Treasure Hunt: Nella Balena

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    Treasure hunt: Nella Balena


    Da che ricordasse, non aveva mai battuto la testa così forte.
    La vista era annebbiata da centinaia di piccole lucciole e la bocca era lambita
    da una striscia di sangue originata da una ferita al sopracciglio.
    Eppure, paradossalmente, non riusciva a pensare negativo.
    Non l’aveva fatto neanche quando, nemmeno cinque minuti prima, si era svegliato riverso sul ponte,
    sbalzato oltre il timone, con una piccola pozza di sangue a tenergli calda la fronte.
    In fondo, ormai, il peggio era passato. Era riuscito a entrare non arrecando troppi danni a Marilù,
    che soffriva appena di una bozza sul lato destro dovuta al momento in cui Steven,
    ormai rimasto al buio, non era riuscito a evitare il palato del cetaceo ristrettosi all’improvviso.
    “Oh bhe, se non altro ci ha fatto rallentare”
    Si disse, battendosi per l’ennesima volta le guance con le mani per far passare quello stato di fastidioso intontimento.
    “Ora il problema è… trovare la mia ciurma.”
    Già, perché nei dintorni non si vedeva davvero nessuno.
    Marilù era rimasta incagliata in quello che sembrava la bocca del mostro, laddove decine di altre navi,
    di mare e di spazio, avevano incontrato il loro stesso triste destino.
    Velieri, pescherecci, piccoli incrociatori… ma nessun’anima viva.
    Volse lo sguardo avanti, oltre i relitti,
    dove un busco scuro e apparentemente senza fine segnava l’inizio di quello che era probabilmente la gola della bestia.
    Con ogni probabilità, l’impatto li aveva fatti sbalzare e finire laggiù, Dio solo sapeva dove tra i vari punti del corpo della balena.
    Steven si ritrovò con sua estrema sorpresa a ridacchiare.
    Da un lato, forse, è meglio così. Se non sono stati ancora digeriti, avranno un po’ di tempo per sbollire la rabbia verso di me.”
    Rabbia più che legittima, visto e considerato che anche il più idiota avrebbe capito di essere stato ingannato,
    beffato, e in un certo senso sfruttato.
    Alzò le spalle, massaggiandosi la fronte dolorante. Se ne sarebbero fatti una ragione.
    Se tutto fosse andato bene, con qualche soldino in più sulla paga si sarebbero calmati. Ma ci avrebbe pensato dopo.
    Ora doveva solo pensare a ritrovarli, andare nelle profondità della bestia e regolare i conti con un vecchio incubo.
    Sperando che gli heartless non li trovino prima di me.
    O peggio.

    ______

    Sin e Maxwell erano immersi per metà in uno strano liquido verde, quando si svegliarono.
    A un paio di metri l’uno dall’altro, ripresero i sensi quasi allo stesso momento,
    solo per rendersi conto che la brodaglia gastrica in cui erano inzuppati gli stava corrodendo i vestiti,
    nel caso del giovane Peccato, e la parte superficiale dell’armatura, nel caso del Soldato.
    Qualche minuto di “sonno” in più e, realizzarono, sarebbero stati già belli che digeriti.
    Fortunatamente per loro, al momento i succhi non avevano ancora raggiunto la pelle o le parti vitali,
    e pochi passi avanti a loro si stagliava una possibile ancora di salvezza: una pedana di un blu acceso
    -ovviamente organica- che emergeva dai succhi, totalmente all’asciutto.
    Guardandosi un po’ intorno, poterono notare come tali pedane si intervallavano,
    rompendo la monotonia dell’ambiente altrimenti simile a un lungo, orribile mare verde.
    Tutto, attorno a loro, era vivo;
    le pedane, le “pareti” di quello che doveva evidentemente essere lo stomaco della bestia, pulsavano al ritmo cardiaco,
    rivelando ogni volta sfumature e colori diversi, dal blu al verde al viola, rendendo il tutto più stranamente allegro che vomitevole.
    Alle loro spalle, a una decina di metri di distanza,
    il “tunnel” dello stomaco curvava bruscamente verso destra, mentre davanti, a una ventina di metri,
    il tessuto emergeva bruscamente, con un dislivello dai succhi di almeno tre metri.
    Oltre il rialzamento, un antro oscuro, conducente chissà dove, sfumava nel buio.
    Di certo, restare fermi non sarebbe stata una buona idea.

    _____

    Rick si risvegliò in condizioni più felici.
    Era in una specie di tunnel, di un blu denso e uniforme, ma anch’esso pulsante e chiaramente vivo.
    Avanti a lui, il tunnel proseguiva, restringendosi e curvando più volte, conducendo chissà dove.
    Alle sue spalle, invece, il tunnel si allargava, aprendosi su uno spazio immenso, quasi circolare,
    in cui al blu venivano a sovrapporsi decine di altri colori.
    Da entrambe le parti, nessun’anima viva.
    Solo pulsazioni, un rumore pacato di respiro e il lontano gorgogliare di succhi gastrici.

    Note: Ed eccoci giunti alla seconda parte.
    Dopo essere stati inghiottiti dalla balena e sbalzati fuori da Marilù, i personaggi si ritrovano (quasi) tutti separati.
    Nel prossimo post dovrete decidere da che parte andare (ho dato a entrambi i “gruppi” due opzioni e, in base alle vostre scelte, succederanno cose diverse), magari, nel caso di Max e Sin, mettendovi d'accordo privatamente.
    Per il resto… niente di che da dire. Ah, no, sì. Il “design” della balena è solo vagamente ispirato al gioco,
    quindi non andate a cercare mappe per capire dove siete, piccole scimmiette.
    Al solito, per dubbi, chiarimenti o quel che volete, c’è il topic apposito.


     
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    Era quasi rilassante restare immerso in quella calda oscurità della perdita di coscienza, specialmente dopo quello che era successo per far passare dal male al peggio quella missione apparentemente semplice, se non fosse stato per il fatto che lentamente i sistemi del cyborg si riattivarono, facendolo tornare nelle realtà... dove anche lì i suoi sensori tattili gli dicevano di essere immerso in qualcosa. Una volta aperti gli occhi ed essersi messo in ginocchio dalla posizione supina in cui si trovava, il colore verde di quel mare di roba da cui era circondato era già abbastanza negativo, ma una conferma definitiva venne dal rapporto dei danni, che notificava un inizio di corrosione superificiale in più parti della corazza per via di quello che sembrava un acido. Anche se non era quello più intelligente del duo di personalità presenti in quel corpo, non ci volle molto per far fare due più due a Maxwell: era dentro ad un essere vivente, e nonostante i colori azzurrini della carne quello non poteva che essere lo stomaco della bestia, e stava venendo sciolto molto lentamente dagli acidi gastrici. L'automa riuscì solo ed emmetere uno strano versaccio paragonabile ad un "gah" mentre si rialzava del tutto in seguito a questa rivelazione da quel liquido corrosivo, cercando di restarne fuori almeno dalle ginocchia in sù o giù di lì, per poi cercare di guardarsi intorno per capire come evitare di fare la fine di un pupazzo di neve. Solo muri e piattaforme di carne bluastra, ma ad un certo punto l'ex-uomo riuscì a notare nonostante il panico la presenza di un'altra figura umanoide, che a giudicare dalla capigliatura che non si mimetizzava con gli acidi doveva essere...

    -Sin!

    Decisamente, visto che non sembrava affatto mister capelli smeraldini e dalla mancanza del vestiario eccentrico del loro committente per esclusione doveva essere l'altro giovane mercenario che era entrato a far parte di quella combriccola suicida. Per essere sicuro di questo il cyborg si sarebbe fatto strada nel mezzo di quel lago gastrico per cercare di raggiungere quel suo compare di sventure ed aiutarlo a rialzarsi dalla brodaglia acida nel caso l'impatto lo avesse lasciato intontito. Finire lentamente sciolto nell'acido sembrava una fine ingloriosa già per un corpo artificiale, e non augurava orrori simili a chi aveva un corpo in carne ed ossa... e pensando a certe cose, nella mente della personalità umana balzò una domanda sul fato del suo io elettronico: come mai lo stupido computer non si era ancora fatto sentire?

    <riavvio della personalità secondaria del sistema>
    -Urhg... no, capo... basta zuppa di pesce per oggi, ne ho già presi due barili...-

    Una risposta piuttosto strana ma conveniente, che rassicurò almeno in parte l'uomo sullo stato del suo coinquilino interiore. Forse gli serviva ancora un attimo per riprendersi, così come tutto il resto del suo sistema operativo elettronico, quindi si sarebbe concentrato sull'altro naufrago finito in quel posto, assicurandosi che stesse ancora bene nonostante il bagno negli acidi gastrici e dicendo...


    -Forza, usciamo da questa brodiaglia... riesci ad arrivare fino a lì, vero?

    Avrebbe quindi indicato col braccio destro la piattaforma di carne più vicina, l'unico punto di quel posto che sembrava un porto sicuro per chi non voleva finire sciolto come una zolletta di zucchero, dirigendovisi ed assicurandosi che anche il suo compagno di sventure riuscisse a raggiungerla. Una volta arrivato lì, si sarebbe seduto vicino al centro di quella piattaforma ad avrebbe tirato un sospiro di sollievo, specialmente visto che erano stati fortunati a svegliarsi prima che l'acido avesse cominciato a fare dei danni gravi ai loro corpi: la corazza di Maxwell era stata corrosa solo in certi punti e neanche in punti troppo gravi, giusto sul dorso di certe placche superficiali, ma qui doveva ringraziare sia il breve tempo di esposizione alla brodaglia digestiva che la sua costruzione solida, se non fosse stato assemblato con più strati di placche metalliche e con delle giunture ben protette sarebbe potuto rimanere immerso a forza nei succhi gastrici per via dei muscoli artificiali corrosi...

    -Corrosi...? Che diavolo stai dic... GIUSTO! Il cetaceo! Il vecchio maledetto! ... Siamo circondati da ACIDO?!-

    Era bello vedere che il vecchio Sieg era tornato, ma al momento non aveva tempo per litigare da solo o per spiegare la situazione, tutto quello che dovevano fare era andare in un posto più sicuro e magari riuscire a riunirsi con uno dei loro compagni perduti, ma aveva bisogno delle nozioni di anatomia poste all'interno della sua banca dati per riuscire a cavarsela. Non sarebbero arrivati da nessuna parte senza l'aiuto di quello stupido computer.

    -...D'accordo, guardati intorno, così vedo in che situazione siamo...-

    Detto fatto, per qualche attimo il cyborg si sarebbe semplicemente guardato attorno girando lentamente la testa da destra a sinistra, in modo da avere una visione migliore del posto in cui erano finiti: pareti multicolore che erano visibilmente vive e battevano al ritmo di un cuore che batteva, ed alle due estremità di quello stomaco paragonabile ad una piccola villa si trovavano due cavità, una rialzata ed una curvava verso destra, ma entrambe sembravano portare tutte verso l'ignoto. Lui ne sapeva poco o niente di anatomia interna, giusto quel che serviva per far male ad una persona, ma sperava sinceramente che quel suo corpo fatto di ferraglia e Siegfried avessero qualche informazione utile per farli uscire da lì.

    -Allora, non ho informazioni sui cetacei, ma assumendo che ci sia una somiglianza negli organi... consiglio la via rialzata, finchè resta dritta significa che quello è l'esofago e quindi siete diretti verso la bocca e verso Marilù. L'altra via probabilmente porta verso l'intestino, e non penso proprio che tu voglia essere digerito più di così.-

    Perfetto, era ciò che gli serviva. Non sapeva cosa e se il giovane Peccato avrebbe detto qualcosa mentre cercava di fare il punto della situazione, ma in ogni caso l'uomo d'un tratto avrebbe detto...


    -Usciamo da questo posto, mi sono corroso abbastanza... è probabile che se andiamo di là torniamo alla bocca e da Marilù, sei d'accordo?

    Mentre questa frase usciva dal suo simulatore vocale, l'automa avrebbe indicato la cavità rialzata al suo interlocutore, con l'indice destro. Se le informazioni di Sieg erano corrette avrebbero avuto una buona possibilità di trovare il punto da cui erano entrati, anche se non erano sicuri che i membri mancanti di quel gruppo si trovassero tutti da quella parte, ma di sicuro era il punto dove si sarebbero diretti tutti istintivamente... tutti tranne il vecchio Steven probabilmente, ma se voleva un lavoro fatto bene doveva trovare i suoi "dipendenti". Insomma, se Sin era d'accordo con il suo ragionamento si sarebbe alzato ed avrebbe cominciato a dirigersi con cautela verso l'uscita selezionata, cercando di saltare da una piattaforma all'altra e sperando di non scivolare di nuovo in quella brodaglia digestiva. Tuttavia, se il suo giovane compare avesse deciso di prendere la "porta sul retro" per vedere se potevano trovare i restanti membri di quel gruppo non avrebbe potuto esattamente opporsi alla decisione: in quel momento l'unione faceva la forza, ed anche se fosse riuscito a trovare la nave con cui erano arrivati da solo non poteva fare molto, specialmente visto che aveva la strana sensazione che potevano esserci altri pericoli oltre agli acidi gastrici pronti ad accoglierlo.

    -Onestamente qui tutto sembra essere fatto per ucciderci, non fà molta differenza...-


    Nota: Nik, scusa se ho cercato di prendere troppo le redini o roba simile -w-"
     
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    The Doctor Bat ... Doctor Who?

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    Il silenzio assoluto regnava attorno al fragile corpo del ragazzino dai capelli color dello smeraldo, mentre le sue membra giacevano inermi nella grande apertura del corridoio che ora lo ospitava. Il pavimento sembrava pulsare contro di lui, mentra la sua carne lentamente prendeva colorito e i suoi muscolo iniziavano a contrarsi quasi automaticamente. Di scatto aprí gli occhi, e lentamente iniziò a riprendere le sue forze. Si era rialzato, mentre cercava di capire dove egli fosse cadutuo e se da qualche parte ci fosse l'ombra di qualcuno della ciurma. Nulla. Il lungo corridoio era vuoto, e il fanciullo ancora non riusciva a ragionare lucidamente per decidere dive andare. Infatti oltre al dolore per la collisione, e la confusione da esso procurato, un tumulto di ira ed odio stava infrangendosi contro la sua anima. Quell'uomo, quel lurido marinaio da quattro soldi aveva osato ingannare lui, l'inico che abbia il vero diritto di ingannare a proprio piacimento, l'unico a poter giocare con la vita delle persone rendendone la sopravvivenza un lungo martirio, solo lui ne aveva il diritto! Così, spinto da quell'impetuosa onda di passioni vendicative il giovane iniziò a muoversi in quell'oscuro antro ove l'inica cosa visibile era il blu, quel profondo ed opaco blu che ricopriva ogni piccola parte di quel luogo, ovvero l'interno di quell'enorme pesce che l'aveva ingoiato. Forse non era del tutto solo. Qualcosa sembrava gravare su di lui, lo stava fissando con occhi inquisitori, forse lo stava giudicando per qualche suo errore, o proprio per essere stato ingoiato, per aver fallito nel fermare l'anziano marinaio. Infatti l'atmosfera stava cambiando e il tunnel lentamente sembrava ricoprisi di occhi che fissavano ogni mossa della piccola figura di Rick. Il loro sguardo era grave, ricco di aspro disgusto, e lentamente quegli occhi stavano prendendo forma, roteando attorno ad un esile e flessuoso corpo. Poi le parole, aspre, ripresentarono l'ennesimo errore del fanciullo. Era la sua ombra, lo seguiva ovunque, pronto a ferirlo, pronto a rimproverarlo, ma come lui diceva: lo faceva per il suo bene. Infine tutto sparì, le voci e gli occhi abbandonarono il ragazzo daincapelli smeraldi, che ora si ritrovava in una grande caverna circolare dove ora numerosi colori creavano strane danze e giochi con il blu, ora non unico a regnare in quel luogo, e circondato da suoi simili, macchie di luce sulla superfice oscura. Ma anche li non c'era nessuno, se non quell'incessante battito udibili in ogni dove.
     
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    L'uomo deve poter scegliere tra bene e male, anche se sceglie il male. Se gli viene tolta questa scelta egli non è più un uomo, ma un'arancia meccanica.

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    Sin galleggiava tranquillo.
    Aveva gli occhi chiusi e il contatto con il liquido in cui era immerso gli ricordava l'acqua del mare di Port Royal.
    Nella sua mente il giovane tornò a tuffarsi fra gli scogli del porto, mentre un numero esorbitante di vascelli entrava e usciva, carico di merci e uomini vissuti che odoravano di rum.

    Mi mancava il mare ma... come ho fatto a finirci dentro?

    In bilico in un limbo fra coscienza ed oblio, il giovane Sin cercò di rivivere le sue ultime ore di vita.
    E, mentre lo faceva, si rese conto di una cosa.
    Erano settimane che aveva abbandonato Port Royal. Quel liquido non poteva essere il suo mare azzurro, quello che conosceva come le sue tasche.
    Improvvisamente, ricordò di aver accettato una missione; di essere partito dal Market Planet...
    E comprese non solo che quel liquido non era il SUO mare ma addirittura che non era acqua salmastra, quella che gli lambiva le carni.
    Improvvisamente l'acre odore della melma gastrica pervase le narici di Sin con violenza inaudita.
    Il giovane peccato di Port Royal, semisvenuto e ancora stordito dalla botta ricevuta dopo il rocambolesco attracco di Marilù all'interno di quel cetaceo gigante, si scosse soltanto quando l'eccentrica voce di Maxwell Blaze giunse alle sue orecchie.
    Aveva imparato a riconoscerla, dopo aver scambiato qualche battuta con lui sul pontile della nave.

    -Forza, usciamo da questa brodiaglia... riesci ad arrivare fino a lì, vero?


    Stordito dalla botta e dalla sorpresa, Sin comprese di trovarsi all'interno dello stomaco della Balena e si rese conto che i succhi gastrici che aveva scambiato per acque di mare lo avrebbero presto ferito se non si fosse dato una mossa.
    Dandosi una spinta con le gambe, il giovane si avvicinò alla piattaforma blu che il cyborg gli aveva indicato e, quando fu abbastanza vicino, vi posò le braccia per tirarsi su rapidamente.
    Una volta all'asciutto, notò che i suoi vestiti erano diventati più frivoli e che si erano pericolosamente schiariti.
    Quel vecchietto avrebbe dovuto risarcirlo, si disse a metà fra il serio e il divertito.

    Cazzo che botta...
    Vuoi dirmi che siamo all'interno della Balena? Cioè, quel... COSO ci ha trangugiati?


    Era una domanda retorica, ma pronunciandola ad alta voce Sin comprese l'assurdità a cui era stato sottoposto.
    Osservò il suo compagno che saltellava da una piattaforma all'altra, diretto ad una specie di corridoio rialzato e decise, all'istante di seguirlo.
    Era più leggero del suo amico/lattina, motivo per cui non gli fu così complicato muoversi da un isolotto all'altro, senza rischiare di cadere.
    Quando fu abbastanza vicino a Maxwell gli disse, con tono sereno:

    Spero che tu abbia ragione a voler andare da questa parte.
    Sai, mi dispiacerebbe essere scoreggiato dallo sfintere di una Balena gigante nello Spazio aperto...


    La solita finezza linguistica, insomma.

     
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    Treasure hunt: Complicazioni



    Ed ecco spiegato l’arcano della mancanza degli Heartless..”

    Il Berserker non l’aveva ancora notato, ma sapeva di non potersi concedere passi falsi.

    Se ci sono dei Nessuno così potenti dev’esserci una ragione. Che c’entri l’Organizzazione? .

    Interpretazione poco sensata. Solo lui sapeva cosa ci fosse in fondo alla balena, ne era abbastanza sicuro.
    Ma abbastanza non era abbastanza.
    Di sicuro, di superstiti che potessero raccontare la storia non ce n’erano, e lo sapeva fin troppo bene.
    Il ricordo della ciurma gli strappò un sorriso amaro.
    Franck, con la sua bocca larga e la pancia gonfia, Joey, il mozzo ribelle e romantico, Erik,
    unico che beveva vino anziché rhum,
    Anastacia, la troia di port royal che aveva più voglia di avventura che di uomini,
    Lucius, il suo secondo ufficiale senza un orecchio, una gamba e un testicolo…
    tutti morti, dal primo all’ultimo. Morti nel giro di una manciata di secondi.
    Inspirò a fondo scuotendo la testa, cercando di rammentare a se stesso che quello
    non era decisamente il momento di lasciarsi andare al sentimentalismo.
    Ciò che era davvero importante, era che un Berserker si frapponeva tra lui e la prossima “stanza”,
    che probabilmente c’erano molti altri suoi amichetti sparsi per le budella della balena,
    che questi avevano quasi sicuramente fatto fuori gli Heartless e che,
    molto probabilmente, la sua nuova ciurma era -o sarebbe stata presto- in mezzo alla merda.
    Ma del resto, se lo sarebbe dovuto aspettare. Quella “cosa” in fondo alla balena creava solo guai.
    E lui, sfortunatamente, lo sapeva bene.
    Ma nonostante tutto doveva recuperarla. Doveva, a costo di lasciarci la pelle e far terminare la missione ai giovani.
    Lo doveva a Franck, Joey, Erik, Anastacia e Lucius. Aveva già rimandato per troppo tempo.
    Estrasse Behimaru con un solo movimento fluido, senza produrre alcun suono.
    Il Berserker era a metà del tunnel, immobile, l’immensa claymore appoggiata sulla spalla.
    Fece levitare la katana e si concentrò. Doveva farlo fuori con un colpo, o sarebbero stati guai.
    Un Berserker arrabbiato era l’ultima delle sfighe in cui voleva incappare.
    Un paio di secondi, e Behimaru fu allineata con la testa dell’enorme soldato opaco, a circa cinque metri dallo stesso.

    Ora!

    La katana fendette l’aria producendo un unico sibilo… conficcandosi con precisione in mezzo al capo del Berserker.
    Steve tirò un sospiro di sollievo e richiamo a sé la fidata arma, mentre il Nessuno,
    accasciatosi a terra senza produrre suoni, svaniva lentamente in una nube grigia.
    Doveva darsi una mossa. Forse i giovani se la sarebbero cavata contro un Nessuno,
    ma le variabili a spaventarlo erano fin troppe:
    potevano essere svenuti e inermi, feriti, potevano ritrovarsi in inferiorità numerica…
    e soprattutto, potevano imbattersi in qualcosa di più di un semplice nessuno minore.
    Il solo pensiero del cappotto nero dei tredici gli fece correre un brivido gelido lungo la schiena.
    Una volta rinfoderata Behimaru, corse più veloce che poté verso le profondità della bestia.

    ______

    Non erano ancora arrivati a cinque metri dall'imboccatura del tunnel, quando Sin e Maxwell videro i due Nessuno;
    sempre ammesso, ovviamente, che sapessero cosa fossero.
    Quello che videro, in ogni caso, furono due esseri vagamenti umanoidi con in braccio una balestra,
    senza alcun lineamento facciale, con dei corpi di colori viola e grigio,
    con delle “gambe” non troppo dissimili a dei tentacoli…
    e che fluttuavano. Entrambi a circa un metro dal suolo, sembravano star facendo una sorta di “giro di ronda”,
    quando si erano imbattuti nei due giovani avventurieri.
    Ed esattamente come due “guardie” che si rispettino, non esitarono a fare il loro dovere.
    Sin e Maxwell videro i due alzare le balestre, mentre queste si illuminavano intensamente.
    Di sicuro non era un segno di pace.

    _____

    Rick sentì un rumore strano provenire dai tunnel dietro di lui.
    Sembrava… qualcosa di viscido. Di strisciante. Eppure, allo stesso tempo, non era riducibile a tali definizioni.
    Quel che era certo, era che si stava facendo sempre più vicino.
    Il giovane dai capelli color smeraldo doveva decidere in fretta:
    nascondersi in vista di un eventuale attacco a sorpresa se i rumori si fossero rivelati di una creatura ostile,
    o aspettare in bella vista, senza paura, l’arrivo di qualunque cosa stesse arrivando.
    Il tempo per decidere era effimero.

    Note: Perdonate il gioco di parole del “abbastanza-abbastanza”, non lo faccio più xD Allora, allora, direi ci sia bisogno di qualche spiegazione. Non tanto sulla parte di Steven,
    che se è un po’ criptica in certi punti è solo per stimolare la vostra curiosità, quanto sulle parti che riguardano strettamente voi. Fondamentalmente, voglio seguire “l’esempio” di Strange e fare anche con voi l’esperimento del combattimento autoconclusivo.
    Cosa vuol dire? Vuol dire che Sin e Maxwell dovranno (mettendosi ovviamente d’accordo), scrivere i loro post come se si trattasse di una quest di combattimento autoconclusiva (controllate il regolamento apposito se non siete familiari con questa tipologia), partendo dai Cecchini che caricano il colpo e finendo (con il secondo dei due che posterà) con la sconfitta dei cecchini stessi. La quantità di danni che riceverete, la velocità con cui vincerete (o perderete, se proprio ci tenete a morire per mano vostra x°D), la quantità di energia che spenderete sarà deciso unicamente dalla vostra Lealtà.
    Idem vale per Doctor Who: dai cunicoli, infatti, sta arrivando un Sicario, che sta utilizzando l’abilità “squalo di terra” (cosa che rende quindi assai difficile un agguato, stai attento). Come Alex e Nik, dovrai inscenare un combattimento autoconclusivo.
    Le schede dei cecchini e del sicario le trovate qui.
    Per le domande, conoscete il topic apposito.
    Mi raccomando le statistiche di battaglia riassuntive a fine post!




    Edited by Frenz; - 18/1/2013, 07:32
     
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    -A questo punto non potrebbe andare molto peggio, non trovi?

    Si maledì più e più volte per aver detto quelle parole in risposta alle parole del suo giovane compagno di sventure, specialmente dopo aver messo piede sulla parte organica che, senza acidi in giro, portava verso quel tunnel che poteva benissimo essere una via di salvezza od un tunnel per le parti più profonde di quell'inferno di carne. Apparentemente tutto poteva andare molto peggio visto che due figure fluttuanti di forma umanoide uscirono dall'oscurità di quella "galleria" con in mano due balestre che alzarono senza alcuna esitazione verso il cyborg ed il ragazzo.
    Doveva ammetterlo, la prima cosa che gli venne in mente alla vista di quei due esseri fu una domanda: "amico o nemico?". Maxwell non aveva coscienza di che cosa fossero le due creature grigie che erano apparse di fronte a loro, ma non provando quella strana sensazione di paura primordiale che gli aveva dato l'Heartless che aveva incontrato nel suo primo giorno fuori dalla sua patria sperava sinceramente di essere incappato in qualche altro prigioniero di quel pesce in cerca di una via di uscita che non includesse la digestione. Al massimo poteva sperare che facessero parte di quella roba chiamata "sistema immunitario", o che in ogni caso non fossero così pericolosi... ma quanto si sbagliava. Ogni singola volta che cercava un barlume di speranza si sbagliava, purtroppo. Quel gesto, le armi alzate e brillanti contro di loro, non potevano che dire a chiare lettere che qualsiasi cosa fossero quei due esseri non avrebbero fatto domande prima di attaccare, e la risposta a quei dubbi fu quasi istintiva:
    arkwon8
    Nemico. In quel momento non poteva fidarsi di niente che non fossero i compari con cui era entrato in quel posto, la sua vita era in gioco e non se la poteva giocare con scrupoli nei confronti di due cose che ti puntano addosso le loro armi. Le balestre brillavano ancora di quella luce scarlatta quando il corpo meccanico di Maxwell si lanciò in avanti, sferzando il terreno di carne dello stomaco con i suoi artigli per avanzare giusto di mezzo metro prima di spiccare un balzo con Gransalto nella direzione dei due Cecchini, in modo da accorciare le distanze per un'offensiva. L'unico piano con cui era riuscito a venire a capo l'automa in quel breve lasso di tempo che gli era stato concesso era di fungere praticamente da scudo mobile, in quanto era quello con le parti più "rimpiazzabili" dei due, per attirare l'attenzione dei loro improvvisi avversari su di sè e cercare di fare qualche danno se riusciva a superare il colpo che stava venendo caricato in quelle due armi che vennero alzate verso l'alto in risposta alla sua carica frontale dall'alto. Una mossa azzardata, non sapeva neanche se Sin avrebbe preso quel suo gesto come un attacco suicida dovuto a qualche intossicazione da succhi gastrici o roba simile, ma le circostanze non gli davano il tempo materiale per mettere a punto un piano, quindi dovette lasciarsi guidare dall'istinto... tuttavia, la Dea Bendata -o le leggi della fisica- era dalla sua parte, ed il corpo dell'ex-uomo passò quasi in mezzo ai due grandi proiettili di energia, che per un soffio presero solamente la parte più esterna delle corazze che coprivano le sue spalle e parte dei suoi capelli sintetici. Un paio di secondi più tardi e molto probabilmente almeno una delle sue braccia sarebbe saltata via, doveva ringraziare il fatto che aveva ancora una velocità decente nonostante le sue dimensioni.

    -Giuro, mi hai quasi fatto venire un infarto...!-

    Si era quasi dimenticato di Siegfried, e quella scena stava diventando stranamente familiare... tuttavia, non aveva tempo per ricordare visto che alla fine del suo balzo di circa quattro metri era atterrato a poco più di mezzo metro dai Cecchini, e l'attenzione dell'automa si spostò su quello alla propria sinistra, che cercò di controattaccare il suo assalitore con una botta portata con la balestra, ma questo colpo venne deviato dal cyborg con un movimento verso l'esterno del proprio avambraccio sinistro, seguito rapidamente da un gancio destro dritto sul volto incappucciato del Nessuno, che venne graffiato dagli spuntoni posti sulle nocche dell'uomo. Purtroppo per l'essere del Nulla, l'offensiva di Maxwell era tutt'altro che finita, in quanto la spalla destra del tiratore venne afferrata con forza dalla mano sinistra dell'automa, che gli diede una scarica di tre pugni al volto portati in modo tale che le nocche appuntite dei paravambracci della sua corazza esterna facessero il più male possibile, e diede infine il colpo di grazia facendo cadere il dorso della propria mano verso il cranio della creatura con un colpo potenziato dal Rock Crusher. Quell'ultimo colpo si provò fatale per il Cecchino, che sparì in una strana nube di luce, lasciando Maxwell con la mano sinistra vuota... e fu a quel punto che ricordò chiaramente le somiglianze di quella situazione: il volto di quell'essere, che vide di sfuggita quando la "pupilla" del suo occhio sinistro lo prese di mira, dotato di una bocca di denti a sega ed il modo in cui era morto, tutto presentava una notevole somiglianza con un Heartless.

    -L'unica vera differenza è lo schema cromatico inverso praticamente in tutto... ed il fatto che questa volta lo hai ucciso.-

    L'uomo rabbrividì e sgranò gli occhi a quelle parole della sua personalità elettronica. Solo dopo che il suo altro io riuscì a rimettersi in contatto con lui si rese conto della furia con cui si era lanciato contro il Cecchino, della freddezza ed il modo praticamente sadico con cui lo aveva preso a pugni fino alla morte... senza contare il fatto che si era completamente dimenticato del secondo essere nel bel mezzo di quella sua furia omicida! A questo pensiero, l'ex-uomo diede una rapida occhiata alla propria destra con la coda dell'occhio corrispondente, e si voltò all'indietro per vedere cosa ne fosse stato sia del sopravvissuto al suo attacco che del suo giovane compagno di sventure.


    -SIN?!

    Una singola parola in tono preoccupato uscì dal suo modulatore vocale, e...

    Maxwell Blaze
    Condizione Fisica: Parti esterne dei paraspalle danneggiati
    Condizione Mentale: Aggressivo
    Potere Magico: 100-7-7=86%

    Equipaggiamento:
    -Dragon Arm R- L'avambraccio destro di Maxwell, modellato come il muso di un drago (con tanto di occhi bianchi lucenti), che tuttavia in realtà è una delle sue armi di offesa: le nocche dei "guanti" di quest'arma, infatti, sono dotate di uno spuntone ciascuna (per un totale di 4, ed ognuno ha una lunghezza di 3 centimetri ed un diametro di 2 centimetri) che rendono decisamente più letali i pugni che vengono portati con questi oggetti. Coprono tutta l'area dalla punta delle dita fino al gomito del cyborg.

    -Dragon Arm L- L'avambraccio sinistro di Maxwell, modellato come il muso di un drago (con tanto di occhi bianchi lucenti), che tuttavia in realtà è una delle sue armi di offesa: le nocche dei "guanti" di quest'arma, infatti, sono dotate di uno spuntone ciascuna (per un totale di 4, ed ognuno ha una lunghezza di 3 centimetri ed un diametro di 2 centimetri) che rendono decisamente più letali i pugni che vengono portati con questi oggetti. Coprono tutta l'area dalla punta delle dita fino al gomito del cyborg.

    -Pettorali di tiglio- Non esattamente una corazza fatta col tiglio, ma il nome è puramente una citazione al fatto che il punto debole di Sifgrido era la parte della sua schiena su cui si era posata una foglia di tiglio. Questa placca pettorale, tuttavia, è piuttosto spessa (almeno una decina di centimetri) e protegge il primo strato di corazza superficiale di Maxwell -che include una sorta di bocca di cannone al suo centro-, senza contare che diminuisce ovviamente il rischio che il suo cuore, attualmente adibito a generatore, venga colpito con eccessiva facilità. Questo è un pezzo di corazza unico, ma è stato progettato in modo che si possa "dividere" in due al centro, così da permettere di far fuoco con la suddetta bocca di cannone.

    Abilità:

    Gransalto
    Il personaggio potenzia le proprie gambe, al fine di spiccare salti sovrumani.

    La tecnica ha natura Fisica. Concentrando per qualche attimo tutta la propria energia nelle gambe il personaggio sarà in grado di eseguire un maestoso salto che gli permetterà di raggiungere altezze incredibili o di coprire distanze sbalorditive. Un individuo senza particolari capacità fisiche con l'utilizzo di questa tecnica potrebbe raggiungere fino ai dieci metri in altezza e i quindici in lunghezza senza prendere nessuna rincorsa (distanze aumentabili a discrezione del giocatore se si possiede un elevato parametro in Corpo).
    Costo. Basso

    -Rock Crusher [Abilità Fisica - Livello Basso]: Anche se il nome fa pensare a chissà quale colpo, questa abilità consente semplicemente di lanciare un qualsiasi colpo fisico (un pugno, un calcio, una testata ecc.) con una potenza del parametro Corpo aumentata di 30 punti. La vera particolarità di questa abilità, tuttavia, è che il colpo in questione verrà lanciato in una maniera tale da concentrare tutta la sua forza nel punto in cui l'avversario verrà colpito, causando danni decisamente maggiori di un colpo normale nel signolo punto in cui finirà l'attacco (per puro esempio, se Maxwell dovesse lanciare un pugno ad un muro di mattoni, il cyborg potrebbe riuscire a causare un buco nel suddetto). Abilità istantanea.

    Riassunto: Maxwell, sentendo il pericolo della situazione al momento in cui i Cecchini alzano le balestre, decide di attirare su di sè qualsiasi attacco il nemico poteva avere in mente facendo un rapido scatto in avanti, seguito da un balzo potenziato con Gransalto. Questa mossa gli concede di attirare il fuoco dei due Nessuno su di sè e finisce per far saltare via parte delle placche protettive dei suoi paraspalla, ma una volta atterrato il cyborg decide di continuare la sua azione assalendo il Nessuno alla sua sinistra, il cui attacco fisico con la balestra viene deviato dal braccio sinistro dell'ex-uomo, con un gancio destro, seguito da una presa alla spalla destra della creatura con la propria mano sinistra. L'uomo finisce la creatura con tre violenti pugni sul volto ed un colpo paragonabile ad un pugno a martello portato col dorso della mano destra, attacchi in qualche modo "potenziati" dagli spuntoni posti sulle sue nocche. Tuttavia, una volta esaurita la propria furia si rende conto di aver lasciato in sospeso l'altro Cecchino e si volta per controllare che fine abbia fatto.


    Nota: Bè, essendo il mio primo post autoconclusivo di combattimento non sò quanto possa essere buona come mossa, e lascio che sia Nik a finire la scena con la possibile uccisione dell'altro Cecchino. Mi dispiace di aver lasciato questo cliffhanger alla fine, ma... penso che fosse necessario visto che io e Nik non avevamo modo di pianificare in dettaglio la strategia in breve tempo ^^"
     
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    L'uomo deve poter scegliere tra bene e male, anche se sceglie il male. Se gli viene tolta questa scelta egli non è più un uomo, ma un'arancia meccanica.

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    Il bambino rimase a bocca aperta.
    Il cobra che era era all'interno della gabbia, sotto i suoi occhi, si era alzato dritto e fiero e si era scagliato contro il topolino bianco che aveva di fronte.
    Il bambino ammirò la velocità e la potenza con cui quell'aspide era andato a guadagnarsi il pranzo, restando sbalordito.
    Lungo il tragitto per tornare a casa, l'immagine del sinuoso animale che colpiva gli tornava in mente con cadenza regolare.
    Il bambino entrò nella sua stanza dieci minuti dopo, senza essersi praticamente reso conto del tragitto percorso dallo zoo fino a quell'ammasso di legno e paglia che era casa sua.
    A colpo sicuro, il ragazzino si diresse verso la scrivania, prese una stilografica e il suo quadernetto blu.
    Lo aprì e scrisse, nella prima pagina bianca che gli era capitata a tiro:
    Oggi gita allo zoo. Fenomenale.
    Il cobra colpisce con un'eleganza unica.

    Poche parole. Una sintesi ammirevole, in modo che quell'immagine non se andasse mai dalla sua testa.
    Come sua abitudine poi, il bambino fece una minuscola firma sotto le frasi ancora fresche di inchiostro. Ci teneva a testimoniare di aver vissuto quell'esperienza, per cui scrisse frettolosamente il suo nome:
    Sin
    *
    Il giovane peccato di Port Royal tornò con la mente alla gita di quel giorno, diversi anni prima.
    Limpido come un disegno, gli tornò in mente l'assalto del cobra ai danni del topolino.
    E decise che avrebbe agito con la stessa fulminea rapidità, contro quelle bestie che li avevano attaccati.
    Mentre Maxwell stendeva, non senza difficoltà, uno degli assalitori, Sin si mise in moto secondo lo stile che lo aveva sempre caratterizzato. Un fulmineo balletto incentrato sulla velocità.

    CITAZIONE
    Shall We Dance?: Questa tecnica è l’emblema di tutta la forza muscolare di Sin. A dire la verità è un’abilità molto semplice, che però può essere usata in diversi casi, diventando una delle più efficaci del giovane orfano.
    In modo non molto dissimile da Tagliavento, la tecnica consente a Sin di eseguire un movimento più rapido del normale, trascendendo il limite della soglia della velocità umana. Questo rapido movimento può variare da una semplice giravolta ad un complesso salto mortale indietro e richiede un discreto dispendio di energie soprattutto perché lo sforzo fisico richiesto non è indifferente.
    Questo aumenta la sua rapidità con i benefici di un bonus Medio.

    Sin si prodigò in un salto mortale in avanti, per ridurre al minimo le distanze fra lui e il cecchino ignorato dal compagno robotico.
    Questo gli fu utile per schivare un secondo colpo del nemico biancastro, il quale dopo aver indirizzato il primo al kamikaze in armatura ne aveva già scagliato un secondo verso il più leggero mercenario di Port Royal.
    Atterrando di fronte al Nessuno, Sin gli tirò una poderosa testata in mezzo agli occhi, rimanendo impressionato dal sinuoso corpo del suo avversario. Non aveva mai visto nulla di simile, prima di allora.
    La testata andò a segno ma, contrariamente alle aspettative, il nemico non cadde ma piegò le gambe e tornò su con una velocità inaspettata, andando a colpire il giovane con un colpo di balestra in pieno viso.
    Reagendo quasi con stizza, il giovane portò la mano alla cintola ed estrasse Sliver.
    La spada emanò un sibilo leggero e mortifero, che Sin aveva ormai imparato a conoscere fin troppo bene. Muovendo il polso in orizzontale, il giovane affondò un colpo al ventre del nemico penetrandolo con violenza e uccidendolo sul colpo.
    Il giovane sputò per terra mentre l'essere di fronte a lui si dissolveva e, senza rinfoderare la spada, si rivolse al suo compagno con un tono a metà fra il preoccupato e il divertito:

    Tutto okay, lattina?
    Cosa diavolo erano?


    Sin

    Energia: 88%
    Status Fisico: Illeso
    Status mentale: Curioso, felice di potersi mettere alla prova

    Equipaggiamento:
    CITAZIONE
    - Sliver: E’ il nomignolo affettuoso con cui Sin si riferisce alla sua spada. Il nome allude sia al principale materiale della lama (argento, in inglese silver ) sia alla velocità di esecuzione che consente la leggerezza dell’arma. (sliver significa “scheggia”)
    Sliver è una spada lunga 93 centimetri, che in passato era appartenuta ad Alistair, il maestro di Sin. La lama è relativamente sottile, realizzata in argento e con delle striature aggiuntive in oro. L’impugnatura è piuttosto sottile, realizzata in ebano e solitamente circondata da una fascia bianca, per permettere la migliore aderenza con la mano. Sull’elsa della spada campeggia un quarzo di medie dimensioni, che costituisce l’unico ornamento dell’impugnatura.

    Abilità attivate:

    CITAZIONE
    Shall We Dance?: Questa tecnica è l’emblema di tutta la forza muscolare di Sin. A dire la verità è un’abilità molto semplice, che però può essere usata in diversi casi, diventando una delle più efficaci del giovane orfano.
    In modo non molto dissimile da Tagliavento, la tecnica consente a Sin di eseguire un movimento più rapido del normale, trascendendo il limite della soglia della velocità umana. Questo rapido movimento può variare da una semplice giravolta ad un complesso salto mortale indietro e richiede un discreto dispendio di energie soprattutto perché lo sforzo fisico richiesto non è indifferente.
    Questo aumenta la sua rapidità con i benefici di un bonus Medio.(Tecnica Attiva, Fisica, Medio Consumo, basata sulla Destrezza)

    Riassunto: Sin si rende conto dell'attacco dei cecchini grazie al movimento del suo compagno. Usa la sua abilità fisica per eseguire un salto utile per ridurre la distanza con il cecchino alla sua destra e per schivare il secondo dardo del nemico. Una volta arrivatogli davanti lo colpisce con una testata ma, sottovalutando il nemcio, si espone al suo contrattacco. Il Nessuno lo colpisce infatti in volto con la balestra e il giovane pirata estrae la spada e gli trapassa il ventre.
     
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    The Doctor Bat ... Doctor Who?

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    La tensione fra i quattro sfidanti sembrava aumentare ogni secondo di più.
    I due nessuno, spavaldamente, avevano reclamata la luccicante armatura protetta dalla balena, quindi oramai la battaglia era inevitabile. Rick fece roteare per l'ultima volta la sua lama nell'aria, per poi portare la mano destra, che impugnava il coltello, all'altezza del petto, mentre le gambe si piegavano leggermente così da possedere più slancio per un'eventuale scatto, che infatti non si fece attendere molto.
    Il ragazzo di latta, infatti, dopo aver sussurrato delle parole incomprensibili si era precipitato verso il nessuno, e subito dietro di lui si era gettato Sin.
    Lui invece, restò a guardare la scena per un po', voleva decidere bene con chi buttarsi nella mischia. Non era un ragazzo resistente, anzi era troppo gracile per avere la meglio contro quel nessuno, quindi doveva trovare un degno compagno da cui farsi proteggere, anzi, qualcuno i buttare tra le grinfie dell'avversario in caso di necessità.
    Così decise di buttarsi dietro le spalle di Sigfried, che sembrava essere quello più resistente del gruppo.



    BOOM!



    La sua decisione si rivelò perfetta. Infatti poco dopo essere partito alla rincorsa dell'uomo di latta una luce arrivò dalla sua destra, seguita dal rumore di un'esplosione.
    Poco dopo il corpo del giovane peccato stava planando pronto a precipitare pochi metri lontano dal loro avversario, che aveva appena sparato quel colpo.
    Fortunatamente, Sin era almeno riuscito a distrarlo e Sigfried riuscì a balzare verso di lui ad una velocità assurda, considerando anche il suo peso, tentando un affondo nella sua spalla destra.
    Nel frattempo Rick, che era troppo lento rimase indietro e riuscì ad arrivare ai due solo quando ormai Sigfried si era appena allontanato così provò un affondo al fianco sinistro, sperando nella riuscita dell'altro attacco, così da poterlo private della perfetta mobilità.
    Successivamente avrebbe provato ad allontanarsi da lui, cercando di proteggersi da eventuali attacchi ravvicinati che avrebbero potuto destabilizzarlo in modo troppo rapido, e lui voleva sopravvivere ed avere quell'armatura.

    [size=0]Caratteristiche<p align="left">C o r p o
    E s s e n z a
    M e n t e
    D e s t r e z z a
    V e l o c i t à
    C o n c e n t r a z i o n e

    Iniziali

    30
    55
    70
    70
    20
    55

    Punti Quest

    o
    o
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    o

    A&O

    o
    o
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    o

    Energia

    o
    o
    o
    o
    o

    Totale

    35
    50
    75
    70
    20



    Energia: 100%
    Corpo: Ferite medie al braccio sinistro e al petto
    Mente: soddisfatto e concentrato
    Equipaggiamento: ****** equipaggiato


    Edited by Doctor Who? - 21/5/2013, 19:06
     
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    Tra l'incudine e il martello


    La facilità con cui quei tre Berserker furono abbattuti
    risvegliò in Steven un terrore primordiale comparabile a ben poche altre esperienze della sua pur lunga carriera.
    Quel giovane in armatura era terrificante: la fluidità dei movimenti, la velocità dei fendenti… la brutalità.
    L’aveva intravisto nel mezzo della “stanza” che era seguita al corridoio, e ne aveva istantaneamente avuto paura.
    Dapprima, la lontananza e l’impossibilità di distinguere bene i particolari del suo abbigliamento,
    gli avevano suggerito un unico pensiero: è lui il membro dell’Organizzazione.
    Poi però erano comparsi i berserker; e l’avevano attaccato.
    Questo escludeva a priori la possibilità che fosse un membro dell’organizzazione… per di più, avvicinandosi,
    Steven aveva notato che gli abiti scuri che l’individuo aveva indosso non era il temuto cappotto nero,
    bensì un’armatura viola scuro che ne esaltava la muscolatura, in tono con i suoi capelli del medesimo colore.
    Ma fu la “performance” del misterioso nuovo personaggio a catalizzare la sua attenzione:
    dopo aver schivato i primi, furiosi assalti dei guerrieri armati di claymore, il giovane aveva estratto due pugnali,
    tranciando con un unico movimento l’enorme braccio del berserker più vicino.
    Un movimento del pugno chiuso attorno al pugnale, e una sfera d’oscurità fece esplodere la testa al Nessuno mutilato.
    I sopravvissuti non fecero quasi in tempo ad attaccare di nuovo.
    Il giovane in armatura schivò un tondo abbassandosi e, con un movimento che aveva dell’impossibile, falciò a metà entrambi i nessuno all’altezza del petto.
    Quando la figura si fu rialzata, Steven notò che il pugnale che aveva vibrato il colpo si era allungato a dismisura, e riluceva di un’aura violacea.
    Per la prima volta dopo tanto, tanto tempo, Steven si sentì davvero indeciso sul da farsi.
    Era sempre stato un po’ una testa calda,
    ma ragionare a mente leggera quando non troppo lontano da te si ergeva una figura con simili potenzialità combattive era da suicida.
    Senza contare che, ancora più avanti, c’era quasi sicuramente anche un membro dell’organizzazione, magari anche più spaventoso.

    Olia gli ingranaggi vecchio Steve. Le possibilità sono due, valutale bene.

    Prima possibilità: il nemico del tuo nemico è tuo amico. Poteva tentare un approccio e… no, era un’idea stupida.
    Se quell’individuo era lì, era lì per il tesoro, esattamente come i Nessuno.
    E di certo non sarebbe stato disposto a dividerlo con qualcuno, figurarsi con lui.
    Seconda possibilità: sperare che si combattessero a vicenda. Molto più sensata. Peccato che, con ogni possibilità,
    tra i due mostri che Steve avrebbe volentieri lasciato azzuffare, c’era la sua nuova ciurma.
    Merda. Aveva dimenticato cosa si provasse a subire l’influsso di quell’oggetto maledetto.
    Tutto, tutto andava storto. Sempre. Ogni cosa che potesse andare storto, lo faceva.
    Inspirò a fondo. Doveva provare a superarlo in qualche modo; doveva raggiungere la ciurma prima di quel mostro.
    Poteva fluttuare controllando telecineticamente i vestiti, ma l’avrebbe sicuramente notato.
    Allora un diversivo? … Ma quale?
    Un rumore fin troppo familiare fu la risposta alle sue preghiere: erano comparsi altri nessuno.
    Erano quasi tutti Nessuno minori, perlopiù Simili, ma erano in buon numero.
    L’avrebbero distratto abbastanza a lungo da permettergli di avanzare.
    Inspirò a fondo e deglutì alla vista dei due pugnali del che si allungavano a dismisura.
    Un secondo dopo, era già in volo verso una meta che appariva sempre più disperata.

    ______

    Maxwell, Sin e Rick si affacciarono alla grande “sala” multicolore quasi allo stesso momento.
    I primi due, reduci dallo scontro coi cecchini, avevano percorso un corridoio di una decina di metri,
    mentre il secondo, dal lato opposto della camera, aveva appena sconfitto un Assassino.
    Tra i tre avventurieri, ora, c’erano solo 50 metri di tessuto multicolore e un rumore di pulsazioni quasi assordante.
    Nonostante i tre non sapessero delle forze all’opera intorno a loro, sicuramente una sensazione era chiara:
    non c’era assolutamente tempo da perdere.
    Dovevano riunirsi e decidere sul da farsi… prima che gli eventi decidessero per loro.


    Note:Bene bene bene. Riassuntino veloce: Steven avanza, incontra un giovane dai capelli viola (chissà chi sarà? Mah.) che falcidia tre berserker, poi avanza senza farsi notare approfittando della distrazione causata da alcuni Simili. Voi tre, invece, vi trovate ai lati opposti della stanza. Congratulations, avete fatto esattamente quello che volevo ;D
    Se avete domande, solito posto.
    NB: sarebbe l’ideale se al vostro terzo post foste giunti a una conclusione sul da farsi. Sentirvi tramite MP o nel topic della quest potrebbe essere utile. RICORDO che il limite è sempre di una settimana, PER TUTTI, a partire da oggi. Non a partire dal post di chi ha postato prima di voi. Organizzatevi! èwé
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    Now drink.

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    Prima di rispondere alle domande di Sin, l'automa chiuse gli occhi e tremò leggermente per un attimo, in modo tale da riprendersi dalla improvvisa sensazione di orrore che aveva provato una volta che aveva finito il suo sporco lavoro. Le parole di Maxwell uscirono con un tono leggermente scosso mentre con la mancina si tastava il paraspalla opposto, a cui mancava un buon pezzo terminale...

    -Io sono a posto, non basterà certo questo a mettermi fuori combattimento.

    Un quesito, quello sulla propria salute, era andato, e lo sguardo del cyborg cadde verso la propria destra, in direzione del punto in cui il suo bersaglio era praticamente esploso. La seconda domanda, "cos'erano quella creature"... quella poteva essere la risposta più difficile da dare.

    -In quanto a quei cosi... non ne ho idea. Hanno un che di familiare con una creatura che ho affrontato poco tempo fà, ma in loro c'è qualcosa di diverso. Qualcosa... mancava.

    Ecco, quelle erano le parole che più si addicevano alla differenza che sentiva tra i loro due ex-assalitori ed il Blu Ciccio: quest'ultimo era goffo, grasso e ben poco agile, ma non si poteva dire che non avesse "passione", o più che altro "emozione" nei suoi comportamenti. Era difficile da spiegare, ma in qualche modo durante il suo scontro con l'Heartless ne aveva potuto sentire l'istinto omicida, la furia crescente, il desiderio e l'attesa per un pasto che combatti per ottenere, delle sensazioni istintive ma palpabili, che accrescevano quel terrore istintivo che aveva provato alla sua vista. Insomma, era come prendere a pugni una bestia fin troppo resistente che ad ogni colpo si arrabbia sempre di più e che ogni volta aumenta la violenza dei suoi assalti, mentre quell'essere a cui aveva appena fracassato il cranio non aveva nulla di tutto questo. Non si aspettava di trovarsi sempre contro bestie che andavano avanti con la sola forza della propria furia primordiale, ma a quell'affare in grigio sembrava mancare addirittura l'istinto di sopravvivenza: una volta incassati i primi due pugni, quel tiratore di balestra non aveva offerto più alcuna resistenza, come se si fosse rassegnato seduta stante alla conseguenze di quei colpi contundenti che gli stavano arrivando in faccia... insomma, era come colpire una macchina od un manichino animato che dopo una certa quantità di danni si spegne e si lascia distruggere. No, neanche quella calzava, era difficile riuscire a trovare la giusta definizione per quella sensazione, come se quella creatura si fosse in qualche modo "bloccata" alla ricerca della reazione migliore per la situazione in cui si era ritrovata, ma senza successo. Tuttavia, non gli sarebbe neanche servito a molto restare a rimuginarci sopra in quel momento.

    -... Bah, a che serve pensarci? Andiamo avanti...

    L'uomo disse queste parole scuotendo leggermente la testa, rassegnatosi all'indecifrabilità di ciò che aveva provato, e si diresse verso il tunnel a cui adesso aveva libero accesso. Doveva anche cercare di togliersi di dosso quella sensazione di disagio che aveva ancora addosso per via della freddezza con cui si era gettato contro il suo nemico visto non aveva motivi di piangere la morte di un essere che lo aveva assalito di punto in bianco, ma soprattutto non poteva concedersi scrupoli durante una battaglia. Un conto era un combattimento amichevole, in quel caso rischiavi al massimo di perdere lo scontro cercando di trattenerti, in modo da non fare troppo male al tuo avversario, il massimo che poteva succedere in quei casi era di farsi qualche livido o taglio minore... ma poteva dire che quei due affari in grigio erano più che intenzionati a fargli la pelle, e non poteva farsi venire i rimorsi in questo frangente.
    Questa linea di pensiero si fermò quando lui ed il suo compare di sventure uscirono dal "tunnel" in cui si erano incamminati e si ritrovarono in un'altro spiazzo aperto fatto di carne pulsante. Non ne sapeva molto di anatomia animale, ma da quanto ne sapeva non c'erano sacche tra lo stomaco e l'esofago... almeno, non sacche prive di acidi gastrici.

    -Che diamine...? No, qualcosa non mi torna...-

    Anche il vecchio Sieg sembrava essere confuso da questa loro scoperta, ma l'attuale personalità dominante dell'automa non poteva darci peso visto che dall'altro lato del tunnel sembrava essere arrivata una figura umanoide che dall'altro lato di quella sacca di carne non era ben riconoscibile. Indi per cui, il cyborg sarebbe avanzato di una quindicina di metri dentro a quella "piazza", quel poco che gli serviva per riuscire a riconoscere una chioma di capelli verde smeraldo appartenenti al loro taciturno ed ultimo compagno di sventure: in tutta risposta, l'uomo avrebbe agitato la mano sinistra per farsi notare da lui ed avrebbe gridato...


    -... EHI! Da questa parte, smeraldino!

    Sperava che lo notasse, ma in quel momento erano le uniche forme di vita che si muovevano in quel posto completamente vuoto, quindi era piuttosto improbabile che non li degnasse neanche di uno sguardo, a meno che non preferisse la compagnia o la vista dei muri di carne pulsante. Una volta che tutti e tre si fossero riuniti, Maxwell avrebbe notato le ferite sul petto ed il braccio sinistro del loro "compar prodigo".

    -... Vedo che anche tu non hai incontrato qualcosa di amichevole...

    Queste sarebbero state le uniche parole che sarebbero uscite dal modulatore vocale a riguardo di quella ferita. Forse era stato qualcosa di diverso da quei cecchini che erano capitati a lui ed al ragazzo, ma queste speculazioni vennero improvvisamente interrotte dalla sua personalità elettronica, che fece sobbalzare leggermente di sorpresa l'ex-uomo.

    -... No, diamine, no, no, no!-

    Lo stupido computer aveva deciso di farsi vivo senza alcun preavviso, ma la parte peggiore del tutto erano le notizie che portava dopo quel leggero sfogo.

    -Temo di aver completamente sbagliato con la mia logica: questa deve essere una sacca in cui la balena tiene il cibo digerito prima di mandarlo nell'intestino, e se andiamo avanti da qui finiremo per venire digeriti ancora di più!-

    Quindi, in parole povere, si stavano allontanando dalla bocca di quella bestia. Decisamente brutte notizie, non credeva proprio che il vecchio sarebbe potuto finire fuori bordo con la stessa facilità di loro tre, il che significava che erano sempre più lontani da un possibile alleato, la loro via di uscita da quel posto e probabilmente l'unico che aveva una mezza idea di come fosse strutturato quel labirinto di budella. Per quanto potesse essere difficile da ammettere, senza quel lupo di mare le loro possibilità di uscire vivi da quel posto, esseri grigiastri o meno, calavano drasticamente in ogni caso: doveva trovare il modo di dirlo anche agli altri due, quindi che Sin e capelli verdi stessero discutendo sul da farsi o meno, l'essere meccanico avrebbe cercato di prendere la loro attenzione e di fare il suo discorso.


    - Ragazzi, ascoltate un secondo: credo che almeno due di noi vogliano dare come minimo un pugno sul muso del vecchio che ci ha portati qui dentro, ma credo che dovremmo riunirci a lui... in tre abbiamo più possibilità di sopravvivere dentro a questo affare, ma non dureremo in eterno, e dubito che qui qualcuno sappia come far muovere la vecchia Marilù.

    Certo, lui voleva sentire un buon motivo per cui erano stati trascinati con l'inganno dentro a quel pesce...

    -CETACEO!-

    ... ma era sicuro che il loro compare più taciturno e la sua metà elettronica erano molto propensi a collaborare con la persona che li aveva fatti finire dentro al sistema digestivo di un'altro essere vivente praticamente a forza, tuttavia era più che deciso a mettere in tavola tutte le "carte" che secondo lui giocavano in loro favore se si riunivano con quel vecchio pazzo.


    -Oltre a questo, anche se per uscire da qui dovremo seguire la sua folle caccia al tesoro, credo che perlomeno Steven sappia all'incirca la struttura del corpo di questa bestia. Purtroppo, qualcosa mi dice che io e Sin abbiamo sbagliato strada, e da qui dovremmo fare dietrofront da dove siamo arrivati se non vogliamo velocizzare la nostra digestione... dubito che quel vegliardo si sia separato dalla sua nave come è successo a noi. Se avete qualcosa da ridire fate come volete, non sono uno che costringe gli altri a fare ciò che non vogliono... ma io torno indietro per vedere se la mia teoria è giusta.

    Aveva blaterato a lungo, ma alla fine aveva detto tutto quello che doveva. Terminato il suo discorso, l'automa si sarebbe voltato verso il passaggio da cui erano arrivati lui e Sin, iniziando a dirigersi nuovamente al luogo del loro risveglio, così da poter prendere la strada opposta se tutto andava per il meglio. Chi lo voleva seguire era libero di farlo, chi era troppo orgoglioso per accettare un piano del genere poteva era altrettanto libero di girare a vuoto ed aspettare di essere digerito o di stramazzare a terra una volta perse le forze, ma lui avrebbe fatto in modo di vedere se la sua teoria era corretta. Non aveva nient'altr da perdere, alla fine.

    Nota: Scusate il post mastodontico xD
    EDIT: Ho corretto solo un piccolo errore grammaticale nella prima parte del post, spero non fosse vietato <.<"

    Edited by AlexMockushin - 12/2/2013, 15:09
     
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    Il respiro del giovane Sin era ancora veloce e cadenzato dal battito cardiaco, aumentato a causa del combattimento appena concluso.
    Era inutile che lo negasse a se stesso, si disse mentre correva dietro a Maxwell.
    Nonostante detestasse con tutto il cuore le violenze e i soprusi dei potenti e una parte di lui temesse i mali delle guerre, lui era un animale da combattimento.
    Nulla gli provocava un senso di appagamento più grande. Nulla che non fosse mettere in mostra le sue capacità in una battaglia.
    Le tempie gli pulsavano forte, dopo l'incontro con quelle due bestie e il volto recava un minuscolo segno della balestra con cui era stato colpito.
    Fortunatamente il mostruoso essere che lo aveva aggredito non era stato in grado di caricare al meglio il colpo, altrimenti il giovane peccato di Port Royal avrebbe potuto dire addio ad almeno un paio dei suoi denti.
    Percorrendo le gigantesche interiora del mostruoso cetaceo, Sin si guardava intorno silenziosamente e lasciava che la sua mente tornasse ad indugiare sull'interrogativo a cui nemmeno il compagno aveva saputo rispondere.

    Cos'erano quelle creature?

    Quasi non si accorse, immerso com'era nei suoi pensieri, che Maxwell si era fermato.
    Erano arrivati all'interno di una "stanza" piuttosto grande, dalla struttura non molto dissimile ad una piazza cittadina.
    Sin sorrise pensando che quella che aveva definito "piazza" era in realtà all'interno di una gigantesca balena.
    Si ricordò di Behemen, il ragazzetto occhialuto e dai capelli unti con cui aveva diviso qualche volta il tavolo della mensa, all'orfanotrofio di Port Royal.
    Behemen non era predisposto al combattimento, la sua passione era studiare gli abitanti del mare, che la maggior parte dei ragazzi di quel pianeta sognava soltanto di dominare.
    Era un sacco che non vedeva Behemen.
    Annotò mentalmente di trovare un modo per raggiungerlo e ricongiungersi a lui, offrirgli una birra e svicolare prima dell'arrivo del conto. Certo, se fosse riuscito ad uscire vivo dalle interiora dei quel mostro.

    -... EHI! Da questa parte, smeraldino!


    La voce del compagno lo riportò alla realtà. Alzando lo sguardo Sin notò il terzo componente della ciurma di Steven, quel ragazzino che non aveva ancora detto una benedetta parola dalla loro partenza, e lo vide mentre si avvicinava a loro.
    Quando poi Maxwell enunciò il piano di tornare indietro e di cercare il vecchietto, Sin decise di rompere il suo silenzio e di far valere la sua opinione:

    Sarò sincero con voi miei cari compagni di sventura.
    L'idea di restare ancora qui dentro mi attizza meno di una vecchietta in bikini. Personalmente, farei di tutto per uscire da quest'affare il prima possibile.
    D'altra parte difficilmente potremmo sopravvivere nell'iperspazio, una volta usciti attraverso un qualsiasi orifizio di questo mostro: quindi temo che dovrò vincere la mia repulsione.


    Quasi saltellando, divertito come al suo solito, Sin si diresse verso la sorta di corridoio da cui erano arrivati e strinse la mano intorno all'elsa della spada.
    Poi si voltò verso i suoi compagni e concluse:

    Riteniamoci fortunati che questo mostro non abbia ancora avuto attacchi di diarrea.

     
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    Il combattimento con quell'essere era appena finito, e Rick stava percorrendo l'ultimo tratto di corridoio mentre con le dita seguiva la cicatrice appena riportata dalla lotta con quello strano essere "vuoto".
    Perché si, era addirittura più vuoto di lui e dei suoi simili.
    Quegli esseri non emanavano nessuna di quelle vibrazioni che sentiva nelle vicinanze di una grande concentrazione di oscurità oppure di cuori. Nulla, l'energia di quei così era piatta come una tavola, ed era difficile per lui comprenderlo. Ma d'altronde non gli interessava più di tanto, anzi era più occupato a capire come fosse stato possibile che avesse riportato una ferita così profonda.

    -... EHI! Da questa parte, smeraldino!

    Uno stridio quasi meccanico arrivò alle orecchie del ragazzo scandito quasi a formare delle parole, anzi erano proprio parole e si riferivano proprio a lui.
    Così il suo sguardo si spostò di poco dalle sue ferite per squadrare due figure in lontananza in quella che era una specie di piazza circolare.
    Così si diresse verso i due vecchi compagni di disavventure, e con aria saccente fece un cenno ad entrambi, forse un saluto, e poi si limitò ad ascoltare le due teorie dei compagni, e finalmente decise che fosse tempo che dalla sua bocca uscissero un paio di parole.

    Io sarei comunque andato di li, quindi che incontriamo o no quello stronzo, per me è indifferente

    E concluso quel semplice e poco articolato pensiero prese il suo coltello e segui le figure dei due compagni verso il retro front.

     
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    Cremisi


    Fu quando la speranza e il fiato cominciavano a esaurirsi che li vide.
    Era appena entrato in una “stanza” allungata, piena di maleodorante liquido verde;
    la sua ciurma era entrata dal lato opposto praticamente nello stesso istante.
    In circostanza normali, li avrebbe salutati sorridendo e tracannando un sorso di liquore;
    ma quella non era una circostanza normale.
    Con alle spalle un assassino dagli intenti sconosciuti e davanti un probabile membro dell’Organizzazione,
    l’unica cosa a cui poteva davvero pensare era continuare a correre.

    E informarli il prima possibile del mare di merda in cui erano finiti tutti.
    Anche se c’è una buona probabilità che mi facciano fuori prima che possa spiegar loro qualsiasi cosa.

    Saltò la prima pozza di succhi gastrici che trovò, andando ad atterrare su una delle piattaforme che emergevano.
    Il cuore gli batteva all’impazzata. Per qualche motivo, era come se si sentisse braccato.
    Non si era mai voltato indietro perché non aveva sentito rumore di passi, ma aveva come la sensazione che…
    Un dolore indescrivibile al petto interruppe ogni suo pensiero.
    Si bloccò poco prima del secondo salto, gli occhi dilatati volti verso la fonte di quella sensazione.
    La punta di un pugnale color cremisi spuntava all’altezza del suo cuore,
    confondendosi già con copiosi flussi di liquido rosso.
    All’improvviso, Steven sentì freddo. Non fece in tempo a ripensare a Franck, Joey, Erik, Anastacia e Lucius.
    Non fece in tempo a rammaricarsi del suo fallimento.
    Crollò semplicemente in ginocchio, il mondo attorno a sé che girava e diventava sempre più rosso, sempre più distante.
    Quando batté la testa contro la membrana flaccida della balena, era già morto.
    E i segreti del suo passato con lui.

    ______

    Karaz richiamò a sé Scarlet Fury con un’espressione di sufficienza.
    Non pensava sarebbe bastato lanciare un pugnale per far fuori quel vecchio.
    Voleva essere più un lancio intimidatorio, così da farlo vuotare il sacco sul perché fosse lì.
    Oh, bhe, poco male. A quanto pare c’erano tre suoi amichetti che potevano adempiere a quel ruolo.

    E dovrei avergli fatto abbastanza paura da far dire loro pressoché qualsiasi cosa.

    Inspirò a fondo, quasi seccato, scrollando a terra il sangue ancora fresco che colava dalla lama cremisi.

    «Sarò breve.
    Se avete informazioni convincenti sull’armatura che stiamo tutti cercando o sul Nessuno che controlla i pesci piccoli che ho incontrato finora, sparatele.
    »

    Pausa. Si mandò all’indietro i lunghi capelli viola ed estrasse anche Dark Punisher.

    «Se invece volete farmi credere di non sapere nulla,
    o se siete il genere di persona a cui piace fare l’eroe in onore del compagno ucciso dall’Heartless cattivo,
    allora cominciate a fare amicizia con l’idea di morire in mezzo a dei succhi gastrici.
    »

    Freddo, lapidario, terrificante. Dopo svariati minuti passati in mezzo a quel puzzo,
    con ondate di Nessuno che continuavano ad assalirlo, l’assassino non era certo del migliore degli umori.
    E chiunque fossero quella lattina ambulante, quel giovane con la faccia da cazzo e quel lattante col moccio al naso,
    di certo non potevano rappresentare una minaccia più grande del vecchio che aveva appena accoppato.
    Che avessero deciso di collaborare o meno, non avrebbe perso troppo tempo;
    massimo un paio di minuti, e avrebbe potuto continuare la ricerca.
    Aveva indagato troppo su quell’armatura per farsela fregare da uno stupido Nessuno.
    E poi, in un certo senso, era sua di diritto.


    Note:Non pretendo di aver fatto versare lacrime con la morte di Steven, del resto mi rendo conto che non sia riuscito particolarmente bene come personaggio xD
    In ogni caso, ora avete davanti Karaz. Le sue condizioni sono chiare, quindi non credo ci sia bisogno di troppe spiegazioni.
    Potete sia mettervi d’accordo per le cose da dire, sia fare di testa vostra. Nulla vi vieta ovviamente di prendere decisioni diverse.
    Il limite di risposta è come al solito di una settimana.
    N.B: i poteri e la forza di Karaz NON sono quelli che trovate nella sua vecchia scheda. A parte il fatto che deve essere riadattata, al momento attuale possiede più abilità; non è un Dio, ma è comunque leggermente al di sopra della vostra portata. Potete tentare un confronto, ma sappiate che in tal caso non mi farò scrupoli con le uccisioni x°D Ergo a voi la scelta: volendo, potete anche scappare nella direzione opposta, di nuovo nella profondità della balena. Insomma, è un GDR. Ruolate.
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    Il giovane pirata rimase pietrificato nel vedere come l'uomo che lo aveva arruolato era stato ucciso da quel misterioso essere che adesso era lì, di fronte a loro.
    Non gli dispiaceva per la morte del vecchio e sarebbe stato ipocrita provare a dire il contrario.
    Non aveva avuto modo di conoscerlo e, di primo acchito, gli era sembrato un mezzo farabutto. Uno di quelli che prima o poi ottiene quello che si merita.
    Ma chi era l'uomo che lo aveva ucciso così, senza remore? Chi poteva essere tanto corrotto dal male e dal buio per non mostrare alcun rimorso dopo un omicidio a sangue freddo?
    Il campanello d'allarme posto nel cuore del giovane Sin gli impose di mantenere alta la guardia, mentre l'essere mostruoso che aveva di fronte chiedeva a lui e ai suoi compagni di un'armatura.
    Forse era la stessa cosa che Steven desiderava cercassero.
    Nell'intimità della sua anima il giovane Sin si fece una promessa. Avrebbe assecondato quell'... Heartless finché ne avesse avuto bisogno, poi avrebbe fatto in modo di recuperare quello che il vecchio con l'alito che puzzava di rhum desiderava così ardentemente.
    Gli sembrava un ottimo modo per rendere onore alla memoria di quell'uomo sul cui conto sapeva poco e nulla.

    Requiescat come cazzo ti pare, Steven Jefferson.

    Fu il suo ultimo e lapidario pensiero nei confronti del vecchio assassinato.
    Subito dopo, il giovane fece un passo avanti per ridurre la distanza fra sè e l'essere che aveva di fronte.
    Era come se, dentro lo stomaco, sentisse il bisogno di condurre la discussione in prima persona. Avrebbe dovuto fare appello a tutte le conoscenze che aveva a proposito della retorica, disciplina di cui Alistair, il suo maestro e padre adottivo, era stato un eccelso esponente.
    Coraggiosamente il giovane fissò i suoi occhi in quelli violacei del mostro che aveva di fronte, lasciando che tutto ad eccezione di quelle fiamme rotonde sparisse dal suo cmapo visivo.
    Doveva concentrarsi al meglio per riuscire nel suo intento.

    Temo di doverti dare una pessima notizia; nè io nè i miei compagni potremmo esserti d'aiuto. L'unico che avrebbe potuto sapere qualcosa a proposito di questa fantomatica armatura, o riguardo al Nessuno che si aggira all'interno di questo mostro, l'hai ucciso con un lancio di pugnale.

    Si fermò qualche istante, lasciando che le sue parole facessero breccia all'interno della psiche del killer.
    Il suo sguardo era grave e oscuro e, nel silenzio che seguì l'ultima parola di Sin, al giovane parve di sentire il rumore di un anima che raschiava contro le pareti oscure in cui era rinchiusa. Un lieve soffio vitale, cementato dal dolore e dallo strazio che governavano gli Heartless.
    Chissà chi era stato, prima di vendersi così all’Oscurità.
    Qual era la sua storia? E soprattutto, cosa aveva scatenato quell’inesorabile metamorfosi?
    Forse pure lui, prima o poi, avrebbe ceduto alle seduzioni del Buio.

    In ogni caso, il nostro unico desiderio è uscire da qui. E anche tu non hai motivi per essere nostro nemico. Io e i miei compagni ti aiuteremo con il Nessuno e nella ricerca di quello che desideri, poi divideremo le nostre strade e ti assicuro che non ci incroceremo mai più.

    In cuor suo, Sin sapeva di aver mentito.
    Se lo sentiva. Quello non sarebbe stato l’ultimo incontro con l’Heartless dall’aura violacea.

     
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    Tutto troppo veloce, tutto troppo improvviso. L'automa non era neanche sicuro di cosa era successo, solo che avevano ritrovato il lupo di mare ed in un attimo lo avevano perso di nuovo per mano di un "Heartless cattivo", una figura che si ergeva dall'altro lato della sacca in cui lui e Sin si erano risvegliati, ed era l'assassino del loro committente. Una sagoma che anche da quella distanza gli causava un misto di terrore e repulsione. La stessa sensazione che aveva provato quando i suoi occhi incontrarono la figura quasi comica del Blu Ciccio a Radiant Garden, solo che questa volta il tutto era amplificato dalla rabbia di non essere riuscito a proteggere la vittima di quell'assalto. Certo, il vecchio avrebbe potuto dire che lui era "ancora giovane", mentre l'uomo che giaceva supino su quella piattaforma di carne si avvicinava sempre di più alla tomba, ma proprio per questo avrebbe voluto poterlo salvare, per consentirgli di poter spirare in luogo più dignitoso di uno stomaco di pesce, di poter esalare l'ultimo respiro sapendo che aveva fatto un ultimo, grande viaggio nello spazio in compagnia di qualcuno! Lui in fondo cosa aveva? Poche speranze di trovare chi amava in quel mare di stelle, una persona amata possibilmente immaginaria ed un sogno infranto che ogni tanto riaffiorava e lo faceva soffrire come un cane! Se fosse riuscito a realizzare un sogno altrui, anche se era il sogno di un vecchio bugiardo, forse si sarebbe sentito un pò meglio, invece quell'ammasso di oscurità che aveva solo la parvenza di una persona aveva strappato con quella daga volante le speranze di ben due persone con un singolo colpo. I pugni del cyborg erano serrati, con i polpastrelli che stridevano contro la superficie del suo palmo per la forza con cui teneva chiuse le mani e gli occhi azzurri completamente spalancati dalla rabbia che provava in quel momento. Onestamente, avrebbe pianto a fiumi per la frustrazione che provava se non gli fossero state negate le lacrime, né ci avrebbe pensato due volte a passare in modalità battaglia totale facendo salire a dismisura i giri della turbina che faceva battere il suo cuore per lanciarsi contro quel bastardo come la bestia che era in quel momento! Tuttavia... una singola voce nella sua testa combatteva con tutte le sue forze per il controllo di quel corpo che fremeva per uccidere, e frenava la personalità che attualmente guidava le azioni di quel guscio di metallo.

    -Moccioso, ASPETTA! Non abbiamo speranze in questo genere di arena, specialmente dopo aver visto come quel tizio abbia ammazzato Steven a distanza, e la nostra unica via di uscita é proprio oltre a lui! In questo momento anch'io reclamo vendetta, ma non sarebbe la cosa migliore da fare! Se lo attacchiamo così andiamo incontro alla morte!-

    Nonostante questi ragionamenti, che sfortunatamente davano pena anche allo stesso Siegfried, la metà umana dell'UN 55 in quel momento era accecata dalla stessa rabbia che aveva provato quando una delle poche persone che gli dava supporto morale era stata buttata nella polvere e presa a calci solo per un errore insignificante in un esercizio di addestramento, e questa volta l'impeto del suo sfogo non si sarebbe fermato solo a qualche costola rotta. Per un attimo tutto sembrava perduto, ma da qualche parte il computer di controllo designato di quel corpo riuscì a tirar fuori una forza che non pensava neanche di avere, e fermò le funzioni del corpo con una singola e coincisa frase che rimase nel profondo della mente dell'ex-uomo, ma che rimbombò con forza per qualche attimo dentro alla psiche di entrambi.

    -DANNAZIONE MAXWELL, NON TI LASCERÓ MORIRE IN QUESTO MODO!-

    E dopo, il nulla. Il corpo inizialmente eretto e teso del ragazzo si rilassò improvvisamente, facendo scivolare con delicatezza i polpastrelli dal palmo di ambo le mani e causando quella luce azzurra di sparire dagli occhi carichi d'ira della macchina umanoide, che tuttavia rimase in piedi. Pochi attimi, ed il vetro che copriva i suoi sensori ottici riprese a brillare, stavolta con meno intensità ma con altrettanta malinconia. Mentre il giovane Peccato si lavorava l'Heartless umanoide, l'automa, ora sotto il controllo della personalità più calma, avrebbe emesso un impercettibile sospiro e portato il proprio sguardo corpo senza vita del vecchio Steven. Certo, era più freddo rispetto al moccioso, ma anche Sieg doveva ammettere di essere rimasto scosso da quella scena: forse era perchè aveva visto il tutto con gli occhi del suo "coinquilino", forse perché era la prima volta che vedeva una morte che non aveva causato con le sue mani, forse perché sentiva la furia crescente di Maxwell che indirettamente lo corrodeva dentro... oppure perché, molto più semplicemente, ormai aveva compreso molto di più il significato che la vita e la morte avevano per un vero essere vivente, e vedere il corpo senza vita di qualcuno che conosci anche solo vagamente é doloroso come non mai. Detestava quel genere di sensazioni a lui sconosciute, ma non poteva lasciare che lo fermassero dall'assicurare la sopravvivenza di entrambi, e se doveva scegliere tra alte possibilità di morte ed il poter almeno vedere fino in fondo per cosa era morto il vecchio, preferiva decisamente l'ultima opzione, proprio come Sin.

    -SIEG! COSA DIAVOLO STAI DICENDO?!-

    Stava dicendo che in quel momento dovevano accettare la dura verità, purtroppo: colui che poteva agire da guida all'interno di quella creatura e che sapeva cosa diamine stava accadendo aveva appena tirato le cuoia, ed apparetemente nessuno degli altri due sembrava propenso a vendicare il vecchio Steven quanto loro, visto che non avevano nessun computer a fermare le loro reazioni se non il loro stesso cervello o la loro coscienza, oppure erano sicuramente molto più bravi a controllarsi della sua metà umana. Era un triste richiamo alla realtà, dove apparentemente non tutti gli esseri umani potevano essere così "sensibili" come il moccioso, e dove loro non erano ancora abbastanza forti o versatili da poter combattere in un posto del genere, dove c'erano alte probabilità che il loro attuale livello di combattimento li avrebbe portati ad una morte lenta e dolorosa nell'acido gastrico di quel dannatissimo cetaceo. E questo lo faceva sentire fin troppo piccolo ed impotente per i suoi gusti.

    -... Sieg...-

    Forse non condivideva la stessa sete di giustizia della sua metà umana, ma neanche Siegfried riusciva a sopportare la sensazione di disagio causatagli da quella situazione. Il caso aveva voluto farli finire in un luogo dove non c'era abbastanza spazio di manovra per far muovere decentemente tutti e tre, ed il minimo errore non portava solo ad una ferita in più, ma qualcosa di decisamente peggio contro cui non potevano difendersi... in parole povere, erano finiti in trappola. Detestava questo genere di situazioni che tiravano fuori quei piccoli o grandi punti deboli che erano propri della sua persona e distruggevano quella poca sicurezza ed autostima che aveva nelle sue capacità. Come se non bastasse, il suo orgoglio piangeva alla sola idea di doversi alleare anche solo in minima parte con qualcuno che di umano aveva unicamente l'aspetto esteriore, ma tutto ciò che potevano fare in quel momento era trovare il modo di sopravvivere abbastanza a lungo dentro alla Balena per consentirgli di vedere nuovamente la luce del giorno, e l'unica consolazione era che dopo tutto questo avrebbero potuto incontrare di nuovo quell'assassino. Ed in quel momento, quando sarebbero stati più forti, quel dannato opportunista avrebbe potuto sentire tutta l'ira che lui ed il moccioso avevano provato in quel momento. Non era la soluzione migliore per la "via del guerriero" o cose simili, questo era certo, ma quel misfatto sarebbe rimasto sottopelle ad entrambi, e per ora tutto quello che si sentiva di fare era annuire debolmente alle parole del loro giovane compagno di sventure... non una parola sarebbe uscita dal suo simulatore vocale per il momento, nè sarebbe potuta uscire senza venire pronunciata da una voce rotta, onestamente.


    Edited by AlexMockushin - 28/2/2013, 22:59
     
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