Il Giorno in cui Sbocciò il Fiore

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  1. misterious detective
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    Shinan smise di provare dolore.
    Il fuoco che sembrava ardere nella scapola sinistra aveva presto cominciato a placarsi, fino ad annullarsi totalmente. Anche il terreno sotto i suoi piedi era svanito e così la città che la circondava. I suoi occhi non vedevano, forse non esistevano nemmeno più, né aveva mani da portare spaventata al volto. Eppure non aveva mai sperimentato una tale coscienza di sé: non aveva idea di quale sorte fosse toccata al suo corpo, ma ora ciò che percepiva era il suo Io più profondo, la sua essenza di essere umano. Tutti i sentimenti turbolenti che agitavano il suo spirito erano ora chiari di fronte a lei, uno davanti all'altro. Era come se stesse scrutando un suo riflesso su di uno specchio d'acqua, ma quell'immagine illusoria pareva più vera di lei; e in essa leggeva ciò che il suo spirito le aveva celato sino ad allora.
    Quell'odio che, fino a quel momento, aveva diretto con tutta la sua forza contro Charlotte, non era altro che il disprezzo che provava per se stessa. Era rabbia verso la propria debolezza, verso la propria incapacità. Dopo due anni era ancora al punto di partenza. La sconfitta e la vita erano pesi troppo grossi per le sue fragili spalle.
    Poi c'era la paura, il terrore che quell'inferno potesse ricominciare. Non aveva imparato nulla in tutto quel tempo, dopotutto, ancora incespicava in mezzo al valico tra vita e morte, senza trovare pace in nessuna di esse.
    Infine la nostalgia, la solitudine. I legami con i suoi amici erano ancora forti, solide catene che la legavano alla realtà, ma anche la fonte di tutto il suo dolore e, al contempo, l'unico elemento della sua vita a cui non sarebbe mai riuscita a rinunciare.
    La sua storia non faceva che ripetersi all'infinito. Nella sua corsa verso un obbiettivo troppo ambizioso per una bambina, ad ogni passo avanti che riusciva a compiere doveva anche scoprire quanto irraggiungibile fosse la sua meta.
    La ragazza cominciò a piangere. Il mondo di colori e senza forme che si era costruita cominciò a collassare su se stesso. Il rosso, il giallo e il blu si mischiavano fra loro, sciogliendosi e mischiandosi come le tempere di un quadro sotto la violenza incontrollabile di un temporale.
    Presto, solo il nero rimase; il nero cupo di uno spazio infinito, il nero opprimente di un nulla troppo vasto per una ragazzina e i suoi pensieri.
    Shinan ancora sentiva la Voce risuonare tutt'intorno a lei, dovunque.

    “Tu possiedi il potere di plasmare il tuo destino.”

    Nemmeno per un istante aveva creduto a quelle parole. Il potere...quello era ciò che più le mancava. Da quando aveva cominciato a combattere, ancora non era riuscita a trovare la forza per sconfiggere i suoi nemici, non aveva ottenuto nemmeno quella di fuggire una volta per tutte alla vita. Aveva sempre vagato nel mezzo, nella comoda illusione che, un giorno, sarebbe diventata magicamente in grado di affrontare la donna Heartless e tutte le ombre che si nascondevano nelle tenebre. Non aveva fatto che negare la realtà, ignorando quei limiti che non sarebbe mai stata in grado di superare. Un essere simile non possedeva nessun potere, né mai lo avrebbe avuto.

    “Tu possiedi il potere di plasmare il tuo destino.”

    Una dolce litania, una frase ipnotica che risuonava ancora e ancora nella sua mente. Ogni volta che si ripeteva sensuale, pareva diventare più vera, sembrava caricare Shinan della forza di cambiare. Eppure, anche se quella sensazione fosse stata reale, anche se davvero le avessero fatto dono del futuro, quale strada avrebbe scelto non le era affatto chiaro. Fino ad allora aveva sviluppato il suo corpo ed il suo spirito, ma non si era mai chiesta veramente in quale modo Kingdom Hearts avrebbe risposto alla sua preghiera, né sapeva quale fosse la strada per raggiungere il Regno dei Cuori. Quello era sempre stato l'obbiettivo finale, la meta che un giorno sentiva avrebbe avuto affrontare e in nome della quale aveva compiuto ogni suo sforzo; non aveva mai percepito il bisogno di chiedersi altro.
    Una cosa, però, le era chiara. Se davvero credeva in se stessa, e non ne era pienamente certa, non poteva trascorrere altro tempo in quel luogo. In tale abisso di infinito nulla, il suo corpo era annullato, la sua sofferenza fisica non le apparteneva più, era diventata se stessa in un modo tutto nuovo che trascendeva le leggi fisiche. Eppure, lo percepiva, doveva tornare indietro per affrontare quel destino che dopo due anni si era ancora dimostrato avverso, doveva continuare a vivere in quel mondo crudele e triste dove solo sofferenza pareva attenderla. Era davvero pronta ad un simile destino? Non avrebbe saputo cosa dire in merito, ma d'altra parte si era sempre sforzata di porsi meno domande possibili, proprio per non dover affrontare le risposte.
    Per questo, senza il coraggio di affrontare la sua disperazione, trovò comunque la forza di aprire di nuovo gli occhi e di tornare in sé.

    La accolse al mondo una luce tenue e soffusa. Era assonnata, faticava a distinguere ciò che la circondava, quello che vedeva erano solo macchie confuse di grigio. Aveva freddo, il vento era calmo e morente, ma la temperatura era molto più bassa di prima, anche se il buio della notte aveva lasciato il posto ad una uggiosa giornata dal cielo ben nascosto. Attese qualche secondo e, piano piano, la volta grigia sopra di lei diventò più chiara e vasta. Non c'erano nuvole, lo stesso cielo aveva perso ogni colore, ogni vivacità. Shinan ricordava una sola volta celeste tanto cupa, tanto solitaria.
    Provò ad alzarsi a sedere, ma non appena inarcò la schiena sentì una tremenda fitta colpirla alla spalla, come se un mostro avesse stretto le fauci nelle sue membra. Per un istante smise addirittura di avvertire il proprio braccio e, levando un urlo disperato, si portò la mano destra verso la scapola opposta, ma...nulla. Improvvisamente il dolore si ammutolì, scomparve da solo in modo innaturale. La bambina fissò il suo corpo confusa ed agitata. Non vi era nessuna ferita, eppure l'abito era strappato a quell'altezza, la manica era stata recisa come con un paio di forbici, pendeva un poco lungo il suo fianco sinistro, lasciando scoperta parte del suo arto. Tagli, escoriazioni, il suo vestito portava tutti i segni della tremenda battaglia che aveva affrontato pochi secondi prima, ma lei...Shinan pareva guarita completamente, come se l'incontro con Charlotte fosse stato solo un brutto sogno, uno dei tanti incubi che terminava con la morte della bambina.
    “No...” si disse. Non riusciva a credere ad una simile versione. “Li sento ancora...la paura, l'odio...il dolore...”
    Improvvisamente, sembrò farsi ancora più freddo. Shinan si strinse a sé, cercando calore nelle braccia che cingevano il suo corpo. Era sola, abbandonata da tutto il resto del mondo. Solo in quel momento realizzò cosa c'era di tanto famigliare in quel cielo grigio sopra di lei e, anzi, riconobbe di colpo ogni singolo dettaglio. Intorno a lei, in ogni direzione, si estendeva una terra che la riportava alla giovinezza, a quando era pronta a morire senza rimpianti, perché non aveva mai provato alcuna gioia in vita: era in mezzo ad una lunga via polverosa, l'asfalto era stato steso grossolanamente, zolle e buche erano sparse dappertutto, non una sola automobile era mai passata per quel sentiero. Le case ai lati erano edifici consumati dal tempo, divorati dall'umidità e fatiscenti. Stuoie e strati di cartone giacevano abbandonati a terra, la polvere ricopriva ogni cosa. Il quartiere dei poveracci, così aveva sentito qualcuno chiamarlo, ma non aveva mai saputo come si chiamasse veramente quella via. Dopo essere nata, lì aveva trascorso quasi tutto il suo tempo, pregando che qualcuno avesse un po' di pietà per lei, abbastanza da farle dono di un tozzo di pane. Lì aveva affrontato la morte, fino a quando non era stata trovata da Chiuai e dagli altri suoi amici.
    Si lasciò sfuggire un sorriso malinconico, non era stupita di trovarsi lì. Non sapeva se stesse sognando, o se quello fosse il mondo che l'attendeva oltre la morte, ma era chiaro per lei quale fosse il significato di quella visione: dopo tanti anni, dopo tutte le esperienze di cui si era fatta carico, non era cambiato poi tanto, la stessa solitudine e la stessa sensazione di essere persi in un mondo estraneo che aveva provato quando era venuta al mondo la perseguitavano anche in quel momento. Alle sue spalle, un solido muro di roccia le bloccava la via, le impediva di fuggire ancora una volta davanti alla “realtà”. Davanti a lei, la strada pareva protrarsi all'infinito, senza sbocchi ne deviazioni, un unico sentiero che portava in un luogo che non conosceva.
    Si lasciò cadere a terra, seduta, e nel farlo alzò una nuvola di polvere che cominciò a danzare leggiadra e ipnotica davanti ai suoi occhi.
    Troppo, troppo difficile il destino che le era toccato in sorte, da sola non era in grado di percorrerlo.
    “Avrei bisogno...almeno di un aiuto.”
    Come sempre, era solo capace di mentire a se stessa e di approfittare della gentilezza del prossimo. Delle luci purissime esplosero attorno a lei, e i quattro spiriti che l'avevano accompagnata fino a quel momento apparvero al suo fianco, muti come sempre e altrettanto nobili, molto più nobili di lei.
    Tinji le poggiò una mano sulla spalla senza che ella dicesse nulla, in un silenzioso gesto di affetto. Senza pensarci, Shinan andò a cercare con la mano qualcuno, chiunque, e le sue dita si strinsero intorno a quelle sottili ed eteree di Shanzha, affondando in quella sua pelle fatta di acqua; ma anche se la donna era fredda e inconsistente, anche se non riusciva davvero a stringerla, poteva sentire il suo calore che non era quello corporeo, ma l'affetto e la cura che lei e tutti gli altri riversavano in quella povera bambina smarrita.
    Col il capo appoggiato sul caldo petto di Yaluo, gli occhi della Nesciens erano socchiusi, velati da un'ombra di consapevolezza. Quelle “cose” che erano intorno a lei...non erano i suoi veri amici, affatto. Si trattava solo di riproduzioni create dal suo potere, che affondava le radici nella solitudine che provava. Anche se era un calore fasullo, anche se non era capace di illudersi, quegli abbracci e quelle carezze erano ciò di cui aveva più bisogno al mondo. Chiedeva solo un attimo, un istante per poter affogare di nuovo la sua sofferenza nei meandri più profondi del suo animo. Nessuno avrebbe potuto giudicarla per questo.
     
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    Desolation


    E ogni cosa divenne desolazione.
    Di tutti gli individui malinconici e tristi che avevano plasmato il Deep Dive a immagine del loro essere, Shinan era indubbiamente tra i più speciali.
    Di una razza nuova e antica al tempo stesso, il Nesciens della Solitudine se ne stava lì, alla ricerca di una pace troppo lontana e irraggiungibile per lei, immersa in uno scenario che nulla aveva di idilliaco.
    Mai il luogo del sogno era divenuto così spoglio, ricolmo di uno strato di polvere che sembrava soffocare ogni gioia, ogni speranza di redenzione.
    Ma il Deep Dive non era luogo di felicità, o di riscatto; il Deep dive era il luogo di un inizio a sé stante, che ignorava ogni evento passato, per chiunque.
    Anche per il nesciens della Solitudine.


    Così tanto da fare…

    La Voce sembrò provenire da ogni e nessun luogo. Da ogni vicolo, da ogni tombino ostruito da polvere e ciottoli, da tutti i confini dell’orizzonte arrugginito.

    ... Così poco tempo… Fai con calma. La porta e ancora chiusa

    La definitiva risposta a tutti quei quesiti impliciti. Quella voce era esterna, a sé stante … unica. Qualcosa che Shinan non aveva mai nemmeno lontanamente sognato di immaginare.
    Il suo tono era indefinibile. Non solo veniva da ogni luogo, ma non era neanche univocamente identificabile: il tono femminile e maschile erano in essa fusi, distinti e uniti al tempo stesso.

    Parlami di te, fiore dell’Erica. Raccontami della desolazione del tuo animo che ha generato tutto questo.

    Un alito di vita tra i rantoli della disperazione

    Racconta, senza fretta. La porta è ancora chiusa

    Di nuovo quella frase, insistente; nella mente di Shinan, sembrò echeggiare decine e decine di volte.

    È ancora chiusa


    È ancora chiusa

    Non sarai tu ad aprirla



    Una nuova anima era giunta al deep dive. Un nuovo inizio, l'ennesimo.
    Eppure, come tutti, quell'inizio avrebbe potuto determinare l'inizio di una fine inaspettata.




    CITAZIONE
    Note: Ammetto che il post sia un filino “riciclato”, ma del resto sono quelle le cose da dire. Come per le altre quest iniziale da me già gestite, prometto di impegnarmi di più quando arriverà il Giudice. A te la palla e scusa per il ritardo^^

     
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  3. misterious detective
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    Il mondo in cui Shinan si trovava era distante dalla realtà. Forse era per quello che anche il dolore di poco prima, anche la vita che aveva attraversato i suoi occhi quando credeva di morire... sembravano così distanti in quel momento.
    Sì... distanti è la parola giusta.” pensò con espressione vacua, immersa nel petto di Yaluo. Sebbene il ricordo di ogni istante fosse ancora vivido nella sua memoria, gli avvenimenti di pochi secondi prima le parevano la vita di un altro, un sogno ormai concluso. Quel mondo, che aveva solo le sembianze di un posto a lei conosciuto, le dava una insolita sensazione di sicurezza, di quiete. Dopotutto, nessuno la obbligava a fare ritorno allla realtà là fuori, poteva ritornare la ragazzina di un tempo, dimenticarsi di esistere ed annullare se stessa, aspettare che la morte giungesse e, se non era in grado di morire in quella dimensione, almeno di scomparire, di perdere ogni coscienza di sé.
    Una pace del genere non era che un'illusione, una scelta che non aveva il coraggio, o forse la disperazione, necessari a compiere. Cihuai, Shanzha, Tinji, Yaluo... il loro ricordo aveva guidato ogni suo passo fino a quel momento, erano il pilastro su cui si fondava la sua esistenza, dimenticarsi di loro sarebbe stato uguale a dimenticarsi di essere Shinan e un risultato simile era tutt'altro che semplice, molto meno semplice di combattere e combattere, fino a raggiungere la propria fine.
    Però non aveva alcuna fretta. Non c'era bisogno che tornasse ad affrontare il mondo subito. Se il riposo fosse stato breve, non avrebbe potuto negarne il diritto al corpo.

    Così tanto da fare...

    Gli occhi solitari della ragazza si spalancarono all'improvviso. Lucenti di rosso scandagliarono lo spazio intorno a lei, mentre già ella si era distolta dall'abbraccio del suo spirito e, spaventata, cercava la fonte di quelle parole.

    ... Così poco tempo...

    Alle sue spalle c'era solo un muro di pietra, non un singolo angolo per nascondersi; eppure era da lì che proveniva la voce e non solo: le parole rimbombavano da sinistra e da destra, da sottoterra e dal cielo, da ogni anfratto ed ogni porta.
    Shinan era ancora più confusa: nessuno le si palesava, la voce sembrava regnare sul mondo che la circondava, come il suo dio.
    -Chi... chi sei tu? Dove ti trovi?- domande inutili, ma la ragazza era troppo tesa per rimanere in silenzio. Non comprendeva la situazione in cui si trovava, se affondare nella sua stessa solitudine fosse il destino che l'aveva attesa dopo la morte o se fosse ancora viva, tornata magicamente nel mondo che l'aveva vista nascere, un mondo di polvere e di gelo.
    -Così poco tempo...- ripetè quelle brevi parole che ancora risuonavano nella sua mente. Forse le aveva già sentite prima di allora, era come se un lontano ricordo si risvegliasse dentro di lei, memorie primordiali che non riusciva a collocare.

    Fai con calma. La porta è ancora chiusa.

    Kingdom Hearts. La conosceva, aveva raccolto ogni informazione che riguardasse quei misteriosi cancelli oltre i quali riposavano i cuori di ogni vivente. Era stata così vicina a raggiungerli, un tempo, e di nuovo non aspirava che di trovarli, per chiedere loro di esaudire il suo unico desiderio.
    Così poco tempo...” si disse, mordendosi il labbro roseo pensosa. “Charlotte.
    Alla donna Heartless rivolse il suo primo pensiero, il mostro che aveva tirato le stringhe della sua vita fino a quel momento. Non era solo lei a muoversi nell'ombra, tenebre ben più grandi erano in agguato. Tutti i mondi, l'intero Regno della Luce stava affrontando una nuova crisi, la ragazza lo aveva visto con i suoi occhi più volte, quando alzando lo sguardo verso il cielo notturno scopriva una stella spegnersi nell'oscurità. Eppure, nulla di tutto ciò aveva alcuna importanza per lei: non era stata capace di aiutare quattro persone, non aveva mai pensato di addossarsi le sorti di milioni di vite sulle sue spalle fragili. Di questo era convina, ma un'umanità che aveva scoperto attraverso il dolore provato sulla sua pelle le aveva impedito di diventare malvagia, di sacrificare ogni altra esistenza pur di realizzare il suo egoistico desiderio. Lo aveva già deciso tempo addietro: non era in grado di ferire nessuno, per questo di tutto il dolore provocato dalla sua missione se ne sarebbe fatta carico da sola, sarebbe stata l'unica artefice e l'unica vittima del suo destino.

    Parlami di te, fiore dell'Erica.

    Per questo motivo, se la voce sconosciuta davvero voleva saperlo, ella le avrebbe risposto. Quei suoni parevano giungere alla mente di Shinan senza esistere veramente, permeavano lo spazio intorno a lei e il suo spirito al contempo, era la sua stessa voce e la voce del mondo a spingerla a cercare dentro di sé la causa e il fine del suo vagare.
    La bambina abbassò il capo, portò la mano destra chiusa al petto laddove non vi era un cuore a battere e, deglutendo, versò una lacrima. Immergersi là dentro era doloroso, non era stata capace né aveva mai cercato di dimenticare ciò che era stato.
    -Shinan... non è il mio vero nome.- mormorò con una voce spezzata dalla tensione e dall'emozione. Non se ne curò, chiunque fosse l'essere a cui stava raccontando, era certa che l'avesse udita e, probabilmente, sapeva tutto quanto persino meglio di lei.
    -Come mi chiamavo non ha più nessuna importanza per me, nemmeno quello mi appartiene più. Mi è stato tolto tutto e... l'unica cosa che voglio e riprendermi ogni cosa.-
    Le sue spalle erano scosse da un tremito incontrollabile, il respiro della Nesciens era rapido, irregolare, la mano vicina al petto stringeva il suo vestito quasi convulsamente, come se volesse dilaniarsi il corpo e trovare al suo interno anche solo i resti di una risoluzione di cui aveva bisogno.

    La porta è ancora chiusa.

    Non ha importanza. Anche se ci volessero anni, anche se dovessi combattere per l'eternità io... Io..."

    Non sarai tu ad aprirla.

    Improvvisamente, il silenzio inghiottì ogni cosa, la testa della ragazz si svuotò di ogni pensiero e solo un vago resto di lucidità comunicava ancora vita dal suo corpo.
    -Co... come?- i suoi occhi erano spalancati, le iridi scarlatte fissavano il vuoto davanti a sé senza scorgere nulla, solo le parole senza aspetto continuavano a pulsare nella sua testa.
    -Ma io... Io devo...-
    Deglutì. Aveva capito, aveva capito benissimo cosa le stava dicendo. Aveva sempre saputo di essere debole tanto nel corpo quanto nel carattere, ma aveva perso se stessa lungo quel cammino, si era dedicata solo a quello. Non accettava di arrendersi.
    -Io ce la posso...CE LA DEVO FARE!- gridò con tutto il fiato che aveva in corpo. Abbassò i pugni, stretti come tenaglie, e gridò al cielo, alla divinità di quel luogo che si era rivelata sua nemica.
    -Io devo aprire quella porta! Anche se dovessi morire, anche se dovessi sacrificarmi... Non mi importa! Loro hanno già dato la vita per me, come potrei vivere senza essere pronta a fare lo stesso?!-
    Chissà se quel qualcuno era in grado di capirla, se possedeva un cuore che sfuggisse alla fredda logica, che avesse già conosciuto la disperazione di chi non ha nulla e, proprio per questo, la cui vita non ha alcun valore. Nel profondo, Shinan stessa era consapevole di stare solo sognando, che un simile obbiettivo era irrealizzabile per lei; ma aveva anche deciso che sarebbe voluta morire provandoci così da non avere rimpianti, così da poter risanare almeno in parte il debito che aveva verso i suoi compagni.
    -Nessuno può negarmi questo, NESSUNO!- battè un piede per terra, sollevando una nube di terra a polvere che si disperse placida e lenta. -Oppure... oppure dimmelo tu, cosa dovrei fare! Non sono capace di vivere da sola, né di morire da sola, quale altro scopo potrei darmi?-
    Era tormentata dal dolore e quello scatenava la sua ira. Non sapeva cosa odiasse, non di certo la Voce che le aveva presentato ciò che già lei sapeva essere vero. Non si era mai accettata, aveva maledetto il mondo e il suo destino... Charlotte, gli Heartless e perfino i suoi compagni che se n'erano andati per causa sua, ma non riusciva a comprendere cosa scatenasse tutta quel furore nel suo fragile corpo, tanto simile a quello di una bambola.

     
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    «Sleep Away»


    Un raggio di sole squarciò le nubi. Una luce calda, confortevole e delicata lambì le guance di Shinan, ancora solcate da una timida lacrima.
    L’atmosfera di mistero e di muta oppressione si dissolse; Shinan avrebbe potuto sentirli con chiarezza, i macigni dell’esaminatore e del Giudice che si frantumavano, alleggerendo il suo spirito: non era più la Voce a regnare sul Deep Dive.
    La luce si fece più calda, assumendo un tranquillo, rassicurante colore azzurrino.
    La Principessa discese tra quei flutti come discende un angelo. Dapprima un mero riflesso diafano tra le spire della luce, assunse progressivamente forma, i lineamenti sottili e delicati che ammiccavano a Shinan, gli arti aperti che accompagnavano la sua discesa di piuma abbandonata al vento.
    Toccò terra senza fare rumore, foglie d’estate, ad appena un paio di metri dalla giovane Nesciens, il suo aspetto ormai completamente riconoscibile.
    Teneva i capelli sciolti quel giorno, la Principessa; i lunghi e sinuosi fili d’argento le ricoprivano le spalle e la schiena, danzando al ritmo della brezza e di una melodia taciuta, nascosta nell’aria.
    Quando sorrise, i profondi occhi color del cielo colmi di gentilezza, la luce raggiunse il suo picco d’intensità; e poi lentamente, progressivamente, svanì, lasciando spazio ad un grigiore visibilmente meno tetro di quanto non fosse prima.
    «Dolce, dolce Shinan.»
    la sua voce aveva il suono dell’acqua che scorre, della dolce carezza di una madre
    «Come puoi far sì che ogni insinuazione sul tuo futuro, sui tuoi sogni, ti sconvolga così nel profondo?»
    Avanzò di un paio di passi, andando ad asciugarle, con il pollice niveo, la timida lacrima che le aveva rigato il viso così giovane, eppure così bello.
    «Non puoi essere una bambina per sempre, fiore dell’Erica. Non ci sarà sempre qualcuno a dirti cosa fare, qualcuno che possa ascoltare i tuoi lamenti, da cui ottenere un consiglio solo per aver sbattuto i piedi a terra.»
    Ritrasse la mano al fianco, pronunciando ulteriormente l’angelico sorriso.
    «Non tutti possono dire di aver visto questo posto, lo sai?»
    accompagnò le parole con un gesto della mano
    «Spiegarti cosa sia non è compito mio; in realtà, è impossibile dirlo con certezza. Ma cadresti in fallo nel credere che sia un luogo in cui i desideri si avverano, o in cui trovare facili consigli. Comprenderai meglio col tempo, di questo ne sono certa.»
    Si allontanò di un paio di passi, esibendosi in un’appena accennata riverenza, accompagnata dall’onnipresente, dolce sorriso.
    «Il mio nome è Evelyne, in ogni caso. Giudice e Principessa del Deep Dive.»
    Nel dirlo, la dolcezza si tinse di un pizzico d’orgoglio
    «E se tu potessi inginocchiarti, anche solo per cortesia, ne sarei deliziata. Dopodiché, potremmo passare a questioni di più urgente natura.»
    Ora c’era qualcosa di buio, nella voce della principessa; ma mai, mai il suo sorriso svanì.


    21divider


    CITAZIONE
    Note: Mi ero imposto di mandarti Joan, ma alla fine non ho resistito e ti ho mandato la mia Ev <3 Spero che la ruolata sia interessante e divertente per entrambi^^ Dal canto mio, nonostante il post non sia granché curato -né tanto meno lungo-, mi ha abbastanza soddisfatto; letto assieme alla canzone, poi, ritengo abbia un qualcosina di magico che non guasta affatto. A te la tastiera^^
     
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  5. misterious detective
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    Silenzio. Nemmeno quella voce che sembrava conoscere tutto, che pareva avere le risposte per le quali Shinan aveva versato lacrime e distrutto il suo corpo, nemmeno essa la sollevò dalle sue sofferenze. Alle sue domande, al pianto disperato della piccola non ci fu alcuna risposta, solo il sibilo del vento secco che si muoveva discreto nella sabbia e nella polvere di quel mondo onirico.
    Stupida io ad essermi illusa.
    Singhiozzò una sola volta. Non voleva compiangersi, non davanti allo sguardo indifferente di un'entità che non era in grado di comprenderla. Aveva accettato ormai che nessuno sarebbe stato disposto ad allungare la sua mano, a darle la spinta di cui aveva bisogno. Lei era troppo diversa, la sua sola esistenza spaventava gli altri; quei pochi capaci di avvicinarla era costretta ad allontanarli lei stessa, per paura dei legami che già una volta non era stata capace di difendere. Era contraddittorio, patetico, ma non era colpa sua, in fondo, se non riusciva a far chiarezza dentro di lei. Per quel motivo non voleva piangere davanti a quella voce, perché era stata lei una sciocca a cercare aiuto in quel modo, a supplicare risposte che nessuno le avrebbe mai dato.
    Eppure una luce discese dal cielo. Quel suo piccolo desiderio parve vedersi realizzato, un angelo dall'alto apparve e discese verso la terra. Il bagliore che lo accompagnava era caldo, un piacevole tepore che la avvolgeva completamente, quasi volesse andare a sfiorare le corde di quel cuore che non possedeva. E fu allora che il corpo etereo di quella creatura divina assunse forma, come se volesse gentilmente mostrarsi a lei, in un gesto di grazia.
    Shinan era rapita: lo spettacolo in sé era sovrannaturale e incantevole, la ragazza provava meraviglia e stupore. Per un istante si era dimenticata dei problemi che la assillavano, la sua totale attenzione rapita dalla donna che era venuta a porgerle visita. Con le braccia distese come ad invitarla in un abbraccio, una donna giunse davanti a lei, lungo il sentiero polveroso. I suoi piedi sfiorarono dolcemente la terra al di sotto; i gambali che indossava non provocarono il minimo rumore, per un momento Shinan si chiese se le leggi della fisica non fossero cambiate solo per non disturbare l'arrivo di quella stupenda creatura. I lunghi capelli d'argento erano seta adagiata sulle sue spalle lasciate scoperte da un abito elegante ma discreto, che sembrava adattarsi perfettamente alla sua figura.
    La giovane Nesciens arrossì lievemente; non per imbarazzo, ma perché si sorprese ad invidiare quella donna: i suoi movimenti aggraziati, la sua calma e regalità nell'avvicinarsi con lenti passi a lei, quella persona pareva elevarsi al di sopra del resto del mondo, irraggiungibile e sacra pareva immune ai problemi del mondo, trascendeva sia a gioia che la sofferenza e la bambina si sentiva ancora più piccola di fronte a lei. Non piangeva più, ma il suo viso era sporco e arrossato, i segni della sua tristezza non potevano essere lavati via così facilmente.
    Nemmeno quello poteva fermare la ragazza.
    Quella fissava con i suoi profondi occhi color del cielo la pietosa figura di Shinan. Cominciò a camminare, ma mentre si avvicinava all'altra le rivolgeva parole dure. Il loro suono era dolce e affabile, la sua voce calma e materna, ma quell'unica domanda che le porse era troppo pesante da poter essere sorretta per la Nesciens.
    Ella infatti comprendeva bene il significato che aveva una simile debolezza di carattere, riconosceva le conseguenze e i rischi alle quali la sua debolezza di spirito e la sua emotività la esponevano costantemente. Però... il futuro le era stato tolto da tempo, o forse lei stessa lo aveva abbandonato, e questo per rintanarsi in un passato ormai troppo distante, ma che era tutto per lei. Di sogni poi non ne aveva che uno, il pilastro intorno al quale ruotava la sua esistenza, ma quella voce aveva creato in essa un'enorme crepa, tanto profonda da scuoterne le fondamenta. Davanti ad una simile minaccia, Shinan non aveva retto.
    -È solo che... ecco...- avrebbe voluto provare ad esprimere quel concetto a parole, avrebbe voluto che la donna potesse capire come si sentiva, l'uragano di sentimenti che non le dava pace, ma alla fine non ne era capace; anzi, temeva che ogni cosa avesse detto avrebbe suonato solamente come giustificazione.
    -Vorrei che capissi come mi sento... perché nemmeno io ci riesco.- Ammise solo. Chinò il capo, il “coraggio” di affrontare quegli occhi azzurro ghiaccio le era mancato, si sentiva nuda di fronte a quello sguardo gentile e pietoso.
    Fu in quel momento che sentì un tocco sul suo viso. Nonostante la polvere rigasse le sue guance e le lacrime avessero lasciato un segno scuro su di lei, l'angelo disceso dal cielo le asciugò il viso con il suo pollice. Il suo tocco era soffice e caldo, bastò quello perché le emozioni imbottigliate dentro alla bambina si gonfiassero, minacciando di esplodere.
    La piccola deglutì, tentò di reprimere tutto ciò, di non mostrarle anche quello.
    -Non puoi essere una bambina per sempre, fiore dell'Erica. Non ci sarà sempre qualcuno a dirti cosa fare, qualcuno che possa ascoltare i tuoi lamenti, da cui ottenere un consiglio solo per aver sbattuto i piedi a terra.-
    Lo so, lo so!
    Lo capiva bene, ma non poteva smettere di supplicare, di cercare aiuto dalle ombre illusorie che lei stessa si creava. Anche se non era giusto, lei non era capace di crescere, o forse diventare grande la spaventava e per questo aveva bisogno di qualcuno.
    Non aveva forse diritto di essere bambina ancora per un po'? Cosa le aveva dato la vita? Era nata senza genitori, le uniche figure autoritarie che aveva avuto erano morte davanti ai suoi occhi, era una pecorella smarrita nata con una ruvida lana nera, privata della possibilità di trovare un posto in mezzo a tutti gli altri. Era allora sbagliato che fosse una bambina egoista ancora per un po'?
    Shinan avrebbe voluto piangere, avrebbe voluto buttarsi al petto della ragazza, abbracciarla e trovare conforto, fingere anche per un solo momento di poter trovare la pace nel candido petto di quella sconosciuta... quel miraggio le sarebbe bastato.
    Però deglutì, inspirò profondamente e non fece nulla. Sapeva che l'altra non lo avrebbe gradito. Lei stessa lo rese evidente con le sue parole. Il suo compito non era aiutarla, né essere il suo sostegno. Nulla di ciò che cercava la attendeva in quel luogo, anche se avrebbe comunque guadagnato qualcosa alla fine. Non aveva idea di come avrebbe dovuto sentirsi ad una simile notizia.
    -Il mio nome è Evelyne, in ogni caso. Giudice e Principessa del Deep Dive.-
    La verità si era dipanata a lei. Non aveva idea di cosa significasse Deep Dive, ma il suo ruolo non poteva essere più chiaro. Shinan non sapeva di che cosa l'altra fosse la giudice, ma di certo ad essere giudicata sarebbe stata la bambina. La Nesciens della solitudine socchiuse gli occhi, scacciando la paura. Non si era mai sentita all'altezza in nulla, perché in primo luogo non era all'altezza di esistere, ma anche solo quella volta... avrebbe voluto non deludere Evelyne.
    -E se tu potessi inginocchiarti, anche solo per cortesia, ne sarei deliziata.-
    La giovane rimase in silenzio. Ancora teneva lo sguardo fisso ai suoi piedi, vinta dalla sola presenza della Principessa. Strinse i pugni, pensando un'altra volta a quelle parole che tanto l'avevano colpita.
    Mi basta così...
    Le sue gambe tremavano e lei si sentiva dannatamente impacciata. Nonostante tutto inarcò la schiena, quindi appoggiò un ginocchio a terra, portando poi l'altra gamba un po' più avanti, e non per un secondo osò alzare gli occhi alla Principessa. Non una volta, prima di essere in quella posizione.
    -Perdonami, perdonami Evelyne.- la sua triste voce ancora una volta tradiva i suoi sentimenti, ma aveva trovato la fermezza necessaria da parlare chiaramente, senza nemmeno ricordarsi del modo di rivolgersi consono ad una nobile figura come la ragazza. -Io... io non posso diventare grande come mi hai detto tu, non ancora. Sono troppo debole, troppo fragile... non sono in grado di crescere. Però... però anche così quello voglio diventare più forte, anche se rimarrò una bambina voglio realizzare il mio sogno. Per cui, se è questo il tuo compito, ti scongiuro, insegnami come posso fare. Insegnami come ottenere la forza per conquistare i miei sogni... <i>da sola
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    A quelle parole infantili, quasi imploranti,
    Evelyne mosse appena le labbra, chiudendo gli occhi in un’espressione di regale gentilezza.
    Povera, povera piccola. Essere un Nesciens non doveva essere per nulla facile:
    depredata di ogni sogno genuino, chissà quali fossero davvero gli obiettivi di quella triste anima in pena.
    La Voce lo sapeva, il Deep dive lo sapeva.
    E avevano deciso di mandare lei per indicarle la via; per giudicarla.
    Ma cosa poteva mai fare una principessa, per un fiore così triste, così in bilico sull’orlo della rovina?
    Sospirò appena.
    «Spiegare, dolce Shinan, è una parola fin troppo accomodante. »
    Le tornò in mente quel ragazzino, Grad: lui, nella sua malata innocenza,
    non voleva altro che la principessa diventasse sua amica.
    E Shinan, nella sua richiesta di appoggio, di spiegazione, stava inconsciamente facendo lo stesso.
    Ma lei era la principessa: non un’amica, non una spalla; ma una madre, gentile e severa.
    La sua via era quella del Giudice.
    «Ognuno a questo mondo ha la sua via.»
    Continuò, pacata e sorridente,
    abbassandosi di quel poco che bastava perché i loro volti fossero alla stessa altezza.
    Le recava dolore non poterla aiutare come qualsiasi essere umano avrebbe fatto;
    ma non era il Deep Dive il posto in cui cercare aiuto.
    L’aiuto, lì, lo si doveva guadagnare.
    «Potremmo spendere fiumi da parole, ma alla fine, starà a te tracciare quella via. Io…»
    Riacquistò la posizione eretta, il sorriso che lentamente scemava.
    Arretrò di qualche passo.
    «Io non devo, non posso consigliarti. Mi hai sentita, prima:
    Io sono una Giudice.
    »
    Un gesto secco della mano ed Eanil, la lancia magica, comparve nella sua mano destra.
    «La mia morale è nascosta nel giudizio. Mi dispiace, mio piccolo fiore.
    La tua vita dovrà sopportare un’altra battaglia.
    »
    Non c’era entusiasmo, in quelle parole.
    Il combattimento non era cosa da Principesse.


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    CITAZIONE
    Note: Non metto ancora lo specchietto, non ne vedo la necessità. Sai dove trovarmi se vuoi chiarimenti^^
     
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    Il destino era, come sempre, crudele con la piccola Shinan. Nel Deep Dive aveva trovato una figura in grado di comprendere il suo dolore, che poteva esserle vicina anche se il destino della Nesciens era di essere allontanata dal resto del mondo, di trascorrere una vita priva di affetti, perché ad accompagnarla era sempre stato il dolore. Era come se Evelyne avesse visto dentro di lei il germe che divorava ogni cosa a cui la bambina si avvicinasse, lasciandola inesorabilmente sola; da pochi minuti si erano incontrate e già ella riusciva a leggerle dentro, Shinan sarebbe stata pronta ad allungare la mano verso quell'unica figura materna che, in quel momento di sconforto, significava la differenza tra il procedere dritta lungo il sentiero che aveva scelto o crollare, cedere all'oblio che avvolgeva il suo spirito con fredde spire. Eppure, quella figura materna non poteva fare nulla per lei, lo stesso destino che le aveva portate così vicine impediva che potessero veramente interagire tra di loro, facendosi beffe della povera Nesciens tanto bisognosa d'aiuto.
    -Ognuno a questo mondo ha la sua via.-
    Evelyne parlò chiaramente, cercando di essere dolce e comprensiva nei suoi confronti, ma senza disfarsi di quel suono regale e imperativo che aveva sempre la sua voce, come se essa potesse emettere solamente sentenze incontestabili e certe. La giovane non riusciva comunque a crederci fino in fondo, perché lei non aveva più chiaro cosa dovesse fare a quel mondo. Poco tempo prima era caduta sconfitta, aveva assaggiato di nuovo la polvere, non aveva visto che la ombra del suo nemico più grande; era stata vittima di una disperazione profonda e, per un momento, aveva creduto che non tutto fosse finito, quando la nobile figura della principessa era discesa per posare la sua grazia sulla bambina. In quel momento, però, nessun aiuto le era conocesso, ma un'altra prova si stagliava sul suo cammino, un nuovo ostacolo a porsi tra lei e il suo sogno. Forse non era quella la strada che doveva percorrere, forse quelle parole stavano a significare che avrebbe dovuto dimenticare il passato e trovare un nuovo motivo di vita.
    Ragionò in silenzio su quelle parole. Fin dall'inizio quale scopo aveva avuto la sua esistenza? L'unica risposta che aveva trovato in passato era stata essere utile a chi l'aveva salvata, ma persa anche quell'unica nobile ragione di vivere aveva deciso di portare a termine da sola ciò che avevano iniziato insieme, questa volta solo per il suo egoismo.
    Abbassò lo sguardo, fissò il terreno secco e giallastro senza sapere cosa rispondere alle parole della Giudice. Strinse le sue piccole mani in forti pugni, tanto che le sue unghie arrossavano i palmi lisci. Le sue gambe, nascoste dall'ampia gonna di veli, tremavano per un sentimento che Shinan non sapeva spiegarsi. Continuò a pensare e a pensare, strinse gli occhi e digrignò i denti, cercanndo di trovare ciò che stava cercando. Niente, vuoto assoluto. Aveva troppa paura di ricominciare da capo, era certa che avrebbe finito per rivivere le stesse esperienze, per permettere che l'oscurità di cui è vittima il mondo e che dimora in lei di portarle via un'altra volta tutto il suo mondo. Porre fine alla sua esistenza non lo aveva nemmeno considerato, aveva già capito di non esserne capace, di essere troppo legata a quel mondo dal rimpianto per commettere un gesto tanto estremo. La strada più semplice era quella di fronte a lei, doveva solamente trovare la forza per guardare avanti.
    -Tu... credi che anche io possa essere forte?-
    Una lacrima solcò il viso fanciullesco dell'erica. Ella dischiuse i pugni e si coprì il viso con una delle mani, nascondendo quel pietoso spettacolo. Rialzò la testa e, con un ampio movimento, gettò indietro i capelli simili a bionda seta. Le sue iridi scarlatte sembravano agitarsi e perdere forma nell'umido delle lacrime che ancora erano accumulate intorno ad esse, il volto della ragazza era paonazzo. Eppure vi era una nuova decisione su di esso: non era impavido, perché ella provava ancora paura, pensava comunque di non avere molte possibilità; questo, però, non le impediva di provare fino all'ultimo, arrivare a sacrificare se stessa per ottenere ciò che desiderava.
    -Se voglio tracciare la mia strada, allora devo essere abbastanza forte da superare ogni ostacolo che la interrompe, non è così?- la sua voce tremava un poco, ma Shinan non lasciò che nemmeno per un momento la paura di fallire avesse la meglio sulla sua determinazione, né intendeva permettere che Evelyne rimanesse delusa da lei.
    Un'aura cupa l'avvolse, sembrava che l'aria intorno a lei ribollisse. Era come se il buio che attanagliava il suo animo fuoriuscisse incontrollato, ma trasmetteva un leggero torpore, le spire nere che la circondavano erano completamente sottomesse al suo controllo. Tutto convogliò in un un'unica figura che prese forma di fronte a lei: un uomo alto, scolpito nella roccia imperfetta. Il suo sguardo era spento, ma si ergeva fiero come a fare scudo alla sua padrona. La pietra che lo formava era lucida e scura come ardesia, il potere dell'oscurità fluiva all'interno del suo corpo, gli dava nuovo potere.
    Silenziosamente, lo spirito avrebbe posato le mani sul terreno, senza indugiare un solo istante e l'unico segnale del suo attacco sarebbero state le vibrazioni che, per un istante, sarebbero state visibili propagarsi dalle sue braccia al terreno sul quale si ergevano sia Shinan che la sua rivale. La ragazza conosceva bene la propria tecnica, quindi divaricò le gambe pronta a mantenere l'equilibrio. Evelyne, invece, sarebbe stata probabilmente colta di sorpresa quando, rispondendo al piccolo sisma causato da Cihuai, il terreno sotto i loro piedi fosse stato percorso da numerose crepe fosse sprofondato frantumandosi, creando un dislivello di una ventina di centimetri, come una conca perfettamente circolare formata al centro della strada. Con un raggio di tre metri, le case ai lati della via si erano salvate per poco, dato che il campo di battaglia non era molto più largo.
    Shinan non avrebbe distolto gli occhi dalla nemica, pronta ad interrompere la sua azione se Evelyne avesse reagito più velocemente di quanto la Nesciens si fosse aspettata. Se invece, come sperava, la Giudice fosse stata colta impreparata dalla sua offensiva, mentre il suo spirito portava a termine il primo attacco, avrebbe già evocato il secondo. Una forte brezza avrebbe scosso il suo vestito, avvolgendola come una cappa, e lo spirito di Tinji, splendente come un diamante, ma di luce scura, le apparve alle spalle, per poi cingerla con le sue braccia. Un forte turbine si generò attorno a lei, pareva catturare tutta la luce che la circondava, schermandola da ogni pericolo che il mondo serbava per lei. Questa volta, però, non si sarebbe fatta proteggere da lui, né da nessun altro. Il potere che le conferivano i legami instaurati con i suoi vecchi amici le avrebbero permesso di mostrarsi degna agli occhi della giudice, non avrebbe accettato un risultato differente. E allora, mentre ormai il terreno sotto ai suoi piedi si stava stabilendo, se avesse valutato di non correre rischi affrontando la lancia della nemica (che sarebbe dovuta essere rimasta scoperta dopo l'attacco dello spirito della terra), sguainato il proprio pugnale si sarebbe lanciata in avanti, facendo pieno uso del potere del vento che imperversava dentro e intorno a lei. Rapida come una freccia avrebbe percorso in un singolo istante la distanza di tre metri a malapena che la separava da Evelyne e, con il pugnale stretto fra le mani, avrebbe tentato di centrarla con quella carica, tenendo la sua arma bianca ben stretta di fronte a sé affinché fosse la lama la prima ad entrare in contatto con il suo corpo, arpionandola efficacemente.
    -Voglio conquistare quella forza di cui ho bisogno!- avrebbe gridato mentre portava avanti il proprio attacco. -Per questo farò tutto ciò che posso per sconfiggerti! Non avere pietà con me, Evelyne!-


    Status Fisico: indenne
    Status Psicologico: non è certa di vincere (anzi, è un po' spaventata), ma è decisa ad impegnarsi fino in fondo per soddisfare Evelyne come giudice
    MP: 100 - 16 - 8 = 76%
    Equipaggiamento: Rosa Canina (pugnale) - Bocciolo (armatura - bassa protezione a busto e stomaco, schiena e spalle)
    Abilità utilizzate:
    Fiore delle Tenebre
    Nonostante il suo desiderio di lottare contro le tenebre più buie, di cui gli Heartless sono emissari, il cuore di Shinan è governato da un senso di solitudine e tristezza che ha reso debole la sua volontà, soggetta agli stimoli della luce e della stessa Oscurità che vorrebbe estirpare. Per questo motivo, inconsciamente, nei suoi attacchi si può riversare il potere oscuro che, prevalendo dentro di lei nella battaglia tra Luce e Buio, dona ai suoi incantesimi le proprietà delle tenebre, con cui causa danni di tale elemento.
    [Passiva Inferiore - Bianco o Nero]

    Tulipano Invincibile
    E' la tecnica che, insieme al suo antico amore, evoca i poteri della terra. Cihuai comparirà non molto distante da lei, massimo ad un metro, e potrà muoversi liberamente fino ad allontanarsi di 6 metri in linea retta e scompare al termine del turno in cui è stato evocato. Muovendosi rapidamente, può andare ad appoggiare entrambi i palmi delle mani su di una superficie qualsiasi: attraverso di essi, rilascerà potenti vibrazioni, simili a quelle di un terremoto, concentrate in un'area di 6 metri di diametro. Le vibrazioni saranno sufficientemente potenti da provocare danni su qualsiasi tipo di superficie, proporzionalmente alla resistenza del materiale, provocando conseguenze differenti in base alla situazione. Se questo potere viene utilizzato su una persona, l'unico effetto visibile è una possente spinta tale da farlo volare all'indietro per diversi metri.
    [Tecnica Magica - Consumo Medio - Istantanea]

    Coreopsis Tempestoso
    Tinji appare accanto a lei e, abbracciandola, la pervade del potere del vento. Turbini le appariranno attorno, roteando come un ciclone attorno a lei che ne è il centro. Tali correnti la renderanno come una freccia umana, permettendole un unico scatto di lunghezza massima 8 metri. Entro questa distanza, che percorrerà con la velocità propria di una freccia in pochi istanti, il rivestimento d'aria che la ricopre sarà semisolido, rendendola capace di colpire il nemico con lievi danni da contusione come se lo attaccasse con una potente testata. Insieme allo scatto si dissolve anche il vento e la tecnica ha fine.
    [Tecnica Magica - Consumo Basso - Istantanea]

    Note: breve spiegazione di alcune mie scelte. Anzitutto, l'abilità Fiore delle Tenebre l'ho utilizzata principalmente a scopo descrittivo (anche quel potere deriva dalla sua disperazione interiore, quindi lo incanala nelle sue abilità perché ha deciso di fare tutto quanto in suo potere). Ho detto che Evelyne è a circa due metri di distanza da Shinan perché, da quando le aveva asciugato le lacrime, avevi detto che si allontanava solamente di "un paio di passi" e poi, nel tuo ultimo post, "arretra di qualche passo". Considerando che lo ha fatto senza voltare le spalle a Shinan, ho pensato che 3 metri fossero una misura adatta alla situazione, che ho chiaramente deciso un po' a mio favore :asd: infine, per quanto riguarda la tecnica di terra, la gittata è quella massima utilizzata nel terreno. Dato che le onde si disperdono nel terreno, ho considerato che la loro forza sia stata in parte ridotta, dato che non si tratta solo di una parete o qualcosa con un dato spessore. Sapendo come funziona la tecnica, e non essendo colpita direttamente, ho fatto in modo che Shinan riuscisse a mantenersi in piedi nonostante la tecnica, data la vicinanza con la sua avversaria, abbia "coinvolto" anche lei. Bon, spero sia tutto sensato e apprezzabile ^^
     
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    Quando la vide piangere un’altra di quelle sue lacrime sottili, Evelyne distolse lo sguardo.
    Ora più che mai era determinata ad eseguire il suo dovere;
    ma dover guardare negli occhi quella bambina mentre realizzava che l’aiuto le era di nuovo stato negato,
    quello era troppo, troppo anche per lei.
    Eppure, nelle sue parole, c’era qualcosa di diverso.
    « Se voglio tracciare la mia strada, allora devo essere abbastanza forte da superare ogni ostacolo che la interrompe, non è così? »
    Evelyne tenne lo sguardo fisso a terra; Shinan aveva finalmente capito,
    ma ciò non faceva altro che accelerare la venuta di eventi inevitabili.
    Avrebbe voluto dirle che sì, aveva ragione. Rassicurarla con un sorriso, prima di attaccarla.
    Ma vuoi per uno scherzo o un favore del destino, l’erica si mosse prima di lei.
    La principessa fece appena in tempo ad alzare lo sguardo, che Shinan si era ricoperta di un’aura color notte.
    “Un Nesciens ha anche questa, di maledizione. Tremendamente in bilico tra luce e oscurità”
    Sospirò, “Non farti soggiogare dalle tue stesse emozioni, bambina mia”.
    Poi arrivò il primo mostro: imponente, composto di roccia e oscurità,
    fece istintivamente arretrare Evelyne di qualche passo veloce.
    La principessa non si era portata nemmeno a una distanza di sei metri,
    che l’insolita creatura colpì il terreno, facendo rimbombare tutto il Deep Dive.
    Crepe percorsero l’asfalto ad una velocità troppo veloce per i suoi riflessi,
    facendolo cedere proprio sotto i suoi piedi.
    Evelyne, sorpresa, perse l’equilibrio e cadde all’indietro,
    riuscendo però a fermare la caduta con la mano sinistra.
    Ma Shinan non aveva perso tempo.
    Evocato un altro essere, stavolta composto dell’essenza stessa del vento,
    si accingeva a lanciarsi verso di lei, pugnale sguainato.
    « Voglio conquistare quella forza di cui ho bisogno!»
    la sentì gridare, in un misto tra disperazione e rinnovato vigore.
    «Per questo farò tutto ciò che posso per sconfiggerti! Non avere pietà con me, Evelyne!»
    Avrebbe voluto il tempo per sentirsi orgogliosa di lei, ma Shinan non gliene diede.
    Partì immediatamente all’attacco, supportata dal vento che quello spirito le donava,
    il pugnale teso avanti a lei.
    Evelyne reagì d’istinto: tenendosi nella precaria posizione d’equilibrio,
    frappose faticosamente Eanil tra lei e la sua avversaria, con il solo ausilio della mano destra.
    In condizioni normali, ad una mano e in quella posizione,
    nessun bastone avrebbe potuto parare un simile assalto.
    Ma Eanil era speciale. Il cristallo sulla punta s’illuminò di una luce intensa.
    E quando solo un paio di centimetri separavano il cristallo dal pugnale,
    tutta la forza e la velocità dell’assalto di Shinan svanirono, assieme al vento che la ricopriva.
    Evelyne si concesse un sorriso di sollievo:
    l’attacco era stato ben congegnato, ma Eanil l’aveva salvata ancora una volta.
    Ora Shinan era lì, il pugnale a contatto col cristallo,
    come se nessuna forza fosse stata messa in quell’assalto.
    Stavolta fu la principessa a non perdere tempo.
    Un semplice comando mentale, e il cristallo si illuminò di nuovo,
    prendendo istantaneamente la forma di un tridente.
    Fulminea, la Giudice intrappolò il pugnale in mezzo a due dei denti dell’arma e,
    con un movimento rotatorio verso il basso,
    una volta che il pugnale fosse rimasto “incastrato”, cercò di disarmare l’erica.
    Ma non si sarebbe fermata lì:
    a prescindere se il pugnale fosse o meno volato via dalla mano della sua avversaria,
    una volta effettuato il movimento,
    la punta del bastone avrebbe dovuto trovarsi all’incirca diretta verso il ginocchio di Shinan.
    In quel momento, Eanil si sarebbe illuminato per la terza volta,
    sparando all’istante un fulmine di pura energia magica verso le gambe della bambina.
    Oramai, qualsiasi pensiero della madre era svanito.
    Suo malgrado, ora non era altro che un Giudice.


    21divider


    png
    Evelyne

    »Stato fisico: ottimale.
    »Stato psicologico: determinata.
    »Potere Magico: 58%

    »Equipaggiamento - Eanil- Eanil è una lancia, una lancia assai particolare. Composta di un cilindro stretto e continuo per tutta la parte centrale, presenta una decorazione conica in fondo e un grande, luminoso cristallo ottaedrico sulla cima. Estremamente leggera e maneggevole a dispetto delle dimensioni, è composta di un materiale sconosciuto ai mortali, un metallo nero incredibilmente leggero eppure praticamente indistruttibile, in grado di assorbire le più potenti offensive senza subire il minimo graffio (passiva Normale). Ma è il cristallo sulla cima la vera particolarità di quest'incredibile arma: composto di più varietà di blu, pulsa continuamente di un'energia primordiale, la stessa magia che permea e forma il corpo di Evelyne. E da esso, la principessa trae la sua forza, la sua fonte di potere. Come tale, non può permettersi di perderlo, o non sarebbe più in grado di lanciare alcun attacco magico (passiva di malus): e dunque, così come un custode del Keyblade, a Evelyne basterà stendere la mano e, ovunque essa si trovi, Eanil tornerà da lei (attiva a costo nullo). Del resto, Eanil è anche e soprattutto ciò che la protegge, dalla magia in primis: quando infatti Evelyne verrà attaccata da una qualsiasi abilità magica, le basterà stendere lo scettro inanzi a sé e, se l'offensiva non risulta troppo potente, il cristallo la assorbirà totalmente, disperdendola (abilità difensiva a costo alto). Ma la lancia non è solo un contenitore di magia, uno scettro; anzi, può rivelarsi una tra le armi ravvicinate più letali. Non che Evelyne sia molto avvezza al combattimento ravvicinato, è ovvio; ma in un certo senso questa proprietà di Eanil serve proprio a venire incontro a questa sua mancanza: con un semplice pensiero, infatti, il cristallo sulla punta di Ealin diverrà la punta di qualsiasi arma la ragazza conosca, sia essa la punta di una lancia, di una spada, o una semplice forma sferica che miri a far male senza tagliare (attiva a costo basso).
    Nel complesso, l'arma è lunga un metro e sessantacinque.


    »Abilità passive:
    A princess doesn't bleed- Una principessa non sanguina. Sia perché il suo sangue è fin troppo prezioso per andare sprecato a terra, sia perché sarebbe estremamente indecoroso. E dunque, per ovviare a questo suo desiderio, la magia del Deep Dive le ha fatto un grande dono: quando infatti, per qualche motivo, Evelyne verrà tagliata, dal suo corpo non uscirà sangue, ma un caldo, rassicurante liquido luminoso; tale liquido -con tempi differenti a seconda dell'entità della ferita- agirà immediatamente come sostanza ricostituente, riuscendo, in tempi molto lunghi, anche a rimarginarle arti o ferite molto profonde. In un certo senso, ciò la rende praticamente immortale: anche se, ad esempio, un avversario riuscisse fortuitamente a tagliarle la testa, la sua figura scomparirebbe, andandosi a riformare, col tempo, più regale e luminosa di prima. Tale Passiva ha natura magica. (Passiva Superiore).

    A princess doesn't complain- Una principessa non si lamenta, mai. Sia ella stanca, affamata o ferita, non c'è modo che possa emettere una sola parola o gesto di fastidio. In termini pratici, tale caratteristica permette ad Evelyne di non perdere mai -di fronte a ferite fisiche, magiche o mentali che siano- la sua disarmante compostezza. Anche avesse un braccio mozzato o fosse vittima di una tremenda illusione, all'avversario la candida giovane apparirà come sempre: sorridente, composta, regale. Ciò non comporta ovviamente che sia immune ai danni: la principessa proverà dolore esattamente come una persona normale, e sarà fiaccata e penalizzata di conseguenza. (Passiva Normale).

    »Abilità attive:
    -Magic Bolt- Una battaglia non si vince solo con la difesa e la compostezza. Così Evelyne, sebbene restia, ha sviluppato anche delle semplici, seppure efficaci, magie d'attacco. La prima consiste in una sorta di fulmine bluastro -non composto di semplice elettricità, ma di magia grezza allo stato puro- generabile sia dalla mano sia dal cristallo di Eanil, che viaggerà in linea retta verso il bersaglio, dissipandosi dopo una decina di metri se non andato a segno. Se l'avversario venisse investito in pieno dal fulmine subirebbe un danno di partenza medio, danno privo di elemento; oltre a ciò, comunque, la forza prorompente del fulmine potrebbe anche sbalzare all'indietro il bersaglio qualora avesse un basso parametro in Corpo. Il danno è invece puramente magico. (Consumo medio)
    -Le due sottolineate nella descrizione di Eanil.

    Corpo: 40 | Essenza: 95 | Mente: 55 | Velocità: 65 | Destrezza: 75



    Note: Qualche spiegazione direi sia d'obbligo. Fondamentalmente, Evelyne cade "di culo" per via della tua abilità, ma riesce a riprendersi con la mano sinistra e a frapporre Eanil tra te e lei con la sola mano destra. Anziché basare la parata sulla forza fisica però, attiva la difensiva a costo alto di Eanil, assorbendo sia il tuo assalto sia la velocità consentita dalla tua abilità. Quando dunque il pugnale arriva a contatto col cristallo, è come se non avesse forza alcune, e Evelyne ne approfitta per trasformare l'arma in tridente, intrappolare l'arma tra le sue spire e cercare di disarmarti con un movimento secco da sinistra a destra e dall'alto verso il basso. Nel frattempo, ovviamente, ha impugnato di nuovo l'arma a due mani. Dato che però sono un giudice e posso permettermi di osare ( ), al termine del movimento di sparo anche un magic bolt al ginocchio. Odiami pure ùwù
     
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  9. misterious detective
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    Avvenne mentre combatteva, mentre metteva alla prova le sue capacità. Fu mentre lottava sfruttando ogni stilla di potere racchiusa nel suo corpo, che Shinan realizzò per la prima volta cosa fosse il dolore. Era strano che un simile pensiero fosse nato dentro di lei durante la confusione e la frenesia della battaglia, come se fosse del tutto normale. Solo una piccola parte della sua mente era ancora libera di vagare, libera di cercare dentro di lei sentimenti nuovi, sensazioni che il suo corpo non aveva mai provato prima. Eppure, per quanto piccola, quella minuscola frazione di se stessa aveva realizzato una verità che ferì Shinan più di quanto avrebbe potuto fare la lancia di Eveline, che generò in lei un nuovo senso di colpa. In quegli anni, la Nesciens aveva sofferto molto, si era fatta carico di un peso enorme, quello del rimorso e dei ricordi, ma tutti i suoi pianti in solitudine, tutti i suoi tormenti erano poi poca cosa. Ancora ricordava ogni dettaglio della sua vita con Cihuai e gli altri; quegli anni erano stati come un lontano sogno, una realtà onirica che aveva vissuto tanto tempo prima, ma che non era più in grado di raggiungere. Era ancora viva in lei la memoria della loro forza di volontà, del coraggio con cui avevano affrontato le loro disgrazie. A quei tempi, la ragazzina che era pronta a morire di fame in mezzo ad una strada, senza un vero scopo nell'esistenza, era rimasta ammirata dalla loro fermezza, aveva trovato un modello in loro, li aveva adorati ed amati e per questo si era unita a loro, per questo ne aveva condiviso gli ideali. La vecchia Shinan non aveva mai avuto uno scopo, era nata senza alcun legame con il mondo, né sogno o desiderio alcuno: era un filo d'erba perso in un campo di fiori. Avventurandosi con loro tra i mondi, aveva scoperto la felicità di essere utile a qualcuno, aveva trovato lo scopo della sua esistenza nel servire qualcuno che amava. In fondo, era rimasta vuota come prima; davanti alla morte di tutti i suoi compagni lo aveva capito e tanto amaramente aveva pianto.
    Proprio perdendo tutto, però, aveva trovato ciò che per tutta la sua esistenza aveva bramato, qualcosa che desse un senso al suo errare. Era buffo, così a lungo si era interrogata su quale destino volesse per se stessa e quando, finalmente, lo aveva scoperto, aveva cominciato a rimpiangere il passato.
    Ma qualcosa era cambiato.
    Aveva imparato. Tramite la sofferenza, attraverso tutto il dolore che aveva sopportato, Evelyne le aveva insegnato qualcosa, con le sue parole aveva innaffiato quel minuscolo filo d'erba, e un bocciolo era nato, un bocciolò che si era trasformato in un fiore belissimo, il fiore dell'erica.
    Sì, Shinan era cresciuta: ancora malediceva il fato toccatole in sorte, quell'odio che portava dentro verso se stessa non poteva essere soffocato così facilmente. Ma aveva imparato che la sofferenza che aveva provato non era sterile, tutto quel dolore aveva un senso. La solitudine aveva risvegliato i suoi poteri, la solitudine aveva reso ferrea la sua volontà. Se la serbava dentro di sé, se la impugnava come un'arma... allora non sarebbe mai crollata, né le tenebre più profonde né la luce più accecante l'avrebbero mai vinta!
    “Dopotutto, cosa sarà mai quello che ho provato? Che valore possono mai avere alcuni anni da sola? Ciuhai e gli altri, loro... loro hanno perso il loro mondo, le loro famiglie e tutti quelli che erano loro preziosi. Loro hanno lottato a lungo, molto più a lungo di me, tutti questi sforzi per nulla!”
    Il suo turbine si spense all'improvviso, proprio quando Shinan credette di aver colpito Evelyne. Con brillanti scintille di ferro, la sua Rosa Canina aveva danzato con l'Eanil della giudice. Ancora sospesa a mezz'aria, senza più il vento a sostenerla cadde a terra, il pugnale le sfuggì subito, quasi senza il bisogno che la donna muovesse il volto per disarmarla con un rapido movimento, e la lama tintinnò cupa nel terreno, scivolando ad un metro da lei.
    Crollando a terra, Shinan provò a porre impacciatamente le mani di fronte a sé, nel tentativo dettato dall'istinto di proteggersi il volto. Non le servì ad attutire la caduta, ma trovò invece i piedi di Evelyne, appena davanti a lei.
    Si morse un labbro, serrò gli occhi con forza, come a cancellare ogni esitazione, ogn idebolezza che potesse porsi tra lei e la vittoria. Cercò di stringere, la Nesciens avrebbe stretto in una morsa, affidandosi a tutta la sua disperazione, la caviglia di Evelyne, non avrebbe permesso in alcun modo che la nemica le sfuggisse, mai e poi mai!
    Lo sentì, sapeva che sarebbe arrivato qualcosa. Non seppe cosa fosse, era come un turbine di energia pura, un'esplosione di fiamme che le aveva attraversato il corpo. Prima smise di percepire la sua gamba, ma subito dopo la coscienza di quella parte di sé tornò pienamente e, come se mille aghi l'avessero trafitta, sentì un dolore lancinante propagarsi in tutto il suo corpo. Ogni suo osso parve ridursi in polvere, ogni muscolo si contrasse in uno spasmo sofferente, la scarica fece impazzire ogni suo nervo, i rumori parve scomparire, solo il suo cuore pulsante come impazzito risuonava disperato nelle sue orecchie. Quella forza che l'aveva tanto danneggiata l'aveva schiacciata a terra, era come un macigno caduto sopra di lei. Però non avrebbe mollato la presa, questo mai. Anzi, per vincere quella sofferenza tremenda avrebbe chiuso ancora con più forza le sue dita sulla gamba di Evelyne, le avrebbe fatto capire in quel modo ciò che stava provando.
    -Questo... Questo è niente!- non era rimasto nulla della sua solita voce. Era come un urlo acuto, uno strillo soffocato da singhiozzi che non c'erano. -Cihuai... Shanzha... Yaluo... Tinji... tutti loro sono morti per me, hanno sofferto molto più di così. Io... io sono pronta a fare la stessa cosa, non voglio fermarmi finché ho sangue in corpo!-
    Era quella la sua forza, era quella la disperazione che l'aveva resa potente. Flutti nere la rivestirono, spirali di vapore che si separano da lei, si riunirono agitandosi accanto a lei e assunsero forma umana. Una giovane ragazza dai lunghi capelli di seta azurra, dal corpo completamente etereo ed fragile, comparì in soccorso del piccolo fiore. L'erica poteva ancora usare il suo potere, avrebbe posto fine alla battaglia con l'aiuto di Shanzha.
    La donna fece un ampio movimento con il braccio. Parve avvolgere se stessa nell'arto, con grazia letale. Bruscamente lo riaprì e il resto del suo corpo parve imitare quel movimento: la figura umana scomparve, in un istante era divenuta un sottile getto d'acqua, una lama letale e volanta, che si era scagliata mirando verso il basso, diretta quasi ai piedi di Evelyne.
    Con quel colpo, Shinan mirava ad immobilizzarla: l'acqua avrebbe colpito la giudice lungo le sue cosce, si sarebbe avvolta ad essa e con la sua potenza d'urto avrebbe tolto l'equilibrio alla principessa. Chiudendosi intorno a lei, le avrebbe impedito di rialzarsi, le avrebbe bloccato ogni via di fuga. E, a quel punto, la Nesciens avrebbe lentamente provato a rialzarsi, anche se ormai non sarebbe più stato necessario. Cihuai sarebbe comparso una seconda volta, un alto e regale golem di pietra sarebbe tornato al suo fianco, ma questa volta, scricchiolando ad ogni movimento che frantumava parte della sua roccia, avrebbe appoggiato le possenti mani sul corpo della donna, sulle sue spalle, e su quel fisico minuto avrebbe scaricato tutta la sua potenza, la potenza di un terremoto, spingendola verso il terreno sulla sua terra e frantumandole le ossa.
    Quello era il suo piano, così avrebbe agito. Non le importava che conseguenze avrebbe avuto quel suo piano, non le importava quante energie richiedesse. Non poteva scappare, non voleva disonorarsi tanto di fronte agli occhi di Evelyne, ma soprattutto non voleva disonorarsi di fronte ai suoi amici, qualsiasi fosse il posto da cui la guardavano. Era pronta a morire in battaglia, non le importava. Da quel momento in poi, qualsiasi fosse stata la situazione, avrebbe utilizzato tutte le sue energie, tutte le sue forze per realizzare per sentirsi orgogliosa di sé. Lo aveva promesso alla principessa, in fondo: non si sarebbe più fermata, avrebbe continuato a crescere, a migliorarsi... fino a quando non fosse diventata il fiore più bello di tutti.

    Status Fisico: lieve botta frontale con il terreno (danni trascurabili), gravi ustioni alla gamba sinistra, l'energia si è scaricata lungo tutto il corpo, indebolendola e rendendole i movimenti difficili (considero che questo effetto svanisca durante il prossimo turno, dato che il parametro Essenza di Shinan è superiore a quello di Evelyne e, di conseguenza, a parte i danni specifici di entità media alla gamba non credo necessario aggiungere ulteriori malus). Lividi a causa dell'impatto con il terreno successivo al fulmine.
    MP: 76 - 32 - 16 = 28%
    Equipaggiamento: Rosa Canina (pugnale) - Bocciolo (armatura - bassa protezione a busto e stomaco, schiena e spalle)
    Abilità utilizzate:
    Fiore delle Tenebre
    Nonostante il suo desiderio di lottare contro le tenebre più buie, di cui gli Heartless sono emissari, il cuore di Shinan è governato da un senso di solitudine e tristezza che ha reso debole la sua volontà, soggetta agli stimoli della luce e della stessa Oscurità che vorrebbe estirpare. Per questo motivo, inconsciamente, nei suoi attacchi si può riversare il potere oscuro che, prevalendo dentro di lei nella battaglia tra Luce e Buio, dona ai suoi incantesimi le proprietà delle tenebre, con cui causa danni di tale elemento.
    [Passiva Inferiore - Bianco o Nero]

    Orchidea Innamorata
    Questa tecnica utilizza il controllo che l'incarnazione di Sanzha ha sull'acqua. Lo spirito viene infatti evocato in prossimità di Shinan. Approfittando della malleabilità del suo corpo, formato d'acqua, colei che un tempo fu una donna muterà la propria forma in una arcuata, simile ad un boomerang la cui larghezza è di circa 2 metri. Con questo aspetto fenderà l'aria, lanciandosi rapidamente in linea retta verso il nemico. Superati gli 8 metri, ella scomparirà, ma il nemico viene colpito se si trova entro un raggio minore. L'acqua ad alta pressione genera una spinta di una ragguardevole forza contro il nemico. Soprattutto, l'acqua si modellerà prendendo la forma del bersaglio, con pericolose conseguenze: stringendosi come una camicia di forza su di lui, bloccherà i movimenti del suo corpo bloccandogli gli arti o stringendolo contro una superficie (che può essere il pavimento o una parete alle spalle del nemico). Essendo il corpo di Sanzha al momento dell'urto estremamente piatto, non sarà mai possibile bloccare contemporaneamente braccia e gambe, ad esempio, e in che modo i movimenti della vittima sono limitati ricade sulla lealtà dell'avversario, ricordando che la potenza con cui l'acqua blocca il nemico è pari a quella di una tecnica di consumo alto. Dopo un turno, l'acqua si dissolve in semplice ed innocuo vapore.
    [Tecnica Magica - Consumo Alto - Istantanea]

    Tulipano Invincibile
    E' la tecnica che, insieme al suo antico amore, evoca i poteri della terra. Cihuai comparirà non molto distante da lei, massimo ad un metro, e potrà muoversi liberamente fino ad allontanarsi di 6 metri in linea retta e scompare al termine del turno in cui è stato evocato. Muovendosi rapidamente, può andare ad appoggiare entrambi i palmi delle mani su di una superficie qualsiasi: attraverso di essi, rilascerà potenti vibrazioni, simili a quelle di un terremoto, concentrate in un'area di 6 metri di diametro. Le vibrazioni saranno sufficientemente potenti da provocare danni su qualsiasi tipo di superficie, proporzionalmente alla resistenza del materiale, provocando conseguenze differenti in base alla situazione. Se questo potere viene utilizzato su una persona, l'unico effetto visibile è una possente spinta tale da farlo volare all'indietro per diversi metri.
    [Tecnica Magica - Consumo Medio - Istantanea]

    Note: In che modo mi sono inflitto i danni del tuo colpo l'ho descritto già sotto "Status Fisico", quindi non perdo ulteriore tempo a spiegarlo, ti anticipo solo che, chiaramente, le renderò difficile camminare a causa delle ustioni alla gamba che le doleranno ogni qualvolta dovesse spostare il suo peso su di essa. Per quando riguarda le mie azioni, invece, vado subito a spiegarti: Shinan era praticamente parallela al terreno mentre ti attaccava, questo perché era sospinta e mantenuta in aria dal vento che la circondava, il che significa che nel momento in cui si scontra con Eanil, ella non ha i piedi per terra. Questo è il motivo per cui ho detto che cade a terra prima che Evelyne possa completare il movimento per disarmarla (perde il suo pugnale comunque, come puoi leggere :asd: ). Dato che erano una di fronte all'altra, ponendo le mani davanti a sé per proteggersi durante la caduta, ho attuato la strategia che ho descritto (considerando che, essendo a terra, la spinta del fulmine anziché sbalzarla via la spinge con più forza contro il terreno e sfruttando il fatto che una scossa elettrica irrigidisce i muscoli di chi ne è vittima, così da poter mantenere la presa su Evelyne). Spero che possa essere accettato lealmente e strategicamente e... beh, suppongo che adesso non ci resti che continuare XD
     
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    «Tear »


    Ogni movimento, ogni colpo sferrato era una frecciata al cuore.
    L’espressione di Shinan nel rimanere disarmata, gli spasmi disumani del suo corpo colpito dal fulmine…
    Dolore, dolore e sofferenza. Ecco perché odiava quella parte,
    la sanguinosa tenzone nel nome di un Dio senza volto.
    Con Shinan, poi, era tutto più difficile.
    Un conto era ridurre allo stremo un guerriero fatto, un uomo virtualmente più forte di lei.
    Ma lei, quel candido e piccolo fiore, era tutta un’altra cosa.
    Il petto di Evelyne si alzava e abbassava convulsamente,
    i suoi occhi solitamente così tenui e gentili erano dilatati, orripilati.
    La situazione non migliorò quando la piccola le afferrò la caviglia,
    come in un disperato, infantile gesto di ostinazione.
    E per un attimo, la principessa si ritrovò a sperare che la sua avversaria si arrendesse,
    che si lasciasse andare alle tentazioni dello svenimento.
    “Rinuncia, bambina mia. Rinuncia, placa le tue sofferenze!”
    Ma questo non lo disse. I pensieri vennero soffocati dalle urla dell’Erica:

    « Questo... Questo è niente! Cihuai... Shanzha... Yaluo... Tinji... tutti loro sono morti per me, hanno sofferto molto più di così. Io... io sono pronta a fare la stessa cosa, non voglio fermarmi finché ho sangue in corpo! »

    In quel momento, Evelyne avrebbe volentieri gettato a terra la lancia e pianto.
    “Stupida, stupida principessa. Prima la sproni a dare il meglio di se stessa, a rialzarsi…
    E poi speri che faccia il contrario solo ha un corpo fragile e un bel faccino. Stupida, stupida!”
    Alla fine, in un attimo che sembrò prolungarsi per un’eternità, una lacrima sgorgò.
    “Sono orgogliosa di te, bambina mia. Alla fine, forse, hai davvero capito.”
    E così, quando comparve l’etereo spirito d’acqua, Evelyne non esitò.
    Non più incertezza nel suo respiro, non più paura nei suoi occhi: ma solo composta, gentile determinazione.
    “Questa e la mia sentenza, fiore dell’Erica.”
    Mentre lo spirito schizzava verso di lei, alcuni sigilli magici comparvero pochi piedi sopra la bambina ancora a terra.
    Sentence, il suo attacco più potente. Forse era stato eccessivo, da parte sua,
    riversare un’offensiva di simile potenza mentre l’avversaria era in quelle condizioni.
    Ma quello era ciò che avrebbe fatto contro un qualsiasi avversario.
    E Shinan si meritava un simile trattamento. Evelyne glielo doveva.
    “Sorprendimi ancora, bambina mia.”
    Poi lo spirito giunse a destinazione. Si avvinghiò attorno alle sue gambe come una spugna,
    ma Evelyne non fece nulla per fermarlo.
    Aveva già messo in conto di subire l’offensiva nel momento stesso in cui aveva deciso di contrattaccare.
    E quindi cadde, la principessa, cadde assai poco regalmente sul posteriore.
    Ma ciò che venne dopo fu mille volte peggio.
    Mentre lo spirito la destabilizzava, Shinan aveva evocato di nuovo l’energumeno di fuoco e ombra;
    ma stavolta, il suo bersaglio non fu il terreno.
    “Ciò è decisamente poco gentile.”

    L’impatto fu tremendo. Dopo averla presa per le spalle, il golem spinse, sbattendola a terra con violenza.
    Evelyne sentì chiaramente il rumore di alcune ossa che schioccavano brutalmente.
    Chiuse gli occhi proprio quando il rumore sfolgorante della sentence, ormai caricata, fendette l’aria.
    E sorrise. Sorrise, nonostante il suo corpo fosse un inferno di dolori.
    Sorrise, perché così ci aspetta da una principessa.
    E lentamente, faticosamente, si erse prima sui gomiti e poi sulle ginocchia.
    Ogni articolazione, muscolo ed osso della schiena urlò di dolore; ma non Evelyne.
    Lei rimase impassibile, sorridente, regale.
    Alcune gocce di liquido argenteo caddero dalle ferite sulla schiena.
    E lentamente, soavemente, riacquistò la posizione di guardia.
    Non aveva ancora riaperto gli occhi.


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    png
    Evelyne

    »Stato fisico:Danni da impatto distribuiti su tutta la schiena (alto).
    »Stato psicologico:rinnovata determinazione.
    »Potere Magico: 34%

    »Equipaggiamento - Eanil- Eanil è una lancia, una lancia assai particolare. Composta di un cilindro stretto e continuo per tutta la parte centrale, presenta una decorazione conica in fondo e un grande, luminoso cristallo ottaedrico sulla cima. Estremamente leggera e maneggevole a dispetto delle dimensioni, è composta di un materiale sconosciuto ai mortali, un metallo nero incredibilmente leggero eppure praticamente indistruttibile, in grado di assorbire le più potenti offensive senza subire il minimo graffio (passiva Normale). Ma è il cristallo sulla cima la vera particolarità di quest'incredibile arma: composto di più varietà di blu, pulsa continuamente di un'energia primordiale, la stessa magia che permea e forma il corpo di Evelyne. E da esso, la principessa trae la sua forza, la sua fonte di potere. Come tale, non può permettersi di perderlo, o non sarebbe più in grado di lanciare alcun attacco magico (passiva di malus): e dunque, così come un custode del Keyblade, a Evelyne basterà stendere la mano e, ovunque essa si trovi, Eanil tornerà da lei (attiva a costo nullo). Del resto, Eanil è anche e soprattutto ciò che la protegge, dalla magia in primis: quando infatti Evelyne verrà attaccata da una qualsiasi abilità magica, le basterà stendere lo scettro inanzi a sé e, se l'offensiva non risulta troppo potente, il cristallo la assorbirà totalmente, disperdendola (abilità difensiva a costo alto). Ma la lancia non è solo un contenitore di magia, uno scettro; anzi, può rivelarsi una tra le armi ravvicinate più letali. Non che Evelyne sia molto avvezza al combattimento ravvicinato, è ovvio; ma in un certo senso questa proprietà di Eanil serve proprio a venire incontro a questa sua mancanza: con un semplice pensiero, infatti, il cristallo sulla punta di Ealin diverrà la punta di qualsiasi arma la ragazza conosca, sia essa la punta di una lancia, di una spada, o una semplice forma sferica che miri a far male senza tagliare (attiva a costo basso).
    Nel complesso, l'arma è lunga un metro e sessantacinque.


    »Abilità passive:
    A princess doesn't bleed- Una principessa non sanguina. Sia perché il suo sangue è fin troppo prezioso per andare sprecato a terra, sia perché sarebbe estremamente indecoroso. E dunque, per ovviare a questo suo desiderio, la magia del Deep Dive le ha fatto un grande dono: quando infatti, per qualche motivo, Evelyne verrà tagliata, dal suo corpo non uscirà sangue, ma un caldo, rassicurante liquido luminoso; tale liquido -con tempi differenti a seconda dell'entità della ferita- agirà immediatamente come sostanza ricostituente, riuscendo, in tempi molto lunghi, anche a rimarginarle arti o ferite molto profonde. In un certo senso, ciò la rende praticamente immortale: anche se, ad esempio, un avversario riuscisse fortuitamente a tagliarle la testa, la sua figura scomparirebbe, andandosi a riformare, col tempo, più regale e luminosa di prima. Tale Passiva ha natura magica. (Passiva Superiore).

    A princess doesn't complain- Una principessa non si lamenta, mai. Sia ella stanca, affamata o ferita, non c'è modo che possa emettere una sola parola o gesto di fastidio. In termini pratici, tale caratteristica permette ad Evelyne di non perdere mai -di fronte a ferite fisiche, magiche o mentali che siano- la sua disarmante compostezza. Anche avesse un braccio mozzato o fosse vittima di una tremenda illusione, all'avversario la candida giovane apparirà come sempre: sorridente, composta, regale. Ciò non comporta ovviamente che sia immune ai danni: la principessa proverà dolore esattamente come una persona normale, e sarà fiaccata e penalizzata di conseguenza. (Passiva Normale).

    »Abilità attive:
    -Sentence - Ma la seconda, forse più potente abilità magica di Evelyne, è un'altra. Un po' una sorta di "Sentenza finale", una tecnica che, nella maggior parte dei casi, risulta così devastante da poter essere in grado di concludere lo scontro. Di decretare il Giudizio dell'esaminatrice. Un attimo di concentrazione, un gesto rapido dello scettro o delle mani, e un elaborato sigillo magico comparirà sopra la nuca dell'avversario. Un altro momento, una parola semplice e lapidaria, e dal sigillo zampillerà una colonna di energia magica pura, di un celeste acceso, farà calare il giudizio della principessa. Se a segno, la colonna di magia infliggerà un danno base pari ad alto, lasciando un piccolo cratere sul terreno per via della sua forza prorompente. Essendo il tempo di preparazione piuttosto ampio, tuttavia, un avversario in buone condizioni fisiche e privo di distrazioni varie potrebbe evitare il tutto facilmente. La tecnica non ha effetto su Evelyne, spirito etereo immune a tale tipo di magia (Consumo alto).

    Corpo: 40 | Essenza: 95 | Mente: 55 | Velocità: 65 | Destrezza: 75



    Note: Già spiegato tutto per via privata, quindi non ho niente di particolare da segnalare. Essendo la mi stata una specie di counter move (giustificata da ragioni personali) non posso sapere se Shinan incasserà o meno il colpo, quindi mi limitò a castare la sentence, incassare e rialzarmi faticosamente. Ti ricordo che per la passiva “A princess doesn’t complain” Evelyne sembrerà illesa a livello “espressivo”, come se non sentisse dolore. A te la palla^^

     
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  11. misterious detective
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    Shinan non se ne accorse, non riuscì a vedere quella piccola, fragile goccia perlacea che solcò la guancia di Evelyne. Lo sguardo della giovane Nesciens era puntato a terra, sotto di lei; mentre arrancava, cercando nelle sue braccia la forza per rimettersi in piedi, guardava il terreno con rabbia, con la volontà di lasciarlo lontano sotto di lei. Non voleva cadere, non voleva che i suoi sforzi la portassero solamente nella polvere.
    Era quasi divertita, a stento si riconosceva in quello che stava facendo. Nonostante tutto, anche se un dolore acuto le attraversava tutto il corpo, ancora non riconosceva la giudice come sua nemica. Erano avversarie, sì, nessuna delle due disposta a risparmiare un solo frammento della sua forza per sconfiggere l'altra, ma non c'era odio nei rispettivi colpi, solo una ferma determinazione. Questo perché Evelyne era stata l'unica figura materna che le fosse apparsa di fronte in quegli anni di smarrimento, l'unica persona che le avesse indicato una strada che, da sola, non era stata in grado di trovare. Non aveva importanza con quanti colpi la bersagliasse, Shinan aveva già imparato a rispettare, a voler bene a quella giovane donna; era così tanto che nessuno faceva qualcosa per lei, d'altronde, era così tanto che non permetteva che qualcuno facesse qualcosa per lei, che le sue parole, le sue carezze amorevoli erano state sufficienti a distruggere le tenui barriere che la bambina aveva creato intorno al suo fragile spirito, nel tentativo di allontanare ogni sentimento da lei, fosse questo di odio o di amore. Sebbene fosse questo ciò che provava verso la sua giudice, qualcosa dentro di lei la spronava ad attaccare ancora più forte, a lasciarsi trasportare dalla corrente della battaglia, per quanto in quel tenzone Shinan non trovasse alcuna consolazione alle sue pene. Evelyne le aveva detto che doveva guardare avanti, che doveva affrontare la realtà; Evelyne le aveva detto che, in quel luogo, era in serbo per lei un altro combattimento. Gli occhi della principessa erano gli unici testimoni dell'impegno, della volontà con cui la Nesciens avrebbe affrontato quella prova. Se avesse fallito, se la donna fosse stata costretta a rimproverarla o, ancora peggio, l'avesse rifiutata, quale speranza avrebbe trovato l'erica nel futuro, quale sostegno l'avrebbe spinta in piedi, quando le difficoltà l'avranno messa in ginocchio?
    Quell'istante in cui il suo spirito d'acqua sferrò il colpo, quel momento fulmineo come un battito di ciglia, parve estendersi all'infinito nella mente della piccola, mentre l'incerto risultato di quell'attacco perdeva ogni significato. Al levarsi del capo di Shinan, gli occhi delle due avversarie si incontrarono, le pupille scarlatte dell'erica trovarono quelle di zaffiro di Evelyne, in uno sguardo che celava mille diversi significati. C'era dolcezza nel modo in cui la bambina guardava la sua “nutrice”, ma sempre presente quella ferrea volontà, quel desiderio di essere riconosciuta da quell'unica persona che rappresentava qualcosa per lei. I suoi attacchi potevano fallire, Shinan poteva essere vittima di mille fulmini, ma finché aveva vita avrebbe continuato a rialzarsi; anche se non fosse stata in grado di realizzare il suo sogno, almeno in quel piccolo, stoico gesto avrebbe dimostrato di essere cresciuta e sarebbe stata felice, in punto di morte, di potersi ricongiungere con il capo alzato ai suoi amici, se qualcosa esisteva dopo la vita terrena.
    Fu quasi con stupore, allora, che realizzò il suo successo: rapita dalla incredulità, vide l'acqua agguantare gli arti posteriori dell'avversaria, la vide cadere a terra violentemente, alzare un leggero nugolo della polvere prodotta da Cihuai, dopo che aveva frantumato tutto il terreno intorno a loro. Gioiosa impresse ancora più forza sulle sue braccia, mentre lo spirito di terra appariva al suo fianco e partiva all'attacco. Sì, poteva farcela; le sue forze, le forze dei suoi compagni potevano portarla alla vittoria! Significava molto per lei: tutta la sofferenza, tutte le fatiche che aveva sopportato fino a quel giorno non erano state vane, se ora era in grado di sconfiggere Evelyne.
    Che ingenua era stata.
    Guardava di fronte a sé, nemmeno lo vide arrivare. Quando udì il rombo discendere da sopra di lei, era anche troppo tardi per alzare lo sguardo, per chiedersi cosa stesse succedendo. Appoggiandosi sul ginocchio sano, Shinan stava cercando di tornare in piedi, ma una grandiosa forza, devastante e ben più potente di quella a cui era già stata una volta sottoposta, la investì completamente, si oppose alle sue speranze e la fece tornare là dove non voleva mai più ricadere, nella polvere.
    Energia, pura energia fu ciò che la investì. Fu come svanire nella luce, le sembrò che il suo intero corpo si disgregasse sotto quell'immane potenza, per un attimo perse la cognizione della sua esistenza. Era una colonna di potenza magica, un macigno legato a lei con catene di ferro che la spinse nel terreno, la soffocò con la sua forza incontrastabile. Creò un frastuono assordante, mentre frantumava senza difficoltà tutta la roccia intorno e Shinan smise di sentire ogni cosa, compreso il dolore. Ogni singolo osso si incrinò rumorosamente, schiantandosi col terreno perse alcune costole, il forte urto alla schiena le piegò la spina dorsale, senza farla a pezzi solo per un provvidenziale miracolo; eppure nulla di tutto ciò riuscì la ragazza a cogliere coi sensi. La fredda terra premette di colpo contro la sua guancia, il suo intero corpo aderiva al suolo come schiacciato dal piede di un invincibile nemico.
    Era forse stata una punizione del cielo? Aveva forze sbagliato nel confidare in una vittoria, in un riscatto?
    Strinse gli occhim mentre quella scarica di energia le trafiggeva il corpo da ogni direzione, il suo urlo disumano si levò verso il cielo potente quanto il rombo di un tuono, la lasciò senza fiato. Quando tutto finì, le sue palpebre si riaprirono un poco, rilassate, ma i suoi occhi vermigli non riuscivano a vedere più nulla, erano vacui e vitrei davanti a quella realtà che non riuscivano più a cogliere.
    Come addormentata, la sua mente smise di percepire la realtà così com'era. Non sentiva più niente, non vedeva più niente, non provava più niente. Solo una voce non umana giungeva al suo orecchio, ma forse non era nemmeno una voce: la invitava al sonno, la invitava ad abbandonare quel mondo di sofferenze, di dolore.
    Non riusciva a pensare, un peso gravava sulla sua mente e ogni idea era ovattata, avvolta da uno spesso strato di bambagia che la rendeva fluttuante dentro la sua testa, impalpabile.
    Cosa... devo fare?
    Come se fosse il fatto più naturale del mondo, come se non lo avesse dimenticato per un solo istante, la coscienza di sé tornò a lei senza che ella nemmeno lo percepisse. Riusciva a ricordare chi era, rimembrava il suo nome. Ma il suo obiettivo, il motivo per cui combatteva... era tutto così confuso.
    Devo rialzarmi?
    Non si chiedeva nemmeno cosa stesse succedendo intorno a lei. Aveva dimenticato di aver sferrato un attacco con Cihuai, aveva dimenticato che Evelyne era ancora in grado di combattere, pronta a finirla pietosamente.
    Oppure... posso lasciarmi andare?
    Era una scelta veramente difficile. Shinan avrebbe voluto decidere con la sua testa, ponderare seriamente ciò che voleva fare, ma un sonno pesante e definitivo gravava sulle sue palpebre.
    No... aspetta, non ancora... Io... io non so...
    Strinse gli occhi, voleva scacciare quella stanchezza. Il suo corpo tremava, preda di un gelo che non proveniva dall'esterno, nuove lacrime apparvero a rigare le sue guance. Perché, perché qualunque cosa facesse erano sempre delle forze più potente di lei a spingerla verso un destino che, spesso, non desiderava?

    -continua a provare questa solitudine, soffri e diventa potente. È questa la mia preghiera come tua futura avversaria.-

    -Ognuno a questo mondo ha la sua via-


    Lo aveva promesso. Era ancora viva, c'erano ancora forze in lei. Scacciò il sonno, si fece sorda ai seducenti sussurri dell'oblio. Strinse le mani, fino a ferirsi con le sue stesse unghie. Il caldo sangue che colò lungo i suoi palmi risvegliò un nuovo furore, un'energia che non sapeva di possedere. Suoi suoi arti tremanti, cercò di alzarsi. Sentì che non era abbastanza, la terra la chiamava un'altra volta a sé. Molte braccia, più di quanto la sua mente confusa riuscisse a contare, la cinsero da ogni lato. Si guardò intorno: tutti i suoi spiriti, tutte le persone a cui aveva voluto bene, verso le quali provava una nostalgia quasi insostenibile, erano apparsi intorno a lei, senza che ella lo richiedesse. Le forti braccia di Yaluo le sorreggevano le spalle, il suo amato Cihuai la sorreggeva per i fianchi, come ad ergerla e portarla alta nel cielo. Tinji le stringeva la mano, sembrava mostrarle la via da seguire, mentre la dolce Shanzha le teneva il volto tra le mani, lo portava a fissare l'orizzonte, affinché non perdesse di vista l'obiettivo e continuasse a combattere fiera, finché lo desiderava. Per un istante, per un momento tanto breve da sembrare solo un'illusione, Shinan non vide quattro spiriti elementali: erano loro, erano davvero i suoi compagni! Poteva vedere il loro antico corpo, poteva sentire il loro soffice respiro, e i loro cuori battevano all'unisono, quattro cuori che continuavano a vivere dentro di lei che non ne possedeva uno.
    L'incantesimo ebbe fine, come se nulla fosse mai avvenuto, ma l'erica era in piedi, ancora una volta pronta a combattere. Le gambe le tremavano, prossime a cedere, la schiena era incurvata in avanti, così da non dover sentire le ossa incrinate sfregare sulla sua carne. Il suo petto si espandeva e rilassava in maniera quasi impercettibile, per quanto i suoi polmoni pregassero ossigeno, la trachea le doleva ogni volta che provava ad inspirare. Le braccia erano abbandonate lungo i fianchi, le spalle basse, prive delle energie per sostenersi. Non era più di un fuscello, un misero fiore calpestato e provato dalle intemperie. Eppure anche così, anche in quelle condizioni pietose, era vivo. E finché ci fosse stata vita in lei, le sarebbe bastato aspettare una nuova primavera per fiorire ancora.
    -È... difficile...- parlare le doleva. La sua gola era secca, le parole uscivano come un morto rantolio. -Non pensavo che... mettere in gioco la propria vita fosse così... doloroso.-
    Il mondo pareva girarle intorno. Che diavolo credeva di fare? Davvero era convinta di avere ancora qualche possibilità? Forse no... eppure non riusciva a fare altrimenti, non vedeva altra possibile linea d'azione. E, strano in una situazione tanto critica... era quasi felice!
    No... non è felicità.” si disse, mentre cercava di portare un altro sorso d'aria ai polmoni. “Sto facendo quello che credo giusto, e per questo mi sento orgogliosa di me stessa.
    -Sono ancora viva, posso ancora combattere...- avrebbe voluto dire “vincere”, ma oramai non era più certa dell'esito. Anzi, la consapevolezza di quanto sarebbe accaduto era già stata accolta dal suo spirito, ma ciò non giustificava certo una resa.
    Non aveva usato sfruttare l'ultimo dei suoi poteri in precedenza perché per ferire l'avversaria avrebbe condannato anche se stessa senza possibilità di appello, ma in una situazione simile era l'ultima arma che le restava da giocare: le mancavano le energie sufficienti a sferrare un nuovo attacco con Shanzha, mentre le condizioni fisiche non le permettevano di sfruttare al meglio il vento di Tinji; quanto a Cihuai, lo aveva già richiamato per due volte in suo soccorso, una terza non avrebbe funzionato.
    Shinan l'aveva capito, le mancavano i riflessi e la rapidità per rispondere prontamente ad un'offensiva di Evelyne, tanto più ora che era più vicina alla terra dei morti che a quella dei vivi. Se voleva attaccare doveva per forza essere la prima. Le condizioni della principessa non avrebbero avuto importanza: che ella si fosse già liberata dell'acqua che le limitava i movimenti o meno, stendendo il braccio destro di fronte a sé, l'erica avrebbe richiamato i servigi del suo ultimo spirito.
    -Yaluo... vieni a me!-
    fiamme scarlatte, calde e lucenti, nacquero nell'aere a pochi passi dalla bambina. Il suo quarto compagno, grande di statura e nobile d'aspetto, era giunto e levitava a pochi centimetri da terra, le braccia incrociate in una fiduciosa attesa di ordini.
    -Attacca!-
    Lo spirito scattò in avanti. Si muoveva lentamente, con una grazia data da fermezza e compostezza. Era poco più rapido di una Shinan in salute, ma la sua regalità era già stata in passato fonte di paura per i nemici della ragazza. L'avatar di fuoco, animato dal tremore di mille lingue fiammeggianti, andò incontro ad Evelyne. Avrebbe cercato di colpirla al volto con un possente pugno, animato dalla forza dell'inferno. Le due ragazze erano inizialmente molto vicine, quindi se la giudice non fosse riuscita a scappare Shinan stessa avrebbe rischiato di essere coinvolta dalle fiamme, ma ormai non le importava più: se non fosse stato con il suo stesso attacco a finire a terra, ci avrebbe pensato Evelyne con uno dei suoi abili incantesimi, ma così almeno poteva sperare di porre fine al duello in parità, coinvolgendo in pieno la ragazza in un esplosione a distanza zero, particolarmente potente contro il suo volto. Anche qualora si fosse già distanziata, Shinan avrebbe comunque mandato lo spirito a sferrare il suo attacco: sarebbe stato un ottimo strumento per costringerla ad arretrare e massimizzare la distanza tra di loro: a quel punto, avrebbe lasciato volentieri l'iniziativa alla principessa, conscia che, con tanto spazio d'azione, sarebbe stata in grado di difendersi adeguatamente.

    Status Fisico: gravi ustioni alla gamba sinistra, alcune costole rotte dal forte impatto con il terreno, gravi ferite da ustione e soprattutto da contusione alla schiena, pesanti lesioni alla spina dorsale (le ossa sono state danneggiate e spostate, non è attualmente nemmeno in grado di mantenere una postura eretta), danni estesi a tutto il corpo, dato che è stata completamente travolta dalla colonna d'energia.
    MP: 28 - 8 = 20%
    Equipaggiamento: Rosa Canina (pugnale) - Bocciolo (armatura - bassa protezione a busto e stomaco, schiena e spalle)
    Abilità utilizzate:

    Quattro Fiori
    Il passato di Shinan ha condizionato in modo indelebile il suo presente, diventando uno spettro sempre presente dentro di lei, che la tormenta in ogni momento. Il legame che condivideva con i suoi amici era così forte che, quando la morte lo spezzò, i poteri di Nesciens della ragazza si manifestarono per la prima volta ed assunsero l'aspeto dei suoi compagni defunti. Shinan, piccola e debole, non avrà mai bisogno di combattere in prima linea contro il suo avversario, perché è in grado di materializzare con la sua magia delle creature nate dal ricordo dei suoi cari. Essi non sono che corpi illusori, avatar, ombre di quanto erano stati in vita. Non sono in grado di parlare e i loro corpi sono gelidi, ma il loro sostegno è comunque ciò che, in tutto il tempo trascorso in solitudine, ha aiutato la giovane a non sprofondare completamente nel soffocante abisso della disperazione.
    Il suo amato Cihuai prende quindi nuova forma grazie ai poteri di lei: si tratta di uno spirito dalla figura antropomorfa, che sembra costruito di argilla rossiccia, dai lineamenti appena accennati nella ruvida ed imperfetta pietra. I suoi movimenti sono bruschi e meccanici, come quelli di una bambola, che annaspa dolorosamente vinta dal suo stesso peso.
    Shanzha, invece, è diventata una figura eterea e impalpabile, simile all'acqua il cui potere era in grado di manipolare. Il suo corpo ha forma instabile, ad ogni movimento pare sciogliersi, gocce di liquido trasparente si separano dal suo corpo e cadono a terra, dissolvendosi come lacrime. Il suo corpo è esile, anche più di come lo era in vita, il suo volto d'acqua quasi totalmente inespressivo, i capelli ondulati si muovono al vento come spuma di mare.
    Yaluo, grosso e imponente, non ha perso il suo aspetto regale ed austero: Il suo corpo appare come ricoperto di una grossa e dura armatura di magma solido, percorso da crepe e imprecisioni, solo il suo capo vi sfugge, con la lunga barba che luccica e si agita come fuoco vivo scoppiettante. Alla luce del sole il suo corpo brilla come fosse egli stesso una stella.
    Vi è infine Tinji, slanciata figura di cristallo. Sembra fatto di smeraldo, il suo corpo è spigoloso come una pietra preziosa intagliata e riflette i mille colori dell'iride, librando nell'aria libero dalle catene del corpo.
    Questi spiriti sono l'unica compagnia che la ragazza si è concessa dall'inizio della sua missione. Essendo emanazioni del suo potere, dare loro la forma e la moderata indipendenza di cui sono dotati costa a Shinan una certa concentrazione e fatica che non è in grado di sostenere in battaglia. Ella può quindi farli apparire solo al di fuori dal combattimento, senza dispendio alcuno di MP
    [Abilità attiva a costo nullo]

    Achillea Scarlatta
    E' sufficiente un attimo di concentrazione e Shinan, plasmando i suoi poteri, evocherà Yaluo in un raggio di un metro da lei. Questi potrà muoversi liberamente purché non si allontani dalla ragazza, in linea retta, di oltre 6 metri. Lo spirito può attaccare usando unicamente i suoi pugni come arma e scompare al termine di un turno. Il suo potere si rivela nel momento in cui entra a contatto con una superficie solida, quindi in seguito ad un attacco portato a segno o subito. A causa della pressione esercitata sul suo corpo, infatti, come un palloncino gonfiato troppo vicino al limite, il suo intero fisico esploderà come una vera e propria bomba, generando una piccola tempesta fiammeggiante il cui diametro sarà di 3 metri. I danni provocati da tale esplosione sono di bassa entità (pari al consumo della tecnica), di elemento fuoco e da ustione.
    [Tecnica Magica - Consumo Basso - Istantanea]


    Note: dato che non era scritto, ho considerato maggiormente i danni del Sentence come danni da "contusione", dato che era scritto che creavano addirittura un cratere nel terreno. E' vero, forse le ustioni nel post le ho a malapena accennate, ma non penso sia necessario: voglio dire, ho chiaramente scritto che è in condizioni pietose e che basta che la spingi con un dito e casca a terra, quindi pace, non contarmela come slealtà o altro XD aggiungo che ho usato l'abilità "Quattro fiori", nonostante sia specificato che non è utilizzabile in battaglia, non per darmi un vantaggio ma perché avrei potuto farla rialzare con le sue forze, però così è più figo X3 resta il fatto che impiega MOLTO tempo a rialzarsi (un minuto buono come minimo direi xD già è lenta di suo, in più è praticamente moribonda :asd: ), quindi ho lasciato in forse se Evelyne si sia già liberata o meno della tecnica d'acqua, ma puoi tranquillamente optare per la seconda, come preferisci tu :asd: poi boh, non mi sembra ci sia altro da aggiungere. Come ho fatto dire a Shinan durante il post, non mi aspetto certo di vincere a questo punto e non le ho fatto attuare chissà quale strategia semplicemente perché le sue condizioni fisiche non glielo consentono e non sarebbe logico. Avrei già potuto terminare il duello, in teoria, ma mi sembrava che a questo punto fosse più "in character" comportarsi così. A te come porre fine ai suoi tormenti :asd:


    Edited by misterious detective - 22/10/2012, 22:16
     
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    Aprì gli occhi solo dopo alcuni secondi,
    quando finalmente i dolori che le tormentavano la schiena erano lievemente diminuiti d’intensità.
    Li richiuse immediatamente, stringendo il pugno libero.
    Shinan era stata colpita in pieno dalla sua Sentenza,
    e ora arrancava disperatamente nel tentativo di non perdere conoscenza.
    Nient’affatto una visione semplice da sopportare, di certo non per lei.
    “Fatti forza, principessa. Il tuo dovere è quello di giudicare. E questo combattimento non è ancora finito.”
    Si costrinse a riaprire gli occhi color zaffiro,
    ma dovette affondare le unghie nei palmi nel tentativo di non reagire a quel macabro spettacolo.
    Shinan era messa molto peggio di lei:
    si muoveva in modo così scattoso e scomposto che probabilmente molte delle sue fragili ossa
    avevano ceduto all’impatto. I suoi vestiti erano lacerati, la sua pelle candida deturpata.
    “Tutto tornerà come prima, una volta terminato il Sogno” si fece forza Evelyne.
    “Alzati, alzati mio dolce fiore! So che puoi farlo!”
    E Shinan si alzò. Dapprima con la sua sola forza, poi con un piccolo aiuto.
    Quattro piccoli aiuti, a dire il vero.
    Stavolta il sorriso che solcò il grazioso volto di Evelyne fu sincero: lei, dall’alto della sua esistenza spirituale,
    sapeva quasi tutto su quel legame speciale tra l’Erica e gli spiriti dei suoi vecchi compagni.
    “La sostengono, le danno forza. Ma non sono altro che ricordi.”
    Era la sua volontà ad averla fatta alzare, di questo la principessa era consapevole.
    Una volontà finalmente carica di speranza, determinazione, volontà di vivere all’altezza di chi l’aveva amata.
    Evelyne era così piena d’orgoglio, così ricolma di soffocata commozione, che quasi non si accorse che l’erica aveva ricominciato a parlare:

    « È... difficile... Non pensavo che... mettere in gioco la propria vita fosse così... doloroso. »

    Evlyne la lasciò parlare. Era curiosa, nonché impaziente, di vedere dove l’avrebbe condotta quella vampata di determinazione.

    « Sono ancora viva, posso ancora combattere... »

    “Brava bambina mia. Un ultimo sforzo.”
    Evelyne, regalmente impassibile all’apparenza, annuì e si mise in guardia.
    Shinan gridò l’attacco. E un altro spirito schizzò verso di lei.
    Una figura nobile, avvolta in una scia di fuoco ed armonia.
    Evelyne allargò il suo sorriso.

    «Sei… stata bravissima, bambina mia.»

    si ritrovò a dire, in un modo così spontaneo che si stupì di se stessa.

    «Forse hai finalmente capito.»

    Eanil guizzò. Un fulmine distrusse Yaluo come fosse stato un pupazzo, facendolo dissolvere in una nube rosso fiamma.
    Un altro comando, un’altra parola, e il bastone magico colpì per la terza volta quel giorno.
    Il fulmine proseguì spedito, rapido.
    E nonostante la principessa fosse consapevole che Shinan non sarebbe stata in grado di evitare quell’ultimo attacco, e che questo le avrebbe portato solo altro dolore, Evelyne non poteva far a meno di apparire serena.
    E lo era, in fondo, anche nel più profondo di se stessa.
    Era raro che nel corso dei suoi giudizi riuscisse davvero a cambiare qualcuno.
    Ad infondere speranza, a trasmettere un messaggio, uno scopo.
    Con Shinan c’era riuscita.
    “Sei… stata bravissima”
    Ripeté mentalmente, soavemente.
    Il fulmine divorava metri.


    21divider


    png
    Evelyne

    »Stato fisico:Danni da impatto distribuiti su tutta la schiena (alto). Accusa forte stanchezza per le basse energie residue.
    »Stato psicologico: piena d'orgoglio soffocato.
    »Potere Magico: 10%

    »Equipaggiamento - Eanil- Eanil è una lancia, una lancia assai particolare. Composta di un cilindro stretto e continuo per tutta la parte centrale, presenta una decorazione conica in fondo e un grande, luminoso cristallo ottaedrico sulla cima. Estremamente leggera e maneggevole a dispetto delle dimensioni, è composta di un materiale sconosciuto ai mortali, un metallo nero incredibilmente leggero eppure praticamente indistruttibile, in grado di assorbire le più potenti offensive senza subire il minimo graffio (passiva Normale). Ma è il cristallo sulla cima la vera particolarità di quest'incredibile arma: composto di più varietà di blu, pulsa continuamente di un'energia primordiale, la stessa magia che permea e forma il corpo di Evelyne. E da esso, la principessa trae la sua forza, la sua fonte di potere. Come tale, non può permettersi di perderlo, o non sarebbe più in grado di lanciare alcun attacco magico (passiva di malus): e dunque, così come un custode del Keyblade, a Evelyne basterà stendere la mano e, ovunque essa si trovi, Eanil tornerà da lei (attiva a costo nullo). Del resto, Eanil è anche e soprattutto ciò che la protegge, dalla magia in primis: quando infatti Evelyne verrà attaccata da una qualsiasi abilità magica, le basterà stendere lo scettro inanzi a sé e, se l'offensiva non risulta troppo potente, il cristallo la assorbirà totalmente, disperdendola (abilità difensiva a costo alto). Ma la lancia non è solo un contenitore di magia, uno scettro; anzi, può rivelarsi una tra le armi ravvicinate più letali. Non che Evelyne sia molto avvezza al combattimento ravvicinato, è ovvio; ma in un certo senso questa proprietà di Eanil serve proprio a venire incontro a questa sua mancanza: con un semplice pensiero, infatti, il cristallo sulla punta di Ealin diverrà la punta di qualsiasi arma la ragazza conosca, sia essa la punta di una lancia, di una spada, o una semplice forma sferica che miri a far male senza tagliare (attiva a costo basso).
    Nel complesso, l'arma è lunga un metro e sessantacinque.


    »Abilità passive:
    A princess doesn't bleed- Una principessa non sanguina. Sia perché il suo sangue è fin troppo prezioso per andare sprecato a terra, sia perché sarebbe estremamente indecoroso. E dunque, per ovviare a questo suo desiderio, la magia del Deep Dive le ha fatto un grande dono: quando infatti, per qualche motivo, Evelyne verrà tagliata, dal suo corpo non uscirà sangue, ma un caldo, rassicurante liquido luminoso; tale liquido -con tempi differenti a seconda dell'entità della ferita- agirà immediatamente come sostanza ricostituente, riuscendo, in tempi molto lunghi, anche a rimarginarle arti o ferite molto profonde. In un certo senso, ciò la rende praticamente immortale: anche se, ad esempio, un avversario riuscisse fortuitamente a tagliarle la testa, la sua figura scomparirebbe, andandosi a riformare, col tempo, più regale e luminosa di prima. Tale Passiva ha natura magica. (Passiva Superiore).

    A princess doesn't complain- Una principessa non si lamenta, mai. Sia ella stanca, affamata o ferita, non c'è modo che possa emettere una sola parola o gesto di fastidio. In termini pratici, tale caratteristica permette ad Evelyne di non perdere mai -di fronte a ferite fisiche, magiche o mentali che siano- la sua disarmante compostezza. Anche avesse un braccio mozzato o fosse vittima di una tremenda illusione, all'avversario la candida giovane apparirà come sempre: sorridente, composta, regale. Ciò non comporta ovviamente che sia immune ai danni: la principessa proverà dolore esattamente come una persona normale, e sarà fiaccata e penalizzata di conseguenza. (Passiva Normale).

    »Abilità attive:
    -Magic bolt x2

    Corpo: 40 | Essenza: 95 | Mente: 55 | Velocità: 65 | Destrezza: 75



    Note: Pippe mentali.
    Distruggo Yaluo con un fulmine. Ne lancio un altro.
    Conclusione figa.


     
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    Le fiamme di Yaluo erano calde e indomite, lingue guizzanti si levavano da ogni centimetro del suo corpo, incendiando l'aria secca che lo circondava. Era una figura regale, imponente, degna di fiducia, proprio come Shinan lo ricordava. Era forse l'uomo con il più forte senso dell'onore che la bambina avesse mai visto e, quando un pericolo si presentava di fronte a lei, egli impugnava per primo le armi in suo soccorso. Lei era dipesa così tanto da lui in quegli anni, e così si era completamente affidata a tutti gli altri. Quei suoi poteri, quegli spiriti che era in grado di evocare, cosa racchiudevano veramente dei suoi amici? Erano solo la concretizzazione dei suoi ricordi o qualcosa di più? La Nesciens non aveva alcun mezzo per scoprirlo, comprendeva solamente che quanto evocava erano solo ombre, resti di un'esistenza ben più preziosa e nobile, qualcosa a cui non sapeva rinunciare e per la quale continuava ad errare, protraendo la sua triste esistenza. I suoi spiriti erano quel piccolo lascito di cui ella aveva bisogno per non dimenticare la sua meta, un piccolo sollievo al suo dolore, un tesoro che non avrebbe permesso a nessuno di toglierle.
    Eppure bastò un solo attimo, un secondo fulmine sferrato dalla lancia di Evelyne, affinché Yaluo esplodesse: il suo fuoco si disperse, come vento scivolò nell'aria diventando nulla; ogni segno della sua esistenza scomparve agli occhi del mondo.
    Shinan rimase immobile alcuni istanti, incredula e confusa, lasciandosi sfuggire solo il rumore del suo respiro affannato. Era davvero bastato così poco? In una frazione di secondo, la principessa aveva evocato un potere più grande del suo, aveva obliterato lo spirito delle fiamme, piegato la sua volontà?
    La giovane provò a deglutire, ma anche quella azione le risultò faticosa, come se il suo corpo si opponesse a lei; le sue membra erano pesanti, la vista ancora appannata e confusa. Non vide le labbra di Evelyne muoversi, l'erica non seppe delle parole di conforto che la sua avversaria gli rivolse. Tutto ciò che le sue iridi scarlatte colsero fu il movimento delle mani della giudice ed Eanil che si spostava, mentre il cristallo color del cielo si muoveva verso di lei. Accadde tutto così lentamente, come se il cielo stesso si stesse prodigando per farle assaporare appieno quegli ultimi istanti di vita.
    Una situazione così strana, così surreale. Forse stava per morire, forse era davvero la fine di tutto. Fin dall'inizio era forse stato quello l'obiettivo della sua avversaria? Shinan non riusciva a crederci, si fidava appieno di colei che, soffrendo di non poterle porgere una mano, la aveva comunque incitata a rialzarsi, a sconfiggere la morsa mortale del suo dolore. Se davvero non ci fosse stato altra soluzione, se davvero il lampo azzurro era destinato a colpirla, allora lei avrebbe accettato quel destino quasi con gioia, ponendo tutta la sua vita nelle mani della principessa.
    Però, finché aveva forza in corpo, finché la morte non fosse stato destino inevitabile per lei, non avrebbe lasciato che nulla, nemmeno la più disperata delle situazioni, distruggesse la fiducia che riponeva nei suoi mezzi.
    Dentro di lei si annidava ancora del potere magico... la forza dei suoi amici non l'aveva abbandonata!
    Le sarebbe bastato alzare un braccio, sforzare pochi muscoli, e chiamare a sé Cihuai ancora una volta. Per quanto farsi scudo con i suoi compagni, per quanto infliggere un'ulteriore sofferenza al suo amato le dilaniasse l'animo, era disposta ad un simile sacrificio pur di vincere, pur di non trovare lì la fine dei suoi viaggi. Sì, lo spirito della terra sarebbe stato abbastanza forte da bloccare il fulmine, da annullarsi insieme ad esso, per lasciare Evelyne scoperta ad un suo ultimo, disperato assalto. I frammenti rocciosi sarebbero scoppiati in ogni direzione, in una nube indistinta di polvere, ma da quella distruzione Shinan si sarebbe rialzata ancora in forze, ancora viva
    Io non ho perso... Io...!
    La sua mente lo sapeva, sapeva che sarebbe bastato quello a sfuggire al crudele destino che si stava abbattendo su di lei. Il suo corpo stanco, però, non riuscì a rispondere con la stessa veemenza.
    Non ebbe nemmeno l'energia per urlare. L'erica chiuse gli occhi, si lasciò andare; abbandonò tutta se stessa alla scarica di energia che la investì. In quel momento, seppe che era la fine, ammise di aver perso e non oppose più resistenza alla gravità che la spinse violentemente a terra, crollata con la piccola e pallida guancia adagiata sul viale ruvido. Quasi non percepì dolore: era come se quella nuova ondata di magia riversatasi sul suo corpo si fosse limitata ad obliterare ogni cosa, aveva cancellato il suo corpo e con esso ogni consapevolezza del male che provava. Stesa a terra, sapeva di essere ancora viva, sapeva di essere ancora in quel mondo onirico e nostalgico, ma non sapeva nemmeno in quale stato. Non provò a muovere il collo, le braccia erano pezzi di marmo freddi ed estranei; non era molto diversa da un cadavere. Persino la stanchezza era scomparsa come se, in quella stasi a cui Shinan non poteva opporsi, la bambina riuscisse a trovare una nuova e più completa pace.
    In quel momento, lo scorrere già lento del tempo parve fossilizzarsi, congelarsi in un unico, piatto istante; nessun vento soffiava per quella lunga via, delimitata dai palazzi ingialliti, nessun segno che la vita dominasse quel luogo. Una pace assoluta, una pace che la Nesciens percepiva con serena indifferenza.
    È finito... tutto.” pensò, realizzando l'ovvio. Era finita, non era più in grado di combattere. Forse a breve sarebbe morta, ma almeno non doveva più soffrire... era riuscita a farsi carico del dolore fino alla fine, aveva combattuto come un vero essere umano, si era data totalmente alla causa dei suoi compagni come una vera amica.
    Rimase immobile per qualche secondo, o forse diversi minuti, mentre nella sua mente vagano confuse, come relitti abbandonati alla bisaccia, le immagini di quell'ultima ora, di quel suo combattimento che l'aveva vista crescere più di quanto fosse riuscita in mesi. Aveva imparato così tanto da quella lotta, per la prima volta aveva scrutato dentro se stessa e aveva capito chi era, cosa cercava veramente in vita.
    -Io... non voglio...-
    Se ci pensava, non riusciva ad essere veramente felice di un simile risultato. Non poteva nemmeno stringere i pugni e raspare con le dita nella ghiaia, ma nei suoi occhi ancora si accomulavano lacrime, la sua voce stanca si faceva carico di un'enorme tristezza.
    -Mi dispiace... Amici miei, Evelyne... alla fine non ce l'ho fatta. Ho perso...-
    Era come essere al punto di partenza. Aveva veramente fatto dei progressi? Non era riuscita a ribaltare quel risultato, il potere che aveva scoperto dentro di sé ancora non sarebbe bastato a sconfiggere Charlotte, a portarla fino a Kingdom Hearts.
    -Io non voglio morire... ho lottato, ho lottato tanto per arrivare a questo punto, per realizzare il mio sogno. Lasciate che io mi impegni fino alla fine! Non voglio... non voglio fermarmi adesso.-
    Aveva trovato qualcosa in cui credere, aveva trovato la forza di portare avanti il suo sogno fino alla fine. Quella disperazione, quel dolore che stringeva il suo animo in una morsa non erano più un ostacolo: gravavano ancora su di lei, sì, ma come briglie che la indirizzavano sul suo vero cammino, stabilito con le sue sole forze.
    Sapeva di chiedere molto, sapeva che questo non era il compito di Evelyne, però... avrebbe voluto che, per una volta, la principessa gettasse la maschera del giudice e che questa volta fosse lei ad inginocchiarsi, ad abbassarsi fino al suo livello ed aiutarla a rialzarsi, a darle quel po' di forza per continuare a vivere che, dopo un combattimento tanto estenuante, non riusciva a trovare nelle sue membra. Sarebbe stato più che sufficiente, e al resto avrebbe pensato Shinan: da sola, come aveva sempre fatto.


    Non mi convince affatto, ma ormai mi ha così preso 'sta quest che voglio postare e continuarla (anche se ormai siamo alla fine xD) il più in fretta possibile >3> c'è poco da dire: con questo possiamo dire chiuso il combattimento. Dato che il fulmine era una tecnica media, Shinan pensava di poterlo contrastare facendosi scudo con Cihuai ma, vuoi la destrezza e la velocità basse, vuoi la sua stanchezza insopportabile, crolla prima di poter anche solo cominciare ad attuare ciò che aveva pensato. Non sto a mettere le statistiche di battaglia proprio perché con questo si è concluso tutto. Se non le dà una mano Eve, mi sa che Shiann non si alza nemmeno più da lì XD le avrei anche fatto perdere i sensi, ma in tal caso non avrei saputo cosa scrivere nel prossimo post di chiusura, ecco X3 quindi boh, non so che aggiungere... buona conclusione xD
     
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    Tutt’a un tratto fu la luce.
    Non appena Shinan toccò terra, il suo corpo ormai impossibilitato a continuare oltre quella lotta,
    tutto il Deep Dive sembrò intuire cosa fosse successo.
    E come un sipario ormai inutile, le nubi si aprirono, il grigio fece spazio al bianco.
    Evelyne inspirò a fondo, mentre una polvere argentea l’avvolgeva, ridandole vigore.
    Le ferite si lenirono, le ossa si ricomposero e i vestiti vennero ricuciti.
    Quando la nube magica fu passata, Evelyne era più splendente e regale di quando era arrivata.
    I capelli le ricadevano sulle spalle e la schiena più corposi e fluenti che mai,
    i pezzi di armatura riflettevano la luce come fossero appena stati lucidati.
    Ed avanzò, la Principessa, più sorridente e tranquilla che mai,
    come se non si curasse davvero delle condizioni disperate dello spirito in pena disteso ai suoi piedi.
    Ma quella, in fondo, era solo una maschera.
    Una maschera che amava e odiava al tempo stesso.
    “L’unica cosa di cui sei davvero una principessa, sono le tue contraddizioni”
    Le aveva detto una volta Onèir. Insinuazione che sul momento l’aveva indignata,
    ma che a volte assumeva un senso inquietantemente realistico.
    Si impose di rimandare quella riflessione ad un altro momento.
    Il processo era ormai terminato, e l’imputata richiedeva la sua attenzione per il giudizio.
    E non solo.
    “Shinan si merita qualcosa di più. Ho gettato un seme di speranza dentro di lei. Voglio annaffiarlo almeno una volta.”
    Non aveva ancora finito di elaborare quel pensiero, che le sue ginocchia erano già a terra,
    in prossimità del volto deturpato dal dolore e la frustrazione dell’erica.

    «Sei stata bravissima, bambina mia »

    Ripeté con tono dolce, soave. Si scoprì carezzarle i capelli.
    «Lo scopo di tutto questo viaggio dentro di te non era vincere una semplice battaglia di armi e di incantesimi.

    Il mio esame e il mio giudizio vanno ben oltre tutto questo. Tu, piccola mia, hai mostrato di saper credere.
    In te stessa, nell’eredità che grava sulle tue spalle, nelle tue capacità, nei tuoi obiettivi.
    »

    Si chinò ulteriormente a posarle un bacio sulla fronte.

    «E per quello che vale, sono davvero fiera di aver contribuito a tutto questo. Ora va, mio fiore appena sbocciato.
    Va a far sì che tutti vedano la bellezza dei tuoi colori.
    Va, e dai al mondo tutto quello che credi sia giusto che riceva.
    »

    E detto questo, cominciò a svanire.
    Nella stessa luce azzurrina che l’aveva materializzata, Evelyne si disperse al vento, lentamente,
    finché nell’aere non volteggiò altro che il ricordo del suo magnifico sorriso.
    Una sola goccia di pioggia, come una lacrima, bagnò le labbra di Shinan.


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    CITAZIONE
    Note: Post di conclusione, ma comunque relativamente carino per l’impegno che ci ho dedicato xD Spero ti soddisfi come chiusura di una role davvero carina. Un ultimo post e ti do la valutazione^^
     
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  15. misterious detective
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    Forse, Shinan era ancora davvero una bambina. Faticava a comprendere tutto ciò che la circondava e quanto era accaduto. Si trovava quindi veramente dentro di lei? Ed Evelyne, e quel mondo plasmato sui suoi ricordi, cos'era in realtà tutto ciò? Probabilmente, non esisteva una vera risposta, almeno non una definita con chiarezza. Che importanza aveva saperlo, in fondo: alla piccola bastava credere che la principessa esistesse veramente, che davvero fosse lì accanto a lei, ad accarezzarle i capelli.
    Mentre stava a terra, con il volto abbandonato nella polvere, la Nesciens avvertì appena, quasi come un suono lontano, il piccolo, sordo suono della donna che, sulle sue ginocchia, si chinava verso di lei. Se si concentrava, i suoi stanchi occhi scarlatti riuscivano a distinguere le pieghe del vestito chiaro della giudice, piegata su di lei. Allora avvertì anche il suo tocco, una fresca e delicata sensazione che le percorse la testa e scese, muovendosi lungo la sua folta chioma dorata.
    L'erica sospirò tranquilla; stava così bene... Aveva quasi dimenticato il dolore, in quel momento era piena dell'affetto della donna, che come una madre la cullava amorevolmente. Quello, quello aveva cercato per tutta la sua vita: quell'affetto sincero, quel sentimento dolce e semplice, ma più potente di ogni altro, capace di farla sentire finalmente a casa. Nella sua mente, ormai indebolita come il fisico, non riuscì a controllare l'afflusso di ricordi e, nella sua confusione, la figura di Evelyne si sovrappose a quella di Cihuai. Amava la gentilezza del suo amico, amava lui stesso con tutto il cuore. Shinan avrebbe voluto che quelle carezze non avessero mai avuto fine, avrebbe voluto che qualcuno le dicesse che, sì, aveva finalmente trovato il suo posto nel mondo.
    Eppure...
    Deglutì, minuscole e scintillanti lacrime cominciarono, lentamente, a rigarle le guance. Non era tristezza, ma nemmeno felicità. Era qualcosa di strano, che la giovane non conosceva a sua volta. Realizzazione, poteva chiamarlo. Ella aveva capito quanto quel momento fosse fugace, sapeva che quella gioia momentanea non avrebbe mai guarito il rimorso di aver abbandonato i suoi amici al loro destino. Sapeva benissimo che, per continuare lungo il suo sentiero, doveva per forza lasciare Evelyne dietro di sé, come aveva fatto con chiunque altro. Difficile, era vero, ma era quello che voleva fare.
    -Sei stata bravissima, bambina mia.-
    -Aspetta...- sussurrò lei tra le lacrime, dolce e finalmente contenta. -Aspetta solo un momento... finché non mi sarò addormentata di nuovo...-
    Tremava, quasi non avvertiva più il suo braccio, pesante e freddo come un corpo morto. Lo allungo comunque, con le sue dita cercò quelle della principessa. E le prese la mano, la strinse quanto poteva. Ricevette un po' di calore da quella mamma, ancora per poco si beò di quel piacere primordiale, di quel affettuoso rapporto che ogni bambino aveva sperimentato nella sua gioventù... ogni bambino esclusa lei.
    Solo allora, con un amorevole sorriso, la giudice trovò la forza di continuare a parlare, e Shinan ascoltò, si sforzò per non perdere una singola parola, per chiudere quegli insegnamenti al sicuro dentro al suo spirito.
    -Ora va, mio fiore appena sbocciato. Va a far sì che tutti vedano la bellezza dei tuoi colori. Va, e dai al mondo tutto quello che credi sia giusto riceva.-
    Shinan la sentì, la mano della donna che perdeva consistesa, che si faceva più debole, quasi immateriale. Preda del sonno, a metà tra quel mondo irreale ed un altro ugualmente onirico, la bambina strinse ancora più forte. La coscienza di sé se ne stava andando, la sua mente offuscata da una calda nebbia stava dimenticando ogni cosa, la notte calava sui suoi occhi.
    Prima di dormire, prima di intraprendere di nuovo il viaggio verso il mondo reale, con un sorriso Shinan riuscì a rivolgere delle ultime parole alla sua mentore.

    -Ti voglio bene... Evelyne.-

    Chiusura tutto sommato breve perché, purtroppo, in quelle condizioni non restava più molto da dire XD spero di non averti deluso ^^'
    E finalmente posso dire che almeno questa è andata! Uff! X3
     
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15 replies since 5/8/2012, 22:54   423 views
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