Contest: Avventura. Born Anew

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    Your smile, fragments and gentle voice have disappeared to the moon

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    Aspettiamo giusto il tempo che il tenente sia uscito e poi ci abbracciamo, ma assieme all’ abbraccio c’è il pianto: è da molto che non vediamo casa nostra, dalla morte di nostra madre, in effetti, un anno fa, per essere precisi.
    Siamo stati fortunati: allora ancora davano i periodi di congedo per lutto, probabilmente siamo stati tra gli ultimi: il mese dopo, infatti, quando è morto nostro padre, non ci hanno permesso di tornare. Morto… In realtà nessuno di loro due è morto, ma per noi è come se lo fossero… Tramutati, ecco cosa. Inghiottiti dall’ oscurità che li ha presi e poi disfatti. No, non disfatti, uccisi. Ci spingiamo a crederlo, molti qui lo fanno; nessuno vuole credere che quell’ essere che ha appena ammazzato è ciò che rimane di un amico, un fratello o un genitore. E’ Eve a parlare per prima.
    “Stiamo ritornando, stiamo per rivedere casa nostra !”
    “Sì, Eve, stiamo tornando..”
    “Non ci credo, credevo saremmo morti prima. Credevo non avremmo mai più rivisto casa !”
    “Sì anch’ io… Ehi, ti ricordi ?”
    “Di cosa?” dice, mentre si asciuga le lacrime sulla mia giacca.
    “ Di tutto: il profumo delle paste appena sfornate da Lous, l’ odore del mare, la salsedine,” Sto per dire anche “Mamma”, ma mi fermo in tempo. Oramai tra di noi è un tabù. Sono morti, non ritorneranno, perché rovinarci ciò che ci rimane con ricordi dolorosi ?
    “Ammettilo, lo stavi per dire. Mamma. Papà…”
    “…”
    “Sì, li ricordo, come non potrei farlo ?”
    “…”
    “Senti, so che sarà bello rivedere tutto, ma non possiamo nascondercelo ! Metà delle persone che conoscevamo sono morte… Jilian, Rione, Alesh, mamma, papà…” Ad ogni nome sento la sua foce farsi più soffocata ”Sai anche te che soffriremo nel tornare là, ma non ci lasceremo sopraffare, sai che se lo facciamo…”
    Sì, lo so perderemo anche noi stessi e quel poco che ci rimane. In realtà, se così si può dire, siamo stati fortunati… Anche se noi abbiamo perso metà delle persone che conoscevamo, circa i tre quarti degli abitanti del nostro mondo sono andati… Chi perché era malato, chi perché non aveva speranza, chi perché aveva perso qualcuno a lui caro.
    “Stai tranquilla, ce la faremo.” Non è un’ esortazione, non un incoraggiamento, è un affermazione. Ce la faremo.
    Mi sforzo di sorridere.
    “Ehi, ma guarda un po’ ,sorellina, sei stata promossa a medico in prima ! Adesso sei un mio superiore !”

    ***


    So già ,quando vado a dormire ,che la notte sarà tormentata, ma non sono preparato, non lo sono mai…
    Sogno dei miei genitori, di Eve, sogno di lei che non ce la fa più, di Eve, della mia sorellina, che svanisce e che diventa un’ ombra, come tante altre. La mattina, quando mi sveglio, sono più stanco di quando sono andato a dormire; mi districo dal sacco a pelo e mi avvicino al fuoco, dagli altri miei compagni.
    Già dalle loro occhiaie scopro che pochi hanno dormito bene; non mi sembra strano, quasi tutti nel nostro piccolo squadrone provengono dalla regione di Arlong. Beh sarebbe strano considerando che la città era ed è tutt’ ora la più popolata del nostro mondo, ne è il centro, economico, politico e commerciale. E’ il cuore.
    Sto ancora cercando di non ustionarmi la lingua col caffè bollente che mi si avvicina Gideon.
    Sono un po’ scocciato: spero che non voglia fermarsi a chiacchierare con me, so di essere sempre disponibile a fare due chiacchiere, ma oggi non ce la faccio proprio. Non dopo la questa nottata.
    “Ehi, ciao Ravin”
    Mi si siede vicino.
    “… Ehi…”
    “Come va ? Pronto a rivedere casa ?”
    Decido di non sbilanciarmi troppo.
    “Più o meno, sarà difficile, ma oramai ci siamo abituati, no ?”
    Inizia a strusciare il piede per terra.
    “Se lo dici te… Più che altro, non so… Per me è un po’ strano, dopo che… Beh sai, dopo che io e Zoya abbiamo perso nostra sorella è un po’ strano tornare, no?”
    No, non ce la faccio, Gideon è forte, ma anche per lui non sarà cosa da niente ritornare in città… So di come lui e Zoya hanno perso la loro sorella più piccola ed apprezzo il fatto che non abbia fatto paragoni con la mia situazione, con la perdita dei miei, e che si sia aperto con me: so quanto sia difficile per lui, ma non ce la faccio, non riesco a consolarlo, mi trovo nella stessa sua situazione e… Non ci riesco, e così ci ritroviamo in due a strusciare il piede per terra.
    “Sì, strano…”
    Sembra passata un’ eternità quando Clovis ci ordina di metterci in marcia, io tengo ancora il caffè in mano.
    Durante il viaggio ci troviamo tutti a trascinare i piedi per terra, la maggior parte di noi sta ritornando verso il luogo in cui abitava e dove molte delle persone a loro più care sono scomparse. Non è stata una buona idea da parte del Commando farci tornare ad Arlong, ma probabilmente non c’ erano molte altre soluzioni, molte delle città più piccole sono state perse e quasi la maggioranza dei sopravvissuti si è rifugiata dentro le mura della città, mura che non servono a molto, gli attacchi sono quotidiani e ogni giorno muore qualcuno.
    Siamo uno scoglio, uno scoglio che ogni giorno si sgretola sempre di più.
    Ecco, perfetta metafora per la nostra gente, ogni giorno diminuiamo di numero e le nascite non sono abbastanza per compensare la quantità dei decessi, ma chi vorrebbe mettere al mondo un figlio in un mondo come questo ? Chi vorrebbe mai far crescere un bambino in un mondo nel quale rischia in ogni secondo della sua esistenza di rimanere solo ? Io non lo farei.
    Questi i pensieri che mi accompagnano durante la durata del viaggio, ci sono dei rari momenti in cui mi distraggo per osservare ciò che mi scorre accanto. Ed è osservando questi luoghi che mi rendo finalmente conto che le poche speranze che ancora ci rimangono sono di fuggire, ma non è un ‘ azione vigliacca, è anzi una delle decisioni più coraggiose che potremmo prendere: abbandonare tutto ciò che conosciamo per l’ ignoto, per stare meglio. O così o la fine. E’ passato poco più di un anno dalla loro comparsa e siamo distrutti, decimati e quasi ogni persona che perdiamo diventa uno di loro. E’ un circolo senza fine.
    E’ dopo pochi giorni di viaggio e di pensieri piuttosto deprimenti che avvistiamo la città.
    Arlong. Il fulcro della vita del nostro mondo. La nostra città natale.
    Non è una città brutta, fatta di capannoni industriali: sebbene centro economico e commerciale del nostro mondo è principalmente una città elegante, costituita da palazzi bassi, dall’ aria signorile e da un intricato dedalo di viali, piazze e vicoli. E’ stato fondamentale, durante l’ ultimo anno, che la città e le zone attorno fossero circondate da un lunga cinta muraria costruita quasi mille anni fa, mantenuta nel corso dei secoli solo come simbolo od attrazione, utile per mostrare la potenza e la forza della capitale, città che deve essere gioiello della corona. Ma da attrazione e simbolo è diventata più che utile nel corso dell’ ultimo anno, certo non basta a fermare la marea nera, ma almeno riesce ad arginarla e tanto basta a spingere i sopravvissuti a rifugiarsi al suo interno.
    “Ragazzi, ci accampiamo qui per stanotte, domani dovremmo arrivare presso il cancello orientale e li ci uniremo con il ventunesimo squadrone C.A.D ed il secondo IMB.”
    Un coro di “sissignore” riempie l’ aria e ci apprestiamo a piantare le tende.
    “Caporal maggiore Evelyn, Caporale Gideon, quando avrete montato le vostre tende vi prego di raggiungermi nella mia.”
    “Sissignore”
    “Sissignore”
    Mentre montiamo le tende mi accorgo che Gideon ha un’ aria preoccupata, sembra avere paura del colloquio privato ed un’ occhiata triste rivolta a Zoya, sua sorella, conferma i miei sospetti: da quando quei due hanno perso la loro sorella minore, Zoya ha iniziato a lasciarsi andare, sembra essere caduta in depressione, le è stato addirittura concesso un periodo di congedo, ma non è migliorata. Pian piano nel corso dei giorni era diventata sempre più triste e scontrosa e non c’ era nulla che la tirasse su se non distruggere ogni elemento della marea nera che incontravamo sul nostro cammino. E la cosa non sarebbe preoccupante, molti si sfogano in questo modo, se non fosse che la depressione ed il senso di impotenza la stanno rodendo e scavando sempre più a fondo… Se poi viene anche convocato il medico in prima, mia sorella, allora la cosa è più importante di quanto possa immaginare…
    Eve e Gideon non stanno molto a lungo nella tenda col tenente, ma quando escono noto subito che qualcosa non va. Gideon è strano, tiene lo sguardo dritto e non guarda nessuno, si dirige verso la sorella e basta; Eve invece ha uno sguardo preoccupato e viene dritta da me, in quanto medico in seconda forse si sente obbligata a comunicarmi che cosa sta succedendo a Zoya.
    “ Sta accadendo il peggio, non è così ?”
    “…”
    “Senti Eve, sono il tuo medico in seconda, oltre che tuo fratello, a me puoi dire quello che sta succedendo.”
    “E’… Riguarda Zoya…”
    “Sì, fino a quello ci arrivavo”
    “Beh, se hai già capito che ha qualcosa che non va, probabilmente riesci anche a capire che cosa è, no ?”
    “… Si sta trasformando…”
    “Si, cioè non ancora, però… Se continua di questo passo ci vorrà poco, uno, due giorni al massimo”
    “E allora che cosa faremo ?”
    “Protocollo 319”
    E tanto basta: cercare di guarire il soggetto interessato, nel caso il soggetto non risponda alle cure si proceda all’ eliminazione del suddetto.
    “Ah… E’ davvero in uno stadio così avanzato ?”
    “Sì… In realtà la missione in sé è stata ideata per cercare di farla giungere fino alla capitale senza che lei abbia qualche sospetto e che quindi si deprima ulteriormente… E' per questo che non ci hanno fatto incontrare gli altri squadroni a metà strada, ma ce li hanno fatti raggiungere ad Arlong... Il punto è che se continua di questo passo non riuscirà mai ad arrivare ad Arlong... E allora ci toccherà applicare il protocollo prima che accada il peggio...”
    Mi viene la nausea solo al pensiero… Uccidere un altro essere umano…
    “…Non so che cosa dire, siamo davvero messi così male ? Eliminare un essere umano prima che si tramuti ? Mi sembra assurdo…”
    Eve resta in silenzio di fronte a questa affermazione. Ed inizio a capire cosa pensa.
    “Sei d’ accordo con loro, non è così, non è così ?”
    Il mio tono di voce diventa più aggressivo verso la fine della frase, ed Eve sembra impaurita da questa mia reazione.
    “Sì, ma è necessario, una vita per le nostre. E oltretutto le risparmieremmo una sofferenza inutile...”
    “Ma è pur sempre una vita !”
    “No! Tu non capisci, per allora non lo sarà più. Se tu stessi nelle condizioni di Zoya io non esiterei”
    Sono scosso e sorpreso da questa sua ultima affermazione, una cosa così fredda e cinica non avrei mai pensato di poterla sentire uscire dalla bocca di mia sorella, la bambina che scoppiava a piangere se trovava un uccellino ferito per terra, la piccola che prendeva un gatto randagio dalla strada per portarlo dal veterinario… Solo ora mi rendo conto di come la guerra l’ abbia cambiata…
    “Buonanotte Evelyn” le rispondo gelido. E' così che concludo la nostra conversazione silenziosa. Mentre mi avvolgo nelle sacco a pelo la sento singhiozzare.
    La mattinata successiva è un toccasana per me: la notte è stata costellata da incubi. Mentre metto a posto la mia attrezzatura da campo noto che mia sorella anche se cerca di nascondermeli ha gli occhi arrossati, cerco di avvicinarmi a lei e di scusarmi per ieri, ma, vedendomi arrivare, Eve si scansa e va a chiacchierare con Ananya. Il gesto mi ferisce anche se comprendo il perché sia acora arrabbiata con me: ieri sera ,anche se indirettamente ,l' ho accusata di essere un mostro capace di uccidere a sangue freddo... Non è stato proprio bello da parte mia, considerando che per lei un atto del genere sembrava essere un gesto di amore fraterno... Ancora dispiaciuto non faccio altri tentativi di conversazione: quando vorrà riappacificarsi verrà lei, non la devo forzare...
    Ci manca ancora una mezza giornata di marcia per arrivare ad Arlong ed unirci agli altri due squadroni. Sembra che nessuno a parte me, Gideon, Eve ed il tenente Ota sappia della situazione di Zoya anche se ogni tanto noto che alcuni dei miei compagni le lanciano ogni tanto degli sguardi un po' sospettosi le occhiate più frequenti arrivano da Ethan, ma non a caso lui è il comandante in seconda... “Forse anche lui è stato informato” penso. La cosa che spero di più è che nessuno degli altri miei compagni abbia sentito la conversazione tra me ed Eve della scorsa serata, soprattutto Zoya. Ma oramai è evidente che anche il più ottuso tra gli ottusi capirebbe che io ed Eve abbiamo litigato e che Zoya ha qualcosa che non va...
    Le ore scorrono veloci e la manciata di chilometri che ci separa dalla capitale viene divorata dalle nostre falcate regolari, siamo stanchi, ma nessuno di noi ha molta voglia di arrivare e ritornare in città: per molti è un luogo doloroso, pieno di brutti ricordi e di lutti.
    Come previsto dal tenente, al tramonto ci troviamo in vista del cancello orientale: siamo distanti circa un chilometro e non ci metteremo neanche un quarto d' ora ad arrivare. Le mura bianche riflettono il sole dandoci fastidio agli occhi; siamo tutti così stanchi che strasciniamo i piedi, ma nessuno è ridotto male come Zoya, e non riguarda solo la lentezza con cui si muove: ciondola e trascina lentamente i piedi uno dopo l' altro e ricurva in avanti su se stessa, sembra gobba... I capelli ricci e voluminosi sono più flosci, appiattiti lungo il cranio; il biondo splendente sembra essersi offuscato, come ricoperto da cenere. Non mi stupisco che i miei compagni inizino a lanciarle delle occhiate furtive, si nota bene che c'è qualcosa di strano in lei e che la causa non è la stanchezza...
    Avanziamo lentamente: ora che siamo di fronte alle mura ce lo possiamo concedere; tuttavia la nostra sicurezza è fuori luogo: non riusciamo a fare mezzo chilometro che siamo attaccati. Le creature affiorano dal terreno velocemente come ombre rimaste attaccate al terreno si alzano una dopo l' altra e ci circondano.
    Zoya urla, ma il tenente resta lucido e nonostante la stanchezza riesce ad impartirci velocemente degli ordini.
    “Disponetevi a cerchio ! Non lasciateli avvicinare ! Utilizzate i fucili, attaccate a distanza !”
    Ma non serve: le creature non si avvicinano, stanno ferme distanti poco più di cinque metri non ci attaccano e noi ne approfittiamo: dopo esserci disposti ingroppiamo i fucili e iniziamo la carneficina.
    Uno sparo, due spari, entrambi vanno a segno ed una delle creature sparisce, velocemente continuiamo a sterminare gli esserini neri. Nonostante ne riusciamo ad abbattere un gran numero velocemente siamo comunque scoraggiati nel vedere comparire dal suolo nuovi nemici; con velocità inquietante gli esserini neri ricompaiono ed affamati iniziano ad avvicinarsi a noi, a stringere il cerchio. Sento un singhiozzo provenire da dietro di me e poi un urlo, so di chi è e la cosa mi fa gelare il sangue nelle vene, un urlo così disperato non l' avevo mai sentito; così umano, ma allo stesso tempo disumano; l' ultima cosa che vedo di Zoya prima che venga inghiottita dall' oscurità sono i capelli. Nessuno fa in tempo a riprendersi o a reagire, la trasformazione in Heartless è così orribile che rimaniamo lì, impalati ad osservare ciò che rimane di Zoya avventarsi su Ethan e lui ,ancora scioccato, non riesce nemmeno a scrollarsi di dosso quell' esile esserino nero. Neanche un' istante ed il braccio di Ethan svanisce, come polvere spazzata via dal vento ed adesso ci sono due Heartless che cercano di attaccare Mitzuyo; lei si divincola spara due colpi di fucile, ma questi vanno a vuoto, nessuno di noi è in grado di fare niente se non urlare; urliamo il nome di Zoya e di Ethan e di Mitzuyo; il tenente, l' uomo che riesce a restare freddo in tutte le situazioni è lì a terra con gli occhi sgranati ad osservare senza muoversi la terrificante scena che si svolge sotto ai suoi occhi; io, che sono di una posizione distante da Mitzuyo non riesco a fare niente, solo ad osservare, non mi accorgo degli esserini neri che, approfittando del nostro terrore ci stanno sciamando attorno, non mi accorgo del gruppo di combattenti che corre in nostra direzione cercando di oltrepassare un altro gruppo di Heartless, mi accorgo solo di Mitzuyo del terrore dei suoi occhi e dell' ultimo sguardo che ci rivolge implorando aiuto, implorando pietà, implorando la morte. Ma per lei non arriva la morte ed ora sono tre gli esseri neri all' interno del nostro cerchio, tre gli esseri che balzano verso Ashraf mentre lui sgancia la sicura di una bomba a mano, quattro gli esseri viventi uccisi dall' esplosione, due i feriti.
    La botta contro il terreno della pianura mi toglie il respiro, sento il fucile che mi svola via dalle mani. Un forte odore dolciastro impregna l'aria attorno nauseandomi. Lentamente cerco di girarmi e di risollevarmi, ma un dolore alla parte sinistra del torso mi fa ricadere a terra gemendo e solo allora mi accorgo di non sentire più i miei gemiti, sbarro gli occhi per la sorpresa ed il terrore; la prima cosa che vedo è mia sorella è china su di me ed urla, non riesco a sentirla, ma la vedo: vedo la sua bocca spalancata e le guance rigate di lacrime mentre osserva il mio corpo ed allora anch' io mi volto e guardo e rimetto. L' acido che mi ha invaso la gola brucia ed io riesco solo a tossire, un po' mi passa attraverso le narici bruciando, ma non mi rigiro, non ritorno ad osservare la carne viva, rossa, coperta di vesciche che splende alla luce del sole. Ma non ho tempo di autocommiserarmi per le mie ferite né, tantomeno, mia sorella ha il tempo per piangere: uno di quegli esserini ,di quei mostri neri, la attacca alla spalle, le graffia la schiena; Evelyn tenta di divincolarsi, ma non ce la fa, non dopo lo shock per tutte queste morti. Sto urlando il suo nome, cerco di attirare l' attenzione dell' Heartless su di me, ma non ci riesco: il suo bersaglio è Eve. Tento di rialzarmi, ma i miei sforzi sono inutili, Evelyn urla piange si divincola ed all' improvviso eccolo: il piccolo mostro, quell' essere di pura tenebra, si dissolve. Ed allora Eve si accascia, si rannicchia vicino a me e piange, piange. Versa molte lacrime, mentre gli uomini attorno a noi ci soccorrono e arginano la marea che tentava di sommergerci. La mia mano lascia quella di Eve solo quando vengo costretto su una barella, ma è solo quando mi iniettano un ago nel braccio che scivolo nella tranquillità del sonno.

    ***



    Nella luce accecante della sala operatoria i chirurghi mi danno nuova vita: impiantano sulla carne viva della nuova pelle adattandola ed aggiustandola secondo i miei arti. Eve è sempre vicino a me. I medici mi dicono che sono stato fortunato. Il volto è stato risparmiato. Che non ho subito danni all' apparato uditivo. Io sono stato risparmiato. Mia sorella. Ota. Gideon. Ananya. A parte me tutti i componenti del mio squadrone sono stati dimessi. Evelyn viene spesso, molto spesso e piange. Piange per Zoya e per Gideon, per Ashraf, per Mitzuyo ed Ethan. Le notizie ai giornali dicono che la situazione sta migliorando: gli Heartless si stanno ritirando.
    Io non sto meglio: i miei compagni sono morti, il mio corpo è una bizzarra coperta patchwork e mia sorella è sull' orlo dell' esaurimento nervoso. Mi sento uno straccio: perchè io me la sono cavata e loro no ? Perchè ho avuto questa fortuna ? Ho paura che presto la Sorte presenterà il conto...
    Lo psicologo dice che è solo il complesso del sopravvissuto, che non ho nessuna colpa. Ma io non riesco a credergli, lui non capisce. Sapevo quello che stava per succedere a Zoya le dovevo sparare. E' stata colpa mia se i mie compagni sono morti, sono loro stessi a dirmelo mentre dormo, mi puntano l' indice contro e mi accusano, mi incolpano della loro morte, delle loro sofferenze. Ed io non rispondo, non ne ho la forza. O il motivo. So che hanno ragione.
    Ma piano piano mi riscuoto, mi risollevo. L' assenza degli Heartless nelle zone lontane da Arlong non aveva origine dalle mosse dell' esercito, ma dalla mancanza di persone, di cibo. Oramai siamo finiti, intrappolati come ratti. La grande concentrazione di vita nella capitale ha condotto l' intera marea nera alle porte della città. Mi risollevo, mi riscuoto. Devo aiutare, sono uno dei pochi che può. Anche il commando me lo comunica: rientrerò in servizio entro la fine della settimana.

    ***


    Quando arriva Evelyn sono pronto: la pelle posticcia si è indurita ed inspessita, sono ritornato a camminare e l' udito è stato perfettamente ripristinato. Non parliamo molto dentro l' ospedale anche perchè il continuo afflusso di feriti riempie il luogo di un fetore nauseabondo fatto di vomito, sangue e morte. Vedo che Eve ha uno sguardo perso, pieno di tristezza. Cerco di tirarla su, di distoglierla da pensieri che so, per esperienza personale, quanto possano essere insidiosi e quanto possano spingere alla follia.
    “Guarda il tramonto Eve ! Non bello ?”
    “Hmm ? Ah, sì, bello, davvero bello.”
    “Vero ? Dai, vieni che dobbiamo sbrigarci: il commando non è vici...”
    Un urlo e poi degli spari, altre urla. Corriamo ci affrettiamo lungo le rampe di scale e lì li vediamo. Nell' ingresso. Aggrediscono pazienti, feriti, guardie e medici. Nessuno fa in tempo a scappare o a resistere. Tutti vengono aggrediti, risanati e resi marionette. Tante piccole marionette nere che si avventano su tutto ciò che si muove. Basta un niente: un colpo diretto al petto ed ecco... Sei uno di loro. So già che non arriveremo mai al commando.
    “Eve! Andiamo! Corri, dobbiamo andare!”
    Lei mi segue, prima fa un passo all' indietro ha le mani alla bocca, gli occhi sbarrati per la paura. Si gira ed iniziamo a correre. Corriamo, corriamo, corriamo. Un corridoio, una uscita d' emergenza, un lungo viale alberato. Corriamo ed ovunque corriamo vediamo la marea nera all' opera, divora e distrugge, corrode e sbrana senza sosta. Non so neanche dove ci stanno conducendo le nostre gambe, dove io sto conducendo per mano la ragazzina che piange. Mi fermo, ci fermo solo quando arrivo nella piazza. La piazza dove si affacciava la nostra vecchia casa. Si vede che anche qua era passata la marea oscura. Le bevande lasciate a metà sui tavoli del cafè, le sedie rovesciate, una borsa dimenticata nella fretta. Con le lacrime agli occhi osservo la desolazione della piazza, la morte che ora le aleggia attorno. Nonostante tutti i bei ricordi che associo a questo luogo niente potrà mai farlo tornare ai miei occhi com' era prima. Passi, sempre più forti e vicini provengono da una via alla mia destra; vedo comparire una donna, corre, scappa. E' facile intuire da cosa e poi la vedo: la bambina che porta in braccio. Come ho fatto a non notarla prima con tutto il rumore che fa piangendo. E poi la donna inciampa. Cade e la bambina poco più avanti. La donna tenta di rialzarsi di riprendere la bambina in braccio, ma non fa in tempo. Uno dei burattini neri prende la bambina, la abbraccia, sento la donna urlare e così la bambina. Vedo la piccola che si contorce e che poi svanisce. Io corro, corro verso le due, corro verso la donna che piange, corro verso l' essere nero che è comparso al posto della bambina. Ma non faccio in tempo. La donna viene agguantata. Due contro uno. Non faccio in tempo. Mi accanisco contro i tre esseri li trapasso con la spada, squarcio le loro carni, furioso a causa della mia impotenza e della loro distruzione. E poi un urlo. Mi sento morire. Come posso aver lasciato da sola, indifesa, mia sorella ? Come posso essere stato così avventato ? Mi giro e la vedo circondata da quegli esserini neri che la graffiano, la assaliscono. Vedo lei, Eve, che cerca di difendersi col proprio pugnale. Vedo Eve che urla qualcosa al mio indirizzo, che mi supplica. Mi implora.

    ***


    “Sì, ma è necessario, una vita per le nostre. E oltretutto le risparmieremmo una sofferenza inutile...”
    “Ma è pur sempre una vita !”
    “No! Tu non capisci, per allora non lo sarà più. Se tu stessi nelle condizioni di Zoya io non esiterei”

    ***


    Mi implora, ma io non rispondo alle sue preghiere, non ce la faccio. La vedo mentre viene sommersa dagli Heartless. Vedo che piange. E poi non la vedo più, ma nemmeno gli Heartless. E' circondata da un fumo nero che si disgrega, le si posa addosso. E' differente da come è successo agli altri: se loro venivano riadattati e scolpiti dall' oscurità allora, adesso, è Evelyn ad adattare l' oscurità a sé, al suo corpo, a trarne forza. Ma cambia, la vedo, vedo Evelyn cambiare: vedo il rosso dei suoi capelli scurirsi, la pelle diventare diafana. La vedo mutare. Ma mi avvicino. Prima lentamente, poi corro. Vado verso di lei.
    La sento respirare, un respiro lieve, come quello di un uccello morente. La accarezzo, la scuoto.
    “Eve, Evelyn ? Ti... Ti prego, rispondi ? Dimmi che sei viva !!” Piango, la scuoto, la mia voce raggiunge un tono isterico.
    “Ciao, Rav...” Il sollievo e la gioia durano poco. Giusto il tempo di sentire la lama fredda del pugnale penetrare nei miei reni.
    “Ma cosa... ?” Il dolore è penetrante e freddo, come la risata di mia sorella.
    “Ahahahahahah, bella mossa eh ? Ahahah” C'è divertimento in quella risata malvagia, una risata che mai sarebbe potuta uscire dalla bocca di mia sorella. Mi sento male e mi accascio per terra. Evelyn ne approfitta e mi blocca inchiodandomi le braccia a terra con le sue ginocchia. La guardo meglio e solo adesso vedo bene i cambiamenti: il ghigno che le attraversa il volto, ma che non sembra altro che una smorfia grottesca, la pelle diafana, i denti appuntiti e poi li vedo, gli occhi, dal caldo color nocciola di una volta, ora risplendono al buio, felini, sono due cerchi d' oro nell' oscurità. Evelyn nota il mio sguardo.
    “ Cosa c'è ? Ti disgusto ?” lecca con espressione divertita la mia guancia.
    Ride quando rabbrividisco.
    “Sai, adesso ti rivelo un piccolo segreto” inizia a sussurrarmi all' orecchio ”Sei stato tu a farmi questo... Divertente no ? SE SOLO TU AVESSI AVUTO IL CORAGGIO DI SPARARMI NON SAREI RIDOTTA COSI' !” Mi urla contro e per un attimo ritorna se stessa, ma subito la scintilla viene spenta. “ Sai” Ritorna a sussurrare “ credo ricambierò il favore...”
    “Cosa ?”
    “Sì hai sentito bene, ricambierò il favore, ti consumerò e ti renderò come me! Non è una bellissima idea ? “
    No... Non voglio diventare un Heartless, non voglio essere sbranato da questo mostro.
    “Mostro che ne hai fatto di mia sorella ? EVELYN ! Rispondi, so che sei lì dentro !”
    Un manrovescio mi mette a tacere.
    “Ma ti stai zitto ? Mi fai venire il mal di testa... Eh che ne dici ? Fratello e sorella che sbranano umani e mondi assieme ! Non è bello ? Noi due, assieme...”
    “ Mi fai schifo, tu lurida...” Non trovo parole abbastanza cruente per dirle ciò che provo riesco solo a sputarle in faccia.
    “Ahi, ahi questo ti costerà” Mi rifila un manrovescio che mi lascia stordito, ma non si ferma a questo: il peggio è quando mi conficca il coltello appena al di sotto della clavicola e ridendo mi incide il suo nome nella pelle.
    “Ecco, così non potrai più dimenticarmi no ?”
    Sono stordito sto perdendo sangue e scivolando nell' incoscienza. Ma mi riscuoto.Quando mi accorgo della tempesta che ha iniziato ad infuriare e del vento così forte da scoperchiare i tetti delle case e del terreno che ha iniziato a tremare sotto di me. Quando mi accorgo che attorno a me il mondo va a pezzi.
    Sento Evelyn “ Uff, hanno già iniziato... Ed io che speravo di divertirmi ancora un po'... Va beh.” è scocciata spero che questo significhi la fine della mia agonia.
    “Fratelloooone, mi sa che mi tocca ucciderti subito ! Stai tranquillo e non preoccuparti, rilassati, farà male !”
    Mi strizza l' occhio con aria complice e leccandosi le labbra avvicina sempri di più la bocca al mio petto. Quando i sui denti raggiungono la mia pelle mi sento andare a fuoco e cadere in acqua ghiacciata è come se mille pugnali mi si conficcassero in ogni centimetro quadrato del mio corpo. E poi il dolore inizia a scemare, prima le mani ed i piedi e poi lentamente la calma risale per gli arti arrivando al busto. Mi dibatto, urlo, ma non accade niente: è come se la mia essenza fosse stata asportata dalle estremità del mio corpo. L' ultima cosa che vedo è il guizzo divertito che passa per gli occhi di quella che era mia sorella.

    Tutti gli heartless comparsi sono Shadows eccetto per Evelyn.

    Modificato: Agginti spoiler 21/07/2013 16:00


    Edited by pagos96 - 21/7/2013, 16:00
     
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