Notti d'Oriente, Atto I

La Marcia del Fuoco

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    永久の美

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    ZeYy7yt

    Faceva caldo. Più caldo di quanto ne avesse mai percepito in tutta la sua esistenza, che a dispetto delle apparenze non era poi così breve. Il grande astro del mattino insuperbiva ambizioso nell'ampia volta celeste priva della più piccola nuvola, fonte d'ombra e di refrigerio, trionfando nel suo titanico cerchio dando bella mostra della propria livrea dorata e fiammeggiante. Un fiore nel cielo per alcuni, un faro di speranza per molti altri ... ma non lì. Mai lì.
    In un luogo come quello, in cui il semplice respirare diveniva operazione agonizzante, l'aria stessa tutt'attorno satura di calore e di polvere; in un luogo come quello, dove lo sguardo non osava spingersi oltre il naso, per timore di smarrirsi nella linea indistinta dell'orizzonte, forse nemmeno del tutto reale ma semplice frutto dell'estenuante bollore.
    No, in un luogo come quello non v'era piacere che potesse attribuirsi al sole. Alla sua imperiosa e quasi tirannica luminescenza, ai suoi raggi affilati come coltelli, acuminati al pari di temibili lance. Non si poteva più parlare del benevolo angelo che aveva il potere di redimere la terra dalle tenebre, di scacciare i demoni affinché se ne tornassero strisciando nei loro buchi, ma semplicemente di un impietoso aguzzino, che certamente traeva piacere nel veder stramazzare coloro troppo deboli per sopportare il suo spassoso gioco.
    Da poco un altro aveva ceduto al calore ed all'arsura, scivolando sul morbido selciato sabbioso accasciandosi a terra quasi con grazia, nemmeno si fosse appena posato su un morbido materasso imbottito di piume. Non era stato il primo ... né sarebbe stato l'ultimo.
    Eppure, per quanto potesse apparire barbarico, a nessuno era stato permesso di fermarsi ad accudire i moribondi. 'Hanno acqua e provviste in abbondanza' così diceva loro Mahdi 'Sapranno trovare da soli la via del ritorno ... noi non possiamo attardarci.'
    E così proseguivano, sempre più esili nel numero man mano che si addentravano nelle vastità del deserto. Sempre più scoraggiati ... sempre più stanchi. L'unico che pareva non tormentarsi così terribilmente nonostante il chiaro disagio del gruppo era proprio Mahdi, avvolto nelle sue sete semi-trasparenti e fruscianti nel respiro arido del mare di sabbia.
    Lui era riuscito a rimanere tale e quale a come si era presentato quando aveva fornito loro i dettagli della spedizione.

    Aveva volteggiato nuovamente, ricordò Aster, osservando ad uno ad uno i volti dei pochi coraggiosi - o stolti, a seconda del punto di vista - che avevano risposto al suo appello presentandosi sul retro del baracchino che era stato il palcoscenico della sua narrazione.
    Li aveva squadrati, come fosse stato alla ricerca di un qualche cosa a loro del tutto sconosciuto. Il Nessuno non seppe dire se in effetti, compiuto il suo giro, avesse trovato ciò che andava cercando, tanto era indecifrabile la sua maschera di cordialità, ma la cosa che più di tutte lo stupì, fu il suo cortese e naturale tacere riguardo alla sua giovane età. A pensarci bene, nessuno prima di lui l'aveva mai fatto.
    'Lieto di vedere che fra di noi c'è ancora qualcuno pronto a rischiare', li aveva caldeggiati con una smorfia divertita 'Vedrete che, come ho già detto prima, per coloro che giungeranno a destinazione tutte le fatiche saranno profumatamente ripagate.
    Dopotutto, si tratta solo di una marcia nel deserto ... credetemi se vi dico che vi parrà di non aver faticato affatto una volta arrivati alla meta, quando potrete godere dei frutti della vostra operosità'. Il giovane non fu in grado di dire se quella vaporosa informazione avrebbe dovuto agitarlo o tranquillizzarlo, ma le parole del mercante avevano avuto un suono dolce ed ammaliante a sufficienza da convincere tutti i presenti che era il momento di fare i bagagli e di partire. Lui, di certo, non si sarebbe tirato indietro; la posta in gioco era fin troppo alta.

    E dunque eccoli là, a vagare nel deserto in fila indiana seguendo la guida apparentemente sicura ed ottimistica di Mahdi, che mai aveva mostrato l'ombra di un dubbio, che neppure una volta si era voltato indietro domandandosi se avessero imboccato la giusta via. Sul suo volto splendeva in continuazione un sorriso fiducioso.

    " Hey tu ... Mahdi!
    È un secolo che siamo in marcia, quando credi che potremo fare una pausa?"

    Il tono stesso della voce grondante risentimento ed un vago accenno di rimpianto, un omone corpulento aveva fatto accelerare il proprio cammello dal fondo della fila, fino ad affiancarsi al cantastorie; Aster si trovava un paio di animali più indietro, avvolto anch'egli in morbidi tessuti orientali scintillanti di perline.
    Non poté fare a meno di tendere un orecchio, stanco e dolorante suo malgrado dopo aver trascorso tutte quelle ore sul dorso ondeggiante della propria soma.

    " Pace amico mio, e pazienza. Il sole ancora incombe su di noi, e dobbiamo approfittare di ogni momento di luce per proseguire. Di notte il deserto è quanto mai infido, ed è del tutto sconsigliabile aggirarvicisi al buio. Ma non abbiate timore, molto presto le prime ombre della sera baceranno le nostre stanche membra, e potremo goderci il fresco della crepuscolo prima che cali su di noi la gelida coperta delle tenebre. "

    Ancora una volta, la calorosa risposta del pellegrino fu capace di scacciare via un intera nube di pensieri funesti, e l'uomo tutto muscoli tornò a prendere la propria posizione come chiudi-fila della colonna. La sola prospettiva di dover trascorrere ancora più tempo costretto su quell'improvvisata e scomoda cavalcatura costrinse il ragazzo a roteare gli occhi, mentre tentava di imporsi la medesima pazienza che Mahdi aveva consigliato al suo compagno di viaggio. Aveva bisogno di distrarre la mente, solo in quel modo sarebbe riuscito a non perdere le staffe. Così, mimando il precedente avvenimento, si avvicinò egli stesso alla loro guida, lanciandosi un'occhiata alle spalle per accertarsi che nessuno origliasse. Non che ci fosse poi molto da preoccuparsi, erano tutti troppo impegnati a soffrire il caldo e la scomodità, proprio come lui.

    " Ah, mio giovanissimo amico! È un piacere vederti ancora qui fra noi. Devo dire che non mi sorprende affatto vedere che hai resistito ben più a lungo di certi coraggiosi giovanotti che non hanno mai assaggiato il morso del deserto prima d'ora. "

    I suoi denti bianchi scintillarono come perle dietro le labbra scure e carnose, mentre il suo volto si apriva nuovamente in una benevola espressione di spensierata cortesia.
    Molti avrebbero subito preso in simpatia il divertente uomo dell'Est, ma per qualche strana ragione Aster lo trovava fastidioso. Non perché ci fosse realmente qualcosa di cui essere infastiditi, ma più che altro perché non riusciva mai ad interpretare il ruolo del mercante, quale che fosse ... né riusciva a spiegarsi cosa potesse mai sapere, per essere sempre così sicuro di sé con tutti.
    E con lui in particolar modo.
    Iniziare la conversazione non fu facile. Sapeva cosa voleva chiedergli, ma prima di parlare si domandò più volte se quello che stava facendo fosse giusto ... o magari, aveva semplicemente paura di scoprire quale potesse essere la risposta.

    " Mahdi ... perdonami se sono indiscreto, ma non credo di averti mai visto usare una mappa, e mi riesce difficile pensare che tu conosca a memoria una via che in così tanti hanno cercato e ... beh, hanno smarrito, pagando con la vita il pegno di una tale avventatezza.
    Sei un uomo di segreti, non lo si può negare, ma mi chiedevo se volessi condividere con me questo particolare mistero. "

    Bene, il dado era tratto, il primo pedone era stato mosso. Ora non gli restava che attendere la sagace risposta del proprio avversario, non potendo far altro che sperare ... implorare in effetti, che non rispondesse di star seguendo il proprio fiuto, il proprio istinto o altre simili follie.
    Perché, lo sapeva fin troppo bene, in quel caso sarebbero finiti tutti morti arrostiti fra le dune attorno ad Agrabah.
    Come sempre però, la risposta riuscì a sorprendere perfino lui.

    " Un uomo di segreti io? Oh, piccolo Aster, mi fai davvero un torto chiamandomi così! Ti garantisco che non c'è nulla che io abbia intenzione di tenervi nascosto.
    Ma, converrai con me, un bravo cantastorie deve sapere come raccontare ciò che conosce ... nessuna storia vale la pena d'esser narrata se non in modo ... beh, consono ed appropriato al suo sviluppo, non trovi? "

    Si portò una mano davanti al volto mentre ridacchiava di gusto, scuotendo leggermente la testa. Prima di continuare estrasse dalla bisaccia agganciata alla sella una borraccia d'acqua, buttandone giù qualche goccia con parsimoniosa attenzione e passando con precisione chirurgica la lingua sulle labbra, facendo in modo che nemmeno la più piccola gocciolina andasse sprecata e godendosi appieno quel momento che, nella loro situazione, poteva essere considerato sacro.

    " Devo proprio dire, però, che hai un occhio davvero molto attento rispetto agli altri membri di questa allegra compagnia. Ritengo che se anche uno solo dei nostri cari compagni si fosse accorto di questo piccolo ed innocente dettaglio, a quest'ora soltanto Allah sa cosa mi sarebbe capitato!
    Per mia fortuna, sono tutti troppo impegnati a piangersi addosso per il troppo calore ... ma vedrai come lo rimpiangeranno una volta che saranno scese le tenebre.
    Intanto però eccoti qua, a mettermi all'angolo senza che io abbia la benché minima idea di come affrontare la situazione. "

    L'espressione magnificamente affranta che andò a dipingersi sul volto liscio e sbarbato del cantastorie non contribuì affatto a convincere il Nessuno che questi stesse dicendo la verità. Anzi, dubitava sinceramente che ci fosse una situazione per la quale Mahdi non fosse realmente preparato, almeno finché poteva cavarsela con un sorrisetto ed una battuta sottile. Ben più probabile era, invece, che non volesse dirgli nulla.

    " Non dimenticare, piccolo amico, che il nome 'Mahdi' nella mia armoniosa lingua vale a dire "guida sulla retta via". Fidati di me dunque, e rammenta le mie parole: perdersi è il rischio minore in cui possiamo incappare nella nostra ricerca. "

    Probabilmente questo per lui poneva la parola "fine" sulla loro breve chiacchierata, e altrettanto probabilmente in circostanza normali Aster stesso si sarebbe detto che non valeva nemmeno la pena proseguire nell'arduo compito di superare in brillantezza un oratore quale Mahdi. 'Ci saranno occasioni migliori', si sarebbe detto, 'Ci sarà un momento più propizio'. E poi avrebbe lasciato correre.
    Ma ora si trovava in un deserto, con compagnia tutt'altro che gradita, del tutto inconsapevole di dove si stesse lasciando guidare ed infiacchito dalle condizioni notoriamente avverse. Per qualche motivo, non se la sentiva proprio di incoraggiare una simile condotta da parte della guida che avrebbe dovuto condurlo al suo Destino.

    " E dimmi, amico, cosa succederebbe se per caso mi lasciassi sfuggire la mia piccola osservazione col resto del gruppo? Nemmeno uno come te riuscirebbe a trarsi da un simile impiccio tanto facilmente. "

    Tentò di suonare intimidatorio, o almeno questa era la sua intenzione, ma ancora una volta dovette scontrarsi con il buonumore quasi stoico del mercante. Che addirittura non si limito a sorridere, ma rise proprio di gusto, un suono quasi rinfrescante a fuoriuscire dalla sua gola profonda.

    " Non lo farai, e lo sappiamo entrambi credo, mmh? D'altronde, cosa mai potresti ottenere? Innanzitutto, gli altezzosi gentiluomini che rimangono non staranno certo a badare alle parole di un bambino ... e anche se lo facessero, tutto quello che riusciresti a causare sarebbe una baruffa di insubordinati che riuscirebbero solo a rallentarci, senza favorire né me né te. Senza contare che nessuno di loro ti è particolarmente simpatico, su questo non c'è dubbio.

    Oh! Ma guarda, il sole ha già raggiunto la cima delle dune sull'orizzonte! Sembra proprio che il riposo che tutti voi andavate cercando sia infine giunto eh?
    E laggiù ci sono delle palme! Direi che il posto è perfetto! "

    Fece voltare il proprio cammello con un morbido strattone alle redini e richiamò l'attenzione del gruppo con un gesto del braccio; ben presto, tutti gli furono dietro, più che lieti di potersi finalmente riposare.
    Aster rimase a fissarlo inebetito per alcuni istanti, incredulo. Non riusciva a capire come quell'uomo potesse sapere tante cose di lui ... o meglio, di ciascun membro della compagnia. Era stupefacente come tutti loro sembrassero dei burattini nelle sue mani, incapaci di ribellarsi al suo volere; quasi fossero i personaggi di una storia che il mercante dell'Est stava scrivendo, decidendo con calcolata precisione le azioni di ciascuno di loro. E la cosa più frustrante, era che per il momento non poteva farci nulla.
    'La missione', ripeté mentalmente quasi stesse seguendo un mantra, 'La missione prima di tutto'.
    Lo odiò.
    Lo disprezzò.
    Contemplò di tormentarlo pur di conoscere il suo segreto.
    Ma alla fine, tutto ciò che fece fu, ancora una volta, seguire la sua guida. E quando se ne rese conto, dovette sforzarsi davvero molto per non perdere le staffe.

    ~~x~~

    LqOrEmh

    Quella sera, dopo che si furono accampati ai piedi delle grandi palme sistemandosi in un rudimentale accampamento, Mahdi cantò loro una canzone attorno al fuoco, accompagnando la propria voce con una sorta di piccola chitarra che aveva tirato fuori da una delle tante borse agganciate al proprio cammello.
    Dapprima non fece altro che pizzicare placidamente le corde, lasciando che i suoni vibranti prodotti dal suo strumento impregnassero la consistenza stessa delle tenebre tutt'attorno, rischiarate appena dal falò che avevano acceso. Poi, man mano che il motivo misterioso e strisciate proseguiva, parve quasi che nuovi timbri, nuove intensità si aggiungessero alla melodia prodotta dal cantastorie, finché sembrò che a tutti gli effetti un'intera piccola orchestra lo accompagnasse nella propria esibizione.
    Eppure, annebbiati da quella melodia morbida ed avvolgente, provati dal viaggio e dall'arsura, nessuno dei sopravvissuti si diede pena di chiedere perché quel misterioso trucco stesse avvenendo.
    Almeno, non dopo che alla musica andò ad unirsi la voce del mercante.

    Spira il vento nel deserto,
    calda è la sua carezza d'amante.
    Sorridon gli avventurieri del suo timido bacio,
    guardando il sole calare all'orizzonte.
    Urrà, urrà! Gridano in coro.
    La notte è infine arrivata.

    Di nero allora si tinge il deserto,
    di raso le sue spire ossidiana.
    Di pece le sue sabbie un tempo dorate.
    E allora, oh oh oh,
    veleggian nell'aria dubbi e domande.
    E allora, oh oh oh,
    Si levan gli sguardi verso una luna che non c'è.

    Oh, ombre, dolce ristoro per membra affrante,
    dite: cosa portate ai mesti girovaghi?
    Quali vostre gesta narrerete?
    Quali segreti bisbiglierete loro?
    Oh, ombre, lento ondeggiare corvino ...
    Dite: quest'oggi, cosa farete?

    Lentamente, la voce dell'Orientale calò di volume, calando man mano che le strofe si susseguivano l'una dopo l'altra fino a raggiungere quello che era nulla più di un sussurro.
    Infine, dopo che anche la musica ebbe cessato, riverberi sonori ad aleggiare attorno a loro come entità concrete, sull'improvvisato accampamento calò il silenzio. Un silenzio cupo, inquieto.

    " Suvvia amici, non mostrate simili musi lunghi!
    Capisco che non era la più allegra fra le melodie, ma mi è parsa adat ... "

    Frrsssccc ...
    Un bisbiglio confuso a rosicchiare il silenzio. Un rimbombare vuoto, profondo. Monocorde. Solo quello udirono gli uomini, come il sibilo prolungato d'un serpente che attentasse alle loro vite; che nel medesimo istante si trovasse lontanissimo eppure proprio là in mezzo a loro. Ed il suono che si protraeva, viscido e sbagliato, come lo strisciare d'un ventre intriso d'olio e sporcizia.
    Frrsssccc ...
    Ancora ed ancora.
    Poi, dopo uno scricchiolare agghiacciante, una e mille voce ripresero a cantare laddove Mahdi aveva taciuto, annunciandosi con un risolino di sinistra malizia acuto come quello di un bambino e profondo come il respiro di una montagna.
    Spira il vento nel deserto,
    pungente il suo soffio gelido.
    Sorridon le Ombre del suo angosciante spirare,
    guardando il sole svanire all'orizzonte.
    Urrà, urrà! Gridano in coro.
    La notte è infine arrivata.

    Eccole allora correre e saltare,
    nel ventre della madre ridere e giocare.
    Le Ombre son giunte per danzare.
    E allora, oh oh oh,
    chi osserverà il loro svelto balzare?
    E allora, oh oh oh,
    chi accetterà il loro abbraccio mortale?

    Oh, le sentite? Eccole, eccole arrivare.
    Le sabbie si aprono, le stelle si spengono.
    Le ombre vengono per guardare.
    Le ombre vengono per toccare.
    Le ombre vengono per mangiare.
    Le ombre vengono per restare.

    ... Ih ... ihih ih ... ihihih ... ihihihihihih ...
    Solo allora, come il rombo di un tuono che squarci il piovischio nebuloso della tempesta, un urlo di puro terrore proruppe dal cerchio di uomini, mentre mani invisibili afferravano l'omaccione dal volto burbero trascinandolo nelle tenebre, come affogandolo in un mare di pece che lentamente avanzava verso di loro, circondandoli.
    E all'improvviso fu il putiferio.
    I cammelli si rizzarono come impazziti, le bocche schiumanti, gli occhi spiritati, fuggendo in tutte le direzioni e trascinandosi dietro coloro che per disgrazia finivano tra le loro zampe snodate.
    Allo stesso modo gli uomini balzarono sul proprio posto, sommando il proprio grido di orrore alle voci che oramai si dipanavano ovunque attorno a loro, le creature che li provocavano a divincolarsi nel buio, nel tentativo quasi ebbro di ghermire una preda.
    E tra le urla pazze di terrore e i lamentii senza senso delle entità oscure, in pochi momenti furono in molti a scivolare via, sparendo nel nero.

    Aster non seppe dire che cosa lo colpì allora, ma qualcosa lo mandò a ruzzolare a terra, il volto a strusciare sulla sabbia, granellini ruvidi ad appiccicarsi laddove era sgorgata un scia purpurea di sangue. La sua vista già limitata dal buio si riempì di puntini bianchi, mentre arrancava verso una direzione ignota trascinandosi con le braccia al pari di un verme.
    Avvertì un brivido dentro di sé, una scossa aliena proprio là all'altezza del petto, dove un tempo risiedevano al contempo il suo più grande dono e la sua più atroce debolezza. Non capiva che cosa fosse, c'era troppa confusione ... non riusciva a pensare, ad elaborare un pensiero, una strategia. Aveva ... aveva paura.
    Annaspò nella sabbia senza voltarsi indietro, scosso da quel tremito muto che in un momento, un solo vago istante, era stato capace di far breccia attraverso tutte le sue difese e colpire laddove tutte le sue protezioni andavano a cedere.
    Aveva paura di morire.
    Poi qualcosa si avvinghiò alla sua gamba, una stretta feroce ed artigliata, come la presa rapace di un aquila che afferri fra le zampe la preda inerte. Futili furono i suoi sforzi di tenersi a galla, mentre il demone lo trascinava indietro sui proprio passi, lunghi solchi laddove le dita esili del Nessuno avevano tentato di trovare un appiglio sulla sabbia. Ma non c'era nulla da fare, non ce la faceva a resistere.
    Il respirò gli si mozzò in gola, gli occhi cremisi si spalancarono nel vuoto come un'anemone purpurea. Voleva gridare aiuto. Voleva implorare.
    Ma nessuno venne.
    Come sempre, nessuno si schierò dalla sua parte.
    Solo una parola allora, solo un concetto nella sua mente sfregiata, consapevolezza fin troppo terribile perché l'ammettesse senza disperarsi: morirò.
    Poi un tocco sulla spalla, uno strattone e qualcosa lo fece voltare, il suo alito inconsistente a lambirgli il volto come dita esili e sottili ... gelide.
    E poi occhi ... occhi pallidi nelle tenebre.

    KBqmz1h

    Lo scrutarono, lo osservarono avvicinandosi sempre di più, inchiodandolo al suolo come se tutti i suoi muscoli avessero improvvisamente ceduto. E così il bianco si specchiò nel rosso, tingendosi di sfumature screziate di rubino fino a che sguardi identici non si scontrarono nel buio, in una contesa eterna ed effimera al contempo.
    Non più allora il rumoreggiare del deserto, il trambusto scomposto della battaglia o l'olezzo fetido della paura. Non più uomini, non più ombre e non più animali. Solo punti luminosi in un mare nero come la notte, profondi come la vastità dell'universo.

    Aster ...
    Non dimenticare, non dimenticare mai.
    Sei il vessillo di qualcosa di più grande.
    L'incarnazione di un ideale più profondo.
    Il terreno di un seme destinato a prosperare.

    Voci confuse in quel limbo senza uscita, suoni cedevoli e impalpabili come lo sbattere d'ali di una farfalla. Lo chiamavano, lo costringevano a rimanere sveglio. 'No! No! lasciatemi andare!' solo questo avrebbe voluto, che lo abbandonassero al suo destino, a quel lento scivolare al di fuori dei sensi, oltre il pensiero. A toccare il fondo.
    Ma loro non volevano obbedirgli.
    Tornavano ancora ed ancora, più forti di prima.
    Più violente.
    Cominciavano a fargli male.

    Aster ...
    Tu non chiuderai gli occhi.
    Tu non volterai il capo.
    Tu sfiderai l'abisso,
    e ne riemergerai.

    Ed io sarò con te.
    Con te ... o al tuo posto,
    se ti rivelassi troppo debole per l'adempimento del progetto.
    Aster, sorgi mio 'solo' sovrano.

    E fu allora che la tinta omogenea del rosso tremolò, si sfece come goccia di colore lasciata cadere sulla superficie di uno stagno, distendendosi, stiracchiandosi fin quasi a perdere consistenza.
    E d'un tratto, all'improvviso, sopra di lui comparve nuovamente il cielo, si tinse nuovamente il profilo svettante delle palme, la consistenza granulosa del deserto.
    Davanti a lui, i medesimi occhi privi di vita, questa volta contratti ... sofferenti. Questa volta terrorizzati.
    E allora un unico grande grido di orrore si levò alto nel cielo, squarciando il velo stesso dell'esistenza come in una cacofonica deflagrazione della realtà. E le Ombre si ritirarono, e le ombre li abbandonarono; e le ombre fuggirono davanti a loro. Davanti a lui.

    ~~x~~

    Oh quale gaudio sarebbe allora svegliarsi e constatare che no, nulla di tutto ciò in realtà sia mai avvenuto. Quale piacere schiudere gli occhi su un mondo che è tanto più simile a come era stato pensato al principio di quanto lo sia mai stato prima.
    Un lussureggiante giardino, fiori colorati e piante d'ogni tipo a fare da cornice di vita ad un coro celeste fatto di luci argentate e voci soavi.
    E lassù, proprio nel bel mezzo di tutte le cose, un bel Signore altero e sereno ammantato d'oro e di opali, il volto una benevole espressione di altera serenità e comprensione.
    Per una volta.
    Per quell'unica volta.

    Ma no, no davvero!
    Andrebbe totalmente contro ogni cosa precedentemente macchinata. Contro ogni piano e ogni singolare progetto.
    Non c'è sul serio un Eden del genere, è null'altro che il frutto inacerbito della tua fervida e fin troppo consistente immaginazione. Dietro alla quale si cela solo una tenebra più grande di quella che pensavi d'aver rischiarato.

    Svegliati allora, torna in te.
    C'è ancora così tanto da dire.
    Così tanto da fare.

    Svegliati!

    Svegliati!


    Svegliati!


    " ... ster. Svegliati Aster! "

    Ancora una volta, qualcuno lo trascinò sulle rive morenti e confuse della realtà. O forse qualcuno ve lo spinse... non avrebbe saputo dirlo con certezza. L'unica cosa che vide, quando aprì gli occhi, fu il baluginio arroventato di un raggio di luce e il profilo nebbioso di un volto tutto sommato familiare.
    Un volto scuro e caldo, un volto un tempo sorridente ed ora affranto.
    Sopra di lui c'era Mahdi, il cantastorie, l'uomo dell'Est. Lo stava scuotendo per una spalla con delicatezza, ma con la decisione tipica di chi è consapevole di non poter perdere altro tempo.
    Sebbene gli costasse più fatica del previsto, Aster poggiò a terra un braccio e si mise seduto, avvertendo sulle labbra un sapore umido. Mahdi doveva avergli dato da bere, intuì.

    " Oh, rendiamo grazia ad Allah!
    Stai bene amico mio, ce la fai a muoverti? Svelto, dobbiamo andarcene di qui. Non so come, ma sono riuscito a recuperare un paio di cammelli. Noi siamo in cinque, ma se ce li dividiamo sono certo che riusciremo a raggiungere nuovamente Agrabah. "

    Il volto del mercante era spento, emaciato. Tutto il fuoco che vi ardeva prima era stato soffocato dalle tenebre la notte precedente e ora di lui non rimaneva che un omuncolo qualunque, terrorizzato ed incapace di ragionare. Le sue lunghe vesti, che un tempo danzavano a mezz'aria al ritmo del vento erano strappate in più punti, evidenti chiazze di sangue a sporcarne i merli pregiati, le perline un tempo scintillanti ed ora lorde di sporcizia. Il velo pallido che un tempo copriva il suo volto proteggendolo dal sole era ormai nulla più che uno straccio inservibile.
    Poco dietro di lui, tre giovani uomini più o meno nelle stesse condizioni stavano armeggiando con le cavalcature, un velo di frenesia sugli occhi ed un tremito allarmato ad ogni movimento.
    Quindi ... quindi stavano fuggendo? Stavano seriamente pensando di abbandonare l'impresa, ora che chiaramente erano giunti così vicino al suo epilogo? Era vero, i sacrifici c'erano stati, e pure molti a dirla tutta; ma che ora si pensasse seriamente di fuggire gli sembrava assurdo. Il ragazzo si tirò in piedi, un paio di passi per riassestare un equilibrio che tardava a giungere, e poi si esaminò con più cognizione, immaginando di trovarsi più o meno nelle medesime condizioni degli altri sopravvissuti.
    Eppure, nonostante lo strascico carminio che gli sporcava qua e là il volto, con tutta probabilità lavato via alla meglio da Mahdi mentre tentava di svegliarlo, le vesti donategli dal mercante per proteggerlo dal sole non erano lacere o strappate. Forse un poco sporche e spiegazzate più di come ricordasse, ma tutto sommato integre, intonse.
    Non ricordava con precisione cosa fosse successo la notte precedente, però c'era una cosa che non riusciva togliersi dalla mente: quegli occhi così simili ai suoi eppure così dissimili, quella forma di tenebra concreta e poi quell'urlo di puro ed onesto terrore. Dopodiché rammentava solo un vortice di pece in rivoluzione su se stesso che agonizzava nel buio prima di svanire come nella fuga disordinata di un esercito sconfitto.
    Da lui ... le ombre erano fuggite da lui. Perché?
    Non poteva andarsene senza scoprirlo; anzi, non poteva andarsene affatto. Il suo Destino lo attendeva, ma avrebbe potuto raggiungerlo solo continuando, solo proseguendo in quella marcia dilaniante, senza arrestarsi per timore o codardia. E non avrebbe permesso a nessuno di impedire che 'il progetto', si realizzasse, quale che fosse.

    " Andarcene? No, non credo proprio.
    Se davvero è sufficiente così poco per convincervi a tornare indietro con la coda tra le gambe come cani bastonati, allora non sareste dovuti venire affatto. E tu Mahdi, proprio tu che ostentavi sempre quel sorrisetto arrogante, ora avresti il coraggio di tornare indietro, con la coscienza di aver trascinato più di quindici uomini alla morte senza neppure aver conseguito il tuo scopo? "

    Strinse le labbra in una smorfia di incredulo disgusto, la pupilla a guizzare sui volti dei compagni come una saetta di sangue. Inconsapevole disprezzo a traboccare da quel contatto così superficiale, eppure capace di solleticare l'anima, di rodere nel profondo dello spirito. Di far a pezzi e maciullare qualsiasi cosa sul suo cammino, se necessario.
    Ma appariva evidente che oramai fosse la paura a governare fra loro, e non più il buonsenso.

    " Tu sei pazzo! Razza di moccioso che non sei altro, forse non hai capito bene in che genere di situazione ci troviamo. Siamo riusciti a salvarci la vita a stento, e abbiamo salvato talmente poche provviste che probabilmente moriremo di fame prima di poter raggiungere qualsiasi segno di civilizzazione.
    Non ho davvero intenzione di buttare quelle poche speranze che ci rimangono per soddisfare i tuoi fottuti capricci! "

    Il Nessuno non si fece impressionare da quell'esplosione di rabbia, null'altro che un evidente segno di debolezza da parte dell'uomo, sufficiente però a fargli capire che cercare di ragionare con loro sarebbe stato del tutto inutile. Erano arrivati ad un punto tale che la paura dell'ignoto davanti a loro poteva essere sopraffatta solo da una paura ancora più profonda.

    E allora Aster fu di nuovo Aster.
    La maschera calò da lui come un velo di candida beltà,
    mirabolante imbroglio che fino ad allora l'aveva reso il più affabile dei sorrisi,
    e che ora lo scopriva rivelando ciò che era.
    Che finalmente metteva in luce la sua vera natura, le vere trame intessute sotto lo svolgersi di quell'impresa.

    E nell'insensato ridondare di un brivido dimenticato, di un godimento forzatamente acquietato e trattenuto in se medesimo, la vera natura del fanciullo esplose in tutta la sua selvaggia irragionevolezza, sibili e sussurri a frullare nel caldo vento secco come schiocchi di una frusta, come lame d'aria che se ne schizzassero in tutte le direzioni solo per poi essere tirate al loro posto da un invisibile elastico, continui ritorni e ritornelli della medesima intelaiatura di follia.
    Tinta bruna nell'aere allora, un pulviscolo d'ossidiana venne a cadere dal cielo soffice ed impalpabile eppure temibile come piaga d'Egitto, mentre i contorni del panorama tutt'attorno andavano ad assumere i connotati un po' grotteschi un po' contorti di un mondo che di momento in momento perdeva cognizione di se stesso e delle sue regole, sabbia come polvere di topazio a fluire verso l'alto come in una clessidra al rovescio.
    E allora, solo allora, nel preciso istante in cui le fattezze del reale andavano mescolandosi e stropicciandosi in un'esibizione di allucinante incredulità, dalle sabbie che attorno a loro se ne andavano verso il coro celeste abbandonandoli in una bolla di irrealtà, eccole sorgere di nuovo le ombre. Le sue ombre.
    Ed ecco risorgere il tono di comando, la presunzione supponente. Il morso di tenebra.

    " Può darsi invece che siate voi a non aver capito in che genere di situazione vi troviate. Non so quale demone della stupidità vi abbia posseduto per farvi credere che 'Aster il bambino' fosse solo ... 'Aster il bambino', ma vi garantisco che la vostra visione delle cose è per me del tutto irrilevante.
    Fate della vostra vita quello che preferite, ma Mahdi e i cammelli proseguono il viaggio con me. Non c'è bisogno che vi dica quante speranza avete di tornare vivi senza entrambi. "

    Ed eccola fiorire di nuovo come escrescenza di tenebra, come ferita nel quale venga rigirato il proverbiale coltello, l'imago stessa della paura, tale quasi da raggiungere l'estremo; la paranoia.
    Finanche a trasformarsi in costrizione, flusso di azioni in cui fantocci privi di vita e volontà vengano trascinati loro malgrado verso ciò da cui vorrebbero con tutto se stessi fuggire.
    Fu allora che vide le spade, che colse il baluginio dorato del sole sul lucido metallo ricurvo delle sciabole. Fu allora che tre affilati pezzi di metallo vennero puntati all'unisono contro di lui, nella pallida ed assai poco convincente imitazione di una minaccia. Ma una lama è pur sempre una lama.

    " V-va a farti fottere piccolo demonio!
    Se vuoi andare a morire vacci da solo, noi non cercheremo certo di fermarti.
    In caso contrario, preparati a morire lo stesso. "

    Ancora una volta, la debolezza della minaccia gli scivolò addosso come una brezza estiva, con lo stesso effetto che questa avrebbe su una statua di marmo gelido ed inscalfibile. Sbatté piano le palpebre un paio di volte, come a voler scacciare un pensiero fastidioso poi, senza degnare d'ulteriore attenzione i tre stolti che avevano avuto la presunzione di muovere guerra contro tutto ciò che lui rappresentava, Aster si voltò verso Mahdi, scivolato a terra di fronte alla sconcertante dimostrazione di potere del ragazzo. Gli occhi spalancati, la bocca aperta in quella tipica espressione in tralice, incapace di stabilire se stesse sognando o se invece ciò che vedeva fosse reale.
    Era lui la chiave di tutto, quindi l'unica risposta che gli interessava per decidere come comportarsi era solo e soltanto la sua.

    " Tu invece cosa ne dici, amico? Accetti di continuare a farmi da guida verso il luogo che ci eravamo prefissati sin dal principio, o preferisci affiliarti con questi cialtroni?
    Medita bene su ciò che dirai, ci sono molte cose in gioco a questo punto e come hai visto il tempo di scoprire le carte in tavola è ormai arrivato. "

    Gocce di sudore imperlavano la fronte del mercante, come piccole gemme su una superficie che di momento in momento si faceva più pallida. 'Anche lui ha paura', vide Aster, 'Anche lui mi teme ... anzi, più degli altri, perché come sempre, ha capito qualcosa in più.'
    La consapevolezza di avere un tale ascendente sugli altri lo inebriò, gli fece percepire lungo il collo un inequivocabile brivido di piacere, mentre osservava il volto del cantastorie piegarsi prima verso l'alto e poi verso il basso, con fare spigoloso.

    " Io ... io sono con te. "

    Solo questo riuscì a dire, mentre si rialzava e lentamente, con la medesima cautela con cui un animale si avvicina per la prima volta al fuoco, si spostava verso di lui, mettendosi al suo fianco.

    DaDAFAX

    " Molto bene allora ... "

    Sussurro stiracchiato, Aster si voltò ad affrontare l'unico intralcio rimanente, l'immobilità della sua persona a non lasciar presagire nulla di ciò che sarebbe seguito. I tre che si erano opposti erano ancora là dove li aveva lasciati, immobili e stupefatti dalla risposta del cantastorie, oramai privi del tutto di ogni speranza. Sotto di loro, dalla sabbia, solo uno sbuffo ambrato a macchiare l'atmosfera, mentre ai loro piedi il miasma impalpabile andava ad assumere la consistenza di solide catene argentate, a risalirne lentamente le gambe fino ad avvolgersi lungo il bacino; e poi su, lungo le braccia e sino alla testa, finché per essi non fu più possibile muovere neanche un muscolo e poterono solo caracollare a terra privi di appoggio, le lame che poco prima erano state la loro forza a giacere nella sabbia come reliquie oramai del tutto inutili e prive di valore.
    E allora vi fu chi pianse, chi implorò di essere perdonato e risparmiato o chi semplicemente gridò al mondo, rivolgendosi a tutti ed a nessuno in particolare. Lentamente, sempre più in giù nel deserto, le sabbie che ora tornavano a fluire come di consueto sopra di loro. Granello su granello, fino a che i legacci che li trattenevano non li ebbero trascinati giù nell'oscurità, le ombre quali uniche accompagnatrici di quell'ultimo viaggio verso le viscere della terra.
    Poi venne la morte il Silenzio.

    " Andiamo Mahdi. Non ho certo bisogno di te per capire che siamo molto vicini alla meta. E prima arriveremo, meglio sarà per entrambi.
    Finalmente potremo soddisfare il nostro desiderio ... finalmente riusciremo a raggiungere il Gel'eh Aleqadey, la corte del Giudizio. "

    Fu meccanicamente che l'orientale si avviò verso i cammelli rimasti eppure, pur nell'estrema insicurezza dei suoi movimenti, Aster fu certo di aver colto una scintilla nel suo sguardo che aveva riacquistato giusto un poco della sua iniziale luminosità. Ma in quel momento, v'erano talmente tante cose a turbinare nella sua mente, che neanche volendolo riuscì a dargli importanza.
    C'erano quasi ... ancora un piccolo sforzo ed ogni pezzo del puzzle sarebbe andato al suo posto.

    ~~x~~

    Infine, quando il torrido rosseggiare del sole stava andando ad annunciare l'ora del suo imminente tramonto, il panorama davanti a loro subì un mutamento. Lentamente, il susseguirsi incessante di dune, di impervie salite e pericolose discese attraverso i possenti tumuli di sabbia plasmati dal vento venne sostituito da un paesaggio più dolce e pianeggiante, come se qualcuno si fosse dato pena di lavorare la sabbia affinché si ottenesse quella specifica forma.
    Era di nuovo Mahdi a guidare, ma questa volta il suo viaggiare procedeva silenzioso, nessuna battuta di spirito o espressione sagace ad allietare i morsi del deserto. Non che per Aster avesse importanza, naturalmente; erano vicinissimi, questo lo sentiva dentro di sé come se un secondo cuore pulsasse sempre più forte ad ogni loro passo. E questo era tutto ciò a cui riusciva a pensare, come se un germe si fosse annidato in lui e gli impedisse di focalizzare la sua attenzione su cose che non fossero il Gel'eh Aleqadey.
    Sentiva ... sentiva come se qualcosa lo stesse chiamando, risuonando con sempre maggior potenza, tanta da rimbombare nel suo stomaco come l'incedere violento di un grande tamburo. Una sensazione curiosa, al contempo opprimente e beatificante. Una sensazione quasi tangibile che, chiudendo gli occhi, riusciva quasi a scorgere davanti a sé, sebbene non avesse forma concreta a cui appigliarsi.

    " Aster, guarda laggiù! Non ... non ti sembra che quella sabbia sia diversa? E quelle sono ... colonne? "

    Il richiamo del cantastorie giunse più concitato di quanto il Nessuno si sarebbe aspettato, ed affiancandoglisi per scrutare l'orizzonte giurò di rivedere un po' di quella luce che l'aveva abbandonato dopo la fatidica notte. C'era qualcosa in quell'uomo ... qualcosa che non avrebbe mai capito. In effetti però aveva ragione, socchiudendo gli occhi vide a stagliarsi contro il sole esattamente quello che aveva detto l'uomo dell'Est; e non potevano di certo aver avuto entrambi la medesima allucinazione.
    Si avvicinarono con circospezione, consci dei pericoli e resi più cauti dall'esperienza vissuta fin troppo poco tempo prima. Ma per quanto andassero avanti, non pareva accadere nulla di straordinario o inaspettato. Perfino il pulviscolo sabbioso mosso dal vento sembrava essersi chetato, tanto che oramai riuscivano a vedere la loro meta con chiarezza inaspettata, il rosso anemone dell'astro celeste a tingere i contorni di ogni cosa d'una sfumatura sanguigna.
    Si trattava di ... una piattaforma circolare ad emergere tra le sabbie, il colore giusto un poco più scuro rispetto al deserto circostante. La sua intera superficie era percorsa da bassorilievi di cerchi più piccoli, fra i quali l'intero spazio era percorso da incisioni di stranissime rune dalla forma complessa ed arricciata. Lungo il perimetro dell'improbabile pedana si innalzavano invece sette larghe colonne, anch'esse percorse dai medesimi intarsi; dalla loro cima, in cui erano scolpite in maniera stilizzata delle ali d'aquila, pendevano lunghe catene d'argento fin quasi a raggiungere il piano del suolo. Ma la cosa più straordinaria, era la totale assenza di rumore. Persino l'esile suono prodotto dai loro passi sulla sabbia veniva in qualche modo attutito ed ovattato e nonostante tutto pareva un terribile insulto all'omeostatica perfezione di quel luogo che altro non poteva definirsi se non 'sacro'.
    Non c'era però da stare allegri, affatto. La pedana era infatti solo ... una pedana. La sua superficie finemente lavorata non presentava alcun genere di ingresso o entrata, né le colonne sembravano suggerire la presenza di passaggi segreti o altro. Dopo il timore iniziale, Aster e Mahdi percorsero la piattaforma più e più volte, senza mai trovare nulla che suggerisse loro alcunché.

    " Tutta ... tutta questa fatica per nulla? Per uno stupido monumento in mezzo al deserto?
    Non può essere. Non è possibile che un luogo così protetto non valga più della pietra con cui è costruito! "

    Il tono del cantastorie stava lentamente tornando ad acquisire la sua brillantezza iniziale, come se il suo andare avanti nell'avventura fosse sufficiente a permettergli di dimenticare ciò che aveva visto o vissuto. Ora che davvero avevano trovato quello per cui erano venuti, ora che aveva visto di non star inseguendo un'illusione o una chimera, tutto per lui pareva aveva assunto un differente valore.
    'Inoltre ha ragione', rilevò Aster, 'Quelle ombre ... e questa sensazione che percepisco ... non possono essere frutto della fantasia. Potrebbe succedere ad altri, ma non a me. Dev'esserci qualcosa che ...'

    Frrsssccc ...
    Fu allora che lo udì di nuovo, quel sibilo che per loro aveva significato morte e dolore. E prima ancora che potesse agire, anche solo per gridare al mercante di fare attenzione, furono nuovamente circondati. Come onde corvine che si sollevino da un abisso, fumi color catrame presero a fuoriuscire dai bordi della piattaforma, fino ad assumere la consistenza informe di figure umanoidi dal profilo grottesco, tutt'attorno a loro. Ma questa volta non vi furono risate, grida o gorgoglii ad accompagnarne la venuta; se ne stavano semplicemente ferme, guardando innanzi a loro forse senza vederli affatto. Poi una di loro si mosse, facendosi avanti dalla settima colonna, quella di fronte alla corta passerella di pietra che li aveva condotti là. E ad ogni suo passo, lettere scure e fumose comparvero attorno al suo corpo di tenebra sino a che, in un vorticare confuso, si rimescolarono davanti a loro a formare una specie di messaggio.

    Da coloro che dimostrarono la Temperanza fu creata la Corte del Giudizio,
    per coloro che cercano la Temperanza.
    Da coloro che perseguirono la Giustizia fu eretta,
    per coloro che cercano la Giustizia.
    Da coloro che vollero imporre l'Ordine venne alla luce,
    per coloro che cercano l'Ordine.

    Da coloro che scrutarono nella Verità fu sprofondata nelle Tenebre,
    per coloro che cercano la Verità.


    . . .
    E la Corte riconosce i suoi fedeli, ricacciando quelli che sono indegni di perpetrare il suo scopo.
    Coloro che desiderano entrare, non hanno che da farlo.
    Ed essere anch'essi giudicati.

    Poi le lettere tremolarono, si sfaldarono piovendo a terra come pezzi di carta bruciata, dissolvendosi a contatto con il terreno in una nuvola di polvere ossidiana. E con esse svanirono le ombre, dissipandosi come un miraggio trascinato lontano da un vento che non c'era. E laddove s'era fatta avanti la creatura del messaggio, proprio al centro della pedana, la superficie pietrosa del Gel'eh Aleqadey cominciò ad incresparsi, fino ad assumere la consistenza vetrosa di uno specchio opaco, incapace di riflettere tanto la luce quanto le figure dei due che lo stavano osservando.

    " 'Da coloro che scrutarono nella Verità fu sprofondata nelle Tenebre,
    per coloro che cercano la Verità.'

    Ora che mi hai portato fino a qui Mahdi, sei libero di fare della tua vita quello che vuoi. Hai fatto per me esattamente quello che avevi promesso e per questo hai la mia più profonda gratitudine.
    Per quanto riguarda me, l'interno della Corte mi attende. "

    Fu strano per lui pronunciare quelle parole. Lo disse come uno che sussurri nel sonno, lanciando un'ultima occhiata in tralice al sole morente, oramai più viola che rosso. Chissà, forse nemmeno lui aveva mai davvero creduto che si sarebbe giunti a quel punto; e ora che c'erano, non aveva nulla di speciale da dire.
    Si congedò da Mahdi con un cenno del capo e fece per avvicinarsi al passaggio traslucido. Ma ad interrompere quel momento solenne, fu proprio la risata divertita dell'orientale.

    " Tutto questo è stato qualcosa di davvero straordinario. Non credevo che avrei mai vissuto abbastanza da riuscire a vedere con i miei occhi cose di questo genere.
    Ed è tutto merito tuo, amico mio.
    Se pensi che dopo aver fatto tutta questa strada riuscirai a rimandarmi indietro ti sbagli di grosso. Grazie a te ... o forse per colpa tua, ho sperimentato realtà che andavano oltre persino alle mie tante favole. Se davvero sei stato in grado di darmi tutto questo, soltanto Allah sa cosa mi mostrerai in futuro.

    Molti mi considererebbero pazzo per questo ma ... Aster, Sovrano dell'Incredibile, se me lo permetterai io ti accompagnerò anche in questo nuovo viaggio. "


    ~~x~~

    E così il mercante ed il bambino si avviarono insieme verso l'ignoto, offrendosi alla Corte affinché li giudicasse. E mentre il buio si richiudeva sopra di loro come un velo, il Nessuno ripeté per l'ennesima volte le fantomatiche parole: 'Da coloro che scrutarono nella Verità fu sprofondata nelle Tenebre,
    per coloro che cercano la Verità.'
    Perché una volta toccato il fondo si può solamente risalire.



    Promemoria, promemoria per me: mutilarvi dop ... no aspetta, non intendevo questo °3° Promemoria per me: quando voglio partecipare ad un Contest, devo pensarci per tempo, che a fare le cose di corsa si ottengono strani risultati.
    Boh, che dire, questo scritto mi lascia un po' perplesso. Ci sono alcuni punti che mi piacciono tremendamente, ed altri che invece mi lasciano un po' confuso ... non che siano brutti, ma forse avrebbero potuto essere trattati con maggiore dovizia di particolari :'D

    In ogni caso, tentiamo di dare un paio di delucidazioni sulla Quest, tanto per allungare questo racconto già vagamente biblico.
    Anzitutto, partiamo dal titolo: "La Marcia del Fuoco". Tali parole non devono essere lette solo in chiave letterale, e quindi in riferimento al viaggio nel deserto (che poi non è assolutamente l'elemento fondamentale del racconto), ma più che altro come un fuoco interno; un fuoco metaforico inteso come quello di Eraclito, come elemento mobile e distruttore che continuamente muta portando a nuove prospettive per quanto riguarda il confronto fra personaggi (non solo Aster), e dei personaggi stessi con ciò che li circonda.
    Secondo tale principio, il testo si può dividere in vari filoni:
    1. In cui risalta la figura di Mahdi ed i dialoghi - quasi monologhi - che ha con gli altri personaggi.
    2. In cui si dovrebbe avvertire l'ansia del buio e dell'ignoto, fautore di azioni terribili capaci di sconvolgere nel profondo coloro che si perdono in esso. È naturale dunque che siano le Ombre prive di qualsiasi connotato concreto e qualsiasi elemento di BG ad avere la supremazia.
    3. In cui Aster, fino ad allora rimasto a fare da mero POV della vicenda entra in azione prima passivamente (scacciando cioè le ombre senza sapere di fatto come ci sia riuscito) e poi attivamente (con la sua dimostrazione di crudeltà ed inflessibilità nei confronti dei sopravvissuti).
    4. In cui invece si ritrova la quiete, l'equilibrio. Nell'ambiente (ovvero nel silenzio del Gel'eh Aleqadey), in Mahdi (il cui comportamento inaspettato verrà approfondito in futuro), nelle ombre (che quasi si evolvono da mostri di insensata ferocia ad onorevoli guardiani) e perfino in Aster (giunto finalmente dove desiderava).

    E ... niente, non credo ci sia altro da aggiungere. La competizione del Contest è tosta, ma chiunque vinca, io sono soddisfatto di questo lavoro un po' strano, per il quale non avrò consapevolezza di riuscita sino a quando non arriveranno le valutazioni x'D

     
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