"Kuuupò... che faccio, che faccio!? Vado lì a guardare se lo spettacolo le piace? Però non posso lasciare incustoditi i fuochi, possono essere pericolosi! Mmm... se perdo un braccio qua dentro, ne risentirò anche nel mondo fuori?" Qualcosa nella mente di Moguin gli disse di sì... Però, piano piano si stava convincendo che ne valeva il rischio, almeno fino a che non gli ritornarono in mente le parole del vecchio Rindam... «Moguin ricordati! Qualora ti ritrovassi in una dimensione semi-onirica con una bella ragazza dai capelli rossi, non pensarci nemmeno a perdere di vista i fuochi, o giuro che se sopravvivi ti strappo il Pon-Pon e ci faccio un giocattolino per i miei cani, kupò!» "Ha davvero detto questo? Mi sembra stranamente preciso... E c'è qualcosa nella frase che non mi torna... Ma certo! Che scemo! Rindam non ha cani! Lui ha un paio di gatti! O erano dei furetti? Kupòòò..." Infine, seppur indirettamente, le parole di Rindam - che per la cronaca furono «Moguin ricordati! Se mai userai l'arte che ti ho insegnato per fare colpo su una ragazza, non perdere mai di vista i fuochi, o giuro che ti [frase censurata]» - servirono al loro scopo, dato che, perdendo a più riprese il filo dei suoi pensieri, Moguin si dimenticò infine del suo proposito di abbandonare la postazione! Quando anche l'eco dei botti si spense, Moguin prese di nuovo la sua formidabile sacca e ricominciò a rovistare. "Dove ho messo quelle Candele Magiche? Le ragazze ne vanno matte!" All'improvviso qualcosa lo trattenne dal cercare oltre! «K-kupò!» di tutti i Kupò! che aveva lanciato oggi, questo era l'unico non di paura o imbarazzo, ma di felicità! La signorina, silenziosa come una nuvola, era nuovamente arrivata alle sue spalle, ma questa volta non richiamò la sua attenzione con delle parole, ma con un gesto: un abbraccio! All'improvviso, qualcosa bagnò il pelo che copriva le guance di Moguin e, come un fulmine a ciel sereno, la rivelazione colpì Moguin dritto nello stomaco. La ragazza stava piangendo! "Oh mio Kupò! Non è che ha paura dei fuochi d'artificio!? Semi di Kupò in salamoia, lo vedi cosa succede Moguin a fare tutto di testa tua!? Ma chiederle prima di allestire tutto sto ambaradam, no eh? 'Ma no, ma no! Facciamole una sorpresa!'" «Signorina!? chiese all'improvviso Moguin tutto trafelato cosa è successo, kupò? Spero che non sia colpa-» «... Archaya.» La ragazza ruppe il silenzio e, sebbene la voce non mostrasse la minima traccia di paura, era pregna di tristezza, ennesimo colpo al cuore per il piccolo Moguri. «Kupò? Cosa significa?» «Mi chiamo Archaya.» "Aaaah, è il suo nome! E io che temevo di averle mandato in kupò il cervello dalla paura... Sembra stare bene però!" Archaya sciolse, con sommo dispiacere di Moguin, l'abbraccio e si allontanò, con fare mesto. "Perché è così triste?? Forse perché non ho detto niente dopo che lei mi ha detto il nome???? O no, o no, o no, o no, l'ho offesa!"«Ahem..» Moguin si schiarì la gola «È un bellissimo nome, kupò! Ha un suono... affascinante, con un che di antico! Non come il mio, Moguin. È lo stesso nome di mio padre, e del padre di mio padre, e del padre del padre di mio padre, e del padre del padre.. Ah no aspetta, il padre del padre del padre di mio padre era Mogutarò! O Kupopò?» «Questo luogo è il Deep Dive Come suo solito il Moguri si era messo a straparlare, mentre Archaya continuò a rispondere alle sue domande una piccola striscia tra sogno e realtà in cui vengono messi alla prova i cuori, i guerrieri e coloro che possono aspirare a grandi cose. Per uscire, bisogna affrontare una prova: chi capita qui, viene giudicato in un combattimento.» Spiegazione esaustiva, quasi meccanizzata, come se avesse ripetuto quelle stesse identiche parole milioni di volte. "Un momento.. ha detto... combattimento!? Kupò! Un attimo, prima di allarmarsi! Magari anche lei è qui per essere-" «E, purtroppo, anche se non vorrei, il tuo Giudice sono io.» "E ti pareva! Kupò!" Per un millisecondo Moguin sospettò che tutta quella storia su combattimenti, Giudici e quant'altro fossero tutto uno scherzo di Archaya, ma appena quest'ultima spostò una ciocca di capelli dal viso, mettendo in mostra un sorriso triste e rassegnato, capì che era tutto vero. Cionondimeno non lo accettava! «Perché??? Nessuno ci costringe... Siamo solo io e te, kupò! E... quella voce... Non dirmi che è lei che ti costringe!? Esci subito, figlio di un KUPÒ!! Giuro che... Giuro che..» Moguin è un bonaccione.. gentile, infantile, ingenuo, tutto quello che volete. Ma in questo momento è solo una cosa. Furibondo! La rabbia era tale che stava tremando, la voce faceva fatica a uscire, quelli che prima erano urli e sbraiti, ora erano solo sibili, rantoli. Tutto questo svanì, quasi per magia, quando la giovane dai capelli rossi, che nel frattempo gli aveva voltato le spalle e si stava lentamente allontanando, pronunciò due singole parole «... mi dispiace.» Moguin rimase immobile, come se uno schiaffo l'avesse colpito. La voce di Archaya aveva assunto un tono rassegnato, ma sotto a quella rassegnazione giaceva sopita, una forza ben oltre la sua comprensione. Il Moguri ora si vergognava anche solo di aver pensato che una donna del genere avrebbe potuto aver paura di qualche botto. «Vorrei tanto farti uscire senza dover incrociare le armi. …ma non posso. Io sono un Giudice proprio per questo motivo. E non voglio vedere nessun altro restare intrappolato in un luogo che non esiste.» Quell'ultima frase cambiò tutto. La rabbia che era riuscito a controllare dopo il 'mi dispiace' di Archaya, riesplose in maniera tanto dirompente da far perdere ogni controllo al Moguri! Nel suo impeto, si ritrovo la sua Falcata in mano e, guardando il cielo, cominciò a urlare «Ti ho detto di uscire, maledetto! Potevo lasciar perdere che ci costringessi a combattere, kupò! Ma che tu trattenga Archaya contro la sua volontà.. È imperdonabile!» poi, a voce più bassa aggiunse «Uscirò di qui, stanne certo! Ma tornerò, pronto a smantellare questo posto, un kupò alla volta! Farò cadere questo tuo regno dove tu, che ti credi tanto furbo da poter esaminare gli altri, spadroneggi!» All'improvviso si accorse che il tono della sua voce stava diventando sempre più freddo e terribile, cosa che non gli era mai successa e, impiantando la Falcata per terra, cominciò ad ansimare, cercando di calmarsi. «Grazie. Grazie per lo spettacolo. Davvero.» Come si dice in questi casi? Ah si, 'coup de grâce', il colpo di grazia. Ormai lo sfera emotiva di Moguin era andata in frantumi, troppe emozioni discordanti tutte assieme. Rabbia, ira, paura, felicità, tristezza, e chissà cos'altro c'era in quel turbinare. Ma in fondo, essere vivi è anche questo, no? «Non c'è di che, Archaya, kupò. Solo... Non è giusto che tu debba restare qui dentro... » «Come vedi, non hai niente di cui sdebitarti. Ma sai che ti dico? Devi solo affrontarmi. Facciamo in modo che questo scontro sia il più rapido possibile. Così tu potrai uscire e tornare alla tua vita. È l’unica soluzione.» La pura rassegnazione sul viso di Archaya, assieme a quel sorriso quasi spento, fecero prendere una decisione al timido Moguri «Bene! Se non mi devo sdebitare, vuol dire che tu sei in debito con me, per lo spettacolo, kupò! Chiedo solo una cosa.» L'altra aveva adesso in mano due pugnali, dalle lame color acquamarina e dall'aspetto così tagliente che sembravano poter tagliare l'aria intorno a loro.

Moguin prese un lungo respiro e poi urlò, sfidando la Voce. «Aspettami! Per ora asseconderò le aspettative di quello là, ma troverò il modo di tornare, e la prossima volta usciremo io e te, okay?» Negli occhi di Archaya non c'era traccia di dubbio, non gli avrebbe fatto sconti, sarebbe stata efficiente e spietata, per finire il tutto più in fretta possibile. A Moguin non piaceva combattere, ma per stavolta avrebbe fatto un eccezione; avrebbe accettato la serietà della sua amica - perché questo era per lui, non una bella donna o un cosiddetto 'Giudice' - e avrebbe offerto una serietà pari. Era il minimo che le doveva. Afferrò l'impugnatura della Falcata con la mano sinistra, mentre con la destra premette il tasto di attivazione del Lungavista, facendo uscire dal suo berretto il mirino 3x. Nello stesso istante, raggruppando un po' di potere magico, urlò «Kupò!!» cercando di confonderla con immagini di Chocobo salterini; senza perdere tempo roteò su stesso e, sfruttando lo sfiato d'aria dei recettori magici posizionati nei moncherini delle sue ali, fece uno scatto rapidissimo allontanandosi di altri 5 metri dalla ormai avversaria. Durante lo scatto estrasse la Montblanc e, potenziando i suoi muscoli e il nervo ottico con altro potere magico, guardò nel mirino del Lungavista, puntando alle gambe di Archaya e sparando tre colpi, due diretti alla gamba sinistra e uno alla destra.