Notti d'Oriente, Prologo

Null'altro che una Fiaba

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    永久の美

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    Tutti abbiamo un Desiderio.
    Una brama assai più profonda delle altre che,
    proprio per il suo valore,
    esattamente per questo suo essere assolutamente più preziosa di tutto il resto,
    viene tenuta nascosta.
    Occultata.
    Celata con sapiente maestria affinché nessuno,
    non il più intimo degli amici né il più mite degli amanti,
    ne venga a conoscenza.
    Così che non vi sia alcuno, malizioso, capace di approfittarsene.

    Eppure,
    per quanto ciò a cui più teniamo al mondo rimanga la maggior parte del tempo soffocato dalla nostra coscienza,
    il nostro essere sempre in guardia contro qualsiasi avversità,
    tutti noi desideriamo,
    nei più recessi meandri del nostro Io,
    di vedere un giorno soddisfatte tutte le nostre richieste,
    appagato ogni clandestino desiderio.
    Mai, mai lo ammetteremmo davanti ad altri,
    nel costante timore del prossimo e nella più totale sfiducia verso l'esterno,
    l'estraneo,
    lo sconosciuto.

    L'infido Signor Nessuno.

    Ma non esiste dentro di noi concupiscenza più ardente,
    anelito più bruciante e radicato nella nostra essenza
    che vorremmo si facesse strada all'esterno.
    E compiersi, e realizzarsi.
    Infine.


    È una condanna,
    un anatema,
    una Maledizione comune ad ogni creatura senziente dell'universo,
    animata o meno da un cuore.

    Tutto ciò che serve è uno Scopo.
    Un obiettivo.
    Una Missione.


    iXBecXX
    ~~x~~

    C'era un atmosfera felice a Radiant Garden, quel giorno, esattamente come il nome della cittadina si premuniva di ricordare a chiunque con vaga fermezza. Come se lì, in quel luogo che era stato così fortunato da essere sanato del morbo che vi si annidava, non avrebbe mai più potuto albergare il male ancora una volta. Felici gli uccelli nell'alto del coro celeste, beati nella loro emancipazione dal resto del mondo; felici gli uomini a terra, radiosi nella generosità del sole, nel dolce frullare del vento; felici persino i vermi nel fango, in quella contrada così disdicevolmente Perfetta.
    Perché gli dei, se mai esistevano davvero, erano stati così ingiusti? Così maledettamente scorretti da concedere ad un singolo mondo tanta pace e prosperità, mentre ve n'erano altri nel cosmo sommersi dalle tenebre di un male in continua espansione, dallo sviato assioma d'un abisso conquistatore, un baratro capace solo di risucchiare in sé tutto ciò che di buono esista?
    Che sia questo il destino delle realtà non benvolute da un favore superiore? Crollare inevitabilmente nella crogiolante apatia dell'annichilimento, dimenticanza ed inedia di chi ha scordato perfino come ricordare?
    Smarrirsi come in una casa con tanti corridoi, troppi perché alla fine della giornata, sceso il sole oltre le colline e calata la notte dall'alto come asmatico straccio volto solo a togliere aria alla vita, ci si possa voltare indietro e tornare al punto di partenza?

    Magari per provare di nuovo dall'Inizio.
    Magari solo per avere una seconda chance.

    Ahimè, quant'è ingiusto invero questo Mondo, le cui regole sono dettate da un Caso ed un Destino troppo grandi, troppo trascendenti perché possano essere piegati al volere di un singolo essere, una singola creatura dotata dell'intelligenza e la morale oggettive capaci di garantire la sicurezza e la durevole stabilità di un mondo in perenne caducità.
    Se solo quegli Dei pagani cui molti si affidano solo per essere inevitabilmente traditi avessero avuto un po' meno dell'autorità che piace tanto agli uomini, allora anche altri avrebbero potuto tentare d'imporsi sulla realtà. Di sconvolgerla e piegarla al proprio volere per giungere alla creazione d'un Mondo nuovo, perfino; un nuovo livello d'esistenza del tutto dimentico della precedente miseria, della previa sfortuna e mestizia.
    Ma così non è.
    Pare che ci fosse stato spazio solo per un numero limitato di coscienze onniscienti nel piano imperfetto che sta alla base di questo mondo; e guarda un po'! Esse sono totalmente al di fuori della comune portata del misero Verme della terra, della fiera crudele e selvaggia quale è l'essere umano.
    Quale peggior destino per una creatura mortale, il cui tempo sia inevitabilmente deputato a svanire, a sfarsi nell'inquieto susseguirsi degli anni?
    Che davvero in questa vita non sia possibile trovare un qualcosa che ci spinga al di là dei nostri limiti?

    O che, almeno, lo faccia con uno di noi, che possa poi prendersi cura degli altri?

    Lo sguardo di Aster tremò solo un istante mentre, svagata morbidezza delle sue iridi velate di tenebra, il giovane andava a catturare ogni più infimo movimento del creato attorno a sé; ogni più piccola movenza, ogni più insignificante gesto di coloro che attorno a lui ritenevano, nella stolidità della propria ignoranza, di star vivendo un giorno immobile come tutti gli altri.
    Solo un lento inarcarsi del sopracciglio il suo, nel constatare la crogiolante beatitudine paradisiaca in cui sembrava vertere la sussistenza di tutti loro, uomini, donne o bambini che fossero.
    Scosse la testa il fanciullo, gesto forse troppo scontato di un giocatore d'azzardo che, vistosi portar via anche le ultime gocce della propria sostanza, abbandoni con repressa agonia il tavolo del gioco, per soffocare il dolore della sconfitta in un abisso più scuro, uno strapiombo assai più profondo.
    In cui cercare di scordarsi, di dimenticare, che era egli stesso il motivo della propria sconfitta, del suo medesimo ed incontrovertibile spirare a piccole dosi, fino al più totale annientamento.
    Innaturale manchevolezza di una mente a metà, il Nessuno portò una mano al petto, stringendo fra le nivee dita esili e flessuose la stoffa del gilet scuro come pece, laddove non molto tempo prima la lama d'una degna compagna di giochi aveva osato spingersi ben oltre i limiti consentiti dalle regole che lui stesso pensava di aver stabilito con cura quasi morbosa. Non aveva provato dolore; non aveva sentito il cedere delle proprie carni, il contorcersi raccapricciante di muscoli e tendini. Ma ricevere quel colpo gli aveva fatto male.
    E nonostante non una piega sgualcita sdrucisse l'impeccabilità delle sue vesti, nonostante non una singola goccia del suo sangue corrotto macchiasse l'ineccepibilità della sua persona, Aster si sentiva storto, sbagliato. Come una pioggia primaverile, che mandi all'aria il divertimento di chi finalmente s'illudeva di poter godere del sole di Maggio; come una nebbia nelle mattine d'Estate che conduca inevitabilmente con sé le memorie d'un Novembre triste e brumoso.
    Sguaiato il contrarsi dei tendini, mentre la sua presa si faceva via via più violenta, ed il suo passo fra la gente più crudo e battente. Era come un'ombra tra loro, un cupo riflesso d'ossidiana nella piena luce del giorno; ignorato, allontanato e rifuggito come la peste. Solo lo sbocciare dell'ormai troppo noto canto d'oblio ad accompagnarlo in quella corsa modulata verso una salvezza ignota ed irraggiungibile, mentre il suo fuggire indolente lo portava verso una piazza gremita di gente, l'ambiente forse più sconsigliato per accogliere un'anima scura e solitaria come la Luna fra le stelle quale lui era.
    Solo infinitesimale il suo rallentare, mentre la folla gli si accalcava attorno come un mare di carne in burrasca.
    E fu allora che lo udì, fu allora che giunse nel suo universo parallelo alla realtà.

    r47D59S

    " Tutti noi abbiamo un Sogno, signore e signori.
    Forse fino ad ora siamo stati troppo occupati per rendercene conto, o troppo increduli per porgere orecchio a quello che il nostro cuore tentava di suggerirci.
    Ma in una terra lontana, vi sono ancora molti a credere nel potere dei Desideri.
    Fatevi avanti, Dame e Cavalieri di sorta, non abbiate timore!
    A nessuno è mai dispiaciuto ascoltare una Favola, no?"

    Il morbido profilo del ragazzo, che sempre pareva immutabile nella sua compostezza serafica, quasi spassionatamente religiosa, si scosse un secondo nel percepire quelle parole. Nel registrarle, soppesarle, valutarle immediatamente come 'di scarsa importanza' ... e tuttavia rimanerne incontrovertibilmente affascinato, ipnotizzato.
    A quale bambino d'altronde non piace ascoltare una bella storia?
    Quale giovane fanciullo saprebbe resistere al dono di un qualcosa che gli è negato da più tempo egli stesso possa ricordare?

    Perfino Aster, nel suo essere oramai così diverso dagli altri, nel suo aver dimenticato cosa effettivamente fossero i piaceri della realtà, le gioie infantili di un mediocre "chiunque", nel suo continuo voler dimostrare d'essere di gran lunga più maturo e completo di ogni altra creatura esistente ... non poté resistere al richiamo del racconto, della favola narrata davanti al focolare, memoria oramai sepolta dentro di lui, destinata a non verdeggiare mai più rigogliosa come un tempo.
    Ed egli si fece allora strada, davvero come fosse null'altro che un bambino, spingendo con le candide mani le vesti dei passanti, stringendosi su se stesso per infilarsi fra le gambe di chi era troppo grande per essere scostato, addirittura chiedendo 'permesso' con aurea timidezza a chi di farlo passare non ne voleva proprio sapere.
    Ma eccolo infine giungere innanzi all'uomo la cui voce spirava calore d'Oriente, gli occhi sgranati ad esplorare ogni angolo con la medesima curiosità che si avrebbe andando a scrutare un nuova città, un nuovo universo - o magari, semplicemente quella che si avrebbe riscoprendo qualcosa di fin troppo noto ma da lungi scordato.
    Davvero ... davvero quello era Aster?

    " Sono molteplici i misteri del nostro Oriente.
    Molteplici ed affascinanti come pochi altri in qualsiasi mondo possano sperare d'essere considerati. Ma non starò ad annoiarvi con le solite leggende oramai fin troppo note di grotte incantate nel deserto e lampade magiche ... voi tutti mi sembrate decisamente desiderosi di sentire qualcosa di meglio!
    E dopo aver gridato così tanto per attirarvi qui, non posso certo offrirvi un racconto che non sia all'altezza delle aspettative ...
    Lo dico sempre io: la mia è la migliore mercanzia che possiate sperare di trovare. "

    L'uomo gesticolava con enfasi, le lunghe maniche di stoffe ricamate a volteggiare assieme al suo corpo come nella danza ipnotica di un serpente finemente ammaestrato. Il volto scuro, colorato probabilmente dall'abbondante sole delle sue terre, scintillante d'entusiasmo come se per lui raccontare la tanto celebrata leggenda equivalesse a viverla in prima persona.

    " Si racconta che in una landa oscura e desolata, nel più lontano Ovest della mia terra natia, dove ovunque l'occhio osi sospingersi non si possano vedere altro che sabbia e sfocati riflessi di calore, si celi uno dei luoghi più curiosi ed ammalianti noti all'uomo.
    Badate bene, non si tratta della solita caverna delle meraviglie, né tanto meno del rifugio di predoni ed assassini.
    Fra le nuvole che improvvisamente volgono ad oscurare il cielo ed i venti che cessano di spirare come vittime d'un sortilegio, si nasconde una buia costruzione che tutt'oggi in pochi sono stati capaci di vedere ... e nessuno di questi pochi è mai riuscito a raggiungere.
    Troverete in giro mentecatti che cercheranno di farvi intendere che si tratti semplicemente d'un miraggio o di una favoletta da raccontare ai ragazzi per tenerli buoni ... solo vecchi stolti che hanno rinunciato ad ascoltare ciò che conta veramente, dico io!
    Ma non abbiate timore, sarà Mahdi a guidarvi verso la retta via. "

    L'uomo dai tratti arabeggianti terminò quella che a molti parve una piroetta indicando col lungo dito inanellato se stesso. Non c'era dubbio sul suo volto giovane, non un silenzioso e dormiente segno di incertezza o un tacito monito che tradisse bugie e frottole.
    Aster era pronto a giurarlo sulla propria esistenza: l'uomo diceva il vero (o era riuscito ad essere talmente convincente da ingannare persino se stesso). E mentre con la coda dell'occhio scorgeva alcuni tra i più scettici allontanarsi e lasciare spazio a nuovi e freschi avventori, si avvicinò ancor di più al misterioso cantafavole, affascinato dai suoi gesti così sapientemente teatrali, dal tono spirante calore ... non aveva occhi ed orecchie per nessun altro.

    " Vi sono avventurieri che narrano di aver calpestato una sabbia giusto un poco più dura delle altre, altri parlano d'aver scorto tra le dune una curiosa piattaforma del medesimo colore del deserto, altri ancora raccontano d'un unica, impercettibile fessura verso l'Inferno.
    Ma cos'è, allora?
    Cos'è mai questo posto ancora tutto da scoprire, da esplorare?
    È una benedizione, signore e signori. Forse l'unica concessa a questa nostra esistenza.
    È il luogo in cui, dicono le leggende, sia contenuto l'arcano che ordina ed amministra la volontà d'ogni essere vivente, di qualsiasi razza, specie o ideologia ... ed il segreto su come dominarlo. "


    0uaayig

    Snap!
    Snap!
    Snap!
    Snap!

    Brusco arrestarsi d'ogni cosa, gli parve per un momento d'udire uno strappo, uno schiocco come d'immagine fugace che venga catturata per il resto dell'eternità nello scattare rapido dell'obbiettivo.
    E poi ricomparire, ancora ed ancora. In un perenne rimescolarsi delle medesime parole, delle stesse affermazioni a ridondare le une sopra le altre come nella vaga sciocchezza di un Sogno forse appena un po' inquietante, ma non abbastanza spaventoso da costringerti a svegliarti ansante.
    Fu solo dopo che quelle parole ebbero rimbombato numerose volte attorno a lui, come fulmini in un cielo temporalesco a guizzare lesti da una nuvola ad un'altra, che il significato di quelle parole parve colpirlo al Cuore veramente.
    Attorno a lui, il racconto dell'orientale proseguiva inascoltato, carico di dettagli che luccicavano come l'oro che egli portava al collo e ai polsi, ma che in realtà non rivelavano nulla di concreto sull'identità del luogo.
    E l'atmosfera vorticante che gli aleggiava attorno in dinamico equilibrio si arrestò all'improvviso, in un contraccolpo poderoso come l'incresparsi della membrana di un ciclopico timpano, eco oscillante che mandò in pezzi quello stralcio d'astrazione come un cristallo che esploda in miliardi di schegge opalescenti.
    Non poteva credere che il Fato gli avesse regalato una simile opportunità.

    " ... e per chi non volesse accontentarsi delle parole, vi farà piacere sapere che la Vita dà sempre un'opportunità alle anime volenterose.
    O magari è il caso di dire che Mahdi ve la darà.
    Ma lasciate che vi dica una cosa: non è agli sprovveduti che si manifesterà il luogo di cui vi ho a lungo parlato, né gli sciocchi torneranno alle loro dimore per vantarsi della propria avventura.
    Il Deserto non perdona, né lo farà il Gel'eh Aleqadey.


    Ma se doveste giungere a destinazione, nulla sarà più come prima. "

    ~~x~~

    Tutti abbiamo un Desiderio.

    Talvolta, se abbiamo fortuna,
    ci viene concessa la possibilità di esaudirlo.



    Ok, seriamente, non so chi abbia avuto la forza di volontà di arrivare fino a quaggiù, ma nel caso qualche anima candida ci sia riuscita, mi sento in dovere di mettere in spoiler qualcosa che possa spiegare la situazione, almeno un pochetto^^
    Il post non è esattamente un autoconclusivo, ma piuttosto - come si evince dal sottotitolo - il prologo di una storia che svilupperò in futuro come Quest, non appena i tempi e le occasioni saranno per me più propizie.
    Mi rendo conto che come introduzione sia decisamente lunga e piena di informazioni e ragionamenti poco utili ed estenuanti, ma dal momento che la cosa è stata narrata dal punto di vista di Aster, non ho potuto esimermi dall'inserirci "un po' di suo" (anzi, ringraziate il cielo che sono riuscito a trattenermi, sennò sai quanto avremmo potuto andare avanti io e il mio fanciullesco amico?! x'D).

    Passando alla scena, questa si svolge a Radiant Garden, per collegarmi con l'ultima giocata effettuata con Aster (ovvero "Infiltrated", quest libera con Xisil). Non è passato molto tempo dal suo incontro con la ragazza, e le forti "emozioni" provate in quella notte continuano a tormentarlo ed a ricordargli di quanto fragili, sciocchi e corruttibili siano gli esseri viventi. La sua mente è oramai talmente annebbiata da questo morbo, che persino vedere persone alla presa con la loro vita quotidiana gli pare un abominio.
    La folla della città lo stritola, le sue piazze scintillanti sono ingiustamente troppo perfette per il Nessuno, ed egli tenta di farsi strada tra la gente quasi se fosse lui l'impotente, costretto a fuggire da quel mondo "sbagliato" che lo circonda per non impazzire.
    Sono numerose le sue riflessioni sulla presunta ingiustizia del mondo, e molte altre cose possono intendersi tra le righe per chiunque sia dotato di buon occhio^^
    La sua marcia senza meta viene però interrotta da un mercante, la cui funzione non è poi così dissimile da quella dell'omonimo personaggio nel cartone di "Aladdin" (sebbene con un ruolo decisamente più serioso). Tale bizzarra figura sta raccontando in modo molto teatrale ed accattivante, quella che ha tutta l'apparenza di una Favola ... e qui riscopro un po' un lato nascosto e dimenticato della psiche di Aster. Come un bambino non può fare a meno di ascoltare una storia raccontata dai propri genitori davanti al caminetto, così egli prova l'irresistibile impulso di fermarsi a sentire il racconto del mercante.
    Non sto qui a riassumere la storia narrata in modo abbastanza striminzito nel post (anche perché, nel timore di svelare troppi dettagli, mi sono trattenuto anche troppo a mio dire °3°). Mi sembra anche superfluo dire che, oltre ad essere ammaliato dalla tipologia del racconto, Aster è ancor più interessato a ciò che in esso è narrato.
    La conclusione, quindi, lascia chiaramente intendere il proseguimento della scena che - mi auguro -, potrà andare avanti il più presto possibile e con alcuni utentucci a tenermi compagnia ^__^

    Oh, e per chi non fosse avvezzo all'Arabo, Mahdi significa "guida sulla retta via", mentre il nome del luogo di cui il mercante parla (svelato solo alla fine), significa grossomodo "Corte del Giudizio" ù.ù *fa il sapientone, ma in realtà ha guardato su una lista di nomi cercata con Google*

    Well guys, stay tuned °ç°



    Edited by .:Strange:. - 22/7/2013, 19:08
     
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