione su un argomento o un evento del suo background. Al contrario delle prerogative della Voce, divinità indiscussa del mondo onirico, la rossa ovviamente non può conoscere niente del carattere e di ciò che sta pensando il suo avversario. (Passiva Inferiore)


    Plan T: Taunt
    La bellezza è un dei tanti fattori che, fondamentalmente, rendono Archaya difficile da digerire al primo impatto. La voce calda e sensuale, le curve morbide del suo corpo e le movenze accattivanti sono in grado di scatenare nell’avversario, sia esso uomo o donna, vecchio o bambino, un forte senso di attrazione fisica che costringerà chi le sta intorno a chiedersi se sia davvero necessario attaccare rischiando magari di rovinare un così bel corpo. In un certo senso, la figura della rossa instillerà una punta di desiderio carnale, invitando (ovviamente non costringendo) il nemico a mettere al secondo posto un eventuale desiderio di scontro e battaglia dando così la precedenza agli appetiti fisici: le labbra, talmente perfette da sembrare disegnate, reclameranno baci e la pelle cerulea invoglierà chiunque a sfiorare il corpo di Archaya. Ovviamente l’influenza della tecnica sull’avversario dovrà essere coerente con il suo carattere e il suo modo d’essere. (Passiva Psionica Normale)

    Plan S: Silence
    Archaya era un’assassina. Nessuno potrà mai dubitare di ciò. È praticamente (e relativamente) impossibile accorgersi del suo arrivo, a meno che lei non voglia rendere manifesta la sua presenza. Quando corre, cammina, si sposta il suo corpo non emette alcun rumore: nessun fruscio delle vesti, nessun suono proviene dai suoi passi, malgrado abbia ai piedi stivali con i tacchi; è inudibile addirittura il tintinnio metallico delle sue armi, delle cerniere e delle placche protettive. Le foglie secche non scricchiolano sotto i suoi piedi, il ghiaccio non si crepa, non si inclina e non mugola sotto il suo peso. Leggera come una piuma, silenziosa e dal passo felpato come un gatto. (Passiva Normale)

    Plan F: Feeling
    In quanto assassina, Archaya ha sviluppato anche una certa forma di preveggenza e di sesto senso, dovuto anche al parametro concentrazione, che le permette di accorgersi da quale direzione arrivino gli attacchi, in qualsiasi condizione, che brilli il sole o sia calata la notte, che l’avversario sia silenzioso alle sue spalle o manifesto di fronte a lei. Ciò vale in realtà per qualsiasi tipo di evento, si tratti esso di una tecnica, di un’abilità o anche di qualcosa non inerente al combattimento per pura continuità narrativa, fornendo quindi ad Archaya una visione di insieme: tale capacità sarà limitata ad una circonferenza di sette metri di raggio intorno alla giovane., fuori dalla quale le percezioni saranno quelle di un comune essere umano. (Passiva Normale)

    Plan D: Dodge
    Dalle ultime reminiscenze della sua recente vita passata, Archaya ha mantenuto e ottimizzato alcune delle sue abilità più particolari. Il caso è quello della sua particolare capacità di schivare i colpi avversari. Grazie alla sua velocità, Archaya è in grado di evadere praticamente qualunque attacco: con un’eventuale rinfoderata fulminea dei suoi due pugnali, lasciandosi alle spalle una pallida imitazione di sé stessa, Archaya si sposterà in qualsivoglia direzione portandosi ad una distanza base di una manciata di metri dal centro di azione dell’avversario. Di fronte all’avversario che ha portato l’attacco alla ragazza, rimarrà una copia fittizia della giovane, in realtà surreale e inesistente, pronta a scoccare un bacio al suo nemico o a sorridergli maliziosamente, per poi svanire nel nulla. In termini di gioco, tale schivata, che può essere considerata una difesa variabile, avrà un diverso consumo a seconda dell’entità del danno portato ad Archaya in relazione al parametro velocità del Giudice. (Difesa Variabile)



    Note: Hai sbagliato a sottrarre il Potere magico: ti rimangono ancora il 52% di energie, non il 42%.
     
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    "Io temo me stesso, ma non gli altri e questo mi permette di continuare a fare quella domanda a chi riesce a parlarmi; a chi ha il sentimento di avvicinarsi a me: una creatura di luce nera."

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    Il mio artiglio arriva all'obbiettivo, alla ragazza. Gli artigli sempre più vicini. l'ultima cosa che la ragazza fece, era quella di rinfoderare i pugnali. Il primo pensiero, in quel momento, sarebbe potuto essere:
    Vorrà estrarre subito dopo?
    Un pensiero che poteva non avere ne capo ne coda, data la distanza che la separava dagli artigli. Era impossibile, per qualcuno, riuscire ad estrarre nuovamente i pugnali e bloccare l'attacco! Alla fine, infatti, non ci fu nessuna estrazione... proprio come nessun sangue versato, nessuna resistenza da parte del suo corpo... semplicemente, niente! La sua figura svanisce, come se non fosse mai stata li. La coda dell'occhio destro vede qualcosa, in quel buio infinito. Faccio appena in tempo a spostare la testa per vedere la sua figura di sfuggita, che qualcosa mi colpisce sulla nuca, facendomi schiantare, violentemente, contro il terreno, di faccia. Un forte dolore, alla faccia, mi prende. In quella posizione, con la faccia bloccata, non riesco neanche ad urlare per il dolore, quando arrivano poche, ma semplici parole:
    Pateticamente prevedibile.
    Intanto, con la gamba, che adesso vedevo, stava premendo la testa. Nel momento in cui muovo le braccia, per fare qualcosa... il piede della ragazza si toglie dalla mia faccia, per poi vedermi arrivare l'altra gamba, dritta a me. Un colpo secco alla testa, come se fossi diventata il pallone di turno... un paragone dove ci si potrebbe divertire a pensare ad una vendetta da parte di questi, se non si fosse nella mia condizione. Non sono riuscita a fare niente, in quel momento... ero in posizione sfavorevole e le mie braccia non erano riuscite ad arrivare in tempo. Metti, un po', per lo stordimento della prima botta, metti per la sorpresa ed un po' per il fatto che non sapevo, minimamente, come combattere... tutto questo era il risultato di trovarmi buttata più in la, come uno straccio usato. Non capivo bene quello che stava succedendo, in quel momento... l'unica cosa che potevo capire era quella macchia rossa, sul terreno, sotto di me. Mi aiuto ad alzarmi un po' con le braccia, guardando verso il terreno e quello che vidi era sangue... il mio sangue. Reggendomi con un solo braccio, porto una mano al volto, mi ero dimenticata degli artigli, facendomi un taglietto sulla fronte e mi portò ad allontanare subito la mano... ma sul palmo vidi, chiaramente, del sangue! E non poteva essere stato fatto dal taglietto appena fatto. Quella vista non mi portò a niente... non ero spaventata, non ero arrabbiata, non avevo rancore... non provavo niente di niente... soltanto un'assoluta ed incredibile calma. Il mio volto si gira di scatto, dove doveva trovarsi la ragazza. Si era nuovamente messa a qualche metro di distanza, con i pugnali sfoderati. Non voleva attaccarmi, ma stava attendendo, nuovamente, che lo facessi io. Passo l'avambraccio sul volto, togliendo del sangue, per poi rialzarmi da terra. Non mi aveva picchiato, chissà come... ma era pur sempre la testa ed ero un po' intontita. Lo sguardo era un po' offuscato e speravo che tornasse normale.
    A questo punto, dovrei essere arrabbiata, furibonda... oppure spaventata... eppure non sento niente, come se, tutto questo, non avesse importanza, per me. Sai una cosa? Mi farei paura da sola, se soltanto potessi provarla... a quanto pare, però, non posso. Una vita completamente piatta... una vita insignificante, dove tutto non ha senso... davvero, voglio vivere una vita così?
    La parte che mi aveva colpito con la pedata mi faceva male e stava un po' pulsando. Passai nuovamente l'avambraccio e mi pulì da altro sangue. Quando ci entrò in contatto, sentì male.
    Ci ho pensato, prima... non ho mai smesso di pensarci, in realtà... l'unica cosa a cui sono riuscita ad arrivare, l'unica risposta che sono riuscita a farmi, è: non lo so. Io non so se una vita così a senso, non posso saperlo... il perché? Se prima non la vivo, come posso paragonarla, completamente, a qualcos'altro?
    Un sorriso si forma sul mio volto... poi un'espressione triste, una arrabbiata, una stupida... poi torna neutra, come è stata fino ad ora.
    Ricordo com'è provare emozioni, ma non riesco più a sentirle, dentro di me... è una cosa veramente strana!
    La mia mano destra si muove, andando al mio volto, ma senza posarsi. Si infila sotto i capelli, per poi alzarli e tirarli indietro. la vista stava migliorando molto ed a momenti sarebbe tornata, completamente, stabile. Continuo a tenere i capelli all'indietro, mentre guardo verso gli occhi della ragazza.
    Non so minimamente come combattere... non ne ho alcun ricordo! Non so neanche come sia comparso quel muro, a dire il vero... fino ad adesso ho fatto, tutto, ad istinto e questo mi diceva che quel muro non mi avrebbe fatto niente e che ci sarei passata tranquillamente attraverso... così è stato! Probabilmente, non potrò mai competere con te... da quanto sembra, sai utilizzare alla perfezione il tuo corpo, od almeno quelle spade... io, invece, non so niente ed ho questi guanti! Forse, prima, ero brava a pugni... chissà! seguendo soltanto il mio istinto, però...
    Lascio andare i capelli, che ricadono sulla faccia, mentre il braccio torna lungo il fianco.
    Seguendo il mio istinto ho tolto la visuale pure a me, ho continuato ad attaccare davanti, mentre avrei potuto pensare ad altro... non ho pensato ai miei passi! Tutto, in questo mondo, è silenzioso... tranne me stessa! I miei passi si sentono e rimbombano ovunque! Se chiudo il pugno, il tintinnio del guanto si sente... ogni cosa che io faccio, si sente, come, in ogni punto! Probabilmente, non avrei potuto fare niente neanche a volerlo e quel muro non serviva a niente, dato che era impossibile non sentirmi arrivare...
    Faccio un buon respiro, tenendo l'aria un po' nei polmoni, per poi lasciare andare, il tutto, lentamente. Cercavo di far cessare il dolore alla faccia, mentre lo sguardo era tornato perfetto.
    Lo so di essere patetica, in questo momento... so che sono una nullità, in confronto a te... ma se devo farlo, se proprio devo... voglio andare fino in fondo! Chissà... forse proverei rimorso, a non farlo! Sarebbe, una cosa che non voglio provare, a ricordare come ci si sente. Non importa che cosa succede... non importa quello che mi succederà... l'unica cosa che posso fare è continuare a venirti addosso, non posso fare altro! L'unica cosa, a quanto pare, è continuare a combattere... anche se preferirei parlare. E poi, se questa vita giunge al termine qua...
    Sul mio volto compare un sorriso... uno di come quelli che ricordavo! Non sentivo niente dentro... non c'era felicità od altro, ma era il momento giusto per crearne uno. Questa frase, da quanto posso capire, lo necessita!
    Potrò finalmente compararla con quella che ricordo e scegliere qual'era migliore, non trovi?
    Il sorriso lascia, nuovamente, il posto ad un'espressione neutra.
    Se non termina qua, invece... cercherò di capire la mia situazione, di migliorare... in questo modo avrò sempre più esperienze da poter comparare... se capiterà, inoltre, potremmo anche rincontrarci... chissà! Forse, quel giorno, saprò tirare, almeno, un pugno decente.
    Sento, nuovamente, come se qualcosa mi portasse via le mie energie a forza... non so che cosa fosse, ma ero diventata più stanca. Fino a quel momento avevo un leggero respiro accelerato, ma adesso era maggiormente accentuato. Con la coda dell'occhio, vidi qualcosa accanto a me, sia a destra che a sinistra. Quando girai il volto per guardare, sarebbe stato da far scoppiare una grossa risata... invece, mi limitai a guardare, nuovamente, la ragazza.
    Come vedi, non so neanche che cosa succeda... eppure altre 2 me sono comparse e la loro testa si muoveva dove si muoveva la mia...
    2 copie identiche a me erano comparse vicino a me... non ne sapevo il motivo, il come od il perché... era successo e basta! Non c'era altro da sapere, in questo momento. Si erano mosse non nel momento in cui avevo girato il volto, ma quando ho pensato di farlo, dato che erano già girati, quando guardavo... lo avevo notato con la coda dell'occhio. Pensai di mettermi in posizione di combattimento e prima che successe, le mie copie lo erano già.
    A quanto pare, però, ho già capito come fungono queste cose... ma non da dove sono spuntate fuori! E scusami ancora, se ti ho annoiata a parole, oppure non ti ho soddisfatta... ma quelle possono dare una risposta a quello che cerco, mentre chi è più forte tra di noi lo so già. Perché dico ciò? Perché più passa il tempo e succedono cose strane che non capisco, come il muro o quest'altre me... sono sempre più stanca e non credo che potrò andare avanti ancora per molto, quindi... se riuscirò ad uscirne da qua... prometto che la prima cosa che farò è capire il perché di ciò! In questo modo, forse, potrò riuscire a darti un qualcosa che ti soddisfi, almeno, un po'! Anche se, data la mia situazione, non credo di poter dire, lo stesso, di me...
    Tutti i miei pensieri, in quel momento, si erano riversati in queste parole... parole che sembravano durare in eterno e che rimbombavano in quel luogo completamente nero. In questo momento, non avevo rimpianti... se così potrei definirli. Se sarei sopravvissuta, avrei continuato a cercare risposte... se non ci fossi riuscita, invece... non credo che avrei avuto altri problemi, risentimenti o qualsiasi altra cosa... ero morta, in fondo, no?
    L'ultimo passo verso la verità... oppure uno tra molti?
    Le mie gambe si flettono, mentre le mie braccia si piegano, mettendosi davanti al mio corpo. Anche le mie copie prendono la stessa posizione. Ne osservo una, facendole fare alcuni movimenti veloci, in circa 2 secondi. Notai un particolare interessante... la punta del gomito, era passato attraverso il fianco! A quanto pare, non era reale... era, piuttosto, un miraggio... un'illusione. Probabilmente l'aveva notato anche la ragazza... se così fosse, lanciarli contro era inutile... se non l'aveva fatto, era molto utile... ma in ogni caso, la cosa migliore da fare era una sola...
    Scusa per l'attesa...
    Le copie si muovono di lato, producendo il suono di passi, normalmente. Alla fine, eccole entrare dentro di me, fondendosi con il mio corpo. Adesso c'era una sola Susumu, composta da 3!
    Ma volevo capire, completamente, il loro potenziale, prima... Adesso sono pronta a morire!
    E con questo, scatto verso la ragazza. Le copie si accavallavano a me, procedendo alla mia stessa velocità, che era un po' rallentata rispetto a quello che le mie gambe potevano fare. Quando giunge il momento, potrò aumentare le velocità di tutte e 3, dando tempi diversi e diverse accelerazioni, in modo da aumentare la confusione. Il rumore di di tutti quei passi si diffondeva in quel luogo ed adesso potevo sentirlo chiaramente. Avevo deciso di seguire l'istinto n modo diverso... avevo deciso di ascoltare il mio corpo e non lasciare fare a lui tutto il lavoro! In questo modo, non incapperò più, almeno spero, in cose come quella successa prima. Manca, ancora, qualche passo alla ragazza e quello che dovevo fare era arrivato: tutti e 3 i corpi accelerano e si separano. Io mi dirigo per colpire a destra, con il destro; una delle copie si dirige a sinistra, per colpire con la destra; l'altra copia è quella che spicca un salto, caricando il braccio destro. Fino a questo momento, ho sempre attaccato con il braccio destro, anche se nei ricordi utilizzavo la sinistra. Il perché, quindi, lo avevo fatto? La posizione mi consentiva di colpire, meglio, con il destro! Perché lo facevo, pure, se adesso ero avvantaggiata a colpire con il sinistro? Perché un cambio troppo rigido, avrebbe potuto portare a capire che mi trovavo da quella parte, la più improbabile sia per come ho fatto fino a prima, sia per le parole che avevo detto fino a poco prima. Il braccio sinistro, in ogni caso, per ogni copia e per me stessa, era pronto a scattare, in modo da cercare di difendermi dalla sua spada, se avesse provato ad utilizzarla. Non sarebbe, probabilmente, stato molto efficacie... ma un modo per cercare di difendermi, in qualche modo, l'avevo.
    O la va, o la spacca!
    L'energia all'interno del mio corpo venne, nuovamente, risucchiata via, nel momento in cui il braccio scatta, da tutte noi, per colpirla. Il mio braccio sembra allungarsi un po', proprio come prima, con le dita distese. Non so come sia possibile, ma dovevo allungarmi un po', a quanto pare. Non ho sentito niente, rompersi, quando mi ha schiantato a terra... il mio naso era ancora integro. Probabilmente, le mie ossa avevano una qualche elasticità maggiore, come la mia pelle. Questo poteva spiegare il perché dell'allungamento. Quello, però, che non potevo notare in quel momento, come probabilmente la ragazza, erano i bracci delle copie: questi non si erano allungati come il mio, dando un piccolo scarto di tempo in confronto al mio. Era una cosa praticamente nulla, dato che attaccavo da così vicino ed in quel modo... ma in situazioni diverse, si sarebbe potuto rivelare molto problematica, questa cosa. Quello che non sapevo ancora, però, è che da li a poco, dal terreno, sarebbero usciti dei cunei psionici, con epicentro la ragazza con cui dovevo combattere. Questi avrebbero cercata di trafiggerla e trafiggerla e trafiggerla... per poi svanire poco dopo. Ancora non sapevo molte cose, di me. Sapevo soltanto una minima parte... non conoscevo ancora il mondo in cui ero entrata ed ancora non sapevo conoscere le potenzialità che si annidavano al mio interno... potenzialità sopite che sono potute uscire grazie a questa mia nuova forma, questa mia nuova me stessa! Cose che avrei imparato a controllare ed utilizzare a mio comando... cose che avrei potuto imparare a fare, continuando a rimanere in vita. Da li a poco, in ogni caso, il corpo avrebbe iniziato a rifiutarsi di muoversi, facendosi più pesante... le energie stavano terminando.


    CITAZIONE

    Susumu



    Status Fisico: Ferite al volto di bassa - bassa/media entità (calcio - colpo alla nuca (bassa); faccia sul terreno (media))
    Status Psicologico: Illeso

    Energia rimasta: 4%
    Consumi: Basso-8% | Medio-16% | Alto-32% | Critico-64%

    Passive:

    - Rompiforma
    Il corpo di Susumu è quello dei Nessuno... le sue ossa, aticolazioni e pelle sono più flessibili e malleabili di quelle delle persone. Questo è un tratto comune a tutti i Nessuno, che non sono altro che il corpo vuoto di quello che era un tempo. Questi corpi, quindi, si sono adattati, in qualche modo, assumendo questa caratteristica. Questo permette a Susumu di muoversi fuori da alcuni schemi ed eseguire alcuni movimenti altrimenti impossibili. Potrebbe piegare, quindi, la schiena all'indietro senza alcun problema, portarsi le gambe dietro il collo... insomma: una vera e propria contorsionista! Anche se ha una piccola aggiunta... una cosa che un contorsionista non può fare, infatti, è quella di poter allungare, anche se di poco, la struttura ossea, in modo da raggiungere meglio un qualche tipo di obbiettivo... oppure ridurla per passare da dei passaggi un po' più stretti! Tutto questo, inoltre, è farcito con una naturale e più che normale resistenza agli impatti fisici, quali pugni, martelli, bastoni... tutto quello che possa provocare un danno da urto, insomma, sarà meno efficace sul suo corpo, se non abbastanza forte! Inoltre, è praticamente impossibile rompere le ossa, dato che sono più elastiche.
    Passiva Inferiore.


    - Apatia Mentale
    Susumu, essendo un Nessuno, non può provare emozioni. Questo è dato dal fatto che le manca il cuore ed è soltanto il guscio vuoto di quello che era un tempo. Questo, però, non vuol dire che non può ricordare come siano... le è possibile, ricordare, tramite i pochi ricordi rimasti della sua vita. Anche se può sembrare una cosa negativa, ha anche un lato positivo. La sua mente, infatti, è più chiusa e meno soggetta ad essere controllata (Difesa da influenze illusorie di Livello Basso o Passivo (fino a normale) ed una riduzione dei livelli più alti, anche se in maniera più superficiale e legata, anche, alle statistiche). Il fatto che non possa provare emozioni, inoltre, la rende fredda e distaccata da quello che accade solitamente... anche se può ricordare! Quest'ultima cosa, infatti, non influisce ben poco e potrebbe spingerla a fare qualcosa per cercare di recuperare quello che ha perso...
    Passiva Normale.


    - Intuito Superiore
    Susumu ha una grande intelligenza... cosa molto nota tra i Nessuno! Sembra, infatti, che questi, in versione umana, abbiano uno spiccato senso dell'intelligenza, al contrario dei loro "fratelli" Heartless. Questo porta ad avere una finezza intellettuale e capacità strategiche che consentono un controllo su alcune situazioni che non sarebbero gestite, oppure notate, da altri esseri comuni. In termini di gioco, quindi, Susumu ha la possibilità di intuire il significato nascosto di eventi&affini, anche se non in maniera esplicita o definita, rimanendo ad un punto relativamente auto-conclusivo. Naturalmente si rimanda alla Lealtà, contando anche la storia e la formazione del PG.
    Passiva Inferiore


    Attive:
    - Cloni Illusori
    Susumu crea delle copie illusorie di se stessa, in modo da creare incertezza nel proprio avversario

    La tecnica ha natura Illusoria ed agisce tramite l'elemento Nulla. Con pochi e semplici gesti, insieme al contatto visivo, delle copie illusorie che soltanto il proprio obbiettivo potrà vedere, anche se Susumu riuscirà sempre a percepirle tramite un alone sfocato, in modo da direzionarle meglio. Queste, infatti, saranno gestite da lei e potranno fare delle semplici azioni (movimento, attaccare, parlare). Le copie saranno 2 e si creeranno vicine a lei. Queste avranno un'utilità strategica e non potranno infliggere danni, svanendo al contatto con il proprio avversario o con una sua tecnica. Il loro obbiettivo, quindi, è semplice: distrarre l'avversario per portare il proprio attacco! Dopo 2 turni, se non svaniscono prima, lo faranno in automatico.
    Costo: Medio


    - Aculei mentali
    Susumu da vita, nella mente dell'avversario, ad uno strano effetto, quanto devastante per la sua mente

    La tecnica ha natura Psionica ed agisce tramite l'elemento Nulla. In seguito a dei semplici e rapidi gesti, Susumu dà vita ad un attacco mentale dedito a ferire la mente del suo avversario e non il suo corpo. Una volta che l'attacco è lanciato, all'avversario sembrerà che dal terreno escano dei cunei magici che andranno a trafiggerlo, spuntando da ogni direzione. Questi cunei, naturalmente, non sono reali e non possono danneggiare il corpo dell'avversario... ma a lui sembreranno veri, così come le sensazioni che subirà. Dopo non molto tempo svaniranno, come se non fossero mai esistiti... anche se lasceranno la loro vivida traccia nella mente dell'obbiettivo. L'area che coprono questi spuntoni è di 2 metri a raggio (4 metri di diametro) con epicentro il proprio obbiettivo. La tecnica provoca una danno alla mente che, se incassato ripetutamente può provocare danni più o meno gravi alla stessa.
    Costo: Alto


    Riassunto: Susumu subisce i colpi da parte del giudice e scagliata via. Dopo essersi rialzata, si libera, a parole, di quello che la stava tormentando al momento, per poi attivare, inconsciamente, i "Cloni Illusori". Dopo aver capito le loro potenzialità, li raduna dentro di lei, essendo illusioni, e scatta, non a piena velocità, sul giudice. Una volta che manca qualche passo, aumenta sua la sua che la velocità delle copie, dirigendosi sulla destra del giudice ed attaccando con il braccio destro, con le dita distese. Una copia a sinistra, un'altra salta ed attaccano, entrambe, con il braccio destro, nella stessa maniera. Il braccio di Susumu, dopo lo scatto, eseguito da questo e non da tutto il corpo, per giungere dal giudice, si allunga appena, ma non quello delle copie. Intanto, si attiva "Aculei Mentali" con epicentro il giudice.


    Note: Probabilmente è scivolato il dito, per l'energia del post precedente x3 Spero di aver fatto ammodo per il fatto delle ferite, contando la differenza di corpo tra i 2 PG e per come si sono svolti (sopratutto per la faccia schiantata al terreno). Anche per il fatto del combattimento, spero di fare bene... sto cercando di tenere la piggiah con il fatto di non sapere, ancora, combattere per la mancanza di ricordi, ma con i poteri istintuali >w< Stessa cosa per "Rompiforma"
     
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    Oltre il Sogno


    Parole, parole e ancora parole si propagavano nel vuoto del Deep Dive.
    La fanciulla era caduta, il suo sangue scorreva sul suolo, il suo spirito era spezzato, vuote giustificazioni sull'inadeguatezza dell'animo alla sua nuova forma uscivano dalla sua bocca.
    Cosa poteva fare Archaya, se non ascoltare quel così concitato monologo?
    La Nullità preferiva far vibrare la lingua piuttosto che i pugni, ciò era innegabile.
    Non che al Giudice non piacesse conversare, ma preferiva indubbiamente l'azione.. in ogni ambito. Quello non era affatto un luogo di dialogo, e alla rossa non interessava del perché l'attacco contro di lei fosse fallito, d'altronde lo sapeva già.
    Si limitò quindi a rimanere immobile, fissando quella figura martoriata e ansimante e ascoltando ciò che la sua retorica aveva da offrirle.

    Se all'inizio l'assassina era annoiata da tutte quelle parole, con il progredire del sermone sempre più punti la colpirono, portando il suo Giudizio sempre più vicino al verdetto finale.
    Lei l'aveva abbattuta, lei l'aveva spezzata, ma lei si era rialzata.
    E non si risollevò da terra come la nostalgica Nullità in cerca del suo passato, ma come una nuova autocoscienza, una nuova consapevolezza.
    La risoluzione, la vera determinazione sembrava aver permeato fin nel profondo quel prima disorientato Nessuno, in cerca di una risposta al Deep Dive.
    La ragazza accettava la sua nuova natura, qualunque essa sia, non le importava, si faceva pervadere dalla sua vuotezza, tale e tanta era la sua volontà.
    Era un nuovo sinolo, con una nuova coscienza e una nuova forma, desideroso solo di proseguire, proseguire Oltre il Sogno, qualunque fosse il prezzo, qualunque cosa il destino, infausto nel passato e incerto nel futuro, avesse deciso di riservarle.

    ...Adesso sono pronta a morire!

    Così concluse la fanciulla per poi gettarsi nuovamente all'attacco come meglio poteva, lasciando Archaya priva di ogni possibile rimasuglio di dubbio.
    Non vi era più alcun bisogno di combattere, d'altronde non erano le sue abilità a dover essere giudicate, ma la sua forza interiore, il motore che muoveva la volontà.
    Quella Nullità, così inconsapevole, come un neonato che si affaccia per la prima volta alla luce, era disposta a morire pur di continuare su quella strada, e altro non serviva alla rossa.
    Il suo verdetto era pronto, e lei non aveva di certo intenzione di rovinare ulteriormente quel bel visino, dato che sarebbe stata l'ultima volta che l'avrebbe visto.
    Non mosse alcun muscolo mentre gli artigli della ragazza si avvicinavano al suo corpo, ma anzi chiuse gli occhi con un sorriso di soddisfazione dipinto in volto.
    Semplicemente scomparve, sparì nel nulla di fronte alla ragazza, esattamente come da quel buio e infinito nulla era venuta, lasciando che il colpo della sua avversaria andasse a vuoto.

    Sarebbero poi passati diversi secondi, concessi dal Giudice al Nessuno in modo che potesse calmare il proprio spirito dalla frenesia dell'attacco.
    Solo allora, quando la ragazza, distrutta dalla fatica, avrebbe smesso di ansimare, la voce femminile e sensuale, proveniente da ogni dove ed a nessun luogo, avrebbe parlato per l'ultima volta a lei.

    Coraggio, volontà e determinazione estrema.
    Non sono caratteristiche comuni nei Nessuno, specialmente se senza ricordi, senza quindi un senso apparente di esistenza, ma tu le hai dimostrate tutte.


    Si interruppe qualche secondo, giusto per non caricare troppo di informazioni la fanciulla probabilmente sorpresa da quell'eco improvviso.

    Vai Susumu, Oltre il Sogno, percorri la strada incerta del tuo destino.
    Hai la mia approvazione, rinasci e inizia la tua nuova vita.


    Un peccato perdere un così bel bel viso senza aver nemmeno assaggiato le sue labbra, ma la frustrazione di Archaya era completamente sovrastata dalla fierezza per aver svolto a dovere il suo compito, per aver nuovamente introdotto un guerriero nella storia dell'eterno conflitto.
    Al termine di queste parole, ogni voce si sarebbe per sempre quietata, mentre il Deep Dive avrebbe cominciato a sfocarsi, divenendo sempre di più un'immagine confusa fino a tramutarsi nuovamente nella realtà, una volta che il Nessuno avrebbe aperto gli occhi.

    Un ultimo post e poi ti valuto.

     
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    Questo era il momento della rivelazione, l'ultimo atto. Sentivo che il mio corpo non aveva più energie e tanto bastavano per terminare quello che avevo iniziato poco prima. Avevo pensato a questa eventualità? Si. E riuscire ad uscirne? No. Come potevo riuscire a pensarci? Alla fine, non ero che una nullità, un moscerino attratto dalla luce ed intrappolato, in confronto alla ragazza dai capelli rossi. Il mio corpo, in questo momento, era prossimo a colpire la ragazza, con i suoi ultimi resumagli di forza. Tutto era deciso da quest'ultimo attacco e tutto era già deciso: non sarei, mai, riuscita a fare qualcosa di concreto. Non potevo aspettarmi altro, da una cosa del genere... eppure continuavo! Continuavo, continuavo... non potevo fermarmi. Continuare era vivere una vita che non provava niente; fermarsi era non vivere.
    Il mio pugno si avvicina sempre più; il mio sguardo vede la sua figura, il suo volto... il suo sorriso. Il pugno arriva al corpo della ragazza e dal terreno si innalzano dei cunei che si intersecano sulla figura della ragazza... od almeno, nel punto in cui si trovava. Le copie svanirono, i cunei svanirono... proprio come la ragazza. Il suo corpo era svanito, come se non fosse mai esistito, quando un momento fa era li, presente, materiale. Un'altra volta come prima? No. Nessun colpo mi viene inferto, mentre il mio corpo non riesce a fermarsi, senza alcun freno ed energie, appena, per vivere. Il mio pugno si scontra con l'aria, facendo cadere il corpo a terra. Le gambe non riescono a reggerlo, d'altronde! Slitta un po' sul terreno, per poi fermarsi su un fianco. Lo sguardo appannato, il corpo dolorante, i polmoni in fiamme, il cuore sfinito... quello che riuscivo a vedere era soltanto un infinito buio dove, prima, si trovava quella ragazza dai capelli rossi. Il mio ansimare era evidente, anche se riuscì a calmarlo, almeno in parte, in non molto tempo. Quando successe, la voce della ragazza mi raggiunge ancora una volta, onnipresente.
    Coraggio, volontà e determinazione estrema.
    Non sono caratteristiche comuni nei Nessuno, specialmente se senza ricordi, senza quindi un senso apparente di esistenza, ma tu le hai dimostrate tutte.

    La sua voce femminile e sensuale si espande. Non ho le forze, neanche, per girarmi e guardare se si trovava dietro di me, ma ero sicura che non si trovasse li. La voce, da come si era presentata, era diversa... questa volta, sembrava provenire da ogni dove... proprio come la prima voce, quella senza un'identità materiale. Forse, erano la stessa persona... forse, la ragazza era una manifestazione... in ogni caso, adesso, la sua voce era ogni dove e non potevo metterlo in dubbio.
    Forse... per un "Nessuno"... qualcuno senza un senso di... appartenenza... è proprio quello... di trovarlo...
    Parole faticose, con i polmoni che fanno ancora male. Le parole escono doloranti, ma non si fermano... sembrava che la lingua fosse la mia parte dominante e che fosse suprema su tutto il resto.
    Vai Susumu, Oltre il Sogno, percorri la strada incerta del tuo destino.
    Hai la mia approvazione, rinasci e inizia la tua nuova vita.

    Se è così... spero di ricordarti... qualcosa mi dice che non ci vedremo... più... almeno avrò un ricordo... in più... da comparare...
    Mentre pronunciavo le parole, mi sentivo strana... le mie stesse parole erano ovattate ed il mio corpo sempre più pesante. Non potevo dire se la mia vista si stava scurendo... era già, tutto, buio di suo! Il mio respiro sempre più lento, mentre il cuore era diventato un eco lontano. Sonno.
    Un ricordo importante... un primo ricordo... per una nuova vita...
    Le labbra non si muovevano più e non sentivo più il mio corpo. I miei polmoni non facevano più male, mentre il cuore non diffondeva il suo battere. Non sentivo niente. Non provavo niente. Neanche la fatica.
    Anche se gli occhi erano già chiusi, fui costretta a stringere maggiormente e portare un braccio davanti al viso, per pararmi da quella luce accecante.
    Ma cosa...
    Inizio ad aprire gli occhi, un po' alla volta. Non cosa facile, in questo momento... la luce è intensa e mi sembrava di aver dormito per un'eternità! Quando iniziai ad abituarmi un po', finalmente, riuscì a togliere il braccio dal viso, per guardarmi un po' attorno. Non c'era nessun'altro, oltre a me, in quel momento. Mi trovo in una piazzetta, circondata da mura e con delle scale che portano a degli edifici. La luce era prodotta da un lampione non molto lontano.
    Dove... dove mi trovo?
    Nel mentre che mi facevo questa domanda, mi muovo. Il mio corpo gira e mi alzo, aiutandomi con le braccia. Nel momento in cui mi rimetto in piedi, un'immagine balza nella mia mente: una ragazza dai lunghi capelli rossi con un sorriso sulle labbra. Pensando a quella ragazza, diverse cose si susseguono, in pochissimo tempo. Parole iniziano a scorrere nella mia mente, fino a che non viene annunciata la mia nuova vita.
    Una nuova vita, è?
    Il mio sguardo vaga nel luogo in cui mi trovavo. Non capivo bene dove mi trovavo e non avevo alcun ricordo, di quel posto. Come se ne avessi molti. In compenso, però, mi accorsi che non ero più stanca e non sentivo male. Mi portai la mano destra al volto per sentire se avevo ancora qualcosa... ma finì, soltanto, con il farmi un graffietto sulla fronte!
    Ahi!
    Naturalmente allontano, immediatamente, il braccio, per reazione... ma riesco, in fondo, a capire che non avevo alcuna ferita, se non quella che mi ero appena fatta.
    Un sogno... che sia stato tutto un sogno?
    La risposta era già pronta, dentro di me, ma venne fuori, soltanto, dopo qualche secondo, dopo che mi ero girata per dirigermi verso quelle scalinate che avevo visto poco prima.
    Mi spiace non averti fatta divertire come avresti voluto... od almeno, mi dispiacerebbe, se potessi provare qualcosa.
    Un fattore inconfutabile... non stavo provando niente, neanche i questo momento. Le opzioni erano 2: il sogno continuava, oppure... non era un sogno sogno. A quanto pare, ho optato per la 2° ipotesi.
    Il mio sguardo si posa su diverse strutture, appena terminata la scalinata. Non è molto alta, ma mi ero fermata a metà, senza rendermene conto, mentre pensavo a quello che era successo. Ripresi a camminare, verso una delle 2 direzioni, dopo alcune parole:
    Un ricordo importante, un primo ricordo, per una nuova vita... una vita dove ti ringrazio per quello che hai fatto. Senza di te, non sarei riuscita ad andare oltre.
    Quello che avrei voluto far sentire alla ragazza, adesso lo stavo dicendo al vento, mentre percorrevo la strada che avrebbe portato al futuro, come se le avesse portate a lei, in modo che potesse sentirle.


    Non so come sia venuto questo messaggio, dato che l'ho fatto ieri sera dopo na giornata in cui avrei preferito uno schiaccia sassi che mi fa un massaggio cinese lol
     
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    »La rinascita

    Valutazione

    CITAZIONE
    Scrittura e interpretazione: Probabilmente il punto peggiore della valutazione, ma entriamo nel dettaglio: il testo presenta in quasi ogni punto diversi errori, a volte lievi, a volte gravi, errori di ogni tipo: ortografici, grammaticali e di sintassi, in particolare un'infinità ripetizioni, sparse ovunque per tutto il testo e fastidiosissime da leggere. Se fossero stati un numero limitato dovuti magari alla distrazione non avrebbero rappresentato un problema, ma nella loro complessità rendono veramente gravosa la lettura, minando in maniera estremamente incisiva sulla scorrevolezza. Molti di questi errori sono probabilmente (o almeno spero) dovuti al fatto che non ricontrolli lo scritto prima di postare, e notando in effetti i tuoi tempi immediati di risposta credo di aver fatto centro sul problema fondamentale. Passando ad altro, dal punto di vista narrativo il testo si presenta estremamente pesante e, molto spesso, logorroico. Nonostante non venga lasciato troppo spazio alle riflessioni e il tutto venga incentrato per la maggior parte sulle azioni, si fatica molto a proseguire a quasi ogni riga, composta praticamente da azioni descritte in maniera stantia e per nulla in grado di coinvolgere il lettore. In generale, molto spesso il testo non è altro che una lista di azioni di Susumu e nulla più: prima fa questo, poi quello ecc.. Gli artifici descrittivi sono rarissimi se non assenti, lasciando il testo ad un livello basso e piatto, oltre che, come ho detto prima, duro da leggere. Dal punto di vista interpretativo il personaggio, salvo i risvolti suggeriti dal moderatore su come svilupparsi, appare totalmente piatto. Non compie riflessioni degne di nota, non fa altro che ripetere gli stessi concetti a rotazione più volte all'interno di un unico post, ed in generale è poco approfondito sul piano introspettivo e psicologico, aspetto d'altronde trattato in maniera estremamente banale, estremamente carente di originalità ed estremamente stereotipato. Mi dispiace, ma non posso che darti un voto pessimo, invitandoti ad un miglioramento, cominciando in primo luogo dal non scrivere tutto di getto.

    »Voto: 4,5/10

    Strategia: Sinceramente non ho capito molto la tua tattica di combattimento. Cerchi disperatamente il Corpo a Corpo contro un nemico palesemente più forte di te, gettandoti nella mischia con statistiche minime, ovvero 20 in Corpo, che equivale sì e no alla forza di un bambino di sei anni, e 40 in Destrezza, ovvero un punteggio comunque sotto la media. Non so, non sono riuscito proprio a comprendere il perché di questa tua scelta di costruzione e di attacco, ma passiamo ad altro: in generale le tue azioni sono sempre state composte da attacchi facilmente schivabili, anche se il PNG in questione non fosse stato Archaya non avrei trovato troppe difficoltà ad evitare ogni tua mossa. Mi riferisco appunto al calcio basso, alla carica da dietro il muro, un continuo gettarsi disperato frontalmente contro un nemico. Il terzo attacco già era migliore dal punto di vista strategico, grazie all'utilizzo delle copie (anche se sfruttate in maniera non corretta, ma di questo parlerò nella lealtà), ma ho comunque trovato superfluo, per non dire inutile, la tecnica Alta usata per creare gli spunzoni ai piedi del Giudice.
    Il punto comunque più grave di tutto ciò è che hai utilizzato in due turni di combattimento tutte le energie a tua disposizione, castando tecniche su tecniche molto spesso inutili o superflue, dimostrando quindi una pessima gestione delle proprie risorse. In generale le basi ci sono, ma va sicuramente vanno sviluppate e migliorate.

    »Voto: 5/10

    Lealtà: Nulla di particolarmente grave, ma non ti sei distinto nemmeno con nessun pregio. Entrando nello specifico, quando hai attaccato per la prima volta il Giudice hai eseguito una rocambolesca quanto improbabile acrobazia con il tuo personaggio nonostante il 40 in Destrezza, ovvero un punteggio sotto la media, ma questo non è un punto estremamente rilevante. Ben più grave invece è stato l'affermare che le copie da te create aumentavano la loro velocità grazie ad un tuo potenziamento nel parametro di Velocità: essendo le copie controllate dalla mente, per renderle più veloci del tuo normale parametro di Velocità ti serve un potenziamento in Mente. Diciamo che è una tua piccola mancanza di comprensione del regolamento, ma comunque nulla di grave. In generale il tuo personaggio è sempre stato coerente con se stesso e non ha mai strafatto, perciò salvo per alcuni errori che ti tirano inesorabilmente giù, non vedo perché non darti un buon voto.

    »Voto: 6,5/10

    »Media: 5,3
    »Premi Ricevuti
    » AP: 5
    » Munny: 250
    » Energia: Susumu rimane energia Bianca.
    » Fama: ///



    Per la moderazione mi spettano 3 AP e 300 Munny.
     
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13 replies since 17/8/2013, 17:45   278 views
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