Monkey Business: La mano nera

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  1. M a g e n t a
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    Un passo veloce, il raschiare della suola contro il terreno. Ayleia continuava a osservare il primate contro cui aveva diretto la sua magia, attendendo che si manifestassero gli effetti dell'incantesimo. Lento, quasi con stanchezza lo vide alzare le braccia. Anche se aveva mancato il primo colpo, adesso era sicura che il secondo era andato a segno. Soddisfatta, stava per riportare la sua attenzione sull'Heartless rosa quando un bagliore sinistro che pulsava tra le dita contorte dell'essere con la maschera le fece cambiare idea. Un globo bluastro di fuoco, una magia che fu subito scagliata verso di lei. La sua reazione fu immediata: in meno di un secondo una barriera traslucida, scura, si frappose tra lei e l'attacco, assorbendolo, risuonando di un suono acuto, cristallino, generato dall'impatto. Una crepa apparve sulla superficie decorata, unico segno di cedimento, mentre le fiamme si estinguevano crepitando. Leggere delle schegge si separarono dal blocco principale, sfiorando la sua pelle e dissipandosi in fumo quasi immediatamente. Fu un istante prima che l'ultima scintilla scomparisse, che il dolore la colpì di nuovo, sotto forma di una fitta acuta che partì dal tronco, risalendo il petto fino a giungere al capo, mozzandole il fiato. Un grugnito uscì dai suoi denti serrati, mentre si voltava di nuovo verso la sua presa originale. La vide, fionda ancora in mano, colta nel fatto, gli occhi gialli puntati verso di lei. Ayleia strinse i pugni, canalizzando di nuovo la magia. Voleva concludere quella battaglia. Voleva concludere quello scontro che si era prolungato per troppo, troppo tempo. Aveva già indebolito una di quelle maledette scimmie e i suoi alleati avrebbero pensato a finirla, o così sperava, almeno, ma era giunta ora che quell'altro essere imparasse la lezione e morisse. Carico di rabbia, brutale e selvaggio, un urlo uscì dalla sua gola, echeggiando nella piazzetta, accarezzando i corpi e le fiamme, insinuandosi sotto la pelle del primate, indebolendolo, spossandolo esattamente come era successo all'altro. Pressione del piede, sforzo del polpaccio. Ancora urlando, sebbene la magia fosse già scomparsa dalla sua voce, portò il braccio della spada all'indietro, caricando il colpo. La distanza era nulla, poco più di tre metri, ma prima di sferrare l'attacco l'avrebbe ridotta, assicurandosi che il nemico fosse all'interno della portata della sua spada. Il movimento, complici rabbia e stanchezza, era meno raffinato del solito, meno controllato. La lama scattò dal basso, proseguendo verso l'alto in una traiettoria diagonale rispetto al corpo della bestia. Il respiro lento, affannato, Ayleia rimase immobile per un istante, il braccio teso verso l'alto, il fianco e il torso che dolevano. Fu solo un attimo, ma la vista si appannò. Stanca, serrò le palpebre per un secondo, assecondando il torpore. La sua mente le ripeteva di non farlo, le ripeteva del pericolo che la circondava del fatto che, così, non sarebbe stata pronta a contrattaccare. Fu la paura a farla reagire, a farla rimanere in piedi e a farle riaprire gli occhi. Fu la paura a farle pregare che, una volta che si fosse concentrata sugli altri nemici, non avrebbe visto niente, niente se non il fumo nero che scompariva nell'aria.







    BFn3Rwl

    Corpo 80 | Essenza 30 | Mente 130 | Concentrazione 75 | Velocità 80 | Destrezza 70

    Stato fisico: Danno basso al fianco. Danno basso poco sotto il petto, attorno alla zona delle costole fluttuanti. Stanca a causa del basso livello degli MP.

    Stato mentale: Spera solo che la battaglia finisca.

    Energie: 100-[18]-[40]-[9]-[(10-3)+(5-3)]=24%


    Equipaggiamento:

    Una spada semplice di all'incirca un metro di lunghezza, tipica del suo mondo e simile a quelle usate nello sport che praticava, l'arma bianca che Ayleia si porta appesa al fianco non è niente di particolare sia ad una prima occhiata che dopo: la guardia rotonda è poco decorata, unico ornamento è un portachiavi a forma di piccolo peluche dalle fattezze feline legato ad essa -un ricordo del suo mondo natale-, mentre l'impugnatura è discretamente lunga, circa una ventina di centimetri, abbastanza da permette di tenerla sia ad una che due mani. La lama è sottile, poco più spessa di cinque millimetri nel punto più ampio, e larga a malapena quattro centimetri, e presenta una curvatura leggera. [Arma Magica]
    Restful Aria: Unica peculiarità di questa spada in stile orientale è la magia che Ayleia ha infuso al suo interno, rendendola adatta alle sue esigenze: con un consumo di energie adeguate, e sempre a patto che l'arma si trovi nelle immediate vicinanze della giovane, la giovane potrà usufruire del potere della spada che le permetterà, tramite l'uso della propria voce, di trasmettere al proprio bersaglio una sensazione di torpore dei muscoli, che tuttavia non sarà fastidiosa, bensì rilassante, come se ci si stesse liberando di una stanchezza accumulata nell'arco di molto tempo.
    [Illusoria di Debuff a Corpo; Costo Variabile]


    Abilità:


    Quiet Aria: Importante lezione imparata nel corso dei combattimenti è che non conta quanto qualcuno sia forte: se non riesce a colpire il proprio bersaglio può anche essere la persona più potente dell'universo, ma non potrà mai vincere. Questo semplice concetto è alla base dell'abilità della ragazza, abilità che le permetterà, incanalando la propria magia nella sua voce, di diminuire la velocità di un bersaglio da lei scelto al momento dell'attivazione della tecnica secondo un rapporto costante tra le energie da lei spese ed il danno che impartirà alla velocità al nemico. Nemico che improvvisamente si sentirà come se fosse stato immerso all'interno di un mare che impedisce il movimento dei suoi muscoli, rallentandolo e rendendolo più impacciato; anche in questo caso, naturalmente, esattamente come la magia con cui Ayleia ha permeato la propria arma, la sensazione che l'avversario proverà non sarà dolorosa, ma rilassante e gradevole, come se davvero si trovasse a bagno in un oceano caldo e calmo, l'odore della salsedine ad impregnare le narici ed il sole sulla pelle scoperta, privo di preoccupazioni e timori. [Illusione di Debuff di Elemento Oscurità; Costo Basso]

    Obsidian Flower: Abilità estremamente importante presente all'interno dell'arsenale della giovane, nonché primo dei poteri da lei sviluppati, è questa, la capacità di erigere con la forza della propria mente una barriera quasi impenetrabile, capace di bloccare diverse offensive. Non le servirà nemmeno un secondo di concentrazione che un velo scuro violaceo, freddo e duro al tatto, simile a del vetro intarsiato da motivi floreali e venato da sfumature violacee, comparirà o di fronte o tutt'attorno a lei, uno scudo solido contro offensive fisiche, magiche o mentali, capace di donarle un momento di riposo dalla battaglia e di proteggerla, risparmiando al suo corpo dolore e ferite che, in casi estremi, si sarebbero potute rivelare anche letali. [Psionica difensiva di Elemento Oscurità; Costo Medio]

    Note:

    Alors. Ayleia para la media dello sciamano con una media (credo fosse una media e non una bassa, che nel conteggio delle energie dello sciamano c'è un 24, quindi 2 medie) e incassa l'attacco del Bouncywild scalando il danno da Non tecnica a Basso per la differenza di stat. Fatto ciò attiva a costo Basso “Quiet Aria”, in modo da debuffare la velocità del Bouncywild di 30 punti. Ayleia attacca il Bouncy (la distanza l'ho considerata tra i 3 e i 4 metri) con un tondo che parte da in basso a destra e risale in diagonale verso l'alto.
    Post scarno, ma non avevo molto da dire. Ho fatto poche azioni a causa dello scarso livello di MP in cui si trova Ayleia.
    Potrei editare qualcosa, in caso rileggendo trovassi errori grammaticali.

     
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    La testa pulsava; sentiva il cervello, o per essere più precisi quell'ammasso di materia organica anfibia che si annidava nella sua scatola cranica, spostarsi su e giù come quella roba tipo sperma rappreso che si trova nelle lava lamp. Ma non era il momento di farsi un sonnellino, c'erano dei morti che camminavano che ancora non sapevano di essere morti: toccava al nostro amichevole Skorr'lathyem di quartiere dare loro la brutta notizia, sotto forma di pugni grossi e grossi pugni.
    Forse.
    Sentiva una forte stanchezza, come quando si arriva alla fine di 6 serie da 30 ripetizioni l'una su quello strano arnese delle televendite, quello che rassoda e tonifica glutei, fianchi, addominali e dorsali, prepara la crema caffè e ti aiuta a finire quelle quaranta tavole di disegno tecnico che quel professore bastardo assegna il venerdì per il lunedì, effettivamente mandandoti a puttane il weekend.
    Gli alcolici più vicini a lui erano ancora nella casa dell'uomo più piatto del mondo, oramai pericolosamente pericolante; la benzina che aveva in corpo sarebbe bastata per sterminare ancora un coglione, non di più.
    Dall'altro lato rispetto a dove ci sarebbe dovuto essere il cadavere del Grande Cazzone Blu, lo Stronzetto Arancio ancora vivo stava barcollando come un gatto a cui hanno tagliato i baffi; anche lui era messo di merda, tanto valeva porre fine alle sue sofferenze!
    1 contro 1, niente armi. La si poteva quasi definire la destinazione finale di quello scontro per Skorr'lathyem. L'altro alzò entrambe le mani, manco fosse uno Spaghetti Western e quello fosse un triello e, mentre Skorr'lathyem stava riassumendo le proprie sembianze normali, per quanto uno scheletro con carne annerita e occhi fiammanti sia normale, sparò due palle di fuoco, una diretta a Skorr'lathyem stesso e l'altra, con ogni probabilità, diretta a una delle due tizie; non aveva né la forza né la voglia di controllare verso chi.
    La scimmia sembrava avere fretta di lanciare quei colpi, forse perché sentiva il facinoroso avvicinarsi della morte nei passi di Skorr'lathyem, e la cosa giocò a vantaggio del grosso buzzurro: infatti quel colpo che sembrava mirato all'addome di Skorr'lathyem trasformato, ora si stava dirigendo verso la testa di Skorr'lathyem normale, permettendogli di evitare l'impatto semplicemente piegandosi di lato mentre gli camminava incontro, senza dover ricorrere a stravaganti manovre evasive assai improbabili data la forte spossatezza che provava.
    Mancavano un paio di passi, quando Skorr'lathyem avvertì un forte dolore alla sua chiappa sinistra, un dolore che gli ricordava quella volta che si era infilato alla ladra nel campo di uno di quei bifolchi che vivevano nelle vicinanze della discarica e quest'ultimo aveva scaricato un archibugio caricato a grani di sale grosso nel suo culo.
    Quel colpo, quasi come se fosse una scudisciata, avrebbe spinto il metallaro a saltare a piè pari in avanti, urlando oscenità; atterrando addosso alla scimmia arancio, avrebbe cominciato a colpirla, cieco di rabbia. Il corpo, avendo non raggiunto, bensì superato i propri limiti, si sarebbe fatto un po' guidare dal subconscio di Skorr'lathyem; il quale, contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, non era guidato da violenza, debosciaggine o alcolismo, bensì dalla musica. Infatti, avrebbe cominciato a martellare con i propri pugni con un ritmo da metronomo umano. Otto colpetti da un'ottava, quattro colpi un po' più forti da un quarto e, infine, una singola testata: quattro quarti.
    Quel piccolo bis improvvisato sarebbe finito lì, il sipario sarebbe calato, il pubblico se ne sarebbe andato.


    Nome

    Skorr'lathyem

    Riserva Magica

    28%-6%=22%

    Stato Fisico

    Più di là che di qua, principalmente a causa dell'ampio uso che ha fatto delle proprie abilità, oltre alle ferite di prima si aggiunge un danno di entità Basso sulla sua chiappa sinistra.

    Stato Mentale

    Sull'orlo dello svenimento, non rimane nulla della sua rabbia o del suo desiderio di violenza, solo vuoto.

    Abilità

  3. Broken, Beat & Scarred (Tenacia, Passiva Normale Razziale): Un riff che non si spegne, un assolo che continua e continua e continua, anche con le dita rotte, le mani piene di lacerazioni. Un acuto che non si placa, neanche quando la gola sanguina e i polmoni urlano pietà. Questo è lo stile di molte leggende: sprezzo di fronte al dolore, la stanchezza, le ferite. Mi tagli una mano? Suonerò con l'altra. Me le tagli ambedue, improvviserò coi denti. Nulla mi fermerà.

  4. Hunting Humans - Insatiable (Cacciacuori, Passiva Inferiore Razziale): I fan sono una delle cose più importanti per un musicista. Sono ciò che lo spinge ad alzarsi ogni fottuta mattina per fare prove o comporre o pianificare concerti e quelle mille altre stronzate che una band deve fare. Per questo, io riesco a sentirli. Riesco ad avvertirne la presenza, sebbene non in maniera distinta. Certo, forse non tutti quelli che avverto sono miei fan, ma col tempo lo saranno!

  5. Walk Among Us (Passiva Normale, Personale): Essere riconosciuti per strada dai propri fan è una bella sensazione. Essere invece squadrati con disgusto e paura, causare un fuggifuggi generale e l'arrivo delle forze dell'ordine mentre stai cercando d'innocentemente comprare una cassa di birra, no. E diciamocelo, non ho il più raccomandabile degli aspetti. Credo sia principalmente per il mio labbro leporino... Ah, ma con chi voglio scherzare, non ce le ho nemmeno le labbra! La soluzione, però, è semplice semplice. Inconsciamente –credo sia qualche strano effetto secondario della mia possessione di questo corpo– creo intorno a me una sorta di aura che non solo impedisce alla gente di riconoscere le mie terrificanti fattezze –sono ben consapevole di non essere in lizza per Mister Crepuscopoli– ma fa in modo che non si accorgano nemmeno che c'è qualcosa che non va.


  6. Pleasure to Kill (Colpo Possente, Attiva Costo Basso Razziale Fisica Oscurità) Ci sono quei momenti in cui qualcuno ti rompe così tanto le palle, che senti di dover annichilirlo con un singolo pugno. Beh, io mi sento così spesso e volentieri. In quegli istanti, tutta la rabbia che sento, fluisce verso il mio braccio destro e possano le divinità avere pietà di chi mi ha fatto incazzare, perché io non ne avrò.
  7. Link scheda: qui.

    Riassunto Post

    Skorr'lathyem prende coscienza del fatto che è prossimo a svenire, dato che gli rimangono pochissime energie. Fissa, allora, la propria attenzione sullo Sciamano rimasto e comincia a muoversi nella sua direzione. Essendo il colpo dello sciamano mirato allo stomaco di Skorr'lathyem trasformato, quando quest'ultima finisce, il colpo si ritrova ad altezza testa, rendendo la schivata più semplice, simile ad un Bob & Weave da boxeur. Quando sta per raggiungere lo Sciamano, la biglia sparata dal Bouncywild alle sue spalle raggiunge la sua chiappa sinistra, che si trova dove era il retro del ginocchio di Skorr'lathyem trasformato, provocando, oltre a dolore, una sorta di scudisciata che spinge Skorr'lathyem a un istintivo salto in avanti. Se tutto procede come previsto, Skorr'lathyem dovrebbe caracollare addosso allo Sciamano e, trovandosi sopra ad esso, cominciare a picchiarlo. I colpi, ormai menati da un Skorr'lathyem quasi svenuto, seguono una metrica musicale, otto colpetti corrispondenti a otto note da un'ottava, quattro colpi corrispondenti a quattro note da un quarto, e una singola testata finale, catalizzando il potere di un Pleasure to Kill lì invece che nelle braccia, pari a quarto quarti. Skorr'lathyem, avendo raggiunto quasi il limite, è parzialmente svenuto.

    Modifiche

  8. L'iSkorr verrà messo quando ho a disposizione un computer con PC, la canzone di questo post è Suicide Note (Pt.1) dei Pantera

  9. 29.10.2016: iSkorr installato, canzone cambiata da Suicide Note Pt. 1 dei Pantera a In This River dei Black Label Society, versione del live a Parigi del 2006


  10. Edited by Skorr'lathyem - 29/10/2016, 21:50
     
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    Quando il mostro d'osso cadde a terra, presumibilmente senza vita, la ragazza col drago non poté fare altro che tirare un sospiro di sollievo. La bestia, grazie agli sforzi dell'altra ragazza, non era stata in grado né di difendersi né tantomeno di infliggere danni. Sheil'heit non conosceva la forza dell'Hearthless appena abbattuto, e ovviare alla cosa non rientrava tra le sue priorità immediate.

    Il riposo dal furore di colpi subiti e portati fu breve, in quanto le scimmie relativamente più piccole, illese, contrattaccarono immediatamente. Due ondate di attacchi, una per ognuno dei suoi compagni. Tra tutti, venne ignorata.
    Quasi instintivamente, la sua mente sorvolò l'area di battaglia, leggendo superficialmente l'anima dei due guerrieri, per assicurarsi che fossero ancora in grado di combattere, e se Ayleia sembrava stremata ma viva, Skorr era molto meno in forma di quanto facessero credere le sue azioni.
    Solo una musica, scandita dai colpi in faccia al nemico, rivelava la vita ancora presente nel suo corpo.

    Poco tempo ebbe Sheil per controllare la situazione, che sentì Roth'raku riportarla alla realtà con un doloroso strattone mentale. Il suo compagno voleva combattere, e fino ad allora non aveva permesso che ciò accadesse in maniera soddisfacente. Allungò dunque il braccio destro verso la scimmia non presa di mira dall'altra guerriera, flettendo il braccio verso l'esterno e facendo uscire da quello che sembrava il suo polso una lunga corda nera con un rampino attaccato.
    Se tutto fosse andato secondo ai piani, quest'ultimo sarebbe stato lanciato contro la scimmia, aggrappandosi al suo petto e trascinandola verso il duo.

    Sentendo il piano della sua compagna crearsi nella sua mente, il Drago si preparò a quanto sarebbe avvenuto a breve. Allungandosi il più possibile, cercò di posizionarsi nella zona più propizia per prendere la deliziosa "pesca", e di maciullarla per bene prima di spedirla all'altro mondo.


    Sheil'heit

    Corpo 45 | Essenza 90 | Mente 40 | Concentrazione 75 | Velocità 80 | Destrezza 70

    Stato Fisico: Illesa, Stanca.
    Stato Mentale: Preoccupata, ma questa volta per Skorr.
    Equipaggiamento:
    »Difensore Dragonico - Roth'raku
    »Windtalker (Evocato)
    »Dard Gauntlet
    »Armatura del vento

    Energia: 40%

    Tecniche Attive/Utilizzate:
    //
    Tecniche passive:
    CITAZIONE
    Legame
    Quando Roth'raku e Sheil'heit si unirono, scoprirono dopo brevissimo tempo che quel legame aveva potenziale per essere ben più che fisico. I loro pensieri comunicavano, così come le loro intenzioni, i desideri dell'uno venivano riflessi nella mente dell'altro. Le loro abilità si mescolavano, le menzogne non esistevano.
    E, ancora più che a livello mentale, a livello fisico questo si mostrava nel come Roth'raku riuscisse a controllare il vento, oppure la ragazza a controllare il corpo del drago. Dopo anni di "convivenza" e allenamento, hanno imparato a usufruire al massimo delle abilità a loro disposizione, indipendentemente da chi sia a usarle.
    In Game: Roth'raku e Sheil'heit condivideranno ogni abilità attiva e passiva, e Roth'raku sarà da considerarsi come parte del corpo di Sheil'heit per effetti di abilità e attacchi [Passiva Superiore].

    CITAZIONE
    Open Minded
    Poco dopo essere arrivata alla Città di Mezzo, Sheil'heit si è accorta che il suo legame con Roth'raku aveva fatto ben più che legarla a lui: aveva aperto la sua mente, donandogli un controllo maggiore su ciò che entrava e usciva dalla sua testa.
    Mentre era ad Aramay questa cosa non si era manifestata, ma una volta ritrovatasi nella Città della notte, ha scoperto di poter sentire i pensieri altrui e proiettare i propri. Erano confusi, certo, ma erano pensieri nondimeno. Facendo varie prove con Roth'raku, capirono che il raggio di tale potere era limitato dalla vista (si poteva leggere la mente solo di chi era stato visto almeno una volta) e che era necessaria molta concentrazione per attuare l'impresa.
    In Game: Sheil'heit sarà in grado di sentire ciò che succede nella mente di una persona, come se fosse uno spettatore. I pensieri acquisiti in tal modo sono confusi, visto che la mente non è ordinata, prima di emettere parole, e in combattimento questo è ancora più accentuato (saranno leggibili più chiaramente i pensieri diretti). In quest'ultima situazione, è impossibile leggere la mente del nemico con chiarezza senza esporsi a un attacco, potendo percepire solo marginalmente l'intenzione di attaccare o di scappare. Se anche ci si riuscisse, non si potrebbe sapere con chiarezza il tipo di attacco che verrà effettuato. Eccezioni a questa "regola" sono da vedersi di caso in caso, e mancanza di ovvie giustificazioni in-game di questo saranno puniti sulla lealtà.
    E' anche possibile proiettare i propri pensieri come dialogo, sensazioni o immagini (a singole persone e creature), e salvo un basso parametro in mente, chiunque capirà che queste manifestazioni non sono reali. Queste non possono in nessun caso creare un danno permanente o quantomeno significante alla mente di chi riceve le sensazioni.
    Una persona vista una volta potrà essere raggiunta dalla mente in un raggio equivalente alla voce: se è possibile raggiungerla urlando allora sarà possibile anche parlarle e sentire i suoi pensieri (con l'accuratezza di ciò che va a scemare maggiore è la distanza coinvolta). [Passiva Superiore]

    Riassunto Post: Dopo aver scandagliato con Open Minded il campo di battaglia, e aver appurato che Skorr non sta tanto bene, usa il Dard Gauntlet per provare a prendere il bouncywild e praticamente buttarlo in bocca a Roth'raku. Anche se stanca, ho considerato che 15 punti di differenza in corpo potevano bastare, anche grazie alla funzionalità di "recupero" della corda, a come minimo spostare il bouncywild nel raggio d'azione di Roth'raku, 5m.
     
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    Erano le ultime battute di quella battaglia che, per tutti gli individui coinvolti, era stata sfiancante. Gli attacchi dell'ultimo Sciamano sopravvissuto erano andati entrambi a vuoto: la sfera di fiamme che era stata lanciata contro Skorr era stata evitata perché quel buzzurro si era improvvisamente... sgonfiato, passando da una taglia gigante a qualcosa di più umano. La seconda, invece, era stata bloccata in un modo che non era riuscito a vedere, ma a giudicare dallo stato della sua vittima designata, poteva dedurre che i suoi sforzi non fossero serviti a niente. E aveva ancora quella sensazione di intorpidimento in tutto il corpo, il che significava che ormai non era che un semplice bersaglio, in attesa di venire colpito da qualcosa. Si sarebbe volentieri preso a pugni dalla frustrazione, ma il suo simile umanoide sembrava abbastanza "gentile" da volergli togliere quello sfizio con le sue stesse mani. Le bestemmie del metallaro presero di sorpresa lo stregone, facendolo voltare istintivamente verso la propria sinistra, giusto in tempo per vedere e sentire l'altro Heartless che gli atterrava addosso, un dolce peso che venne rapidamente seguito da una marea di colpi lanciati alla cieca. La scimmia cercò di difendersi malamente dai primi pugni, incrociando le braccia di fronte a sé, ma questo non fece che deviare parzialmente gli attacchi dell'uomo: i primi otto pugni finirono sui suoi avambracci, sconsquassandoli prima di lasciar posto ai quattro colpi che lo presero sul costato, che non trovarono ostacoli. Prima che lo Sciamano potesse cercare di cambiare la sua guardia, vide il brutto muso del suo simile che si avvicinava al suo con forza e velocità crescenti, per poi non vedere più niente: la testa dell'uomo impattò contro la maschera del suo simile con un sonoro tonfo ligneo, crepandola e spingendo la nuca del suo bersaglio contro il terreno. L'ovvio risultato di quest'ultima offensiva sarebbe stata una leggera testata contro il terreno roccioso, mentre il volto e il torso del metallaro ricevevano una pioggia della polvere nera che era come carne, ossa e sangue per quegli esseri. Forse la sostanza meno nociva che aveva inalato nella sua vita, ma in quel momento sarebbe stato carico del dolce profumo della vittoria, sempre che Skorr'lathyem avesse ancora abbastanza coscienza per capire che aveva appena sconfitto il primate che gli aveva quasi bruciato i gioielli di famiglia.
    Intanto, la responsabile del salto olimpico di Skorr aveva ben altri problemi di cui occuparsi. Non si aspettava certamente che il suo proiettile avrebbe avuto risultati simili, o che il suo colpo sarebbe finito sulla parte del corpo sbagliata, ma il Bouncywild non si lasciò influenzare da quegli errori. Era chiaro che l'uomo non aveva più le energie necessarie per muoversi, quindi tutto ciò che doveva fare era lanciare un'ultima pallottola, una biglia che avrebbe mirato alla sua testa, o qualsiasi parte che poteva essere fatta esplodere con risultati sanguinolenti per toglierlo dalla faccia di quel mondo. La scimmia cominciò a caricare il colpo sulla sua fionda e si preparò a muoversi, ma prima che potesse mettere in atto il suo piano, qualcosa la colpì al costato, causandole uno squittio di dolore: si era completamente dimenticata dell'altra guerriera. E, prima che potesse rimpiangere questa sua mancanza, il piano di Sheil'heit prese forma, anche con una buona dose di fortuna. La testa del rampino si aprì non appena fece contatto con il corpo dell'Heartless, e quando cominciò a venire richiamato dal meccanismo sull'avambraccio della guerriera, due dei suoi denti si aggrapparono all'avambraccio sinistro del Bouncywild, trascinando il primate verso la sua sinistra lungo il terreno. Una scivolata di un paio di metri, che la portarono a contatto con la fredda pietra prima che il dardo la liberasse da quella presa, tornando dalla sua "padrona" da solo. L'Heartless alzò il volto per comprendere cosa le fosse successo esattamente, ma prima che potesse processare l'accaduto, i suoi occhi incontrarono le fauci spalancate di Roth'raku, dirette proprio verso la sua testa. Ebbe giusto il tempo per un ultimo squittio di terrore, prima che le zanne del drago affondassero nel suo cranio e la trasformassero a sua volta in una massa di polvere nera.
    Solo un Bouncywild rimaneva all'appello, quello che aveva messo la propria attenzione su Aileya. I compagni di entrambe erano troppo occupati a uccidere o a venire uccisi, quindi si trovarono impegnate in un piccolo duello esclusivo tra di loro. La ragazza seguì praticamente la stessa strategia che aveva usato pochi attimi prima: un grido atto a debilitare l'avversario, e una carica fisica contro il Bouncywild, ma questa volta entrambe quelle azioni avevano un obiettivo comune. La scimmia subì gli effetti dell'illusione della ragazza, sentendo le gambe che cedevano e i muscoli che si facevano pesanti: Aileya la stava per attaccare, preparava il fendente che, nel migliore dei casi, le avrebbe tagliato la testa. Peccato che si trovassero entrambe in uno stato che riduceva la loro prestanza fisica. L'Heartless si lasciò cadere all'indietro, accompagnata dall'intorpidimento del suo corpo, riuscendo così a evitare la spada della ragazza, che sibilò sopra alla sua testa tagliando solo due lembi del fiocco che aveva sulla sua testa... e lasciando la guardia della sua avversaria completamente aperta. Non appena la schiena della scimmia toccò terra, questa concentrò tutte le forze che poteva richiamare nelle proprie braccia, tendendo l'elastico della fionda per formare quello che sarebbe stato il suo ultimo proiettile. Non le importava di morire, ma avrebbe sicuramente fatto di tutto per portare almeno uno di quei mercenari nelle tenebre con sé; le bastava solo colpire il volto di Aileya con quella biglia, e avrebbe sicuramente lasciato un brutto segno. E così sarebbe stato, se non per una luce che spezzò l'illuminazione concessa dalle fiamme. Il Bouncywild riuscì a vederlo giusto per un attimo, un bagliore azzurro che le cadde addosso con un rombo feroce, un tuono che fece evaporare in piccole particelle oscure il suo corpo, lasciando dietro di sé solo un eco. Aileya era arrivata a un passo da una possibile morte, e il suo salvatore era appena visibile: nella via opposta da cui i tre mercenari erano arrivati si trovava una figura maschile, avvolta da capo a piedi da una larga tunica di stracci. Il suo volto emancipato si vedeva appena, coperto da un cappuccio e illuminato dal fuoco che ancora crepitava in mezzo alla piazza, e nemmeno la luce pallida che proveniva dalle rune del grande bastone a cui si stava appoggiando. Rimase a guardare i tre mercenari per qualche attimo, come se dovesse assicurarsi della loro salute, e dopo aver appurato che nessuno era morto, si voltò e tornò dalla via da cui era arrivato, lasciando dietro di sé solo il ticchettio del suo bastone contro le vie lastricate di Port Royal.




    Nel distretto nobiliare, intanto, una delle domande che passava nella mente del trio stava ricevendo una risposta: quanto poteva essere pericoloso un Osso Vivente? Di cosa era capace? Egeria e Flandre, nonostante il loro vantaggio, stavano vedendo con i loro occhi la risposta a quel dubbio.
    L'Heartless a cui la ragazza dai capelli corvini aveva tagliato le zampe si stava ancora dimenando, mordendo alla cieca di fronte a sé nella pazza speranza di azzannare la giovane che gli aveva causato quei danni. Non sarebbe morto per una ferita come quella, non aveva sangue da versare, non aveva nervi che potessero mandarlo in schock per il dolore; anche la sua avversaria se ne era resa conto. Dopo esseri messa a una distanza di sicurezza, la ragazza plasmò nuovamente un'arma dalla massa di metallo sotto il suo controllo, una lama fluida che si lanciò come una frusta contro il torso dell'Heartless, evitando lo schiocco delle sue fauci e caricando contro il torso della bestia. Una scelta corretta, perché il Kervion non trovò alcuna resistenza, e i movimenti erratici di ciò che rimaneva della creatura non arrestarono la sua avanzata: i ruggiti sordi dell'Osso Vivente si zittirono di colpo, mentre il suo torso veniva praticamente tagliato in due dall'abilità di Egeria. La massa d'ossa rimase inerme, finalmente morta, perdendo lentamente consistenza e spargendo polvere nera alla brezza marina... e quella poteva essere l'unica uccisione "pacifica" di quel frangente.
    La bestia che stava affrontando Flandre, infatti, stava continuando a resistere per quanto gli fosse possibile. L'ultima disperata resistenza dell'Osso Vivente riuscì a disarcionare la bambina, ma questa si lanciò subito in una carica, atta a dargli il colpo di grazia. Con un grido, la vampira menò un ultimo pugno potenziato contro il fianco dell'Heartless, e senza troppi convenevoli, questo cadde sul fianco, un tonfo accompagnato da uno scricchiolio disordinato delle ossa contenute nel suo torso, lasciandolo immobile e a "decomporsi" in una massa di polvere nera come il suo simile. Infine, l'ultima minaccia della bambina non ricevette alcuna risposta: così come i suoi simili, anche il Negromante era morto per le sue ferite, ma il suo corpo si ridusse a una massa di grani oscuri più rapidamente, lasciando dietro di sé solo un cumulo di ceneri che sarebbe sparito, trasportato via dal vento.


    CITAZIONE
    Note: Bene, direi che possiamo chiudere qui; fate un ultimo giro di post di pura narrativa, questa volta con la turnazione normale, e vi darò le vostre valutazioni. Se avete qualcosa da ridire a riguardo e volete subito le valutazioni, fatemelo sapere nella discussione apposita in area quest, e per il resto sapete come contattarmi.
     
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    La sua visione sfarfallava come uno di quei seguipersone di quinta mano, così vecchi e navigati che il nome del produttore è scritto in pitture rupestri. Acceso, acceso, acceso, spento, spento, acceso, spento. Un guizzo di vista lo convinse che sotto di lui lo stronzetto arancio fosse ancora vivo; la seconda testata passò attraverso quell'illusione, incontrando il ciottolato. Bestemmiò con un filo di voce, ma almeno la vista era ritornata, senza palesi danni cerebrali. – Non tutto il nuocio vien per malere.
    Palmi ben appoggiati a terra, provò a tirare su il culo praticando la Adho Mukha Svanasana del Saluto al Sole. Si, dopo aver visto un porno in cui un 'istruttore' era finito a fare 'yoga' con due avvenenti signorine poco vestite, aveva studiato due o tre manuali di yoga per fingersi un istruttore: l'ora e mezza peggiore della sua vita, c'erano solo ragadi incartapecorite e bavose. Però aveva imparato ad aprire i suoi chakra e a portarsi le gambe dietro la testa, cose da non sottovalutare.
    Era riuscito ad arrivare a una posizione più umana (ed anche più facilmente pronunciabile) ovverosia in ginocchio, chiappe poggiate sui talloni e petto ritto come un obelisco: il fiato era corto come lo è una scatola di cioccolatini per un ciccione.
    Solo ora si accorse della cazzata che stava facendo, era meglio fare l'opossum per terra, non aveva le forze per rispondere a un altro attacco. Rapidamente scandagliò le immediate vicinanze alla ricerca della stronza con il fiocco che l'aveva sculacciato con una biglia: non c'era da nessuna parte.
    O era finito tutto, o la stronza con il fiocchetto si era imboscata e quindi per Skorr'lathyem era la fine.
    Dopo una manciata di secondi, nulla. Nessun colpo alla testa o altre zone vitali tipo il cazzo, ottimo.
    Finalmente, quella rottura di palle era finita; per quanto lo riguardava almeno. Aveva già fatto troppo per quella manica di stronzi, ora voleva solo barcollare fino a dove si trovava il suo amicone Norry, farsi dare quanto pattuito, cercare qualche zoccola, farsi fare il pompino più lungo e sugoso di sempre, così potente da stracciare l'essenza stessa del creato, ubriacarsi a dovere e ritornarsene a casa. Ne aveva davvero, davvero le palle piene.
    Con un altro sforzo, sguardo piantato a terra sull'increspatura tra un ciottolo grigio e uno un po' meno grigio, richiamò tutta le poche energie che gli rimanevano e si ritrovò in piedi.
    Cazzo.
    Si sentiva intontito come dopo quattro canne di fila. Fece un passo, poi un altro e, proprio quando cominciava a pensare "dai che ce la sto facendo abbastanza bene", il ginocchio sinistro cedette.
    Era un dannato catorcio. Okay, aveva passato la sera prima a bere, vomitare, picchiarsi con buzzurri e bere ancora, ma ciò non toglieva che questa mancanza di energie era proprio imbarazzante. Doveva ricominciare a fare attività fisica, tipo il lancio del cretino o simili.
    Sentendo la terra che, bastarda, cominciò a girare sotto di lui, Skorr'lathyem si appoggiò con violenza contro il muro più vicino: porca puttana, non era mai stato così stanco come in questo preciso momento.
    Una strana sensazione gli stava mordendo la parte interna del cervello, una sorta di fame. Comprensibile, la cena l'aveva vomitata tutta su Crescentia e da allora non aveva mangiato altro.
    Pensando alla propria fame, uno degli elementi di quella scatenata cinquina mandata a uccidere Fartless balzò subito in mente all'ora spaventato Skorr'lathyem.
    La bambina. Da qualche parte in questa città quella... cosa si stava aggirando. La situazione non stava giocando molto a suo vantaggio.
    Al loro primo incontro lei lo aveva squadrato come un giaguaro squadra una lepre; ora quel giaguaro si sarebbe trovato di fronte una lepre spossata e abbastanza ferita, la preda perfetta.
    Doveva fuggire, nascondersi, lasciar calmare le acque. Come quando fai una pisciata in piscina e devi cercare di mescolare l'acqua e non farti notare.
    Per il momento si sarebbe dato alla macchia; ritrovarlo in mezzo a tutti quei vicoletti avrebbe rappresentato una sfida inutile e noiosa, per quella bambina. O almeno, così sperava.
    Si sarebbe recato a riscattare il suo compenso il giorno dopo, con molta calma. Dai, di sicuro non sarebbe restata lì ad aspettare per uno stronzo marcio come Skorr'lathyem, no?
    Furtivo, per quanto un deficiente di 190 centimetri e passa possa barcollare in maniera furtiva, Skorr'lathyem s'involò nel vicolo alla sua destra, pronto a scomparire nella notte.
    In fondo, doveva dirlo, questo fare il mercenario non gli era troppo dispiaciuto: gli piaceva fare il bruto sozzo e cattivo pagato per picchiare gente che, almeno all'apparenza, era più sozza e cattiva di lui.


    Per chi volesse la canzone correlata a questo post, eccola qui. Aggiungerò l'iSkorr correlato a breve.
     
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    La stava prendendo in giro?
    Stanca, stremata, incapace di muovere anche solo un muscolo, Ayleia osservò impotente la scimmia abbassarsi, schivare il suo colpo di spada. La osservò tendere l'elastico della fionda, prepararsi a lanciarle un altro attacco. Imprecando contro le sue gambe, contro i suoi muscoli, imprecando contro quel corpo che non riusciva a muovere, strinse i denti, preparandosi a sopportare il dolore che quel colpo le avrebbe inferto.
    Rombo do tuono, luce azzurra. Per un istante il mondo tremò, la confusione prese vita nella mente della giovane mentre la magia polverizzava la scimmia di fronte a lei, facendola tornare cenere. Cosa era appena successo? Il fiato corto, sia per la paura che per la fatica, la giovane riprese a respirare. Con un sussulto, portò la mano al fianco, dove sentiva formarsi il livido causato dalla biglia che la prima scimmia le aveva lanciato. Gli occhi, curiosi, si voltarono verso i suoi due compagni, cercando di individuare chi l'avesse aiutata, cercando qualcuno a cui porre dei ringraziamenti. Skorr era a terra, disteso sul lastricato lurido. Non poteva essere stato lui. Sheil era poco lontana, ma in una direzione diversa da quella da cui era arrivato l'attacco, quindi…? Perplessa, interruppe i suoi pensieri, ricreando la traiettoria del lampo che aveva distrutto la scimmia, seguendola con la vista. Un uomo, alto incappucciato li stava osservando dall'altro lato della piazza, un bordone ancora sfrigolante di energia stretto nella mano. Per un istante il loro sguardo si incrociò, prima che l'altro si voltasse, tornando da dov'era venuto.
    La sua mente faticava a ingranare, ancora immobile come il suo corpo. Un rantolo uscì dalla sua bocca.
    Chi era? Cosa ci faceva lì? Un altro mercenario? Velocemente, riprendendosi, scosse la testa, i capelli che le danzavano attorno al capo.
    «Ehi.» Tentò di urlare, di richiamare l'attenzione, ma solo un sibilo uscì dalla sua gola.
    «Ehi!» Questa volta la voce uscì bene, impaziente, alta. La mano stretta ancora attorno all'elsa della spada, si mosse di un passo in avanti, riacquistando lentamente comando sui suoi arti.
    L'uomo si voltò osservandola quasi stancamente. Non ci fu risposta, non ci fu niente se non quello sguardo. Silenzioso, lo sconosciuto riprese a camminare.
    Stanca, tentennò un istante, prima di decidere che non lo avrebbe seguito. Non aveva le energie per fare alcunché: era palese che era già un miracolo il fatto che si reggesse in piedi. I fianchi, i lividi lasciati dalle biglie delle scimmie dolevano, generando fitte sorde che arrivavano fino al suo cranio, echeggiando lungo il collo e la schiena. Adesso voleva solo stendersi. Era tanto stanca. Ansimando appena, osservò Skorr dirigersi verso un vicolo laterale, barcollando come un ubriaco, nudo come il giorno in cui era venuto al mondo. Senza mutare di espressione, troppo stremata per elaborare l'imbarazzo che avrebbe dovuto provare, decise che non avrebbe seguito nemmeno lui: ne aveva avuto abbastanza per la giornata di quel folle. Lentamente mosse le gambe, cercando di tenersi in piedi, compiendo passi brevi. Digrignando i denti, strinse le dita attorno al fianco, artigliando la pelle con le unghie, come se tramite quel nuovo dolore volesse annebbiare quello precedente.
    Sapeva che entro qualche minuto sarebbe stata meglio, ma avrebbe dovuto attendere diverse ore prima di essere di nuovo in grado di combattere.
    Le palpebre pesanti, si voltò verso l'altra ragazza, l'unico membro del gruppo rimasto.
    «Io...» Pausa, respiro più lungo degli altri per racimolare fiato. «Tornerei dal Commodoro. Non credo di essere in grado di continuare a combattere.» Non voleva finire come quei cadaveri che ancora adornavano la piazza, macabre decorazioni del festino che gli Heartless avevano celebrato fino al loro arrivo. «Vieni anche tu?» Concluse, la voce sottile.


    Beh, direi che non ci sia altro da aggiungere. La stanchezza è dovuta al basso punteggio della statistica essenza, che, se non ricordo male, dovrebbe anche avere un impatto sul grado di stanchezza collegato agli MP che un pg prova. E, vabbeh, oltre a ciò ci sono anche i danni, per quanto lievi siano.
     
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    Fu soddisfacente in una perversa maniera vedere il suo piano andare a compimento perfettamente, ogni colpo andato a segno esattamente dove aveva immaginato, per una volta. Il rampino sulla scimmia, quest'ultima trascinata per terra e un morso decisivo per porre fine a quello scempio di combattimento. Tutto perfetto.

    Fu però quando si voltò verso Ayleia per controllare che stesse bene, e un fulmine blu quasi non la accecò, che la vita, sbattendole in faccia la dura realtà, la riportò con i piedi a terra. Anche Roth'raku, solitamente stoico e impassibile, in situazioni del genere, chiuse gli occhi e si voltò di scatto verso la fonte di luce, abbagliandosi momentaneameente.
    Una magia, quasi sicuramente di natura elettrica, aveva appena fritto l'ultimo Hearthless nemico presente sul campo. Al lato opposto della strada, tra macerie e cadaveri, vi era un uomo vestito con due stracci e un bastone luminescente. Per un secondo la ragazza guardò l'altra compagna, cercando risposte, ma trovò solo confusione: la stessa che vedeva sul suo volto.

    Sheil frugò la propria memoria franticamente in cerca di informazioni su un tale che corrispondesse a quella descrizione, ma non le venne in mente nulla. L'unica informazione che poteva essere inerente al caso era quella dei bastoni magici: armi nemmeno troppo rare, su Aramay, che canalizzavano la potenza di un individuo, permettendogli di usare la magia dispersa nell'aria con più facilità rispetto alla norma. Erano strumenti facilmente costruibili, e data la loro moderata potenza non erano nemmeno l'arma favorita dai più.

    La ragazza, curiosa e cauta, estese la sua mente, cercando di avviluppare dolcemente quella dell'uomo che se ne stava andando, in modo da non allertarlo della propria presenza. Sarebbe stato un disastro se quello si fosse voltasse e decidesse che salvarli era stato uno sbaglio. Vi trovò quanto di più simile v'era a un velo d'acqua: La sua mente era stranamente calma, come se non fosse toccato minimamente dalle sue azioni o da quanto fosse successo.

    Fu solo la voce di Roth'raku, -Hey, ragazzina, guarda più a fondo.-, frase detta arricciando il naso e scoprendo le zanne con fare circospetto, che la spinsero a indagare un po' più a fondo. Scrutando con più attenzione, Sheil vide che, in effetti, sotto la superficie calma della mente che stava esaminando gorgogliavano sensazioni di ansia e amarezza. Era una strana combinazione, difficile da immaginare, ma non da sentire, per la guerriera.
    Sheil'heit non si era accorta di essersi impuntata dove era, fissando la nuca dello sconosciuto che se ne stava andando, stringendo il Windtalker maniacalmente. La voce di Ayleia le arrivava ovattata, mentre si perdeva nelle congetture di chi potesse essere il loro salvatore.

    Fu quando sentì la parola "Commodoro" che si riscosse dalla sua trance, girandosi verso la rossa di scatto, stupita, rilassandosi subito dopo.

    «S-sì, arrivo.» furono le incerte parole che uscirono dalle sue labbra. Con un movimento leggero del polso, l'arco che fino a quel momento aveva stretto tra le mani si dissipò in un soffio di vento, mentre roth'raku si rintanava al suo interno, con un ruggito trionfante. Nonostante tutto, erano ancora vivi, a discapito delle scimmie, ed era andato tutto per il meglio.

    Sheil si voltò e cercò con lo sguardo Skorr, non trovandolo da nessuna parte. Confusa, chiese a Ayleia:

    «Ehm... quel bruto di Skorr Latem...? Non vedo il suo cadavere, devo dedurre...»
    -Quel cane si è dato alla fuga- le rispose il drago con fare beffardo, interrompedo il flusso i parole di Sheil -Appena dopo l'arrivo del misterioso "salvatore", come lo chiami te-
    -Io non chiamo nes-... Va bene, ho capito, comunque.-

    Sheil proseguì dunque come se Ayleia le avesse risposto, probabilmente confondendola, data la situazione. Vide l'altra incerta sui suoi passi e le offrì un braccio per appoggiarsi, nel caso lo volesse. Lei era stata fortunata, era ancora illesa. Il povero Skorr, l'ultima volta che l'aveva visto, non era stato altrettanto fortunato.
    Era ora di andare a fare rapporto, quella giornata era stata fin troppo impegnativa.

     
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    Anche l’ultimo heartless era scomparso.
    Egeria strinse i pugni e serrò la mascella. Avevano vinto, certo. La missione era conclusa. Ma cosa ne aveva guadagnato? Il denaro le avrebbe fatto comodo per andare avanti, ma non era mai stato quello il suo scopo. “Studiare le creature sul campo”, questo si era illusa di fare. Cosa aveva studiato? Cosa aveva appreso? Niente.
    Faticava a mantenere l’equilibrio. Una fitta al capo, come un morso di serpente, minacciò di nuovo di farla svenire. Barcollò per qualche istante, ma riuscì a piantare entrambe le gambe poco dopo.
    Cercò di rilassare i muscoli, di far rifluire i pensieri. Respirò a fondo, si calmò. No. No, non era vero – pensò. Qualcosa aveva imparato. Qualcosa aveva ottenuto.
    Istintivamente, la sinistra corse alla tasca della giacca e vi entrò: le dita accarezzarono la superficie irregolare del piccolo teschio piumato. Il padre dal sangue nero. La mano pitturata sulla porta della villa. Il riscatto di un debito non pagato. Gli heartless che, contrariamente a tutto gli studi che aveva letto fino a quel giorno, si interessavano a beni materiali. Che erano organizzati. Che avevano un leader.
    Un’altra fitta la costrinse a buttare il busto in avanti. La destra si strinse contro la fronte, come se il contatto potesse scacciare il dolore e la fatica. No. No, non era stato tutto inutile. Valeva la pena, in fondo, continuare su quella pista. Chiunque fosse il “padre dal sangue nero”, era una creatura abbastanza intelligente e pericolosa da controllare gli heartless, sfruttarli per un fine. Forse era un heartless lui stesso, uno dei rarissimi esemplari di senza cuore in grado di assumere forma e coscienza simili a quelle umane. “E se è così, allora…”
    Uno sbuffo alle sue spalle attirò la sua attenzione. Flan si stava avvicinando.
    Egeria non fece in tempo a fermarla: la ragazzina le si affiancò, infilò la testa sotto il suo braccio e le cinse il bacino con la destra. Facendo forza sulle gambe, la aiutò a rimettersi eretta.
    Egeria trattenne il fiato, immobile, colta alla sprovvista.
    «Se vuoi ti porto io e basta» decretò allegra la bambina. «Il panino è la ricompensa».
    Egeria non la guardò. Le iridi vinaccia erano vuote, perse sull’orizzonte piatto tracciato dal mare, giù, ai piedi della collina e oltre il porto. Le ci volle qualche istante, prima di rispondere. «Non è necessario, grazie». Un colpo di tosse, sapore di sangue in fondo alla gola. Parlava senza pensare, ormai da tempo rassegnata all’assurdità della situazione. «Il panino te l'avevo già promesso, non devi fare altro per meritartelo». Si decise a voltarsi verso di lei.
    Flan le regalò un sorrisetto sornione. «Così me lo merito di più» disse.
    Egeria abbassò il capo. Più i secondi passavano, più quel contatto la metteva a disagio. Deglutì. Qualcosa le diceva che, al contrario di Hind, Flan non si sarebbe resa conto da sola che fosse meglio lasciarla andare. «No, davvero. Mi sto già riprendendo» cercò di rassicurarla con un’affatto convincente imitazione di sorriso.
    Non riuscì a interpretare l’espressione di Flan. Teneva le labbra serrate e leggermente all’infuori, i grandi occhi rossi aperti e vispi. Perplessità? Preoccupazione?
    «Guarda che non mi ci vuole molto. Vuoi che ti prenda in braccio? Sulle spalle? Che ti dia la manina?»
    Egeria non capiva. Dischiuse appena le labbra, ma ne uscì solo un fiato.
    «Ti sei fatta male?» incalzava intanto l’altra. «NESSUNO DEVE FAR MALE A CHI FA I PANINI BUONI! UCCIDERO' TUTTE LE SCIMMIE DI QUESTO MONDO!» Si guardò intorno con circospezione e rabbia bambinesca. «SCIMMIEEEH!»
    Sperando di non dare nell’occhio, Egeria allontanò il capo da quello di Flan. La testa le faceva già abbastanza male: l’ultima cosa di cui aveva bisogno erano urla acute a due centimetri dall’orecchio.
    «SCIMMIE VI UCCIDO TUTTE. NESSUNO FA MALE A GIGIA».
    Gigia. Ancora quel nomignolo. Egeria sospirò. Se non altro, era ormai appurato che Flan non costituisse una minaccia e che, anzi, avesse quasi a cuore il suo benestare. Quante meraviglie poteva fare un panino al prosciutto preparato in tre minuti.
    Lentamente si scostò da lei. La vista baluginò un solo istante, ma i muscoli non la tradirono. «Andiamo, Flan. Dobbiamo fare rapporto al commodoro». E detto questo, si incamminò.
    Flan fece spallucce. «Mmmh okay». Un allegro rintoccare di passetti le annunciò che la bionda la stava seguendo.
    Non sarebbe tornata dai due nobili. Non aveva senso. La donna era troppo terrificata, e né lei né tantomeno Flan erano le persone più indicate a tranquillizzarla.
    Gettò un ultimo, fugace sguardo alla villa saccheggiata. Il giardino sanguinava per le ferite dello scontro, mattonelle e zolle di terra ne minavano l’armonia. La donna era ancora lì, immobile accanto al marito svenuto. Egeria riprese a camminare.
    “Ci penserà Norrington” si rassicurò. “Io non posso più fare niente”.

    Ripercorsero a ritroso la strada dell’andata. Non fu difficile mantenere l’orientamento: bastò seguire i fuochi, baluginanti d’azzurro nella notte sempre più buia. Crepitavano ancora, senza bruciare davvero le superfici che lambivano. Tutto il resto era silenzio.
    Procedevano lente, per colpa sua. Rifiutando l’aiuto di Flan, Egeria si era condannata a una camminata della quale non era più sicura avrebbe visto la fine. Più andava avanti, più i passi si trascinavano e il fiato, nonostante l’andatura lenta, si appesantiva.
    Espirò dal naso e si dette della sciocca. Era già la seconda volta. Già alle isole del destino aveva dato fondo alle sue energie magiche senza il minimo riguardo. Doveva stare attenta: per quanto manipolare il Kervion fosse diventato una routine, un utilizzo troppo massiccio avrebbe potuto ucciderla.
    Come se avesse percepito quel pensiero, la sfera grigia vibrò bassa nello zaino, solleticandole la schiena.
    Flan l’aveva superata da un po’. La bambina non sembrava affatto provata dallo scontro, nonostante avesse tenuto a bada forse più heartless di lei. Egeria interiorizzò quel pensiero e quasi le venne da ridere. Per un attimo ci provò: le uscì solo un mugolio strozzato.
    Alzò il capo e si accorse che Flan si era voltata. Egeria la guardò interrogativa, quasi spaventata: cos’aveva intenzione di fare, adesso?
    La bambina girò sui tacchi e tornò indietro, verso di lei. Passi decisi, convinzione nello sguardo infantile. Egeria capì troppo tardi cosa avesse intenzione di fare.
    Le si avvicinò, le dette la schiena, abbassò il bacino mentre le afferrava gli avambracci. Egeria non ebbe né la prontezza né la forza di reagire.
    «Ooooh issa» esclamò Flan sistemandosela sulle spalle.
    L’aveva sollevata completamente, stavolta. Senza sforzo, come fosse uno zaino vuoto. Per sopperire alla differenza di altezza e non farla toccare i piedi a terra, Flan aveva inclinato la schiena in maniera quasi innaturale.
    «Flan-» provò a protestare Egeria, il tono in bilico tra esasperazione e rassegnazione, il volto ancora spento.
    Flan le regalò un’altra espressione indecifrabile: buttò di nuovo le labbra in fuori, strabuzzò gli occhi e dilatò le narici. «Dimmi».
    Egeria sospirò e decise per la rassegnazione. «Niente».
    «Non ti piace fare la principessa?» chiese l’altra all’improvviso, una goccia di provocazione a macchiarle la voce pimpante. «Vuoi usarmi come bastone? Sono un buon bastone».
    «Sei tu che mi hai presa in collo» protestò Egeria, borbottando appena.
    «Eh tu non ti decidevi!»
    “Sì, invece” avrebbe voluto protestare. Non lo fece. “È una bambina” pensò assottigliando le labbra. “Una bambina animalesca, priva di controllo e imprevedibile, ma pur sempre una bambina. Se non le do corda, si stuferà.”
    «Mh» disse quindi.
    Flan non cedette. «Se le mie ali funzionassero ti ci porterei anche volando dal Pommodoro. Stupide ali che non funzionano... » E mise il broncio.
    «Mh»
    Qualcosa cedette nell’espressione di Flan. «Va bene, ho capito. Ti metto giù. Certo che sei difficile».
    Egeria tirò un impercettibile sospiro di sollievo. «Grazie».
    Rimessasi in piedi, barcollante, si sistemò come poté. Guardò Flan, e le sembrò quasi dispiaciuta. Forse avrebbe dovuto ringraziarla, nonostante l’aiuto non fosse apprezzato?
    Ripensò alla trasformazione della bambina, a quando aveva fatto a pezzi un mostro di forse trecento chili a mani nude. Sì, forse avrebbe dovuto. «E grazie anche del pensiero, davvero. Solo… non ce n’è bisogno». Abbozzò un sorriso che subito si spense. Flan sembrò soddisfatta.
    Fin troppo, dato che continuò a parlare per minuti. Si lamentò della puzza, delle scimmie, del “pommodoro” e della sua parrucca. Si chiese se gli altri -gli altri mercenari- stessero bene. Ogni tanto guardava Egeria, e lei ricambiava con lo sguardo più accondiscendente che riusciva a trovare. Qualche stella, tra le nuvole nere, le salutava da lontano.
    La stanchezza stava lentamente scemando. Ancora barcollava, ansimava, di tanto in tanto, ma le fitte erano quasi del tutto scomparse. Ce l’avrebbe fatta, nonostante tutto.
    Ma all’improvviso si fermò. Non seppe mai cosa lo spinse a farlo. Il dubbio l’aveva sorpresa come un fulmine e lo esternò senza pensare. Per la prima volta dopo tanto, tanto tempo. «Flan». La voce ridotta a un sussurro, grattava i palmi con le dita. «Tu…» Si guardò intorno: quali parole? «Tu non sei un essere umano, vero?»
    Flan la guardò. Di nuovo quell’espressione, stavolta più dura. Quasi infastidita. «Io sono una persona».
    Per un fatale istante Egeria temette di averla offesa. Un battito di ciglia dopo, il velo di avversione si era già sciolto. «Toh, sono un vampiro. ma sono una persona». Alzò gli occhi, come stesse riflettendo sulla bontà di quanto appena detto. Ne sembrò soddisfatta. «Mi piace essere una persona».
    Le palpebre di Egeria si alzarono appena, le sopracciglia si aggrottarono a disegnare perplessità. «Non so cosa sia un vampiro». Deglutì. «Ma ho capito cosa intendi. Il tuo cuore è completo» mentalmente ripassò tutte le informazioni apprese dai libri nella Città di Mezzo: completi, heartless, “stato del cuore”. Un concetto che la sua razionalità ancora faticava ad accettare come reale. «Non sei come... Non sei un heartless, vero?»
    Flan piegò il capo come un cucciolo confuso. «Certo che no».
    “Ovviamente” pensò tra sé Egeria, amara. «Va bene» sospirò chiudendo gli occhi. «Scusa se la domanda ti è sembrata indiscreta». Ricominciò a camminare.
    Flan la seguì a ruota. «Nah».
    La vide pensierosa. Riprese poco dopo: «Gigia, secondo te sono una brutta persona?»
    Non c’era diffidenza, né malizia in quella domanda. Solo dubbio. A Egeria ci volle qualche attimo per capire perché lo stava chiedendo. «Oh» sussurrò, punte di imbarazzo e dispiacere a piegare la voce asettica. «No, no. Non è per quello che l'ho chiesto» si umettò le labbra e abbassò il capo pensosa, di nuovo indecisa su cosa dire. «Io sto... cercando informazioni. Sugli heartless, ma non solo. Vo-». Si irrigidì. Trattenne il respiro e si corresse: «Devo capire come funzionano». Parole semplici, dirette, adatte a una bambina. Voleva che capisse, nonostante tutto.
    Continuavano a camminare. Il porto era ormai in vista.
    Flan piegò in avanti il busto esile, cercando dal basso di incontrare il suo sguardo. «Oh, ok».
    Egeria ricambiò, il vinaccia incontrò il rosso: le sembrò di vedervi una maturità estemporanea. Scomparve in un battito di ciglia.
    «A volte è meglio non sapere e non farsi troppe domande, Gigia. Le risposte non sono sempre piacevoli».
    Egeria si impietrì, ma non fermò il passo. Fu come se qualcuno avesse aperto una diga: paure, rimorsi, speranze fluirono tutti insieme, senza controllo. La sua espressione non si incrinò.

    «Lo so».



    Edited by Frenz; - 2/12/2016, 12:05
     
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  17. Elation
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    Quindi erano morti. Finalmente. Tutte le bestiacce inette e schifose erano morte. Quella scimmia in particolare. Maledette scimmie. Fece uno sbuffo in direzione della sua Laevateinn, un verso stanco e annoiato. La sua spada sparì nel nulla, congedandosi in un luccichio sinistro.
    Non era rimasto nulla da mangiare. Niente. Lo stomaco brontolava e Flandre rimase ferma un istante, chiedendosi se fosse peggio sentire la fame o non sentirla perché troppo impegnata a fare il rodeo con un gigantesco dinosauro stupido. La seconda. La seconda era peggio. Anche perché, indipendentemente da quanta fame avesse, se ci fosse cibo nella pancia o meno, stare aggrappata un secondo di più a quell’Heartless le avrebbe comunque dato il voltastomaco e torto le budella.
    E adesso? E adesso cosa? Tornare a casa. Mangiare. Prendere il premio dal Pommodoro. Sì, il premio dal Pommodoro le serviva, perché sarebbe stato cibo. Si voltò verso Egeria, ascoltando i suoi passi incerti sul selciato fuori dalla villa. Se l’avesse ascoltata, quando aveva proposto di fare una pira di quella villa di legno, non avrebbero avuto tutti quei problemi, Egeria non sarebbe stata così stanca e Flandre così affamata. “Le soluzioni che non piacciono agli altri sono sempre le migliori,” inspirò a fondo l’aria fumosa della notte, “soprattutto se le ho proposte io.”
    Provava a muoversi e a camminare, ma ad ogni passo, agli occhi di Flandre, Egeria sembrava sempre più vicina a cedere e cadere in avanti; sempre per il principio che se avessero dato ascolto a lei le cose sarebbero state molto più semplici. Mani sui fianchi per un istante, pensando che toccava a lei risolvere il problema, da brava compagna, Flandre si avvicinò rapida sui piedini. Raggiunse Egeria alle spalle e sbuffò, in un “se non ci fossi io” che aveva una sfumatura divertita. Infilò il capo sotto il braccio destro di Egeria, mano sinistra su un fianco e su, dritta, raddrizzati Gigia.
    «Se vuoi ti porto io e basta» trillò allegra, guardandola da sotto in su, tirandosi meglio il braccio sulle spalle. «Il panino è la ricompensa».
    Guardandola, Flandre vide solo il vuoto. “Sta pensando…?” Rigida e immobile, Egeria prese un respiro breve. “Forse si è rotta per lo sforzo.”
    «Non è necessario, grazie».
    “A me sembra proprio di sì,” si disse invece Flandre, guardando la sua compagna che dissimulava la stanchezza con un tono di voce indifferente.
    «Il panino te l'avevo già promesso, non devi fare altro per meritartelo»
    “Aw, Gigia!” Flandre sorrise quasi provocatoria, gongolando.
    «Così me lo merito di più»
    «No, davvero. Mi sto già riprendendo
    “Ancora, a me non pare proprio per niente.” Un solletichio nella sua testa le comunicò che, forse, Egeria non voleva essere aiutata. Quel solletichio fu scacciato via dall’euforia della bambina, un misto tra quella dello scontro ancora da smaltire e una nuova, potente ondata di eccitazione in previsione del suo premio e del secondo panino, in cui sperava ci fosse la maionese. Serrò le labbra e le sporse in avanti, chiaro come il sole dall'espressione sul suo viso che non aveva intenzione di bersi la baggianata del “mi sto riprendendo”. Si stava appoggiando a lei, volente o nolente il peso di Egeria era, in parte, sulle sue spalle, e quello non era il peso di una persona che può sostenersi da sola, ma quello di una persona stanca.
    «Guarda che non mi ci vuole molto,» riprese, lungi dal voler desistere. “Forse mi arriva anche un terzo panino, in futuro.” «Vuoi che ti prenda in braccio? Sulle spalle? Che ti dia la manina?»
    Poi l’illuminazione. “Se me la faccio amica, forse ce ne saranno anche di più. Non è così male e fa i panini buoni. Bellissimo!” La mente di Flandre scattò oltre. “Ma io cos’ho fatto per lei? Non vorrà mai essere mia amica…” Un nuovo pensiero e un dubbio legittimo bruciarono ogni marcia e il suo pensare scattò verso il catastrofismo.
    «Ti sei fatta male?» chiese concitatissima. Perché se si era fatta male, Flandre non l’aveva protetta, e se non l’aveva protetta, Egeria non avrebbe voluto farle altri panini perché non era stata brava abbastanza. «NESSUNO DEVE FAR MALE A CHI FA I PANINI BUONI! » sbottò. «UCCIDERO' TUTTE LE SCIMMIE DI QUESTO MONDO!» Guardò a destra, si voltò a sinistra, l’odio negli occhi rossi.
    «SCIMMIEEEH!» ruggì.
    Prese un respiro profondo, sbuffando dal naso.
    «SCIMMIE VI UCCIDO TUTTE. NESSUNO FA MALE A GIGIA».
    Egeria si allontanò da lei, e Flandre la guardò con una certa aspettativa, sperando almeno in un sorriso, forzandosi di non seguire all’istante. I loro occhi non si incrociarono, Flandre emise un leggero sospiro.
    «Andiamo, Flan. Dobbiamo fare rapporto al commodoro».
    Sì. Giusto. Il Pommodoro.
    «Mmmh okay».
    Alzò le spalle, decidendo che se Egeria fosse stata sul punto di crollare ancora una volta, avrebbe preso lei la situazione in mano e tanti saluti. Le cose andavano sempre meglio quando era lei a decidere. La seguì con le mani dietro la schiena. Port Royal se l’era aspettata più noiosa e meno puzzolente, appena scesa. Invece, dopo tutti quegli Heartless e dopo aver conosciuto Gigia, mangiato il suo panino e essersi proiettata verso un premio più grande, Flandre poteva dire con assoluta certezza di essersi sbagliata. Sì, Port Royal continuava a puzzare, e più del previsto, ma, tutto sommato, era un posticino divertente.
    Si voltò quando vide Egeria fermarsi, guardò nella sua stessa direzione, gli occhi che puntavano verso la villa.
    “La prossima volta decido io.”

    Dopo essere uscita dalla villa, Flandre aveva annusato l’aria. I suoi occhi ricordavano la strada, il suo naso studiava l’ambiente alla ricerca di qualcosa di diverso. Non c’era la puzza degli Heartless che le aveva perforato le narici al cortile della villa, e decise di ritenersi contenta anche solo così. Trottò in avanti, superando Egeria, avviandosi verso le case che già una volta avevano oltrepassato. I vetri sporchi, rotti o appannati, alternativamente, l’accolsero come l’avevano già accolta in precedenza. Si affacciò da una finestra su cui stazionava ancora lo stampo lucido del suo viso, quando aveva cercato di capire se ci fosse qualcuno all’interno: provò la stessa tattica e il risultato fu identico. Tornò indietro, saltellando ancora sulle gambette, per controllare come se la stesse passando Egeria, dopo aver rifiutato il suo aiuto. Non si stupì molto di vederla poco più distante da dove l’aveva lasciata, trascinandosi stancamente in avanti, un passettino lento e cauto alla volta. Così non sarebbero mai arrivate. Il suo premio ritardava. E ancora non aveva visto il suo panino.
    Sospirò, fermandosi, cercando di convincersi che un minuto in più non avrebbe cambiato nulla. Non le piaceva aspettare e, decisamente, la pazienza non poteva essere contata tra le sue virtù.
    Si voltò a guardare Egeria che avanzava come un morto che cammina, il fiato pesante e l’andatura dondolante. Così era insopportabile.
    Si avvicinò veloce, marciando come si marcia prima di affrontare il più ostico degli avversari, con la sicurezza di poter comunque vincere. La guardò a labbra strette, le si fermò direttamente davanti: si voltò di spalle, si chinò sulle ginocchia, scaricò il peso sulle piante dei piedi e «Ooooh issa», acchiappò Egeria e se la caricò in spalla.
    Prima era insopportabile. Ora era molto meglio. Un respiro profondo, si piegò più avanti, in modo che non toccasse terra. Quasi orizzontale rispetto alla strada, Flandre ghignò e cominciò a camminare, portando più del doppio del suo peso ma avanzando più velocemente di Egeria in solitaria.
    «Flan-»
    Flandre alzò il viso allargando gli occhi e sgranandoli grande grande, e sporgendo appena le labbra strette, le narici dilatate. «Dimmi».
    Un sospiro.
    «Niente».
    Era seccata. Chiaramente seccata. Ma Flandre continuava a camminare e mentre camminava continuava a guardarla, pensando che così avrebbero fatto prima. In fondo, Egeria non si sforzava e facevano le cose ad un ritmo più accettabile. Sarebbe stato bello se qualcuno si fosse offerto, almeno una volta, di caricarsela in spalla quando era stanca. Ma nessuno.
    «Non ti piace fare la principessa?» chiese, appena provocatoria, ciondolando appena il capo, con un sorrisone largo tutto il viso. «Vuoi usarmi come bastone? Sono un buon bastone,» propose poi, annuendo con forza e alzando le sopracciglia, come per cementare la veridicità della sua affermazione.
    «Sei tu che mi hai presa in collo,» lamentò Egeria con poca convinzione.
    «Eh tu non ti decidevi!» si infiammò la bambina, allungando il passo e accelerando la camminata. Finché non le cedevano le spalle e aveva fiato, poteva far risparmiare ad entrambe un bel po’ di tempo. In più stava aiutando Egeria! Due buone azioni!
    «Mh.»
    «Se le mie ali funzionassero ti ci porterei anche volando dal Pommodoro. » continuò ancora Flandre, dopo aver ricevuto una risposta che non le piaceva e che non diceva né di sì, né di no. «Stupide ali che non funzionano... » e si imbronciò.
    Non ne aveva mai capito l’utilità. Stavano lì, più o meno morte. Ogni tanto facevano dling dling e avevano dei bei colori, ma per il resto non erano più utili del fiocco sulla sua casacca o il piccolo neo sulla sua guancia.
    «Mh,» rispose ancora Egeria.
    Flandre storse le labbra seccata. Non funzionava. Sbuffò.
    «Va bene, ho capito. Ti metto giù. Certo che sei difficile».
    «Grazie,» sussurrò semplicemente la sua compagna.
    Flandre si limitò a raddrizzare la schiena e a lasciare, gradualmente, la presa su di lei. Egeria si rimise in piedi, cercando di riacquistare l’equilibrio, spolverandosi l’abito e la giacca. Flandre, come illuminata dai suoi gesti, guardò i suoi vestiti tutti spostati e ruotati sulla destra, la gonna spiegazzata e una calza scesa alle scarpette. Sbuffò e si sistemò nel giro in un attimo, una piega delusa sul suo viso.
    «E grazie anche del pensiero, davvero,» Flandre si illuminò subito. «Solo… non ce n’è bisogno
    Scosse il capo come per dire “non fa niente”. Trottò al fianco di Egeria e si decise, se non altro, a tenerle compagnia, piuttosto che tacere e fare finta di niente. Non era educato ignorare i propri compagni, questo se lo ricordava. Cominciò a sciorinare ad alta voce tutto ciò che pensava di quel maledetto posto: dall’odore salmastro, alla puzza di scimmie, alla parrucca del Pommodoro. Perché era chiaro che quella fosse una parrucca: quei capelli erano troppo stupidi persino per lui. La sua mente volò agli altri compagni che erano sbarcati con loro: chissà dov’erano finiti. Chissà se stavano bene. “Ma se sono morti, o morenti, posso mangiarli. Non la spaventerei più.” Questo, tuttavia, non lo disse ad alta voce. Tutto il resto sì. Poteva comunque cercare di rintracciarli con un po’ di fortuna e un certo lavoro di naso. Poteva provare tante cose. Ma per primo arrivava il Pommodoro e il suo premio. Perché Flandre se lo meritava quel premio.
    Flandre, mentre ancora straparlava, si rese conto del passo rallentato della sua compagna. Si fermò, si voltò indietro e la vide immobile in piedi.
    «Flan».
    “Presente!”
    «Tu…»
    Egeria era incerta. Cosa voleva chiederle? Dirle un segreto? “Mi piacciono i segreti, segretami!”
    «Tu non sei un essere umano, vero?»
    Per un attimo, Flandre non seppe cosa rispondere. Strinse la mascella e allargò le narici, cento pensieri che si ammassavano per formare una risposta a domande che lei stessa si era posta tante volte, arrivando, sempre, puntualmente, alla stessa conclusione.
    «Io sono una persona,» inclinò appena il capo, fissando Egeria, chiedendosi dove volesse arrivare. «Toh, sono un vampiro. Ma sono una persona,» fece vagare lo sguardo. Masticò a vuoto. “Già, mi piace essere una persona”. «Mi piace essere una persona,» ripeté, questa volta ad alta voce.
    «Non so cosa sia un vampiro,» “e come glielo spiego, ora?” «Ma ho capito cosa intendi. Il tuo cuore è completo
    Flandre annuì. Sì, il suo cuore era tutto lì, dove doveva essere e dove era sempre stato.
    «Non sei come... Non sei un heartless, vero?»
    Inclinò il capo, gli occhi grandi grandi, nessuna palese espressione sul suo viso, come se stesse cercando un significato in più dietro a quelle parole. «Certo che no»
    Stava cercando di dirle qualcosa? Che pensava fosse… come un Heartless?
    «Va bene. Scusa se la domanda ti è sembrata indiscreta».
    Flandre la seguì con lo sguardo mentre ricominciava a camminare. Riprese a muoversi quasi subito.
    «Nah», rispose semplicemente, mentre il dubbio continuava a roderle il cervello.
    «Gigia,» riprese dopo poco, il tono di voce sincero e leggero, «Secondo te sono una brutta persona?»
    Silenzio. Sì. Era una brutta persona. Abbassò il capo, rimanendo comunque al suo fianco.
    «Oh. No, no. » “Sicura?” «Non è per quello che l'ho chiesto
    Flandre rialzò lo sguardo rosso su di lei, cercando di capire se fosse sincera o meno.
    «Io sto... cercando informazioni. Sugli Heartless, ma non solo. Vo- Devo capire come funzionano».
    Informazioni sugli Heartless. Flandre scosse il capo, conscia di essere piuttosto ignorante in quel campo. Si chinò in avanti, cercando lo sguardo di Egeria. Sì, era sincera.
    «Oh, ok».
    Non la credeva una brutta persona. Flandre non smise di guardarla; cercava anche qualcos’altro, improvvisamente interessata. Cercava il motivo vero di quella domanda. Non lo trovò, vide solo le labbra strette in un segno di disagio. Ripensò a sua sorella, a Sakuya, quando aveva chiesto loro perché fosse nelle segrete.
    «A volte è meglio non sapere e non farsi troppe domande, Gigia. Le risposte non sono sempre piacevoli».
    Si raddrizzò e camminò più lentamente, una smorfia di disprezzo incrinò la sua bocca. Non sarebbe più tornata. Mai più.
    «Lo so»
    "Lo so anch'io."



    AVEVO SBAGLIATO DI NUOVO ACCOUNT GESU SANTO
     
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    >Skorr'lathyem
    Prima di tutto, vorrei fare una premessa: ho controllato Sleepwalker, e sono cosciente dei progressi che hai fatto in ogni campo con questo personaggio, specie viste alcune scelte stilistiche nella scrittura, ma mi dovrò tenere strettamente alla tua performance in questa scena. In ogni caso, ti darò i tuoi meriti, e ora passiamo al succo della questione.

    -Scrittura e Interpretazione: Si vede soprattutto in questi campi che questa era la prima quest lunga con Skorr. Anche se non ci sono errori grammaticali, in certi punti il tuo stile rende il testo un po' pesante da leggere, specie quando all'inizio cercavi di inserire trecento pensieri umoristici di Skorr sulla situazione, solo per tornare subito dopo all'analisi che avevi messo da parte tre righe prima, oppure saltandola con le tue metafore colorite. Fortunatamente non è così lampante come quando avevi iniziato con Moguin, e a lungo andare sei riuscito a inserire meglio questi intermezzi nel contesto, quindi si nota meno nei post successivi, e il tutto diventa più piacevole da leggere. Per il resto non mi è sembrato di vedere altri strafalcioni, il mio unico consiglio è di trovare un equilibrio in questo stile narrativo che hai dato al personaggio.
    Per quanto riguarda la caratterizzazione, invece, Skorr è un personaggio principalmente comedico e caotico in questa scena, quindi non posso darti troppi meriti sulla profondità emotiva del personaggio... ma non era neanche la quest adatta per far uscire discorsi filosofici. Tuttavia, nonostante questo, ho apprezzato il modo in cui hai cercato di mettere le fondamenta per il carattere di Skorr, e le varie interazioni che ha avuto con i personaggi che hanno spinto i giusti bottoni, come la sua stizza verso Flan e il breve scambio di battute con Norrington. Alcuni punti erano un po' più deboli, ma sei riuscito a destreggiarti bene con questo nuovo tipo di narrativa e caratterizzazione. E a proposito, cerca di non mantenere la promessa mentale che Skorr aveva fatto a Norrington, per la sanità mentale di tutti noi :v:
    Valutazione: 8

    -Strategia: Qui ho avuto più... difficoltà. Non che ci fossero strategie orripilanti, anzi, nonostante tutto eravate riusciti tutti e tre a destreggiarvi abbastanza bene nell'ultimo scontro, anche se ho fatto il possibile per darvi un combattimento che vi facesse sudare qualche camicia. Leggendo l'autoconclusiva, hai annientato immediatamente l'unico "ostacolo" pericoloso del gruppo che avevi scelto di affrontare, lo Sciamano, mentre quando ti sei ritrovato ad affrontare utilizzatori di magia sotto il mio controllo hai mostrato che, effettivamente, puoi incassare o difenderti relativamente bene dai contrattacchi delle tue povere vittime, ma parlerò meglio di questo particolare nel prossimo campo.
    In ogni caso, l'unico "dubbio" che potevo avere era sul metodo con cui attaccavi i tuoi avversari. In un primo momento potrebbe sembrare una strategia relativamente semplice, come se sfruttassi la tua mole e la differenza in Statistiche per sopraffare gli Heartless e basta, ma devo ammettere che mi è piaciuto come hai sfruttato le sue dimensioni e il Corpo elevato per usare i tuoi avversari e altro come armi improprie. A volte può sembrare un po' esagerato a livello di commedia, ma funziona meglio di quanto io riesca a descriverlo, ben fatto. Tuttavia, per quanto apprezzi questo genere di creatività, non ho potuto fare a meno di storcere un po' il naso al momento in cui hai tirato fuori l'idea delle molotov, per motivi che temo di aver già esternato nella mia risposta a quel turno. Comunque, non male complessivamente.
    Valutazione: 8.2

    -Lealtà: Qui le molotov ti hanno bruciato un po' il punteggio. Scherzi a parte, ti ho già spiegato nel paragrafo precedente cos'ho pensato delle tue idee, però non ho visto errori per quanto riguardava la lealtà. Ti ho tirato un po' giù il punteggio per la mancanza di sforzi o attacchi da parte degli Heartless nella parte autoconclusiva, ma il combattimento seguente ha ridotto al minimo il "malus". Hai incassato relativamente bene i vari attacchi degli Sciamani, e anche se lo scontro è stato tirato avanti più di quanto le tue energie ti concedessero, restando in piedi giusto per Tenacia, sei riuscito a evitare errori che molti potevano fare, specialmente quando hai evitato la palla di fuoco sfruttando la fine della tua abilità di trasformazione. Come per la strategia, hai cercato di usare piuttosto bene i particolari, e non posso che apprezzarlo.
    Valutazione: 7.9

    Valutazione Complessiva: 8.0333 (Arrotondato a 8)
    AP: 8 + 2 + 4 + 4 = 18
    Munny: 500 + 600 = 1100
    Bottini ottenuti: Scheggia Potente x2; Stele Potente x2; Stele dell'Ira x1
    Skorr'lathyem sale a energia Rossa.




    >Aileya
    Per questa premessa voglio dire... allacciati le cinture. Purtroppo ci sono un paio di cose che devo sottolineare, perché la quest è stata una discesa continua, e non nel senso buono. Ma andiamo al dunque.

    -Scrittura e Interpretazione: Non ho molto da dire a proposito di questi due punti, e non tanto perché Aileya sia un personaggio praticamente nuovo. Il tuo stile di scrittura è pulito e ordinato, e come al solito non mi è sembrato di vedere "orrori" grammaticali, anche se alcune scelte di vocabolario non scivolano durante la scrittura, o frasi che danno l'enfasi sbagliata (uno scontro che si era prolungato per troppo, troppo tempo, dopo neanche un minuto di battaglia?). Tuttavia, questi sono punti puramente personali, quindi mi concentrerò di più sulla parte in cui sono più ferrato.
    Sulla caratterizzazione, infatti, ti ho visto stranamente indeciso e saltuario, e ricontrollando meglio la descrizione del carattere che hai dato ad Aileya, mi dispiace dire che non ho visto molte delle caratteristiche che teoricamente dovrebbe avere. Detto in altre parole, purtroppo, nel tuo testo il personaggio risulta leggermente "generico": la scetticità che doveva mostrare nei confronti degli altri era praticamente assente, e non ho visto un briciolo del suo lato "manipolatore". Mi sarebbe anche andato bene se avesse cercato di sfruttare un po' gli altri membri del suo gruppo, anche solo come un pensiero di sfuggita o qualcosa del genere, e invece mi sono ritrovato a leggere praticamente una versione più aperta di Lily. Spero che sia solo una questione di abituarti a un nuovo tipo di personaggio e di darle un po' di vita, perché non sei riuscito a sostenere i tuoi standard questa volta.
    Valutazione: 7.5

    -Strategia: Questo purtroppo è uno dei campi che ha preso un piccolo colpo. Per quanto io possa apprezzare l'uso degli Heartless e dei loro attacchi nel tuo turno di autoconclusiva, lasciando che i tuoi avversari si difendessero e ti costringessero a difenderti, nello scontro contro le creature controllate da me hai cominciato a zoppicare. L'uso immediato di una Critica contro l'Osso Vivente mi è sembrato un po' eccessivo, specie per i motivi che ti elencherò nel prossimo campo di valutazione, ma questa si è rivelata una brutta scelta, specialmente per i tuoi turni successivi. Hai usato tutta quell'energia per annientare subito l'Heartless che aveva le STATISTICHE più alte, quando un debuff poteva essere più che abbastanza per fargli subire tutti gli attacchi seguenti dei tuoi compagni di squadra (lo hai mostrato contro gli Sciamani in entrambi gli scontri, basta e avanza per darti un vantaggio), e questo ha minato la tua strategia nei turni successivi, costringendoti sulla difensiva e prolungando lo scontro più del necessario. E, mi dispiace dirlo, ma le conseguenze di questa tua scelta si sono ripiegate prevalentemente sul prossimo campo.
    Valutazione: 7.5

    -Lealtà: Se devo essere schietto, mi aspettavo di più, e te lo dice uno che ha una vera e propria faida con questo punto della valutazione. Premetto che ho seguito buona parte del tuo scontro nella quest del Keyblade, e considerando quello che è uscito da quella battaglia, ho cercato di darti una seconda possibilità in quest'ultimo scontro, ma hai ripetuto molti degli errori che ti erano già stati segnalati. In primis, l'uso immediato di un'abilità Critica è stato, come ti ho spiegato in precedenza, esagerato: avevi a disposizione un debuff in velocità che si è rivelato più volte molto più pratico, facile da usare, e che ti ha dato praticamente lo stesso vantaggio nei turni successivi. E, considerando il massacro che anche i tuoi due compagni hanno dato all'Osso Vivente, sarebbe stato abbastanza, invece hai voluto usare quell'abilità per un motivo che ancora non mi spiego. Mi fermerei qui, giusto per non inferire, ma nei turni seguenti hai ignorato il più grande svantaggio delle abilità Critiche, ossia che l'uso di un attacco di quell'entità lascia i personaggi seriamente DEBILITATI, e lo sottolineo così morbosamente perché nel primo turno lo hai preso in considerazione, ma in quelli successivi no. Non ho menzionato più volte la teorica spossatezza che Aileya avrebbe dovuto avere per sfizio, né per giustificare le mie schivate e fare il bastardo per qualche turno in più: volevo farti capire in maniera implicita il tuo errore, ma a ogni nuovo post il tuo personaggio ritrovava le energie e saltellava in giro per il campo di battaglia come se nulla fosse. Anche Skorr, che aveva Tenacia, ha finito per cadere a terra privo di forze dopo aver usato tutte le sue abilità, mentre tu insistevi nel dire che Aileya era fresca di rose e pronta per combattere e scattare come se nulla fosse sin dal turno successivo.
    Non ti assillerei così tanto su questo argomento, se non avessi ripetuto gli stessi identici errori che Marsh ti aveva sottolineato al termine del tuo scontro precedente, anche se non sono della stessa gravità. Ma per farti intendere, subito dopo la Critica hai detto che ti lanciavi rapidamente contro il Bouncywild (di nuovo, spossatezza, non hai solo il fiatone per un attimo), e oltre a questo indietreggiavi preventivamente per evitare un attacco. Considerando che ti eri già difeso contro le pallottole che il Bouncywild ti aveva sparato contro, questa era chiaramente una multiazione... e quando gli Heartless ti hanno lanciato contro la pallottola e la palla di fuoco, hai cambiato la cronologia dei due attacchi, mettendo avanti l'attacco dello Sciamano e dopo quello del Bouncywild. Mi era sembrato di essere stato piuttosto chiaro con l'ordine dei due attacchi, e per un attimo pensavo che fosse stato un mio errore. Però, dopo aver riletto ho visto che avevo spiegato meglio di quanto mi ricordassi l'ordine dei due attacchi, e questo mi ha solo fatto storcere di più il naso per un motivo molto preciso: Skorr ha subito vari danni durante e dopo la sua carica, Sheil ha avuto la fortuna di rimanere illesa grazie alla sua armatura e alla poca attenzione che gli Heartless le hanno dato... ma perché, invece, tu non hai subito neanche un danno? Non me lo chiederei se non fosse stato proprio per quest'ultimo errore che ti ho sottolineato, non me lo sognerei la notte se non fosse stato preceduto e seguito da altre disattenzioni simili, e non ti dico neanche di dover finire ogni singolo scontro sanguinante e mezzo morto, ma c'è un baratro tra questo estremo e il tempismo con cui ti sei difeso da ogni attacco che ti veniva lanciato contro. In ogni caso, questo mi ha portato a dover prendere una brutta decisione, e dopo averne discusso con gli altri moderatori, siamo arrivati a una conclusione, ma te la dirò in un breve paragrafo a parte. Per concludere, purtroppo, questo è stato il campo peggiore della tua prova, e considerando che sei a Energia Rossa, ripetere questo genere di errori in un lasso di tempo così breve non può che dare questo risultato.
    Valutazione: 6

    ... E, adesso, il messaggio importante. Come ti ho già spiegato nei campi precedenti, in queste ultime tue quest hai ripetuto degli errori che sono piuttosto gravi, come la multiazione e l'apparente intoccabilità dei tuoi personaggi. Quelli presenti in questa scena si notano molto meno rispetto allo scontro per il Keyblade, certo, ma non ho potuto fare a meno di notare come queste carenze continuino ad apparire, anche dopo che avevi ricevuto un monito. Che sia con o senza abilità per giustificarlo, alla fine io e gli altri master siamo giunti a una conclusione: se continuerai a ruolare in questo modo, ci vedremo costretti a declassarti di Energia, perché ormai questi strafalcioni sembrano più che un errore temporaneo o una distrazione.
    Valutazione Complessiva: 7
    AP: 7 + 2 + 1 + 3 = 12
    Munny: 350 + 500 = 850
    Bottini ottenuti: Scheggia Potente x1; Stele Potente x1
    Aileya rimane a energia Rossa.




    >Sheil'heit
    Qui volevo solo farti una domanda: era stata la lunghezza della quest a farti perdere interesse, oppure sono io che sto diventando inetto con questo genere di scene di combattimento? Perché posso perdonare il breve ritardo nell'ultima parte della scena, la quest è durata abbastanza a lungo da far venire voglia a tutti di chiudere questa cosa il prima possibile e ottenere i premi che vi siete sudati, ma preferirei che queste cose non influissero sull'esperienza complessiva. Comunque, ora che mi sono tolto questo piccolo peso dal petto, arriviamo al punto.

    -Scrittura e Interpretazione: Qui abbiamo avuto degli alti e bassi, e lo dico con una certa... confusione. Purtroppo alcuni punti della tua scrittura, specie negli ultimi post, hanno delle espressioni che non suonano molto bene una volta rilette. Un esempio sarebbe questa frase:
    CITAZIONE
    Il suo compagno voleva combattere, e fino ad allora non aveva permesso che ciò accadesse in maniera soddisfacente.

    Se devo riassumere in due parole perché questo non funziona, è che le ultime quattro parole appesantiscono molto la frase, bastava anche scrivere che Sheil non gli "aveva concesso questa soddisfazione". Si tratta di un errore che facevo spesso anch'io qualche anno fa, l'importante su questo punto è capire quali parole sono più piacevoli da leggere, e come si possono trasformare le frasi in qualcosa di più fluido e "umano", non so se mi spiego. Perché per il resto, hai fatto qualche passo avanti: ci sono alcune frasi ed espressioni più poetiche che si mischiano bene nel testo, delle buone metafore e descrizioni che prima ti mancavano, e proprio per questo motivo frasi "pesanti" come quella che ho citato rovinano l'esperienza.
    Per quanto riguarda la caratterizzazione, invece, ho visto qualcosa di un po' più saltuario; non che ci fossero momenti in cui Sheil sembrava un robot e altri dove sembrava recitare l'Amleto, ma in alcuni punti si notano delle differenze. Per farti un esempio, nella "discussione" che Roth'raku ha avuto con Norrington, Sheil è finita molto sullo sfondo, e oltre alla breve preoccupazione e imbarazzo che le aveva causato il suo compagno, non c'era molto. Abbiamo visto altre conseguenze dell'orgoglio draconico Roth'raku, certo, ma anche Sheil fa parte di questa equazione, perché coinvolge anche lei e ci convive ogni giorno, quindi anche le reazioni che hanno l'uno con l'altra sono importanti. Ora, questo lo sottolineo perché ci sono invece dei momenti in cui Sheil mostra una buona scintilla di umanità, come quando hai dato rapidamente i tuoi rispetti al fabbro morente e quando ha reagito (mentalmente) ai pensieri di Skorr sulle sue "armi". Non riesci ancora a svilupparli appieno purtroppo, ma come al solito credo che ci sia un notevole potenziale per la caratterizzazione, quindi non posso fare altro che continuare a dirti di provare a migliorare sempre di più a poco a poco, perché ormai voglio vedere qualcosa di più da queste scintille.
    Valutazione: 7.2

    -Strategia: Anche qui, devo dire che hai avuto un ritmo irregolare, ma ho notato già molta più creatività di quando usavi altri personaggi, e uno scontro con più nemici lo mostra anche meglio. Purtroppo neanche tu hai fatto agire un granché gli Heartless nel post autoconclusivo, ma questo è bilanciato dal modo in cui hai gestito la tua offensiva: mi è piaciuto come hai gestito l'attacco con la freccia e l'uso a sorpresa di Roth'raku, ma devo anche sottolineare che sei stata molto passiva nel corso dello scontro contro gli Heartless controllati da me. Non so se è stata ansia da prestazione o qualcosa di simile, ma oltre al breve supporto che hai dato a Skorr e Aileya, l'unico vero punto in cui ho visto brillare di nuovo la tua creatività è stato con il colpo di grazia a uno dei Bouncywild sopravvissuti, che ho dovuto correggere, ma di cui ho anche apprezzato la strategia. Penso che tu possa fare di meglio, ma a parte quei due/tre turni di passività è stata una buona prova.
    Valutazione: 7.5

    -Lealtà: Purtroppo, le cose che ti ho sottolineato nella parte della strategia ti hanno un po' minato qui. Come ti ho già spiegato, non hai subito molti attacchi dagli Heartless nello scontro autoconclusivo, e non ho avuto molto materiale su cui basarmi, visto che le circostanze hanno tenuto Sheil relativamente lontana dal centro dello scontro in cui ho controllato i vostri avversari. L'unica vera e propria "pecca" era il modo in cui ti aspettavi che il rampino sul tuo braccio potesse funzionare contro il Bouncywild, ma come hai potuto vedere, non era nulla di grave e bastava pensarci meglio per avere comunque una mossa piuttosto buona. Non posso darti punti extra nel voto, ma almeno posso dirti che non ti ho visto inciampare spesso come altre quest di combattimento che ho masterato con te, quindi è già un buon passo avanti.
    Valutazione: 7.2

    Valutazione Complessiva: 7.3
    AP: 7 + 2 + 2 + 3 = 14
    Munny: 400 + 500 = 900
    Bottini ottenuti: Scheggia Potente x2; Stele Potente x1
    Sheil'heit rimane a energia Verde.




    >Egeria
    Per te e per Marsh non ho molto da dire, ma ho avuto una certa difficoltà a giudicare esattamente quali fossero stati i vostri punti migliori in questa scena, ma alla fine ho ho preso una decisione.

    -Scrittura e Interpretazione: Come al solito, su questo punto non avrei molto da ridire, perché grammaticalmente non ci sono errori, da quanto ho potuto vedere io. L'unica pecca che potrei darti è che a volte vedo che tendi a prolungare un po' la descrizione dei pensieri di Egeria (da che pulpito, lo so), ma penso che sia più una questione del ritmo che mi aspetto da certe scene che un vero e proprio errore di scrittura.
    Tuttavia, posso darti una valutazione molto più espansiva sulla caratterizzazione, perché anche se non ho seguito molto gli eventi di Quarto Regno, ho visto abbastanza scene con Egeria per apprezzare il fatto che stia facendo dei passi avanti. Per diverse scene si è mostrata sempre chiusa in se stessa e seria, ma è piacevole vedere che adesso si è calmata abbastanza dal "trauma" iniziale del suo naufragio, e possa avere interazioni positive con altre persone. Rimane sempre un po' reclusa in se stessa, ma riesce a interagire, a trovare compromessi, a chiaccherare, anche se alla fine rimase sempre abbastanza chiusa in sé, però vedere qualche parte in più del suo carattere mi fa piacere. Forse in certi punti sembra ancora un po' drammatica, ma temo che con le sue circostanze non sia poi così facile trovare degli spunti per qualcosa di spensierato.
    Valutazione: 8.9

    -Strategia: Lo ammetto, questo è stato il campo su cui ho fatto lo "spareggio". Perché indipendentemente dalla statistica dominante di Egeria e Flan, il fattore che ha influito di più sulla mia decisione è stato il modo in cui hai sfruttato il Kervion per usare vari attacchi molto versatili. Sei riuscito a dividere i tuoi attacchi e la tua attenzione subendo danni pressoché minimi, anche se hai bruciato praticamente tutte le tue energie per far funzionare la tua strategia. Tuttavia, oltre che al Kervion, un buon esempio della tua creatività è arrivato quando hai dato il colpo di grazia negli ultimi due turni all'Osso Vivente: laddove Flan era andata per un approccio più diretto, hai cercato di sfruttare la composizione fisica del tuo avversario per debiltarlo e ridurre il vantaggio che il bestione aveva sul tuo personaggio, e questo ha solo cementato il mio parere.
    Valutazione: 8.7

    -Lealtà: Qui... ti ho dovuto penalizzare un po', e non perché ci fosse un errore. Hai fatto attaccare gli Heartless nel tuo scontro autoconclusivo, hai anche subito dei danni abbastanza bilanciati, ma potremmo dire che da lì in poi hai peccato un troppo di "umiltà". Da quel punto in poi, hai subito sempre di più della spossatezza causata dalle tue tecniche, ma penso sia semplicemente un mio parere, perché rispetto a Skorr, che aveva praticamente speso la tua stessa quantità di energie, tu hai descritto in maniera molto drammatica la stanchezza del tuo personaggio. Non penso sia una cosa dovuta alla differenza di abilità (Tenacia contro pura testardaggine, diciamo), ma considerando la netta differenza di statistiche, forse hai leggermente esagerato a descrivere la spossatezza di Egeria in certi frangenti. Non poteva essere fresca e riposata, ovvio, ma quel particolare mi ha fatto storcere un po' il naso; una nota puramente personale, ma che pensavo valesse la pena menzionare.
    Valutazione: 8.6

    Valutazione Complessiva: 8.733... (Arrotondato a 8.7)
    AP: 8 + 2 + 5 + 5 = 20
    Munny: 535 + 800 = 1335
    Bottini ottenuti: Scheggia Potente x2; Stele dell'Ira x1; Trastele x1
    Premio Bonus:
    CITAZIONE
    -Reliquia Scarlatta: Il bordone magico di un Necromante, che però sembra un bastone giocattolo per una persona normale. Ha assorbito una parte del potere magico del suo padrone precedente, e se viene tenuto in battaglia aumenta di 30 punti l'Essenza del suo propietario [Oggetto Incantato, 30 AP].

    Egeria sale a energia Blu.




    >Flandre
    Ultima valutazione, e ho quasi faticato di più a riassumere tutto che a fare la quest per un mese e più. Comunque, bando alle ciance, e passiamo alla parte tecnica e rompiscatole del tutto.

    -Scrittura e Interpretazione: Non penso di dover fare anche a te un discorso sulla qualità del tuo scritto, anche se a volte vai così tanto a capo da far somigliare il testo al risultato di un sismografo, ma anche nel tuo caso vorrei darti qualche punto in più per un certo particolare, la varietà. Fin'ora l'aspetto più cinico e selvaggio di Flandre era sempre uscito, e anche se con Saya ha un rapporto diverso dal solito "Yarr, adesso ti uccido e ti mangio!", è bello vedere come Flan possa agire in maniera simile al minimo cenno di gentilezza. Non è un particolare che metti in luce molto spesso, ma vederlo esplorato con altri individui, e anzi, vedere anche come possa come minimo sopportare e mettere al suo posto Skorr, nonostante possa sentire praticamente a naso che è un Heartless, è un insolito contrasto che non posso non apprezzare. Stiamo cominciando a fare diversi passi avanti dalla ragazzina che sbranava le persone per divertimento e/o frustrazione.
    Valutazione: 8.9

    -Strategia: Sì, purtroppo questo è stato il punto del grande spareggio tra te e Frenz/Egeria. Perché, di base, il tuo approccio verso entrambi gli scontri è stato molto simil a quello di Skorr: molto diretto, tecnicamente rischioso, e incentrato prevalentemente sul sopraffare il nemico con la differenza in statistiche. Ovvio, è lo stile del personaggio, e a confronto con Skorr, si vede che la tua strategia comporta meno rischi ed è più pragmatica, ma alla fine ho preferito premiare la creatività che il tuo compagno ha messo nell'uso delle sue tecniche, anche se tu hai cercato di mostrarti più creativa nel come cercavi di sfracellare l'Heartless di turno. Una differenza minima, certo, ma che ho voluto comunque riconoscere.
    Valutazione: 8.5

    -Lealtà: Sarò breve, su questo punto non ho nulla da ridire. La tua performance è stata piuttosto equilibrata, e a differenza di Frenz non hai avuto bisogno di spossare Flandre al suo limite, evitando il possibile dilemma della stanchezza, quindi direi di chiuderla qui.
    Valutazione: 8.7

    Valutazione Complessiva: 8.7
    AP: 8 + 2 + 5 + 5 = 20
    Munny: 520 + 700 = 1220
    Bottini ottenuti: Scheggia Potente x2; Trastele x1; Pietra Tranquilla x2
    Flandre rimane a energia Blu.

    Alla fine, l'ordine dei premi promessi nella quest è stato attribuito in base alla valutazione, seguendo questa classifica:

    1- Egeria (8.73)
    2- Flandre (8.7)
    3- Skorr'lathyem (8)
    (Partecipazione)
    4- Sheil'heit (7.3)
    5- Aileya (7)

    Spero che, nonostante tutto, sia stata una quest divertente per tutti. A breve ci sarà un'autoconclusiva a parte legata a questa storia secondaria, e successivamente aprirò una discussione in area quest e ruolatori per informarvi sui nuovi sviluppi. Modificherò quanto prima i Ministeri della Verità dei vari personaggi.
    A me vanno 13 AP e 675 Munny, e se avete qualcosa da ridire sulle mie valutazioni, sapete dove trovarmi per i linciaggi; per il resto, rimanete sintonizzati.
     
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54 replies since 16/2/2016, 19:08   1393 views
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