Ricordi in Frantumi

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    Cado.
    Non so cosa mi stia succedendo, ma non sento dolore, non sento paura, non sento niente. Non sento neanche il terreno sotto i piedi. Mi sembra di cadere in un abisso. Non riesco ad aprire le palpebre, con che qualcosa mi ostacolasse fisicamente nel doverlo fare, ma sentivo che non era il momento nel poter aprire le palpebre. Non ora.
    Stranamente mi sento vuoto, come se mi mancasse qualcosa, ma non riesco a capire cosa.
    Ad un tratto sento che la mia caduta rallenta, come se una forza invisibile volesse fermarmi. Lo sento, rallento, per poi sentire che il mio corpo viene spostato.
    Quella sensazione di cadere a testa in giù svanisce, per poi sentire il suolo sotto i piedi. La terraferma, solida, abbastanza da permettermi di mantenere l'equilibrio, senza cadere di nuovo.
    E' ora. E' questo il momento di aprire le palpebre. Lo feci.
    Mi guardai nei dintorni. Non c'erà niente, il vuoto assoluto, di colore rosso.
    Abbassai le iridi, notai che calpestavo del terreno. Ma ero in una specie di isolotto. Notai che intorno a me vi era qualche albero, un piccolo fazzoletto di erba, ed una piccola strada che conduceva verso il vuoto.
    Avanzai. Cercai di raggiungere il limite di quello strato di terra che mi reggeva. Dopo averlo ragigunto allungai al testa e guardai verso il basso. Non c'era niente, solo il vuoto totale, con lo sfondo rosso. In poche parole mi trovavo in una specie di isolotto sospeso nell'aria.
    Ma che razza di posto mi trovavo?
    Mi venne in mente di guardare il mio abbigliamento. Era un completo elegante, di colore blu. Avevo un soprabito con una coda ceh mi copriva parzialmente la gamba destra, con un pantalone nero e stivali neri. Avevo anche una maglia grigia sotto e dei guanti bianchi. Nonostante era un bel vestito notai che era sporco. Un pò di sangue, ma non sembrava il mio. Forse anche il mio aspetto non era dei migliori. Notai che avevo un ciuffo bianco in avanti, che mi copriva un pò la fronte, ma qualcosa mi disse che non ero il tipo da portare i capelli scompigliati.
    Ad un tratto, non so per quale motivo, mi toccai il petto con la mano sinistra, come a voler sentire la presenza di qualcosa. Avevo paura di perdere qualcosa. Sentii un rigonfio. Infilai la mano dentro il soprabito, per poi tirare fuori un ciondolo. Era una pietra azzurra, tendente al blu. Non so perché avessi quel ciondolo, ma sapere che si trovava attorno al collo mi senti sollevato. Perché?
    Voce misteriosa: Non perderlo, è molto importante per te.
    Una voce raggiunse le mi orecchie. Sussultai leggermente. Roteai con il corpo per osservare il mio interlocutore. Lo trovai. Era strano.
    Era un uomo, vestito uguale a me, ma ben curato, ed anche i capelli sono portati indietro, anche questi ben curati. Aspetta! Quello sono io!
    Mi avvicinai di qualche passo, fino a quando non fossi stato abbastanza vicino. Ero un pò all'erta. Anche se era identico a me era... bianco, completamente bianco, dalla testa ai piedi.
    Io ero all'erta, mentre lui mi guarda tranquillamente, come se non avesse niente di cui preoccuparsi.
    Alla fine gli rivolsi la parola.
    Vergil: Chi sei?
    Alla mia domanda, la mia controparte mi mostra un mezzo sorriso.
    Hollow Vergil: Vorrai dire chi siamo.
    La sua voce era leggermente distorta dalla mia.
    Sbattei un paio di volte le palpebre, non capivo cosa intendeva.
    Vergil: Che vorresti dire?
    Mi agitai un poco.
    Hollow Vergil: Voglio dire che io sono te, sono il tuo spettro.
    Agita la mano destra con noncuranza di fronte a se.
    Hollow Vergil: Quindi dimmi tu chi siamo.
    Per un attimo lo fissai pensieroso, per poi abbassare lo sguardo verso il suolo, meditando un poco. Alla fine parlai.
    Vergil: Io... Sono Vergil.
    Hollow Vergil: E...
    Mi esorta a continuare, ma nonostante mi sforzassi io non ricordavo.
    NON RICORDO NIENTE DI ME! COME POSSIBILE!
    I-Io non lo so! Ricordo solo il mio nome!
    Il mio spettro mi sorrise.
    E' questo il punto. Adesso non riesci a ricordarlo. Guardati nei dintorni.
    Lo feci. Segui il suo consiglio. Adesso noto che oltre all'isolotto in cui stavo con la mia controparte, notai che spuntarono altri isolotti. Alcuni erano con degli edifici, altri con dell'acqua, forse un lago. Insomma... non erano tutti uguali.
    Dopo aver fatto ciò tornai ad osservare il mio spettro. Lui continuò a parlare.
    Hollow Vergil: Quelli che vedi sono i tuoi ricordi.
    Sbattei due volte le palpebre sorpreso.
    Vergil: Cosa? Che vorresti dire?
    Lo spettro emise un sospiro.
    Hollow Vergil: Proprio ciò che ho detto. Non riesci a ricordare perché la tua memoria è andata in frantumi.
    Lo fissai sbigottito. Ero rimasto senza parole, ma lui continuò a parlare.
    Hollow Vergil: Se vuoi sapere chi sei devi cercare tutti i tuoi ricordi perduti ed unirli di nuovo. Fai con calma.
    Detto ciò scomparve dai miei occhi.
    Mi guardai nei dintorni, come a voler cercare la sua presenza, ma non c'era più. Mi misi ad urlare.
    Vergil: ASPETTA! COME FACCIO A RICOSTRUIRE LA MIA MEMORIA?
    Ma non mi arrivò nessuna risposta. Respirai velocemente un paio di volte, ma era inutile agitarsi. Mi calmai, per poi abbassare lo sguardo verso il suolo. Per istinto presi di nuovo il ciondolo nella mano sinistra, per poi osservarlo con aria pensierosa, infine parlai con me stesso.
    Vergil: Chi sono io?
     
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    Uno spettro, o forse un frammento di lucidità? A volte, purtroppo, risconoscere la differenza tra i due era estremamente difficile, soprattutto quando non sei neanche certo della tua stessa identità. La mente di Vergil aveva cercato di mandargli un messaggio, di aiutarlo a richiamare anche solo un piccolo frammento dei propri ricordi, ma invano. Sfortunatamente, il più delle volte sforzarsi serviva a poco, i frammenti del passato spesso sfuggivano tra le dita di chi cercava di setacciare il fiume della memoria, e in mano non gli restava altro che sabbia. Questo non portava altro che frustrazione, confusione, e allontanava ulteriormente il cercatore dai ricordi. Infine, purtroppo, la ricerca delle sue memorie non era il motivo per cui si trovava in quel luogo.

    -Molti si fanno questa domanda, ma in pochi trovano la risposta. Spesso perché si sforzano troppo a cercare.

    La voce del Deep Dive rimbombò in quello spazio, calda, paterna, e fece tremare leggermente gli isolotti creati dallo stesso Vergil. Il giovane aveva scelto una forma piuttosto fragile per dar forma al suo primo palcoscenico, ma non lo si poteva certo biasimare: la sua mente era rimasta danneggiata, e di conseguenza anche il suo cuore si era indebolito. Tuttavia, il ragazzo non si sarebbe dovuto curare di questo particolare... era un altro il rischio che correva.

    -La porta è ancora chiusa, figlio della guerra.
    E se ti arrendi, rischi di non poterla mai aprire.


    Quella era una prova per lo spirito, non tanto per il corpo, né la moralità. Vergil aveva la possibilità di sopravvivere all'Oscurità che aveva oppresso il suo mondo, ma alcuni non avevano la forza di superare gli eventi che li avevano portati in quel luogo, o semplicemente si rifiutavano di andare avanti. Certo, a volte potevano apparire delle eccezioni, casi particolari in cui solo una "parte" di un individuo riusciva a superare quella prova... ma il ragazzo non rientrava in quella categoria. Doveva solo capire quali fossero le sue priorità.

    -Ma non avere fretta, hai tempo per rispondere alle domande del tuo passato.

    Diceva questo, eppure sapeva che la sua richiesta successiva sarebbe stata difficile, se non quasi impossibile, per il suo interlocutore. Tuttavia, non poteva fare eccezioni, nessuno degli esaminandi si meritava un trattamento di cortesia... anche se aveva perso la coscienza di sé.

    -Parlami di te, Vergil. Quel poco che riesci a ricordare, almeno.


    Ok, cominciamo. Mi occuperò io della tua quest iniziale, e concedimi di dirti solo una cosa: prenditi quante meno libertà possibili, a meno che non ti vengano concesse dal master. Il Deep Dive si svolge entro certi canoni, che possono essere adattati alle circostanze del personaggio alle volte, ma che devono essere rispettate. Considerala una prova per capire come ti comporterai nelle quest successive, anche perché qui otterrai la tua prima valutazione valida per l'energia del personaggio. Ma bando alle ciance, a te la prossima mossa, e hai il permesso di modificare a tuo piacimento lo scenario intorno a te.
     
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    Dopo che mi feci questa domanda, una voce riecchegio nell'aria.
    Deep Dive: Molti si fanno questa domanda, ma in pochi trovano la risposta. Spesso perché si sforzano troppo a cercare.
    Sussultai di nuovo quando quella voce invase lo spazio.
    Mi guardai nei dintorni, ma non vi era nessuno, non capii nemmeno da quale direzione arrivasse quella voce.
    Non era la voce del mio spettro, o quello che era, ma di un'altra entità. Stranamente quella voce, non saprei come dirlo, ma mi sembrava affettuosa, per non parlare anche che era possente, infatti il terreno tremò leggermente sotto i miei piedi.
    Per un attimo ebbi paura che si sgretolasse e mi facesse cadere nel vuoto, ma quella voce parlo di nuovo, distogliendomi dai miei pensieri.
    Deep Dive: La porta è ancora chiusa, figlio della guerra.
    E se ti arrendi, rischi di non poterla mai aprire.

    Vergil: Figlio... della guerra?
    Per un attimo non capii. Ero un soldato? Oppure uno che creava la guerra? Però se ho capito bene io sarei immischiato nei combattimenti.
    Abbassai lo sguardo per fissarmi i vestiti. Avrebberò senso le parole di quella strana voce o entità. C'era del sangue nei miei vestiti. Ormai il sangue si era seccato, macchiando tutto il mio abbigliamento. Dovevo essere un guerriero in prima linea se ero conciato in quel modo, almeno credo.
    La voce parlò di nuovo.
    Deep Dive: Ma non avere fretta, hai tempo per rispondere alle domande del tuo passato.
    Fissai il vuoto, quella specie di sfondo rosso, riflettendo nei miei pensieri.
    Sia la voce che lo spettro dicevano che avrò molto tempo per recuperare la mia memoria. In un certo senso era confortante, almeno prima o poi scoprirò chi sono veramente.
    Deep Dive: Parlami di te, Vergil. Quel poco che riesci a ricordare, almeno.
    Non capivo se mi stesse prendendo in giro, ma non sentivo cattiveria in quelle parole.
    Non è facile raccontare di me se non ho ricordi del mio passato.
    Continuai a parlare in silenzio per un bel pò, ed infine esprimei il mio parere.
    Vergil: Io... non saprei dirti chi sono. Non so dirti se non un guerriero o un assassino. Sei sia stato malvagio che piaceva uccidere o un eroe di guerra, ma...
    Poggiai la mia mano destra sul mio petto, vicino al cuore.
    Vergil: ... sento... che mi manca qualcosa oltre ai miei ricordi, anzi... qualcuno...
    Spostai la mano destra dal petto per afferrare il ciondolo. Lo osservai nella mia mano.
    Vergil: ... qualcuno di molto importante per me. Lo sento, anche se non ricordo il suo volto. E' qualcosa che va oltre di un semplice ricordo.
    Strissi la mia mano con determinazione su quella pietra azzurra, stando attento a non utilizzare troppa forza per frantumarla, non sapevo se era fragile, ma sentivo che ci tenevo a quel ciondolo. Probabilmente mi era stato donato da qualcuno a cui tenevo.
    Vergil: So anche che devo trovare quella persona. E' inutile che sto in questo posto a cercare di recuperare i miei ricordi. Io devo trovare quella persona. Devo sapere se sta bene, anche se non so chi sia. Se riuscirò a trovarlo forse mi aiuterà a ricordare, ma per farlo devo uscire da qui.
    Ero determinato, non so se è un mio atto di egoismo o no, ma chiunque io cerchi volevo sperare che stesse bene.
    Fissai il vuoto verso l'alto, mentre nascondevo il ciondolo sotto i vestiti.
    Vergil: Voce. Prima mi hai parlato di una porta. Mostrami la via per poterla aprire. Non posso rimanere qui in eterno. Devo uscire da questo posto.
     
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    Paura, confusione... emozioni comuni, specialmente quando si affrontava ciò che si celava nelle tenebre. E, in quel momento, l'intero passato e lo stesso essere di Vergil erano celati alla sua vista, anche se solo in senso metaforico. Dopo qualche attimo speso a raccogliere quei pochi ricordi e le sensazioni che gli erano rimaste, il ragazzo cominciò a rispondere al quesito della Voce con altri dubbi: non era certo di quale genere di guerriero fosse, se combatteva in prima linea o tra le ombre delle fila nemiche, oppure se era un folle ossessionato dall'euforia della battaglia o un veterano che aveva combattuto per il suo paese. Tuttavia, non erano quello ciò che importava in quello spazio, poiché gli abitanti del Deep Dive non mettevano in dubbio la moralità dell'individuo, quanto il suo cuore e il suo carattere. La morale nasce dall'incontro e lo scontro con altri individui, mentre in quel luogo gli esaminandi dovevano scavare nella propria mente, e trovare in quest'ultima qualcosa che gli consentisse di affrontare il mondo, nel bene o nel male. Fortunatamente, Vergil non spese molto tempo a rimuginare sul proprio rango nell'esercito, e in mezzo ai pezzi mancanti della propria memoria riuscì a individuare qualcos'altro, un legame, la forte sensazione di non avere una presenza al proprio fianco. Quell'affermazione fu la goccia che fece scorrere un fiume di parole, che esternavano la coscienza di non poter restare in eterno a rimuginare sui ricordi che gli mancavano, e rafforzavano il suo desiderio di trovare quell'individuo che sentiva di dover incontrare. Poteva essere poco all'apparenza, ma era pur sempre molto più di quanto tanti altri individui potessero vantare. Peccato che, subito dopo aver esternato quei pensieri, Vergil si mise a chiedere di poter aprire la "porta" che la voce aveva menzionato prima, perché non poteva restare in quel luogo in eterno. Sfortunatamente, se voleva trovare veramente la via per uscire da quel luogo, doveva affrontare ancora una prova, forse la più importante di tutte.

    -Quanta fretta e arroganza, ragazzo. Non sei tu a decidere quando uscire.

    Una nuova voce, questa volta chiaramente maschile, profonda, e carica di una strana rabbia repressa. Quelle parole fecero tremare ulteriormente le isole, questa volta con più forza, e sferzarono tutta l'area come una folata di vento caldo. Con il suo desiderio di uscire quanto prima da quella dimensione, purtroppo, Vergil aveva richiamato la presenza dell'individuo che avrebbe giudicato sia la sua determinazione, sia le sue capacità combattive. Pochi attimi dopo la prima frase, un rumore di passi cadenzati riempì l'aria, mentre alle spalle del ragazzo cominciava a formarsi un sentiero di pietre scarlatte, in fondo al quale era chiaramente visibile una figura.


    -Quella porta non è qualcosa che si apre fisicamente, e tu hai ancora qualche domanda a cui rispondere...

    Mentre pronunciava queste parole col solito tono severo, Harold continuava la sua avanzata, facendo cozzare sonoramente le suole dei propri stivali contro le pietre sottostanti, che continuavano a formarsi a ogni suo passo. Il Giudice degli iracondi non poteva ancora lasciare andare Vergil: quella prova, praticamente, non era neanche iniziata, le domande della voce servivano solo a sondare il terreno, a mettere alla prova l'esaminando, lasciando successivamente spazio al vero esaminatore. Avere un obiettivo per cui andare avanti non era un fatto negativo, ma prima che il suo ospite potesse tornare nel mondo reale, l'uomo con la maschera doveva accertarsi delle intenzioni insite nel suo cuore. Sfortunatamente, erano tante le emozioni che potevano distorcere anche la migliore delle intenzioni, e conoscendo il suo passato, lo spirito dell'ira doveva capire quanto fosse rimasto del vecchio Vergil in seguito all'amnesia.

    -Per esempio: come hai intenzione di trovare quella persona? O per meglio dire... cosa saresti disposto a fare per trovarla?
     
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    Dopo aver espresso il mio desiderio, giunse una voce nuova, ma questa era tutt'altro che una voce paterna.
    Harold: Quanta fretta e arroganza, ragazzo. Non sei tu a decidere quando uscire.
    Il terreno sotto i miei piedi tremo più forte di prima, per non parlare che giunse una folata di vento dietro le mie spalle. La coda del mio soprabito danzo col vento, mentre quest'ultimo mi scompigliava i capelli.
    Non capii cosa stesse succedendo, ma aveve il presentimento che qualcosa stesse per apparire dietro le mie spalle. Mi voltai per istinto, roteando con il mio corpo in modo da poter osservare il mio nuovo interlocutore.
    Spalancai gli occhi per la sorpresa.
    Un sentiero di rocce rosse spuntarno in uno dei margini dell'isola che mi sosteneva, mentre una figura avanzava verso di me.
    Era possente, più alto di me di almeno venti centimetri, per non parlare del suo fisico, molto più grosso del mio.
    Non sapei definire se quella cosa era umana o no, anche se dalla forma credevo che lo fosse, ma ho ancora i miei dubbi.
    Harold: Quella porta non è qualcosa che si apre fisicamente, e tu hai ancora qualche domanda a cui rispondere...
    I suoi piedi continuavano a poggiare sulle pietre che formavano il sentiero man mano che avanzava verso di me.
    Un desiderio affiorò nella mia mente, forse per istinto. Desideravo tanto avere un'arma con me. Una spada, una lancia, un martello, anche un semplice bastone. Mi sentivo impotente se non avessi avuto un'arma nelle mie mani. Sei vede che nelle mie vene scorreva il sangue di un guerriero, perché se fossi stato un normale civile il primo pensiero sarebbe stato quello di fuggire, almeno credo.
    Le mie iridi continuavano ad osservare il passaggio di pietre che facevano da sentiero a quella immensa figura piena di rabbia, perché capii dalla sua voce che c'era dell'ira nelle sue parole. Quel sentiero mi sembrava l'unica via per allontanarmi da questo posto, ma dovevo stare calmo, se avessi fatto una mossa azzardata forse sarebbe stata la fine per me.
    Quindi mi concentrai su di lui, la mia attenzione era rivolta a quell'essere.
    Harold: Per esempio: come hai intenzione di trovare quella persona? O per meglio dire... cosa saresti disposto a fare per trovarla?
    Dopo aver ascoltato quella domanda riflettei. In effetti non conosco ancora quella persona, quanto era importante per me?
    Continua a rimanere in silenzio, poi socchiusi gli occhi, per poi poggiare la mano destra nel petto, vicino al cuore, proprio come prima. Sentivo un vuoto dentro di me. Come se qualcosa mancasse nel mio cuore. Eppure batteva, sentivo la pulsazione, il cuore c'è l'avevo ancora. Ma sentivo come se mancasse un pezzo importante, quel pezzo era la persona che cercavo. Non devo esitare.
    Apri gli occhi, per poi rivolgere il mio sguardo verso l'essere mascherato. Feci scivolare la mano mano dal petto, rilassando il braccio, ma strinsi il pugno con determinazione, insieme alla gemella.
    Vergil: Per me quella persona è molto importante, non ci vogliono i ricordi per capirlo. Sono disposto a gettarmi nelle fiamme dell'inferno per trovarlo. Affronterei un esercito di demoni e se dovessi morire lo farei senza il rimpianto, perchè almeno ci ho provato, piuttosto che rimanere in questo posto senza neanche provarci.
     
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    Durante quella lunga pausa, Harold temette il peggio. Conosceva gli umani, sapeva quanto le loro decisioni li potessero portare alla rovina, quanto le emozioni, purtroppo, potessero condurre sia a un futuro radioso, che a un baratro senza fondo. Lui, sfortunatamente, era nato dai sentimenti che portavano, la maggior parte delle volte, a quest'ultimo risultato, e aveva un certo istinto per riconoscere le possibili conseguenze di un dato comportamento. E quando l'uomo sentì la risposta di Vergil, non poté fare altro che abbassare lo sguardo con un profondo sospiro, mentre le luci scarlatte che illuminavano i suoi occhi s spegnevano temporaneamente. Gettarsi tra le fiamme dell'inferio, affrontare eserciti demoniaci, morire pur di ritrovare quella persona... parole ammirevoli, ma che nascondavano qualcosa che Harold aveva visto fin troppe volte in molti individui.

    -Incredibile come, a volte, la determinazione sia compagna della follia.

    Questa volta, il tono della sua voce venne accompagnato da una profonda tristezza, mentre il Giudice serrava con forza la mancina, e il suo volto si rivolgeva all'abisso che aveva di fronte a sé. Forse il ragazzo non se ne rendeva conto, ma le parole che aveva pronunciato portavano una grande responsabilità, e lo spirito avrebbe fatto in modo di mettergli una pulce nell'orecchio. Era snervante, ma quello era tutto ciò che poteva fare... era il suo ruolo, e la sua maledizione.

    -Quindi saresti disposto a lanciarti alla cieca in una battaglia che non puoi vincere, morire, oppure finire in un conflitto a te ignoto pur di raggiungere il tuo obiettivo?

    Mentre pronunciava quelle parole, l'uomo alzò la mancina tremante col palmo rivolto al cielo, e alla fine della frase la chiuse all'improvviso, mentre la sua voce si riempiva di una rabbia crescente. A volte l'inferno non era abbastanza clemente da sputare fuori chi si sacrificava per un'alta causa. Molto spesso, gli eserciti di demoni non erano abbastanza clementi da donarti la morte, e morire per seguire un'ossessione non ti rendeva un eroe, quanto un semplice illuso. Le intenzioni potevano essere pure, ma nonostante l'amnesia, Vergil doveva ricordarsi una cosa: la realtà e molti individui che avrebbe incontrato all'infuori di quella dimensione non sarebbero stati così clementi da seguire ciecamente le sue intenzioni. Aveva conosciuto molti individui a cui il destino aveva giocato un tiro mancino, e la cui vita era scivolata lentamente in un abisso di disperazione. Ma, sfortunatamente, finché il suo esaminando non avesse recuperato almeno un briciolo dei suoi ricordi, né avesse incontrato altri individui a lui simili, non sarebbe mai riuscito ad andare avanti, né a rendersi conto di quanto le sue scelte potessero pesare sul suo fato. La porta non si trovava in quel luogo, quanto nel suo cuore, e se avesse continuato a tenere gli occhi su ciò che gli mancava, rischiava di perdere molto più della sua memoria.
    Purtroppo, non stava ad Harold il compito di spiegare certe cose al suo esaminando. Per quanto questo gli stringesse il cuore, il suo compito consisteva solo nell'indicargli la via, ma stava a Vergil decidere se seguire i suoi consigli. Con questo boccone amaro in gola, lo spirito alzò la mano destra, nella quale stringeva la spada del ragazzo, la Yamato, che fino a quel punto era rimasta nascosta sotto al suo possente mantello. Forse, nel profondo del suo animo, quell'individuo desiderava un futuro in cui quell'arma non gli sarebbe più stata necessaria, ma non poteva ancora concedersi quel lusso. Harold lanciò la spada, ancora protetta dal suo fodero, ai piedi di Vergil, mentre continuava il suo discorso dopo un pesantissimo silenzio.


    -... Prendila, e lascia che ti mostri quanto potrebbe pesare una scelta del genere.

    Detto questo, lo spirito dell'ira allargò le braccia, e in risposta lo scenario intorno a loro cambiò. Il lago, il grattacielo e tutte le strutture che erano originariamente sugli isolotti rimasero, ma il terreno su cui poggiavano si trasformò in un'uniforme distesa di roccia scarlatta, proprio come quella su cui era apparso il Giudice. Il vuoto venne colmato, e adesso ambo i presenti si trovavano a circa sei metri di distanza l'uno dall'altro, in mezzo a quella distesa desolata che Harold richiamava come sua arena. Era arrivato il momento di vedere come Vergil se la cavava in battaglia, ed era il caso di presentarsi civilmente, prima che la loro battaglia cominciasse...

    -Io sono Harold Vritra Hthema, il Giudice degli iracondi, e il tuo avversario. A te la prima mossa.

    CITAZIONE
    Harold Vritra Hthema
    Condizioni Fisiche: Illeso
    Condizioni Mentali: Furioso

    Equipaggiamento:
    »Mani di Agni: Una coppia di guanti corazzati che coprono completamente gli avambracci e le mani di Harold. Formati da una base fatta di una strana lega metallica nera flessibile come un tessuto sopra alla quale si trova una placca protettiva extra di colore rosso e con i bordi gialli posta sul dorso dell'avambraccio del giudice, coprendo l'area dal gomito fino alle nocche della mano, e gli conferiscono due abilità di supporto in battaglia: concentrando l'energia magica presente in questi guanti in tutto il resto del suo corpo, Harold utilizzerà un'abilità chiamata "Agni Boost" che gli donerà un bonus di 30 punti nel parametro Corpo per un massimo di due turni [Abilità di Potenziamento - Livello Basso]; mentre se sarà il giudice a concentrare la propria forza in questi oggetti -più precisamente su una gemma rossa circolare posta esattamente al centro del palmo- potrà eseguire un attacco di natura Fisica chiamato "Agni Burst", che causerà un'onda d'urto di 30 centimetri di diametro e uno "spessore" di 50 centimetri attorno alla mano scelta come tramite per il colpo in seguito ad un movimento del braccio, causando danni contundenti di livello Basso [Abilità Fisica - Livello Basso].

    BaseVerde P.Q. A&OTotale
    Corpo50+20+10±080
    Essenza60+30+10±0100
    Mente50+10±0±060
    Destrezza40±0+10±050
    Velocità50+20±0±070
    Concentrazione50+20+10±080
     
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    Osservavo con determinazione quella persona mascherata, o creatura, visto che dubitavo che fosse umano.
    Harold: Incredibile come, a volte, la determinazione sia compagna della follia.
    A quelle parole mostra un mezzo sorriso, non per arroganza, ma perché condividevo le sue parole.
    Vergil: Per compiere certe scelte bisogna avere un po' di follia.
    Confermai le sue parole.
    Harold: Quindi saresti disposto a lanciarti alla cieca in una battaglia che non puoi vincere, morire, oppure finire in un conflitto a te ignoto pur di raggiungere il tuo obiettivo?
    Socchiusi gli occhi dopo aver ascoltato la sua domanda.
    Vergil: Non rimangio le mie parole. Ho bisogno di sapere se quella persona stia bene. In questo momento la sua vita la considero molto più importante della mia. Come hai detto tu è pura follia, ma in cuor mio sento che è invece la cosa più logica da fare, anche se la mia mente lo nega e ti da ragione.
    Già, è pura follia, ma sentivo che era la cosa giusta da fare, anche se non sapevo il motivo, buffo!
    Riaprii le palpebre per osservare quella maschera scarlatta.
    Osservai che da sotto il suo mantello estrasse una spada. E' una katana. Alquanto lunga direi, visto che sembrava, almeno credo dalla lunghezza del fodero, che sia all'incirca sui 130 centimetri. Per una persona come lui pensavo che usasse uno spadone, ma forse usava uno stile elegante che gli pemettesse di usare la katana, ma vista la sua lunghezza direi che sia idonea per la sua stazza, ma mi sbagliai, infatti quella spada non era per lui. La lanciò verso di me, mentre la seguivo con gli occhi, per poi atterrare vicino ai miei piedi.
    Non capendo le sue intenzioni tornai ad osservarlo.
    Harold: ... Prendila, e lascia che ti mostri quanto potrebbe pesare una scelta del genere.
    Prima che ubbidissi alle sue parole notai che allargo le braccia, mostrando un paio di guanti metallici da combattimento. A quanto pare il suo stile è menare con i pugni, non con la spada, ma non fu solo questo che attirò la mia attenzione. Infatti il terreno sotto i miei piedi cambiò, la terra divenne rossa e si allargo, eliminando la possibilità che qualcuno potesse cadere nel vuoto. Intorno a me di affaccio un'orizzonte infinito.
    Infine si presentò.
    Harold: Io sono Harold Vritra Hthema, il Giudice degli iracondi, e il tuo avversario. A te la prima mossa.
    In poche parole voleva combattere con me.
    Abbassai lo sguardo. Strano. Quella spada mi sembrava... familiare. Piegai le ginocchia, per afferrare la spada. Appena strinsi le dita intorno al fodero, delle immagini spuntarono nella mia mente. Erano confuse, ma ero io che combattevo con questa spada. scuotei leggermente la testa tornando nella realtà, per poi fissare la spada, stupito. Adesso mi ricordo, mi ricordo anche delle mie abilità e di quella spada... è mia.
    Vergil: Yamato. Questo è il tuo nome.
    Parlai alla spada, come se potesse capirmi. Essa mi ha accompagnato in tutte le mia battaglie, anche se ancora non ricordo molto del mio passato, ma sapevo che questa spada è mia e che mi è stata utile.
    Osservai il mio avversario, era pieno di rabbia, ma era un guerriero onorevole. Poteva attaccarmi mentre ero disarmato, ma non lo ha fatto.
    Mi misi in posizione eretta e mi inchinai di fronte a lui, mentre poggiai la mano destra al petto.
    Vergil: Il mio nome è Vergil.
    Tornai in posizione eretta.
    Vergil: Purtroppo non posso dire molto di più, ma sono onorato di poterti affrontare.
    Detto ciò portai la gamba sinistra indietro, portati la spada vincino al fianco sinistro, per poi allungare la mano destra verso l'elsa o tsuba della spada, per poi afferrarla e stringere la presa, assicurandomi di averla stretta per bene, in modo che non possa fuggire.
    Tentai di concentrarmi, in modo da poter sentire l'anima del mio avversario, in modo da poter rivelare la sua posizione, anche se era già di fronte ai miei occhi, ma in questo modo avrò la possiblità di sapere se mi stesse per attaccare dietro le spalle durante il combattimento, ma nel frattempo cercherei di infondere la mia anima all'interno della spada, in modo da poterla far diventare un tutt'uno con me, come se fosse un prolungamento del mio braccio, in modo da poterla usare come mi pare e piace, ed estrarla anche velocemente. Se fossi riuscito nel mio intento cercherei anche di concentrarmi, in modo che la mia anima si sincronizzase con il mio corpo, il mio respiro, il mio battito cardiaco, in modo da poterla utlizzare per uno scatto veloce, distribuendo gran parte della mia energia verso le gambe e le braccia. Se fossi riuscito a concentrarmi inizierei a correre, cercherei di fare un paio di passi, compiendo i due metri, ed in quel momento tenterei di utilizzare la mia tecnica, aumentando la velocità delle gambe, in modo da compiere uno scatto veloce, mentre chino il busto in avanti, in modo da potermi avvicinare al fianco sinistro del mio avversario, cercando di tenere il busto abbassato per non dare l'opportunità al mio avversario di colpirmi con il suo pugno sinistro. Se fossi riuscito a compiere lo scatto, mi troverei ad almeno 50 centimetri lateralmente da lui, torcerei leggermente il busto verso sinistra, in quel momento utilizzerei il potere della mia anima accumulata nelle braccia, in modo da poter estrarre la spada e tentare di compiere un mezzano roverso, o per meglio dire un colpo di taglio laterale, estraendo la spada per poter colpire l'addome del mio avversario e cercare di trapassarlo, compiendo un movimento con il mio braccio destro, facendo un taglio da sinistra verso destra, per poi finire distendendo il braccio verso l'esterno della mia spalla destra. Se fossi riuscito a colpirlo arresterei la mia corsa fino a 1 metro dietro le spalle del mio avversario, perché il mio limite di distanza con quello scatto è di 5 metri.

    Soul Swordmaster (Passiva Inferiore)
    Il personaggio sarà in grado di infondere la propria anima nella spada per estrarla velocemente o compiere mulinelli estetiche.

    Vergil è in grado di connettere la propria anima con un'arma, diventando un tutt'uno con essa. Sarà in grado di compiere mulinelli con l'arma, ma esse non daranno nessun vantaggio in combattimento, sarà puramente estetico. Sarà in grado di estrarre la propria arma molto velocemente, ma non avrà nessun tipo di vantaggio.

    Soul Radar (Passiva Normale)
    Il personaggio potrà avvertire la presenza di qualsiasi forma di vita nei paraggi.

    Vergil, grazie al potere legato nel saper usare l'anima in battaglia, potrà anche riuscire ad individuare intorno a se le anime di altri individui, che siano pg o png, anche se si stanno nascondendo o se usano qualche potere magico che li renda invisibili agli occhi altrui, per un periodo di tempo. Anche se esistono esseri che non sono Completi il personaggio potrà avvertire la loro presenza perché la loro anima è ancora legata al loro corpo, che abbiano un cuore o no, ma il personaggio non potrà mai capire se sono esseri malvagi, se sta per essere attaccato e se sono invisibili non potrà vederli, ma potrà percepire grosso modo la posizione in cui si trovano. Il diametro massimo in cui potrà avvertire le presenze intorno a se saranno di almeno 10 metri.

    Soul Road (Attiva, Fisico)
    Il personaggio compie uno scatto in avanti ed affetta il nemico al suo passaggio.

    Vergil si concentra in modo da poter distribuire la propria anima intorno alle gambe e braccia. Dopo aver fatto ciò egli potrà compiere uno scatto in avanti, il quale risulta essero uno spostamente talmente veloce da formare una scia con il proprio corpo, quindo il nemico potrà schivare il colpo se i suoi riflessi sono buoni. Il protagonista percorrerà 5 metri e colpirà un nemico che non sia distante al suo passaggio, ossia che non superi i 2 metri (la distanza e aumentabile con la Destrezza del personaggio, mentre la velocità di esecuzione con il parametro stesso della Velocità).
    Costo. Medio.

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    Troppo grezzo. Poteva descrivere solo in questo modo lo stile di combattimento che il suo esaminando stava esibendo: poteva avere del potenziale, ma si sopravvalutava. Il ragazzo cercò di confonderlo, scattando più volte di fronte e lungo il suo lato sinistro, ma non era l'unico che aveva intenzione di vincere quello scontro in velocità. Mentre Vergil tentava di avvicinarsi, il corpo di Harold cominciò a emettere del leggero vapore, potenziando la sua stessa agilità in preparazione dello scontro, ed evitare una finta del genere fu semplice... anche se per un pizzico di fortuna. Infatti, praticamente in corrispondenza del secondo scatto, lo spirito si era lanciato in direzione del suo esaminando, più che intenzionato a bloccare sul nascere quella carica con un solido gancio sinistro, ma il movimento del suo stesso avversario gli aveva facilitato la schivata. Il fendente di Vergil andò a vuoto, sferzando l'aria e lasciando i due combattenti con la schiena rivolta verso quella dell'altro... ma, questa volta sarebbe stato il Giudice a muoversi per primo. Aveva puntato il piede destro per bloccando così il suo scatto iniziale, e dovette solo voltarsi rapidamente per iniziare una nuova carica verso il ragazzo. Il suo passo sarebbe stato rapido, supportato dall'energia fiammeggiante che gli scorreva nel corpo, e nel giro di pochi attimi avrebbe percorso circa due metri e mezzo, la distanza che ormai separava i due contendenti. Una volta azzerato tale distacco, l'uomo avrebbe frenato il proprio impeto col piede sinistro, portando subito dopo quello opposto in avanti, in modo da darsi un'altra spinta per il suo attacco successivo. All'apparenza sarebbe sembrato un rapido colpo di palmo, e diretto alla schiena di Vergil... ma, in realtà, era solo il tramite per qualcosa di molto peggio. Quell'attacco all'apparenza così semplice, infatti, avrebbe scatenato una moderata onda d'urto, che avrebbe travolto tutto il retro del torso dell'albino, e se il colpo fosse andato a segno, non solo avrebbe causato una forte contusione, ma avrebbe lanciato in avanti il suo bersaglio per qualche metro. La parte peggiore, tuttavia, sarebbe stata la semplice distanza: così come lo stesso Vergil aveva tentato di causare un colpo potenzialmente mortale riducendo il distacco con Harold, anche quest'ultimo avrebbe sfruttato il loro distacco praticamente nullo per danneggiare ulteriormente il ragazzo.

    -... Saresti già morto in uno scontro reale.

    Che l'attacco fosse andato a segno o meno, in seguito alla sua mossa lo spirito dell'ira avrebbe pronunciato quelle parole con un tono glaciale: la differenza di pura forza tra i due era visibile, ma quell'affermazione lapidaria non si riferiva a quel fatto. Harold poteva pensare a un paio di metodi con cui lo avrebbe potuto uccidere, che fosse con le sue nude mani o con l'ausilio della magia, e se l'albino avesse subito in pieno l'Agni Burst, se ne sarebbe reso conto. Il Giudice non contava nient'altro che sulla sua forza bruta per abbattere i suoi avversari, ma fuori da quella dimensione si trovavano individui molto più forti e, soprattutto, molto più subdoli d lui. I "demoni" che Vergil avrebbe dovuto affrontare non gli avrebbero lasciato il lusso di una seconda possibilità se i suoi attacchi non fossero risultati mortali, e i residenti "dell'inferno" lo avrebbero manipolato. Doveva rendersi conto di questi semplici particolari prima di cercare quella persona alla cieca...

    -Alzati, e affrontami. Sono io l'inferno che devi affrontare, adesso.

    Terminata questa frase, l'uomo si sarebbe rimesso in posizione eretta, facendo scricchiolare sinistramente le dita della sua mano destra e fissando il ragazzo con i suoi occhi fiammeggianti. Non avrebbe infierito su Vergil in quel momento, voleva dargli una seconda possibilità, ma non avrebbe accettato un secondo attacco che sottovalutava le sue capacità.

    CITAZIONE
    Harold Vritra Hthema
    Condizioni Fisiche: Illeso
    Condizioni Mentali: Furioso
    Energia: 100-6-6=88%

    Equipaggiamento:
    »Mani di Agni: Una coppia di guanti corazzati che coprono completamente gli avambracci e le mani di Harold. Formati da una base fatta di una strana lega metallica nera flessibile come un tessuto sopra alla quale si trova una placca protettiva extra di colore rosso e con i bordi gialli posta sul dorso dell'avambraccio del giudice, coprendo l'area dal gomito fino alle nocche della mano, e gli conferiscono due abilità di supporto in battaglia: concentrando l'energia magica presente in questi guanti in tutto il resto del suo corpo, Harold utilizzerà un'abilità chiamata "Agni Boost" che gli donerà un bonus di 30 punti nel parametro Corpo per un massimo di due turni [Abilità di Potenziamento - Livello Basso]; mentre se sarà il giudice a concentrare la propria forza in questi oggetti -più precisamente su una gemma rossa circolare posta esattamente al centro del palmo- potrà eseguire un attacco di natura Fisica chiamato "Agni Burst", che causerà un'onda d'urto di 30 centimetri di diametro e uno "spessore" di 50 centimetri attorno alla mano scelta come tramite per il colpo in seguito ad un movimento del braccio, causando danni contundenti di livello Basso [Abilità Fisica - Livello Basso].

    Abilità:

    »L'Emissario dell'Ira [Abilità di Potenziamento - Livello Basso] (turno 1 di 2): Quando questa abilità viene attivata, il corpo del giudice comincerà a emettere del vapore, aumentando la potenza di movimento generale dei suoi muscoli e donandogli un bonus di 30 punti nel suo parametro Velocità rispetto al normale per un massimo di due turni.

    BaseVerde P.Q. A&OTotale
    Corpo50+20+10±080
    Essenza60+30+10±0100
    Mente50+10±0±060
    Destrezza40±0+10±050
    Velocità50+20±0+30100
    Concentrazione50+20+10±080

    Note: Sarò franco... hai inteso male la descrizione della tua abilità. "Egli potrà compiere uno scatto in avanti" non significa "posso distribuire lo scatto in tre mosse separate", significa UNO scatto: attivi l'abilità, e il tuo personaggio si lancia in una carica che dura AL MASSIMO cinque metri, ma che si dirige in linea retta. Le tecniche attive possono essere apposta Offensive, Difensive o di Potenziamento proprio per questo motivo, perché devi essere tu a usarle in maniera strategica entro i limiti che vengono imposti a queste abilità. Probabilmente dovevo essere più preciso a mia volta, ma dovresti cominciare a usare anche un po' di buon senso, perché noi master non potremo avere un occhio di riguardo in eterno per il tuo personaggio: alcuni miei colleghi, dopo una mossa del genere, potrebbero trovare un modo per metterti facilmente K.O., specie in future quest importanti o contro Pg/PnG abbastanza forti.
    ... Quello, e prima che me ne dimentichi, per essere totalmente chiaro, i due metri di "danneggiamento" che ti avevo lasciato nella descrizione dell'abilità li avevo inteso come dettati da come impugni la Yamato. Nel senso, se tieni la spada con il braccio completamente allungato, la lunghezza del braccio più quella dell'arma in sé dovrebbe raggiungere i due metri, ma non sono sempre garantiti. Tutto si basa da come descrivi le tue azioni, e se, per esempio, avessi tentato un fendente orizzontale come hai appena descritto, la gittata del danno sarebbe corrispondente al fendente che hai lanciato.
     
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    Avanzo per colpire, la mia lama sembrava che stesse per toccarlo, ma mi sbagliai, non lo ho nemmeno sfiorato.
    Vergil: !?
    Con qualche strano potere o potenziamento il mio avversario si leva dalla traiettoria, schivando senza problemi il mio fendente.
    E' veloce!
    Mi voltai con la testa per poterlo osservare, roteando verso la mia sinistra.
    Stava per attaccarmi, dietro la schiena.
    Ero già con la gamba destra in avanti e la sinistra indietro. Devo tentare di schivare l'attacco mentre mi trovo in questa posizione.
    Tento di concentrare la mia energia verso le mie gambe, in modo da poterle rendere più scattanti, perché devo essere veloce se voglio schivare il colpo che sto per ricevere se non mi sbrigo a schivarlo.
    Se fossi riuscito a concentrarmi per bene tento di portare il peso del corpo sull'arto destro, per poi cercare di imprimere forza su esso e distendere la gamba, in modo da poter sollevare la sinistra e portarla in avanti, per poi scattare ad almeno 3 metri di distanza dal mio avversario, continuando a dargli le spalle.
    Se fossi riuscito a scattare ed a concentrarmi dovrei correre veloce come il vento, una velocità al di fuori die limiti umani.
    Infine, se fossi riuscito a schivarlo, girerei su me stesso per rivolgere lo sguardo verso il mio interlocutore, per poi ascoltarlo, ma lo ascolterei lo stesso anche se mi trovassi a terra se avessi subito il suo colpo.

    Harold: ... Saresti già morto in uno scontro reale.
    Odio ammetterlo, ma ha ragione.
    La cosa che mi lascia meidtare è che lui non sembra avere intenzione di uccidermi, sembra che mi voglia valutare.
    Harold: Alzati, e affrontami. Sono io l'inferno che devi affrontare, adesso.
    Se mi fossi trovato a terra per il colpo subito allora mi alzerei, un pò dolorante, ma lo farei, ed infine mi metterei in posizione di guardia, con la mano destra che afferra la tsuba della Katana, mentre porto la gamba sinistra indietro.
    Mi metterei anche in posizione da guardia se avessi schivato il colpo.
    Vergil: Sono pronto.
    Fisso i suoi occhi di fuoco, non mi fa paura, ma non posso attaccarlo subito. Ho sottovalutato la sua stazza ed i suoi poteri, devo trovare un'apertura e sconfiggerlo subito.

    Tagliavento
    Il personaggio compie un unico velocissimo scatto, cogliendo l'avversario di sorpresa.

    La tecnica ha natura Fisica. Il corpo del personaggio sembra trascendere i limiti della velocità umana per qualche attimo, riuscendo a generare uno scatto di velocità impressionante. Con questo guizzo un individuo non dotato di particolari capacità fisiche potrà coprire la distanza massima di 5 metri senza alcuna rincorsa, abilità molto utile per schivare offese o per azioni che richiedono un'elevata velocità (la distanza è aumentabile a discrezione del giocatore se si possiede un alto valore di Destrezza, mentre la velocità dello scatto aumenterà con l'aumentare del parametro corrispettivo del personaggio).
    Costo. Medio.

    Mi spiace se ci ho messo molto tempo a rispondere, ma ero in ferie e non potevo giocare
     
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    Troppo lento. Ci aveva provato, poteva vederlo, ma doveva cominciare a rendersi conto dei suoi limiti. L'attacco di Harold andò a segno, proprio mentre Vergil cercava di lanciarsi in avanti per evitare il colpo di palmo, ma invano: l'onda d'urto colpì prima della mano, e spedì il giovane in avanti per circa tre metri, facendolo strisciare contro la roccia scarlatta. Arrivato a quel punto, l'uomo poteva solo sperare che il suo esaminando capisse il messaggio nascosto nelle sue parole, che ragionasse su ciò che gli aveva detto nei minuti passati. Sfortunatamente, le sue speranze vennero schiacciate poco dopo, quando il ragazzo si rialzò un po' a fatica, cercando di rimettersi in guardia, e affermò di "essere pronto".

    -No, non lo sei.

    L'uomo pronunciò quelle parole con una rabbia profonda, mentre stringeva con forza le dita della mano destra. Non riusciva proprio a capire, non faceva nient'altro che combattere, non ragionava sulle sue parole! Dire quelle cose a parole non gli serviva, soprattutto quando non riusciva a vedere il gigantesco muro che la cocciutaggine ergeva tra lui e gli altri. Non erano quelle le parole che voleva sentire, non era quello lo sguardo che doveva ricevere: la spavalderia lo avrebbe messo in un pericolo ben peggiore, e se avesse continuato a rinnegare la paura, purtroppo, avrebbe rischiato di perdere la via. Pretendere che Vergil lo capisse subito sarebbe stato decisamente troppo, ma non poteva neanche concedergli di avanzare alla cieca.
    Sfruttando gli ultimi secondi di potenziamento che gli rimanevano, Harold avrebbe mosso rapidamente la dritta da destra a sinistra, come per dare uno schiaffo all'aria... con la sola differenza che, nonostante la distanza, Vergil avrebbe sempre rischiato di subire un colpo. Dalla mano dello spirito, infatti, si sarebbe allungata un'energia fiammeggiante, che avrebbe preso la forma di una spessa frusta di fuoco, che con la sua lunghezza di tre metri avrebbe potuto colpire in pieno il ginocchio sinistro del ragazzo. Sarebbe stato come venire colpiti da un tizzone incandescente, e la violenza del colpo avrebbe potuto ridurre la mobilità del giovane, se non bloccarlo direttamente per il dolore. Non aveva intenzione di ucciderlo, non ancora, ma non avrebbe più sopportato oltre: se era ancora intenzionato a dare ascolto al proprio orgoglio, Harold non si sarebbe fatto venire il sangue amaro.


    -... Ed è proprio questo che devi capire, se non vuoi perderti. Non sempre puoi affrontare l'inferno in cui vuoi lanciarti.

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    Harold Vritra Hthema
    Condizioni Fisiche: Illeso
    Condizioni Mentali: Furioso
    Energia: 100-6-6-12=76%

    Equipaggiamento:
    »Mani di Agni: Una coppia di guanti corazzati che coprono completamente gli avambracci e le mani di Harold. Formati da una base fatta di una strana lega metallica nera flessibile come un tessuto sopra alla quale si trova una placca protettiva extra di colore rosso e con i bordi gialli posta sul dorso dell'avambraccio del giudice, coprendo l'area dal gomito fino alle nocche della mano, e gli conferiscono due abilità di supporto in battaglia: concentrando l'energia magica presente in questi guanti in tutto il resto del suo corpo, Harold utilizzerà un'abilità chiamata "Agni Boost" che gli donerà un bonus di 30 punti nel parametro Corpo per un massimo di due turni [Abilità di Potenziamento - Livello Basso]; mentre se sarà il giudice a concentrare la propria forza in questi oggetti -più precisamente su una gemma rossa circolare posta esattamente al centro del palmo- potrà eseguire un attacco di natura Fisica chiamato "Agni Burst", che causerà un'onda d'urto di 30 centimetri di diametro e uno "spessore" di 50 centimetri attorno alla mano scelta come tramite per il colpo in seguito ad un movimento del braccio, causando danni contundenti di livello Basso [Abilità Fisica - Livello Basso].

    Abilità:

    »L'Emissario dell'Ira [Abilità di Potenziamento - Livello Basso] (turno 2 di 2): Quando questa abilità viene attivata, il corpo del giudice comincerà a emettere del vapore, aumentando la potenza di movimento generale dei suoi muscoli e donandogli un bonus di 30 punti nel suo parametro Velocità rispetto al normale per un massimo di due turni.

    »Ritorno di Fiamma [Abilità Magica - Livello Medio]: Essendo un combattente prevalentemente a corto raggio, Harold ha la possibilità di allungare la gittata dei suoi attacchi fisici concentrando dell'energia magica di elemento fuoco nelle proprie appendici superiori, in modo che a un movimento della sua mano potrà lanciare una sorta di frusta fiammeggiante del diametro di 15 centimetri e una lunghezza massima di 3 metri che causerà danni da impatto e da scottatura di tipo Magico e di entità Media. L'abilità è istantanea, e la direzione di tale proiezione di fiamme seguirà il movimento della mano utilizzata come tramite.

    BaseVerde P.Q. A&OTotale
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    Essenza60+30+10±0100
    Mente50+10±0±060
    Destrezza40±0+10±050
    Velocità50+20±0+30100
    Concentrazione50+20+10±080

    Note: Grosso, grosso errore. Capisco che è difficile da imparare su due piedi, ma le statistiche sono lì per un motivo ben preciso. Ora, voglio che tu consideri un paio di cose: anzitutto, avendo tutte le stat a 50, tutte le tue capacità sono nella media, tra forza, riflessi eccetera... e che, al momento, Harold ha 50 punti di velocità in più rispetto a te. Questo non significa che non puoi cercare di contrastare o evitare il mio colpo, ma hai comunque bisogno di un po' di buon senso. Stiamo parlando di un individuo che ha una velocità praticamente doppia rispetto alla tua, ma non solo: anche i tuoi riflessi sono di 50 punti inferiori a quella di Harold, quindi faresti difficoltà a reagire a un attacco che ti arriva da una distanza così ravvicinata. Insomma, ciò che devi imparare è il calcolo delle "reazioni massime" che il tuo personaggio può avere, soprattutto perché, in questo caso, hai voluto usare un'abilità per attuare la schivata. Come abbiamo ripetuto fino alla nausea nel regolamento, attivare le abilità attive richiede qualche attimo di tempo, che si basa sulla potenza della tecnica in sé e sulla statistica su cui si basa, e di conseguenza non ti sarebbe stato possibile schivare con tale prontezza quell'attacco. Questa battaglia è fatta per aiutarti e farti imparare qualcosa in più delle regole, sì, ma è anche una prova della tua lealtà: i Giudici hanno stat alte apposta per vedere la tua lealtà, quindi cerca di avvicinarti al combattimento non tanto come "devo vincere e sembrare figo", quanto "devo fare del mio meglio, anche se ne esco acciaccato". Ti sto dicendo questo per una semplice ragione: devi essere TU a decidere come vanno a finire le tue schivate, seguendo il TUO buon senso e la TUA lealtà. Il master può giudicare se è corretto o meno in secondo luogo o se il tuo compagno di quest si lamenta, ma hai bisogno di prendere un ruolo più "attivo" nei tuoi post, capisci cosa ti voglio dire?
    Questo, e devo chiederti di usare in spoiler una specie di "riassunto" dello stato del pg, come ho messo io poco qui sopra, per farti capire. Serve per tenere d'occhio lo stato del personaggio e per essere certi delle azioni che sono avvenute, quindi cerca di aggiungerlo dal prossimo post.
     
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9 replies since 21/10/2014, 16:55   137 views
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