Un Passato Dissepolto

Quest speciale su iscrizione

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    Per fortuna erano arrivati giusto in tempo per riprendere la loro missione originale: da quanto gli venne detto dal dottor Croft, Aster aveva immobilizzato i Nessuno per poi sbrigarsi all'inseguimento della donna col cappuccio, ed infine Xisil si era occupata di terminare le creature immobilizzate per poi lanciarsi a sua volta dietro alla loro misteriosa assalitrice. Apparentemente Rick era passato da lì come se fosse stato un'ombra furtiva visto che il loro committente non si degnò neanche di menzionarlo, ma nel mentre il ragazzo col cappuccio sul volto, Wes, era sceso dalla scala ed una volta ricongiuntosi con loro aveva chiesto quale fosse il piano d'azione più prossimo da attuare viste le loro rinnovate complicazioni.

    -... Quel tizio non mi piace. Mi sembra troppo frettoloso.-

    Per quanto gli penasse dirlo, Siegfried non era completamente nel torto. Normalmente non era una persona sospettosa che dubitava della gente a destra ed a manca come lo stupido computer, ma doveva ammettere che nonostante il possibile peso dello spadone che quell'individuo si portava dietro il suo arrivo era stato un po' troppo "rilassato" in un certo senso. Aveva dato una rapida occhiata agli scontri dei suoi compari dopo aver messo fuori combattimento i due Simili, e Wes gli era sembrato quello che se la cavava meglio... anzi, sembrava quasi che fosse completamente assorbito da quel breve combattimento! Forse erano la foga del momento e la preoccupazione per il fato del loro committente a dargli quell'impressione, ma nonostante quella possibile scusante qualcosa in quella persona gli andava decisamente contropelo, e non riusciva proprio a capire cosa. Proprio mentre stava pensando a questo, tuttavia, anche l'ultimo membro rimasto del gruppo, Virxan, li raggiunse in tutta fretta chiedendo cosa fossero esattamente le creature che li avevano attaccati.

    -Oh, per l'amor del...! Ci è capitato un completo novellino?!-

    Be', neanche loro sapevano tutto a proposito di quelle creature chiamate "Nessuno", quindi non potevano certo definirsi degli esperti rispetto al più giovane dei presenti, ma apparentemente le risposte a quelle domande avrebbero dovuto aspettare visto che Jeremiah era deciso ad arrivare il più velocemente possibile alla loro meta. Passò qualche minuto da quella discussione, ed il loro committente si era messo a parlare di qualcosa chiamato "Organizzazione XIII" e di come i Nessuno fossero degli esseri senza vere emozioni nati da un individuo il cui cuore era stato divorato dagli Heartless... ma l'automa non riuscì a seguire molto altro del suo discorso, purtroppo. Era troppo occupato a scrutare i dintorni ed a pensare a cos'era a causargli quella strana sensazione di pericolo imminente che gli causava una stretta al petto: forse era la strana combinazione di circostanze che rendeva quella nuova missione stranamente simile a quel lavoro nella Balena, oppure il fatto che probabilmente con più persone in giro per le caverne le creature che vi abitavano potevano essere in agitazione ed attaccare con più frequenza, ma qualsiasi fosse stata la causa della sua tensione questa gli diceva di tenere la guardia sempre alzata. Per l'ennesima volta dovette ringraziare la sua mancanza di zigomi visto che in caso contrario in quel momento il suo sguardo sarebbe stato contorto da un'espressione di serietà mista a preoccupazione, e non si trovava esattamente nella situazione migliore per mostrare una faccia simile, specialmente visto che ad un certo punto il loro gruppetto riuscì a raggiungere una delle loro mete intermedie, un grosso cancello con accanto quella che sembrava una strana tastiera per inserire qualcosa che l'archeologo definì "password" con un sorriso sornione. Erano opera sua anche quegli aggeggi chiamati "lampadine" che pendevano sciattamente dal soffitto? Almeno lo studioso in bianco sembrava aver ottenuto nuovamente un po' del suo entusiasmo iniziale, ma ovviamente ad un certo punto qualcosa doveva andare storto, infatti appena il codice numerico venne accettato da quel macchinario apparirono cinque esseri dall'aspetto inusuale ma una colorazione che Maxwell già conosceva. Non gli ci volle molto per comprendere che erano altri Nessuno, ed a giudicare dal fisico più "definito" e da quella che poteva definire una divisa potevano essere avversari al pari dei Cecchini che aveva affrontato dentro a Monstro, ma questi sarebbero stati più difficili da affrontare vista la loro superiorità numerica. Mentre due di quelle nuove creature si adoperavano a bloccare i suoi due colleghi, altre due -quelle poste più a sinistra della fila- iniziarono ad avanzare verso di lui, una sembrava addirittura nuotare dentro al pavimento come se quest'ultimo fosse fatto d'acqua mentre l'altro iniziò a planare come un'aquilone, ma l'attenzione dell'ex-uomo venne catturata dall'individuo posto al centro, che iniziò a dirigersi verso Jeremiah con fare minaccioso.

    -Lo attaccherà! Moccioso, muoviti!-

    Non c'era bisogno che Siegfried si ripetesse, l'uomo sapeva già cosa fare. Ringraziando il cielo Maxwell era il membro del gruppo più vicino al professore e ad occhio e croce sia lui che il Sicario avevano la stessa velocità di movimento, ma l'automa aveva due singolari vantaggi rispetto al Nessuno: quest'ultimo si trovava a poco più di sei metri dall'uomo con la tuba, mentre il cyborg era a circa quattro o cinque metri, fattore che combinato alle sue gambe più lunghe gli avrebbe consentito, in seguito all'avanzata più rapida che gli era concessa verso la propia sinistra, di porsi a braccia aperte a protezione del suo datore di lavoro. Nonostante avesse cercato di ignorare gli altri due esseri che lo attaccavano, quello che aveva deciso di avvicinarsi in aria riuscì per un pelo a causargli un graffio sulla parte più esterna del paraspalla destro, un colpo che sarebbe stato di entità ben peggiore se Maxwell non avesse deciso di lanciarsi a difesa di Jeremiah, ma adesso la parte più difficile sarebbe stato il difendere sé stesso ed il suo committente da quel singolo Sicario che aveva deciso di prendersela con il più debole di loro. Non gli piaceva affatto dover prendere quella strada, ma... se voleva risparmiare energie e mettere al sicuro il professore non aveva altra scelta. Poco prima di terminare la sua corsa, l'ex-uomo sarebbe stato avvolto da una leggera aura brillante che sarebbe svanita nei pochi attimi in cui si sarebbe ritrovato faccia a faccia con il terzo Nessuno. Quest'ultimo intanto si preparava a sferrare un attacco, e...

    < Destroyer's Heritage ATTIVATA >

    Un sonoro clangore metallico e scintille, questo sarebbe stato l'effetto scaturito dall'assalto di quell'essere con le braccia ricoperte di lame se tutta la strategia di Maxwell fosse andata in porto. Il suo corpo ora era completamente ricoperto da una corazza nera come la notte e decorata a tratti da pezzi dorati di brillantezza variabile, e sulla parte dell'addome che era stata colpita dal Sicario al posto delle carni di Jeremiah non vi era alcuna traccia di ferite: ringraziando il cielo l'armatura che aveva ottenuto nella Balena era abbastanza robusta da resistere a quel genere di danni, quindi aveva salvato sia se stesso che il professore dietro di lui. Non avrebbe voluto utilizzare subito quella protezione, detestava dover contare su quel potere per cui era stato versato tanto sangue, ma se a lui non piaceva quella corazza al Nessuno sarebbe piaciuta anche di meno. Cercando di sfruttare il momento di guardia abbassata che sarebbe seguito a quel fendente a croce, l'automa avrebbe tentato di attuare una rapida artigliata portata con la mano sinistra contro tempia destra dell'essere, cercando anche di sfregiarlo e di effettuare un danno possibilmente mortale od almeno abbastanza grave da ridurne le capacità combattive, e se questo non fosse stato abbastanza Maxwell avrebbe comunque fatto in modo di far seguire al primo colpo un uppercut portato con la mano destra il volto velato del Sicario, cercando di sfruttare l'impeto del primo assalto ed il suo peso corporeo per dare una spinta maggiore a quel pugno in modo di scagliare ad almeno un metro all'indietro la creatura. Una volta terminata questa serie di attacchi il cyborg si sarebbe rapidamente voltato verso Jeremiah, cercando poi di prenderlo in braccio portando la mano sinistra sotto alle ginocchia e la mano destra dietro alle spalle di quest'ultimo in modo da evitare che la parte di corazza dalla forma appuntita sul suo petto gli fosse d'intralcio, ed una volta essersi preso quel fardello si sarebbe allontanato di almeno un metro dal pannello coi numeri dicendo...


    -Si regga!

    Mentre tali parole uscivano dal simulatore vocale, l'automa avrebbe fatto espandere le ali di Destroyer's Heritage per poi emettere con queste ultime un singolo battito usando tutta la forza che aveva a disposizione appena avesse finito la frase, facendo così in modo di alzarsi di circa tre metri dal suolo insieme al professore, ed una volta presa quota avrebbe dato un altro colpo con quelle appendici dalla forma demoniaca per aumentare l'altezza a cui restava sospeso in aria fino a raggiungere i cinque metri d altitudine. Una volta terminato tale movimento atto a portare in salvo il professore dal mezzo della battaglia l'automa si sarebbe voltato verso il cancello con le ali che emettevano piccole particelle viola brillanti, cercando di controllare la situazione e di decidere il da farsi da quel momento in poi. Gli dispiaceva dover lasciare gli altri due membri del gruppo da soli contro i Nessuno rimasti, ma almeno loro avevano una minima chance di difesa contro quegli esseri a differenza del loro committente: purtroppo quegli avversari non erano come quelli che li avevano bloccati all'entrata, erano decisamente più robusti e dotati di armi naturali ben più pericolose, senza contare che la superiorità numerica non poteva che peggiorare la loro situazione. Tuttavia, l'automa non sarebbe rimasto per sempre in aria come una bella statuina in caso di necessità, ma prima doveva cercare di fare mente locale e vedere come si sarebbe sviluppato lo scontro... al momento aveva le mani legate, la sicurezza della loro unica guida veniva prima di tutto il resto, purtroppo.

    -Diamine, detesto questo genere di situazioni.-


    Maxwell Blaze
    Condizioni fisiche: Illeso
    Condizioni mentali: Sul chi vive, in guardia
    Energia: 100%
    Equipaggiamento:

    -Dragon Arm R - Opaque reload: L'avambraccio destro di Maxwell, modellato come il muso di un drago (con tanto di occhi bianchi lucenti), che tuttavia in realtà é una delle sue armi di offesa: le nocche dei "guanti" di quest'arma, infatti, sono dotate di uno spuntone ciascuna (per un totale di 4, ed ognuno ha una lunghezza di 3 centimetri ed un diametro di 2 centimetri) che rendono decisamente più letali i pugni che vengono portati con questi oggetti. Coprono tutta l'area dalla punta delle dita fino al gomito dell'uomo. Il colore dell'avambraccio, in seguito ad una "operazione" ad opera di un moguri, è diventato leggermente più opaco rispetto all'altro, e la differenza è chiaramente visibile. Ma non è certo solo l'aspetto estetico ad essere cambiato, in seguito al lavoro dell'esperto incantatore. Finché infatti l'avambraccio rimarrà "attaccato" al corpo di Maxwell, questo gli trasmetterà costantemente energia, donandogli un aumento alle statistiche di battaglia; nello specifico, l'arma concede un bonus di 20 al parametro Corpo e un bonus di 10 al parametro Velocità. [Oggetto incantato, 30 AP]

    -Dragon Arm L: L'avambraccio sinistro di Maxwell, modellato come il muso di un drago (con tanto di occhi bianchi lucenti), che tuttavia in realtà é una delle sue armi di offesa: le nocche dei "guanti" di quest'arma, infatti, sono dotate di uno spuntone ciascuna (per un totale di 4, ed ognuno ha una lunghezza di 3 centimetri ed un diametro di 2 centimetri) che rendono decisamente più letali i pugni che vengono portati con questi oggetti. Coprono tutta l'area dalla punta delle dita fino al gomito dell'uomo.

    -Pettorali di tiglio: Non esattamente una corazza fatta col tiglio, ma il nome é puramente una citazione al fatto che il punto debole di Sifgrido era la parte della sua schiena su cui si era posata una foglia di tiglio. Questa placca pettorale, al contrario, é piuttosto spessa (almeno una decina di centimetri) e protegge il primo strato di corazza superficiale di Maxwell -che include una sorta di bocca di cannone al suo centro-, senza contare che diminuisce ovviamente il rischio che il suo cuore, attualmente adibito a generatore, venga colpito con eccessiva facilità. Questo è un pezzo di corazza unico, ma è stato progettato in modo che si possa "dividere" in due al centro, così da permettere di far fuoco con la suddetta bocca di cannone.

    -Spallacci Orientali: I due possenti paraspalla che proteggono le giunture superiori delle braccia di Maxwell, sono formati da un totale di tre strati dello stesso metallo che compone il corpo principale del cyborg ed hanno uno stile chiaramente orientale che combina bellezza estetica con efficacia. Grazie alla loro conformazione la parte più esterna di queste protezioni risultano di una resistenza poco sopra alla media, ma la maggior parte della massa di questo oggetto si trova fissata sulla spalla dell'ex-uomo, evitando così che le sue braccia finiscano fuori uso con un'eccessiva facilità per via di colpi alla giuntura attaccata al tronco del corpo.

    -Soul System non attivo.

    -Destroyer's Heritage
    E così, dall'incontro tra la volontà di Maxwell, l'eredità di Xehanort e quella di un altro potere, oscuro e senza nome, nacque la "Destroyer's Heritage". Un'armatura potente, pericolosa, ma, paradossalmente, "in buone mani". Maxwell ne possiede il controllo praticamente totale, ed è in grado di "attivare" e "disattivare" la protezione a comando, esattamente come qualsiasi Keyblader era in grado di fare ai tempi in cui questo tipo di armature erano ancora in giro. Quando sarà in modalità normale, tuttavia, Maxwell non dovrà porre una mano sulla spalla o fare alcun movimento per attivare l'artefatto: quest'ultimo, infatti, è diventato praticamente parte del suo essere, e la massa di energia necessaria per manifestarlo è stata assorbita dal generatore che sostituisce il cuore fisico del cyborg, consentendogli di poter evocare l'armatura con la sola forza del pensiero [Abilità Attiva Nulla] e di avere con essa una sorta di empatia che gli consente di utilizzare tecniche che normalmente modificherebbero certe parti o la composizione fisica del suo corpo -come ad esempio il Setsudan od il Tough Act del Soul System- anche se ha addosso la corazza, ma nonostante tale rapporto l'armatura resta comunque una parte separata del suo corpo, ed anche se ha una resistenza superiore al normale che le consente di bloccare attacchi portati senza consumo di energie, qualsiasi danno portato ad essa non si ripercuoterà direttamente sullo stato fisico del suo indossatore [Abilità Passiva Inferiore]. Inoltre, grazie all'intrusione del terzo potere e le pesanti modifiche fisiche subite, questa protezione è dotata di alcuni poteri particolari: anzitutto, le due strutture poste dietro a ciascuna scapola dell'automa sono in realtà un paio d'ali simili a quelle di un pipistrello con contorni neri ed il colore dell'ottone all'interno che, in caso di necessità, si possono espandere ed emettere un'energia reattiva che consente all'indossatore di volare liberamente in aria -dandogli anche la possibilità di effettuare manovre di emergenza muovendo le ali per darsi un'ulteriore spinta-, una capacità utilizzabile sia nei mondi che per il viaggio interstellare, senza bisogno di un Keyblade Glider [Abilità Passiva Superiore]. Inoltre, tali appendici hanno sul loro dorso due cavità squadrate che si perdono all'interno della massa dell'ala, consentendo a Maxwell di effettuare un attacco chiamato "Wing Beam" che consiste nello sparare da queste cavità un minimo di due raggi di energia magica a potenza Media -uno per ala- o fino ad un massimo di quattro a potenza bassa -due per ala- entro una gittata massima di sette metri di fronte all'automa. Tali raggi di energia bianca viaggeranno in linea retta o ad arco a seconda della postura dell'utilizzatore e causeranno danni non elementali ai loro bersagli, senza contare che possono essere anche sparati in volo [Abilità Attiva - Costo Alto].

    Statistiche:
    Corpo: 90
    Essenza: 70
    Mente: 60
    Concentrazone: 80
    Destrezza: 70
    Velocità: 75

    Riassunto: Maxwell nota che il terzo Sicario dalla sua sinistra si dirige verso Jeremiah, quindi decide di ignorare i due Nessuno che lo caricano frontalmente lanciandosi verso la propria sinistra in una folle corsa per porsi di fronte al professore prima che l'avversario riesca a raggiungerlo. Mentre effettua questo movimento uno dei Sicari che lo avevano attaccato gli causa un graffio alla parte più esterna del paraspalla destro -ora un equipaggiamento e quindi non inserito come ferita- e fà in modo di equipaggiarsi subito dopo con Destroyer's Heritage, in modo che appena si sia messo a braccia aperte di fronte all'archeologo rivolto verso il Nessuno l'attacco di quest'ultimo non gli causi danni grazie alla resistenza della corazza agli attacchi portati senza consumo energetico. Dopo aver incassato il colpo, l'uomo cerca di effettuare un'artigliata verso la tempia destra del Sicario usando la sua mano sinistra per ferirlo il più gravemente possibile, e successivamente gli lancia un uppercut col destro usando anche il propio peso corporeo per darsi una spinta in avanti in modo che il suo avversario venga allontanato dal professore. Subito dopo tale azione, il cyborg si volta verso Jeremiah e lo prende in braccio così da poterlo portare al sicuro lontano dai Sicari aprendo le ali e portandosi a cinque metri da terra rispetto a prima.

    Nota: Ok, questa è la mia mossa, spero sia soddisfacente ed auguro buona fortuna ai miei compari di quest ribadendo che non dovete preoccuparvi -non molto-, non vi abbandonerò del tutto contro quei Sicari, ma qualcuno doveva occuparsi del prof <w<"

    Edited by AlexMockushin - 4/7/2013, 23:05
     
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  2. FantomNishoba
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    « Ambush »

    ph0Z9♦ Narrato
    "Parlato"
    *Pensato*
    *Haunted...*

    A drop of blood...
    A flood of anger for old times...

    gif

    Il gruppo si divise esattamente a metà a seguito dello scompiglio creato da Xophìab: tre elementi all'inseguimento di quest'ultima e Wes, Maxwell e Virxan rimasti a fare da guardie del corpo al professore. Tutti erano stati colti di sorpresa da quell'apparizione così repentina e minacciosa e nemmeno Croft ora era troppo sicuro sul da farsi. Questi si limitò infatti a rispondere a Wes semplicemente annuendo e sghignazzando, atteggiandosi in maniera del tutto fuori luogo per come la pensava il giovane Soldato. Per un attimo Wes rifletté ancora sul significato delle parole della ragazza incappucciata: certamente se si era presentata così all'interno della cava vi doveva essere qualcosa di molto ambito, persino da creature potenti com'era lei...

    Una volta incamminatisi per i cunicoli senza perdere troppo tempo in chiacchere, Wes ascoltò con interesse le parole del professore riguardanti i Nessuno e l'Organizzazione, iniziando a capire un po' meglio la situazione che non gli piacque per nulla. Per come li aveva descritti Jeremiah, i Tredici dovevano essere molto più potenti di quanto Wes potesse pensare e sicuramente non avrebbe avuto chances in confronti diretti: la prospettiva di dover lavorare di squadra qualora uno scontro con Xophìab fosse stato necessario non gli piaceva, ma sarebbe stato obbligato poiché affrontarla da sé avrebbe potuto facilmente risultare in un suicidio. I cunicoli stretti ed angusti non impensierivano Wes durante tutti i minuti di percorrenza, ma egli tenne sempre ben aperti occhi ed orecchie per evitare di venir attaccati nuovamente da altri pericoli. D'altronde, come diceva il bando, i pericoli non mancavano e l'Organizzazione era semplicemente una fastidiosa aggiunta alla situazione già insidiosa di per sé.
    Il quartetto giunse infine in una grande stanza, se paragonata ai tunnel dissestati ed angusti percorsi per arrivarvi, decorata in maniera inusuale da motivi geometrici sulle pareti e con un tocco industriale dato dalle lampadine e dalle impalcature probabilmente portate lì dagli addetti agli scavi. La stabilità di tali puntelli e colonne preoccupava leggermente Wes che guardandosi attorno avrebbe volentieri fatto a meno di combattere in tale luogo, non avendone potuto saggiare la sicurezza.
    Dirigendosi verso il cancello con tutto il gruppo, egli era quello che più si guardava in giro, sospettoso. Quasi come se si sentisse osservato ancora.

    *Non è il luogo migliore per un'imboscata, è illuminato ed ampio... Non dovremmo correre rischi qui.*

    Mentre era intento ancora a scandagliare le pareti ed il soffitto, Jeremiah si era già portato alla console collegata al grosso cancello in ferro battuto, il quale in seguito ai comandi del prof si aprì con il tipico clangore del metallo e degli ingranaggi. Le tre guardie del corpo erano tutte poco più indietro in ordine sparso, a coprire le spalle dello scavatore, con Wes che si trovava all'incirca a quattro metri di distanza. Il rumore dello sferragliare dei vecchi meccanismi venne però presto accompagnato da suoni cupi ed inquietanti, che annunciavano l'entrata in scena di altri nemici.
    Ancora in inferiorità numerica, il gruppo venne costretto ancora alla battaglia da altre creature, sempre riconducibili alla stirpe dei Nessuno, ma sicuramente più potenti dei Simili affrontati prima anche solo da una prima occhiata.

    *Che strano... Non sono troppo furbi, avrebbero potuto attaccare molto più comodamente nei cunicoli dove lo spazio di manovra sarebbe stato molto più piccolo...*

    Il giovane strinse nella mano l'impugnatura dell'arma e si mosse reagendo al rapido attacco dei Nessuno, che gli concessero ben poco tempo per pensare ad una controffensiva studiata. D'istinto, proprio come Maxwell, egli scattò a protezione del professore, ostacolato solo dal rapido avanzamento di uno dei Sicari. Quest'ultimo si era portato con grande velocità sulla via del Soldato, che però era riuscito a tenerlo d'occhio sufficientemente bene per potersi preparare ad un impatto fisico: sorridendo in maniera beffarda, Wes non deviò traiettoria e neppure rallentò la sua corsa poderosa, cercando l'impatto fisico col Nessuno. Era conscio del pericolo rappresentato dalle lame affilate poste sugli arti del nemico, ma impugnando la Heartbreaker come ariete, tenendo la punta verso l'alto e la lama leggermente obliqua in avanti e di lato, il giovane si buttò a capofitto in un placcaggio con tutta la forza che aveva in corpo, come a voler sfondare brutalmente il corpo del mostriciattolo.
    Poco prima dell'impatto, per darsi la spinta sufficiente, compì un piccolo balzo in avanti, accompagnato da un urlo lanciato con un tono di voce basso e terrificante: se il Sicario non si fosse scansato, le intenzioni di Wes erano quelle di forzarlo a spostarsi da quella posizione, senza prolungare troppo il corpo a corpo, conscio della pericolosità delle lame e della situazione poco piacevole in cui si trovava il professore.


    offgame
    immaginina
    Condizioni Fisiche: N/D
    Condizioni Psichiche: Concentrato ed attento ai movimenti dei Nessuno.
    Energia: 100%

    Azioni Salienti
    ♦ Wes ha notato i Sicari andare verso il professore ed è intenzionato come Maxwell a soccorrerlo, ma purtroppo mancando di velocità è intercettato da un nemico, che viene però brutalmente caricato. Il giovane vuole raggiungere rapidamente il professore e la sua mossa è il modo più semplice a sua disposizione per farsi strada. ♦

    Tecniche/Abilità Utilizzate
    ♦ N/D ♦

    Commenti Off-GdR
    ♦ Scusate se il post non è granché, semplicemente non ho tanta scelta di strategie in questo caso e mi sono ridotto agli ultimi momenti utili per postare xD mi riprenderò coi prossimi :guru:

     
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    “Come ho già detto, i tempi stringono e, se vogliamo avere successo nella missione, non possiamo fermarci a chiacchierare! Sarà più consono che discutiamo lungo il cammino.”
    Appena uno sguardo di rimprovero, di biasimo, come un maestro che sorride pensando all’ ignoranza dei propri allievi… Ecco, eccolo, lo sguardo che Croft aveva riservato al Nessuno, sì, gentile, anche indulgente, ma anche se nascosta da un sorriso la piccola punta di disprezzo lasciata trapelare era più che udibile.
    Solo nei cunicoli iniziò la lezione.
    I Nessuno, gli esseri che nascono quando un essere umano dal cuore forte viene sottomesso dall’ oscurità; l’ anima ed il corpo, lasciati indietro, acquisiscono volontà propria e proseguono nella loro esistenza. Tuttavia, solo pochi mantengono la propria forma umana ed i propri ricordi, mentre gli altri… Beh gli altri diventano come quelli: masse informi di ossa e muscoli, sottomessi da altri Nessuno: l’ Organizzazione…
    Tredici Nessuno che dominano tutti gli altri; Tredici degli esseri più potenti dell’ universo alla ricerca della loro perduta umanità… Tredici alla ricerca di Kingdom Hearts… Tredici minacce per l’ ordine dei mondi…
    Ma nonostante tutto, la loro forza, il loro esercito non poté niente contro i custodi del Keyblade… E così sia loro che i loro piani andarono in fumo.
    Ma di recente nuove voci iniziarono a circolare, l’ Organizzazione si stava riformando, nuovi membri erano stati reclutati ed il vecchio nemico era tornato in azione…
    Così, grazie alla lezione, il tempo passò velocemente tra i cunicoli, senza dare il tempo a Virxan di riflettere o ammirare la bellezza dei passaggi, solo l’ improvviso arrivo in un ampio passaggio ricosse il ragazzo dal racconto del prof e gli dette il tempo di pensare.
    La stanza in cui erano entrati era uno strano mix di elementi naturali e macchine: le meravigliose pareti di roccia viola erano state levigate ed intervallate da una serie di colonne, le originali fonti di illuminazione della stanza, quattro cristalli posti ai quattro angoli del locale, erano offuscati dalla fredda luce di numerose lampadine che pendevano dal soffitto e, a concludere il ‘‘bel’’ quadretto, in fondo alla stanza, dal lato opposto rispetto al quale erano arrivati, un largo cancello arrugginito.
    *Quindi quelli erano Nessuno… Umpf ed io che credevo che esistessero solo in forma umana. Ringrazio il cielo di non essere diventato uno di quei cosi gommosi, sono stato fortunato a continuare ad avere il mio vecchio corpo. E quella donna… L’ Organizzazione… Solo perché considerati minacce per i mondi sono stati distrutti. Ed ora si sono riformati… Ci voglio provare ! Se per ritornare umano la strada più veloce passa per loro… Sì, devo diventare più forte… Che strano, anche se sono un nessuno non sono nauseato dall’ idea di distruggere dei miei simili;prima quando ho distrutto quei Nessuno non sono riuscito a provare niente; da umano sarei stato scosso da conati di vomito, ma adesso… Niente, solo niente; probabilmente il giudizio arriverà col ritorno del cuore, ma per adesso nulla, pensavo che i miei ricordi mi avrebbero influenzato maggiormente, ma dopotutto non mi ero mai ritrovato in una situazione come questa. *
    Un piccolo sorriso apparve sulla bocca del Nessuno che soltanto grazie al ruggito metallico del cancello si riscosse ed emerse dalle proprie fantasie. Ma Virxan non poté tornare subito ai propri pensieri: dal nulla comparvero 5 esseri che ,usciti da cinque squarci nella struttura del mondo apparsi a mezz’ aria, si diressero verso i propri avversari.
    * Ed eccoci ancora… Ma il bando non diceva attacchi di Heartless ?! Bah che scocciatura*
    Ed eccolo ondeggiare il suo avversario, deforme ed informe si avvicinava a testa china e gobbo, malfermo sulle proprie gambe. Ma, come sempre, la prima impressione era sbagliata, e ,come a dimostrarlo, con uno scatto inumano il Nessuno si frappose tra Virxan ed il professore che intanto veniva soccorso dall’ automa.
    *E bravo l’ uomo di latta*
    Sguainata la spada, il ragazzo si preparava a parare il primo attacco del Nessuno sperando di non incappare nelle lame affilate che sporgevano dalle braccia di quello.
    Se avesse attaccato per primo il nemico, Virxan avrebbe cercato di parare e spostarsi di lato e ,dopo ciò ,avrebbe tentato di colpirlo con degli aculei opachi e poi ,approfittando della instabilità del nemico, avrebbe tentato un colpo diretto con la spada.
    Se invece fosse stato Virxan ad attaccare per primo, il ragazzo avrebbe semplicemente cercato di spostarsi di lato e ,dopo ciò, avrebbe tentato di colpirlo con degli aculei opachi e poi ,approfittando della instabilità, del nemico avrebbe tentato un colpo diretto con la spada.
    *Speriamo che il cancello si apra velocemente oppure qui finisco male*


    Potere Magico:
    !00-16-8= 76

    Condizioni Fisiche: Illeso
    Condizioni Psicologiche: Irritato, deciso a sopravvivere alla missione.


    Abilità utilizzate:

    Aculei Opachi
    Virxan scaglia un raggio magico opaco dalle proprie mani.
    La tecnica ha natura Magica, Elemento Nulla, e si sviluppa nella formazione di un flusso energetico dalle sfumature opache il cui colore potrà essere per Virxan: azzurro ghiaccio, verde e grigio.Questo raggio ha una forma irregolare e spigolosa.
    Sebbene non molto abile in questa tecnica Virxan riesce a manovrarla con efficacia e a indirizzare i raggi con abbastanza precisione; tuttavia come la maggioranza dei suoi simili non riesce a far mutare la direzione dei raggi per più di una volta.
    Attiva Magica. Costo Basso.

    Evil Water
    Bolle fluttuanti
    il personaggio raccoglie l' umidità attorno a se e la condensa in una bolla d' acqua compressa che vola verso un nemico e lo colpisce esplodendo.
    Tecnica di natura Magica, Elemento Acqua.
    La bolla infligge un danno Medio, ma se colpita da un attacco di livello medio o basso si indebolirà e l' attacco sarà di livello Basso; se invece viene colpita da un attacco di livello alto o superiore non avrà alcun effetto.

    Statistiche:

    • Corpo: 50
    Punteggio iniziale (45), Energia ( ), Punti Quest (+5 ), Altro ( )
    • Essenza : 65
    Punteggio iniziale (55), Energia ( ), Punti Quest ( ), Altro (+10 )
    • Mente: 50
    Punteggio iniziale (50), Energia ( ), Punti Quest ( ), Altro ( )
    • Concentrazione: 50
    Punteggio iniziale (50), Energia ( ), Punti Quest ( ), Altro ( )
    • Destrezza: 40
    Punteggio iniziale (40), Energia ( ), Punti Quest ( ), Altro ( )
    • Velocità: 60
    Punteggio iniziale (60), Energia ( ), Punti Quest ( ), Altro ( )
     
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  4. misterious detective
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    Sapeva che il momento non era dei migliori per quel genere di cose, ma il professore non seppe trattenere l'entusiasmo in luce di quanto avvenne di fronte ai suoi occhi: era convinto che la missione avrebbe avuto termine lì e che il suo obiettivo di giungere in fondo a quella ricerca sarebbe fallito miseramente, ma il cyborg si mise d'impegno per contraddire la sua ipotesi. Con un rapido scatto, Maxwell falciò la distanza che lo separava da lui e si mise in sua difesa. Lo studioso arretrò di un passo, avvicinandosi pericolosamente alla grata del cancello, per dare spazio di manovra al mercenario; a quest'ultimo bastarono un paio di colpi per mettere fuori combattimento il primo dei loro nemici: riuscì infatti ad intercettare il colpo del Nessuno, uscendone indenne, e come se non bastasse glielo restituì con gli interessi. Un potente attacco alla tempia prima, seguito da un devastante montante che mise la creatura eterea KO. Eppure, non era nemmeno quell'espressione di forza bruta a meravigliare ed incantare l'uomo: ciò che più lo affascinava era la trasformazione intrapresa che egli aveva intrapreso di colpo, una magnifica e tenebrosa armatura lo aveva rivestito, dandogli nuovo potere. E, dannazione, il professore era pronto a scommettere su cosa fosse in realtà! Non poteva affermare di aver mai avuto l'onore di vederla prima di allora, nemmeno in disegno, ma le leggende sul suo conto tramandate nei libri di storia, libri che aveva dovuto studiare con attenzione, aveva trovato più di una citazione o rimandi ad una leggendaria armatura nera come la pece. Quell'uomo si rivelava sempre più peculiare, sempre più interessante...
    E, veloce come si era liberato del nemico, Maxwell si voltò verso di lui, ammonendolo di reggersi.
    -Cos...?-
    Non fece in tempo a terminare la frase prima che dalle sue spalle apparissero un paio di ali eiettabili. Lascio al professore a malapena il tempo di emettere un gridolino entusiasta alla vista di tale prodigio tecnologico, e subito lo afferrò per le gambe e per le spalle. In un istante, si erano alzati in volo.
    -Incredibile... è semplicemente incredibile!- si era dimenticato totalmente dei pericoli sotto di lui, non poteva pensare a quei mostri quando aveva davanti un automa capace di volare. D'altra parte, non sembrava nemmeno necessario: i due Sicari che avevano assalito Maxwell lo attendevano al di sotto, sembravano incapaci di raggiungerlo e tenevano le teste alzate verso di lui e gli artigli pronti a colpire, in totale stallo.

    Purtroppo, però, la loro salvezza sembrò richiedere un caro prezzo, perché significava abbandonare a loro stessi i due mercenari sotto di loro: il primo a venire travolto dai pericoli della battaglia, fu, infatti, il ragazzo che si faceva chiamare Wes: così come Maxwell, anche lui aveva tentato di salvaguardare la vita del professore ponendosi a scudo di fronte a lui, ma la sua velocità e reattività inferiore avevano costituito un ostacolo alla missione, rendendo il suo intervento quasi fallimentare. La sola cosa che riuscì a tenere con quell'atto fu di guadagnare un piccolo vantaggio sul Sicario, che dovette perdere un paio di secondi per raggiungere un punto intermedio tra il guerriero e il mandante di quella missione. Tuttavia, restava il fatto che il suo ruolo era bloccare Wes, altri suoi compagni si erano diretti verso il professor Croft, il tutto affinché essi potessero ucciderlo senza incorrere nell'intervento dei mercenari. Così, il Sicario non fu impreparato di fronte all'attacco di Wes, lo vide correre in avanti con la spada di fronte a lui a mo' di ariete e, dato che l'arma non era comunque tanto grande come quella che imitava, per il Nessuno fu facile schivare l'assalto. Dovette solo spostarsi di una manciata di centimetri sulla sinistra per portarsi al di fuori dalla portata dell'attacco e rispondere stendendo il braccio armato parallelamente al suolo, nel tentativo di menare un fendente al fianco dell'uomo e procurargli una profonda ferita.
    L'ultimo dei Nessuno, invece, aveva ingaggiato combattimento con Virxan: dato che la sua priorità era fermare l'avanzata dell'essere umano, tale Sicario rimase in attesa con la guardia alzata, costringendo l'avversario a compiere la prima mossa. Quello, abilmente, tentò di aggirarlo e colpire per primo con gli aculei opachi. Purtroppo per lui, era una tecnica che i Sicari conoscevano fin troppo bene per poter sperare di sorprenderli con essa. La creatura, resasi conto di essergli leggermente superiore in velocità, si mosse per scansare il colpo scartando lateralmente in planata, ma si fece comunque infliggere una leggera ferita alla spalla, che venne trapassata da alcuni degli aculei superficialmente, creandogli un forte dolore che non gli impedì tuttavia di agire. Il mercenario gli era di nuovo addosso, questa volta all'assalto con la sua spada. Per fortuna, la distanza che li separava era discreta, abbastanza da permettere al Sicario di parare il colpo con uno delle sue braccia, quello sano, interrompendo così la carica di Virxen. Quello libero e ferito, invece, era abbandonato lungo il fianco e non con poca fatica tentò di farlo ruotare solo con la forza centrifuga, facendogli disegnare un arco nell'aria così da colpire il nemico con un fendente verticale dal basso verso l'alto.

    -Maxwell, non pensare a me! Devi combattere insieme a loro!- per la prima volta, il dottore sembrava leggermente preoccupato. Indicato sotto di loro, fu subito chiaro cosa gli procurava tanta apprensione: i due Nessuno che, fino a quel momento, erano rimasti ad attenderli di sotto, stavano cominciando a voltar loro le spalle, pronti piuttosto a subentrare in aiuto dei loro compagni contro Wes e Virxen. Era solo una questione di una manciata di secondi, ma a quel punto la situazione si sarebbe fatta veramente spinosa.


    Sicari x4
    200px-Assassin_KHII
    Corpo: 80
    Essenza: 45
    Mente: 50
    Concentrazione: 55
    Destrezza: 70
    Velocità: 75


    Energia: Gialla
    Crowns: symbolcrownargento

    Caratteristiche: Questo Nessuno possiede un corpo alquanto particolare. In posizione eretta raggiunge le dimensioni massime di un metro e mezzo, con delle gambe dai piedi molto sottili di circa cinquanta centimetri, piedi che non gli sono molto utili visto che si sposta solitamente "nuotando" nel terreno. Ha un busto molto esile che termina con ai lati le sue due braccia sprovviste di mani ed appuntite, lunghe circa una sessantina di centimetri, armi letali ed estremamente affilate, con quattro spunzoni messi in successione di lunghezza dieci centimetri. Queste braccia vengono anche utilizzate dal Nessuno come ali in quanto gli permettono di regolare la traiettoria durante il volo. Al posto della testa questo particolare Nessuno ha una specie di coda che si prolunga verso il basso per una lunghezza di quaranta centimetri, terminando con una biforcazione a coda di rondine. A differenza dei normali Simili, nonostante sia abbastanza comune, questo Nessuno è molto potente e pericoloso e deve appunto il suo nome alla capacità di tendere agguati e uccidere con facilità le prede di nascosto. Incredibilmente abile nella lotta corpo a corpo è un nemico temibile per chiunque.

    Equipaggiamento: Ali Taglienti - Braccia lunghe circa sessanta centimetri, robuste e taglienti come il metallo, terminano con uno spunzone molto appuntito che sostituisce la mano. Ai lati hanno una serie di quattro spunzoni lunghi dieci centimetri ognuno, anch'essi robusti e taglienti come le ali. Tali arti sono in grado di falciare arti con facilità, pur essendo leggiadre nel volo e leggere nel nuoto.

    Volo
    Il Sicario quando non nuota nel terreno è in grado di volare spiegando le proprie ali. Può elevarsi in volo fino ad un massimo di un metro da terra e dopo massimo un turno di volo ininterrotto dovrà poggiarsi su una superficie o cadrà inesorabile a terra.
    Passiva Normale.

    Squalo di Terra
    Il Sicario si sposta, di solito, letteralmente "nuotando" nel terreno. È in grado infatti di sparire all'interno di qualsiasi superficie solida che lo contenga (come ad esempio il pavimento) e di muoversi in essa esattamente come fosse in acqua. Mentre si trova sottoterra non potrà essere quindi colpito a meno che non venga deformato il terreno dentro il quale sta nuotando, in quanto a tutti gli effetti parte della struttura. Sfrutta solitamente questa sua abilità per avvicinarsi al nemico senza essere visto.
    Passiva Superiore.

    Esplosione
    Se il Nessuno comprende che oramai la sua fine è giunta decide di utilizzare questa tecnica, che appunto consiste in un suicidio con l'intento di portare con sé il suo avversario all'altro mondo. Il Sicario tenterà dunque di potarsi vicino al suo avversario e, successivamente, farà esplodere il proprio corpo, generando una potentissima esplosione di energia con un raggio di due metri che infliggerà danni elevatissimi se si è presi in pieno.
    Costo. Alto.

    Mondo/i di provenienza: Tutti.

    Bottini: Stele Tenue, Cristallo Tranquillo.



    Condizioni Sicari:

    Sicario 1: spalla sinistra trapassata dagli aculei oscuri. Il colpo è stato quasi di striscio e non gli ha inflitto danni eccessivi, seppur abbastanza da rendergli difficoltoso l'uso del braccio.

    Gli altri 3 sicari sono indenni. Tutti hanno ancora il 100% degli MP

    Note: scusate il ritardo, sono stato via questa settimana e ho avuto difficoltà non da poco da superare ^^' tolto di mezzo questo... Fantom, mi pare chiaro il perché ho deciso di non far aver successo la tua strategia: la differenza di velocità era eccessiva per pretendere che qualcosa del genere andasse troppo liscio. Virxen, invece, hai organizzato una buona strategia, per quanto semplice, per iniziare e quelli che vedi sono i frutti. Se giochi bene il prossimo turno, puoi riuscire ad ucciderlo anche senza consumare MP. Per il momento, non preoccupatevi dei restanti due sicari: se Maxwell non li fermerà prima, giungeranno a mettervi i bastoni tra le ruote nel prossimo turno.
     
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    Se prima era quasi contento che il dottore avesse ottenuto nuovamente quella punta di entusiasmo, adesso che tale emozione era diretta verso le capacità della sua corazza, Jeremiah gli sembrava sempre di più un ragazzino intrappolato nel corpo di un uomo. Certo, la sua capacità di volare era incredibile, e anche se gli dispiaceva ammetterlo anche a lui piaceva poter muoversi così liberamente in aria, ma era assurdo che quella sua abilità fosse la sua maggiore preoccupazione dopo che aveva rischiato di venire ucciso.

    -Cos’è, avresti preferito avere una mammoletta che si agitava spaventato tra le tue braccia?-

    In effetti quella sarebbe stata una situazione problematica, non poteva negarlo, e se doveva essere completamente sincero non poteva negare neanche di essere sollevato quando, puntando il proprio sguardo verso il basso, vide che i due Sicari che lo avevano attaccato li stavano “fissando” con gli artigli pronti a colpire, come se stessero cercando di intimidirlo ma senza alcuna apparente possibilità di attaccarle un bersaglio aereo. Era una scena quasi comica, specialmente visto che quei Nessuno sembravano dei polipi arrabbiati che cercavano di dirgli “scendi giù!” da quell’altezza, ma purtroppo i suoi colleghi non se la cavavano altrettanto bene: Wes stava cercando di affrontare l’essere che gli si era parato davanti, mentre Virxan sembrava essere occupato in una strana prova di forza con l’altra creatura, o qualcosa del genere… ma il peggio doveva ancora arrivare, e non solo per quei due.
    D’un tratto, il professore si mise a urlargli in un “orecchio”, dicendo qualcosa a riguardo di come avrebbe dovuto combattere insieme a loro, ed effettivamente il suo committente non aveva tutti i torti. Riportando lo sguardo sui Sicari sotto di loro, era chiaramente visibile che questi ultimi si erano resi conto di quanto fosse inutile restare imbambolati a fissare un ammasso di ferraglia e uno scienziato sospesi in aria, e stavano cominciando a fare dietrofront per attaccare i suoi due compagni di missione. Normalmente una rivelazione del genere gli avrebbe fatto saltare il cuore in gola, ma in quel momento non vedeva quella mossa tanto come un pericolo, bensì come un’occasione irripetibile. Se avesse avuto ancora degli zigomi avrebbe sorriso leggermente a quella vista, ma, non avendo tale possibilità, si sarebbe limitato ad avvisare in breve l’archeologo di prepararsi a un atterraggio brusco mentre intorno al suo corpo cominciava a spirare uno strano vento...


    -Si tenga forte.

    Avrebbe atteso qualche attimo, giusto il tempo necessario per far sì che i Sicari avessero iniziato a voltarsi all’indietro per decidere quale dei loro simili volessero aiutare, e appena questa condizione fosse stata soddisfatta l’automa avrebbe effettuato un possente battito d’ali verso il basso, cercando così di atterrare rapidamente a terra a poco più di due metri e mezzo dai suoi due assalitori, emettendo così un sonoro tonfo che avrebbe dovuto riprendere l’attenzione dei suoi avversari, ma non si sarebbe fermato qui. Sperava vivamente che i due Nessuno fossero senza cuore ma possedessero ancora le sinapsi necessarie per sorprendersi di un forte rumore alle loro spalle, ma che questo non cambiava i suoi piani: una volta toccata terra e ritirate le sue appendici dedite al volo, la leggera corrente d’aria intorno a lui si sarebbe concentrata nel suo piede destro, e pochi attimi dopo l’atterraggio Maxwell avrebbe effettuato un calcio rotante di 360 gradi tramite il quale sarebbe stata lanciata una possente lama di energia magica verde, dotata della forma di una falce di luna e lunga un totale di due metri e mezzo, che sarebbe partita rapidamente in direzione dei due Sicari. Se tutto andava come previsto, il fato di quei due esseri era ormai segnato: non solo il punto che aveva scelto per atterrare avrebbe dovuto avere la distanza adatta a rendere quel colpo difficile da schivare nonostante una velocità simile alla propria, ma visto il fatto che i due Nessuno erano rimasti relativamente vicini l’uno all’altro quella singola lama di vento li avrebbe potuti tagliare a metà, prendendo così due piccioni con una fava. Forse avevano deciso di effettuare un attacco combinato come all’inizio di quello scontro, ma questo non cambiava che quelle creature non erano distanti neanche mezzo metro l’una dall’altra, e se il suo attacco a sorpresa andava in porto entrambi i Nessuno sarebbero stati tagliati a metà dal Tornado Kick all’altezza della base del costato, senza contare che la forma a luna crescente del suo attacco non avrebbe dovuto prendere nessuno dei suoi due alleati visto che si trovavano a circa tre metri dai due esseri che lo avevano preso di mira.

    -Già, a meno che non decidano di scappare o di fare mosse azzardate…-

    Ne era conscio, ma non poteva lasciare che un’occasione del genere gli scivolasse via dalle mani: in quel momento quelle creature erano allineati in maniera perfetta per venire colpiti da quella tecnica, e viste le circostanze poteva anche prenderle di sorpresa, quindi non poteva aspettare che i suoi due compari facessero manovra per trovarsi a qualche miglio di distanza dalla sua lama eterea, i Sicari non avrebbero aspettato i loro comodi. Adesso aveva solo da sperare che il suo colpo andasse a segno, almeno sarebbe riuscito a effettuare quell’offensiva tenendo Jeremiah in braccio visto che gli serviva solo un calcio per lanciare il Tornado Kick, e se lo studioso seguiva il suo consiglio reggendosi il più possibile a lui non avrebbe avuto problemi... a parte un professore un po' sballottato, probabilmente.


    Maxwell Blaze
    Condizioni fisiche: Illeso
    Condizioni mentali: Sul chi vive, in guardia
    Energia: 100-12=88%
    Equipaggiamento:

    -Dragon Arm R - Opaque reload: L'avambraccio destro di Maxwell, modellato come il muso di un drago (con tanto di occhi bianchi lucenti), che tuttavia in realtà é una delle sue armi di offesa: le nocche dei "guanti" di quest'arma, infatti, sono dotate di uno spuntone ciascuna (per un totale di 4, ed ognuno ha una lunghezza di 3 centimetri ed un diametro di 2 centimetri) che rendono decisamente più letali i pugni che vengono portati con questi oggetti. Coprono tutta l'area dalla punta delle dita fino al gomito dell'uomo. Il colore dell'avambraccio, in seguito ad una "operazione" ad opera di un moguri, è diventato leggermente più opaco rispetto all'altro, e la differenza è chiaramente visibile. Ma non è certo solo l'aspetto estetico ad essere cambiato, in seguito al lavoro dell'esperto incantatore. Finché infatti l'avambraccio rimarrà "attaccato" al corpo di Maxwell, questo gli trasmetterà costantemente energia, donandogli un aumento alle statistiche di battaglia; nello specifico, l'arma concede un bonus di 20 al parametro Corpo e un bonus di 10 al parametro Velocità. [Oggetto incantato, 30 AP]

    -Dragon Arm L: L'avambraccio sinistro di Maxwell, modellato come il muso di un drago (con tanto di occhi bianchi lucenti), che tuttavia in realtà é una delle sue armi di offesa: le nocche dei "guanti" di quest'arma, infatti, sono dotate di uno spuntone ciascuna (per un totale di 4, ed ognuno ha una lunghezza di 3 centimetri ed un diametro di 2 centimetri) che rendono decisamente più letali i pugni che vengono portati con questi oggetti. Coprono tutta l'area dalla punta delle dita fino al gomito dell'uomo.

    -Pettorali di tiglio: Non esattamente una corazza fatta col tiglio, ma il nome é puramente una citazione al fatto che il punto debole di Sifgrido era la parte della sua schiena su cui si era posata una foglia di tiglio. Questa placca pettorale, al contrario, é piuttosto spessa (almeno una decina di centimetri) e protegge il primo strato di corazza superficiale di Maxwell -che include una sorta di bocca di cannone al suo centro-, senza contare che diminuisce ovviamente il rischio che il suo cuore, attualmente adibito a generatore, venga colpito con eccessiva facilità. Questo è un pezzo di corazza unico, ma è stato progettato in modo che si possa "dividere" in due al centro, così da permettere di far fuoco con la suddetta bocca di cannone.

    -Spallacci Orientali: I due possenti paraspalla che proteggono le giunture superiori delle braccia di Maxwell, sono formati da un totale di tre strati dello stesso metallo che compone il corpo principale del cyborg ed hanno uno stile chiaramente orientale che combina bellezza estetica con efficacia. Grazie alla loro conformazione la parte più esterna di queste protezioni risultano di una resistenza poco sopra alla media, ma la maggior parte della massa di questo oggetto si trova fissata sulla spalla dell'ex-uomo, evitando così che le sue braccia finiscano fuori uso con un'eccessiva facilità per via di colpi alla giuntura attaccata al tronco del corpo.

    -Soul System non attivo.

    -Destroyer's Heritage
    E così, dall'incontro tra la volontà di Maxwell, l'eredità di Xehanort e quella di un altro potere, oscuro e senza nome, nacque la "Destroyer's Heritage". Un'armatura potente, pericolosa, ma, paradossalmente, "in buone mani". Maxwell ne possiede il controllo praticamente totale, ed è in grado di "attivare" e "disattivare" la protezione a comando, esattamente come qualsiasi Keyblader era in grado di fare ai tempi in cui questo tipo di armature erano ancora in giro. Quando sarà in modalità normale, tuttavia, Maxwell non dovrà porre una mano sulla spalla o fare alcun movimento per attivare l'artefatto: quest'ultimo, infatti, è diventato praticamente parte del suo essere, e la massa di energia necessaria per manifestarlo è stata assorbita dal generatore che sostituisce il cuore fisico del cyborg, consentendogli di poter evocare l'armatura con la sola forza del pensiero [Abilità Attiva Nulla] e di avere con essa una sorta di empatia che gli consente di utilizzare tecniche che normalmente modificherebbero certe parti o la composizione fisica del suo corpo -come ad esempio il Setsudan od il Tough Act del Soul System- anche se ha addosso la corazza, ma nonostante tale rapporto l'armatura resta comunque una parte separata del suo corpo, ed anche se ha una resistenza superiore al normale che le consente di bloccare attacchi portati senza consumo di energie, qualsiasi danno portato ad essa non si ripercuoterà direttamente sullo stato fisico del suo indossatore [Abilità Passiva Inferiore]. Inoltre, grazie all'intrusione del terzo potere e le pesanti modifiche fisiche subite, questa protezione è dotata di alcuni poteri particolari: anzitutto, le due strutture poste dietro a ciascuna scapola dell'automa sono in realtà un paio d'ali simili a quelle di un pipistrello con contorni neri ed il colore dell'ottone all'interno che, in caso di necessità, si possono espandere ed emettere un'energia reattiva che consente all'indossatore di volare liberamente in aria -dandogli anche la possibilità di effettuare manovre di emergenza muovendo le ali per darsi un'ulteriore spinta-, una capacità utilizzabile sia nei mondi che per il viaggio interstellare, senza bisogno di un Keyblade Glider [Abilità Passiva Superiore]. Inoltre, tali appendici hanno sul loro dorso due cavità squadrate che si perdono all'interno della massa dell'ala, consentendo a Maxwell di effettuare un attacco chiamato "Wing Beam" che consiste nello sparare da queste cavità un minimo di due raggi di energia magica a potenza Media -uno per ala- o fino ad un massimo di quattro a potenza bassa -due per ala- entro una gittata massima di sette metri di fronte all'automa. Tali raggi di energia bianca viaggeranno in linea retta o ad arco a seconda della postura dell'utilizzatore e causeranno danni non elementali ai loro bersagli, senza contare che possono essere anche sparati in volo [Abilità Attiva - Costo Alto].

    Abilità:

    -Tornado Kick [Abilità Magica - Livello Medio]: Una tecnica completamente originale di Maxwell, sviluppata assieme a Siegfried per usare al massimo ambo le loro capacità. Usando il suo innato controllo del vento combinato con i sistemi di amplificazione nel suo corpo, il cyborg sarà in grado di lanciare tramite un calcio una lama etera di vento della lunghezza massima di 2,50 metri, uno spessore di 5 centimetri e una gittata massima di 5 metri in linea retta che causerà danni magici da taglio a qualsiasi cosa con una resistenza poco adeguata sul suo cammino. A differenza della Gaebolg, che è come una lancia di energia, questo colpo è una vera e propria lama di energia magica elementale e necessita di un movimento a ventaglio di una gamba, quasi come se ne "disegnasse" la traiettoria e modificandone in parte la curvatura (ad esempio, se il calcio viene effettuato con una rotazione a 360° avrà una forma di luna crescente), in modo da causare lo spostamento d'aria necessario per il colpo. Abilità Istantanea.

    Statistiche:
    Corpo: 90
    Essenza: 70
    Mente: 60
    Concentrazione: 80
    Destrezza: 70
    Velocità: 75

    Riassunto: Notata la decisione di cambiare bersaglio dei due Sicari, Maxwell decide di attendere finché questi ultimi non si siano girati di circa tre quarti prima di atterrare con forza a terra dietro di loro ad una distanza di 2.5 metri dietro di loro, cercando di riprendere la loro attenzione. Dopo aver toccato terra, l'automa tenta un rapido calcio rotante a 360° con la gamba destra dal quale fa scaturire un Tornado Kick a forma di falce di luna, cercando di tagliare in due i Nessuno all'altezza della base del costato prima che possano reagire al colpo, tentando di sfruttare il possibile effetto sorpresa causato dall'atterraggio di cui sopra. Durante tutta l'azione il cyborg tiene il professore in braccio.
     
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  6. FantomNishoba
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    « Wounded? »

    ph0Z9♦ Narrato
    "Parlato"
    *Pensato*
    *Haunted...*

    What doesn't kill you
    Makes you stronger!

    gif

    Il rapido ed esile Nessuno fu ben capace di schivare l'ariete offensivo di Wes, il quale, conscio della sua lentezza nei movimenti, fu ben pronto a pararsi dalla controffensiva. La sinuosa schivata del Sicario portò il giovane Soldato a continuare la carica di almeno un passo, per evitare di rimanere nel raggio d'offesa del nemico, cosa che gli diede l'unica e lieve possibilità di non subìre seri danni dall'affondo... La lama affilata arrivò quasi a penetrare la carne del giovane, strappandogli i vestiti sul fianco e ferendolo con un lieve graffio nella pelle sottostante: ma l'arma ch'egli impugnava non si fece attendere troppo nell'andare a contrastare il Nessuno, battendo con forza sull'avambraccio di quest'ultimo a difesa del proprio corpo. Un lievissimo dolore, dato dalla fitta che la ferita tagliente gli aveva provocato, giunse al cervello di Wes, ma senza deconcentrarlo troppo. Mantenendo la presa salda, con le due armi in lotta a pochi centimetri dalla sua carne, Wes cercò di sbalzar via il Nessuno utilizzando la sua brutale forza fisica: poteva percepire che il robot non era in grande difficoltà e decise quindi di concentrarsi sull'unico nemico che aveva di fronte e che lo aveva appena ferito...

    *NON devo... Sottovalutare... Queste dannatissime creature...!*

    Digrignando i denti e cercando di sfondare la guardia del suo nemico, la sua arma carica di nera potenza va a tentare un affondo rapido diretto al centro del corpo del Nessuno, con lo scopo di debilitarlo nei movimenti: la tecnica del Crippling Blow, la preferita del Soldato quando si trovava di fronte avversari viscidi e sfuggenti... Data la distanza ravvicinata e l'affondo semi riuscito del suo nemico, Wes era abbastanza sicuro di poterlo ferire senza dargli possibilità di scampo; una volta debilitato con la sua tecnica sarebbe poi stato facile per lui colpirlo nuovamente fino a quando non sarebbe nuovamente sparito nelle tenebre. L'unica lieve preoccupazione che viaggiava nella testa del giovane era quella di non scoprire troppo la natura oscura delle sue tecniche... Anche se di primo acchito i suoi compagni non gli parevano troppo interessati all'origine della sua potenza ed anzi, poco forse importava pure al Professore dell'etica e della morale delle sue nuove guardie del corpo...

    E ciò non gli faceva altro che piacere.


    offgame
    immaginina
    Condizioni Fisiche: Piccola ferita superficiale su un fianco.
    Condizioni Psichiche: Concentrato ed attento ai movimenti dei Nessuno.
    Energia: 94%

    Azioni Salienti
    ♦ Wes cerca di pararsi dall'affondo contrastando l'avambraccio tagliente con la sua arma, non vi riesce in maniera fulminea e rimane lievemente ferito. Tentando di vincere lo scontro di forza, egli cerca di affondare il suo Crippling Blow per limitare i movimenti del nemico. ♦

    Tecniche/Abilità Utilizzate
    ♦ Crippling Blow [Basso] - [Attacco di Essenza contro Velocità.]

    Commenti Off-GdR
    ♦ N/D ♦

     
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    Your smile, fragments and gentle voice have disappeared to the moon

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    *Merda ! E adesso sono bloccato*
    Il giovane nessuno si trovava impegnato in una sfida di forza con il proprio avversario. La prima parte del piano era andata abbastanza bene: lo aveva colpito, sì, ma solo di striscio ferendogli la spalla sinistra con gli aculei opachi. Era stata l’ offensiva diretta a fallire: nonostante la distanza minima, infatti, il Sicario era stato in grado di intercettare la sua lama col braccio sinistro ed ora entrambi si trovavano incastrati in questa sfida. Sfida che Virxan sentiva di stare perdendo.
    Preoccupato, se così si può dire, per i suoi compagni era riuscito a vedere che il robottone era ancora a svolazzare in aria ,come un uccellino che cerca di fuggire da un gatto, e con il prof aggrappato a lui. Wes invece era appena stato colpito dal proprio avversario, ma subito ripresosi aveva contrattaccato il Sicario.
    *Scommetto che se questo nessuno avesse dei sentimenti od un volto vedrei un sorrisetto sardonico sulle sue labbra… Immonda creatura.*
    Ma l’ immonda creatura aveva preso l’ iniziativa e con uno strano movimento dal basso verso l’ alto del proprio braccio era riuscito a colpire il Nessuno con quelle strane propaggini che si ritrovava nella parte esterna del braccio .
    Mai distrarsi durante una battaglia, mai. Una delle regole fondamentali della guerra… Ed una delle massime preferite del proprio vecchio tenete. Virxan aveva pagato caramente le proprie distrazioni: con Evelyn, con la donna del sogno ed anche adesso. Proprio sotto la clavicola, sul petto, sotto la cicatrice lasciatagli da sua sorella, come per magia gli si era aperto un taglio, e dallo strappo sulla carne usciva un leggero rivolo di sangue ed alle cicatrici sul suo busto se ne aggiungeva un’ altra.
    *Merda !*
    Il taglio non aveva intaccato le costole organi vitali, ma il bruciore c’ era e si sentiva.
    Ma Virxan non avrebbe aspettato un altro attacco da parte del sicario: per prima cosa avrebbe dato un calcio alla gamba destra del sicario: se tutto fosse andato bene, infatti, avendo il Sicario il proprio braccio sotto la lama del ragazzo e quindi appoggiando tutto il proprio peso e quello di Virxan sulle proprie gambe si sarebbe destabilizzato; in qualunque modo fossero andate le cose , sempre che il sicario si fosse sbilanciato o meno, il ragazzo si sarebbe liberato e avrebbe tentato un movimento orizzontale con la spada per tranciarlo a metà; infine Virxan si sarebbe spostato un po’ all’ indietro e a destra per avvicinarsi all’ uscita della stanza che si stava lentamente aprendo.

    Ta daaah salvo in coroner. Ok non è uno dei miei post migliori, ma spero vada bene.
    2 Cose:
    1) se la mia offensiva va a vuoto penso che ci penserà il colpo di Max a finire il sicario
    2) Io mi trovavo di fronte a Max quindi spostandomi all' indietro mi allontano da lui e di conseguenza dal suo attacco. OOOk
    ah quasi dimenticavo: io le prossime due settimane sto in Inghilterra quindi non potrò partecipare alla quest. MD se il Sicario va all'altro mondo e se è il prossimo turno quello in cui si apre il cancello io corro verso di quello ^^ . Ok spero vada tutto bene e va beh, buone vacanze !!!
     
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  8. misterious detective
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    Nonostante il suo animo curioso, il professore era ben capace di comprendere la gravità della situazione e per questo, sebbene ammirare quegli abili e particolari guerrieri combattere fosse per lui di grande interesse, ciò che presto fu più forte, esauritosi lo stupore per la magnifica armatura di Maxwell, fu la frustrazione: frustrazione all'idea di non poter far nulla per aiutare quei ragazzi, frustrazione per essere costretto ad aspettare, inerme, mentre da qualche altra parte una donna dell'Organizzazione agiva secondo i suoi comodi con l'intenzione di rendere vani i suoi sforzi di riportare alla luce del sole un tesoro di livello mondiale.
    Se solo gli fosse stato possibile, si sarebbe buttato nella mischia, avrebbe difeso con le sue forze quei ragazzi che, pur di venire incontro ad un suo egoistico desiderio di conoscenza, stavano mettendo a repentaglio le loro vita.
    -Si tenga forte.-
    Eppure, per quanto volesse liberarsi di quel ruolo, non poteva che osservare dagli spalti la gente lottare al suo posto, senza sapere quale sarebbe stato lecito, senza sapere se raggiungere l'obiettivo si sarebbe rivelato impossibile o meno.
    Il professore chiuse gli occhi e si strinse con più forza al cyborg, mentre questi si piegava verso il basso e preparava le sue ali per il volo in picchiata.
    -D'accordo!- rispose deciso e proprio in quel momento sentì un forte vento premere contro la sua faccia mentre la gravità li trascinava in basso.
    Se proprio non c'era altra via percorribile, che il destino portasse pure avanti il suo gioco! Lui aveva scommesso, aveva puntato tutto su quei sei guerrieri e, nel bene o nel male, avrebbe verificato fino in fondo a che risultati avrebbe portato la sua puntata.

    I due Nessuno si voltarono subito. Appena Maxwell si fu gettato a terra, facendo rimbombare la terra sotto il peso dei quintali di metallo, i Sicari compresero che la situazione era cambiata ancora una volta: uno di loro era già stato sconfitto, ma la loro superiorità numerica era rimasta; i loro due compagni si sarebbero dovuti battere alla pari degli altri mercenari, occupandoli per il tempo sufficiente a loro per liberarsi di Maxwell e recarsi in loro soccorso. Questo era il piano con cui erano stati inviati in cinque in quella caverna e, finché la situazione fosse stata favorevole alla sua risoluzione, ad esso avrebbero cercato di attenersi, scelta che in ultima analisi pareva essere la migliore possibile.
    Questa volta, tuttavia, erano più vicini al bersaglio. Questa volta, persino il loro nemico sembrava intenzionato a combattere. Appurato questo, fu loro chiaro il sentiero da seguire: non si poteva dire che la loro precedente strategia avesse fallito, perché Maxwell si era limitato a fuggire per trarre in salvo se stesso e il dottore, quindi era ancora possibile, per loro, tentare quell'approccio.
    Uno dei due si tuffò in avanti, pronto ad ingaggiare la creatura meccanica in un combattimento, mantenendosi in volo quanto più in alto gli era concesso, così da intercettarlo se avesse tentato una seconda fuga aerea. Il suo compagno, invece, si era tuffato nuovamente nel terreno, così da poter confondere il rivale e rendersi invulnerabile ad eventuali attacchi.
    Ciò che in tale tattica i Sicari non avevano calcolato, tuttavia, era il divario di forze tra loro e Maxwell che ancora era ignoto, ma che a momenti si sarebbe impresso per sempre nelle loro menti, destinate ad esistere ancora per poco.
    Un rapido movimento della gamba del cyborg generò un'inaspettata conseguenza: egli disegnò un arco nel vento ed una lama traslucida apparve a mezz'aria, pronta ad essere lanciata contro di loro. Era come se il vento fosse stato compresso e laminato, fino a renderlo un'affilata lama potente come una falce. Il Sicario sospeso a mezz'aria tentò di fermarsi, portò le sue mani davanti a sé, non trovò altro modo per difendersi da quel potente attacco, ma fu tutto futile di fronte alla travolgente forza i quel calcio inusuale e sia i suoi artigli che metà del busto furono tranciati con immane potenza. Quanto rimase della creatura si dissolse presto in un cupo fumo grigio.
    L'altro Nessuno, affondato nel terreno, era fin troppo lontano dalla sottile lama volante per esserne colpito. Non voleva perdere quella ghiotta occasione: fortunatamente, non possedeva un cuore per rammaricarsi della dipartita del compagno, atto che avrebbe consumato di certo il tempo già scarso a sua disposizione, e così poté concentrarsi completamente nel portare a termine il suo attacco: aggrappandosi alla gamba destra di Maxwell, come se dovesse usarla quale appiglio per tirarsi fuori, sarebbe poi fuoriuscito con grande velocità e, mirando verso l'alto, avrebbe tentato di affondare il suo braccio libero dritto nello stomaco dell'avversario, così da ferirlo gravemente e portarsi infine in vantaggio.
    Tuttavia, anche i due mostri restanti parevano navigare in cattive acque: il nemico di Wes era rimasto sorpreso nello scoprire come il ragazzo avesse preponderato la possibilità che il suo attacco fallisse: con estrema disinvoltura, anziché sorprendersi dal contrattacco del Sicario, questi aveva continuato la sua carica, sfruttando il momento acquisito dal suo corpo per schivare l'attacco che giunse subito dopo; già la creatura credeva di poter assaporare la carne ed il sangue del guerriero, ma tutto ciò che riuscì ad ottenere fu di squarciare i vestiti del ragazzo e ferirlo superficialmente al fianco. Ancora più intelligente, Wes riuscì invece a sfruttare lo stupore di cui era stato il Nessuno a cader vittima per portare a segno un secondo attacco: oppose la sua potente spada al braccio del nessuno e con essa portò avanti un affondo. La lama che stava venendo addosso al Sicario era avvolta da spire oscure, la gelida energia che la avvolgeva rappresentava un serio pericolo. Al mostro non restava altra scelta che fuggire, da quella posizione, con uno dei suoi bracci immobilizzato, non era nelle condizioni di difendersi efficacemente. Si spinse indietro, separando le loro armi e tentando di schivare il colpo. Wes, però, non era certo un ragazzo minuto e le braccia le aveva lunghe, abbastanza da poter inseguire il suo nemico. Per quanto rapido, il Sicario non riuscì a portarsi fuori dalla gittata dell'attacco: la spada gli trafisse il petto, senza penetrare in profondità ma provocando sufficienti danni da piegarlo per il dolore e rendergli difficile la respirazione.
    Ferito, il Sicario si lasciò cadere all'indietro, incapace di combattere ancora in quelle condizioni. Buttandosi a terra, riuscì ad evitare la lama di vento lanciata da Maxwell, che stava raggiungendo i due contendenti proprio in quell'istante, e protetto dai pericoli sopra di lui sprofondò nel terreno, svanendo. Da lì, era in grado di attuare la sua vendetta: lui aveva un compito, solo in base ad esso era invitato ad agire: non aveva diritto di tornare indietro, se non avesse prima sconfitto i nemici.
    Passato qualche secondo per riprendere fiato, ben celato dal terreno attorno a lui, il Nessuno si sarebbe preparato, sarebbe scattato come una scheggia fuori dal terreno solo per tuffarsi addosso allo spadaccino, totalmente disinteressato da quello che sarebbe potuto accadergli. A quel punto, il suo corpo avrebbe brillato, l'energia si sarebbe raccolta e scaricata in brevissimi momenti, una potente esplosione avrebbe completamente investito Wes da una distanza pressoché nulla, riducendolo a polvere ardente.
    Virxen, se non altro, fu più fortunato: la sua tattica fu troppo ingenua e lo sgambetto praticato sul suo nemico, pur avendo successo, si rivelò semplicemente inutile. La velocità del giovane gli permise di portare a segno l'attacco e, effettivamente, il Sicario perse l'equilibrio che aveva sui suoi piedi e si ritrovò senza più un appoggio. Quanto però Virxen aveva fallito a prevedere era che il suo simile poteva contare sulla capacità di levitare e il non avere più qualcosa con cui sorreggersi non rappresentava di certo un handicap: esso rimase in piedi, sollevato a mezzo metro, senza interrompere la sua guardia un solo istante. Con il braccio sinistro intercettò il fendente della spada e la bloccò orizzontalmente, opponendosi con l'arto perfettamente perpendicolare al colpo. Il braccio libero, invece, scattò rapido verso la testa del Nessuno, nell'ambizioso tentativo di distruggerla trapassandola da parte a parte, così da ottenere la vittoria con un semplice, banale attacco.
    Che le sue intenzioni avessero o meno successo, tuttavia, il tempo non gli avrebbe permesso di vantarsene, perché la lama di vento evocata da Maxwell lo raggiunse alle spalle senza che lui avesse il tempo di accorgersene o di difendersi. Il colpo lo investì completamente, attraversando il suo corpo privo di difese come se stesse tagliando semplicemente burro.
    Due Sicari erano rimasti, e di questi uno era in procinto di autodistruggersi. Nuovi portali oscuri stavano per aprirsi, nuove creature erano pronte a prendere il posto di quelle vecchie... In quel momento di crisi, però, il cigolio del cancello si fece più forte e, voltandosi, Promestein fu il primo a rendersi conto che era abbastanza alto da consentire ad una persona, strisciando un poco, di oltrepassarlo.
    -Maxwell, lasciami andare!- gridò il professore, tutto affrettato e agitato fra le sue mani, scuotendo gli arti in ogni direzione. -Ragazzi, è il momento, correre tutti avanti!-

    [SPOILER]
    Sicari x2
    200px-Assassin_KHII
    Corpo: 80
    Essenza: 45
    Mente: 50
    Concentrazione: 55
    Destrezza: 70
    Velocità: 75


    Energia: Gialla
    Crowns: symbolcrownargento

    Caratteristiche: Questo Nessuno possiede un corpo alquanto particolare. In posizione eretta raggiunge le dimensioni massime di un metro e mezzo, con delle gambe dai piedi molto sottili di circa cinquanta centimetri, piedi che non gli sono molto utili visto che si sposta solitamente "nuotando" nel terreno. Ha un busto molto esile che termina con ai lati le sue due braccia sprovviste di mani ed appuntite, lunghe circa una sessantina di centimetri, armi letali ed estremamente affilate, con quattro spunzoni messi in successione di lunghezza dieci centimetri. Queste braccia vengono anche utilizzate dal Nessuno come ali in quanto gli permettono di regolare la traiettoria durante il volo. Al posto della testa questo particolare Nessuno ha una specie di coda che si prolunga verso il basso per una lunghezza di quaranta centimetri, terminando con una biforcazione a coda di rondine. A differenza dei normali Simili, nonostante sia abbastanza comune, questo Nessuno è molto potente e pericoloso e deve appunto il suo nome alla capacità di tendere agguati e uccidere con facilità le prede di nascosto. Incredibilmente abile nella lotta corpo a corpo è un nemico temibile per chiunque.

    Equipaggiamento: Ali Taglienti - Braccia lunghe circa sessanta centimetri, robuste e taglienti come il metallo, terminano con uno spunzone molto appuntito che sostituisce la mano. Ai lati hanno una serie di quattro spunzoni lunghi dieci centimetri ognuno, anch'essi robusti e taglienti come le ali. Tali arti sono in grado di falciare arti con facilità, pur essendo leggiadre nel volo e leggere nel nuoto.

    Volo
    Il Sicario quando non nuota nel terreno è in grado di volare spiegando le proprie ali. Può elevarsi in volo fino ad un massimo di un metro da terra e dopo massimo un turno di volo ininterrotto dovrà poggiarsi su una superficie o cadrà inesorabile a terra.
    Passiva Normale.

    Squalo di Terra
    Il Sicario si sposta, di solito, letteralmente "nuotando" nel terreno. È in grado infatti di sparire all'interno di qualsiasi superficie solida che lo contenga (come ad esempio il pavimento) e di muoversi in essa esattamente come fosse in acqua. Mentre si trova sottoterra non potrà essere quindi colpito a meno che non venga deformato il terreno dentro il quale sta nuotando, in quanto a tutti gli effetti parte della struttura. Sfrutta solitamente questa sua abilità per avvicinarsi al nemico senza essere visto.
    Passiva Superiore.

    Esplosione
    Se il Nessuno comprende che oramai la sua fine è giunta decide di utilizzare questa tecnica, che appunto consiste in un suicidio con l'intento di portare con sé il suo avversario all'altro mondo. Il Sicario tenterà dunque di potarsi vicino al suo avversario e, successivamente, farà esplodere il proprio corpo, generando una potentissima esplosione di energia con un raggio di due metri che infliggerà danni elevatissimi se si è presi in pieno.
    Costo. Alto.

    Mondo/i di provenienza: Tutti.

    Bottini: Stele Tenue, Cristallo Tranquillo.



    Condizioni Sicari:

    Sicario 1: sta attaccando Maxwell. Completamente indenne, esce dal terreno, afferrando una gamba del cyborg, e tenta di colpirlo con il braccio libero dal basso.
    Sicario 2: ferito allo stomaco dall'affondo di Wes, tenta ora, partendo mentre è nascosto sotto al terreno, di farsi esplodere colpendo il mercenario.
     
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    Odiava quei momenti, quelle volte in cui i suoi attacchi andavano a segno solo in parte, gli facevano tornare in mente quello scontro col Blu Ciccio, e si ricordava fin troppo bene qual era stato il risultato di quel combattimento. Era effettivamente riuscito a far fuori due Sicari con la sua tecnica, ma uno di loro non era un bersaglio su cui aveva messo gli occhi: uno dei Nessuno fu tagliato a metà dalla lama di vento, ma l’avversario di Virxan, troppo impegnato ad attaccare il giovane, venne colpito al posto del compagno della prima vittima. Si era quasi dimenticato della capacità di quelle creature, quella strana abilità di “nuotare” nel terreno che aveva visto solo per un attimo… anzi, se doveva essere sincero, sperava che i suoi avversari non avessero potuto reagire così rapidamente, ma invano. La posizione di uno degli ultimi due Sicari gli venne rivelata quando sentì qualcosa cingergli la corazza inferiore della gamba, e portando il suo sguardo verso il basso poté vedere quella creatura spuntare dal terreno per lanciargli un colpo all’altezza dello stomaco. D’istinto, l’automa cercò di spostarsi leggermente verso la propria destra, tentando di evitare il colpo, ma la stretta che quell’essere aveva sulla sua gamba gli limitava i movimenti… ringraziando il cielo, questo non era un problema. Maxwell riuscì solo a spostare leggermente il suo busto con la sua manovra evasiva fallita, ma quel movimento fu abbastanza da far scivolare il braccio coperto di lame del Sicario sul suo fianco sinistro, causando solo uno stridio e alcune scintille a causa del contatto con la robusta superficie di Destroyer’s Heritage. La corazza sembrava capace di resistere a qualsiasi assalto comune, e fortunatamente il cyborg era anche riuscito a evitare che il professore si facesse male nel processo, quindi ora non gli restava che occuparsi del suo assalitore prima che potesse eseguire una seconda offensiva… ma come?

    -Sradicalo da quella posizione e schiaccialo! Hai trecento chili dalla tua, usali!-

    Per una volta era felice di sentire la voce dello stupido computer, quando non era impegnato a insultare tutto e tutti, poteva anche rivelarsi veramente utile, quel suggerimento gli diede un’idea perfetta per uscire da quella situazione. Certo, la posizione in cui il Sicario l’aveva costretto poteva ostacolarlo, ma lui aveva dalla sua parte sia una buona capacità combattiva, sia un corpo grande e pesante. Indi per cui, Maxwell avrebbe sfruttato tali fattori, cercando di alzare rapidamente la sua gamba destra il più possibile per trascinare il Nessuno fuori dal terreno, e subito dopo avrebbe fatto in modo di far ricadere con altrettanta velocità la pianta del suo piede artigliato sul volto del suo avversario, in modo tale da sbattere con violenza la sua nuca sul terreno. La gravità, la sua forza fisica e il suo peso a tre cifre lo avrebbero aiutato in tale impresa, neanche il suo cranio metallico sarebbe riuscito a sopravvivere a una pressione improvvisa come quella, senza contare che il Sicario si era intrappolato da solo. Anche se si fosse reso conto della sua mossa e avesse cercato di lasciare la presa che aveva sulla sua gamba, quell’essere avrebbe comunque ricevuto quel pestone in pieno corpo, schiacciandone la zona del busto come un martello… salvo che non avesse avuto altri assi nella manica, l’automa era piuttosto sicuro dell’efficacia di quella mossa. Per evitare di perdere l’equilibrio, inoltre, Maxwell avrebbe spiegato nuovamente le sue ali demoniache, in modo tale da avere qualcosa che lo avrebbe tenuto a mezz’aria come l’avversario di Virxan, ma, purtroppo, un problema ben peggiore sarebbe sorto alla fine di quella mossa, che fosse andata a segno o meno…

    -Perché, perché, perché non tengo la mia bocca chiusa?!-

    Era tentato di rispondergli dicendo “perché non hai una bocca”, ma in quel momento anche lui avrebbe avuto una reazione del genere di fronte a quel che era successo. Prima Siegfried gli aveva chiesto se avrebbe preferito una “mammoletta che si sbracciava tra le sue braccia”, e adesso era proprio quello lo scenario in cui si trovava a grandi linee: il suo committente si stava sbracciando per dirgli di lasciarlo scendere, che era ora di andare avanti… il cancello! Nella foga dello scontro gli era completamente passato di mente, ma adesso che quel particolare era stato nuovamente menzionato, l’ex-uomo poteva chiaramente vedere che si era alzato abbastanza da consentire a una persona di strisciarvi sotto. Quella era un’occasione perfetta per avanzare, certo, ma l’automa non avrebbe lasciato andare Jeremiah così facilmente.


    -Va bene, ma dopo quello che è successo non la lascio andare fin laggiù da solo!

    Terminata questa frase, l’automa avrebbe battuto nuovamente con forza le sue ali per alzarsi di circa tre metri dal terreno, per poi darsi con esse un’ennesima spinta in avanti, in modo tale da raggiungere in volo in cancello. Gli sembrava di aver visto uno dei Sicari sopravvissuti che affondava nel terreno, e anche se forse se lo era immaginato, in una situazione del genere la prudenza non poteva essere mai troppa, non sapeva se aveva deciso di morire sottoterra, di riprendersi dalla ferita o di compiere un ultimo, disperato attacco a sorpresa. Quindi, una volta raggiunta la struttura metallica in volo, Maxwell sarebbe atterrato e si sarebbe inginocchiato e avrebbe appoggiato a terra il suo committente, così da rendergli più facile e immediato l’atto di scivolarvi sotto, e subito dopo lui avrebbe fatto in modo di seguirlo a ruota, facendo stridere la struttura a punta della sua corazza pettorale sulla nuda roccia per infilarsi sotto a quella struttura mobile. Non sapeva cosa avrebbero fatto i suoi compari, ma a quel punto non poteva permettersi di preoccuparsi anche di loro: gli piangeva il cuore a farlo, ma poiché quelle creature attaccavano anche il membro più indifeso della loro comitiva, non poteva permettersi di perderlo di vista… non di nuovo, non poteva permettere che la tragedia di Steven si ripetesse.

    Maxwell Blaze
    Condizioni fisiche: Illeso
    Condizioni mentali: Sul chi vive, in guardia
    Energia: 88%
    Equipaggiamento:

    -Dragon Arm R - Opaque reload: L'avambraccio destro di Maxwell, modellato come il muso di un drago (con tanto di occhi bianchi lucenti), che tuttavia in realtà é una delle sue armi di offesa: le nocche dei "guanti" di quest'arma, infatti, sono dotate di uno spuntone ciascuna (per un totale di 4, ed ognuno ha una lunghezza di 3 centimetri ed un diametro di 2 centimetri) che rendono decisamente più letali i pugni che vengono portati con questi oggetti. Coprono tutta l'area dalla punta delle dita fino al gomito dell'uomo. Il colore dell'avambraccio, in seguito ad una "operazione" ad opera di un moguri, è diventato leggermente più opaco rispetto all'altro, e la differenza è chiaramente visibile. Ma non è certo solo l'aspetto estetico ad essere cambiato, in seguito al lavoro dell'esperto incantatore. Finché infatti l'avambraccio rimarrà "attaccato" al corpo di Maxwell, questo gli trasmetterà costantemente energia, donandogli un aumento alle statistiche di battaglia; nello specifico, l'arma concede un bonus di 20 al parametro Corpo e un bonus di 10 al parametro Velocità. [Oggetto incantato, 30 AP]

    -Dragon Arm L: L'avambraccio sinistro di Maxwell, modellato come il muso di un drago (con tanto di occhi bianchi lucenti), che tuttavia in realtà é una delle sue armi di offesa: le nocche dei "guanti" di quest'arma, infatti, sono dotate di uno spuntone ciascuna (per un totale di 4, ed ognuno ha una lunghezza di 3 centimetri ed un diametro di 2 centimetri) che rendono decisamente più letali i pugni che vengono portati con questi oggetti. Coprono tutta l'area dalla punta delle dita fino al gomito dell'uomo.

    -Pettorali di tiglio: Non esattamente una corazza fatta col tiglio, ma il nome é puramente una citazione al fatto che il punto debole di Sifgrido era la parte della sua schiena su cui si era posata una foglia di tiglio. Questa placca pettorale, al contrario, é piuttosto spessa (almeno una decina di centimetri) e protegge il primo strato di corazza superficiale di Maxwell -che include una sorta di bocca di cannone al suo centro-, senza contare che diminuisce ovviamente il rischio che il suo cuore, attualmente adibito a generatore, venga colpito con eccessiva facilità. Questo è un pezzo di corazza unico, ma è stato progettato in modo che si possa "dividere" in due al centro, così da permettere di far fuoco con la suddetta bocca di cannone.

    -Spallacci Orientali: I due possenti paraspalla che proteggono le giunture superiori delle braccia di Maxwell, sono formati da un totale di tre strati dello stesso metallo che compone il corpo principale del cyborg ed hanno uno stile chiaramente orientale che combina bellezza estetica con efficacia. Grazie alla loro conformazione la parte più esterna di queste protezioni risultano di una resistenza poco sopra alla media, ma la maggior parte della massa di questo oggetto si trova fissata sulla spalla dell'ex-uomo, evitando così che le sue braccia finiscano fuori uso con un'eccessiva facilità per via di colpi alla giuntura attaccata al tronco del corpo.

    -Soul System non attivo.

    -Destroyer's Heritage
    E così, dall'incontro tra la volontà di Maxwell, l'eredità di Xehanort e quella di un altro potere, oscuro e senza nome, nacque la "Destroyer's Heritage". Un'armatura potente, pericolosa, ma, paradossalmente, "in buone mani". Maxwell ne possiede il controllo praticamente totale, ed è in grado di "attivare" e "disattivare" la protezione a comando, esattamente come qualsiasi Keyblader era in grado di fare ai tempi in cui questo tipo di armature erano ancora in giro. Quando sarà in modalità normale, tuttavia, Maxwell non dovrà porre una mano sulla spalla o fare alcun movimento per attivare l'artefatto: quest'ultimo, infatti, è diventato praticamente parte del suo essere, e la massa di energia necessaria per manifestarlo è stata assorbita dal generatore che sostituisce il cuore fisico del cyborg, consentendogli di poter evocare l'armatura con la sola forza del pensiero [Abilità Attiva Nulla] e di avere con essa una sorta di empatia che gli consente di utilizzare tecniche che normalmente modificherebbero certe parti o la composizione fisica del suo corpo -come ad esempio il Setsudan od il Tough Act del Soul System- anche se ha addosso la corazza, ma nonostante tale rapporto l'armatura resta comunque una parte separata del suo corpo, ed anche se ha una resistenza superiore al normale che le consente di bloccare attacchi portati senza consumo di energie, qualsiasi danno portato ad essa non si ripercuoterà direttamente sullo stato fisico del suo indossatore [Abilità Passiva Inferiore]. Inoltre, grazie all'intrusione del terzo potere e le pesanti modifiche fisiche subite, questa protezione è dotata di alcuni poteri particolari: anzitutto, le due strutture poste dietro a ciascuna scapola dell'automa sono in realtà un paio d'ali simili a quelle di un pipistrello con contorni neri ed il colore dell'ottone all'interno che, in caso di necessità, si possono espandere ed emettere un'energia reattiva che consente all'indossatore di volare liberamente in aria -dandogli anche la possibilità di effettuare manovre di emergenza muovendo le ali per darsi un'ulteriore spinta-, una capacità utilizzabile sia nei mondi che per il viaggio interstellare, senza bisogno di un Keyblade Glider [Abilità Passiva Superiore]. Inoltre, tali appendici hanno sul loro dorso due cavità squadrate che si perdono all'interno della massa dell'ala, consentendo a Maxwell di effettuare un attacco chiamato "Wing Beam" che consiste nello sparare da queste cavità un minimo di due raggi di energia magica a potenza Media -uno per ala- o fino ad un massimo di quattro a potenza bassa -due per ala- entro una gittata massima di sette metri di fronte all'automa. Tali raggi di energia bianca viaggeranno in linea retta o ad arco a seconda della postura dell'utilizzatore e causeranno danni non elementali ai loro bersagli, senza contare che possono essere anche sparati in volo [Abilità Attiva - Costo Alto].

    Statistiche:
    Corpo: 90
    Essenza: 70
    Mente: 60
    Concentrazione: 80
    Destrezza: 70
    Velocità: 75

    Riassunto: Maxwell sente la stretta del Nessuno sulla sua gamba e cerca di spostarsi verso destra, ma la presa di cui sopra glielo impedisce e riesce solo a deviare il colpo sul suo fianco sinistro, tuttavia non subisce danni grazie alla protezione della sua armatura. Subito dopo aver subito tale offensiva, l'automa cerca di alzare rapidamente la gamba destra per "sradicare" il Sicario dal terreno, e tenta altrettanto rapidamente di schiacciare sotto il suo piede -e il suo peso di tre quintali- la testa del suo avversario contro il pavimento, così da ucciderlo. Mentre effettua tale colpo apre nuovamente le ali per restare in equilibrio, e in seguito alla sua offensiva cerca di portare Jeremiah davanti al cancello e di strisciarvi sotto a sua volta.


    Nota: So che il riassunto è un po' scarno, ma credo di aver spiegato abbastanza in dettaglio l'offensiva nel mio post ^^"
     
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    Lo sgambetto aveva avuto successo, ma Virxan non ebbe il tempo di rallegrarsi per la propria trovata: il Nessuno poteva volare.



    “Ma che !?”



    La consapevolezza dell’errore commesso nel sottovalutare il suo avversario, uno dei tanti commessi in battaglia, investì il ragazzo con tutta la sua evidenza. Ma Virxan non ebbe né il tempo né tantomeno la capacità di stupirsi: nonostante la sua vita potesse terminare in pochi istanti la propria natura di Nessuno, la propria mancanza, gli venne in soccorso: senza farsi travolgere dai sentimenti la mente del ragazzo era più libera di quelle dei comuni esseri umani. Impassibile, nonostante la prospettiva di una morte imminente, il ragazzo proseguì con la propria strategia e mirando al ventre del nemico tentò di assestare un ultimo calmo, disperato colpo. Ma il destino aveva altri programmi per il ragazzo: il nemico senza neanche preoccuparsi per quell’ ultima offensiva riuscì con tranquillità a parare la spada del ragazzo e con estrema noncuranza a puntare una delle sue braccia deformi verso il volto del giovane.

    Ed ecco Virxan ,che in quella mostruosa deformità non vedeva altro che la perfezione mortale della falce della mietitrice, che comprende e finalmente sa che la sua breve vita è giunta al termine.



    *Scusa Eve, non sono riuscito a salvarti.*



    Ma non fu sua sorella il suo ultimo pensiero, ma il mostro da lui generato quel mostro che aveva cambiato  la sua vita e che lo aveva mutilato.

    La cicatrice bruciava più che mai, più del lungo taglio infertogli dalla creatura vittoriosa che gli si stagliava davanti, ultimo fotogramma di una vita che si era improvvisamente rivelata per quello che era: il vuoto.



    Ma il colpo non arrivò, al suo posto uno spettacolo di luci in dissolvenza ed un ultimo residuo di una lama verde che era riuscita dove lui aveva fallito.

    La mietitrice aveva preferito risparmiarlo per ora.

    Virxan era sorpreso, per quanto un Nessuno possa esserlo, della svolta tanto inaspettata quanto fortuita presa dagli eventi e si ripromise di ripagare Maxwell per avergli salvato la vita. Ma un cigolio gli ricordò perché erano lì e la gratitudine fu sostituita dalla fretta: il cancello si era aperto. Non di molto, giusto quanto bastava per farvi passare una persona, ma tanto bastava. Ed il professore lo aveva già notato.

    “Maxwell, lasciami andare! Ragazzi, è il momento, correre tutti avanti!”

    Senza curarsi dei propri compagni Virxan si mosse prima un passo, poi un altro e un altro e poi una corsa; la fretta, l’ istinto di sopravvivenza e la lealtà verso il professore lo spingevano a correre verso il cancello, la ferita perdeva sangue e la speranza di un riparo dove potersi curare o almeno fasciare lo spingevano a muoversi. Il cancello era lì a pochi metri, ma in quei pochi metri si potevano nascondere altri pericoli, altri nemici e Virxan non doveva abbassare la guardia. Cinque metri, tre metri, due metri. Mancava poco.






    Potere Magico:
    100-16-8= 76

    Condizioni Fisiche: Taglio non molto profondo sulla parte sinistra del corpo. Ha perso poco sangue.
    Condizioni Psicologiche: Ansioso, sulla guardia.


    Abilità utilizzate:

    Aculei Opachi
    Virxan scaglia un raggio magico opaco dalle proprie mani.
    La tecnica ha natura Magica, Elemento Nulla, e si sviluppa nella formazione di un flusso energetico dalle sfumature opache il cui colore potrà essere per Virxan: azzurro ghiaccio, verde e grigio.Questo raggio ha una forma irregolare e spigolosa.
    Sebbene non molto abile in questa tecnica Virxan riesce a manovrarla con efficacia e a indirizzare i raggi con abbastanza precisione; tuttavia come la maggioranza dei suoi simili non riesce a far mutare la direzione dei raggi per più di una volta.
    Attiva Magica. Costo Basso.

    Evil Water
    Bolle fluttuanti
    il personaggio raccoglie l' umidità attorno a se e la condensa in una bolla d' acqua compressa che vola verso un nemico e lo colpisce esplodendo.
    Tecnica di natura Magica, Elemento Acqua.
    La bolla infligge un danno Medio, ma se colpita da un attacco di livello medio o basso si indebolirà e l' attacco sarà di livello Basso; se invece viene colpita da un attacco di livello alto o superiore non avrà alcun effetto.

    Statistiche:

    • Corpo: 50
    Punteggio iniziale (45), Energia ( ), Punti Quest (+5 ), Altro ( )
    • Essenza : 65
    Punteggio iniziale (55), Energia ( ), Punti Quest ( ), Altro (+10 )
    • Mente: 50
    Punteggio iniziale (50), Energia ( ), Punti Quest ( ), Altro ( )
    • Concentrazione: 50
    Punteggio iniziale (50), Energia ( ), Punti Quest ( ), Altro ( )
    • Destrezza: 40
    Punteggio iniziale (40), Energia ( ), Punti Quest ( ), Altro ( )
    • Velocità: 60
    Punteggio iniziale (60), Energia ( ), Punti Quest ( ), Altro ( )
     
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  11. misterious detective
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    Il professore non ci aveva riflettuto a lungo. Non gli era servita la sua intelligenza, né aveva pianificato con grande attenzione quella mossa, ma sapeva per certo che sarebbe stata quella giusta: forse i Nessuno li avrebbero risparmiati, forse non ci sarebbero state ulteriori ondate di nemici a minacciarli, ma non poteva certo puntare su quella va possibilità, non quando le vite dei mercenari erano in gioco. Per quanto fosse loro compito difenderlo, nemmeno lui poteva permettersi che morissero, dovevano arrivare tutti sani e salvi fino a destinazione.
    Maxwell parve capire quei suoi sentimenti, accettò la sua determinazione, accettò gli sforzi che l'uomo stava compiendo per arrivare in fondo a quella trappola mortale. Egli poté di nuovo sentire la terra sotto i piedi, e ne gioì davvero internamente: volare era stata senza dubbio una grande esperienza e il cyborg gli aveva mostrato uno spettacolo veramente interessante, ma non si era sentito troppo al sicuro là in alto tra le sue braccia; più al sicuro che a terra con i Sicari, forse, ma questo non bastava a fargli cambiare opinione sull'esperienza.
    Scattò in avanti e le sue paure si realizzarono una dopo l'altra: incespicò, inciampò nelle sue stesse gambe, i pesanti vestiti di cui si era ricoperto lo fecero dondolare a destra e a manca, per poco non si ribaltò come una tartaruga a pancia in su. Incontrò la terra polverosa, mordendosi un labbro si voltò alla ricerca dei nemici, temendo di averli già alle calcagna. A metà, cambiò di nuovo idea: non voleva nemmeno sapere dove fossero quegli abomini, doveva solo pensare a correre. Si rialzò in piedi ed attraversò il cancello, vide i compagni correre assieme a lui. Sorrise, tutto stava andando bene; non sarebbe bastata una ragazzina in impermeabile a rovinare la loro missione, né Nessuno né uomo alcuno avrebbe potuto fermare il progresso della Scienza, la curiosità lo guidava e gli avrebbe mostrato cosa si nascondeva negli anfratti più remoti della realtà.
    Con queste convinzioni, con questa sicurezza, afferrò la leva che stava al di là del largo cancello e tirò con tutte le sue forze. Decine di nuovi Nessuno apparvero nel mezzo della stanza, potenti e cupe creature designate ad ucciderli. Uno sforzo inutile, troppo tardi per fare la differenza. La grata era pronta a calare di nuovo e a salvarli da quell'assalto.
    I nessuno si lanciarono in avanti, fendendo metri in meri secondi. Intanto, il cancello non calava.
    -Co... Cosa?- il professore rimase ammutolito. Con espressione persa, guardò sopra di lui: uno stridio misterioso proveniva dall'alto, polvere cadeva dal soffitto della grotta, dove il cancello usciva da una fenditura nella roccia.
    -No... sta facendo frizione!-
    Capì tutto prima ancora che successe alcunché. -Correte!-
    Un forte rombo, il ruggito della natura. Il cancello crollò di colpo, affondò nel pavimento con il suo intero peso, la roccia tutt'attorno andò in frantumi. Una potente frana investì il salone, il professore si tuffò nella stanza affiancò, terra e marmo coprirono la sua visuale di quando era accaduto dall'altra parte.
    -Accidenti... Questo è stato un bel volo. Allora, ci siamo...- scrollandosi la polvere dai vestiti, tentò di rimettersi in piedi. Si guardò attorno e studiò i volti che lo stavano fissando, gli stessi con cui si era addentrato nei cunicoli fino a poco prima... O forse no.
    - No, non ci siamo! Ne manca uno!- Mani al viso, espressione incredula, il professore imprecò come ancora non aveva fatto e, senza curarsi dei compagni sopravvissuti, prestò tutta la sua attenzione all'unico mercenario che non riusciva più a vedere, quel tale di nome Wes che doveva essere rimasto indietro durante la frana.
    -Ehi, Wes, mi senti? Stai bene?-
    Niente, un silenzio tombale. L'uomo appoggiò l'orecchio alla terra, ma si rese conto di sentire ancora meno in quel modo. Aspettò, ansioso. Appoggiò le mani al muro, inspirò a pieni polmoni e spalancò la bocca, pronto ad urlare di nuovo.
    -Sì, sì, sono tutto intero.-
    Quasi si soffocò con tutta quell'aria. Tossì più volte, portò una mano al petto e vi batté sopra più volte di seguito, piegato sulle ginocchia. Ma riuscì a ritenersi comunque soddisfatto che le cose non fossero andate fuori controllo.
    -Com'è la situazione da quella parte?-
    Non sentì alcun suono per qualche istante, Wes doveva essere impegnato a studiare la situazione.
    -Tutti i Nessuno sono morti, travolti dai detriti.- confermò il mercenario, con un sospiro appena udibile. -Però... non mi sembra una situazione risolvibile in fretta. Io posso provare a sgombrare il passaggio, ma richiederà del tempo...-
    -E con la donna in azione, noi non ne abbiamo.- Completò lui la frase. Si portò una mano al mento, socchiuse gli occhi in riflessione. Per qualche istante, dimenticò la gente attorno a lui, dimenticò l'Organizzazione e i mercenari dai quali si era separato, rifletté unicamente sulla situazione che aveva di fronte e sugli strumenti che aveva. Fu tutto inutile, perché il problema aveva una sola soluzione, niente strade alternative.
    -Andremo avanti da soli. Se riuscirai a risolvere tutto in tempo, poi potremo tornare indietro in fretta e uscire prima che l'Organizzazione riesca a mettersi in mezzo.-
    Il ragazzo rispose solo con un secco sì ed il suono della terra scavata sostituì ogni parola.
    Il professore inspirò ancora e, nascosto in parte dalle larghe maniche del giaccone, strinse i pugni. Non accettava qualcosa del genere, non poteva sopportare oltre l'interferenza di quei gusci vuoti. Non avevano il diritto di interferire nella sua ricerca, non riuscivano a capire quanto un reperto simile fosse importante. Non aveva importanza la guerra che dilaniava i mondi, non avevano importanza l'avidità e la bramosia di tutti quegli esseri che, nascosti nel buio, tramavano per la conquista e per il potere. C'era di mezzo la conoscenza, un valore ben più nobile che solo lui pareva comprendere appieno. Era sempre stato così, ormai aveva smesso di stupirsi della cecità altrui. L'unica cosa certa era che non si sarebbe arreso, non finché non avesse potuto stringere tra le mani quel misterioso manufatto che lo attendeva, poco più avanti.
    -Coraggio, vi chiedo di rimettermi ancora in marcia con me.-

    Camminarono lungo un corridoio vuoto per almeno un minuto. Il terreno intorno a loro si aprì, separandosi in due cunicoli che si diramavano nella penombra, rischiarata solo dalla luce artificiale del soffitto.
    -Diamine... non avevo avuto modo di controllare mentre scappavo, ma una cosa del genere...-
    Uno dei due sentieri era pressoché inagibile: il pavimento piastrellato si interrompeva, completamente distrutto, e al suo posto si apriva una voragine che sembrava affacciarsi ad un piano sottostante, distante almeno diversi metri. A occhio e croce, il corridoio era interrotto per quattro, forse cinque metri, e non era abbastanza stretto da permettere ad ognuno di loro, in fila, di scorrerlo reggendosi contro i muri laterali (non che il professore ne sarebbe stato comunque capace).
    -Mentre fuggivamo, un gruppo di Heartless Bomba a Tempo si è fatto esplodere per uccidere il gruppo... purtroppo o per fortuna, questo è stato l'unico effetto...-
    Si voltò verso il baratro, la strada che più velocemente li avrebbe trovati alla meta. Purtroppo, lui da solo non aveva alcun modo di attraversare una distanza simile. Ciò che più lo preoccupava, tuttavia, era la nemica che scandiva il loro tempo. Non riusciva ad evitare di domandarsi cosa potesse avere in mente, per essere così certa che la loro missione non sarebbe mai andata in porto. Eppure, per quanto quel dilemma lo dilaniasse, non aveva il tempo materiale di preoccuparsene.
    Non restava che una scelta, trovare il modo di attraversare un precipizio imprevisto, proseguendo lungo la strada che, se non altro, lo studioso già conosceva, o addentrarsi nella via che nessuno poteva sapere dove li avrebbe portati.
    -Qualche idea?-

    Ok, non stiamo nemmeno a discutere di questo ritardo, non c'è bisogno che qualcuno me lo dica per sapere che meriterei il linciaggio .-. tra l'abbandono di Fantom, il nuovo evento, università e tutta la vita reale, ci è voluto Alex che mi desse una scrollata e mi facesse venire la voglia di impegnarmi un po'. in quel senso non potrò mai ringraziarlo né scusarmi abbastanza <___<
    Che dire, a questo punto cerchiamo di arrivare in fondo il più lisciamente (???) possibile. Ho causato la frana perché comunque ho preferito evitare di uccidere Wes per bene, considerate che, al ritorno, sarà completamente risolta, come se non fosse successo niente. Per il resto... nulla da dire, vi trovate davanti ad un bivio e dovete scegliere il sentiero. Ciò che troverete in fondo è già deciso, ovviamente, e sta a voi decidere cosa fare. Scrivete pure qualcosa in zona quest o dove volete, io mi premunirò di farvi sapere cosa troverete in fondo alla strada, così evitiamo un giro di post un po' superfluo
     
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    Ultimamente sfiorava la morte fin troppo spesso per i suoi gusti, e non era certo che la sua fortuna potesse durare in eterno. Era riuscito a passare sotto il cancello, nonostante i possibili ostacoli fisici che la sua corazza gli imponeva, ma poco dopo sentì uno stridio sinistro provenire dalla cima del cancello, il professore che gridava di correre… e una frana investì il passaggio. Fortunatamente, Maxwell aveva i riflessi abbastanza pronti, e di conseguenza riuscì a seguire prontamente il consiglio del suo committente, correndo ed eseguendo una capriola in avanti che lo fece finire nella stanza successiva. L’automa avrebbe preferito riprendere fiato per un attimo, tra combattimenti e fughe da vari crolli era rimasto un po’ scosso, ma Jeremiah lanciò un urletto e varie imprecazioni quando realizzò di aver perso una testa: Wes, il tizio con lo spadone, mancava all’appello. Forse era perché l’avversario di Virxan era stato sconfitto involontariamente dalla sua tecnica, ma il ragazzo era riuscito a passare sotto il cancello, mentre l’ultimo membro del loro terzetto sembrava non essere stato altrettanto fortunato.

    -Be’, almeno abbiamo una preoccupazione in meno.-

    … Non sapeva se concordare o se avere un legittimo dubbio, ma a quel punto non aveva il tempo materiale per certe cose. Forse prima aveva pensato troppo alla sua reazione dopo che si erano ricongiunti al dottore, ma non poteva neanche negare che c’era qualcosa che dava una strana impressione… peccato che non riuscisse a capire cosa fosse esattamente. Tuttavia, sembrava che avessero dato troppo per scontato il destino di Wes, giacché rispose ai richiami dell’archeologo, spiegando come i Nessuno fossero rimasti coinvolti mortalmente nella frana… e non c’erano possibilità di liberare il passaggio entro breve. Ok, quello poteva essere un problema, ma almeno in quel caso poteva essere quasi sicuro che non avrebbe cercato di fare qualcosa di sospetto: era anche nel suo interesse liberare quel passaggio, soprattutto perché poteva star certo che il cyborg sarebbe venuto a cercarlo se avesse provato a fare qualche “scherzo”. Sfortunatamente, come ricordò chiaramente anche Jeremiah, non potevano perdere tempo a causa della donna dell’Organizzazione, quindi dovevano andare avanti a tutti i costi. Tuttavia, la domanda più pressante al momento era: quanto tempo gli era rimasto? Non sapevano cosa fosse successo al gruppo che si era separato da loro, né quanto fosse in vantaggio la loro avversaria... erano completamente nel buio. L’automa si alzò con un sospiro, chiedendosi cosa diamine stessero facendo Rick, Xisil e quel ragazzino che si erano lanciati all’inseguimento della donna col cappotto… non si sarebbe perdonato di aver scelto nuovamente la strada sbagliata. Certo, avrebbe seguito il loro committente, ma che certezza aveva che sarebbero usciti vivi da quei cunicoli?


    Ormai camminavano da un minuto buono, e per quanto fosse abituato a lunghe marce dopo la sua permanenza nell’esercito, quella spada di Damocle che sentiva sulle loro teste non faceva che rendere ancora più pesante ogni secondo che passava. Tuttavia, sembrava che ci fosse già stata un’esplosione mentre non guardavano, visto che al bivio in cui si trovarono alla fine del cunicolo, videro una grossa voragine nel terreno, la conseguenza di un attacco suicida di alcuni Heartless “Bomba a Tempo”, da quanto diceva il professore.

    -Perfetto, adesso sappiamo che ci sono Heartless suicidi… come se non avessimo già abbastanza problemi.-

    Giusto, per questa volta non aveva obiezioni al commento di Sieg: fino a quel momento conoscevano solo due varianti di Senza Cuore minori, quelli insettoidi di grandezza variabile e il Blu Ciccio, ma venire a sapere che c’erano anche delle creature pronte a farsi esplodere pur di ucciderti, soprattutto in un ambiente così stretto, era un brutto segno. Anzi, no, un brutto segno era vedere che quegli esseri avevano aperto una voragine nel terreno, costringendoli a una scelta difficile: provare a seguire la strada intatta, oppure provare a superare quell’ostacolo? Lui non avrebbe avuto problemi a superare quel buco in volo, ma Virxan e il professore non erano altrettanto fortunati, e anche se li avesse portati dall’altro lato, avrebbero perso tempo prezioso a fare avanti e indietro, degli istanti che la loro avversaria poteva sfruttare per fare progressi. Tuttavia, allo stesso tempo, sentiva di non doversi separare dal gruppo principale, voleva cercare di evitare un incidente simile a quello di Steven, ma… non aveva altra scelta.


    -… Credo che sia meglio dividerci a questo punto.

    -Aspetta, cosa?!-

    Già… anche lui avrebbe avuto la stessa reazione, e non si sarebbe permesso di biasimare i suoi compagni se gli avessero rivolto la stessa domanda. Ormai lui e Siegfried si conoscevano abbastanza bene, sapevano come pensava l’altro, ma quel genere di proposta non era esattamente… “tipica” di Maxwell. Tuttavia, aveva dei buoni motivi per pensarla così.


    -Posso volare sopra a quella voragine piuttosto rapidamente da solo, e mi dispiace dirlo, ma… se vi portassi uno per volta, finiremmo solo per sprecare tempo prezioso. E poi, posso anche occuparmi di eventuali ostacoli mentre voi cercate di raggiungermi, così prenderemo due piccioni con una fava.

    Che fossero stati volenti o nolenti, la decisione dell’automa non sarebbe cambiata, sarebbe andato in avanscoperta per capire cosa si trovasse oltre a quella voragine. Avevano poco tempo, e se volevano evitare di finire coinvolti nelle conseguenze dell’esplosione, dovevano dividere le loro forze: Wes si stava occupando di liberare la via di fuga, loro stavano continuando l’esplorazione, ma se fossero andati tutti dalla stessa parte, avrebbero proceduto a rilento. Solo lui poteva superare quell’ostacolo, e se oltre a quest’ultimo si trovasse una scorciatoia o una strada alternativa verso il loro obiettivo, cosa che la reazione di Jeremiah suggeriva, allora significava che la sua avanscoperta poteva portargli solo vantaggi. Se dei nemici erano arrivati fino al luogo in cui si trovava il loro obiettivo, lui poteva cominciare a sfoltire i loro numeri mentre il dottore e Virxan avanzavano verso una via alternativa. Non era mai stato un cadetto esemplare, ma in accademia aveva capito almeno minimamente l’importanza di dividersi i compiti.

    -Ok, lo ammetto, questa non me lo aspettavo… ma sembra che la mia compagnia ti abbia inculcato un po’ di buon senso.-

    Come al solito, lo stupido computer si stava dando troppo credito, ma per questa volta l’ex-uomo lo avrebbe preso come un complimento. In ogni caso, aveva preso la sua decisione, e dopo qualche attimo il cyborg avrebbe aperto nuovamente le sue appendici diaboliche, per poi compiere un singolo battito verso l’indietro, che avrebbe spedito uno spostamento d’aria verso i suoi compari e gli avrebbe consentito di alzarsi da terra e avanzare quel poco che gli serviva per superare la voragine. Le ali sarebbero rimaste tese all’indietro, fungendo così da propulsore e consentendo all’automa di avanzare a mezz’aria senza dover eseguire altri movimenti, e Maxwell si limitò semplicemente a spostare il peso del proprio corpo verso sinistra per seguire la curva di quel corridoio, sparendo alla vista dei suoi compagni.
    Avrebbe mentito se non avesse ammesso che quella traversata lo innervosiva, non aveva il coraggio di appoggiare i piedi perché temeva che il terreno sarebbe crollato ulteriormente, ma una volta raggiunta la fine di quel passaggio si fece forza e si riappoggiò a terra, facendo ritrarre con uno scatto le appendici atte al volo. I suoi artigli strisciarono per mezzo metro buono sul terreno, tutto a causa della forza cinetica rimasta, ma riuscì a fermarsi proprio di fronte a una porta mezza scardinata che apparentemente portava in un’altra stanza.

    -Hm… questo è un brutto segno, non credo che sia finita così a causa dell’esplosione.-

    Vero, non gli sembrava di vedere segni di lotta nelle vicinanze, e anche se quel danno fosse stato causato dall’attacco suicida di quegli Heartless, valeva comunque la pena essere prudenti. Di conseguenza, Maxwell avrebbe indietreggiato di mezzo metro, per poi lanciarsi con tutto il proprio peso verso la porta, in modo da scardinarla del tutto e farla cadere dentro la stanza misteriosa. Intendeva prendere di sorpresa dei possibili assalitori, ma una volta entrato poté constatare che non c’era alcun essere vivente nei dintorni… e che quel posto era un laboratorio. Il database di Siegfried conteneva dei dati su buona parte di quegli attrezzi, microscopi, becchi bunsen e altri materiali che apparentemente erano usati per la ricerca scientifica, accompagnati da dispositivi di dubbia natura; questi erano posti sopra e accanto due lunghi banchi fin troppo familiari, di cui uno pareva essere stato sfondato da qualcosa di pesante. Tuttavia, quello che catturava di più l’attenzione era una sorta di fucina posta alla fine del tavolo ancora integro, un macchinario circondato da braccia meccaniche di forme diverse e una singola tastiera che non sembrava essere stata usata ormai da tempo. Che roba era?

    -… Penso di aver visto qualcosa di simile durante una delle nostre visite al negozio dei Moguri, ma è diverso. Sembra essere stato prodotto da qualcosa di simile alla tecnologia del progetto UN…-

    Quindi serviva per creare componenti o oggetti di natura ibrida tra magia e tecnologia? Cosa diamine ci faceva un dispositivo del genere dentro un vecchio laboratorio di un tizio che si faceva chiamare “il Saggio”? Era un sinonimo di quel mondo per “scienziato pazzo”? L’automa ebbe un brivido di ribrezzo al pensiero, ricordando le persone che lo avevano trasformato in una macchina solo per un esperimento scientifico, ma dovette sforzarsi di rigettare quella sgradevole sensazione con una serie di lunghi sospiri. Non poteva farsi prendere dal panico, doveva pensare razionalmente: quel posto era abbandonato, certo, ma nessuno lo aveva visitato ormai da tempo, lo avevano scoperto solo di recente e la loro sembrava essere la prima spedizione ufficiale atta a scoprire i segreti di quel luogo. Maxwell chiuse gli occhi, cercando di trarre le somme, ma non riusciva a capire il motivo per cui un macchinario dall’origine per lui così sinistra doveva trovarsi lì, sotto a un luogo apparentemente pacifico. Quella faccenda aveva troppe similitudini con il progetto da cui era nato quel corpo, eppure sentiva che gli mancava qualcosa per riuscire a capirla appieno… e fu a quel punto che spalancò gli occhi, cercando alcuni oggetti precisi con gli obbiettivi di ambo le telecamere. Sparsi sul pavimento e sui tavoli c’erano diversi fogli, alcuni macchiati da sostanze chimiche, altri ingialliti dal tempo, ma per quanto gli appunti fossero sbiaditi non aveva dubbi: quelli dovevano essere i risultati delle ricerche effettuate in quel luogo.
    Una volta realizzato questo, l’automa si avvicinò rapidamente alla massa cartacea più consistente, cercando di leggere quel poco che era rimasto di quelle scritte sbiadite, ma il compito fu più arduo del previsto. Ogni foglio che conteneva informazioni inutili o troppo confuse veniva spostato da un rapido movimento della mano, e la differenza della lingua scritta rendeva gli appunti che cadevano in questa categoria fin troppo numerosi: riusciva a decifrare dei volantini scritti a mano con un po’ di pazienza, ma i segni sbiaditi di matita o inchiostro si trasformavano in geroglifici ai suoi occhi. Fu dopo una ventina di fogli che riuscì finalmente a trovare qualcosa di leggibile, ma non per questo ci capiva molto. Lo aveva già visto in alcune note precedenti, ma su quella carta si trovava un disegno piuttosto dettagliato di una magione curiosa, che pareva uscita da un quadro astratto, e in cima una scritta… “Castle Oblivion”.

    -Castello dell’Oblio, quindi? Che razza di vanaglorioso può aver chiamato la sua opera con un nome così alti…!-


    -… Che succede, Sieg?

    Maxwell dovette attendere qualche attimo per ricevere una risposta alla sua domanda, e tutto ciò che riuscì a sentire in quei momenti di pausa fu la voce di Siegfried, che biascicava qualcosa con un tono incredulo… e non poteva dargli torto.

    -Moccioso, questo non è un disegno astratto, ma un luogo ben preciso! Guarda questi fogli allegati, ci sono delle coordinate, delle specifiche su una magia sconosciuta che toglie le memorie a un individuo, la possibilità di sostituirle…! Questa… è quasi una ricerca su un posto capace di fare il lavaggio del cervello!-

    All’inizio l’ex-uomo non voleva crederci, ma l’intelligenza artificiale fece apparire nella sua visuale un puntatore che portò la sua attenzione su alcune parole, dei numeri, e scritte che spiegavano effettivamente ciò che la sua metà elettronica aveva appena detto. Erano solo delle analisi, ma non c’erano dubbi, quello era uno studio approfondito su un luogo capace di far deteriorare i ricordi altrui.


    -Che diavolo significa…?!

    -Non lo so, ma credo che sia meglio prenderli e farli vedere successivamente a qualche autorità. Non voglio gettare fango su quell’archeologo, ma se decidesse di pubblicare queste specifiche temo che possano essere usate per scopi poco piacevoli.-

    Lo ammetteva con una certa riluttanza, ma Siegfried non aveva tutti i torti: Jeremiah sembrava fin troppo concentrato sull’importanza scientifica di una scoperta, e non sul peso che questa poteva avere per il mondo intorno a lui… serviva un parere da parte di qualcuno più responsabile. Odiava i sotterfugi, ma a quel punto non aveva molta altra scelta, se quei fogli fossero rimasti lì, molto probabilmente sarebbero stati danneggiati o sarebbero finiti in mani sbagliate, quindi l’automa avrebbe fatto sparire temporaneamente Destroyer’s Heritage dalla sua persona, per poi aprire gli scomparti porta-oggetti posti sui suoi fianchi. Uno per volta, i fogli venivano posti con delicatezza sui rulli dello scomparto destro, e finivano dentro il suo corpo, finché tutte le note su quel bastione dal potere così tremendo non scomparvero dal bancone. Almeno un problema era andato, e l’automa stava per avanzare verso la porta dopo aver richiuso i suoi fianchi, ma il suo sguardo venne catturato da due appunti che scivolarono sul pavimento mentre spostava la sua mano dalla massa di fogli alla sua sinistra. Maxwell s’inginocchiò per vedere meglio, e uno sembrava descrivere una sorta di oggetto sferico, ma non riusciva a capire un fico secco della grafia con cui erano state scritte le specificazioni, mentre l’altro sembrava un dispositivo di qualche genere… un genere che, purtroppo, non riusciva a comprendere. Gli doleva farlo, ma a quel punto doveva chiedere nuovamente la consulenza della sua metà elettronica.


    -… Sieg, cosa ne pensi?

    -Urgh, la grafia su quello di sinistra fa vomitare, e potrebbe essere in codice, mentre su quell’altro…-

    Be’, almeno adesso sapeva che i sensori per le cose ovvie di Siegfried funzionavano, ma prima che potesse continuare il suo commento, il computer si bloccò di colpo. Questa volta non era una pausa causata dallo spavento, ma era chiaro che l’intelligenza artificiale aveva riconosciuto l’oggetto descritto nel secondo schema, fatto che venne confermato dall’apparizione di una lista di alcuni dispositivi sul lato destro del suo campo visivo. Sieg lo consultò per qualche attimo, finché non mise in evidenza per entrambi un oggetto dalla forma allungata, apparentemente installato dentro a un braccio meccanico dalle forme affusolate. La forma era notevolmente diversa, ma le specifiche di ambo i progetti sembravano essere piuttosto simili…

    -Sì, come pensavo. Si tratta di un dispositivo che crea uno scudo di forza, simile a quello installato su unità di supporto come l’UN-54 “Fairy”… un sistema di difesa che repelle certe entità, in questo caso direi Heartless e Nessuno, a giudicare dagli emblemi.-

    Era vero, una delle linee che collegava la figura allo schema portava ai due emblemi tipici di quelle due razze, ma cosa significava? Era una sorta di zampirone che teneva lontane quelle creature? Molto probabilmente Siegfried gli avrebbe riso in faccia a sentire quella similitudine, ma prima che potessero riprendere il loro solito teatrino, l’ex-uomo avrebbe tagliato corto e fatto la domanda che gli interessava.


    -Quindi cosa dovremmo farne?

    -Prendili entrambi, non sai mai quando certe cose potrebbero tornare utili, e dobbiamo prepararci al peggio. Tra l’altro, il secondo sistema tornerebbe molto utile nelle mani giuste…-

    Non c’era neanche bisogno di dirlo, anche lui poteva capire quanto qualcosa del genere potesse aumentare le capacità difensive di una cittadina, a quel punto avevano solo da sperare che la tecnologia fosse replicabile. Aveva ancora qualche dubbio sull’utilità del primo schema, ma non poteva permettersi di fare lo schizzinoso o di giudicare l’importanza di certi scarabocchi, quindi li avrebbe messi entrambi nel medesimo scomparto in cui aveva inserito gli appunti sul Castello dell’Oblio. Tuttavia, questo portava a due domande ben precise: cosa stavano ricercando in quel laboratorio perduto, e perché quella spedizione? Da quanto aveva capito, erano già stati inviati alcuni gruppi di ricerca in quel luogo, ma che fossero stati sterminati o no, come mai nessuno aveva mai messo mano a quelle carte? E soprattutto, perché adesso solo il loro gruppo era abbastanza fornito da riuscire ad arrivare così a fondo? Gli esseri che avevano causato quei danni al laboratorio non potevano essere andati improvvisamente in vacanza, e non credeva che quella ressa fosse il danno massimo che avevano causato vari scontri con dei Senza Cuore. Anzi… ora che ci pensava bene, questo portava a un altro quesito: come mai erano stati attaccati solo da dei Nessuno, e non avevano incontrato alcun Heartless?

    -… Non ne ho idea, però credo che abbiamo preso tutto ciò che poteva servire, non possiamo permetterci di perdere altro tempo. Forza, moccioso… avanziamo.-

    Avvertiva un certo fastidio a farsi comandare a bacchetta dallo stupido computer, ma non poteva certo dargli torto solo per sfizio. Avevano già perso qualche minuto buono a studiare quegli schemi, e poiché Virxan e il loro committente potevano aver già fatto qualche passo avanti dalla loro parte, lui doveva smetterla di giocare al piccolo scienziato: aveva un dovere ben preciso, ed era il momento di portarlo a termine. Di conseguenza, l’automa avrebbe fatto apparire nuovamente la sua corazza color pece con un altro fascio di luce, e sarebbe avanzato in direzione della porta opposta a quella da cui era “entrato”. Questa sembrava essere intatta, ma la prudenza non era mai troppa. Maxwell si sarebbe avvicinato all’uscio, girando la maniglia con cautela e cercando di vedere cosa lo aspettava nella stanza successiva…
     
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    Non se lo fece ripetere due volte. Un enorme ruggito, il rumore di tonnellate di roccia che franano su di loro e poi un urto, un dolore atroce al busto e la sensazione del marmo, della dura pietra sul volto. Con un gemito il ragazzo si rimise in piedi, nonostante tutto non si era fatto niente di grave, solo un labbro spaccato, ma, in confronto alla prospettiva di cosa sarebbe successo se non avesse corso abbastanza velocemente, poteva ritenersi fortunato. Lentamente, mentre ancora cercava di capire se si fosse rotto qualcosa, si mise in ginocchio per riprendere fiato, la ferita al busto bruciava e non gli permetteva di riprendere fiato. Senza preavviso un urletto del professore spezzò il silenzio, smorzato solo dai loro affannosi respiri. Uno dei mercenari, Wes, era rimasto sotto la frana. Per fortuna non gli era successo niente e, fatto ancora più fortuito, le rocce avevano portato tutti i Nessuno superstiti all’altro mondo. Ma non potevano fermarsi ad aspettare che il mercenario sgombrasse il passaggio, la donna dell’Organizzazione era ancora viva ed il tempo che avevano era limitato. Non avevano altra scelta, non che gli importasse molto del destino degli altri, ma se voleva uscire vivo da quell’inferno di missione allora avrebbe avuto bisogno di loro. Non si lamentò quando il professore gli richiese di mettersi in marcia, ma era stanco, e non si fidava di Jeremiah: aveva dimenticato troppi particolari, troppe cose che avrebbero potuto significare la differenza tra la vita e la morte. Era stato uno sprovveduto. Camminarono per circa un minuto; il pavimento del corridoio era scheggiato e malmesso fino ad interrompersi del tutto ad una diramazione. Si aprivano due vie di fronte a loro: la prima era quasi completamente interrotta, un barato di almeno cinque, sei metri gli si apriva davanti, il pavimento del piano sottostante era troppo distante per tentare di arrivarci con un salto: si sarebbero rotti tutte le ossa se avessero provato, anche se forse, visto che il robottone poteva volare, sarebbe riuscito a trasportarli uno alla volta dall’altra parte del baratro; tuttavia, probabilmente, ci avrebbero messo troppo tempo, quindi quella soluzione era impraticabile. Non restava che l’altro cunicolo, anche se non è che lo ispirasse così tanto l’idea di scendere ulteriormente nel sottosuolo, ma non aveva altra scelta.
    -… Credo che sia meglio dividerci a questo punto. Posso volare sopra a quella voragine piuttosto rapidamente da solo, e mi dispiace dirlo, ma… se vi portassi uno per volta, finiremmo solo per sprecare tempo prezioso. E poi, posso anche occuparmi di eventuali ostacoli mentre voi cercate di raggiungermi, così prenderemo due piccioni con una fava.-
    Effettivamente, l’idea di Maxwell aveva un suo senso logico, ma non se la sentiva di tenersi dietro il professore era stato solo un problema fino a quel momento.
    -E sia, speriamo solo che non ci siano altri imprevisti…-
    Non si preoccupò di nasconder l’occhiata inviperita che rivolse al professore: non gli era andato a genio sin dall’inizio, perché nascondere la verità ?
    Il sentiero che avevano intrapreso era buio, malmesso e puzzolente. Anni di polvere, umidità ed escrementi di piccoli animali avevano fatto sì che quel cunicolo sembrasse un tunnel delle fognature. Le pareti erano lisce, non c’era nessun bivio, nessuna porta, niente di niente: la via era quella e basta. Il percorso fortunatamente fu breve: all’improvviso le pareti sparirono da entrambi i lati dando spazio ad una sala abbastanza grande piena di strani macchinari ed anche quella, come il resto dei sotterranei, fatiscente. Vecchie lanterne e lampadine pendevano dal soffitto, i cavi ben visibili, e degli strani macchinari si trovavano adagiati lungo una parete della stanza, i tubi finivano dentro il pavimento, scendendo ancora più in profondità nel sottosuolo. Il tutto era fermo, immobile, in uno stato di abbandono da evidentemente molti anni. Con cautela continuò ad avanzare lungo il salone, una coppia di ratti gli passò vicino i piedi, spaventata dal ragazzo e dal professore. Un gorgoglio ininterrotto, lontano, verso la fine della stanza, era l’unico suono esistente a parte i passi dei due e l’occasionale squittio dei topi. All’improvviso i piedi del ragazzo incontrarono il bagnato, l’acqua filtrava attraverso la stoffa degli stivali e, a giudicare dal gorgoglio non molto distante una delle macchine che li circondavano doveva perdere acqua. Tuttavia la stanza non era un vicolo cieco: sul fondo della sala c’era un ascensore di ferro, finalmente la fortuna girava dalla loro parte, o almeno così pensò Virxan fino a quando non si accorse che il tutto non funzionava.
    -Bene… Bene, ora che facciamo ? Questo maledetto arnese non funziona e non ho notato nessun’altra via per uscire da questo buco infernale… Quindi ? E’ lei l’esperto della struttura.-
    Leggermente pensieroso e con tutta la calma del mondo, il professore rispose che probabilmente i problemi erano dati da una mancanza di elettricità nell'intero ambiente e che, molto facilmente, sarebbe stato possibile restituire la corrente all'ascensore. Senza dare spiegazioni più dettagliate il professore si diresse verso un angolo della stanza, probabilmente dove si trovava il generatore, e iniziò ad armeggiare con fili e vari aggeggi metallici che il ragazzo non conosceva. Teso Virxan osservava la stanza incessantemente pronto ad intervenire non appena avesse visto un qualunque nemico avvicinarsi che fosse un Heartless o un Nessuno. Lo sfrigolare delle lampadine al soffitto e l’improvvisa luce annunciò che l’energia elettrica era tornata all’intero complesso. I grandi macchinari ripresero a sbuffare e ronzare accompagnati dagli squittii dei ratti non abituati a quella luce. Ma il sollievo per la possibile riparazione dell’ascensore non durò molto: un fascio di luce ed una serie di bip annunciò l’attivazione del vecchio sistema di sorveglianza. Un golem, un mostro alto almeno due metri, biancastro, come se fosse fatto per davvero di argilla comparve a poco meno di cinque metri da loro. Minaccioso li guardava attraverso le orbite oculari vuote, in mano, stretto tra le giunture metalliche che lo adornavano, aveva un possente spadone.
    -Che, che cosa facciamo ?-
    Il professore era terrorizzato e come dargli torto ? Non aveva previsto che il vecchio sistema di difesa potesse essere attivo, come non aveva previsto molte altre cose. Il Nessuno sapeva che non sarebbe uscito vivo dallo scontro col golem: l’unica soluzione era scappare.
    -Corra ! Verso l’ascensore !-
    Non cercò nemmeno di estrarre la spada: sul piano fisico era impossibile anche pensare di poter competere contro il mostro. Correndo quanto più velocemente poteva, girò il volto e lanciò una sfera d’acqua dritta verso il busto al bestione in modo da danneggiarlo e, un minimo, rallentarlo. Quando fosse arrivato poi a metà strada verso l’ascensore avrebbe lanciato due proiettili di ghiaccio: il primo verso la parte destra della testa del golem, il secondo verso la sinistra. Non avrebbe fatto altro: sperava che i due colpi magici gli permettessero di prendere l’ascensore assieme al prof, ma non era così sicuro di riuscire a sfuggire quella mostruosità. Non aveva mai avuto così tanta paura in vita sua come in quel momento, anche se in realtà non poteva avere paura.

    Potere Magico:
    100-[16-8]-[16-16]= 44

    Condizioni Fisiche: Taglio non molto profondo sulla parte sinistra del corpo. Ha perso poco sangue.
    Condizioni Psicologiche: Terrorizzato.


    Abilità utilizzate:

    Ice blossom
    Proiettili di ghiaccio
    Tecnica di natura Magica. Elemento Ghiaccio.
    Il personaggio fa due affondi con la spada dalla cui punta escono due proiettili di ghiaccio di potenza Bassa che si dirigeranno verso un solo avversario.

    NB: Non avendo estratto la spada si limita a fare due gesti con le mani.

    Evil Water
    Bolle fluttuanti
    il personaggio raccoglie l' umidità attorno a se e la condensa in una bolla d' acqua compressa che vola verso un nemico e lo colpisce esplodendo.
    Tecnica di natura Magica, Elemento Acqua.
    La bolla infligge un danno Medio, ma se colpita da un attacco di livello medio o basso si indebolirà e l' attacco sarà di livello Basso; se invece viene colpita da un attacco di livello alto o superiore non avrà alcun effetto.

    Statistiche:

    • Corpo: 50
    Punteggio iniziale (45), Energia ( ), Punti Quest (+5 ), Altro ( )
    • Essenza : 65
    Punteggio iniziale (55), Energia ( ), Punti Quest ( ), Altro (+10 )
    • Mente: 50
    Punteggio iniziale (50), Energia ( ), Punti Quest ( ), Altro ( )
    • Concentrazione: 50
    Punteggio iniziale (50), Energia ( ), Punti Quest ( ), Altro ( )
    • Destrezza: 40
    Punteggio iniziale (40), Energia ( ), Punti Quest ( ), Altro ( )
    • Velocità: 60
    Punteggio iniziale (60), Energia ( ), Punti Quest ( ), Altro ( )

    Spero non sia troppo scadente, scusate per il ritardo e a voi la tastiera ! ^^
     
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  14. misterious detective
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    Il professore rimase in silenzio, ascoltando con attenzione l'opinione dei suoi compagni di viaggio. Si sentiva in dovere di farlo, in un certo senso: in fondo, quei ragazzi avevano combattuto molto per difenderlo e, durante tutto quel viaggio, si erano preoccupati di scortarlo senza pericoli fino alla meta; lui forse aveva una vastissima cultura e conoscenze che i mercenari potevano solo sognare, ma tattica ed esperienza bellica non rientravano nel suo campo e anche se avrebbe desiderato arrivare in fondo a quel dedalo di corridoi il più in fretta possibile, volando oltre quella via che fu, capì bene le ragioni di Maxwell.
    Si schiarì la gola e deglutì, cercando di darsi un certo contegno: nel bene e nel male era lui il fulcro del gruppo, voleva almeno provare a mostrarsi come tale. -Molto bene allora.- esordì, ad alta voce. -L'idea di dividerci non mi piace minimamente, inoltre sono un po' preoccupato a percorrere l'altra strada: durante le ricerche con il team degli scavi, conoscevamo già la mappa del luogo grazie a fonti che avevamo già rinvenuto, i cunicoli secondari avremmo dovuto esplorarli in seguito...- Abbassò lo sguardo e, di soppiatto, tentò di esplorare con gli occhi il cunicolo che scendeva senza fine nelle tenebre.
    -Però sono sicuro che sarà tutto a posto!- aggiunse, mantenendo un ampio e caloroso sorriso. -Cerca solo di essere prudente Maxwell, mi raccomando. Ormai siamo vicini, non so se la donna dell'Organizzazione tenterà ancora di metterci i bastoni tra le ruote, ma non dobbiamo dimenticarci di quali nemici abbiamo sulla nostra strada.
    -E sia, speriamo solo che non ci siano altri imprevisti...- commentò Virxen. Lo studioso si sentì raggelare, colto alla sprovvista dalla gelida stilettata che subì indifeso: poté solo portare una mano alla nuca, imbarazzato, e con una risatina sottomessa domandò delle deboli scuse.
    Senza aggiungere altro, il cyborg aprì le sue ali. Il professore rimase immobile, ignorò completamente quello che sarebbe dovuto diventare la sua scorta. Il robottone... Stava per mostrargli ancora quello spettacolo meraviglioso: con un balzo spettacolare, il suo alleato spiccò il volo. Nobile come un aquila, attraversò con enorme facilità il baratro sotto di lui, aggraziato strisciò lungo il terreno e si posò ancora una volta, pronto a proseguire il suo cammino; e come erano apparse, così le ali si ritrassero nella sua corazza ed anche il sorriso dello scienziato mutò ancora, fino a morire in un'espressione seria.
    -D'accordo, ora tocca a noi darci da fare!- batté le mani tra di loro e le sfregò con forza, voltandosi verso il cunicolo. Non era molto invitante, ma era l'unica opzione rimasta, opzione che il professore avrebbe accolto senza indugio alcuno.

    La marcia non fu lunga. Non sapeva bene cosa aspettarsi, ma l'uomo restò al sicuro dietro al mercenario per tutto il tempo. Il sentiero era angusto, l'aria stantia diventava ancora più pesante, quasi solida, come se si stessero muovendo all'interno di un mare di sabbia, sabbia liscia e umida, ma l'idea era più o meno quella. Ogni pochi passi, lo studioso sentiva il bisogno di allungare ancora la mano verso una delle pareti, per percepire se esse fossero ancora al loro posto. Non aveva mai avuto un grande sesto senso, ma non avvertiva alcun pericolo nelle vicinanze, l'unica cosa di cui era preoccupato era di perdere la bussola proprio in quel momento, non sarebbe stata una grande idea.
    Tuttavia, bastarono solo alcuni minuti perché una nuova luce cominciasse a rischiarare il loro sentiero ed un'ampia sala si aprisse di fronte a loro: poche sporadiche lampade brillavano dall'altro, doveva essere quel poco che rimaneva del sistema energetico d'emergenza, ma era sufficiente per permettere all'uomo di farsi un'idea generale dell'area: c'erano turbine e generatori energetici organizzati ad un lato della stanza, doveva trattarsi di una vera e propria centralina. Probabilmente non era l'unica del castello, era certo per lo meno che la parte superiore avesse un sistema a sé stante, forse più di uno, ma di certo una sua riparazione avrebbe contribuito a risolvere un bel po' di problemi, perché era da lì che sarebbe arrivata tutta l'elettricità che mancava in quel settore. E soprattutto, in fondo alla stanza si trovava un ascensore.
    Notò con piacere il positivo stupore di Virxen ed il professore lo ricambiò appieno: non conoscevano ancora altri luoghi da cui fosse accessibile e non era stato possibile utilizzarlo prima, ma era vero che, proprio accanto alla sala dell'artefatto, si trovava anche la porta di un ascensore, con ogni probabilità il medesimo.
    -Bene, ora che facciamo? Questo maledetto arnese non funziona e non ho notato nessun'altra via per uscire da questo buco infernale... Quindi? E' lei l'esperto della struttura.-
    Lo studioso ridacchiò alle esagerate parole del suo compagno.
    -Via, non adularmi così: conosco sommariamente questo luogo, ma non sono poi così esperto!- rispose modestamente, mentre a larghi ed allegri passi si avvicinava al generatore che il suo compagno aveva individuato. Lo aprì e scrutò per qualche secondo il groviglio di cavi, in completo silenzio. Chinato, prese poi ad annuire e mugolare qualche verso, poi si alzò di nuovo con le mani ai fianchi. -Tuttavia, un lavoretto del genere credo di riuscire a farlo, anche se non ho con me gli strumenti più adatti.-
    Come un mago con il suo gioco di prestigio, il professore sfoderò da una delle tasche del suo giaccone cacciavite e cesoie: smontò alcuni pezzi e, stringendo i cavi nei suoi spessi guanti isolanti, tagliuzzò qua e là, con calma e precisione, per poi riunire i fili di rame che poi isolava man mano con appropriato nastro adesivo.
    Bastarono un'altra manciata di minuti. Purtroppo i cavi erano davvero logori e aveva dovuto sistemare molte cose, altrimenti ci avrebbe potuto mettere anche meno. -Credo che questo possa bastare. Pronto allo spettacolo?- esordì il professore: impugnò una piccola maniglia, la chiave di tutto e, tamburellando un po' le dita su di essa, la tirò verso l'alto. Ci fu una piccola scintilla, ma subito dopo a brillare furono le lampade sul soffitto. La luce si riversò nell'intera stanza, facendo brillare di bronzo il metallo ossidato dei macchinari. L'impianto d'emergenza si spense, tornando finalmente a riposo dopo chissà quanto tempo. Tuttavia, ciò che era davvero importante era cosa era stato risvegliato dal letargo.
    Un sinistro beep ruppe il silenzio una volta, poi ancora e ancora. Proseguì per una manciata di secondi, poi in risposta una luce investì gli occhi dell'uomo e dove prima non vi era nulla apparve la figura imponente, quasi disumana, di un guerriero: carnagione cerulea, sguardo vuoto, sembrava formato da segmenti uniti da giunture metalliche. Non era un uomo, era un vero e proprio golem, una macchina creata per difendere quel luogo. E sicuramente sapeva fare bene il suo lavoro, con l'enorme spadone che si ritrovava in mano.
    -Che... Che cosa facciamo?- domandò agitato. Non era una situazione che aveva previsto, in realtà buona parte di quanto era accaduto in quel giorno era sfuggito alle sue previsioni e di certo non apprezzava nulla di tutto ciò!
    -Corra! Verso l'ascensore!- la risposta del mercenario fu rapida ed univoca, il professore non impiegò un solo istante a processare quell'ordine: strinse con le sue mani i lembi del suo ingombrante abito e si lanciò in corsa verso le strette porte dell'ascensore. Il guerriero era dietro alle sue spalle, fronteggiava eroicamente il golem senza nemmeno estrarre... Senza estrarre la spada? Non aveva il tempo di chiedere spiegazioni, non aveva nemmeno il tempo di farsi troppe domande sul comportamento del suo alleato, doveva solo sperare che egli sapesse cosa stava facendo.
    Raggiunse l'ascensore, si voltò rapido, pronto ad accogliere in quel piccolo abitacolo il suo compagno: il colosso meccanico incespicava, rallentato dalla raffica magica che Virxan gli scaricò addosso. Era davvero magnifico, non c'era strategia né alcun piano, era una pura dimostrazione di potenza, un istinto primitivo che lo spinse a colpire quanto più forte poteva per assicurare la sua sopravvivenza. Il professore si sporse in avanti, mentre il Nessuno correva nella sua direzione, afferrò il suo braccio e lo spinse dentro, la mano libera aveva già premuto il pulsante di risalita. Le porte cominciarono a richiudersi, mentre i passi pesanti e veloci del mostro rimbombavano al punto da far tremare lo stesso ascensore. Il pavimento, però, cominciò a muoversi, e quando la possente arma del golem si abbatté sulle porte, l'ascensore si era già lasciato quel piano dietro di sé.
    -Non... ci credo.- mormorò il dottore, buttandosi a terra esausto. Poteva percepire ogni singola goccia di sudore scorrere lungo le sue tempie; sudava freddo, ma così freddo che ebbe l'istinto di stringersi nel suo cappotto. Poi si rese conto che, in realtà, chiusi lì dentro la temperatura era anche più alta di quanto non fosse là fuori, così si allargò il colletto.
    Il ronzio delle tese corde dell'ascensore accompagnava la loro lenta risalita. Passarono i secondi, abbastanza lenti da agitare l'uomo ancora di più. Aveva fretta, voleva trovare quell'artefatto il prima possibile e non perché c'era la donna dell'Organizzazione a minacciare la riuscita della missione: voleva semplicemente sapere, essere il primo a vedere di persona il leggendario artefatto del quale si conosceva appena l'esistenza. Al solo pensiero non stava nella pelle e si sentiva tremare tutto per l'eccitazione.
    Un tintinnio improvviso lo fece trasalire e, troppo lentamente, le porte dell'ascensore si aprirono, inondando gli occhi del professore di una potentissima, divina luce. Erano arrivati, era lì di fronte a lui, l'ultima casella a separarlo dalla meta, tanto dolce e desiderata.


    Avrei potuto rendere un po' più serio lo scontro con il golem, ma pagos ha impiegato più energie di quanto non mi sarei aspettato e soprattutto non mi sembrava il caso di rallentare troppo la storia con quell'ostacolo che avevo posto prima di trovarmi ad affrontare i vari "imprevisti" di questa avventura.
    Nulla da dire, domani provvederò a postare in zona quest una descrizione del luogo, nel quale i tre si ritrovano faccia a faccia (Alex, potrai decidere tu se Maxwell era già arrivato prima che Jeremiah e Virxan siano arrivati). Se ci fosse qualche problema o qualcosa di poco chiaro, ci vediamo domattina nell'altro topic xD
     
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    Per un istante aveva creduto di non farcela. Era lì, proprio davanti alle porte dell’ascensore ed il professore gli tendeva la mano, ma il golem, quell’essere meccanico mostruoso, lo stava per raggiungere: era distante pochi passi e, ogni volta che le pesanti gambe pestavano contro il pavimento, il tremito era così forte da far tremare i denti del ragazzo, o forse era la paura di non farcela a fargli tremare i denti… La mano protesa di Croft afferrò quella del giovane e lo tirò dentro con un movimento lento, troppo lento, le ante dell’ascensore cominciarono a chiudersi, il mondo che tremava a causa dei passi del mostro, e l’ascensore partì; troppo tardi l’arma del gigantesco essere si abbatté contro le porte dell’ascensore oramai già in ascesa verso la loro meta. Respirava affannosamente, annaspava in cerca d’aria in quella scatola calda, il professore, accasciato a terra vicino a lui, mormorò alcune parole, rivolto più a se stesso che al ragazzo. Ce l’avevano fatta, questo era vero, ma per un pelo. La vita del ragazzo in quella missione era sempre stata sul filo di un rasoio: prima con i due Nessuno invocato dalla donna in nero, poi nella stanza del cancello, la frana ed adesso questo. Un vecchio sistema di difesa che non si attivava da anni che aveva tentato di rendere il giovane ed il prof delle polpette di carne maciullate. Doveva stare più attento, non poteva rischiare di lasciarci la pelle ad ogni nuovo nemico. Era stanco, afflosciato contro la parete della cabina. La ferita al petto sanguinava, ma non tanto da farglici lasciare le penne, ma se si fosse infettata, beh, allora sarebbe stata un’altra storia e comunque non era il momento di preoccuparsi per qualcosa che, qualora fosse successo, sarebbe successo almeno dopo due o tre giorni. No, per il momento doveva preoccuparsi di sopravvivere per le successive ore. O meglio, minuti. Anche se per il momento non aveva perso molto sangue se non avesse fasciato la ferita in poche ore sarebbe morto dissanguato. Ma non aveva niente per fasciarsi il taglio: nessuno degli abiti che portava, tagliato e fatto a strisce, sarebbe stato abbastanza lungo da girare attorno al busto più volte. L’unica possibilità era il professore, ma dubitava che avesse anche questo oltre alle chiavi inglesi e alle cesoie. Però se tanto gli dava tanto.
    -Senta, so che la richiesta che sto per farle può sembrare assurda, ma non è che, oltre agli attrezzi, lei non abbia un rotolo di bende ? Sa,- avrebbe continuato indicando il taglio sul petto e la chiazza di sangue sulla maglia – se questa continua perdere sangue non so se arriverò a fine giornata. Anche se in effetti non so proprio se arriverò a fine giornata-
    E anche quest’ultima affermazione sussurrata non era del tutto falsa: un altro incidente come quello e non avrebbe rivisto la luce del sole e di morire sotto terra proprio non gliene andava. Un tintinnio vece trasalire il Nessuno. Le porte dell’ascensore si aprirono lentamente inondando la cabina di luce. Una sala pressoché spoglia, di un candore abbaiante, la cui monotonia delle pareti era interrotta solo da colonne in stile ionico e due porte, una esattamente a sinistra di Virxan e l’altra che si stava lentamente aprendo con un fortissimo rumore di ingranaggi e con davanti ad essa, ad ostruirgli la vista, il robottone da cui si erano separati pochi minuti prima. Non aveva sentito la risposta del prof, più che altro al momento era teso, dritto in piedi appena fuori dall’ascensore, sperando che l’incoscienza di Maxwell nell’aprire la porta prima dell’arrivo di Croft non costasse loro caro.

    Non sono del tutto soddisfatto del risultato e spero di non essermi sbagliato sui comportamenti di Maxwell, ma a voi la tastiera !
     
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