The Pit

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  1. aleslosh
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    The night the pain came back

    "I am a world before I am a man
    I was a creature before i could stand
    I will remember before I forget
    Before I forget that!"



    Il singolo battito di un cuore in tumulto.

    Ed è la sensazione di cadere, cadere in un oblio infinito...
    Un unico respiro carico di dolore.
    Ed è il freddo che circonda un'essenza frammentata...
    Muscoli che si tendono in uno spasmo di terrore.
    Ed è la percezione dell'assenza di un corpo...

    Jack stava cadendo, precipitando.
    Con gli occhi chiusi, sentiva il proprio corpo schiacciato da una gravità esagerata,
    lo sentiva sfrecciare verso un terreno che non poteva vedere ma che sapeva
    avrebbe decretato la sua fine.
    Non aveva paura. Non provava nulla.



    Pugni che si stringono in una tremante furia.

    Ed è il desiderio di aprire gli occhi...
    Una gola che tenta inutilmente di gridare.
    Ed è l'annullamento di ogni speranza di salvezza...
    Un corpo che rifiuta i comandi di una mente spezzata.
    Ed è la percezione della presenza di un'anima...

    Jack fluttuava priva di peso.
    Con gli occhi spalancati, sentiva il proprio corpo ascendere in un limbo in cui le leggi
    fisiche non avevano significato, lo sentiva librarsi privo di peso verso un nulla cosmico
    che poteva vedere ma non poteva percepire.
    Non aveva paura. Non provava nulla.



    E poi furono le grida.
    E poi fu l'odore di sangue e sperma.
    E poi fu la disperazione che corrodeva
    senza remora un cuore martoriato



    Jack giaceva a terra, con gli occhi chiusi ed i muscoli rilassati. La pelle nuda riconosceva il terreno sotto di sé, fango. L'olfatto sviluppato percepiva odori familiari, odori che non percepiva da troppo tempo: sangue, aria stantia, sperma e feci.
    E disperazione.
    Una disperazione profonda, radicata nell'essenza stessa dello spazio che la circondava, una disperazione che non conosceva speranza, che non credeva nella possibilità di salvezza.
    Il cuore iniziò a battere brutalmente nel petto, opprimendo il respiro e rimbombando nei timpani. Le mani affondarono nel fango, assaporandone la consistenza ed il calore.
    Lo riconosceva ma al contempo non riusciva a comprenderlo.
    Non voleva aprire gli occhi ma sapeva di doverlo fare.
    Qualcosa nel profondo della sua anima le gridava che non era possibile, le intimava di risvegliarsi da quello che sapeva essere un sogno, un incubo. Ma non era un incubo, lo percepiva chiaramente. Era la realtà, null'altro che una realtà da cui credeva di essere sfuggita.
    Le grida, urla disperate che s'intrecciavano a risate depravate e prive di umanità, si accavallavano al battito cardiaco nei suoi timpani. Riconosceva quelle urla.
    Riconosceva quel posto senza bisogno di vederlo.

    Aprì finalmente gli occhi ed ogni suo timore trovò fondamento.

    Jack correva su una spiaggia di ossa frantumate,
    affondando i piedi in un oceano di sangue.
    Inseguiva una creatura di cui non riconosceva le fattezze.
    Non sapeva perché la stava seguendo, non sapeva perché la dovesse raggiungere.
    Sapeva esattamente di chi si trattasse.
    Sapeva esattamente perché non avrebbe dovuto afferrarla.

    Stava guadagnando terreno eppure, più si avvicinava,
    meno riusciva a comprendere chi si trovasse di fronte.
    Il braccio si mosse, la mano afferrò il polso della creatura.
    Questa si voltò ad osservarla.
    E jack stava scappando, inseguita da quella presenza.
    Non provava paura, non provava assolutamente nulla, ma
    sapeva che non avrebbe dovuto permetterle di raggiungerla.

    Sapeva perfettamente di doversi fermare.
    Sapeva perfettamente di doversi far raggiungere.

    La sentiva sempre più vicina, sempre più minacciosa.
    Non si voltò a guardare, non si voltò a cercare di riconoscerla.
    Non ci sarebbe riuscita, ne era consapevole. Avrebbe capito di
    chi si trattava ma non avrebbe saputo darle un nome ed un volto.
    Stava guadagnando terreno eppure, più la sentiva avvicinarsi,
    meno la sua mente riusciva a dare un senso al suo arrivo.
    La presenza mosse il braccio, la mano afferrò il polso in fuga.
    Jack si voltò ad osservarla.



    Con movimenti lenti, gli arti che tremavano, Jack si costrinse ad alzarsi in piedi. I muscoli non volevano rispondere ai suoi comandi ed ebbe bisogno di diversi tentativi prima di riuscire a sostenersi su gambe malferme.
    Tremava come una foglia mentre spostava lo sguardo sull'ambiente attorno a sé.
    Pareti insanguinate, da cui uscivano spuntoni di ferro, lance spezzate e lastre di vetro tagliente. I residui di troppi cadaveri, lasciati a marcire senza una degna sepoltura, giacevano tutt'attorno, infilzati ai confini di quell'arena crudele.
    Il respiro si fece affannato mentre il cuore sembrava sul punto di esplodere.
    Non era un sogno, non era un incubo. Era abituata agli incubi, sognava il Pozzo praticamente ogni notte, riviveva quell'inferno ogni volta che chiudeva gli occhi, ma questa volta era diverso. Lo sapeva, lo percepiva in quell'ombra corrotta che era la sua anima. Si trovava veramente nel Foro. Era tornata tra le mani della Global Corp.

    Se n'era mai realmente andata?


    Ansimando, con il terrore che si avvinghiava nel suo cuore annerito, si guardò attorno, girando spasmodicamente la testa alla ricerca di errori, di particolari che le facessero riconoscere il sogno per quello che era, ma non ne trovò. Al di là dell'arena vedeva i volti dei secondini, con i loro sorrisi perversi, i volti sfigurati da espressioni di esaltata attesa. Volevano il sangue, volevano la violenza.
    C'era Grunt con le sue catene roventi, Gerrard con i suoi aghi avvelenati, Silus che amava grattare via la pelle delle malcapitate e Johanna con i suoi rasoi seghettati. C'erano Roshark e Rebecca, Janus e Desdemona. Erano tutti lì, ognuno con le sue perversioni, ognuno con nuovi metodi per infliggere dolore. Tutti lì ad osservare la nuova giornata nel Foro, a bearsi del massacro che sarebbe avvenuto di li a poco.
    Jack arretrò irrigidendo i muscoli.
    Sulla sua pelle nuda e macchiata di sangue non c'erano tatuaggi, c'erano solo ferite ed escoriazioni. Aveva sognato tutto? Aveva solo immaginato la libertà, la Luce ed il calore del sole?
    I muscoli le dolevano mentre il sangue ancora caldo le colava dalle mani.
    Di chi era quel sangue? Perché si sentiva come se avesse appena combattuto?
    Spostò l'attenzione dagli spalti all'arena, in cerca di risposte.
    Si sentiva soffocare, la testa doleva e gli occhi bruciavano.
    Portò le mani luride al volto e sentì le cicatrici ancora fresche di occhi appena impiantati.
    Non li vedeva ma sapeva che erano occhi bicromi, lo sapeva e basta.
    L'agitazione aumentò, il terrore rise ed affondò le zanne nelle sue carni.
    Cercò nel fango, pregando di starsi sbagliando, implorando qualsiasi dio fosse in ascolto di non farle riprovare quel giorno, di non farle trovare il suo corpo riverso a terra. Era già successo una volta, aveva già gridato e pianto, aveva già schiacciato la propria umanità in quel fatidico giorno. Non poteva succedere di nuovo, non poteva ucciderlo una seconda volta.
    Ed infine lo vide.

    Ma sapeva già che lo avrebbe visto


    Il vento trasportava le grida delle vittime sacrificali,
    avvolgendo il corpo di Jack nel suo gelido abbraccio.
    L'oceano insanguinato scrosciava e le bagnava le caviglie,
    portando con sé l'odore del dolore e delle lacrime.
    La riconosceva ma al contempo non era lei.
    Di fronte ai suoi occhi vide il proprio volto, labbra nere e zigomi pronunciati,
    con occhi bicromi che la osservavano colmi di disprezzo e terrore.

    Occhi bicromi che le chiedevano perché...
    Il tramonto tingeva di rosso il mondo attorno a lei,
    riflettendosi nel sangue e nelle ossa, scivolando su una pelle
    troppo bianca e ricoperta di cicatrici.
    Si era voltata quando l'aveva sentita afferrarla ed ora la
    osservava colma di sgomento.
    Occhi dorati sovrastavano labbra nere e zigomi pronunciati, fissandola
    con uno sguardo carico di dolore ed eccitazione.

    Occhi dorati che le promettevano un'eternità di perversioni...



    La ragazza corse verso quel corpo accasciato a terra, incespicando e scivolando su quel terreno fangoso. Lacrime bollenti le rigarono le guance mente la consapevolezza si faceva strada nella sua mente.
    Si gettò a peso morto sul cadavere ancora caldo, voltandolo di schiena per riconoscerne il volto.
    Tra sangue e fango 665 la osservò con orbite vuote, la vita che aveva ormai abbandonato il suo corpo.
    Jack gridò, un grido angosciante, straziante. Un grido in cui riversò tutto il dolore, tutta la disperazione e la tristezza.

    Un grido che non abbandonò mai le sue labbra.
    Gridò e strinse quel corpo spezzato tra le braccia. Affondò il volto in lacrime nel collo di lui, implorando perdono, implorando salvezza. Scossa da sussulti e singhiozzi, imprecò contro gli dei, contro la Luce e contro la Tenebra. Imprecò contro il fato ed il tempo, contro quella beffarda crudeltà che le stava facendo rivivere quel giorno. Imprecò e pianse, bestemmiò e chiese perdono. Strinse a sè quel corpo come se fosse l'unica ancora di salvezza per un'anima dannata per l'eternità, lo strinse come se così facendo potesse donargli nuovamente vita, potesse tornare indietro e non spezzargli la spina dorsale.
    Lo strinse finché quel corpo non ci fu più.

    Finché quel corpo non entrò in lei.
    Rimase quindi in ginocchio, tremante, accasciata su se stessa.
    Non più tristezza, non più dolore, non più disperazione.
    Solo l'angosciante vuoto di cristallo infranto.

    Solo la lucida freddezza di un cuore privo di vita.
    Un guscio crepato.


    Note:
    visto che a quanto vedo tutti mettono note alla fine dei post lo faccio pure io^^ In realtà non ho niente di particolare da dire se non che spero di aver ricominciato con onore la mia vita nel GdR. Sono fuori allenamento quindi datemi tempo e migliorerò xD
    Ora sta al QM.
     
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  2. misterious detective
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    Ancora un altro guerriero si presentava in quella dimensione onirica, nel mondo che si affacciava al cuore di quegli stessi sventurati destinati ad un simile onore. Ciò era veramente triste. In un universo in subbuglio, mai quanto allora vicino alla più profonda Oscurità, sofferenza e crudeltà erano diventati concetti quotidiani nella vita di chiunque, realtà inscindibile dallo stesso esistere di una persona; Non era qualcosa contro cui si potesse lottare, nessuno ne aveva il controllo se non il fato stesso, ed i figli di un simile tempo erano creature deformi nello spirito: persone incomplete, persone maturate fin troppo in fretta, persone prive di qualsiasi cose e altre che, nella loro follia, si erano liberate di tutto. Tutte queste creature, questi vagabondi senza dimora erano quanti si presentavano in quel luogo, alla ricerca di risposte. La verità, tuttavia, era che di risposte non ne esistevano. Dalla propria nascita, ognuno diventa responsabile del proprio operato, non esiste un sentiero predestinato al quale affidarsi, ma solo la strada che ognuno decide di imboccare. Non era il Deep Dive, non era la Voce a poter decidere questo, né tanto meno era loro il compito di interferire con il cuore delle persone e scoprire a cosa davvero ognuno aspiri.
    In quel nefasto giorno, un nuovo essere si era presentato in quel regno dove Luce e Oscurità non esistevano e dove nemmeno il concetto di “nulla” aveva significato. Si trattava di una donna, e tuttavia non una qualsiasi. Cicatrici su cicatrici, ricoperte da un fiume di tatuaggi, un'unica esplosione di colori, di simboli, di storie passate marchiate a fuoco sulla sua pelle. Era umana? Era un mostro? Forse nemmeno lei aveva risposte, forse era per quello che si trovava lì.
    Era veramente triste. Era una donna forte, molto determinata, per lungo tempo erano stati la rabbia e l'odio, il suo passato doloroso a guidarla, motori di una macchina che aveva dimenticato la sua funzione.
    Era triste che, dopo tutto quello che doveva avere patito e dopo tutti gli anni che portava sulle spalle, ancora non fosse stata in grado di superare il passato, di porre fine alla sofferenza accettando se stessa e ciò che era stata, senza rinchiudere tutto nel suo cuore sperando che prima o poi esso dimenticasse ogni cosa; perché il cuore è quanto di più potente e perfetto esista al mondo, nemmeno l'eternità potrebbe scalfire ciò che vi è racchiuso dentro.

    Questo è il mondo che serbi dentro il tuo cuore.

    Che parole avrebbero potuto aiutarla? Quali sentimenti potevano salvarla?

    È la realtà che desideri, ciò che non puoi dimenticare? O forse quanto non riesci a dimenticare, ciò che più al mondo hai odiato?

    Quante volte volte aveva pregato in una risposta? Quante volte aveva combattuto per una risposta?

    Dimmi, chi sei tu? Sei il Soggetto 666? Sei Jack? O sei qualcos'altro?
    Cerchi risposte? Cerchi uno scopo? Cerchi un posto nel mondo?
    Come potevano quelle domande, domande che già conosceva e che già ardevano in lei, farla sentire meglio?
    Prenditi tutto il tempo che vuoi. Devi essere tu a rispondermi.

    C'è ancora tempo.
    La porta è ancora chiusa.

    L'unica speranza che aveva era di chiederlo a se stessa, ma se la sua mente non le avesse dato risposte... allora sarebbe stato il suo cuore ad essere interrogato. Forzatamente.



    Scusa se arriva dopo tanto e se non è particolarmente ampio, ma ammetto le mie colpe confessando che devo ancora completare la lettura della scheda di Jack, mille impegni hanno svolto bene il lavoro di imprevisti, ma non volevo farti attendere oltre.
    Beh, spero di avere, più o meno, centrato il punto con questo post e spero ti dia spunti positivi per andare avanti XD e se devi ancora riprenderci la mano con i gdr e la scrittura, non voglio nemmeno pensare a come sarai a fine quest...
    Oh well, divertiti ^^
     
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  3. aleslosh
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    Challenge

    Jack fissava quegli occhi bicromi con terrore.
    Lo stridio di gabbiani ed avvoltoi riempiva l'aria,
    unico suono ad infrangere il silenzio carico
    di sgomento che si era creato.
    La ragazza si protese verso di lei, a braccia aperte,
    alla ricerca di un contatto carico di calore.
    Tentò di ritrarsi, di allontanare da se quegli occhi
    carichi di dolore e sensi di colpa.

    Sapeva di non doversi ritrarre.
    Sapeva di doversi abbandonare a quell'abbraccio.

    A nulla sembravano servire i suoi sforzi,
    più l'allontanava più la distanza tra loro si faceva sottile.
    Ed il terrore serpeggiava nei suoi muscoli.
    E Jack osservava quegli occhi dorati con tristezza.
    Come scheletriche braccia puntate perennemente al cielo
    i pochi alberi avvizziti che costellavano la spiaggia
    proiettavano lunghe ombre, come tentassero di raggiungere le due.
    Si protese verso l'altra, allargando le braccia per
    cingerla in un abbraccio, per farle dimenticare.

    Ma sapeva di doversi fermare.
    Sapeva di non poter rinunciare a lei.

    Il freddo graffiava la sua pelle mentre avvicinava il corpo
    a quello dell'altra, ma non se ne curava.
    Conosceva quel freddo.
    E la consapevolezza balenò nei suoi occhi.



    Ancora china su se stessa, ancora tremante e con gli occhi colmi di lacrime nere, Jack strinse i pugni nel sentire quella voce.
    Sentì un'ombra aleggiarle sul cuore, un'ombra gelida e ghignante, colma di una paura sottile, traditrice. Non era la voce a causarla, non era la minaccia di una presenza in quel mondo d'incubo, in quel Foro infernale. Erano le parole da essa pronunciate, che penetrarono nel suo cuore e nella sua mente come pugnali affilati. S'insinuarono nelle crepe ancora aperte, spillando sangue mentre le allargavano senza pietà, andando a ferire ancor più in profondità un cuore martoriato da dubbi e debolezze, un cuore che da anni aveva eretto una corazza di spavalderia e cinismo per nascondere l'animo di una fanciulla a cui era stato strappato tutto. Era la verità presentata senza illusioni, senza specchi deformanti. Era la consapevolezza di non essere altro che una ragazza spaventata, una goccia in un oceano, incapace di smuovere le acque, di lasciare una traccia del suo passaggio nell'eternità dell'esistenza.
    Era il dubbio a stringerle il cuore nella sua morsa.
    Rimase lunghi secondi piegata su se stessa, ansimando ed ordinando ai suoi muscoli di smetterla di tremare.
    A chiunque appartenesse quella voce, per quanto fosse impossibile che sapesse così tanto di lei, avrebbe fatto conoscere il significato della parola dolore.

    Eppure quella voce non apparteneva a nessuno...

    In quel luogo volevano dolore, volevano violenza, e lei gliel'avrebbe data. Era l'unico modo per non essere puniti. Era l'unico modo per non finire sul Tavolo.
    Ed a lei piaceva infliggere dolore. Nonostante quegli sciocchi sogni colmi di Luce e di perdono, nel profondo lei sapeva di non riuscire a rinunciare alle sensazioni ed all'eccitazione che provava nel frantumare le ossa degli avversari, il piacere che una nuova ferita le faceva correre lungo la spina dorsale. Nonostante cercasse di convincersi del contrario, lei era ancora una creatura d'oscurità, era ancora il demone sanguinario che terrorizzava le notti dei bambini.
    Lei voleva la violenza, bramava il dolore. Erano parte costante della sua vita, legati indissolubilmente ad un'anima venata di nero.

    Eppure 665 ancora gridava nei recessi della sua mente...


    Il vento aveva cessato di soffiare
    e gabbiani ed avvoltoi non gridavano più il loro macabro requiem.
    L'immobilità assoluta, un nulla carico di importanza,
    osservava i corpi avvinghiati su quella spiaggia di morte.
    Gli occhi dorati spalancati ad osservare il futuro,
    in una luce accecante, ricoperta di spine pungenti.

    Sapeva di dovercisi tuffare.
    Vedeva la speranza alla fine dell'arcobaleno.

    Tentò di allungare le braccia verso quel bagliore,
    ma le sue unghie graffiarono la pelle di lei
    in un fremente impulso di autoconservazione.
    Il sangue dell'oceano iniziava a farsi strada sulla sua pelle,
    risalendo le gambe affusolate in rivoli sottili.
    Il caldo liquido bruciava su ferite mai rimarginate,
    scivolando dal corpo dell'una a quello dell'altra.
    Gli occhi bicromi chiusi con forza per dimenticare il passato,
    in un'oscurità opprimente, ribollente di potere immortale.

    Sapeva di doverlo abbandonare.
    Vedeva la disperazione all'ombra del mausoleo.

    Cercò di ritrarsi da quella tenebra,
    ma le sue mani delicate accarezzarono la pelle di lei,
    in un cullante impulso di autoconservazione.



    Con i pugni stretti ed i muscoli irrigiditi, dopo aver trovato l'autocontrollo necessario per smettere di tremare e proferir parola, Jack si alzò in piedi a fatica. Dava ancora le spalle al punto dove sapeva che avrebbe trovato il suo interlocutore, la sua prossima vittima. La sentiva vorticare nel cuore, una sensazione calda ed esaltante, la rabbia che alimentava la sua vita, che la spingeva a continuare, a non fermarsi.
    Come osi parlare come se sapessi qualcosa di me? Rispose rimanendo immobile, con la testa chinata ad osservare il punto dove fino a poco prima giaceva il cadavere di 665.
    Questo non è il mondo che desidero ne il mondo che odio. Continuò portando le mani ad accarezzare le braccia nude, stringendosi nelle spalle come a proteggersi dal gelo e dal dolore. Questo non è il mondo che cerco di dimenticare ne quello che non riesco ad abbandonare. La voce era salda, il tono sicuro di se è carico di odio e disprezzo, di un lucido cinismo privo di illusioni o speranze. Questo è semplicemente l'unico mondo che può esistere, mia prigione e mia fortezza. Questo è l'unico mondo che mi è concesso, l'unico in cui io possa vivere.

    Ma erano tutte menzogne...
    E lei ne era consapevole.

    Le sue mani strinsero con maggior forza sulle spalle minute, mentre le mascelle stingevano i denti fino a farli scricchiolare. Lei bramava la Luce, bramava la salvezza, ma sapeva di non poterla raggiungere. Macchiata dal peccato originale, creatura priva di un'anima, intrisa di tenebra dalla nascita, doveva ammantarsi di quella stessa Tenebra. Era quello l'unico modo di sopravvivere.

    Lentamente si voltò, pronta a fronteggiare questo avversario, pronta a sacrificare una nuova vittima in quell'altare di fango e metallo.
    Ma di fronte a lei non trovò nessuno.

    Ma sapeva che non avrebbe trovato nessuno...
    Quella voce non era reale ma al contempo era pregna di un'esistenza che non ammetteva dubbi.

    Sgranò gli occhi per la sorpresa. Si aspettava un nemico da combattere, desiderava un nemico da combattere. Aveva bisogno di sfogarsi, aveva bisogno di distruggere qualcosa di bello per sopprimere quelle che sapeva essere emozioni che l'avrebbero portata alla fine, sentimenti che non trovavano posto all'interno del Pozzo.
    Eppure non c'era nessuno.
    Era un nuovo tipo di tortura? Una nuova forma di controllo mentale, un altro tentativo di spezzarla?
    Ma l'avevano già spezzata una volta, avevano già frantumato quello che rimaneva della sua umanità, come potevano farlo di nuovo?

    Eppure sentiva le crepe ingrandirsi...

    Chi sei? gridò al nulla, osservando i secondini e le altre cavie sugli spalti, cercando sui loro volti traccia dell'inganno che stavano organizzando, della nuova tortura in serbo per lei.
    Non nasconderti vigliacco! Vieni a prendere ciò che ti spetta! Sfidò la Global Corp. Sfidò i volti distorti che la osservavano. Sfidò quella voce!

    Eppure sapeva che non c'era nessuno da sfidare...


     
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  4. misterious detective
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    Non mi sto nascondendo

    Ancora non capiva? Ancora non riconosceva la natura di quel luogo, di quelle presenze, di tutto ciò che le stava accadendo? Forse Jack già sapeva, in fondo era intelligente e le sue conoscenze erano vastissime, ma come poteva tornarle utile tutto ciò, se nella sua mente c'era spazio solo per dubbi e paure rimasti irrisolti?
    Una Voce non è in grado di nascondersi. È così come riesci a percepirla.
    A nascondersi, sei solo tu.

    Il silenzio piombò nuovamente in quel largo campo, ricoperto di polvere e sangue. Gli aguzzini, gli scienziati, il pubblico malato lassù negli spalti sembrava immobile, non fremeva dal desiderio di combattere, non c'era vita nei loro occhi. Era un deserto, anche circondata di persone non c'era nessuno che potesse riconoscerla, né come Jack, né come Soggetto 666.
    Solo allora, dopo aver lasciato alla donna il tempo di assaporare quella solitudine, dopo averle lasciato il tempo di indagare la propria mente, la Voce parlò ancora.Se anche non fossi ancora in grado di vedere la verità
    Se anche non avessi ancora scoperto qual è il sentiero su cui vuoi camminare
    Quale bene può esserci nel mentire?
    Quale bene può esserci nel viaggiare sul sentiero che già sai sbagliato?

    La Voce sapeva, la Voce poteva leggere nel suo cuore. Forse non aveva nemmeno avuto bisogno di farlo, fin dall'inizio le era chiara ogni cosa. Altrettanto bene, sapeva chi poteva far breccia oltre quelle fragili difese della ragazza.
    -Non ha importanza se ancora non hai trovato la tua luce.-
    Fu un'altra voce stavolta. Non era più quell'entità incorporea, esistente in ogni luogo contemporaneamente. Era diversa, ma così simile al tempo stesso; perché, per quanto potente e chiara, quasi perentoria, non c'era nota di emozione in essa, mancava ogni segno distintivo, non possedeva nemmeno un sesso con il quale identificarla. Era come se parlasse in ogni lingua, con ogni suono allo stesso tempo. Non vi era qualcuno di definito e, infatti, ciò che apparve poco distante da lei non lo era di certo: dall'altro lato dell'arena, da dove provenivano solitamente una parte dei soggetti per combattere, si fece avanti una figura animalesca, come un lupo scheletrico, dal pelo più pesante del suo stesso corpo, un'ombra che si avvicinava stanco. Poi quell'ombra mutò, un cambiamento invisibile agli occhi, ma che tutti gli altri sensi percepirono chiaramente. Si ridusse ad un mantello, una figura incappucciata che, oltre l'oscurità del vestito, non sembrava possedere nient'altro. Ma quando fu più vicino, una mano scura afferrò il lembo del mantello, lo gettò via, lontano alle sue spalle, e rivelò una persona che Jack conosceva bene: il Soggetto 666, ovvero lei stessa.
    -Non ha importanza se non vedi ancora la luce.- ripeté la sconosciuta, e questa volta era di Jack la voce che si disperse in quello spazio morto. -Non sarei qui altrimenti, ma non posso perdonare chi vacilla e minaccia di arrendersi.-
    Quando finì di parlare, sul viso dell'altra Jack apparve un ghigno soddisfatto. Non poteva chiedere di meglio, al Deceiver non sarebbe affatto dispiaciuto prendere a pugni quella donna, fino a quando ella non avesse imparato ad agire come desiderava, nella luce. Fu allora che, portandosi una mano alla bocca, realizzò quanto quel desiderio fosse stupido. Non era ciò che apparteneva a lui, non aveva a che fare con quello per cui era nato, con il suo scopo come Giudice, ma la sua informe identità si stava mischiando con quella della donna. Sentiva fluire in lui tutti i ricordi, ogni singolo istante di quell'esistenza che non riusciva più a percepire come estranea, ma come realmente appartenente a lui. E allora il Deceiver, che già possedeva ogni esperienza di quel luogo onirico, riusciva a immaginare quali vie avrebbero potuto accogliere il Soggetto 666 in futuro. In quel momento, il falso sembrava più autentico dell'originale.


    Ritardo a parte, mi scuso per la brevità del post e per quanto fa schifo, ma a parte che sono stanco morto, soprattutto non c'è molto da dire, finché Jack non partecipa al dialogo con il Deceveiver (non poso ancora qui la sua scheda, perché non abbiamo ancora messo alle armi e spero di riuscire a dialogare ancora un po' xD
     
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  5. aleslosh
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    AwarenessA Jack era sempre piaciuto stare da sola, mal sopportava il caos e la folla, il continuo berciare della gente, il contatto forzato. Aveva sempre preferito il silenzio e la quiete.
    L'assoluta immobilità che pervase quel luogo però le penetrò nel cuore, gelida e tagliente. Il senso di sconfinata solitudine, di immobile desolazione, che le avvolse l'anima le tolse il fiato, lasciandola impotente e fragile. Per quei lunghi secondi
    (o erano stati minuti? O forse ore?) si sentì minuscola, impotente di fronte all'immensità dell'universo. Presente, passato e futuro avevano perso ogni significato, la sua stessa esistenza era apparsa come nulla più di un granello di sabbia in una spiaggia deserta.
    Aveva percepito l'oppressione nel cuore, un senso di schiacciamento da cui non esisteva via di scampo.
    La solitudine più opprimente, il vuoto più totale.


    Avvolte in un abbraccio senza limiti,
    due essenze vorticanti in un rosso cielo tempestoso.
    Energie che fluivano, luce nella tenebra e tenebra nella luce.
    Ripudiava quel contatto ma non poteva staccarsene.
    Agognava libertà ma non riusciva a carpirla.
    Come soli splendenti, uno smeraldo ed uno zaffiro,
    risplendevano nell'accecante tenebra del suo animo,
    portatori di salvezza e di pace,
    forieri di dolore e speranze svanite.

    Soli che ardevano sulla sua pelle escoriata,
    che l'accarezzavano con la dolcezza di una madre premurosa...

    Unite l'una all'altra nel corpo e nello spirito,
    carne che si fondeva con la carne in un oceano scarlatto.
    Ricordi che si mescolavano, gioia nel dolore, grida nelle risate.
    Desiderava quel contatto ma non riusciva a sopportarlo.
    Agognava quella forza ma non riusciva a comprenderla.
    Come buchi neri, freddi e divoratori di mondi,
    inglobavano ogni cosa nella tenebrosa luce del suo cuore,
    portatori di angoscia e disperazione,
    forieri di forza e possibilità in avvenire.

    Buchi neri che gelavano la sua pelle vellutata,
    che la titillavano con sussurri di potere e di gioie inenarrabili...

    Il passato ed il presente che danzavano
    al suono dei tamburi e delle ossa spezzate.
    Il futuro che si presentava ad entrambe nell'unica possibile soluzione.
    Una soluzione che le riempiva di terrore.



    Ed allora apparve quell'essere indistinto. La sua voce, così simile a quella che continuava ad udire ma al contempo così diversa. Una voce che riconosceva nonostante non riuscisse ad afferrarne la motivazione. Apparve e le si avvicinò, parlando come se la conoscesse, colpendo con le sue parole nei punti in cui poteva causare più dolore. Stilettate profonde penetrarono nell'animo di Jack ad ogni frase, lame di ghiaccio che sapevano esattamente dove colpire.
    Ed infine si rivelò.

    Ma Jack già sapeva di chi si trattava...


    Lo stesso sguardo carico di disprezzo e superiorità, le stesse labbra nere e carnose, lo stesso volto indurito dal dolore e dall'odio. Jack sgranò gli occhi nel trovarsi di fronte a se stessa, una se stessa che l'accusava, che le rimproverava l'indecisione, la debolezza.
    Lo sgomento fu seguito dalla rabbia.
    Non era un sogno, ne era ormai certa, ma non si trattava nemmeno della realtà, non quella materiale, fisica, a cui era abituata perlomeno. Si trattava di qualcos'altro, qualcosa a cui non riusciva a trovare spiegazione, qualcosa che trascendeva le sue conoscenze, ma che in qualche modo era tanto reale quanto il mondo vero, tanto vera quanto la Global Corp., il Pozzo, Tia Dalma ed il ragazzino dai capelli rossi.
    Talmente reale da non poter accettare un'altra se stessa, da non poter sopportare il proprio riflesso, la vista di ciò che era diventata.

    "Togliti la mia faccia!"
    La sua voce era poco più di un ringhio ferino.
    Non le importava scoprire cosa stesse succedendo, dove si trovasse. Non in quel momento. Tutto ciò che voleva era smettere di vedersi, riuscire ad evitare di riconoscere se stessa ed i suoi errori negli occhi dell'altra.
    "Non hai diritto di indossarla!"
    Piano piano la voce iniziò a trasformarsi da ringhio ad urlo mentre stringeva i pugni incurante del dolore che le nocche screpolate le facevano scorrere lungo le braccia.
    "Arrendermi? Arrendermi? Mai!"

    Eppure sapeva di essersi già arresa da tempo...


    "Ogni istante, ogni grido, ogni sospiro di questo maledetto posto è impresso nella mia mente, marchio indelebile e bruciante che mi è stato imposto da mani troppo fredde per la pelle di una bambina!"
    No, non aveva il diritto di indossare il suo aspetto, di credere di poterle dire cosa fare. Chiunque si trovasse di fronte non aveva provato ciò che aveva provato lei, non aveva vissuto nel Pozzo!
    "Il volto di ogni singola persona a cui ho tolto la vita assilla le mie notti, rode le mie carni con artigli affilati!"
    Non aveva provato l'ebrezza dell'affondare le mani in un corpo ancora sussultante, di strapparne le viscere e bagnarsi nel suo sangue!
    "La strada che ho scelto... no... che mi è stata imposta, è lastricata di cadaveri, vittime sacrificali per un rito di purificazione. Un rito che purgherà il mondo dalla presenza di chi ha osato giocare con il mio corpo, di chi ha osato ferire la mia anima con aghi avvelenati!"
    Mentre parlava iniziò ad avvicinarsi alla figura.
    Sulla sua pelle iniziarono a riapparire i tatuaggi, poco alla volta, mentre la rabbia che la stava divorando li richiamava da un presente distante da quel tempo e da quel luogo.
    "Non puoi perdonare chi vacilla? Non puoi perdonare chi minaccia di arrendersi?"
    Si fermò ansimante a pochi passi da quell'altra lei.
    Lei non aveva visto ogni speranza, ogni traccia di redenzione, ogni singolo frammento di luce svanire in un oceano di odio e sangue.
    "Con quale coraggio osi dare della codarda a me?"
    Fremeva di rabbia.

    Eppure sapeva di avere torto.
    Sapeva che l'altra figura meritava quel volto più di quanto non lo meritasse lei...


    E due corpi divennero uno solo.
    Due anime divennero un unico spirito.
    Grida di morte si unirono allo stridio degli scheletrici avvoltoi
    mentre le risate di un bambino cullavano le nuvole in un cielo terso.
    Tenebra e luce in un abbraccio apparentemente impossibile,
    presente e passato finalmente uniti verso un futuro ancora colmo di possibilità.
    Jack la temeva...
    Eppure l'amava.
    Jack la disprezzava...
    Eppure la desiderava.
    E dal sangue uscì una nuova creatura,
    connubio di luce e tenebra.
    Dal sangue uscì Jack.


     
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  6. misterious detective
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    Il Giudice non poteva che perdersi in quel gioco di illusioni, di identità, di menzogne, e ciò che era diventava ciò che appariva, così come viceversa. Allora diventò arduo distinguere quali sentimenti appartenessero alla persona che aveva davanti e cosa, invece, si trovava dentro di lui. Poco importava, però, perché a prescindere da quale fosse la realtà, non era in grado di controllare appieno l'ilarità che si stava scatenando in lui ed un lieve sorriso increspò con delicatezza il suo volto di donna.
    Cosa credeva di sapere quell'altra se stessa? Si credeva superiore agli altri, si credeva così nobile da meritare un trattamento diverso da tutti gli altri umani che hanno vissuto il terrore di affrontare se stessi? Egli aveva ormai imparato tutto di Jack, sapeva quale triste, quale misera e crudele esistenza avesse vissuto, quanta sofferenza gli fosse stata imposta e quanta ne avesse inflitta al prossimo, si era appropriato di tutti i suoi travagli e di tutte le sue speranze.
    -Togliti la mia faccia!-
    Era completamente sordo a quelle urla, perché non avevano ragione di esistere: egli non le era estraneo.
    -Non hai diritto di indossarla!-
    Eppure ne portavano il peso nella stessa identica maniera, era quindi un diritto di cui nemmeno la prima Jack poteva appropriarsi?
    -Arrendermi? Arrendermi? Mai!-
    Sentiva la rabbia nella sua voce, sentiva il ringhio cupo della bestia dentro di lei, una bestia che le dilaniava le carni e pretendeva libertà. Guardava l'altra se stessa e comprendeva ogni sua minima emozione, riusciva a ricondurre ogni gesto ad eventi passati, eventi che per lui erano tanto reali quanto lo erano per la sua sfidante. Non si trattava neppure di deduzione, era pura e semplice conoscenza, e la seconda Jack conosceva la prima meglio di chiunque altro, ma soprattutto, a differenza di quella, non rifiutava le verità davanti ai suoi occhi. E proprio per questo, proprio perché nella sua duplice identità di Giudice e imputato riusciva a guardare con obbiettività al passato di Jack, egli non poteva accettare tanto egocentrismo, tanta cecità.
    -Ogni istante, ogni grido, ogni sospiro di questo maledetto posto è impresso nella mia mente, marchio indelebile e bruciante che mi è stato imposto da mani troppo fredde per la pelle di una bambina!-
    Un altro sorriso, un più mesto, uno carico di tristezza e di rabbia mai sfogata. Lo ricordava, ricordava bene tutti i soprusi, tutto il dolore, tutta l'indifferenza davanti alle grida che Jack aveva levato verso un soffitto scuro, grida che, in quel momento, avrebbe potuto giurare di aver lanciato anch'egli, legato a quel dannato Tavolo. Eppure, a questi ricordi si sovrapponevano quelli del secolare Giudice, dell'entità che aveva conosciuto mille altre esistenze, mille altri dolori. E se c'era una cosa che nel Deep Dive non mancava era il tempo per riflettere, per rievocare ogni singolo ricordo, ogni fugace istante della vita dei suoi precedenti avversari, fino a dettagli di cui nemmeno loro avevano memoria. In quei passati, in quelle storie non c'erano eventi diversi, non c'erano dolori diversi. Empatia e compassione, tuttavia, sembravano sentimenti troppo deboli per reagire all'odio che bruciava nel cuore distrutto della donna.
    -Il volto di ogni singola persona a cui ho tolto la vita assilla le mie notti, rode le mie carni con artigli affilati.-
    Il Giudice chiuse gli occhi e provò sulla sua pelle la verità di quelle parole, rievocò in lui i volti delle vittime innocenti, cadute sotto la forza dei suoi pugni, dei pugni di Jack. Quante le notti insonni, per paura di incontrare quei volti, e quanti i pochi i tentativi di placare i loro tormenti; perché, forse, l'altra non se n'era ancora resa conto, ma non erano meno innocenti, non erano meno preziose le vite da lei colte oltre le mura della Global Corp. E più le sue mani si macchiavano di sangue, più le sue notti diventavano affollate.
    -La strada che ho scelto... No... Che mi è stata imposta, è lastricata di cadaveri, vittime sacrificali per un rito di purificazione. Un rito che purgherà il mondo dalla presenza di chi ha osato giocare con il mio corpo, di chi ha osato ferire la mia anima con aghi avvelenati!-
    Sì, il Giudice sentì in lui tutto l'odio per quell'organizzazione, tutto il risentimento che bruciava nel cuore e nelle parole dell'altra, ma non riuscì a compiacersene.
    -Non spetta a me stabilire se ciò sia giusto o sbagliato. Anzi, non è il mio compito condannare il giusto e lo sbagliato.- rispose con le mani appoggiate ai fianchi, scuotendo la testa da un lato all'altro con un sospiro esausto. -Tuttavia è molto tempo ormai che ci nascondiamo agli occhi della Global Corp mentre progettiamo vendetta, da molto tempo l'incubo del Foro non è nient'altro che questo, un incubo.- rispose, parlando con tono complice in un plurale che comprendeva entrambi, come legati da un comune passato ed un medesimo destino. -Ma, spiegami, a cosa sono serviti gli omicidi che abbiamo commesso da allora, a quale scopo tutte le atrocità? Non so se condividi, ma mi sembra quasi che stiamo giustificando l'operato di quei bastardi e la cosa mi fa rivoltare le budella dallo schifo. Ma nemmeno questo è affar mio, abbiamo tutto il diritto di distruggere il prossimo se la cosa ci fa sentire bene anche se, sarò sincero, in questo momento non mi sento affatto soddisfatto e dubito che tormentare qualcuno mi aiuterebbe più a lungo di qualche momento. Quello che davvero mi dà fastidio, e credo che tu la pensi come me...- si mise a camminare intorno, lentamente e con una mano si accarezzò il collo, immerso nei suoi profondi pensieri, pensieri che Jack era probabilmente in grado di comprendere bene. -... È che questo non ci ha fatti diventare più forti, non ci ha avvicinato di un fottuto passo alla distruzione della Global Corp. Andando avanti così, quanto tempo pensi ci vorrà per avere la nostra vendetta? Ci hanno fatto longevi, ma non eterni!-
    E, infine, con altrettando interesse, con altrettanta attenzione ascoltò le ultime parole dell'altra Jack. Lo minacciava, negava di essere una codarda, ma quelle parole non avevano valore, erano semplici granelli di sabbia sospinti dal vento per due individui, identici in tutto e per tutto, che non avevano bisogno di parlare per sapere cosa davvero era racchiuso nel loro cuore.
    -Con quale coraggio osi dare della codarda a me?-
    Il Giudice era orgoglioso del ruolo che ricopriva, un ruolo che nessuno poteva permettersi di attaccare. Difficile, in quel momento, affermare a chi appartenesse la rabbia, all'entità o a Jack, che altrettanto odiava essere guardata dall'alto in basso. Forse, invece, quanto accadde fu che le due personalità si amplificarono a vicenda, suscitando una forte reazione in lui.
    -Con che coraggio?- ripeté incredulo. -Conosco bene quanto te il peso di decenni di prigionia e di torture, so bene che sarebbe stato più semplice morire là dentro che non lottare per il futuro che ora possediamo. Eppure, dopo esserti dimostrata superiore a migliaia di altre cavie, dopo aver scalato la vetta ed aver conquistato la tua libertà, hai forse dimenticato i valori in cui tu, in cui 665 credeva?-
    Si portò una mano al volto.
    -O vuoi dirmi che, ironia della sorte, ora che possiedi i suoi occhi non sei più in grado di scorgere quei valori?-
    Esso, mutò, insieme a tutto il suo corpo, in quello del ragazzo tanto caro a Jack.


    Spero che il finale non sia terribile, ma il sonno ha cominciato ora ad avere la meglio su di me e non garantisco. Mi sento comunque abbastanza soddisfatto: ho provato ad immedesimarmi in Jack e capire quali sono i dubbi sul suo operato che può avere in testa, filtrati dalla personalità propria del Giudice (ergo, ogni cosa diversa da come l'hai pensata tu la puoi incolpare alla presenza contemporanea di Jack, ma soprattutto del Giudice ù_ù
     
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  7. aleslosh
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    The day the earth stood stillI muscoli dell'ex-cavia fremevano di rabbia mentre ascoltava quell'altra se stessa parlare. Usava il plurale, usava il noi come se avesse anch'ella vissuto tutti i soprusi, tutto il dolore che aveva provato lei. Le parlava come se veramente fosse la sua immagine riflessa in uno specchio, complice ed al contempo avversaria. In quell'arena da incubo, in quella realtà differente, reale ed al contempo inesistente, quella copia osava comportarsi e parlare come se fosse effettivamente lei, come se conoscesse realmente, come se avessero condiviso un passato.

    E non era forse così?


    Ma non era questo a farla fremere di rabbia, per quanto cercasse di convincersene. Non era la presunzione di conoscerla, l'arroganza nel parlarle come se potesse comprendere. Quelli erano niente più che futili motivi superficiali, giustificazioni alla propria rabbia per nascondere una verità che non poteva, non voleva, accettare. Una rabbia nata dalle verità pronunciate da quell'entità, dalle conclusioni a cui giungeva che la trafiggevano come lame roventi. Per anni si era nascosta, per anni era fuggita a quei pensieri, a quelle constatazioni che tanto dolore le generavano nel cuore, ed ora l'altra gliele stava sputando in faccia, una dopo l'altra, senza remora, senza pietà. Fremeva di rabbia perché l'altra sembrava conoscerla meglio di quanto non si conoscesse lei stessa, perché le presentava tutti i dubbi, tutte le paure e le paranoie dalle quali era riuscita a fuggire. Le mostrava la vera se stessa, la fragilità di quella maschera che con tanta fatica si era costruita.
    Jack odiava i deboli, li disprezzava con tutta se stessa, ed ora quella creatura (
    che altro non era che la sua realtà) le stava mostrando come in realtà, nonostante tutto, la vera creatura debole non fosse altro che lei.
    Fremeva di rabbia perché rivedeva la bambina spaventata, la ragazzina con le lacrime agli occhi che si nascondeva in un angolino buio per non vedere la realtà, per non essere costretta ad accettarla.

    Eppure avrebbe dovuto imparare a farlo prima o poi...


    Era vero! Non era diventata più forte in quegli anni, non si era minimamente avvicinata al proprio obiettivo. La Global Corp. era ancora un gigantesco ed imponente behemot, irraggiungibile per un cucciolo con il pelo arruffato come lei. La sua ombra ancora si stagliava, imponente e terrificante, sul suo sentiero, ghignando maligna mentre lei, sempre più, s'immergeva nell'odio, completava il loro lavoro, trasformandosi sempre più, pezzo dopo pezzo, vittima dopo vittima, in ciò che loro volevano che diventasse.

    Ma non era così, non più...


    "Chi sei tu Jack! Questa è la domanda che dovresti porti. Non sei forse Soggetto 15? Soggetto 2543? Soggetto 665?"
    "NO!"
    Non era più così, non era più quella la sua realtà.
    "Ricompensi con sangue e depravazione chi ti ha donato la sua vita? Chi si è sacrificato per la tua salvezza, per il tuo successo?"
    Era cambiata! Quel ragazzino le aveva aperto gli occhi e finalmente aveva iniziato a vedere.
    "No!" rispose mentre ancora una volta le lacrime le rigavano il volto.
    "La violenza ed il sadismo non mi hanno resa più potente, non mi hanno avvicinato alla mia vendetta..." non avrebbe usato il plurale. Lei era Jack, non l'altra. Per quanto potesse conoscerla, per quanto potesse aver vissuto le sue stesse esperienze solo lei era se stessa.
    "Mi sono persa nell'oscurità, hai ragione, mi sono crogiolata in quello che la Global Corp. voleva da me. Ho ucciso e torturato, ho goduto mentre mi bagnavo nel sangue e nelle lacrime di innocenti, mentre distruggevo cose belle solo perché non potevo sopportarne la felicità, quella felicità che a me era stata strappata."
    Chinò il capo chiudendo gli occhi mentre, come ogni notte, i volti di chi aveva ucciso, delle vite che aveva rovinato, le apparivano dietro le palpebre.
    "Ma non sono più schiava della tenebra" la sua voce era rotta dai singhiozzi mentre si aggrappava con tutte le sue forze a quell'unica verità che non le straziava il cuore, che le donava un barlume di sollievo nell'anima torturata. "Sono cambiata... sto cercando di cambiare dannazione! Non ho dimenticato i valori in cui credeva." Non riuscì a pronunciare il suo nome, non ne era mai stata in grado.
    "Non ho dimenticato le vite che sono state sacrificate perché io potessi trovare la mia libertà." La voce iniziò a guadagnare sicurezza nel tono. "Provo ancora piacere nel causare dolore, le mie carni fremono quando una vita si spezza tra le mie mani e sento l'oscurità premere nel mio cuore, pulsare vogliosa e suadente, spingermi verso le più terribili depravazioni, ricordarmi con dolci sussurri il piacere provato in passato."
    Ancora una volta la sentì dentro di sé, pulsare goduriosa mentre veniva nominata, ridere maligna mentre la sua presenza costante e perenne veniva accolta con timore, mentre riusciva ancora una volta a creare dolore.
    "Ma sto combattendo, sto continuando a resistere, ondata dopo ondata, ferita dopo ferita. Ho visto la luce, ho sentito il suo caldo tocco sulla pelle e sto arrancando verso di essa. Non sono più ciò che la Global Corp. voleva che diventassi!"

    Eppure ancora ne traeva piacere...
    "Non sono più una bestia famelica priva di controllo!"
    Eppure ancora era la violenza l'unica strada che conoscesse...
    "Non sono una santa, non sono un cavaliere senza macchia, ma con fatica sto strisciando sulla via che mi porterà alla salvezza!"
    Una via lastricata di cadaveri...
    "Sto lottando contro il dolore..."
    ...contro il terrore...
    "...contro la fatica..."
    ...contro la debolezza...
    "...contro ciò che gli altri si aspettano da me!"
    ...contro la sua stessa natura...

    Lambita dalle onde vermiglie
    con i frammenti d'osso che scricchiolavano
    sotto i piedi nudi
    Jack camminava lentamente.
    Sul volto baciato dai raggi di un sole nero,
    con un sorriso nuovo, caldo, sulla pelle tatuata,
    si avvicinava alla figura che l'attendeva aldilà del tramonto.
    Impercettibile, irriconoscibile nella luce che l'accecava.
    Ma Jack sapeva cos'avrebbe trovato,
    sapeva chi l'avrebbe abbracciata,
    chi l'avrebbe perdonata.
    Non lo vedeva in volto, non ne riconosceva le forme,
    eppure sapeva che si trattava di lui.
    Sapeva che questa volta le avrebbe sorriso.
    Che non l'avrebbe scacciata.
    E continuò a camminare,
    accompagnata dal canto dei corvi e degli avvoltoi,
    incurante delle ossa che le ferivano i piedi,
    del sangue che andava a mescolarsi con quello delle vittime,
    del vento tagliente che le dilaniava le carni.
    Continuò a camminare perché sapeva che lì,
    solo da lui,
    avrebbe trovato ciò che cercava.


    Fu allora che alzò gli occhi bagnati di lacrime, fu dopo quell'apologia detta con tanta fatica, con tanto dolore, che trovò il coraggio di tornare a guardare il proprio interlocutore negli occhi. Non si sarebbe più nascosta, non sarebbe arretrata per la vergogna. Il suo vero io non era più un nucleo di tenebra senza speranza di redenzione, era un nuovo essere, una commistione di tenebra e luce, di bene e male, di salvezza e dannazione. Un essere che avrebbe affrontato a testa alta chi l'avesse giudicata.
    Un essere che vacillò quando vide il volto di 665.
    Sgranò gli occhi irrigidendo i muscoli.
    L'oscurità si agitò dentro di lei.
    Poteva accettare che quella presenza, qualsiasi cosa fosse, prendesse le sue sembianze, si spacciasse per lei e parlasse come se effettivamente fossero una cosa sola. Poteva accettare, seppur con fatica, che le rivelasse le verità che non poteva sopportare, che la ferivano in profondità come nessuna lama sarebbe stata in grado di fare. Poteva accettare che la deridesse e la giudicasse, che l'offendesse e la compatisse.
    Ma non poteva, non voleva, accettare che assumesse le sue sembianze.
    Non poteva, non doveva, permettersi di infangare il suo ricordo in quel modo.

    Tante belle parole, tanti bei propositi, di redenzione, di salvezza e di speranza. Tanti sforzi per dimostrare di essere cambiata, di essere diversa, di aver avuto il coraggio di effettuare la sua scelta, di imboccare la strada più difficile, spazzati via in un mero secondo.
    L'oscurità esplose, ridendo sguaiatamente mentre riacquistava il potere, mentre riprendeva le redini di quel corpo martoriato.
    "NON OSARE!"
    Gridò, un grido ferino, colmo di rabbia, di tenebra e di odio. Il grido di una voce del passato, della voce che tante vite aveva strappato, che tanto odio e tanto dolore aveva generato.
    Un grido che di umano aveva ben poco, carico di tenebra, di oscurità... di Male.
    E con quel grido scattò in avanti, senza una tattica precisa, senza il minimo barlume di controllo, il pugno alzato e pronto a colpire, deciso a colpire, ed a frantumare ciò che si trovava di fronte.
    Un gesto istintivo, una reazione che non avrebbe potuto frenare, la sua vera natura che esplodeva in tutta la propria potenza!

    E la risata soddisfatta di un'oscurità che ancora una volta si dimostrava vincitrice.



    Sai che devi smettere di chiedere scusa?^^ I tuoi post stanno colpendo i punti giusti, con chirurgica precisione. Abbastanza da rendermi estremamente difficile evitare che Jack attacchi diretta per non vedere le verità che le sbatti di fronte xD
    Coomunque... un paio di cose credo siano d'obbligo^^

    Innanzitutto, so che l'interruzione dei post altrui non è ben vista, ma visto che non è combattimento e non ho invalidato la parte finale del tuo post, mi sono permesso di inserire il mio discorso in mezzo al tuo, prima che il giudice diventasse 665, perché alla vista del vecchio amore l'unica reazione possibile sarebbe stata (com'è stata^^) la furia e l'attacco e mi sarebbe dispiaciuto non rispondere al dialogo^^
    In secondo luogo il repentino cambiamento di Jack, che dopo aver parlato per mezzora su come sia cambiata, decide di attaccare in un'ondata di oscurità, so che può sembrare "scostante" o "troppo immediato". In realtà è voluto. Jack, nonostante brami la luce, è ancora un soldato dell'oscurità, la tenebra è ancora prevalente in lei, e la vista di 665 la destabilizza stile bomba atomica in un formicaio ^^
    Infine il suo assalto a pugno chiuso non devi vederlo come un tentativo di iniziare il combattimento e smetterla di dialogare (a meno che tu non voglia iniziare il combattimento e smetterla di dialogare xD). Semplicemente è l'unica reazione possibile in questa situazione, tanto che non ho messo scheda di battaglia ne ho utilizzato tecniche o strategie particolari. Semplicemente è uno sfogo della mia povera piggia nel vedere il volto di 665^^
     
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  8. misterious detective
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    Se i Giudici avessero dovuto semplicemente valutare la prestanza fisica di chi avevano di fronte, il valore del loro lavoro sarebbe stato minimo. Centinaia, migliaia e forse più guerrieri popolavano quel vasto universo, ognuno di loro meriterebbe una menzione di fronte alla Voce per la loro abilità, eppure solo una misera parte di questi si presenta al cospetto di coloro la cui effimera esistenza è votata al guidare i loro testé lungo la via che essi hanno scelto.
    No, il lavoro dei Giudici va ben oltre ciò che gli occhi possono vedere, i loro poteri non sono infiniti, né lo sono le loro possibilità, ma nei limiti imposti su di essi, è loro compito provare la mente, i sentimenti, le volontà dei loro avversari: perché la più grande forza, loro lo sapevano bene, risiede non nel corpo, ma nel cuore.
    E che reazione avrebbe dovuto avere il Giudice di fronte alla sua nuova ospite? Jack non era certo una stupida, rispondendo alle sue parole aveva dimostrato anzi una certa dose di saggezza. Non era stato lui a trarre quelle conclusioni, non aveva dovuto dedurre niente dagli stati d'animo che avevano invaso il suo essere quando aveva copiato la ragazza: tutte quelle verità erano già presenti, evidenti, nel suo cuore, rinchiuse in una prigione da dove non avrebbero mai dovuto uscire. Il perché era evidente agli occhi dell'Ingannatore, capace di spiare in un passato che ora apparteneva anche a lui: per quanto Jack, infatti, fosse stata educata fin da infante al dolore, da esso era anche terribilmente spaventata e lo fuggiva, come fosse il suo nemico più grande; quelle verità facevano male, fin troppo, e nemmeno la promessa di un futuro migliore, se avesse accettato quelle sofferenze, l'aveva convinta ad accettarle.
    Ma per questo, fortunatamente, c'era pur sempre lui.
    Allora, con le poche parole che aveva pronunciato con l'aria orgogliosa propria di Jack, riuscì a far trarre alla donna le conclusioni che voleva sentire, riuscì a farle ammettere i suoi errori, le sue debolezze, tutte le parti più infime di lei, che doveva abbracciare per poter proseguire nel suo cammino verso la luce.
    Quella era la risposta, quello era il percorso che, nel profondo del suo cuore, la ragazza voleva veramente seguire, quella era la strada che l'avrebbe portata alla meta desiderata.
    Peccato che stesse ancora mentendo a se stessa.
    E che, nonostante tutto, non fosse ancora pronta ad imboccare quel sentiero.

    -Ho esagerato un poco? Mi dispiace.-
    La voce del Giudice era ironica, per nulla onesta, ma al contempo non stava deridendo la donna, quanto la paradossalità della stessa situazione.
    Se l'era aspettato, lui la conosceva fin troppo bene da non sapere cos'avrebbe generato un simile scherzetto, per questo bloccare quel pugno con la propria mano non era stato nulla di difficile. Per quanto il fisico di Jack fosse potente e ammantato d'oscurità, il suo non era certo da meno e, guarda caso, l'Ingannatore aveva ripreso le sembianze della sua nemica giusto in tempo per salvarsi dall'improvviso assalto.
    -Sei brava a parlare.- E allora chiuse le mani a pugno intorno a quello dell'altra, strinse con forza e piegò il polso. -Ma questo assalto... cosa mi sta a significare?-
    Con un gesto scocciato, fece per spingere via la donna, con l'intenzione di riportare la situazione a quella iniziale.
    -Conosco gli sforzi che hai fatto per adattarti ad un mondo edificato contro di te e prima di oggi ho letto le vite di mille altri guerrieri. Conosco le difficoltà che si incontrano lungo un cammino di redenzione, so cosa significhi lottare per migliorarsi giorno dopo giorno in vista di un obiettivo.-
    Sospirò e smise di parlare per un momento. Gli umani erano semplicemente senza speranza, fantasmi sperduti dagli occhi ciechi.
    -E ti svelerò un segreto, in un sentiero devoto all'Oscurità la forza della rabbia non è meno debole dell'amore in un sentiero di Luce. Verso cosa stai dirigendo quella rabbia, però? Verso di me? No...- ridacchiò, coprendo appena con la mano, in un gesto di scherno, la sua bocca, che parlava con la stessa voce di Jack. -Io lo so, perché ora sono te stessa: il tuo odio scaturisce dal passato e ad esso è rivolto. Non è incanalato verso uno scopo, non è uno strumento con cui costruisci il tuo futuro, semplicemente un'arma smussata con cui distruggi tutto quello che hai attorno, te stessa compresa.-
    Rimase in silenzio a lungo, senza pretendere una risposta, ma aspettandosi solo che Jack provasse a riflettere su cosa doveva fare di quel potere unico ed inimitabile che aveva trovato dimora dentro al suo cuore.
    -Facciamo un gioco...- concluse l'Ingannatore, aprendo le braccia in un gesto di invito e di sfida, per poi arretrare, lentamente, senza mai voltarle le spalle. -So quanto sei forte, forse anche abbastanza per combattere ad armi pari con un Giudice.-
    Una volta che si fosse portato ad una distanza di cinque, sei metri, si sarebbe fermato, sempre mostrando le sue braccia aperte, pronte ad accoglierla.
    -Invece di combattere me, in questa battaglia, prova a combattere le tue debolezze. Invece di distruggere chi hai di fronte, guarda dentro di te e prova a distruggere ciò che è un peso per il tuo cammino.
    E mi raccomando, fammi divertire-



    Non posto lo specchietto di battaglia per pura pigrizia ma, se non hai nulla in contrario, puoi considerare con il tuo prossimo post che il combattimento sia iniziato ^^
    Non ho fatto autoconclusivamente di storcerle il polso e spingerla via, se vuoi puoi opporti, ma in ogni caso non significa niente per quanto concerne la battaglia che comincia ora, era giusto per fare un po' di scena e dare al mio png l'opportunità di mettersi in una posizione più consona per cominciare a combattere.
    Spero tu abbia gradito e buon proseguimento ^^
     
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  9. aleslosh
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    When all hell break looseIl pugno non era carico di energia psionica o di oscurità ma Jack possedeva una forza non irrilevante... eppure l'altra lei l'aveva bloccato con una sola mano, come se niente fosse. Le sfuggì un gemito quando l'altra le storse il polso e barcollò indietro quando fu spinta.
    Strinse i denti: ora aveva preso nuovamente le sue sembianze e la stava sfidando.

    L'ascoltò mentre quella si allontanava, massaggiandosi il polso senza staccare gli occhi da lei. Ancora una volta le sue parole erano vere. Provocatorie, certo, arroganti, ma dannatamente vere.
    "Il mio odio sarà anche un'arma smussata..." rispose iniziando a camminarle attorno, con il tono più calmo, carico di sfida. "Ma finora è stato più che sufficiente per liberarmi di moscerini fastidiosi come te."
    Finora aveva subito, si era fatta colpire dalle parole di quell'entità che, a quanto pareva, si definiva giudice. Aveva lasciato che penetrassero in lei, la schiacciassero sotto il loro peso e la rendessero poco più di una ragazzina piagnucolosa. Aveva permesso che le strappassero ogni difesa, lasciandola scoperta, inerme, ma ora il tempo di subire era finito! Non era mai stata brava ad incassare, non era mai stata brava ad accettare passivamente quello che le veniva imposto. Era una creatura istintiva, una donna che passava all'attacco prima di aver bisogno di difendersi ed ora era giunto il momento di ricordarsene.
    Sul suo volto, nonostante tutto ciò che l'attorniava le ricordasse un passato che tentava senza successo di dimenticare, apparve un sorriso cinico, soddisfatto.
    "Quell'assalto non significa nulla" rispose alla prima domanda del giudice, una domanda retorica, che non richiedeva risposta, ma che non sarebbe stata in grado di lasciare irrisolta. In fondo doveva essere lei ad avere l'ultima parola: sempre.
    "Un momento di debolezza, una mossa dettata dall'istinto. Se mi conosci così bene dovresti sapere che lui è off-limits no?" La sicurezza nella sua voce mostrava come si fosse ripresa, come ancora una volta avesse rinchiuso tutti i dubbi, tutte le paure e le debolezze che l'assillavano, in una parte remota e nascosta del suo cuore. Avrebbe avuto tempo per farle riemergere, per affondare e soffocare in esse, ma ora doveva mostrare a quell'essere che con lei non si giocava, non più! Doveva fargli capire il grave errore che aveva commesso nel provocarla.
    L'arroganza e la superbia si espansero nel suo io, donandole la forza che le avevano sempre dato per affrontare ogni situazione. Se da una parte erano una debolezza, dall'altra erano la fonte di sicurezza che le aveva sempre permesso di uscire vincitrice da ogni scontro, di camminare a testa altra dopo ogni prova.
    "Dovrei combattere le mie debolezze?" Parlava per prendere tempo mentre analizzava il suo avversario. Aveva voglia di prenderlo a pugni finché non avesse implorato pietà e sapeva che, durante lo scontro, l'istinto avrebbe preso il sopravvento ed ogni facoltà logica di pensiero sarebbe andata a farsi fottere, soppiantata dalla ferocia e dal desiderio di distruzione.
    "Dovrei farti divertire?" Quella era una delle sue più grandi debolezze, unita all'arroganza, all'eccessiva sicurezza di sé. Se veramente quel giudice in quel momento era lei, se veramente possedeva i suoi ricordi, i suoi istinti ed almeno parte del suo carattere, era su quello che doveva puntare. Non poteva conoscerne le reali capacità, poteva basarsi solo su quello che vedeva di fronte a sé: e quello che vedeva era se stessa.
    "Dovrei distruggere ciò che ostacola il mio cammino?" Combattere se stessa, la più facile ed al contempo più difficile delle battaglie. Se veramente si trovava contro un'altra sé, avrebbe potuto immaginare come si sarebbe comportata, avrebbe potuto prevederne le mosse semplicemente pensando a cos'avrebbe fatto lei. Al contempo però ogni sua strategia sarebbe stata conosciuta, l'avversaria avrebbe potuto prevedere i suoi piani allo stesso modo. Doveva agire diversamente... non doveva permettere al proprio istinto omicida di prevalere.
    E doveva far sì che prevalesse quello dell'avversaria. Se possedeva la sua stessa furia, la sua stessa irascibilità, doveva sfruttarla. Se l'avesse fatta incazzare per bene le avrebbe ostacolato il pensiero, l'avrebbe resa imprecisa.
    "In questo momento il mio ostacolo sei tu dolcezza!"
    Doveva sperare di esserne in grado.
    Mentre parlava, lentamente, i tatuaggi ricominciarono ad apparirle sul corpo, come richiamati da quella ritrovata sicurezza, frammenti di realtà che s'introducevano in quel reame di sogno. Con essi ricomparvero anche i suoi vestiti, i pantaloni di pelle logori ed attillati, gli stivali rinforzati e le cinghie che le coprivano a malapena i capezzoli.
    Con essi riapparvero anche i Brass Knukcles, saldamente infilati tra le dita delle mani.
    Ora era tornata ad essere Jack. La vera Jack!

    Scattò quindi in avanti, correndo verso il giudice esattamente come nell'attacco precedente, in quello che sarebbe dovuto sembrare un attacco frontale. Gridò mentre correva, il solito grido ferino, furioso. Doveva farle credere di essere ancora la bestia, di essere ancora incauta. Doveva far sì che la sua arroganza la portasse a sottovalutarla.
    Lei si sarebbe sottovalutata in fondo.
    Mentre correva richiamò la Tenebra nel palmo della mano sinistra, sentendola concentrarsi in una sfera vorticante, ribollente di grezzo potere. Lo fece tenendola lievemente dietro la schiena, nella speranza di riuscire a nasconderla agli occhi dell'altra. Non era quel potere che doveva vedere.
    "Parli tanto del mio passato! E cosa ne è del tuo? Del tuo vero passato?" gridò. L'aveva ammesso il giudice stesso: aveva impersonato mille altri guerrieri prima di lei, aveva vissuto il passato di mille altre creature... non poteva immaginare che avesse ricordi precisi di se stesso, nessuno poteva passare attraverso talmente tante vite e ricordarsi chi era in realtà. Poteva tentare di usarlo per farla infuriare, poteva usarlo per farla tentennare.
    "Ora è il mio turno si scavare..."
    "Sei tanto arrogante e sicura di te ma chi sei in realtà? Cosa sei più che una maschera priva di vita propria?"
    E nel frattempo si avvicinava.
    Strinse i denti mentre richiamava ancora la tenebra. La tarantola tatuata sulla spalla iniziò a muoversi, muovendosi con le sue zampe ributtanti sulla ragnatela, dirigendosi sul seno di Jack. Non si mosse velocemente, doveva essere ben visibile.
    Una volta arrivata a non più di un metro e mezzo dall'avversaria, la tarantola avrebbe scagliato la sua tela, mirando verso il volto di quella, leggermente verso destra, in modo da far sì che la schivata più logica, quella più istintiva, fosse stata verso sinistra.
    E sarebbe stato proprio a sinistra che avrebbe scaricato il suo pugno carico di Tenebra.
    Doveva sperare che effettivamente anche l'altra si muovesse d'istinto. Doveva sperare che cadesse nella sua trappola!
    "Chi sei se non un'ombra priva di importanza?!"


    Battle's Report
    mass-effect-jack
    Energia: Bianca
    Stato Fisico: Ottimale
    Stato Mentale: Ottimale
    Potere: 100 - 16 - 13 = 71%
    Note:


    Equipaggiamento:
    Brass Knuckles: Jack, nonostante sia specializzata nell'utilizzare i poteri della propria Tenebra per combattere, ama con tutta se stessa, a prescindere dalla nuova via che ha deciso di intraprendere, il corpo a corpo. Nonostante abbia abbandonato la via della depravazione e della tortura, il suo animo è ancora permeato di tenebra e le piace sentire le ossa che si frantumano, il sangue che le sprizza sul volto e la tensione che l'essere così vicini al nemico ed alla possibilità di morire le fa percepire. Non concepisce coloro che fuggono il combattimento nascondendosi o colpendo da distante… li disprezza quasi. Essere vicina al proprio nemico però non le basta. Vuole sentire la sensazione delle ossa che si rompono, dei tessuti che si lacerano e del colpo che va a fare il proprio sporco dovere. Per questo motivo spade, lance ed armi a distanza non le vanno bene, sono troppo impersonali, tengono troppo lontano dalla propria vittima. Non c'è niente di meglio di un buon pugno sul cranio per sfogarsi. Ecco perché utilizza questi tirapugni in metallo. Lunghi circa una decina di centimetri, giusto il necessario per calzare bene sulle dita ed essere comodi da utilizzare, sono fatti di un metallo composito formato da acciaio, ottone ed un anima in adamantino. Spessi circa un centimetro e mezzo pesano poco più di un chilo l'uno. Una banda metallica dotata di 4 punte di diversa lunghezza, 1 centimetro quelle esterne e circa due quelle interne, ricopre la parte anteriore degli anelli, quella utilizzata per colpire, giusto per rendere queste semplicissime armi ancora più letali.
    Non soddisfatta negli anni ha trasmesso il proprio desiderio di distruzione nell'anima stessa del metallo che li compone, alterandoli permanentemente e rendendoli a tutti gli effetti magici. La Tenebra si è fusa con le particelle che compongono le leghe di cui sono formati in un legame inscindibile. Ogni volta che queste rudimentali armi colpiscono il proprio bersaglio, scatenano tutta la furia che Jack ha accumulato negli anni, scaricandola in un'onda d'urto volta ad allontanare e destabilizzare i nemici. Non è una proprietà che possa essere fermata, Jack non ha alcun controllo su questa capacità che deriva direttamente dalle armi stesse, dotate di una loro perversa forma di vita e di intelligenza. L'oscurità che li permea è semplicemente troppo ribollente, troppo caotica per non risuonare alla violenza ed all'impatto.

    In termini di gioco i Brass Knuckles emettono costantemente un'aura che repelle ciò che li circonda, Jack esclusa. Nel momento in cui vanno a colpire qualcosa, tale aura venendo compressa esplode in onde d'urto di bassa potenza che possono sbilanciare con relativa facilità creature piccole e, in caso di bersagli medi o più grandi, possono comunque destabilizzare, spingere indietro o più in generale spezzare l'equilibrio.
    Nonostante siano armi decisamente piccole, quindi considerabili leggere, lo stile di combattimento di Jack è incentrato prettamente sulla forza bruta. Per questo motivo sfrutta il parametro Corpo con essi.



    Abilità Passive:
    Bloody Rose (centro schiena):

    Posto al centro delle scapole, questo tatuaggio rappresenta una rosa nera da cui gocciola sangue, avvolta da due catene che la intrappolano senza via di scampo. Fu il primo tatuaggio di Jack, impressole direttamente da Tia Dalma, ed è probabilmente il più importante nell'intricata composizione che la ricopre. La sua funzione principale è fungere da blocco per l'immenso potere che vortica all'interno del cuore della ragazza. La rosa insanguinata rappresenta il potere stesso, il dolore ed i soprusi che sono stati necessari per ottenerlo, mentre le catene rappresentano i sigilli imposti dalla magia sciamanica della strega. È questo tatuaggio ad impedire che i poteri di Jack si scatenino in tutta la loro potenza, che essa distrugga se stessa e tutto ciò che la circonda.
    Rappresenta il fulcro del suo potere, il nucleo da cui parte l'intricata rete di simboli che le ricopre il corpo. È il cancello da cui fa scaturire la propria Tenebra, il punto focale da cui, con l'utilizzo degli altri tatuaggi, le sue capacità si generano.
    È quindi la Tenebra stessa, la rinnovata capacità di Jack di sfruttarla e controllarla a proprio piacimento.

    Questo tatuaggio permette a Jack si sfruttare le abilità con elemento Tenebra con uno sconto del 3% sui consumi, che non potrà mai scendere sotto l'1%. È un'abilità Passiva Normale comune a tutti i Soldati dell'Oscurità. (Nucleo Oscuro)


    Abilità Attive:
    Nuke (palmo della mano sinistra)

    Questo tatuaggio, sul palmo della mano sinistra, rappresenta un fungo atomico. Non ha niente di particolare, semplicemente l'effetto visivo di un'esplosione atomica. Rappresenta la potenza grezza e pressoché infinita di cui è dotata Jack, quella potenza che a stento è stata frenata ed incanalata dai tatuaggi e dal lavoro della strega. Come rappresenta tale potenza, e con essa il dolore che quell'enorme potere le ha arrecato, allo stesso tempo è impregnato di talmente tanto potere che, quando viene rilasciato, causa una piccola esplosione dall'enorme potenziale, un'esplosione che, per il rapporto dimensione-potenza, può tranquillamente essere paragonata ad un'esplosione nucleare. Sono solamente le dimensioni estremamente ridotte, tenute così minime, pochissimi centimetri di diametro, perché una concentrazione maggiore di potere rischierebbe di danneggiare anche Jack, a far sì che tale capacità non sia distruttiva. Non è l'esplosione in sé a causare il maggior danno ma la potenza cinetica e distruttiva generata da essa. Quando scaglia il proprio colpo facendo appello a questa sua energia brutale e dirompente, il tatuaggio si anima, fuoriuscendo dal palmo e generando un'esplosione vera e propria di Tenebra pura, accompagnata dal boato della deflagrazione.

    La tecnica ha natura Fisica. Concentrandosi, il personaggio sarà in grado di far defluire il proprio potere malvagio in una mano, che verrà avviluppata da una sottile quanto impercettibile patina di oscurità, senza provocare apparentemente nessun tipo di effetto. Tuttavia, da qual momento in avanti, il Soldato dell'Oscurità sarà in grado, in ogni momento, di scagliare un colpo (portato direttamente con suddetto arto) di potenza infinitamente superiore al normale, capace di sfondare difese di discreta potenza. La tecnica permarrà in giocò fintanto che non verrà utilizzata, salvo poi svanire sferrato il colpo
    Attiva Razziale Fisica (Pugnoscuro), 5 AP, Consumo Medio, Caratteristica: Corpo

    Loki's Web (spalla destra)

    Un ragno rigonfio, coperto di bubboni e pustole, abbarbicato sulla propria ragnatela, ricopre la spalla destra di Jack. Zampe lunghe ed uncinate si aggrappano ad una ragnatela che si estende fino al gomito mentre troppe paia di occhi sembrano scrutare il mondo attorno. Non è un ragno qualsiasi, è il simbolo di Loki, un antico dio di una religione dimenticata, signore del tradimento e della menzogna. Come Loki fu rinchiuso per le proprie colpe ed i propri tradimenti, così Jack visse in prigionia.
    Rappresenta il costante bisogno di tradire i propri compagni, il desiderio bruciante della Global Corp. di distrugger ogni traccia di umanità dalle sue cavie ed è un ricordo costante delle infinite anime mandate sul Tavolo per salvare se stessa. Nel Pozzo il tradimento era diventato una necessità. Non ci si poteva fidare di nessuno ed ogni occasione per tradire era premiata con qualche ora di torture in meno. Anche ora che sta camminando su un sentiero di redenzione Jack mantiene sveglio il ricordo, ha impressi nella mente i volti di ogni singola cavia che ha dovuto tradire per sopravvivere.
    Quando attinge a questa particolare parte di tenebra, il ragno prende vita e si sposta dalla spalla al petto. I suoi occhi putrescenti scrutano l'area circostante e, trovato il proprio bersaglio, sputa acido verso i suoi occhi. Chiunque venga colpito da questo acido, nonostante non provi dolore, non sarà più in grado di riconoscere i nemici dagli alleati, venendo così costretto al tradimento da una percezione alterata della realtà, esattamente come Jack fu costretta al tradimento da una potenza priva di umanità e misericordia.

    Quest'abilità di natura psionica può colpire un singolo bersaglio entro 6 metri da Jack. L'acido scagliato dal ragno è composto di pura Tenebra e, una volta colpito il volto, in pochi secondi altera le percezioni del soggetto. Per i due turni successivi la vittima di questa tecnica confonderà gli alleati con i nemici, percependo Jack come un compagno e quelli che fino a prima erano compagni come bersagli da abbattere. Un effetto così potente può colpire unicamente creature prive di intelletto vero e proprio quindi su PG e PNG l'effetto sarebbe decisamente minore. Essi infatti, avendo la forza di volontà e la capacità di ragionamento per comprendere la differenza tra nemici ed amici, se colpiti da questa tecnica si limiteranno a rimanere in stato confusionario. La loro volontà non verrà annullata del tutto ma comunque le percezioni saranno alterate, la realtà non sembrerà esattamente quella che dovrebbe essere e si troveranno in qualche modo spaesati e con problemi di concentrazione (effetto da lasciarsi alla lealtà del giocatore).
    Attiva Psionica Illusoria, 15 AP, Consumo Medio, Caratteristica: Mente


    Statistiche

    StatisticaPunteggio
    Iniziale
    EnergiaPunti
    Quest
    AltroTot.
    Corpo(60)()()()60
    Essenza(30)()()()30
    Mente(70)()()()70
    Concentrazione(50)()()()50
    Destrezza(40)()()()40
    Velocità(50)()()()50




    Note: Si usa ancora riassumere la strategia per garantire chiarezza? Se non si fa più dimmelo che non lo faccio più xD
    Comunque in realtà è semplice: visto che da quello che si intuisce il giudice non ha solo i ricordi di Jack ma anche almeno parte del suo carattere, Jack cerca di farlo incazzare puntando sul suo non avere un'identità sua, sul suo non essere una "persona vera" (e continuerà nei prossimi post xD Non pretende di farlo incazzare con solo due semplici frasi^^).
    Nel frattempo corre verso di lui, lanciando la Lok's Web verso il suo volto, direzionata leggermente verso destra, per rendere più ovvia la schivata verso sinistra. Non cerca di nascondere l'uso della Web perché nel frattempo ha caricato l'abilità Nuke nell'altra mano, cercando di nascondere questa dietro la schiena (senza sembrare innaturale^^) nella speranza che il giudice schivi appunto a sinistra, dove scaricherà il pugno potenziato.
    Semplice, lo so, ma finché non vedo qualche capacità del giudice (non ho letto la sua scheda per evitare ogni possibilità di metagame non voluto xD) non mi viene in mente altro


     
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  10. misterious detective
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    Era un bene che Jack fosse così decisa, così ferma nelle sue decisioni, pronta a spianare ogni ostacolo sul suo terreno. Il suo spirito era indomito e combattivo, celava una forza primordiale che affascinava il Giudice, ma era ancora grezza e fragile. Era suo compito temprarla, indicando alla donna come permettere al conflitto tra Luce e Oscurità che avveniva dentro di lei di trovare una risoluzione che diventasse la sua più grande arma.
    Il Deceiver era eccitato. La sentiva, l'Oscurità nel suo cuore, l'Oscurità nel cuore di Jack che ruggiva, che reagiva alle provocazioni dell'originale. Le avrebbe dimostrato come sottovalutarlo era sbagliato, come un moscerino come lui fosse comunque più potente del microbo che aveva sputato parole tanto pretenziose. Allora forse sarebbe riuscita ad imparare una lezione o due.
    Questa voltò, tocco alla seconda Jack rispondere alle accuse.
    -Certo che lo so.- ribatté, con un tono completamente neutro e distaccato, senza il briciolo di pentimento. -È proprio per questo che ne ho preso le sembianze. Il suo ricordo è la nostra forza...- parlò continuando a riferirsi ad entrambi con le sue sentenze, ma la forza posta su quella piccola, importante parola si era attenuata: non era più necessario insistere su quel punto, Jack sapeva quanto lui che ogni cosa il Giudice sapeva non era che quanto aveva trovato scavando nel suo animo; egli declamava un analisi che, per tanto tempo, la donna si era rifiutata di compiere. -... Eppure, quello stesso ricordo è anche un nostro punto così debole, se basta un suo ricordo a suscitare la nostra ira...-
    Così, lanciati quegli ultimi ammonimenti, il tempo delle parole era definitivamente concluso; perché il Deceiver aveva lanciato una sfida, perché era con le sue mani che Jack avrebbe dovuto appropriarsi del suo futuro. La donna identificò il Giudice come un ostacolo ed egli fu costretto solo a sorridere, soffocando la sua rabbia. Strinse i pugni, pronto ad intercettare l'avversaria che avrebbe presto attaccato. Era una stupida, Jack, neanche tutte quelle parole erano state sufficienti a schiarirle la mente. O forse, era proprio perché aveva compreso le sue debolezze che aveva deciso di liberarsi del Giudice: ora che aveva intravisto la strada, ora che era stata obbligata ad affrontare la verità dei fatti non poteva più permettere a nessuno di intralciare il suo cammino verso una lontana redenzione ed una bramata vendetta.
    I suoi tatuaggi brillarono sinistri, viscidi insetti che strisciavano lungo tutto il suo corpo, prendendone possesso, come dure catene portatrici di un pesante passato si avvilupparono attorno a lei, parte integrante del suo essere. Poi apparvero gli abiti, poi gli insidiosi tirapugni. E la seconda Jack non poté restare a guardare, imitò quei movimenti, lasciò scorrere liberi e tumultuosi i sentimenti dentro di lei. Un altro paio di Brass Knuckles apparvero nei pugni del Deceiver, gli stessi vestiti e gli stessi tatuaggi dall'aura malefica.
    -Parli tanto del mio passato! E cosa ne è del tuo? Del tuo vero passato?-
    L'avversaria si lanciò in corsa, guardia sempre alzata con i suoi tirapugni. Quelle parole lasciarono interdetto il Giudice. Questi le soppesò per un momento, le sentì sfiorare il suo spirito e scivolare via, sferzate di poco conto. A intuito, si chiese se il tentativo non fosse stato di adirarlo con accuse tanto sottili, forse Jack era davvero convinta di poter far leva sui sentimenti di un essere la cui vita era votata unicamente a servire la Voce. Non aveva desideri o volontà che potessero interferire con questo. Ma, se davvero desiderava vederlo brillare nel furore, non si sarebbe certo tirato indietro. Forse era l'animo stesso di Jack, che pulsava sotto quelle false spoglie anche in lui, a spingerlo in quella direzione, ma non perse tempo a farsi grandi domande, ben più interessato a rispondere alla violenza con altra violenza. L'Oscurità, la stessa Oscurità che albergava nella donna, prese possesso del suo corpo, lo avvolse con la sua potenza e penetrò nelle sue carni. Le deformò, presto tutti i suoi muscoli si espansero, il suo aspetto si fece più minaccioso e imponente, un pericolo che, sicuramente, non avrebbe mancato di sorprendere quella presuntuosa ragazzina.
    La tarantola sulla spalla della originale si mosse, un getto di veleno schizzò dal suo corpo, diretto verso il Giudice. Eppure, questi non si mosse: ancora non conosceva la strategia di Jack, non sapeva se davvero sua intenzione fosse di lanciarsi in un attacco tanto diretto e avventato. Quello che sapeva, però, era che un assalto illusorio stava per colpirlo, e lo aveva previsto prima che fosse troppo tardi. L'acido lo investì, scivolò lungo la sua pelle, sfrigolando contro il suo viso, ma un battito di ciglia bastò a schiarire di nuovo la vista all'essere: sentiva il veleno penetrare in lui, sentiva la sua presa stringersi nella sua mente, ma seppe innalzare potenti barriere che respinsero quell'assalto.
    Non si mosse. In quella posizione, attese fino all'ultimo che Jack chiudesse la distanza tra di loro. Con il palmo chiuso, mirava a sferrare un colpo diretto, senza tanti giri di parole. Non appena il suo braccio fece per avanzare, nel tentativo di sferrare il colpo, il Giudice scartò di lato, verso destra, evitando senza difficoltà l'offensiva. Lui era più veloce, più forte, e Jack avrebbe pagato quei suoi futili errori. Forse, convinto di ciò, la stava un po' sottovalutando, ma che tra di loro, in quel momento, ci fosse un ampio divario era semplicemente assodato.
    Da quella posizione favorevole, il Deceiver sferrò il suo contrattacco, non solo con le azioni ma con le parole: -Hai detto bene, non ho vita propria. Io sono te, sono mille altre persone, ma sono soprattutto Giudice del Deep Dive, e non ho bisogno d'altro!-
    Sferrò un rapido pugno allo stomaco della ragazza, voleva tentare di mozzarle il fiato e renderla inerme con un solo attacco. Se fosse andato a segno e il colpo avesse raggiunto l'obiettivo, allora avrebbe caricato ancora più forza, spintonandola anche con la spalla, con l'intenzione di spingerla a terra, così da renderla inerme. Allora avrebbe attaccato ancora, un altro possente pugno diretto al volto. Usando tutta la sua forza l'avrebbe modellata, l'avrebbe forgiata come necessario in uno dei guerrieri che avrebbe retto le sorti dell'universo.
    E si sarebbe divertito nel farlo.


    Status fisico: indenne
    Status psichico: indenne dopo l'attaco psionico, mantiene il suo atteggiamento di superiorità e la sua brama di combattere
    MP: 68%
    Equipaggiamento: Brass Knuckles (stesse caratteristiche di quelli di Jack)

    Abilità utilizzate:

    CITAZIONE
    Mind is an open book
    Scrutar affondo nel più nascosto degli antri della mente, ricercar felicità, vergogna e disperazione nell’oscuro e sopito inconscio, questa è la via della vittoria. Tutti possiedono un passato, nessuno è immune ai propri ricordi, ed è facile estrarne paure, insicurezze e angosce in grado di frantumare e distruggere l’animo. L’arte del leggere nel pensiero, l’arte nello scavare nei ricordi più profondi senza difficoltà alcuna, ricercare debolezze in ogni minimo pensiero ed analizzare ogni aspetto del passato di ogni eroe, come un lettore catturato delle righe di un racconto (Passiva Superiore). Ma ciò non basta, i ricordi possono anche esser letti, ma scrutare un intero vissuto ed essere in grado di riproporlo con immediatezza sul campo è una caratteristica irraggiungibile per ogni individuo. A tal motivo la memoria, una memoria sconfinata, in grado da non tralasciare nemmeno un battito di palpebre presente nel passato di ognuno, capace di trattenere senza sforzo ed usare con immediatezza qualsiasi minima informazione proveniente dai ricordi stivati (Attiva a costo Nullo).

    Who am I?:
    Null’altro che uno specchio che riflette immagini già viste, nel quale si può solo riconoscere e mai avvertire il nuovo. La trasformazione dell’aspetto, il mutare costantemente se stesso è ciò lo contraddistingue, dalla mosca al gigante, metodo tanto subdolo quanto efficace quando si desidera colpir nell’inganno. Il migliore in quest’arte, irraggiungibile nel riprodurre aspetti e ricordi, abilità di polimorfismo impossibile da eguagliare, maestria tale da riuscire a riprodurre più che fedelmente vestiario, carattere ed equipaggiamenti (nonostante questi non siano altro che mere imitazioni senza alcun potere). Addirittura le sua caratteristiche psico-fisiche si adatteranno alla forma scelta, rispecchiando a pieno l’essenza della trasformazione. In termini di gioco, il Mutaforma può alterare a proprio piacimento il suo aspetto e la propria psiche ogni volta che utilizza questa abilità; se assumerà però forme che risultino irreali rispetto alle sue statistiche iniziali (come ad esempio la trasformazione in un essere di grossa stazza con un parametro di Corpo sicuramente maggiore), il personaggio potrà scegliere di spendere in consumo in questa trasformazione in modo da ridistribuire le statistiche in modo appropriato all’aspetto assunto. In aggiunta, ogni volta che spenderà un consumo per la propria trasformazione, riceverà un bonus alle statistiche (da distribuire nella maniera che preferisce) pari al consumo utilizzato. Tale processo è ovviamente affidato al buon senso del giocatore che provvederà a non creare trasformazioni non attinenti con la ridistribuzione delle statistiche. La trasformazione, una volta attivata, non ha una scadenza, e il Mutaforma potrà persistere in quell’aspetto finché non deciderà di assumerne uno nuovo, e tale regola si applica anche al suo bonus nelle statistiche. (Attiva Variabile). La sue trasformazioni saranno inoltre talmente eccelse che riusciranno ad emulare perfettamente le caratteristiche psico-fisiche del soggetto scelto, ovvero permetteranno al personaggio di beneficiare di qualsiasi abilità passiva posseduta dall’individuo di cui il Mutaforma ha assunto l’aspetto (Passiva Superiore).

    Impenetrable:
    Arduo è frugar nella mente di un individuo delle così vaste capacità telepatiche, e ancor più difficoltoso è proiettar nella sua mente pensieri estranei o tentar di lederla attraverso offese di intelletto. Sarà dunque impossibile, anche per i più grandi psionici, accedere alle informazioni o alle intenzioni contenute nella mente di tal oscura creazione della Voce, lasciando celati i suoi inganni e i suoi raggiri. Inoltre, ogni volta che si tenterà un'offesa di tipo mentale contro il Mutaforma, questo percepirà con immediatezza il tentativo di penetrar la sua ragione, avendo il tempo necessario per barricare il suo intelletto (Passiva Superiore). A tal scopo, egli rafforza i suoi pensieri, li rendi più fitti, più oscuri, più confusi agli occhi che colui che scruta, pone un cancello possente tra la sua mente e il suo avversario, una barriera composta dall'immenso potere telepatico, in grado di disturbare le energie delle offese mentali e di impedire a chiunque di attaccare la sua psiche.(Attiva a costo Medio).


    Note: c'è poco da "annotare", mi limiterò anche io a fare un rapido riassunto dell'azione xD semplicemente, il Giudice ha subito senza tentennare l'attacco, avendolo previsto in anticipo e sapendo che, con la sua tecnica, non sarebbe stato minimamente danneggiato, potendo così anche approfittare del fatto che Jack si aspetterà invece di aver avuto successo. Quindi, evita l'attacco semplicemente schivando a destra, cosa più semplice anche per l'inclinazione che gli aveva dato Jack stessa, quindi tenta di attaccare. Per cominciare, colpisce con la destra allo stomaco di Jack e, se ci riesce, la spinge a terra e ricomincia a colpirla al volto.
    Beh, a lei ^^
     
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  11. aleslosh
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    Deep into the DarknessLa ragnatela psionica partì dal seno della ragazza e si diresse verso il giudice.
    Quando questi non la schivò Jack, che aveva a malapena notato il suo cambiamento fisico, rimase per alcuni istanti sorpresa. Possibile che non l'avesse notata? Possibile che fosse bastato un attacco tanto semplice, tanto ovvio, per fregare quell'entità? Si trovava veramente di fronte ad un giudice tanto debole?
    Ma le cose non andarono come previsto. La ragnatela avvolse il volto dell'altra lei e, in pochi istanti, si limitò a svanire. Nulla nella sua espressione diede ad intendere che il colpo avesse avuto effetto, nulla fece capire a Jack di avere la vittoria in pugno. Sembrava che semplicemente l'attacco l'avesse attraversato, fosse diventato poco più della distrazione di un istante. Questo la sorprese, le fece perdere l'impeto per un secondo di troppo, dando il tempo al Deceiver di spostarsi verso destra, nella direzione in cui lei era sicura che non si sarebbe spostato, dandogli il tempo di scaricare il proprio pugno direttamente nel suo stomaco.
    Sentì l'impatto, sentì le punte dei Brass Knuckles, di quei tirapugni identici ai suoi, penetrarle nella carne. Percepì anche il loro potere imprimere maggior forza a quel colpo, respingerla indietro, proprio come aveva sempre percepito i propri tirapugni fare sui corpi degli avversari. La forza di quel colpo, che non era riuscita a schivare per la sorpresa, le tolse il fiato.
    Ma come se non fosse abbastanza l'avversario rincarò la dose con una spallata, facendole perdere quel poco di equilibrio che l'energia cinetica delle armi incantate le aveva lasciato, respingendola indietro e buttandola schiena a terra.
    Com'era possibile? Come poteva la sua tecnica, una delle sue capacità più potenti, aver lasciato illeso l'avversario? Quali altri poteri nascondeva dietro le sue sembianze?
    La percepì, alla base della nuca, vibrante e pronta ad esplodere, una sensazione che non provava così spesso, che si era obbligata a dimenticare. Era paura, per ora ancora dormiente, giusto una labile parvenza di quello che sarebbe potuta diventare, eppure presente. Per la prima volta da quando si era risvegliata in quel luogo da incubo, da quando si era trovata in quella situazione priva di senso, iniziò a pensare che quello sarebbe potuto essere uno scontro perso in partenza.
    "No!"
    Non poteva iniziare a pensare in quel modo, non poteva lasciare che un semplice errore la portasse a credere nella sconfitta. Se si fosse persa d'animo, se avesse rinunciato a lottare, se si fosse abbandonata a quell'impercettibile sensi di paura, solo così lo scontro sarebbe stato senza speranza. Combattere da sconfitta, quello l'avrebbe portata a perdere, l'avrebbe resa niente più che un bersaglio alla mercé del suo avversario. Lui conosceva tutti i suoi trucchi, lei stava ancora imparando. Avrebbe continuato a lottare, avrebbe ricacciato la paura nello stesso buco nero dove nascondeva i dubbi e le incertezze. Avrebbe vinto, gli avrebbe dimostrato che lei non era un pupazzo da maltrattare, che tutto ciò che credeva di sapere di lei non era altro che la punta di un iceberg colmo di rabbia, colmo di potenza. Avrebbe reagito e lo avrebbe fatto spezzando ogni osso del suo corpo.

    Questo viaggio mentale duro meno della frazione di un istante. Era nel vivo di un combattimento ora, nel fulcro di ciò che l'aveva sempre fatta sentire viva, non aveva tempo per pensare, non aveva tempo per altro se non reagire. Vide infatti l'altra lei precipitarsi per un altro colpo diretto al volto. Richiamò quindi la Tenebra, lasciò che la pervadesse, lasciò che s'insinuasse nelle fessure tra i suoi muscoli e le donasse nuova energia, nuova reattività. Il serpente meccanico che le attorcigliava il seno spalancò gli occhi, ardenti come braci dell'inferno, ed affondò le zanne nella sua carne. Sentì il suo veleno pervaderle le carni, quel veleno formato da tenebra allo stato più puro, nella sua forma più grezza. Sentì i propri muscoli, nonostante il dolore, rispondere a quella tenebra, fremere.
    In quell'istante ella era Tenebra allo stato puro. Oscurità le avvolgeva ancora il pugno sinistro che aveva mancato il bersaglio e quindi non aveva avuto modo di scaricarsi, buio le pervadeva i muscoli mentre il veleno dell'aspide le circolava nel corpo, nero le pervadeva il braccio destro, mentre il pugnale tatuato prendeva vita e s'illuminava di una sinistra luce violacea, in risposta al colpo appena subito, alla vendetta che esso richiedeva.
    Ora era una macchina di morte ed avrebbe dimostrato al proprio avversario cosa succedeva a permetterle di accedere al male che albergava in lei.

    Sfruttando i muscoli potenziati si voltò sul fianco, schivando per un soffio il pugno diretto al volto. Non rotolò via, doveva rimanere vicino, doveva sfruttare una posizione da cui sarebbe stato difficile schivare. Quando infatti il colpo del Giudice colpì il terreno, lei si voltò di scatto, scaricando tutta la propria rabbia in un singolo pugno, pervaso d'oscurità, la stessa oscurità caricata poco prima di essere colpita, diretto al gomito del nemico, a pochi centimetri da lei. Le giunture erano punti deboli nel corpo di ogni essere, punti che andavano difesi con attenzione. Se il suo colpo fosse andato a segno questa volta avrebbe seriamente debilitato il giudice, avrebbe ottenuto un vantaggio.

    Che il pugno fosse andato a segno o no, Jack sarebbe quindi rotolata via, allontanandosi un paio di metri e rialzandosi il più velocemente possibile.
    Tutto qui? avrebbe gridato, cercando di non far trapelare il dolore al ventre dalla voce, cercando di caricarla di disprezzo e di sfida.
    Ti accontenti di essere una nullità quindi? Un essere privo di volontà propria, privo di potere decisionale e schiavo di un destino scelto da altri? Avrebbe continuato ad infierire a parole, avrebbe continuato a cercare di farlo infuriare.
    Fai tanto il superiore con me ma almeno io ho la possibilità di scegliere il mio cammino, ho la possibilità di decidere chi seguire e come farlo. Cosa puoi fare tu se non ubbidire come un bravo cagnolino? Un servetto incatenato e convinto che le sue stesse catene siano un destino desiderabile?
    Doveva farlo infuriare, doveva fargli perdere la ragione.

    Ed intanto avrebbe aspettato, avrebbe tentato di far sì che fosse quell'altra lei ad attaccare, tenendosi in guardia, pronta a reagire nella maniera più adeguata. Aveva visto che in questo caso, non conoscendo le difese del giudice, sarebbe stato più furbo frenare il proprio istinto omicida, frenarlo e studiare le capacità dell'altro.

    Battle's Report
    mass-effect-jack
    Energia: Bianca
    Stato Fisico: Ferita di bassa entità all'addome
    Stato Mentale: In conflitto tra la paura per la sconfitta ed il desiderio bruciante di dimostrare la propria superiorità.
    Potere: 71 - 5 - 0 = 66%
    Note:


    Equipaggiamento:
    Brass Knuckles: Jack, nonostante sia specializzata nell'utilizzare i poteri della propria Tenebra per combattere, ama con tutta se stessa, a prescindere dalla nuova via che ha deciso di intraprendere, il corpo a corpo. Nonostante abbia abbandonato la via della depravazione e della tortura, il suo animo è ancora permeato di tenebra e le piace sentire le ossa che si frantumano, il sangue che le sprizza sul volto e la tensione che l'essere così vicini al nemico ed alla possibilità di morire le fa percepire. Non concepisce coloro che fuggono il combattimento nascondendosi o colpendo da distante… li disprezza quasi. Essere vicina al proprio nemico però non le basta. Vuole sentire la sensazione delle ossa che si rompono, dei tessuti che si lacerano e del colpo che va a fare il proprio sporco dovere. Per questo motivo spade, lance ed armi a distanza non le vanno bene, sono troppo impersonali, tengono troppo lontano dalla propria vittima. Non c'è niente di meglio di un buon pugno sul cranio per sfogarsi. Ecco perché utilizza questi tirapugni in metallo. Lunghi circa una decina di centimetri, giusto il necessario per calzare bene sulle dita ed essere comodi da utilizzare, sono fatti di un metallo composito formato da acciaio, ottone ed un anima in adamantino. Spessi circa un centimetro e mezzo pesano poco più di un chilo l'uno. Una banda metallica dotata di 4 punte di diversa lunghezza, 1 centimetro quelle esterne e circa due quelle interne, ricopre la parte anteriore degli anelli, quella utilizzata per colpire, giusto per rendere queste semplicissime armi ancora più letali.
    Non soddisfatta negli anni ha trasmesso il proprio desiderio di distruzione nell'anima stessa del metallo che li compone, alterandoli permanentemente e rendendoli a tutti gli effetti magici. La Tenebra si è fusa con le particelle che compongono le leghe di cui sono formati in un legame inscindibile. Ogni volta che queste rudimentali armi colpiscono il proprio bersaglio, scatenano tutta la furia che Jack ha accumulato negli anni, scaricandola in un'onda d'urto volta ad allontanare e destabilizzare i nemici. Non è una proprietà che possa essere fermata, Jack non ha alcun controllo su questa capacità che deriva direttamente dalle armi stesse, dotate di una loro perversa forma di vita e di intelligenza. L'oscurità che li permea è semplicemente troppo ribollente, troppo caotica per non risuonare alla violenza ed all'impatto.

    In termini di gioco i Brass Knuckles emettono costantemente un'aura che repelle ciò che li circonda, Jack esclusa. Nel momento in cui vanno a colpire qualcosa, tale aura venendo compressa esplode in onde d'urto di bassa potenza che possono sbilanciare con relativa facilità creature piccole e, in caso di bersagli medi o più grandi, possono comunque destabilizzare, spingere indietro o più in generale spezzare l'equilibrio.
    Nonostante siano armi decisamente piccole, quindi considerabili leggere, lo stile di combattimento di Jack è incentrato prettamente sulla forza bruta. Per questo motivo sfrutta il parametro Corpo con essi.



    Abilità Passive:
    Bloody Rose (centro schiena):

    Posto al centro delle scapole, questo tatuaggio rappresenta una rosa nera da cui gocciola sangue, avvolta da due catene che la intrappolano senza via di scampo. Fu il primo tatuaggio di Jack, impressole direttamente da Tia Dalma, ed è probabilmente il più importante nell'intricata composizione che la ricopre. La sua funzione principale è fungere da blocco per l'immenso potere che vortica all'interno del cuore della ragazza. La rosa insanguinata rappresenta il potere stesso, il dolore ed i soprusi che sono stati necessari per ottenerlo, mentre le catene rappresentano i sigilli imposti dalla magia sciamanica della strega. È questo tatuaggio ad impedire che i poteri di Jack si scatenino in tutta la loro potenza, che essa distrugga se stessa e tutto ciò che la circonda.
    Rappresenta il fulcro del suo potere, il nucleo da cui parte l'intricata rete di simboli che le ricopre il corpo. È il cancello da cui fa scaturire la propria Tenebra, il punto focale da cui, con l'utilizzo degli altri tatuaggi, le sue capacità si generano.
    È quindi la Tenebra stessa, la rinnovata capacità di Jack di sfruttarla e controllarla a proprio piacimento.

    Questo tatuaggio permette a Jack si sfruttare le abilità con elemento Tenebra con uno sconto del 3% sui consumi, che non potrà mai scendere sotto l'1%. È un'abilità Passiva Normale comune a tutti i Soldati dell'Oscurità. (Nucleo Oscuro)


    Abilità Attive:
    Nuke (palmo della mano sinistra)

    Questo tatuaggio, sul palmo della mano sinistra, rappresenta un fungo atomico. Non ha niente di particolare, semplicemente l'effetto visivo di un'esplosione atomica. Rappresenta la potenza grezza e pressoché infinita di cui è dotata Jack, quella potenza che a stento è stata frenata ed incanalata dai tatuaggi e dal lavoro della strega. Come rappresenta tale potenza, e con essa il dolore che quell'enorme potere le ha arrecato, allo stesso tempo è impregnato di talmente tanto potere che, quando viene rilasciato, causa una piccola esplosione dall'enorme potenziale, un'esplosione che, per il rapporto dimensione-potenza, può tranquillamente essere paragonata ad un'esplosione nucleare. Sono solamente le dimensioni estremamente ridotte, tenute così minime, pochissimi centimetri di diametro, perché una concentrazione maggiore di potere rischierebbe di danneggiare anche Jack, a far sì che tale capacità non sia distruttiva. Non è l'esplosione in sé a causare il maggior danno ma la potenza cinetica e distruttiva generata da essa. Quando scaglia il proprio colpo facendo appello a questa sua energia brutale e dirompente, il tatuaggio si anima, fuoriuscendo dal palmo e generando un'esplosione vera e propria di Tenebra pura, accompagnata dal boato della deflagrazione.

    La tecnica ha natura Fisica. Concentrandosi, il personaggio sarà in grado di far defluire il proprio potere malvagio in una mano, che verrà avviluppata da una sottile quanto impercettibile patina di oscurità, senza provocare apparentemente nessun tipo di effetto. Tuttavia, da qual momento in avanti, il Soldato dell'Oscurità sarà in grado, in ogni momento, di scagliare un colpo (portato direttamente con suddetto arto) di potenza infinitamente superiore al normale, capace di sfondare difese di discreta potenza. La tecnica permarrà in giocò fintanto che non verrà utilizzata, salvo poi svanire sferrato il colpo
    Attiva Razziale Fisica (Pugnoscuro), 5 AP, Consumo Medio, Caratteristica: Corpo

    Blade of Vengeance (Avambraccio Destro)

    Sul dorso dell'avambraccio destro Jack ha tatuato un coltello dalla lama seghettata crudelmente infilato nelle carni. Questo simboleggia il bruciante e costante desiderio di vendetta che la divora dall'interno, che le causa lo stesso dolore che vuole provocare in chi le ha rovinato l'esistenza.
    Nonostante il suo cammino di redenzione, la vendetta rimane la forza che spinge la maggior parte delle sue azioni. Per troppo tempo ha sofferto, per troppo tempo ha vissuto con il solo desiderio di farla pagare a chi le ha procurato tanto dolore, perché ora esista la possibilità di dimenticare, di rinunciare a questo scopo. La lama che ha disegnata sul bracco è il simbolo della lama che pianterà nel cuore di ognuno di quei bastardi della Global Corp.
    È il ricordo perenne dell'unica vera motivazione che la spinge a continuare a combattere, una forza soverchiante ed annichilente, che sovrasta ogni altro desiderio, ogni altra pulsione.
    Una forza che, unita alla Tenebra, le dona la capacità di restituire ogni colpo subito con la stessa potenza, di premiare la violenza con altra violenza.
    Ogni volta che subisce un colpo il coltello si stacca dalle carni, lasciando una ferita aperta e sanguinante, e si sposta sul dorso di una delle mani o di uno dei piedi. Lì rimane, in attesa, finché il prossimo colpo non verrà scagliato ed in quel momento, e solo in quel momento, guizzerà in fuori, penetrando nelle carni del bersaglio senza causare lacerazioni reali sulla pelle ma intensificando immensamente il dolore, restituendo ogni singolo frammento di sofferenza subita, prima di tornare a penetrare nella pelle dell'avambraccio, richiudendo la ferita.

    La tecnica ha natura Fisica. In ogni momento della battaglia, dopo essere stato colpito da un qualsiasi tipo di attacco (purché esso sia fisico o magico) il personaggio sarà in grado di trasformare il dolore proveniente da suddetto colpo in nuova energia per uno dei suoi attacchi. Ad esempio, se dovesse essere colpito per intero da una tecnica a potenza Alta, il suo prossimo colpo, che deve essere prettamente fisico, guadagnerebbe un Bonus pari ad Alto. Questo non significa che il Soldato dell'Oscurità non proverà più dolore; semplicemente, sarà in grado di lasciare che la rabbia per essere stato colpito fluisca e permei uno dei suoi attacchi.
    Attiva Razziale Fisica, 5 AP, Consumo Nullo, Caratteristica: Corpo

    Devil's Pet (torace, altezza cuore)

    Questo tatuaggio contiene uno dei significati più profondi, rappresenta uno dei momenti più importanti nella travagliata esistenza di Jack. Raffigura uno squarcio nella pelle, esattamente all'altezza del cuore, da cui fuoriesce la testa di un serpente meccanico che si avvolge attorno al capezzolo, ad occhi chiusi.
    Simboleggia il momento in cui la ragazza ha accettato l'oscurità dentro di sé, dopo aver ucciso 665, colui che le ha fatto provare emozioni più vicine all'amore di chiunque altro. Fu il momento in cui divenne in grado di raggiungere la libertà, il momento in cui macchiò definitivamente la propria anima e si trasformò nel mostro che è ora. Amore e odio s'intrecciano in questo tatuaggio: amore perché fu quell'oscurità, fu quella scelta a permetterle di liberarsi. Il potere che la Tenebra le donò quando si abbandonò ad essa fu quello che le permise di ribellarsi, di distruggere quell'inferno di dolore e disperazione in cui era stata rinchiusa fin dal giorno della sua creazione. Odio perché fu quell'oscurità a trasformarla nella creatura malvagia e perversa, a spingerla a compiere atrocità per il solo gusto di vedere gli altri soffrire. È colpa di quella scelta se ora non è più sicura di poter ottenere la redenzione, di poter diventare umana e finire i propri giorni nella Luce.
    Accettare la Tenebra dentro di sé fu un momento di svolta nella sua vita, fu l'inizio di tutto e la fine di tutto.
    Eppure tutt'ora è quella Tenebra a donarle il potere di continuare nella sua lotta personale. Quando si affida ad essa il nero all'interno del squarcio inizia a vorticare ed il serpente meccanico spalanca gli occhi. Apre le fauci e morde il seno di Jack, instillandole nei muscoli un frammento di oscurità che le dona forza, sprigiona parte di quell'energia che l'ha sostenuta negli ultimi anni del Pozzo. Le inietta un veleno scuro che, tanto quanto la potenzia, altrettanto la fa sprofondare ancora di più nella Tenebra.

    La tecnica ha natura Magica e di power-up. Dopo un istante di concentrazione, il personaggio sarà avvolto da un'aura intrisa di pura tenebra, che lo avvilupperà conferendogli un potenziamento Basso ad una statistica qualsiasi a sua scelta, rendendolo di fatto in grado di adattarsi in ogni momento a qualsiasi avversario egli si trovi di fronte e permettendogli quindi di affrontare ogni tipo di situazione. Tale potenziamento dura un lasso di tempo complessivo di due turni, dopo i quali però il caster subirà un danno Basso diffuso in tutto il corpo, a causa della fatica imposta dalla tecnica sul corpo.
    Attiva Razziale Gratuita di Potenziamento (The True Darkness), Consumo Basso, Caratteristica: Velocità

    Statistiche

    StatisticaPunteggio
    Iniziale
    EnergiaPunti
    Quest
    AltroTot.
    Corpo(60)()()()60
    Essenza(30)()()()30
    Mente(70)()()()70
    Concentrazione(50)()()()50
    Destrezza(40)()()()40
    Velocità(50)()()(30)80




    Note: Innanzitutto scusa per il ritardo ma proprio non mi venivano in mente strategie vincenti. In realtà non sono molto convinto nemmeno di questa (così come del post in generale) ma ho intenzione di rifarmi nei prossimi^^
    Come note non ho molto da dire. Subisco il colpo perché l'inefficacia della Web mi coglie di sorpresa ma, appena tocco terra, attivo la Devil's Pet potenziandomi la velocità per evitare il pugno diretto al volto. Ho supposto che, con l'aumento di velocità, unito al fatto che per tirare un pugno ad uno a terra da in piedi ci si impiega un pelo di più (visto l'abbassarsi ecc...), io riuscissi a schivarlo, così come ho supposto che il pugno colpisca il terreno (la vedo difficile fermarlo a mezzaria xD). Dopodiché mi volto di scatto cercando di colpire con il braccio che ha ancora attiva Nuke (non avendo effettuato il colpo non dovrebbe essersi scaricata) il gomito, cercando di spezzarlo con un colpo solo xD sinceramente confido nell'attuale differenza tra velocità di Jack e concentrazione del giudice per andare a segno xD
    A prescindere dal risultato, sempre sfruttando la velocità aumentata, mi allontano e mi rialzo, ricominciando a cercare di farlo incazzare mentre attendo un suo attacco, passando così sulla difensiva, per agire di conseguenza.
    Il colpo (che ho considerato leggero visto che, sebbene in pieno stomaco, è comunque un semplice colpo fisico senza alcun potenziamento magico) ha fatto scattare l'abilità Blade of Vengeance che per ora rimane unicamente carica.
    Devo dire che mi piace pensare alla mia Jack completamente ricoperta di oscurità in questo momento xD E poi basta, questo Deep mi sta piacendo (anche se preferirei vincere facile... ma non si può aver tutto dalla vita xD) e spero che la mia assenza prolungata non stia sballando tutte le mie percezioni in ambito di lealtà e strategia (cioè: di non stare facendo troppo lo sborone senza accorgermene xD) e lascio a te la palla^^
     
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  12. misterious detective
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    Quello del Giudice non era nulla più che un lavoro. Non gli piaceva, non gli dava nessuna vera soddisfazione. In realtà, per il Deceiver era difficile anche solo trovare qualcosa che gli piacesse; allo stesso modo, tuttavia, era altrettanto vero che l'idea di dover ripetere per l'eternità quell'atto di copiare ed imitare il prossimo, ingaggiando guerrieri di ogni dove in cruenti combattimenti, non era nemmeno un peso. Egli era nato unicamente per quello scopo, esisteva solo in quel mondo e solo perché vi era gente che necessitava della sua presenza. Mai si sarebbe illuso di essere qualcosa più di ciò.
    Compreso questo, e con il sangue ribollente di Jack nelle sue vene, il Giudice aveva deciso di godersi un po' quel combattimento: il risultato non gli importava, non si sarebbe sentito orgoglioso nel caso Jack avesse vinto, ma nemmeno avrebbe goduto nel vederla cadere.
    “No...” si disse poi, soffermandosi per un solo istante a pensare, mentre il suo pugno piegava con violenza tutti i muscoli di quel corpo così fragile sotto i suoi colpi. “Divertente lo sarà di certo.”
    Puntò un piedi, caricò la forza nella spalla e si scontrò con l'altro corpo, che cadde a terra pesantemente, sopraffatto dalla sua forza; ed il sorriso su quel volto falso si fece largo, schernitore, totalmente opposto agli occhi che, in quei secondi, sembravano incapaci di contenere la paura che andava riempiendo il suo cuore. Era quella l'espressione che voleva vedere, magari qualcosa di ancora più profondo e primordiale. Ora anche lui era Jack ed il suo dovere lo avrebbe adempito usando le stesse armi della donna: con l'odio, con la rabbia, con una superiorità che avrebbe infine distrutto l'orgoglio della guerriera. La povera bambola rotta avrebbe scoperto a cosa aveva portato il suo perdersi al di fuori dai confini che lei stessa aveva tracciato, le avrebbe ricordato che quel potere che albergava nel suo corpo non sarebbe mai bastato per compiere la sua vendetta, o per qualsiasi altra cosa.
    Con quell'intenzione colpì, con quell'intenzione scagliò il suo pugno verso quel cranio, quella piccola testa deviata. Contava di aggiustare quel suo cervello, contava di risvegliare qualcosa in lei, contava di imprimerle bene in testa la debolezza alla quale ormai non aveva più alcuno scampo.
    Ma tutto ciò che i suoi Brass Knuckles incontrarono fu dura terra, solo scalfita dal suo pugno.
    Non era sorpreso, non molto almeno: che il combattimento procedesse così liscio era chiedere davvero troppo, anche se, dati i suoi doveri, sbagliare poteva quasi essere considerata un'auspicabile eventualità. Anziché lo stupore, era più l'irritazione il sentimento che riaffiorò nel suo finto cuore nel vedere Jack rotolare di lato, rendendo vano il suo attacco.
    Il Deceiver aveva abbastanza esperienza in battaglia da significare quali rischi comportasse un fallimento simile. Sarebbe arrivato un contrattacco, non c'era alcun dubbio in merito.
    Preparato a tutto, flesse le gambe e tentò di rimettersi in piedi, tentò di allontanarsi, cancellare ogni apertura nella sua difesa che un colpo fallito potesse avergli aperto. Ma fu proprio la sua arma, lo strumento di cui aveva maggiormente necessità in quello scontro brutale, a rappresentare il suo punto debole maggiore. Allungando il braccio, il Giudice vide chiaramente il pugno di Jack raggiungerlo, una mano serrata, carica di potenza distruttiva pronta ad essere scaricata sul suo braccio. Non era più in tempo di spostarsi, di fronte alla velocità dirompente ed imprevista della ragazza, al Deceiver era rimasto, come unica possibilità, solo da continuare ciò che aveva già iniziato, tentare di trarre a sé il braccio e portarlo in salvo.
    Non fu abbastanza veloce per riuscirci.
    -Agh!- non poté non urlare. Fortunatamente, l'arto non era più bloccato a terra, mentre il gomito era già troppo alto per essere raggiunto dal pugno. Non poté dire lo stesso dell'avambraccio, tuttavia: il braccio si mosse, spinto via da tanta forza, ma buona parte dell'energia si scaricò dentro di esso e lo scricchiolio delle ossa rimbombò come il pulsare di una campana. Mentre segnali di estremo dolore esplodevano nella mente del Deceiver, questo riuscì ad analizzare freddamente la situazione, pur con gli occhi socchiusi e i denti serrati sulle labbra tanto da ferirle. Non vi erano fratture scomposte, non ossa visibili che sporgevano dalla carne, e questo era un bene. Bastava tuttavia il dolore per capire che lì dentro non era tutto a posto: l'ulna era di certo andata, probabilmente anche il radio.
    Adirato, sì, ma ben abituato ad ogni tipo di ferite, il Giudice si ritrasse. Non cercò di placare il dolore, quel martello rovente che si abbatteva sulle sue carni a tempo col pulsare del suo cuore, non cercò con il braccio sano quello rotto. Rimase in guardia, ben conscio di cosa significasse un simile risvolto.
    -Niente di grave.- ammise, con un sorriso deviato sul suo volto. -Ho pur sempre due gambe per prenderti a calci.- lo mormorò a bassa voce, quasi più a se stesso che alla sua avversaria.
    Conosceva le regole. Le conosceva e le odiava. Gli fosse stato concesso, si sarebbe liberato subito di quel braccio, avrebbe plasmato a suo piacimento lo spazio di quella dimensione onirica, soggetto alle leggi di coloro che lo abitavano, e sarebbe rinato. Questo sarebbe stato uno smacco anche maggiore per quella ragazzina superba. Ma dall'alto di uno scranno, fin quanto può essere valida la sentenza di un Giudice? Solo scendendo al livello delle passioni e delle lotte degli esseri umani il Deceiver era in grado di comprendere la natura di un uomo, di tutti gli uomini, e giudicarla.
    -Ti accontenti di essere una nullità quindi? Un essere privo di volontà propria, privo di potere decisionale e schiavo di un destino scelto da altri?-
    Ascoltò quelle parole, ascoltò ormai totalmente disinteressato. Cosa significavano quelle parole, cosa sperava di ottenere pronunciandolo? Non aveva motivo di indulgere in dialoghi filosofici, non poteva nascere nulla nel suo animo deserto. E il suo fiato avrebbe fatto meglio a risparmiarlo per combattere, che non consumarlo per rispondere a quelle provocazioni.
    Però Jack era subdola. O meglio, era il suo animo ad esserlo. E quella rabbia, quell'orgoglio, gli ordinavano cosa fare.
    -Trovo noiosa, snervante tutta questa insistenza.- sputò il Giudice, avvicinandosi di qualche passo, il braccio sempre a penzoloni. -È inutile che cerchi di valutare il mio operato attraverso parametri umani. Non sono un servetto, non sono un cagnolino, sono semplicemente un'entità creata in funzione degli esseri umani come voi. Ciò che tu chiami volontà propria...-
    Il suo corpo cominciò a mutare. I muscoli si ingrossarono, pulsanti, come percorsi da un distruttivo flusso di energia. Quei lineamenti ancora femminei di cui Jack poteva vantarsi si smussarono, rimase solo una pura macchina da guerra, così simile a ciò in cui la Global Corp aveva voluto trasformarla, così vicina alla se stessa dei suoi peggiori incubi: uno strumento votato solo al massacro.
    Dopo esserci riavvicinato, non c'erano che tre, forse quattro metri a separare il Giudice dalla vittima. Una distanza che avrebbe accorciato con nuova, imprevista velocità. Nel farlo, la mano ancora utilizzabile avrebbe raggiunto quell'altra, alla quale era ancora legato uno dei Brass Knuckles. Sfilatolo, lo avrebbe stretto nel palmo destro e lanciato con forza, come un'arma contundente, nulla più che una distrazione (utile, per lo meno, se fosse stata la parte frontale a raggiungerla per prima), che avrebbe donato al Deceiver il tempo sufficiente a renderla a portata di tiro, inseguendola anche se questa avesse scartato. A quel punto, piegando un poco il busto, e con il braccio pronto a proteggerlo frontalmente, avrebbe sferrato un calcio con la sua gamba, un potente e rapido colpo diretto alla gamba destra dell'avversaria. Non aveva forse la stessa potenza del colpo abbattutosi su di lui, ma sarebbe bastato a toglierle l'equilibrio, a guadagnargli nuovamente il vantaggio di cui aveva bisogno. E non avrebbe commesso lo stesso errore due volte, no. Questa volta avrebbe fatto in modo che non riuscisse a ria
    lzarsi.
    Mai più.
    -Ciò che tu chiami "volontà propria"... non è altro che un'emanazione della Voce stessa. Nulla più del Suo volere.-



    Stato Fisico: frattura (non scomposta) all'ulna, microfrattura al radio (in poche parole, è ancora in grado di muovere avambraccio, spalla e gomito, ma il braccio è andato, così come quindi la mano)
    MP: 68 - 32 = 36%
    Abilità Usate: Who am I? (vedi sopra, Abilità Variabile usata a livello Alto)

    Statistiche
    Corpo: 100
    Mente: 40
    Essenza: 20
    Velocità: 100
    Destrezza: 65
    Concentrazione: 35

    Note: Riassumendo, il colpo gli ha distrutto il braccio, pur mancando l'esatto obiettivo. Quando torna all'attacco, il Deceiver lancia contro Jack uno dei tirapugni, dato che non è più in grado di usarlo, come distrazione, per poi attaccarla con un calcio alla gamba (dopo essersi abbassato e con la guardia alta, per ogni evenienza).
    Per quanto riguarda la quest in sé... non l'ho descritto chiaramente per ogni evenienza, ma lo dico ora chiaramente: sono stato un po' autoconclusivo nel deciderlo, ma immagino di aver fatto come avresti voluto nel dire che il colpo che mi hai inflitto è stato con l'abilità razziale e non con nuke. Nel mio post, infatti, avevo scritto chiaramente che io avrei attaccato con il pugno solo dopo aver schivato il tuo colpo, di conseguenza se tu vieni colpito ne deduco che le cose siano andate esattamente così (non hai mai scritto altrimenti, in fondo) e, come tutte le attive, anche se ha mancato il bersaglio, il colpo è stato usato, quindi non è riutilizzabile (non senza un consumo di energie, almeno). Come già detto, per evitare qualunque problema non ho ben specificato nel post, cosicché se questa mia scelta non ti garbasse se ne potrebbe ancora discutere, ma sono abbastanza convinto di non sbagliare nel dire che nuke non poteva essere ancora attivo (vedrò a fine quest che peso dare a ciò nella valutazione di lealtà, dato che immagino si sia trattata semplicemente di una svista). A te la mossa, comunque ^^
     
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  13. aleslosh
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    High Risk!Il colpo era andato a segno, non gli aveva frantumato il gomito ma era comunque riuscita a rendere inutilizzabile il braccio. Un'arma in meno su cui fare affidamento. Era riuscita ad allontanarsi e, almeno per ora, era convinta di essere in vantaggio, di essere in posizione di vantaggio rispetto all'avversario. Un sorriso attraversò il suo volto, cancellando gli ultimi residui della paura provata poco prima. Questo giudice, questa creatura, era convinta di poterla sottomettere senza fatica, di stare combattendo con una bambina terrorizzata ed ora ne stava pagando le conseguenze. Forse le sue parole non avevano fatto breccia come aveva sperato, forse non erano bastate a farlo infuriare ed a fargli abbandonare ogni logica, eppure si era lanciato su di lei, lasciando aperte le proprie difese, dandole la possibilità di un contrattacco di enorme potenza.
    Per quanto potesse convincersi del contrario stava riuscendo a farlo infuriare, stava compiendo mosse azzardate.
    Nelle parole dell'avversario poteva sentire la frustrazione, poteva sentire il fastidio. Infuriato o no in qualche modo stava perdendo i nervi e questo non poteva che andare a suo vantaggio.
    Stava per rispondere, per lanciare una frecciata sferzante al suo credersi superiore, al suo considerarla una nullità umana, ma il Deceiver scattò verso di lei ed il suo corpo mutò, trasformandosi in una bestia da combattimento, una creatura che non aveva altro scopo se non quello di massacrare, che non aveva altro intento se non quello di prevalere.

    E la mente tornò al passato...

    Grida che infiammano l'arena, l'odore di sangue e bile che impregna l'aria.
    Fango sotto i piedi nudi, un composto di sabbia e fluido vermiglio.
    La giovane Jack ansima e piange, incurante delle scariche elettriche che le percorrono il corpo.
    È la sua prima volta nel pozzo.
    È la sua prima volta in quell'ordalia di violenza e dolore.
    Il ragazzo di fronte a lei è orribilmente sfigurato dagli esperimenti del pozzo, muscoli rigonfi, pelle tirata su un corpo sproporzionato, nervi a fior di pelle.
    Il volto è sfigurato in un'orribile smorfia di rabbia.
    Non c'è lucidità in quegli occhi, non c'è compassione, non c'è intelligenza.
    Solo il cieco odio, il primitivo desiderio di spezzare la misera vita che fugge di fronte a lui.
    Jack non capisce il motivo di tutto ciò, non ha ancora imparato a sopportare, non ha ancora imparato a combattere, a difendersi con le unghie e con i denti, ad aggrapparsi alla vita con ogni anelito di forza rimastagli.
    Piange, schivando a fatica i colpi sconclusionati del mostro di fronte a lei.
    Implora pietà, chiede spiegazioni.
    In risposta altre scariche, altro dolore.
    Deve combattere, deve difendersi ma non ne è in grado.
    Ha paura.
    Sta per morire...


    Quell'arena infernale, la sabbia sotto i piedi, il mostro di fronte a lei, l'odore di sangue e disperazione, per l'infinito di un istante Jack si ritrovò nel proprio passato, riprovò le sensazioni di quel fatidico scontro, la prima vita che spezzò.
    Ora però non era più una bambina, ora non aveva più paura.
    Ora sapeva combattere.
    Fatti sotto verme!
    Una sfida gridata con disprezzo, un modo per esorcizzare quelle immagini e quelle sensazioni, per ricordare a se stessa che ora era lei a dettare gli ordini, a decidere del proprio destino. Una sfida lanciata più verso se stessa che verso quell'essere che, ormai aveva compreso, l'avrebbe presa solamente come altre parole da un'inutile formica.
    Il mondo sembrò rallentare mentre l'adrenalina entrava in circolo e l'aria si faceva rarefatta attorno a lei.
    Lo vide togliersi il brass knuckle e comprese in anticipo cosa voleva fare.
    Quando lo scagliò contro il suo volto lei si chinò, schivandolo agilmente. Si aspettava un pugno con il braccio sano, il braccio ancora armato, e quando vide il calcio basso esitò un secondo. Non si aspettava una mossa simile e, nella posizione chinata in cui si trovava, non sarebbe riuscita ad evitarlo del tutto. Era troppo maledettamente veloce!
    Strinse i denti.
    Non era più il momento di schivare, non era né sulla velocità né sulla mera potenza fisica che poteva contare, aveva già ampiamente dimostrato di essere inferiore in entrambe. Doveva giocare sulla furbizia, sulla tattica. Richiamò nuovamente la tenebra e, come ogni volta in passato, la sentì inebriarla del proprio oscuro potere, delle sue promesse di grandezza. Il filo spinato che le ricopriva la pelle prese forma e si stinse attorno al suo corpo, il dolore causato dalle punte che penetravano la pelle le fece indurire i muscoli, la fece preparare al colpo.
    Invece che schivare girò il busto verso il colpo, allargando le braccia e chinandosi ancor di più per fare in modo che la colpisse sul ventre.
    E quando il colpo arrivò le tolse il fiato. Era più forte del pugno precedente, più deciso, più brutale. Strinse i denti sentendoli scricchiolare dalla forza impressa in loro ma si sforzò di non gridare, di non emettere alcun gemito. Non gli avrebbe dato quella soddisfazione, non gli avrebbe dato il piacere di sentirla gridare.

    Complice la tenebra che la pervadeva riuscì a sopportare, ad ignorare il dolore abbastanza da tentare di chiudere le braccia, tenute aperte appositamente, sulla gamba. Se fosse riuscita ad avvinghiarsi avrebbe sfruttato quella presa per non essere sbalzata via, per rimanere ancorata al corpo di lui.
    Avrebbe poi sorriso e, senza perdersi in altre inutili chiacchiere, avrebbe sferrato un altro potente pugno sul ginocchio, sempre ancorando l'arto con il braccio libero. Avrebbe sfruttato i Brass Knuckle e la tenebra che ancora una volta rispondeva al colpo subito, con il pugnale che nuovamente si sarebbe illuminato e sarebbe penetrato nelle carni dell'altro.
    Gli avrebbe frantumato una gamba prima di rotolare lontano, andando pericolosamente vicino alle pareti dell'arena.
    Non si sarebbe rialzata, il dolore sordo al ventre gliel'avrebbe impedito, unito a quello diffuso dallo svanire dell’oscurità dal suo corpo, ma si sarebbe messa in posizione per rispondere ad un qualsiasi altro attacco.
    Accettare quel colpo era stata una mossa rischiosa ma aveva imparato da tempo che senza rischio non si poteva ottenere la vittoria!
    Battle's Report
    mass-effect-jack
    Energia: Bianca
    Stato Fisico: Ferita di media entità all’addome causata da perforazioni (brass knuckle) ed in seguito da un colpo di grande potenza.
    Danno basso diffuso su tutto il corpo.
    Stato Mentale: Sempre più convinta di essere ad un passo dalla vittoria. Decisa ad umiliare il giudice.
    Potere: 66 – 16= 50%
    Note:


    Equipaggiamento:
    Brass Knuckles: Jack, nonostante sia specializzata nell'utilizzare i poteri della propria Tenebra per combattere, ama con tutta se stessa, a prescindere dalla nuova via che ha deciso di intraprendere, il corpo a corpo. Nonostante abbia abbandonato la via della depravazione e della tortura, il suo animo è ancora permeato di tenebra e le piace sentire le ossa che si frantumano, il sangue che le sprizza sul volto e la tensione che l'essere così vicini al nemico ed alla possibilità di morire le fa percepire. Non concepisce coloro che fuggono il combattimento nascondendosi o colpendo da distante… li disprezza quasi. Essere vicina al proprio nemico però non le basta. Vuole sentire la sensazione delle ossa che si rompono, dei tessuti che si lacerano e del colpo che va a fare il proprio sporco dovere. Per questo motivo spade, lance ed armi a distanza non le vanno bene, sono troppo impersonali, tengono troppo lontano dalla propria vittima. Non c'è niente di meglio di un buon pugno sul cranio per sfogarsi. Ecco perché utilizza questi tirapugni in metallo. Lunghi circa una decina di centimetri, giusto il necessario per calzare bene sulle dita ed essere comodi da utilizzare, sono fatti di un metallo composito formato da acciaio, ottone ed un anima in adamantino. Spessi circa un centimetro e mezzo pesano poco più di un chilo l'uno. Una banda metallica dotata di 4 punte di diversa lunghezza, 1 centimetro quelle esterne e circa due quelle interne, ricopre la parte anteriore degli anelli, quella utilizzata per colpire, giusto per rendere queste semplicissime armi ancora più letali.
    Non soddisfatta negli anni ha trasmesso il proprio desiderio di distruzione nell'anima stessa del metallo che li compone, alterandoli permanentemente e rendendoli a tutti gli effetti magici. La Tenebra si è fusa con le particelle che compongono le leghe di cui sono formati in un legame inscindibile. Ogni volta che queste rudimentali armi colpiscono il proprio bersaglio, scatenano tutta la furia che Jack ha accumulato negli anni, scaricandola in un'onda d'urto volta ad allontanare e destabilizzare i nemici. Non è una proprietà che possa essere fermata, Jack non ha alcun controllo su questa capacità che deriva direttamente dalle armi stesse, dotate di una loro perversa forma di vita e di intelligenza. L'oscurità che li permea è semplicemente troppo ribollente, troppo caotica per non risuonare alla violenza ed all'impatto.

    In termini di gioco i Brass Knuckles emettono costantemente un'aura che repelle ciò che li circonda, Jack esclusa. Nel momento in cui vanno a colpire qualcosa, tale aura venendo compressa esplode in onde d'urto di bassa potenza che possono sbilanciare con relativa facilità creature piccole e, in caso di bersagli medi o più grandi, possono comunque destabilizzare, spingere indietro o più in generale spezzare l'equilibrio.
    Nonostante siano armi decisamente piccole, quindi considerabili leggere, lo stile di combattimento di Jack è incentrato prettamente sulla forza bruta. Per questo motivo sfrutta il parametro Corpo con essi.



    Abilità Passive:
    Bloody Rose (centro schiena):

    Posto al centro delle scapole, questo tatuaggio rappresenta una rosa nera da cui gocciola sangue, avvolta da due catene che la intrappolano senza via di scampo. Fu il primo tatuaggio di Jack, impressole direttamente da Tia Dalma, ed è probabilmente il più importante nell'intricata composizione che la ricopre. La sua funzione principale è fungere da blocco per l'immenso potere che vortica all'interno del cuore della ragazza. La rosa insanguinata rappresenta il potere stesso, il dolore ed i soprusi che sono stati necessari per ottenerlo, mentre le catene rappresentano i sigilli imposti dalla magia sciamanica della strega. È questo tatuaggio ad impedire che i poteri di Jack si scatenino in tutta la loro potenza, che essa distrugga se stessa e tutto ciò che la circonda.
    Rappresenta il fulcro del suo potere, il nucleo da cui parte l'intricata rete di simboli che le ricopre il corpo. È il cancello da cui fa scaturire la propria Tenebra, il punto focale da cui, con l'utilizzo degli altri tatuaggi, le sue capacità si generano.
    È quindi la Tenebra stessa, la rinnovata capacità di Jack di sfruttarla e controllarla a proprio piacimento.

    Questo tatuaggio permette a Jack si sfruttare le abilità con elemento Tenebra con uno sconto del 3% sui consumi, che non potrà mai scendere sotto l'1%. È un'abilità Passiva Normale comune a tutti i Soldati dell'Oscurità. (Nucleo Oscuro)


    Abilità Attive:
    Thorns (diffuso su tutto il corpo)
    Una stringa di filo spinato serpeggia sul corpo di Jack, avviluppandosi sulle sue forme e sugli altri tatuaggi e legandoli insieme in un simbolo di dolore. Nonostante bene o male tutti i suoi tatuaggi abbiano forti legami con il dolore subito, questo in particolare lo indica con forza. Se gli altri tatuaggi rappresentano soprusi ed umiliazioni, questo rappresenta il puro e semplice dolore fisico. Le ferite, i tagli, le percosse e gli esperimenti sul Tavolo nella loro più nuda e cruda fisicità.
    Rappresenta il rafforzamento del suo corpo tramite tale dolore, l'essere stata costretta a sopportare ed abituarsi a tale dolore.
    Rappresenta anche la deviazione mentale che tale dolore le ha portato, quella forma di masochismo che la caratterizza, che le ha insegnato non solo a sopportare il dolore, non solo a stringere i denti, ma anche a trarne piacere, a trasformarlo in forza per poter superare le lunghe ore sul Tavolo.
    Quando attinge al ricordo di tale dolore il filo spinato si muove, s'ingrossa e le penetra nelle carni, facendole sanguinare inchiostro. Il corpo reagisce alla sofferenza causata da esso indurendo i muscoli e la mente si ammanta, creando una barriera conto le sensazioni, esattamente come faceva ai tempi del Pozzo.
    In questo modo sia il corpo che la mente si preparano a ricevere colpi diminuendo il più possibile il danno subito, sia a livello fisico (in quanto il corpo, indurendo i muscoli, crea una sorta di lieve corazza), sia mentale (in quanto nessun dolore può raggiungere quello percepito sul Tavolo).

    Quest'abilità di natura fisica funge da difesa per Jack. Attivandola subito prima di ricevere un colpo riesce a diminuire i danni subiti, abbassando di un gradino il livello di danno, ed al contempo ad ignorare parte del dolore da esso ricevuto. Può in questo modo schermarsi da colpi di potenza non superiore a media riuscendo non solo a subire meno danni fisici ma anche ad ignorare parte delle conseguenze che tali danni potrebbero dare alla sua concentrazione ed alle sue energie.
    Vista la natura dell'abilità "Devil's Pet" (The True Darkness), che causa danni interni, dati dalla fatica e dallo sforzo esagerato, questa capacità non le permette di ignorare il danno subito alla fine di tale tecnica.
    Al contrario, se utilizzata in congiunzione con l'abilita "Blade of Vengeance" (Ripicca), essendo tale abilità basata su danni esterni, subiti da un colpo, la influenzerà (riducendo il danno subito ma al contempo anche la potenza del colpo successivo che potrà sferrare).

    Attiva Difensiva Fisica, 15 AP, Consumo Medio, Caratteristica: Corpo
    Blade of Vengeance (Avambraccio Destro)

    Sul dorso dell'avambraccio destro Jack ha tatuato un coltello dalla lama seghettata crudelmente infilato nelle carni. Questo simboleggia il bruciante e costante desiderio di vendetta che la divora dall'interno, che le causa lo stesso dolore che vuole provocare in chi le ha rovinato l'esistenza.
    Nonostante il suo cammino di redenzione, la vendetta rimane la forza che spinge la maggior parte delle sue azioni. Per troppo tempo ha sofferto, per troppo tempo ha vissuto con il solo desiderio di farla pagare a chi le ha procurato tanto dolore, perché ora esista la possibilità di dimenticare, di rinunciare a questo scopo. La lama che ha disegnata sul bracco è il simbolo della lama che pianterà nel cuore di ognuno di quei bastardi della Global Corp.
    È il ricordo perenne dell'unica vera motivazione che la spinge a continuare a combattere, una forza soverchiante ed annichilente, che sovrasta ogni altro desiderio, ogni altra pulsione.
    Una forza che, unita alla Tenebra, le dona la capacità di restituire ogni colpo subito con la stessa potenza, di premiare la violenza con altra violenza.
    Ogni volta che subisce un colpo il coltello si stacca dalle carni, lasciando una ferita aperta e sanguinante, e si sposta sul dorso di una delle mani o di uno dei piedi. Lì rimane, in attesa, finché il prossimo colpo non verrà scagliato ed in quel momento, e solo in quel momento, guizzerà in fuori, penetrando nelle carni del bersaglio senza causare lacerazioni reali sulla pelle ma intensificando immensamente il dolore, restituendo ogni singolo frammento di sofferenza subita, prima di tornare a penetrare nella pelle dell'avambraccio, richiudendo la ferita.

    La tecnica ha natura Fisica. In ogni momento della battaglia, dopo essere stato colpito da un qualsiasi tipo di attacco (purché esso sia fisico o magico) il personaggio sarà in grado di trasformare il dolore proveniente da suddetto colpo in nuova energia per uno dei suoi attacchi. Ad esempio, se dovesse essere colpito per intero da una tecnica a potenza Alta, il suo prossimo colpo, che deve essere prettamente fisico, guadagnerebbe un Bonus pari ad Alto. Questo non significa che il Soldato dell'Oscurità non proverà più dolore; semplicemente, sarà in grado di lasciare che la rabbia per essere stato colpito fluisca e permei uno dei suoi attacchi.
    Attiva Razziale Fisica, 5 AP, Consumo Nullo, Caratteristica: Corpo

    Devil's Pet (torace, altezza cuore) 2/2

    Questo tatuaggio contiene uno dei significati più profondi, rappresenta uno dei momenti più importanti nella travagliata esistenza di Jack. Raffigura uno squarcio nella pelle, esattamente all'altezza del cuore, da cui fuoriesce la testa di un serpente meccanico che si avvolge attorno al capezzolo, ad occhi chiusi.
    Simboleggia il momento in cui la ragazza ha accettato l'oscurità dentro di sé, dopo aver ucciso 665, colui che le ha fatto provare emozioni più vicine all'amore di chiunque altro. Fu il momento in cui divenne in grado di raggiungere la libertà, il momento in cui macchiò definitivamente la propria anima e si trasformò nel mostro che è ora. Amore e odio s'intrecciano in questo tatuaggio: amore perché fu quell'oscurità, fu quella scelta a permetterle di liberarsi. Il potere che la Tenebra le donò quando si abbandonò ad essa fu quello che le permise di ribellarsi, di distruggere quell'inferno di dolore e disperazione in cui era stata rinchiusa fin dal giorno della sua creazione. Odio perché fu quell'oscurità a trasformarla nella creatura malvagia e perversa, a spingerla a compiere atrocità per il solo gusto di vedere gli altri soffrire. È colpa di quella scelta se ora non è più sicura di poter ottenere la redenzione, di poter diventare umana e finire i propri giorni nella Luce.
    Accettare la Tenebra dentro di sé fu un momento di svolta nella sua vita, fu l'inizio di tutto e la fine di tutto.
    Eppure tutt'ora è quella Tenebra a donarle il potere di continuare nella sua lotta personale. Quando si affida ad essa il nero all'interno del squarcio inizia a vorticare ed il serpente meccanico spalanca gli occhi. Apre le fauci e morde il seno di Jack, instillandole nei muscoli un frammento di oscurità che le dona forza, sprigiona parte di quell'energia che l'ha sostenuta negli ultimi anni del Pozzo. Le inietta un veleno scuro che, tanto quanto la potenzia, altrettanto la fa sprofondare ancora di più nella Tenebra.

    La tecnica ha natura Magica e di power-up. Dopo un istante di concentrazione, il personaggio sarà avvolto da un'aura intrisa di pura tenebra, che lo avvilupperà conferendogli un potenziamento Basso ad una statistica qualsiasi a sua scelta, rendendolo di fatto in grado di adattarsi in ogni momento a qualsiasi avversario egli si trovi di fronte e permettendogli quindi di affrontare ogni tipo di situazione. Tale potenziamento dura un lasso di tempo complessivo di due turni, dopo i quali però il caster subirà un danno Basso diffuso in tutto il corpo, a causa della fatica imposta dalla tecnica sul corpo.
    Attiva Razziale Gratuita di Potenziamento (The True Darkness), Consumo Basso, Caratteristica: Velocità

    Statistiche

    StatisticaPunteggio
    Iniziale
    EnergiaPunti
    Quest
    AltroTot.
    Corpo(60)()()()60
    Essenza(30)()()()30
    Mente(70)()()()70
    Concentrazione(50)()()()50
    Destrezza(40)()()()40
    Velocità(50)()()(30)80




    Note: Partiamo con le spiegazioni sul post precedente^^
    Non ho assolutamente intenzione di questionare sulla tua decisione riguardo all’uso di Nuke, ci mancherebbe xD Sono io che non ho capito che va a segno anche se manca il bersaglio (avevo contato il colpo come non scagliato proprio il che, misto al non aver compreso bene il funzionamento dell’abilità, mi ha portato alla cappella xD). Non era un tentativo di fare lo sborone, era proprio ignoranza sul regolamento e disattenzione al tuo post (il che non so se migliori la situazione ma per amor di onestà... xD)

    Riguardo questo post: abbastanza semplice credo, parte psicologica a parte (il flashback che comunque non è durato più di un istante, è giusto un modo per rendere più interessante il post) la tattica è molto semplice. Tu non hai specificato a che altezza il giudice lancia il brass knuckle quindi mi sono permesso di decidere che ha mirato alla testa, schivandolo facilmente abbassandomi (in fondo il movimento di prenderlo, sfilarlo e lanciarlo è abbastanza ovvio). Nonostante a livello narrativo Jack si aspettasse un pugno, il non farle schivare il calcio era già nei miei piani (la sorpresa è solo un espediente narrativo per rendere tutto più realistico). Visto che quella velocità non sarei riuscito ad evitarla ho ritenuto di avere abbastanza tempo (con un misto di velocità mia aumentata dall’abilità e concentrazione) di chinarmi ancor di più e voltarmi verso il colpo in modo da prenderlo al ventre (in fondo non sono movimenti complicati o ampi). Ho inoltre attivato Thorn che mi difende egregiamente da colpi dati non da tecniche (vista l’elevata differenza di corpo ho comunque considerato un danno leggero (che quindi senza thorn sarebbe stato medio, abbastanza alto senza tecnica) dal calcio) ma soprattutto mi permette di non risentirne a livello “mentale”, quindi di poter reagire nonostante lo shock (è il motivo per cui l’ho creata xD). Chiude quindi le braccia sulla gamba per ancorarsi e non essere sbalzata via (inizia a chiuderle un attimo prima dell’impatto) e poi, tenendo la gamba con un braccio, cerca di colpirla al ginocchio con l’altro braccio utilizzando Blade of Vengeance.
    So che le tecniche che uso sono sempre quelle ma contro il deceiver metà non le posso usare (impattoscuro ho deciso di non utilizzarlo a prescindere per correttezza) quindi le possibilità che mi rimangono sono poche^^
    Il dolore finale è la Devil’s Pet che svanisce.


     
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  14. misterious detective
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    Il Deceiver non aveva fretta. In realtà, nemmeno lui poteva dire di conoscere alla perfezione la dimensione in cui viveva, probabilmente nessuno dei Giudici aveva simili risposte. Il mondo onirico del Deep Dive non poteva essere spiegato con le parole, non esistevano leggi fisiche alle quale rifarsi. Persino un concetto definito e necessario come lo scorrere diventava superfluo: d'altronde, non vi era vita in quel mondo, non vi era materia che potesse beneficiare di esso; il flusso delle ore e dei minuti non si era congelato in un eterno istante, semplicemente essi non erano. Per questo l'ingannatore non aveva fretta, non aveva motivo di preoccuparsi per un incontro che aveva cominciato a protrarsi pateticamente colpo dopo colpo. Di una cosa, però, poteva lamentarsi: quella sfida cominciava ad annoiarlo. Aveva già un'idea, in sé, di quale sarebbe stato il suo responso di fronte alla ferrea volontà e rovente rabbia della ragazza, senza dubbio le più grandi qualità e i più scoperti punti deboli di Jack; ormai, se il Giudice non abbassava i suoi pugni e la lasciava andare, era solo perché il suo crudele desiderio di vedere fin dove si sarebbe spinta la nemica prima di crollare riusciva, crepitante, a vincere la cupa esasperazione.
    L'avversaria intuì la sua mossa ed evitò il colpo col tirapugni, ma ignorando il dolore il Deceiver riuscì a sfruttare appieno il vantaggio che il suo potere gli donava, colpendo con un pesante calcio il fianco della ragazza. Vide i suoi muscoli tremare, sussultare completamente nel ricevere un assalto peggiore di quanto si aspettassero. La combattente credeva solo di essere pronta e l'impostore riuscì a godere ancora di più dell'espressione stupefatta e sofferente della nemica, talmente in difficoltà da stringere gli occhi e mordersi le labbra pur di non gridare; ed era un vero peccato, perché lui lo avrebbe veramente apprezzato. Inutile chiedersi se quel piacere appartenesse all'animo di Jack o del Deceiver stesso, ammesso che ne possedesse uno, fin tanto che la cosa lo divertiva.
    Però, il divertimento fu di breve durata: incassando ancor meglio di quanto il Giudice si sarebbe potuto aspettare, Jack si era già preparata al contrattacco. Era giunta alla conclusione più ovvia e nemmeno lui fu sorpreso quando intuì la tattica dell'avversaria: non essendo lei sua pari in velocità e potenza, era obbligata a crearsi un'occasione per colpirlo senza possibilità di fallimento, era costretta a bloccare i suoi movimenti e agire in fretta.
    Il Deceiver non era sorpreso, era perfettamente cosciente di quanto stava per accadere... eppure non aveva alcun modo di opporsi; era più veloce, sì, ma in pochi istanti il tempo a sua disposizione si sarebbe consumato del tutto, lasciandolo completamente vulnerabile all'attacco di Jack. In preda ad un misto di emozioni pulsanti, spinto da rabbia e tensione, l'istinto del Giudice lo spinse a repellere quella nemica che, in quel momento, riusciva a rappresentare una minaccia maggiore di quanto non fosse mai stata fino a quel momento. Aveva ancora un piede a fargli da sostegno, ma decise di rinunciare anche ad esso e spinse, saltando. Era veloce, era agile, una simile mossa non era una fatica per lui e purtroppo non aveva di certo il tempo di trovare qualche espediente alternativo che potesse dargli una sicurezza maggiore. Tutto ciò che gli era rimasta, e così aveva scelto quando si era trasformato, era la forza bruta. Tutto ciò che poteva fare per difendersi era piegare orizzontalmente il corpo, portando le mani di fronte a sé per attutire la successiva caduta, e sferrare un potente calcio alla testa di Jack per cacciarla via. Menò il colpo leggermente in basso, verso il collo, cosicché se ella si fosse abbassata non si sarebbe ripetuto quanto era successo con il Brass Knuckles, evitato con grazia e semplicità. Sperava che, spinta indietro con tanta violenza, la ragazza avrebbe mollato la presa ed interrotto il suo attacco prima di incapacitargli una gamba intera, ma se ciò non fosse avvenuto, non gli restava altro destino che crollare a terra , lì dove si trovava, battendo un pugno a terra nel tentativo di reprimere il dolore, non solo per orgoglio ma per riprendere in mano le sorti di un duello che, complice la fermezza di colei che stava imitando, non voleva perdere in nessun caso. E, che il suo attacco avesse funzionato o meno, l'avrebbe probabilmente intravista scivolare via, verso il bordo dell'arena, alla ricerca di un istante per riprendere fiato, per sopportare i danni che aveva subito.
    Non c'era problema, anzi, apprezzava quell'idea. Anche lui aveva bisogno di una breve pausa. Più che breve, in realtà, perché il suo braccio (e la sua gamba, se l'attacco di Jack fosse comunque andato a segno) non si poteva certo curare con una tanto breve attesa.

    Stato Fisico: frattura (non scomposta) all'ulna, microfrattura al radio. Se l'attacco di Jack va a segno, frattura all'osso della gamba e lesioni ai muscoli, quindi impossibilità di muoverla.
    MP: 36%

    Statistiche
    Corpo: 100
    Mente: 40
    Essenza: 20
    Velocità: 100
    Destrezza: 65
    Concentrazione: 35

    Note: avevo scritto delle grandi note spiegando post e tutto il resto, ma internet è andato a farsi fo**ere e mi tocca riscrivere, quindi ti becchi la versione tl;dr -w- dato che ha una bassa concentrazione, il Deceiver tenta una tattica molto rudimentale (quindi un semplice "calcio volante" diretto), non riuscendo ad elaborare strategie per salvarsi, per questo non ho ancora segnato in maniera "ufficiale" i danni alla gamba, dipende da cosa succede a Jack nel tuo post, per vedere se il Giudice si salva o meno.
    Direi che ancora un giretto di post e ormai il combattimento è finito. Vediamo se si riesce a chiudere XD
     
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  15. aleslosh
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    All or nothingEra fatta! Il Deceiver non aveva alcun modo di evitare quel pugno e con una gamba spezzata non avrebbe potuto continuare a combattere. Aveva vinto, ne era consapevole e, come ogni altra volta, l'ebrezza della vittoria, unita al piacere della violenza, le fece formicolare la spina dorsale riempiendola di una calda sensazione di soddisfazione e lussuria.
    Dopo tante parole, dopo tanta arroganza e sicurezza di sé, il Giudice era stato battuto da lei che non era altro che una misera formica, da lei che sin dall'inizio era stata considerata come un essere inferiore, un microbo poco più che fastidioso. Sorrise mentre il pugno si avvicinava inesorabilmente al proprio bersaglio, sorrise e fissò l'avversario negli occhi, con uno sguardo carico di disprezzo e derisione.
    Doveva sapere di essere stato sconfitto da lei, doveva essere consapevole della propria inferiorità.

    Quello che vide sul suo volto però non fu terrore, non fu lo sguardo sconfitto che si sarebbe aspettata. Vide determinazione, la stessa determinazione che tante volte aveva visto di fronte allo specchio, la stessa determinazione che le aveva permesso di uscire dal Pozzo, di sopravvivere alla Global Corp.
    Non capiva da dove venisse, non comprendeva come potesse sperare di vincere, ma tutto divenne chiaro nei pochi istanti successivi.
    Il Giudice saltò, non tentò di allontanare la gamba, non tentò di liberarsi dalla presa. Esattamente come avrebbe fatto lei tentò di causare il maggior danno possibile. Vide la sua gamba ruotare, vide il piede avvicinarsi a velocità incredibile diretto sul suo collo. Forse voleva spezzare la presa, forse voleva semplicemente cercare di ucciderla prima che riuscisse a completare il proprio attacco ma, da quella posizione, non sarebbe stata in grado di evitare il colpo senza mollare la gamba. In un modo o nell'altro avrebbe ottenuto almeno uno dei suoi scopi.
    Ora le si presentava una scelta, proteggere se stessa o fare seriamente male all'avversario. Qualcun altro forse avrebbe perso tempo a pensarci, avrebbe cercato un modo per proteggersi il più possibile, per evitare il dolore. Jack però non era qualcun altro, Jack conosceva il dolore, in un certo modo le procurava anche piacere, ma soprattutto provava talmente tanta rabbia, talmente tanto disprezzo per quell'essere che mai, mai, avrebbe accettato l'idea di non completare quel colpo. In quel momento causare dolore al Deceiver era più importante di ogni altra cosa, sarebbe potuta morire, sarebbe potuta tornare ad essere schiava della Global Corp. ma nulla le avrebbe impedito di frantumare quelle ossa.
    Vediamo chi è più robusto... sussurrò tra sé mentre richiamava la Tenebra per l'ultima volta. La serpe che aveva in seno affondò i propri canini e questa volta furono i muscoli ad indurirsi. Lo fece in fretta, senza perdere tempo a pensare. Incassò la testa nelle spalle, alzando queste ultime il più possibile per ridurre al minimo le parti fragili colpibili, mentre continuò il proprio attacco.

    Il suo pugno colpì il ginocchio del nemico nello stesso istante in cui il suo piede la colpì poco sopra la spalla. Il rumore di ossa frantumate si unì a quello dell'impatto sul suo corpo, la rotula esplose nello stesso momento in cui la sua spalla uscì dalla propria posizione.
    Il dolore fu immenso e questa volta non riuscì a trattenere un grido. Tentò di rimanere agganciata all'arto ma, complici la forza del colpo, il dolore e la spalla lussata, fu costretta a mollare e volò indietro per qualche metro.
    Atterrò sulla spalla buona e rotolò ancora per un po'. Quando finalmente si fermò tentò di rialzarsi al volo ma scoprì di non esserne in grado, non subito perlomeno. La spalla pulsava di dolore e le forze la stavano abbandonando. Rimase quindi immobile, ansimante, con la mano a tenersi la spalla fuori posto. Non si voltò nemmeno a guardare l'avversario. L'osso si era spezzato, lo aveva percepito, ne aveva tratto godimento, e dubitava seriamente che ora sarebbe stato una minaccia.
    Solo un microbo eh? disse rivolta a lui, scoppiando a ridere. Fu una risata liberatoria, più soddisfatta che schernitrice, era stato un buon combattimento per i suoi gusti, rapido, violento ed all'ultimo respiro.
    Niente più che una scocciatura... terminò prendendo un ampio respiro.
    Se fosse stato necessario si sarebbe rialzata ed avrebbe tentato di combattere ancora, in fondo aveva ancora un braccio buono, ma per ora rimase ad osservare il soffitto di quell'arena tanto familiare, che solo pochi minuti prima le aveva causato tanto dolore, tanto terrore. Ora non era più così, aveva compreso di non essere più nel pozzo, aveva capito che in qualsiasi dimensione si trovasse, era tutta un'illusione, probabilmente messa in atto dal Deceiver stesso. Se prima l'aveva preoccupata, spaventata, durante quello scontro era stato uno spunto in più da cui trarre energia, da cui trarre rabbia.
    La sabbia sotto la sua pelle nuda le dava quasi un senso di nostalgia, di pace. Mai lo avrebbe creduto possibile, in fondo quello era stato un inferno, eppure così era.

    Aveva vinto... almeno secondo i propri standard, e questo era più che abbastanza per ora.

    Battle's Report
    mass-effect-jack
    Energia: Bianca
    Stato Fisico: Ferita di media entità all’addome causata da perforazioni (brass knuckle) ed in seguito da un colpo di grande potenza.
    Danno basso diffuso su tutto il corpo.
    Spalla lussata e con probabili microfratture sparse
    Stato Mentale: Soddisfatta ed in pace. Anche se non ha effettivamente ancora vinto il semplice esser riuscita a spezzare un braccio ed una gamba di un nemico così arrogante le basta.
    Potere: 50 - 5 = 45%
    Note:


    Equipaggiamento:
    Brass Knuckles: Jack, nonostante sia specializzata nell'utilizzare i poteri della propria Tenebra per combattere, ama con tutta se stessa, a prescindere dalla nuova via che ha deciso di intraprendere, il corpo a corpo. Nonostante abbia abbandonato la via della depravazione e della tortura, il suo animo è ancora permeato di tenebra e le piace sentire le ossa che si frantumano, il sangue che le sprizza sul volto e la tensione che l'essere così vicini al nemico ed alla possibilità di morire le fa percepire. Non concepisce coloro che fuggono il combattimento nascondendosi o colpendo da distante… li disprezza quasi. Essere vicina al proprio nemico però non le basta. Vuole sentire la sensazione delle ossa che si rompono, dei tessuti che si lacerano e del colpo che va a fare il proprio sporco dovere. Per questo motivo spade, lance ed armi a distanza non le vanno bene, sono troppo impersonali, tengono troppo lontano dalla propria vittima. Non c'è niente di meglio di un buon pugno sul cranio per sfogarsi. Ecco perché utilizza questi tirapugni in metallo. Lunghi circa una decina di centimetri, giusto il necessario per calzare bene sulle dita ed essere comodi da utilizzare, sono fatti di un metallo composito formato da acciaio, ottone ed un anima in adamantino. Spessi circa un centimetro e mezzo pesano poco più di un chilo l'uno. Una banda metallica dotata di 4 punte di diversa lunghezza, 1 centimetro quelle esterne e circa due quelle interne, ricopre la parte anteriore degli anelli, quella utilizzata per colpire, giusto per rendere queste semplicissime armi ancora più letali.
    Non soddisfatta negli anni ha trasmesso il proprio desiderio di distruzione nell'anima stessa del metallo che li compone, alterandoli permanentemente e rendendoli a tutti gli effetti magici. La Tenebra si è fusa con le particelle che compongono le leghe di cui sono formati in un legame inscindibile. Ogni volta che queste rudimentali armi colpiscono il proprio bersaglio, scatenano tutta la furia che Jack ha accumulato negli anni, scaricandola in un'onda d'urto volta ad allontanare e destabilizzare i nemici. Non è una proprietà che possa essere fermata, Jack non ha alcun controllo su questa capacità che deriva direttamente dalle armi stesse, dotate di una loro perversa forma di vita e di intelligenza. L'oscurità che li permea è semplicemente troppo ribollente, troppo caotica per non risuonare alla violenza ed all'impatto.

    In termini di gioco i Brass Knuckles emettono costantemente un'aura che repelle ciò che li circonda, Jack esclusa. Nel momento in cui vanno a colpire qualcosa, tale aura venendo compressa esplode in onde d'urto di bassa potenza che possono sbilanciare con relativa facilità creature piccole e, in caso di bersagli medi o più grandi, possono comunque destabilizzare, spingere indietro o più in generale spezzare l'equilibrio.
    Nonostante siano armi decisamente piccole, quindi considerabili leggere, lo stile di combattimento di Jack è incentrato prettamente sulla forza bruta. Per questo motivo sfrutta il parametro Corpo con essi.



    Abilità Passive:
    Bloody Rose (centro schiena):

    Posto al centro delle scapole, questo tatuaggio rappresenta una rosa nera da cui gocciola sangue, avvolta da due catene che la intrappolano senza via di scampo. Fu il primo tatuaggio di Jack, impressole direttamente da Tia Dalma, ed è probabilmente il più importante nell'intricata composizione che la ricopre. La sua funzione principale è fungere da blocco per l'immenso potere che vortica all'interno del cuore della ragazza. La rosa insanguinata rappresenta il potere stesso, il dolore ed i soprusi che sono stati necessari per ottenerlo, mentre le catene rappresentano i sigilli imposti dalla magia sciamanica della strega. È questo tatuaggio ad impedire che i poteri di Jack si scatenino in tutta la loro potenza, che essa distrugga se stessa e tutto ciò che la circonda.
    Rappresenta il fulcro del suo potere, il nucleo da cui parte l'intricata rete di simboli che le ricopre il corpo. È il cancello da cui fa scaturire la propria Tenebra, il punto focale da cui, con l'utilizzo degli altri tatuaggi, le sue capacità si generano.
    È quindi la Tenebra stessa, la rinnovata capacità di Jack di sfruttarla e controllarla a proprio piacimento.

    Questo tatuaggio permette a Jack si sfruttare le abilità con elemento Tenebra con uno sconto del 3% sui consumi, che non potrà mai scendere sotto l'1%. È un'abilità Passiva Normale comune a tutti i Soldati dell'Oscurità. (Nucleo Oscuro)


    Abilità Attive:

    Devil's Pet (torace, altezza cuore) 1/2

    Questo tatuaggio contiene uno dei significati più profondi, rappresenta uno dei momenti più importanti nella travagliata esistenza di Jack. Raffigura uno squarcio nella pelle, esattamente all'altezza del cuore, da cui fuoriesce la testa di un serpente meccanico che si avvolge attorno al capezzolo, ad occhi chiusi.
    Simboleggia il momento in cui la ragazza ha accettato l'oscurità dentro di sé, dopo aver ucciso 665, colui che le ha fatto provare emozioni più vicine all'amore di chiunque altro. Fu il momento in cui divenne in grado di raggiungere la libertà, il momento in cui macchiò definitivamente la propria anima e si trasformò nel mostro che è ora. Amore e odio s'intrecciano in questo tatuaggio: amore perché fu quell'oscurità, fu quella scelta a permetterle di liberarsi. Il potere che la Tenebra le donò quando si abbandonò ad essa fu quello che le permise di ribellarsi, di distruggere quell'inferno di dolore e disperazione in cui era stata rinchiusa fin dal giorno della sua creazione. Odio perché fu quell'oscurità a trasformarla nella creatura malvagia e perversa, a spingerla a compiere atrocità per il solo gusto di vedere gli altri soffrire. È colpa di quella scelta se ora non è più sicura di poter ottenere la redenzione, di poter diventare umana e finire i propri giorni nella Luce.
    Accettare la Tenebra dentro di sé fu un momento di svolta nella sua vita, fu l'inizio di tutto e la fine di tutto.
    Eppure tutt'ora è quella Tenebra a donarle il potere di continuare nella sua lotta personale. Quando si affida ad essa il nero all'interno del squarcio inizia a vorticare ed il serpente meccanico spalanca gli occhi. Apre le fauci e morde il seno di Jack, instillandole nei muscoli un frammento di oscurità che le dona forza, sprigiona parte di quell'energia che l'ha sostenuta negli ultimi anni del Pozzo. Le inietta un veleno scuro che, tanto quanto la potenzia, altrettanto la fa sprofondare ancora di più nella Tenebra.

    La tecnica ha natura Magica e di power-up. Dopo un istante di concentrazione, il personaggio sarà avvolto da un'aura intrisa di pura tenebra, che lo avvilupperà conferendogli un potenziamento Basso ad una statistica qualsiasi a sua scelta, rendendolo di fatto in grado di adattarsi in ogni momento a qualsiasi avversario egli si trovi di fronte e permettendogli quindi di affrontare ogni tipo di situazione. Tale potenziamento dura un lasso di tempo complessivo di due turni, dopo i quali però il caster subirà un danno Basso diffuso in tutto il corpo, a causa della fatica imposta dalla tecnica sul corpo.
    Attiva Razziale Gratuita di Potenziamento (The True Darkness), Consumo Basso, Caratteristica: Corpo

    Statistiche

    StatisticaPunteggio
    Iniziale
    EnergiaPunti
    Quest
    AltroTot.
    Corpo(60)()()(30)90
    Essenza(30)()()()30
    Mente(70)()()()70
    Concentrazione(50)()()()50
    Destrezza(40)()()()40
    Velocità(50)()()(30)80




    Note: Lo so, non il migliore dei miei post ma, per questioni di tempo, sono costretto a scriverlo durante lezione xD Se poi consideriamo che, essendo finalmente iniziato il secondo atto, ho intravisto la possibilità di giocarlo non più bianca…

    Comunque… in realtà la tattica è semplice perché tutto si svolge in pochi istanti. Attiva la Devil's Pet per aumentarsi il Corpo in modo da resistere più facilmente al colpo e cerca di colpire il ginocchio prima di ricevere il colpo.
    Jack non può rinunciare a spezzare ossa, quindi preferisce incassare xD
    Ho spezzato autoconclusivamente il ginocchio perché ho ritenuto di poterlo fare dal tuo ultimo post, se così non è mi sarò distrutto la valutazione in quest'ultimo post^^

    Eeee… basta! Direi che è tutto qui...



    Edited by aleslosh - 22/11/2013, 17:44
     
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17 replies since 29/6/2013, 10:48   428 views
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